martedì 7 luglio 2015


Black Flag

«È mezzanotte e tutto va bene!»

La sera, dopo aver sbarrato gli accessi, la ronda passava sugli spalti e pronunciava la rassicurante frase.
Porte chiuse o ponte levatoio alzato: non si entra e non si esce.

Ci si sentiva al sicuro allora, nelle fortezze con le ciclopiche torri, la cinta coronata dai merli, rialzi in muratura eretti a intervalli regolari, che coronavano i possenti muri perimetrali zeppi di feritoie, da dove far piovere frecce sugli eventuali assalitori.
Nei punti strategici, calderoni pronti a far bollire olio e pece, da versare sul groppone e “squamare” i furfanti che volessero scavalcare.
La “Fortezza” Italia è sicura.
“!” per gli “Alfarenzi”.
“?” dico io.

«In 1/2 ora e tutto va bene!»'

A febbraio il presidente del Consiglio, in studio da Lucia Annunziata, affermava che gli sbarchi di migranti non sono un problema per quanto riguarda il terrorismo di matrice islamica.

Evoco il buon Fausto Biloslavo, penna eccellente de “Il Giornale”, e il suo articolo del 17 aprile:

“[…] li hanno buttati in pasto ai pesci, perché erano cristiani. Dodici disgraziati, con l'unica colpa di credere in Gesù, sono morti annegati dopo essere stati scaraventati in mare dai compagni musulmani di viaggio […] la strage è stata provocata dall'odio religioso […] i cristiani superstiti della Nigeria e del Ghana hanno raccontato in lacrime la mattanza”.

Sto pensando a questi coglioni, quando sbarcati sul suolo italiano, penisola e piattaforma in mezzo al mare… un gommone un poco più grande: quanti altri cristiani da buttare a mare!
Se non hanno avuto pietà di compagni di sventura, con che animo e come si comporteranno su un barcone più grande, con più infedeli?

Il fardelli dei disperati sono colmi di violenza, estorsioni, ricatti a non finire;
per le donne - mogli, figlie, madri o fidanzate - abusi e stupri;
repressioni se ti ribelli, fino all’abbandono, se diventi un peso: peggio di un cane, che almeno lo lasciano sull’autostrada.
Sull’acqua, solo Gesù sia riuscito a camminarci sopra, ma i comuni mortali affondano, tanto che neppure i pesci tengono più la conta di quanti sono diventati loro pasto!

Partiamo dalla piramide… quella di Maslow, non d’Egitto.
Il nostro Abraham, ne ha costruita una che, se non è come quella dei Faraoni, non è meno importante.
Negli anni '50, ha elaborato una teoria denominata "scala dei bisogni" o "piramide dei bisogni" e ne spremiamo il succo:

“[…] si presentano secondo una precisa scala gerarchica, e un bisogno di livello più elevato non è motivante per un individuo se egli non ha soddisfatto prima i bisogni di livello inferiore”.

Come dire: sono organizzati secondo una precisa graduatoria, per cui uno è irrilevante sino a che sono soddisfatti quelli di livello inferiore, nella scala di priorità.

“[…] alla base della piramide vi sono i bisogni fisiologici, legati alla stessa SOPRAVVIVENZA DELL'UOMO: fame, sete, riposo, riparo […] solamente quando appagati, sorgono nell'individuo le altre necessità di livello superiore”.

Ebbene, l’imperativo di chi è sul gommone dovrebbe essere solo uno: sopravvivere… e lascia vivere!

Sofismi, filosofia, la religione e cazzeggi derivati, sono zavorra.
Se devo combattere per rimanere vivo - e ci tengo - non mi frega un cazzo di dove uno porta il culo a pregare.
Se no, allora vuol dire che la mia vita non è importante, quanto il servizio a un dio-padrone.

«Getterò il terrore nei cuori dei miscredenti. Colpiteli tra capo e collo, colpiteli su tutte le falangi […] Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi!»

Getterò il terrore… non a mare ma qualche pirla zelante c’è sempre e ogni villaggio ha i suoi scemi.

Ma “gli sbarchi di migranti non sono un problema per quanto riguarda il terrorismo di matrice islamica”.

Insomma, Renzi come Alfano: «Nessun jihadista sui barconi!»

Fino all’arresto di Abdel Majid Touil, il marocchino che ha pianificato ed eseguito il tirassegno al museo del Bardo di Tunisi, con ventidue morti innocenti: sui barconi, era arrivato per ben due volte, nel nostro Paese!
Da allora, ecco partire la giostra dei “distinguo”, del “sono stato frainteso”, quando non al darci degli ignoranti, perché “non abbiamo capito” o tradotto peggio l’Angelinpensiero o il Renzipontificare.
I “Ponziopilati” hanno individuato prontamente il nocciolo del problema, la causa di tutti i mali, ciò che attira i fulmini su di noi.

“[…] ospitare la massima autorità del Cristianesimo e la vocazione filo atlantista e la tradizionale amicizia dell’Italia con gli Usa sono due dei principali elementi che esporrebbero il nostro Paese al rischio di attentati, come confermato anche da fonti d'intelligence israeliane e americane”.

Mai visto delle talpe peggiori di queste.
Anche dovessimo esiliare il Papa e la sua Curia a Lampedusa e interrompere ogni “compagnia di merende” con l’”O’bamba” americano, non sposteremmo l’asticella dell’allarme rosso di uno sputo!
L’Occidente ha una banda di ciechi e “minus habentes” mostruoso, in politica estera e conoscenza del nuovo corso degli avvenimenti e dell’evoluzione in Medio Oriente.

Abu Bakr al-Baghdadi è nato dai lombi di questi imbecilli, che l’hanno generato, allattato e armato.

Obama lo ha foraggiato, per rovesciare il “crudele” Assad di Siria: la sola amministrazione Obama ha investito un miliardo di dollari nei gruppi anti-Assad e partecipato all’addestramento di circa diecimila combattenti;
con prontezza volse le spalle a Mubarak, in Egitto: perfetta banderuola al servizio di dove tira il vento.
Ci volle un generale con i controcoglioni, Abdel Fattah Al Sisi, per spuntare le unghie ai “Fratelli musulmani”… fratelli di Abu Bakr al-Baghdadi, sicuramente.

Un capolavoro di destabilizzazione lo fece un nanerottolo: Nicolas Paul Stéphane Sarközy de Nagy-Bocsa. Il “Nicolino” francese, con il nome più lungo della sua altezza, quando mandò affanculo l’equilibrio dell’intero scacchiere mediterraneo, facendo ammazzare Gheddafi.
Quelli che noi definiamo dittatori, erano e sono i “tappi” che chiudevano le fogne.
Tolto il tombino, tanti scarafaggi - che aprono negozietti in franchising, “ISIStyle” - ce li troviamo ora in casa e la disinfestazione non sarà facile!

Al-Dawla al-Islāmiyya ha avuto padrini Occidentali, che ora hanno un bel daffare nel cercare di negarne paternità.
Il Califfato, guidato dal califfo Abu Bakr al-Baghdali, con capitale Al-Raqqa, una propria moneta, il Dinaro dello Stato Islamico, un proprio inno nazionale e un proprio motto.

Bāqiya wa Tatamaddad… CONSOLIDAMENTO ed ESPANSIONE.

Il territorio si estende da Aleppo, nel nord della Siria, alla regione di Diyala, nell’est dell’Iraq: trentacinquemila chilometri quadrati e oltre sei milioni di persone sotto il suo controllo;
con l’ambizione di fagocitare il cosiddetto “LEVANTE”, cioè l’area del Mediterraneo Orientale: Siria, Giordania, Palestina, Libano, Israele e Cipro!

Al-Dawla al-Islāmiyya, l’ISIS, è il gruppo terroristico più ricco e potente del mondo: gestisce petrolio ed energia elettrica, saccheggia città occupate, ricicla denaro e finanziamenti privati derivanti da alcuni stati del golfo.

La litania è sempre la stessa: l’ISIS lo schiacciamo quando ci pare, dicono i “generaloni” occidentali.
Lo stesso del drogato: «Smetto quando voglio!»

Il Jihadistan ha già messo radici profonde… CONSOLIDAMENTO ed ESPANSIONE.
Ma le ha anche allungate.

Dopo la conquista di Palmira, l’ISIS controlla più della metà del paese e i prossimi obiettivi saranno Aleppo, dove sono presenti anche altre forze ribelli e la capitale Damasco già parzialmente occupata.
Caduta questa, ci si concentrerebbe su Bagdad.
In Iraq, acchiappata Ramadi, hanno preso controllo dei rubinetti della diga sull’Eufrate: Baghdad rischia di restare a secco e la sua chiusura addirittura creerebbe un’emergenza umanitaria, costringendo le popolazioni a un esodo di massa, con conseguente caos, dove gli jihadisti… sguazzerebbero.
La caduta di una capitale così storicamente importante, darà al Califfato un enorme ascendente sull’intera comunità sunnita mondiale e attirerebbe combattenti come mosche sul miele, percependone il gusto.

Qualcuno obietterà: l’Occidente non starà guardare e interverrà, quasi a dare l’impressione di un gigante, che ancora scaccia delle mosche fastidiose ma, al momento giusto, le schiaccerà.

Ci penseranno le cellule dormienti, svegliate all’occorrenza, a rintuzzare l’attacco.
Con pazienza, le pedine sono già state disposte e lo scacchiere europeo sarà messo a ferro e fuoco, con azioni sincronizzate: fino ad ora abbiamo visto solo alcune (perfettamente riuscite!) prove.

L’ISIS ormai è un cancro che ha già prodotto metastasi.

In Libia continua la propria avanzata allargando il proprio territorio attorno alle città di Sirte e Derna e minacciando sempre più seriamente le città di Bengasi e di Misurata: la conquista del paese ne farebbe la base della Jihad nell’intero Nord Africa e nel Sahel, dove si ricongiungerebbe a Boko Haram e ai gruppi islamisti che controllano vaste zone del deserto.

Intanto martellano la Tunisia, per ammorbidirla e creare dissesto economico, per poi procedere alla conquista territoriale.

I contemporanei attentati alle moschee sciite in Yemen e in Arabia Saudita provano, senza ombra di dubbio, che il Califfato picchia duro e dappertutto e anche i “fratelli” nella fede, ma sciiti, vanno fatti arrostire;
In Yemen i qaedisti controllano parte del paese e se non già fatto e subito, un’alleanza con il Califfato, se non utile, sarà inevitabile.
L’esercito saudita ha dimostrato di non essere preparato a terra e le buscherebbe da jihadisti pronti al martirio.

Di Afghanistan e Pakistan è quasi inutile parlare: martoriati dall’estremismo islamico dei Talebani e di al-Qaeda, alleanza tra i Talebani e l’ISIS sarebbe come l’incontro naturale tra il culo e la camicia.

Recenti attacchi da parte di guerriglieri kosovari-albanesi islamici in territorio macedone, ne denunciano contaminazione e ammorbamento. In Kosovo e Bosnia fanno comunella con l’ideologia del Califfato. Attraverso i Balcani, vista l’instabilità e le frammentazioni economiche e politiche della regione, l’ISIS vi entra bene, come il verme nella mela.

CONSOLIDAMENTO ed ESPANSIONE… ma tanto che viene facile, perché non dare qualche colpettino a cerchio e botte, tanto per “marcare” il territorio, come fanno gli animali con il piscio?
Solo da noi regna la calma, come nell’occhio del ciclone:
“Gli sbarchi di migranti non sono un problema per quanto riguarda il terrorismo di matrice islamica”.

Stiamo entrando nelle tenebre della civiltà: dove questi hanno preso posto, il mondo è tornato indietro di secoli e secoli: dalla scimmia all’uomo, ora il ritorno.

Credo che anche Abu Bakr al-Baghdadi, come l’imperatore Costantino, abbia fatto un sogno e un a voce gli abbia sussurrato che “In hoc signo vinces”…: con questo segno vincerai.
Una bandiera nera… sopra il vessillo, la scritta in bianco, la Shahada, la professione di fede della religione islamica:

“Testimonio che non c’è divinità se non Dio (Allàh) e testimonio che Muhammad è il suo Messaggero”.

La seconda parte della Shahada è scritta sulla bandiera dell’Isis, all’interno di un cerchio bianco:
rappresenta il sigillo del profeta.
Secondo la tradizione Maometto avrebbe firmato così le lettere inviate ai primi califfi, così come i documenti ufficiali da lui scritti.
Al-Baghdadi - il vero EREDE DEI PRIMI CALIFFI ISLAMICI - ha voluto una scritta che richiamasse in modo esplicito l’antica grafia musulmana utilizzata al tempo di Maometto.

Black Flag… in hoc signo vinces!

Funziona.


Io,  secondo me... 07.07.2015

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