venerdì 25 settembre 2015

American idiot
American idiot in preogress…

“La democrazia è soltanto il treno
su cui noi saliamo
per giungere alla nostra meta.
Le moschee sono le nostre caserme,
i minareti le nostre baionette,
le cupole i nostri elmetti
e i fedeli i nostri soldati”.
Era il 1998, primavera “araba” e il nostro amico - in un discorso, tenuto a una conferenza nella città di Siirt, in Anatolia - recitò i versi di una poesia islamica.
Nel gennaio dello stesso anno la Corte Costituzionale turca mise fuori legge il "Partito del benessere" - in “turchese”, Refah Partisi - cui apparteneva il tipo.
Motivo: il partito nutriva simpatie per la jihad mondiale e perseguiva l'introduzione della sharia.
Allora il losco figuro fu condannato a dieci mesi di prigione per istigazione all'odio religioso.
Uscito dalla gattabuia, diventò “moderato”, fondò un suo partito, arrivando alla carica di Primo Ministro.
Oggi ce l’ha quasi fatta, a fottere e demolire uno status quo, che già ai tempi era a voler minare, “viaggiando sul comodo treno della democrazia” per poi farlo deragliare.
Alla sua meta Erdogan evidentemente ci vuole ancora arrivare. Ma per gradi, come si addice agli autentici moderati. E viaggiando sul comodo treno della democrazia.
E bravo il nostro Recep Tayyp Erdogan.
Con lana di pecora ha coperto il pelo di lupo, presentandosi al mondo travestito da “moderato”, camaleontico adattamento che piace a un occidente, dove dal Corano s’illude possa uscire una colomba.
Jihadista della prima ora e simulatore geniale, musulmano fanatico fino al midollo, voleva e vuole trasformare la Turchia in uno stato islamico autoritario;
in barba all’illuminato Kemal Ataturk che, nel 1923, aveva creato una Repubblica Turca laica, determinato a combattere proprio l’oscurantismo proprio dell’estremismo musulmano.
Dalle cronache del tempo:
“Nel 2008 scoppiò lo scandalo Ergenekon, una presunta organizzazione segreta che raggruppava alti ufficiali dell’esercito, giornalisti e uomini d’affari, il cui scopo sarebbe stato l’estromissione dell’AKP (Adalet ve kalkinma partisi, Partito di giustizia e sviluppo) dalla vita politica del Paese, in quanto partito islamista. Dalle risultanze processuali emerse traccia della cosiddetta ‘operazione Sledgehammer’, un piano articolato per un colpo di Stato militare che risaliva al 2003, un anno dopo la vittoria di Erdoğan alle urne”.
Vero o falso, l’amico prese la palla al balzo.
“Erdogan ha gettato in carcere migliaia di cittadini sulla base di false accuse e con processi sommari. Tutti in prigione: giornalisti, accademici e politici non conformisti sono stati sbrigativamente arrestati; i giornali dissenzienti sono stati chiusi”.
Chiaramente l'obiettivo è quello di emergere come leader popolare di un fronte musulmano sunnita neo-ottomano.
Chiaramente… ma non per l’American idiot.
Erdogan ha trovato un degno “compagno di merende: il Presidente “iuessei” Barack “Hussein” Obama;
per lo scemo del villaggio, Erdogan è “un partner e un amico eccezionale, su un’ampia gamma di questioni”.
Erdogan gli lancia lo zuccherino:
«[…] con Barack come Presidente abbiamo migliorato lo stato delle nostre relazioni, passando da una partnership strategica a una molto più profonda, sulla quale anch’egli ha riposto molta importanza.»
Preoccupante: il “black idiot” in politica estera si è sempre dimostrato un “minus habens”, sia per visione che per azione.
Da quando è entrato alla Casa Bianca non ha sbagliato un solo colpo, per favorire l’ascesa dell’islamismo.
Per rovesciare Gheddafi - un dittatore, certo, ma da anni filo-occidentale - il babbeo si lasciò menare per il naso dal nano francese - il Nicolas Paul Stéphane Sarközy de Nagy-Bocsa -  scatenando una guerra sciagurata, nella quale Londra e Parigi miravano a sottrarre a Roma concessioni petrolifere.
Grazie a ‘stì coglioni, ora i militanti dell’Esercito Islamico sono anche in Libia, dove controllano la città di Sirte e gli spazi limitrofi e hanno avamposti nel Sinai e nell'Africa nera, grazie ai movimenti affratellati di Ansar Beit al-Maqdis e di Boko Haram!
Peggio: è caduto quel blocco che esisteva e impediva a migranti-clandestini-profughi di invadere l’Italia, che ora sciamano a migliaia.
La tanto mitizzata “primavera araba”, che spacciava per “spontaneo” il movimento dal basso, di popoli in sommossa che volevano scacciare e schiacciare dittature, funzionò in parte.
Leggiamo:
“Nel 2011, quattro capi di Stato furono costretti alle dimissioni o alla fuga: in Tunisia Zine El-Abidine Ben Ali (14 gennaio 2011), in Egitto Hosni Mubarak (11 febbraio 2011), in Libia Muhammar Gheddafi che, dopo una lunga fuga da Tripoli a Sirte, fu catturato e ucciso dai ribelli il 20 ottobre 2011 e in Yemen Ali Abdullah Saleh (27 febbraio 2012)”.
Peccato che il vuoto di potere poi favorisse entrate di marmaglia peggiore.
Solo in Egitto un provvidenziale colpo di stato ha reso inoffensivo il veleno dei Fratelli Musulmani & servitor cortese, Mohamed Morsi.
Il mascalzone, culo e camicia con i “Fratelli” suoi, tentò il colpaccio: l'auto-attribuzione, mediante decreto, di ampi poteri nel campo del potere giudiziario;
per rendere non impugnabili i decreti presidenziali e mettere al riparo il lavoro dell'Assemblea Costituente, incaricata di redigere una nuova Costituzione, diceva lui.
Fortunatamente fece i conti senza l’oste e, Il 3 luglio 2013, l’allora comandante in capo delle Forze armate egiziane, gen. Abd al-Fattah al-Sisi, rimosse la piaga virulenta.
Dove non si ebbe fortuna pari, la rimozione di quei “tappi” che chiudevano le chiaviche, ha favorito oggi l’ascesa degli scarafaggi neri dell’ISIS o pari marmaglia a loro associata.
Solo un cretino avrebbe perseverato nell’errore di rimozione tappi… ma Obama è un concentrato di fesseria e attorno a sé deve proprio avere il meglio della dabbenaggine, in fatto di consiglieri.
Ora vorrebbe “stappare” il presidente siriano Bashar al-Assad.
Risultato: non Abū Bakr al-Baghdādī ha creato la premiata macelleria ISIS, ma Obama è stato il coglione che ha sgravato il mostro, scoperchiando il vaso di Pandora chela mitologia Greca voleva fosse il contenitore di tutti i mali, che si riversano nel mondo dopo l’apertura.
E diamogli le armi ai “ribelli”, chiosava il “colored” iuessei.
Come sputare controvento: ora ce li ritroviamo contro, armi e bagagli!
Ma l’American idiot continua a far danni, per la gioia del turco, che non gli par vero aver trovato un deficiente simile.
Obama fomentare il caos più assoluto in Medio Oriente, convinto che Al-Qaeda, Stato islamico e jihadisti assortiti sono molto più pericolosi del regime laico attualmente al potere in Siria.
Ennesima cazzata: centinaia di migliaia - poi conteremo a milioni - di fuggiaschi al massacro da parte dei simpatici “ribelli” dell’Isis, stanno sfondando i confini d’Europa per entrarci in casa.
Erdogan gongola.
Dai giornali:
“[…] è stato annunciato un accordo con la Turchia, che consentirà di fatto all’esercito del presidente Recep Tayyip Erdogan di conquistare un pezzo di Siria settentrionale, al confine con la Turchia. L’obiettivo ufficiale è quello di liberare la zona dai tagliagole islamisti, ma è improbabile che Ankara si accontenti di questo”.
Una volta che la cozza si attacca, lo scoglio non lo lascia più.
Bravo stupidotto di un Barack “Hussein” Obama: la pezza è peggiore del buco.
Hai proprio aiutato chi per anni ha fatto transitare i guerriglieri jihadisti attraverso le sue frontiere, ospitato e favorito la loro rete logistica, lasciato passare loro armi e curato i feriti negli ospedali di tutto il paese e fatto da sponda agli sgherri di Jabhat al Nusra, all’assalto della città curda siriana di Kobane.

Nonostante questo, nessuno è più pericoloso dell’American idiot!



Io,  secondo me... 25.09.2015

mercoledì 16 settembre 2015

Scodinzolotto

Un abile giocatore di scacchi deve essere proiettato nel futuro: vedere lo sviluppo del gioco e le possibili combinazioni a venire, considerando e anticipando anche quelle che farà o potrebbe fare il suo avversario.
La Dorothea, nata Kasner e maritata Merkel, in questo è stata maestra, fiutando l’aria che tirava e la direzione del vento.
Giocando in difesa, perché non farlo, definendo confini e limiti del campo di battaglia dove far confluire i pezzi migliori per poi mangiarli, masticarli e digerirli?
Ce l’avevano insegnato i nostri vecchi: facere de necessitate virtùtem… fare di necessità virtù.
La vecchia Europa è accerchiata, le sue mura scricchiolano, sotto la spinta delle masse che ci vogliono entrare, con le buone, ma ancor di più con le cattive.
Da fenditure e crepe stanno entrando tutti e niente può fermarli: se non si possono contenere, vediamo di scremare.
Come al mercato: chi prima arriva, prende il meglio.
La crucca vuole i siriani, le classi medie, professionisti e persone formate, pronte da inserire e oliare i possenti ingranaggi della macchina tecnica e industriale del “Viertes Reich”, il Quarto Reich.
All’Italia i badilanti e picconatori alla Adam Mada Kabobo (il ghanese che l’11 maggio 2013, a Milano, ha impugnato un piccone e ha ucciso tre persone) o macellai come Kamara Mamadou (ivoriano, “ospite” del centro di accoglienza di Mineo, che ha sgozzato un anziano a Palagonia, in provincia di Catania e scaraventato dal balcone sua moglie)!
Fino a che i colpi erano bassi, ma colpivano l’Italia, chissenefrega!
Lì c’era e c’è “Scodinzolotto”, il cagnetto da salotto della teutonica e tettonica ”Anghelina”, ubbidiente, che abbaia ma non morde.
«Komm!» e prontamente il Matteuccio nostro corre.
«Voran!» o «Zurück!» e l’italiota va avanti e indietro.
«Sietz!» parcheggia: culo per terra e aspetta altri ordini.
No, l’Italia da operetta non impensierisce il “Panzer”, ma la Repubblica Ceca, l’Ungheria, l’Austria, la Serbia, altri buchi del colino Europa, sì.
L’Inghilterra, la Spagna e poi la Francia… son cazzi amari: quelle mica pigolano, ma sanno mostrare i denti e potrebbero rompere quel bel giocattolo, quella magnifica tettarella, che il Quarto Reich sta prosciugando, ma da cui attinge forza.
Divide et impera… dividi e comanda.
Che usi i carri armati o le leve dell’economia e della finanza, la Germania continua ad avere i migliori combattenti, formati per ogni tipo di guerra. Sono gli Spartani d’Europa.
Dalle torri Dorothea, la regina, muove le sue pedine, avanza i fanti e i cavalli: impera e divide, scombina e scardina le difese altrui.
Ormai è sotto gli occhi di tutti: dove ci sono decisioni da prendere, confronti, bastonate e ordini da impartire, non è l’Europa con i suoi rappresentanti a fare da padrone, ma lei;
sia pure seguita da qualche cagnolino, come l’”Hollande de France”, altro “scodinzolotto”, con un “pedigree” più blasonato, ma sempre “animale” da compagnia, tappezzeria, zerbinotto.
Ci ha in pugno tutti quanti: “interpreta” le leggi per gli amici, le applica per gli altri, come amava dire lo statista Giovanni Giolitti.
Radunate vacche e polli, ora non li vuole lasciare: uova e latte gli fanno comodo.
La Grecia voleva uscire dal recinto ma Dorothea ha fatto vedere il pentolone, dove l’acqua bolliva a fuoco lento.
Messaggio ricevuto: la Grecia ha capito che non sarebbe stata ospite della tavola, ma la portata.
All’inizio della crisi greca sarebbe bastato dare 140 miliardi a quel paese per evitare il contagio, che da Atene stava impoverendo tutta Europa.
«Nein, nein, nein!» gracchiò la Merkel.
Le banche tedesche erano esposte verso la Grecia per 400 miliardi che, se avesse imboccato un regolare risanamento, i crediti tedeschi si sarebbero allungati nel tempo.
Per salvare le sue banche, “Kruccaland” fece ricadere e pagare i propri errori a tutti gli “associati” europei.
Perché tutto torni a posto e si possa crescere, fuori dall’Unione Europa dovrebbe andare proprio la Germania, il parassita!
Ma Dorothea è furba: come il cane da pastore, fa rientrare nei ranghi chi devia, mordendo garretti e terga dei più riottosi, gettando merda e letame su chi poteva farle ombra.
Peggio: ecco tramare nell’ombra e cospirare, ingerendo e danneggiando l’altrui sovranità ed economia.
Il Berlusconi gli stava proprio sulle ovaie, alla “Kulona”: irriverente, indisciplinato, ribelle.
E non scodinzolava.
Urgeva dare esempio e, per l’occasione agì in due modi: sul portafoglio e con la complicità di un n- ano.
Basso un metro e una sega, che titolo e nome erano più lunghi di lui: Nicolas Paul Stéphane Sarközy de Nagy-Bocsa!
Vertice del G20 di Cannes, novembre del 2011… una domanda rivolta loro, in merito all’affidabilità di Silvio Berlusconi.
«Il premier italiano vi ha rassicurato sui provvedimenti che prenderà il suo governo?»
Il n-ano ride per primo, la “Kulona”, a traino, ma quello che fa incazzare è che la Crucca aveva innescato le anomalie italiane.
Da cronache non tanto lontane:
“All’origine dell’impennata dello spread ci fu Deutsche Bank, che nel luglio 2011 vendette una quantità ingente di Btp […] la vendita da parte della principale banca tedesca di titoli del debito pubblico greco, per 500 milioni di euro e di titoli di Stato italiani per sette miliardi, ha generato panico sui mercati e aperto la strada alla crisi”.
Nel caso vi fossero altri dubbi:
“[…] il 20 ottobre 2011 Deutsche Bank presenta un lungo lavoro al Governo tedesco e alla Troika (Fmi, Bce e Ue), intitolato ‘Guadagni, concorrenza e crescita’, nel quale chiede esplicitamente che siano privatizzati i sistemi welfare e i beni pubblici di Francia, Italia, Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda. Prima mettono nel mirino i Paesi da invadere, li mettono in crisi aumentando artificialmente gli interessi sul debito pubblico; poi mandano la cura, presentandola come la sola possibilità”.
Questo è la nuova guerra del  “Viertes Reich”, il Quarto Reich!
Recentemente, la prova del complotto, di un’Europa che di unito non ha nulla, se non alleanze effimere, giusto il tempo di fottersi l’un con l’altro.
“[…] volevano che noi dicessimo che non avremmo supportato un prestito del Fondo monetario internazionale, o un altro intervento di cui l’Italia aveva bisogno, se Berlusconi fosse rimasto ancora presidente del Consiglio [… ] hanno chiesto agli Stati Uniti un appoggio per rimuovere Silvio Berlusconi da Palazzo Chigi. Il Financial Times ha pubblicato le trascrizioni complete del libro dell’ex segretario del Tesoro Usa Timothy Geithner, che evidenziano le manovre di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy”.
Se l’America non accettò la combutta, altrettanto non fu in Italia, dove un Presidente della Repubblica con manie di protagonismo e grandezza fu complice attivo, mettendo sul cadreghino un suo tirapiedi: Mario Monti.
Aperta parentesi: Giorgio Napolitano, quello che…
Nel 1956, nei Paesi dell’Europa orientale si ebbero una serie di piccole e grandi rivolte da parte di popoli che chiedevano libertà e democrazia, tra cui l’Ungheria, con una gigantesca manifestazione a Budapest. L’Unione Sovietica reagì inviando i suoi carri armati.
All’indomani dell’invasione dei carri armati sovietici a Budapest, il tipo si profondeva in elogi… ai carristi: per lui, cannoneggiando e fucilando i rivoltosi, i russi avrebbero “contribuito a rafforzare la pace nel mondo”.
Non abbiamo nulla da imparare da costui.
Chiusa parentesi.
Il n-ano invece è il responsabile della breccia a sud.
Il “tappo”, che teneva chiusa la cloaca, si chiamava Muʿammar Muḥammad Abū Minyar ʿAbd al-Salām al-Qadhdhāfī, semplificato in Mu'ammar Gheddafi.
Il n-ano aveva preso soldi da lui, per correre ed essere eletto alla Presidenza, in Francia.
Accoppare Gheddafi, per la mezzasega malefica, credeva gli venisse buono per due motivi;
il primo: cancellare le tracce dei finanziamenti occulti, avuti per la sua scalata;
poi: scalzandolo, pensava di mettere al suo posto un governo fantoccio, che lo avrebbe ringraziato sfilando le chiavi della gestione petrolifera agli italiani per darle a lui!
Fortuna ha voluto - come ora per la Merkel - fosse sempre valido il detto che vuole il diavolo capace di fare le pentole ma non i coperchi.
Com’è andata a finire, è sotto gli occhi di tutti: la Libia smembrata e con tanti “signori della guerra” a menar le mani e centinaia di migliaia di disperati in fuga via Lampedusa-Italy.
C'at vègna un cancher, Nicolas!
L’operazione “Gruviera” (dal nome del formaggio svizzero con tanti buchi), inizia con Aylan Kurdi.
“[…] giaceva senza vita a faccia in giù, tra la schiuma delle onde, nella sua t-shirt rossa e pantaloncini blu scuro, piegati all’altezza della vita”.
La povera creaturina è stata usata per l’opera di “ammorbidimento”.
Mossa da gran maestro di scacchi: aprire una breccia nella fortezza per poi entrare con tutte le forze.
In tutti gli anni, dove poveri cristi e meno, dall’Africa attraversavano verso l’italiota penisola, quanti Aylan Kurdi ci sono stati “senza vita a faccia in giù”, in t-shirt e pantaloncini, riversi a faccia in giù, derubati dalla vita?
Solo ora però “emergono” dall’oblio.
Operazione scientemente orchestrata: il momento giusto, per oscure trame e interessi, di titillare le corde emozionali del pecorame.
Tornando a noi: la trama della Dorothea era talmente fine, che alla fine si è spezzata.
Anche il miglior maestro di scacchi, alla fine trova chi lo batte.
Nel nostro caso, proprio il… caso.
E l’”effetto farfalla”: piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi variazioni, nel comportamento a lungo termine di un sistema.
La "Lady Liberty" tedesca prende in contropiede tutti e pare quasi umana, quando strombazza di voler aprire porte di casa a centinaia di migliaia di raminghi.
«Datemi i vostri stanchi, i vostri poveri, le vostre masse infreddolite desiderose di respirare liberi…»
Omette però «… i rifiuti miserabili delle vostre spiagge affollate. Mandatemi loro, i senzatetto, gli scossi dalle tempeste a me.»
Lei vuole il meglio, fare “selezionen”: niente rifiuti miserabili, senzatetto e scossi dalle tempeste.
Per questi basta l’Italia!
Ma questa volta qualcosa va storto.
L’Ungheria risponde all’invasione incontrollata con muro e filo spinato;
Repubblica Ceca e Serbia, Austria e compagnia bella cominciano a capire che, se quelli non “scivolano” via subito o qualcuno comincia a mettere il lucchetto, rischiano che diventano stanziali, a casa loro.
L’Angela, di nome ma non di fatto, si ricorda del racconto del chicco di grano e del mercante che, dal Principe si sentì chiedere il conto, per i servigi avuti, rispose:
«[…] un chicco di grano per la prima casella della scacchiera, due chicchi per la seconda, quattro chicchi per la terza e via a raddoppiare, fino all'ultima casella.»
Il Principe, asino di matematica, pensò di averlo fregato.
18.446.744.073.709.551.615
Non è la combinazione della cassaforte, ma il numero totale dei chicchi di grano: due alla sessantaquattro meno uno!
Il Principe ordinò di giustiziare immediatamente l'inventore degli scacchi!
Dorothea, “Doroty”, non potendo fare altrettanto, svicola.
SI accorge di aver sbagliato i conti e di avere evocato l’invasione delle cavallette, terrorizzata davanti alla marea umana che bussa alle sue porte.
Addio all’accordo di libera circolazione, all’interno delle frontiere dello spazio Schengen!
Tutti si vanno adeguando alla decisione tedesca di ripristinare i controlli.
Oltre che da sotto, l’Italia sarà invasa pure da sopra, quando SI formerà una barriera impermeabile: allora, “scivoleranno” da noi!
Niente muri, nessun filo spinato, nessun chiavistello: gli “scalzi”, fighettoni da salotto, tè e biscottini, vigilano che il pollaio rimanga “open space”.
Scodinzolotto?
«Komm!» «Voran!» «Zurück!» e «Sietz!»


Io,  secondo me... 16.09.2015

martedì 8 settembre 2015

S(c)EME

«Bianco, giallo, rosso, nero, e varianti di marrone, dal tenue al più carico…»
Nel catalogo c’è di tutto e l’imbarazzo sta solo nella scelta.
«Bianco, carrozzeria caucasica, tettuccio con spruzzatina di biondo e fanaleria sull’azzurrino!»
Perfetto. Il venditore toglie gli occhiali e si stropiccia gli occhi, palesemente soddisfatto di aver piazzato l’ennesimo bidone;
Din, din, din… dling, dling, dling…
Nella testa risuonano gioiose le campanelle del registratore di cassa e delle monete che ci cascano dentro.
Impaziente, controlla a stento il nervosismo, bramoso - com’era Mefistofele con Faust - di far firmare il contratto.
Bianco, telaio caucasico, cappuccio biondo-grano e fanaleria azzurra…»
Nella fretta si stava dimenticando il codice dell’ordine, per il magazzino.
Ecco… dove sono gli occhiali… vabbè, faccio senza.
Potevano farli più grandi, sti maledetti numeri… trovato.
E scrive, come solo una talpa riesce: un bel “380”, dove il secondo numero mette su pancia, si specchia, cuce la coppia e da “3” diventa “8”.
«Ecco fatto… firmate qui e qui, grazie.»
Subito gli stregoni si mettono all’opera, mescolando nel calderone quel che serve, per il “380”.
«Occhio, malocchio, corno, bicorno, aglio, fravaglio, prezzemolo e finocchio…»
La broda singhiozza, brontola, borbotta, ribolle, gorgoglia e alfine sgrava e scodella lo stufato… nero come l’inchiostro!
«Cazzo!» esclama Jennifer Cramblett.
«Cazzo!» gli fa eco Amanda Zinkon, anche se l’attrezzo predisposto dalla natura non ci è entrato per nulla… nel fatto.
“[…] invece dello sperma del donatore 330, caucasico, è stata consegnata la fialetta del donatore 380, afroamericano. È nata una bimba nera, che oggi ha tre anni, ma ora la coppia lesbica dell’Ohio ha fatto causa alla banca del seme, la Midwest Sperm Bank, alla quale si era rivolta per il concepimento”.
«Occhio, malocchio, corno, bicorno, aglio, fravaglio, prezzemolo e finocchio…»
Dev’essere stato il finocchio a combinare il guaio ma, scoperto l’errore, la banca del seme pose le sue scuse e risarcì in parte la coppia: la metà di quanto aveva speso per l’inseminazione artificiale.
Il nero era il più economico.
“[…] le due donne […] attendevano una bimba bionda con gli occhi azzurri, ma è nata una bambina di razza mista”.

Nel paiolo dei fattucchieri aglio, fravaglio, prezzemolo e finocchio, i colori diversi si sono depositati sulla cotica, lasciando lo scuro.
avessero usato i fogli salva colore: grazie alla loro speciale struttura a nido d’ape, avrebbero catturano il grigio e lo scuro.
“Risultato: bianchi splendenti e colori più brillanti senza incidenti... e lo vedi sul foglio che si colora”!
Sulla confezione si legge: Fogli Salva i Colori… Omino Bianco!
Le due tipe avevano trascorso un anno a scegliere il donatore per poter diventare genitori.
Jennifer Cramblett e Amanda Zinkon vivono in una cittadina, dove la quasi totalità deli abitanti sono bianchi come il latte.
“[…] la coppia teme che la bimba, quando andrà a scuola, sarà l’unica bambina non bianca e che questo possa portare a discriminazioni”.
Jennifer ha detto di amare moltissimo la sua bimba meticcia, che ora ha tre anni, ma la sua famiglia è razzista e non ha pienamente accettato la sua sessualità.
Avere una figlia di razza mista rende ancora più difficile l'integrazione, anche con i familiari.
“Volevo un gatto nero, nero, nero/mi hai dato un gatto bianco/ed io non ci sto più”.
Erano le parole di una bella canzoncina, dello Zecchino D'oro, del ’69.
Cara Jenny, Cara Amy, don't worry be happy… non preoccupatevi, siate felici e cantate con me:
“Volevo un bimbo bianco, bianco, bianco/mi hai dato un bimbo nero/ed io non ci sto più”.
«Amiamo nostra figlia, non faremmo mai cambio con nessuno, ma per noi è diventata una situazione di forte stress, e dolore».
Con 9,37 milioni di km² di superficie e circa 325 milioni di abitanti, gli Stati Uniti sono il quarto paese per superficie e il terzo per popolazione.
Piuttosto che rompere i coglioni, dopo tre anni e cercare di spillare quattrini, non è il caso di cercarsi un angolino, in quei 9,37 MILIONI di spazio;
e su 325 MILIONI di abitanti, ci troverete certo qualcuno cui frega ‘na beata fava del colore di quel balocco, che avete selezionato come fosse una bambola Barbie, “optional” inclusi.

Portate pazienza: alla fine troveranno il sistema di preparare pupazzi liofilizzati.
Come per i dadi da brodo, basterà buttare il beverone nell’acqua e vi troverete l’”estratto di carne” che più vi piace.
Attente però, prima di acquistare, leggete attentamente gli ingredienti: colore degli occhi, dei capelli, della pelle e via andare.
E il colorante: dovrà essere 330, non 380!
Ma dove vi hanno trovate: nel sacchetto delle patatine o nella Banca del, anzi, delle s(c)eme?



Io,  secondo me... 08.09.2015

venerdì 4 settembre 2015

Patapisello


M o F?

Boh!

Alla vigilia dei sessant’anni non dovrei ormai più essere dilaniato da crisi d’identità.
Sedimentato le varie scorie, nel corso del mio spicchio temporale d’esistenza, con qualche crepa d’assestamento, pensavo ormai di essere solido e stabile, su fondamenta(li) e possenti colonne.
Mica vero.
Oltre a quello della barba, anche il rasoio di Ockham ha fatto il suo tempo e comunque l’ha avuto vinta l’UCAS: l’Ufficio Complicazioni Affari Semplici.

“Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem”… non moltiplicare gli elementi più del necessario.

“Pluralitas non est ponenda sine necessitate”… Non considerare la pluralità se non è necessario.

Magari ne avrà avuta faccia, ma non era scemo, nel XIV secolo, il filosofo e frate francescano inglese William of Ockham, italianizzato in Guglielmo di Occam.

Ebbene, no: UCAS batte (in… barba a) Ockham e il suo rasoio, 1 a 0.

Se proprio necessario - avrebbe suggerito il buon fraticello - a quel “M” o “F” sarebbe bastato aggiungere “A”… Altro, lasciando il “mutante” nei suoi panni o, meglio… nelle sue mutande.

Troppo facile, in una società sospesa tra Fantozzi - figura di sfigato cronico - e Tafazzi, personaggio interpretato da Giacomo Poretti, componente del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, la cui caratteristica principale è il masochismo;
in calzamaglia nera e sospensorio bianco, saltella colpendosi l'inguine con una bottiglia di plastica, traendone goduria.

Sin da bimbi si era esploratori di terre sconosciute;
acerbi e piccolini, ci si guardava nelle rispettive mutandine e la sentenza era certa:
il pisello era “M”, la patatina, “F”.
Si cresceva e, nessun dubbio, quando si doveva rispondere, vistando la casellina apposita, su moduli e scartoffie varie.
A fugare ogni dubbio, pesavano non poco le parole di un personaggio di peso e autorità, oltretutto… altolocato:

“Dio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò;
Maschio e Femmina li creò”.

Dio creò l'uomo… Maschio e Femmina li creò: dal singolare al plurale… Uhmmm… qualcosa non quadra.
Era al sesto giorno di massacrante lavoro e la stanchezza avrà giocato un brutto scherzo;
l’assemblaggio non dev’essere stato dei migliori e dal miscuglio ecco nascere il “Patapisello”, progenitore del “Sesso fluido”, un qualcosa in perenne ebollizione e trasformazione, come il magma di un vulcano.

UCAS batte Ockham 1 a 0… no… 23 a 0.
Ventitré: tanti, almeno, sono i generi della specie umana, censiti dall’Australian Human Rights Commission;
gli omosessuali, i bisessuali, i transgender, i trans, i transessuali, gli intersex, gli androgini, gli agender, i crossdresser, i drag king, le drag queen, i genderfluid (quelli che si avvicendano, tra maschio e femmina), i genderqueer (ogni tipo di gender al di fuori di maschio/femmina), gli intergender, i neutrois, i pansessuali, i pan gender (che rigettano un singolo gender), i third gender, i third sex, le sistergirl e i brotherboy.

Mi par di ritornare a memoria al periodo bizantino, quando i teologi erano soliti dibattere tra di loro sul sesso degli angeli;
anche quando i Turchi di Maometto II stavano per espugnare Costantinopoli, nel 1453, e porre fine all'Impero romano d'Oriente e alle loro sciocche diatribe, nel cazzeggio su cose inutili.
Perdendo quel tempo che sarebbe stato meglio utilizzato per cosa più pratica: salvarsi il culo.

UCAS batte Ockham 1 a 0… 23 a 0?
No: 56 a 0!

Quelli come me, tradizionalisti, improvvisamente si scoprono in minoranza: l’”outing” - il rivelare pubblicamente l'omosessualità o diversità - è divenuto una moda.

«Come, vai ancora solo con le donne? Sei out, retrogrado!»

Devo trovare il modo di rientrare nel con-sesso civile, nel gruppo, nel branco.
Meno male che ci ha pensato Facebook, che ha creato cinquantasei tipi di gender, nel tentativo d’ingraziarsi questa nuova fetta di emergenti.

Nel febbraio del 2014 diede la possibilità agli utenti non “M” o “F”, di scegliere cinquantasei diversi modi per autodefinirsi.
Mal gliene incolse: non incluse nel numero l’opzione “non-gendered identity”, che a tutta prima sembra la stessa cosa di “agender”, “non-primary” e “two-spirit”, ma che evidentemente non è così.
Molti scrissero arrabbiati, sentendosi discriminati.

E dove li mettiamo i “Cisgender”, termine che definisce le persone non transessuali?
Il termine non è riconosciuto da tutti e molti “non transessuali” hanno protestato, incazzati.

E il “Format”, il modello o la struttura?
Presenta prima “maschio”/”femmina” e solo dopo l’opzione “personalizza” con tutti i tipi di gender.
Perché prima? Sono forse più importanti degli altri tipi di gender?
Altri incazzati neri, a rognare e far cagnara.

E i pronomi… cazzo, anche qui ci trovi quelli che hanno voglia di far casino.
“[…] sono rudimentali – uno può scegliere di essere chiamato “lei”, “lui”, “loro” – e rimangono fermamente “gender normative”.
Insomma, Facebook non poteva inventarsi pronomi personali nuovi e più inclusivi di quelli vecchi?

Volendo far credere d’essere all’avanguardia, i “signori Facebook” presero impallinate da ogni dove: ovunque girassero le terga, si trovarono impiombati.

Non so come e se hanno ovviato all’inconveniente, se la nutrita lista dei fantasiosi trasformisti poi fosse stata implementata o abbandonata, ma il tentativo di “lecchinaggio” mal gliene incolse.

Della sfera privata, del sesso e carnazza nell’intimo non mi frega una beata fava.
Né esiste qualcosa che mi scandalizzi, che ritenga immorale o peccaminoso: tra esseri adulti e consenzienti, delle loro corsie preferenziali, di quel che fanno me ne impippo.

Paletti ne metto pure io, dentro però quelli che sono confini a difesa della famiglia che può generare, senza ricorrere a brodaglie chimiche, provette o uteri in affitto, per creare una parvenza di normalità in quello che sarà comunque sempre condannato a rimanere sterile.

Binomio e binari che, per loro stessa natura, destinati a viaggiare paralleli, ma mai a convergere o fondersi.
La famiglia generante di qua, il rimanente, di là.
Ognuno si porterà appresso valori diversi, come diverse le regole e le leggi, ad amministrare diritti e doveri mai equiparabili, miscelabili come l’acqua con l’olio.

Progetti demenziali, alla François Hollande, in Francia, in procinto di abolire dal diritto di famiglia i ruoli di madre e padre, sostituiti dai termini più neutri di “genitore 1” e “genitore 2” è roba da gabinetto, sì, ma non di Governo!
La parola “matrimonio” e “famiglia” deve rimanere indissolubilmente e senza ambiguità legato a quel che era, è e sarà sempre: l’unica realtà per natura capace di generare figliolanza.
Il rimanente si chiami come vuole, con doveri e diritti, ma in proprio brodo di coltura e cottura.
Alle cinquantasei tipologie, se ne inventino e aggiungano altre, se si vuole, magari pure con codazzo: s.p.a., s.a.p.a., s.r.l. a s.n.c. o s.a.s.

Usare le parole mamma e papà non è una forma di discriminazione.
Marito e moglie non si riducono al termine “sposi”  e “Padre e madre” non sostituiti dal termine “genitori” o indicati come “genitore 1” e “genitore 2”, “mamma 1” e “mamma 2”, “papà 1” e “papà 2”, come vorrebbero le lobby gay.

E non vale la regola secondo cui “invertendo l’ordine dei fattori, il risultato non cambia”.
A essere discriminati, nel voler usare i termini di sempre, risalente alla notte dei secoli, non sono gay e lesbiche, ma quelli cui costoro vorrebbero imporsi e imporre.
Da che mondo è mondo, il metodo “naturale” prevede un solo ingresso e un’uscita, per fecondare e sgravare un ventre.
Ancora l’evoluzione non ha dato pensare di avere aperto altre nuove vie.
Per favore, almeno su questo, non prendiamoci per il c… fondelli.

E chi volesse tacciare di omofobia, veda di andare aff…… farsi benedire!

Diversi comunque siamo, almeno nel modo in cui usiamo le “attrezzature”.
E nel fare figli, che ancora non nascono sotto i cavoli o sono portati dalla cicogna… e neppure dalle altre 56 o più categorie.
Non siamo noi a separare ma la natura e chi l’affronta ci va contro.

Semplice, lineare, come un filo di rasoio. Di Ockham.



Io,  secondo me... 04.09.2015