mercoledì 16 settembre 2015

Scodinzolotto

Un abile giocatore di scacchi deve essere proiettato nel futuro: vedere lo sviluppo del gioco e le possibili combinazioni a venire, considerando e anticipando anche quelle che farà o potrebbe fare il suo avversario.
La Dorothea, nata Kasner e maritata Merkel, in questo è stata maestra, fiutando l’aria che tirava e la direzione del vento.
Giocando in difesa, perché non farlo, definendo confini e limiti del campo di battaglia dove far confluire i pezzi migliori per poi mangiarli, masticarli e digerirli?
Ce l’avevano insegnato i nostri vecchi: facere de necessitate virtùtem… fare di necessità virtù.
La vecchia Europa è accerchiata, le sue mura scricchiolano, sotto la spinta delle masse che ci vogliono entrare, con le buone, ma ancor di più con le cattive.
Da fenditure e crepe stanno entrando tutti e niente può fermarli: se non si possono contenere, vediamo di scremare.
Come al mercato: chi prima arriva, prende il meglio.
La crucca vuole i siriani, le classi medie, professionisti e persone formate, pronte da inserire e oliare i possenti ingranaggi della macchina tecnica e industriale del “Viertes Reich”, il Quarto Reich.
All’Italia i badilanti e picconatori alla Adam Mada Kabobo (il ghanese che l’11 maggio 2013, a Milano, ha impugnato un piccone e ha ucciso tre persone) o macellai come Kamara Mamadou (ivoriano, “ospite” del centro di accoglienza di Mineo, che ha sgozzato un anziano a Palagonia, in provincia di Catania e scaraventato dal balcone sua moglie)!
Fino a che i colpi erano bassi, ma colpivano l’Italia, chissenefrega!
Lì c’era e c’è “Scodinzolotto”, il cagnetto da salotto della teutonica e tettonica ”Anghelina”, ubbidiente, che abbaia ma non morde.
«Komm!» e prontamente il Matteuccio nostro corre.
«Voran!» o «Zurück!» e l’italiota va avanti e indietro.
«Sietz!» parcheggia: culo per terra e aspetta altri ordini.
No, l’Italia da operetta non impensierisce il “Panzer”, ma la Repubblica Ceca, l’Ungheria, l’Austria, la Serbia, altri buchi del colino Europa, sì.
L’Inghilterra, la Spagna e poi la Francia… son cazzi amari: quelle mica pigolano, ma sanno mostrare i denti e potrebbero rompere quel bel giocattolo, quella magnifica tettarella, che il Quarto Reich sta prosciugando, ma da cui attinge forza.
Divide et impera… dividi e comanda.
Che usi i carri armati o le leve dell’economia e della finanza, la Germania continua ad avere i migliori combattenti, formati per ogni tipo di guerra. Sono gli Spartani d’Europa.
Dalle torri Dorothea, la regina, muove le sue pedine, avanza i fanti e i cavalli: impera e divide, scombina e scardina le difese altrui.
Ormai è sotto gli occhi di tutti: dove ci sono decisioni da prendere, confronti, bastonate e ordini da impartire, non è l’Europa con i suoi rappresentanti a fare da padrone, ma lei;
sia pure seguita da qualche cagnolino, come l’”Hollande de France”, altro “scodinzolotto”, con un “pedigree” più blasonato, ma sempre “animale” da compagnia, tappezzeria, zerbinotto.
Ci ha in pugno tutti quanti: “interpreta” le leggi per gli amici, le applica per gli altri, come amava dire lo statista Giovanni Giolitti.
Radunate vacche e polli, ora non li vuole lasciare: uova e latte gli fanno comodo.
La Grecia voleva uscire dal recinto ma Dorothea ha fatto vedere il pentolone, dove l’acqua bolliva a fuoco lento.
Messaggio ricevuto: la Grecia ha capito che non sarebbe stata ospite della tavola, ma la portata.
All’inizio della crisi greca sarebbe bastato dare 140 miliardi a quel paese per evitare il contagio, che da Atene stava impoverendo tutta Europa.
«Nein, nein, nein!» gracchiò la Merkel.
Le banche tedesche erano esposte verso la Grecia per 400 miliardi che, se avesse imboccato un regolare risanamento, i crediti tedeschi si sarebbero allungati nel tempo.
Per salvare le sue banche, “Kruccaland” fece ricadere e pagare i propri errori a tutti gli “associati” europei.
Perché tutto torni a posto e si possa crescere, fuori dall’Unione Europa dovrebbe andare proprio la Germania, il parassita!
Ma Dorothea è furba: come il cane da pastore, fa rientrare nei ranghi chi devia, mordendo garretti e terga dei più riottosi, gettando merda e letame su chi poteva farle ombra.
Peggio: ecco tramare nell’ombra e cospirare, ingerendo e danneggiando l’altrui sovranità ed economia.
Il Berlusconi gli stava proprio sulle ovaie, alla “Kulona”: irriverente, indisciplinato, ribelle.
E non scodinzolava.
Urgeva dare esempio e, per l’occasione agì in due modi: sul portafoglio e con la complicità di un n- ano.
Basso un metro e una sega, che titolo e nome erano più lunghi di lui: Nicolas Paul Stéphane Sarközy de Nagy-Bocsa!
Vertice del G20 di Cannes, novembre del 2011… una domanda rivolta loro, in merito all’affidabilità di Silvio Berlusconi.
«Il premier italiano vi ha rassicurato sui provvedimenti che prenderà il suo governo?»
Il n-ano ride per primo, la “Kulona”, a traino, ma quello che fa incazzare è che la Crucca aveva innescato le anomalie italiane.
Da cronache non tanto lontane:
“All’origine dell’impennata dello spread ci fu Deutsche Bank, che nel luglio 2011 vendette una quantità ingente di Btp […] la vendita da parte della principale banca tedesca di titoli del debito pubblico greco, per 500 milioni di euro e di titoli di Stato italiani per sette miliardi, ha generato panico sui mercati e aperto la strada alla crisi”.
Nel caso vi fossero altri dubbi:
“[…] il 20 ottobre 2011 Deutsche Bank presenta un lungo lavoro al Governo tedesco e alla Troika (Fmi, Bce e Ue), intitolato ‘Guadagni, concorrenza e crescita’, nel quale chiede esplicitamente che siano privatizzati i sistemi welfare e i beni pubblici di Francia, Italia, Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda. Prima mettono nel mirino i Paesi da invadere, li mettono in crisi aumentando artificialmente gli interessi sul debito pubblico; poi mandano la cura, presentandola come la sola possibilità”.
Questo è la nuova guerra del  “Viertes Reich”, il Quarto Reich!
Recentemente, la prova del complotto, di un’Europa che di unito non ha nulla, se non alleanze effimere, giusto il tempo di fottersi l’un con l’altro.
“[…] volevano che noi dicessimo che non avremmo supportato un prestito del Fondo monetario internazionale, o un altro intervento di cui l’Italia aveva bisogno, se Berlusconi fosse rimasto ancora presidente del Consiglio [… ] hanno chiesto agli Stati Uniti un appoggio per rimuovere Silvio Berlusconi da Palazzo Chigi. Il Financial Times ha pubblicato le trascrizioni complete del libro dell’ex segretario del Tesoro Usa Timothy Geithner, che evidenziano le manovre di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy”.
Se l’America non accettò la combutta, altrettanto non fu in Italia, dove un Presidente della Repubblica con manie di protagonismo e grandezza fu complice attivo, mettendo sul cadreghino un suo tirapiedi: Mario Monti.
Aperta parentesi: Giorgio Napolitano, quello che…
Nel 1956, nei Paesi dell’Europa orientale si ebbero una serie di piccole e grandi rivolte da parte di popoli che chiedevano libertà e democrazia, tra cui l’Ungheria, con una gigantesca manifestazione a Budapest. L’Unione Sovietica reagì inviando i suoi carri armati.
All’indomani dell’invasione dei carri armati sovietici a Budapest, il tipo si profondeva in elogi… ai carristi: per lui, cannoneggiando e fucilando i rivoltosi, i russi avrebbero “contribuito a rafforzare la pace nel mondo”.
Non abbiamo nulla da imparare da costui.
Chiusa parentesi.
Il n-ano invece è il responsabile della breccia a sud.
Il “tappo”, che teneva chiusa la cloaca, si chiamava Muʿammar Muḥammad Abū Minyar ʿAbd al-Salām al-Qadhdhāfī, semplificato in Mu'ammar Gheddafi.
Il n-ano aveva preso soldi da lui, per correre ed essere eletto alla Presidenza, in Francia.
Accoppare Gheddafi, per la mezzasega malefica, credeva gli venisse buono per due motivi;
il primo: cancellare le tracce dei finanziamenti occulti, avuti per la sua scalata;
poi: scalzandolo, pensava di mettere al suo posto un governo fantoccio, che lo avrebbe ringraziato sfilando le chiavi della gestione petrolifera agli italiani per darle a lui!
Fortuna ha voluto - come ora per la Merkel - fosse sempre valido il detto che vuole il diavolo capace di fare le pentole ma non i coperchi.
Com’è andata a finire, è sotto gli occhi di tutti: la Libia smembrata e con tanti “signori della guerra” a menar le mani e centinaia di migliaia di disperati in fuga via Lampedusa-Italy.
C'at vègna un cancher, Nicolas!
L’operazione “Gruviera” (dal nome del formaggio svizzero con tanti buchi), inizia con Aylan Kurdi.
“[…] giaceva senza vita a faccia in giù, tra la schiuma delle onde, nella sua t-shirt rossa e pantaloncini blu scuro, piegati all’altezza della vita”.
La povera creaturina è stata usata per l’opera di “ammorbidimento”.
Mossa da gran maestro di scacchi: aprire una breccia nella fortezza per poi entrare con tutte le forze.
In tutti gli anni, dove poveri cristi e meno, dall’Africa attraversavano verso l’italiota penisola, quanti Aylan Kurdi ci sono stati “senza vita a faccia in giù”, in t-shirt e pantaloncini, riversi a faccia in giù, derubati dalla vita?
Solo ora però “emergono” dall’oblio.
Operazione scientemente orchestrata: il momento giusto, per oscure trame e interessi, di titillare le corde emozionali del pecorame.
Tornando a noi: la trama della Dorothea era talmente fine, che alla fine si è spezzata.
Anche il miglior maestro di scacchi, alla fine trova chi lo batte.
Nel nostro caso, proprio il… caso.
E l’”effetto farfalla”: piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi variazioni, nel comportamento a lungo termine di un sistema.
La "Lady Liberty" tedesca prende in contropiede tutti e pare quasi umana, quando strombazza di voler aprire porte di casa a centinaia di migliaia di raminghi.
«Datemi i vostri stanchi, i vostri poveri, le vostre masse infreddolite desiderose di respirare liberi…»
Omette però «… i rifiuti miserabili delle vostre spiagge affollate. Mandatemi loro, i senzatetto, gli scossi dalle tempeste a me.»
Lei vuole il meglio, fare “selezionen”: niente rifiuti miserabili, senzatetto e scossi dalle tempeste.
Per questi basta l’Italia!
Ma questa volta qualcosa va storto.
L’Ungheria risponde all’invasione incontrollata con muro e filo spinato;
Repubblica Ceca e Serbia, Austria e compagnia bella cominciano a capire che, se quelli non “scivolano” via subito o qualcuno comincia a mettere il lucchetto, rischiano che diventano stanziali, a casa loro.
L’Angela, di nome ma non di fatto, si ricorda del racconto del chicco di grano e del mercante che, dal Principe si sentì chiedere il conto, per i servigi avuti, rispose:
«[…] un chicco di grano per la prima casella della scacchiera, due chicchi per la seconda, quattro chicchi per la terza e via a raddoppiare, fino all'ultima casella.»
Il Principe, asino di matematica, pensò di averlo fregato.
18.446.744.073.709.551.615
Non è la combinazione della cassaforte, ma il numero totale dei chicchi di grano: due alla sessantaquattro meno uno!
Il Principe ordinò di giustiziare immediatamente l'inventore degli scacchi!
Dorothea, “Doroty”, non potendo fare altrettanto, svicola.
SI accorge di aver sbagliato i conti e di avere evocato l’invasione delle cavallette, terrorizzata davanti alla marea umana che bussa alle sue porte.
Addio all’accordo di libera circolazione, all’interno delle frontiere dello spazio Schengen!
Tutti si vanno adeguando alla decisione tedesca di ripristinare i controlli.
Oltre che da sotto, l’Italia sarà invasa pure da sopra, quando SI formerà una barriera impermeabile: allora, “scivoleranno” da noi!
Niente muri, nessun filo spinato, nessun chiavistello: gli “scalzi”, fighettoni da salotto, tè e biscottini, vigilano che il pollaio rimanga “open space”.
Scodinzolotto?
«Komm!» «Voran!» «Zurück!» e «Sietz!»


Io,  secondo me... 16.09.2015

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