venerdì 25 settembre 2015

American idiot
American idiot in preogress…

“La democrazia è soltanto il treno
su cui noi saliamo
per giungere alla nostra meta.
Le moschee sono le nostre caserme,
i minareti le nostre baionette,
le cupole i nostri elmetti
e i fedeli i nostri soldati”.
Era il 1998, primavera “araba” e il nostro amico - in un discorso, tenuto a una conferenza nella città di Siirt, in Anatolia - recitò i versi di una poesia islamica.
Nel gennaio dello stesso anno la Corte Costituzionale turca mise fuori legge il "Partito del benessere" - in “turchese”, Refah Partisi - cui apparteneva il tipo.
Motivo: il partito nutriva simpatie per la jihad mondiale e perseguiva l'introduzione della sharia.
Allora il losco figuro fu condannato a dieci mesi di prigione per istigazione all'odio religioso.
Uscito dalla gattabuia, diventò “moderato”, fondò un suo partito, arrivando alla carica di Primo Ministro.
Oggi ce l’ha quasi fatta, a fottere e demolire uno status quo, che già ai tempi era a voler minare, “viaggiando sul comodo treno della democrazia” per poi farlo deragliare.
Alla sua meta Erdogan evidentemente ci vuole ancora arrivare. Ma per gradi, come si addice agli autentici moderati. E viaggiando sul comodo treno della democrazia.
E bravo il nostro Recep Tayyp Erdogan.
Con lana di pecora ha coperto il pelo di lupo, presentandosi al mondo travestito da “moderato”, camaleontico adattamento che piace a un occidente, dove dal Corano s’illude possa uscire una colomba.
Jihadista della prima ora e simulatore geniale, musulmano fanatico fino al midollo, voleva e vuole trasformare la Turchia in uno stato islamico autoritario;
in barba all’illuminato Kemal Ataturk che, nel 1923, aveva creato una Repubblica Turca laica, determinato a combattere proprio l’oscurantismo proprio dell’estremismo musulmano.
Dalle cronache del tempo:
“Nel 2008 scoppiò lo scandalo Ergenekon, una presunta organizzazione segreta che raggruppava alti ufficiali dell’esercito, giornalisti e uomini d’affari, il cui scopo sarebbe stato l’estromissione dell’AKP (Adalet ve kalkinma partisi, Partito di giustizia e sviluppo) dalla vita politica del Paese, in quanto partito islamista. Dalle risultanze processuali emerse traccia della cosiddetta ‘operazione Sledgehammer’, un piano articolato per un colpo di Stato militare che risaliva al 2003, un anno dopo la vittoria di Erdoğan alle urne”.
Vero o falso, l’amico prese la palla al balzo.
“Erdogan ha gettato in carcere migliaia di cittadini sulla base di false accuse e con processi sommari. Tutti in prigione: giornalisti, accademici e politici non conformisti sono stati sbrigativamente arrestati; i giornali dissenzienti sono stati chiusi”.
Chiaramente l'obiettivo è quello di emergere come leader popolare di un fronte musulmano sunnita neo-ottomano.
Chiaramente… ma non per l’American idiot.
Erdogan ha trovato un degno “compagno di merende: il Presidente “iuessei” Barack “Hussein” Obama;
per lo scemo del villaggio, Erdogan è “un partner e un amico eccezionale, su un’ampia gamma di questioni”.
Erdogan gli lancia lo zuccherino:
«[…] con Barack come Presidente abbiamo migliorato lo stato delle nostre relazioni, passando da una partnership strategica a una molto più profonda, sulla quale anch’egli ha riposto molta importanza.»
Preoccupante: il “black idiot” in politica estera si è sempre dimostrato un “minus habens”, sia per visione che per azione.
Da quando è entrato alla Casa Bianca non ha sbagliato un solo colpo, per favorire l’ascesa dell’islamismo.
Per rovesciare Gheddafi - un dittatore, certo, ma da anni filo-occidentale - il babbeo si lasciò menare per il naso dal nano francese - il Nicolas Paul Stéphane Sarközy de Nagy-Bocsa -  scatenando una guerra sciagurata, nella quale Londra e Parigi miravano a sottrarre a Roma concessioni petrolifere.
Grazie a ‘stì coglioni, ora i militanti dell’Esercito Islamico sono anche in Libia, dove controllano la città di Sirte e gli spazi limitrofi e hanno avamposti nel Sinai e nell'Africa nera, grazie ai movimenti affratellati di Ansar Beit al-Maqdis e di Boko Haram!
Peggio: è caduto quel blocco che esisteva e impediva a migranti-clandestini-profughi di invadere l’Italia, che ora sciamano a migliaia.
La tanto mitizzata “primavera araba”, che spacciava per “spontaneo” il movimento dal basso, di popoli in sommossa che volevano scacciare e schiacciare dittature, funzionò in parte.
Leggiamo:
“Nel 2011, quattro capi di Stato furono costretti alle dimissioni o alla fuga: in Tunisia Zine El-Abidine Ben Ali (14 gennaio 2011), in Egitto Hosni Mubarak (11 febbraio 2011), in Libia Muhammar Gheddafi che, dopo una lunga fuga da Tripoli a Sirte, fu catturato e ucciso dai ribelli il 20 ottobre 2011 e in Yemen Ali Abdullah Saleh (27 febbraio 2012)”.
Peccato che il vuoto di potere poi favorisse entrate di marmaglia peggiore.
Solo in Egitto un provvidenziale colpo di stato ha reso inoffensivo il veleno dei Fratelli Musulmani & servitor cortese, Mohamed Morsi.
Il mascalzone, culo e camicia con i “Fratelli” suoi, tentò il colpaccio: l'auto-attribuzione, mediante decreto, di ampi poteri nel campo del potere giudiziario;
per rendere non impugnabili i decreti presidenziali e mettere al riparo il lavoro dell'Assemblea Costituente, incaricata di redigere una nuova Costituzione, diceva lui.
Fortunatamente fece i conti senza l’oste e, Il 3 luglio 2013, l’allora comandante in capo delle Forze armate egiziane, gen. Abd al-Fattah al-Sisi, rimosse la piaga virulenta.
Dove non si ebbe fortuna pari, la rimozione di quei “tappi” che chiudevano le chiaviche, ha favorito oggi l’ascesa degli scarafaggi neri dell’ISIS o pari marmaglia a loro associata.
Solo un cretino avrebbe perseverato nell’errore di rimozione tappi… ma Obama è un concentrato di fesseria e attorno a sé deve proprio avere il meglio della dabbenaggine, in fatto di consiglieri.
Ora vorrebbe “stappare” il presidente siriano Bashar al-Assad.
Risultato: non Abū Bakr al-Baghdādī ha creato la premiata macelleria ISIS, ma Obama è stato il coglione che ha sgravato il mostro, scoperchiando il vaso di Pandora chela mitologia Greca voleva fosse il contenitore di tutti i mali, che si riversano nel mondo dopo l’apertura.
E diamogli le armi ai “ribelli”, chiosava il “colored” iuessei.
Come sputare controvento: ora ce li ritroviamo contro, armi e bagagli!
Ma l’American idiot continua a far danni, per la gioia del turco, che non gli par vero aver trovato un deficiente simile.
Obama fomentare il caos più assoluto in Medio Oriente, convinto che Al-Qaeda, Stato islamico e jihadisti assortiti sono molto più pericolosi del regime laico attualmente al potere in Siria.
Ennesima cazzata: centinaia di migliaia - poi conteremo a milioni - di fuggiaschi al massacro da parte dei simpatici “ribelli” dell’Isis, stanno sfondando i confini d’Europa per entrarci in casa.
Erdogan gongola.
Dai giornali:
“[…] è stato annunciato un accordo con la Turchia, che consentirà di fatto all’esercito del presidente Recep Tayyip Erdogan di conquistare un pezzo di Siria settentrionale, al confine con la Turchia. L’obiettivo ufficiale è quello di liberare la zona dai tagliagole islamisti, ma è improbabile che Ankara si accontenti di questo”.
Una volta che la cozza si attacca, lo scoglio non lo lascia più.
Bravo stupidotto di un Barack “Hussein” Obama: la pezza è peggiore del buco.
Hai proprio aiutato chi per anni ha fatto transitare i guerriglieri jihadisti attraverso le sue frontiere, ospitato e favorito la loro rete logistica, lasciato passare loro armi e curato i feriti negli ospedali di tutto il paese e fatto da sponda agli sgherri di Jabhat al Nusra, all’assalto della città curda siriana di Kobane.

Nonostante questo, nessuno è più pericoloso dell’American idiot!



Io,  secondo me... 25.09.2015

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