mercoledì 21 novembre 2007

Corto, lungo e mezzatacca

«Vogliamo tante palanche, case, terre, pane amore e fantasia per gli anni d’esilio !»

Il lungo, derivazione del corto e padre della mezzatacca - giusta media tra le parti - incalza.

BUM !

Anche stavolta l’ha sparata grossa ma, fortunatamente, il cecchino Vittorio Emanuele non era a...Cavallo e ha mancato il colpo.

Quello dello "Sparacchione" è tipico del personaggio, poco sveglio ma tanto "fumino".
si sente sempre reale e nobile, che tutt’attorno per lui è riserva di caccia, come per gli antichi feudatari;

18 agosto 1978, Isola di Cavallo, in quel di Corsica:
in preda ai fumi del Barbera e dopo una lite che l’ha visto presente con lo schioppo, spara un pallettone e impallina uno studente tedesco di appena 19 anni, Dirk Jeerd Hamer, che dormiva beato su un'imbarcazione vicina;
il poveretto, trasportato e ricoverato in Germania, morì quattro mesi dopo.
"Sparacchione" fu condannato, nel '91, solo per porto abusivo d'arma da fuoco.

Negli anni '70 l'erede di casa Savoia fu coinvolto in un’indagine della pretura di Venezia per traffico internazionale d’armi ed è risultato iscritto alla loggia massonica della P2 con la tessera numero 1.621.
L’ultima: l'accusa di aver fatto parte di un'associazione per delinquere finalizzata alla prostituzione e imbastito un procedimento per controllare il mercato di permessi per videogiochi, rilasciati dai Monopoli di Stato.
In un modo o nell’altro, esce per il rotto della cuffia, che non si capisce se ci casca da tonto o va fuori da furbo.
«Sono stato coinvolto senza saperlo, avrò fatto delle cattive scelte, degli errori»...pollo o volpe ?

Non conosco il fesso che ce li ha riportati, superbi ed arroganti, ma analizziamo i lombi paterno-genitali;

Il corto, avendone la forza, non fermò il fascioMussolini e tanti ne pagarono conseguenza.
Raccolto nella...raccolta di monete e a cacciar stambecchi, firmò quelle fastidiose scartoffie: le leggi razziali contro gli ebrei;
si defilò, quando la Storia presentò il conto;
lui che era il re, Vito Emanuele III, scappò dai Tedeschi, amici di ieri, con tutto il ciarpame, imbarcandosi sulla corvetta Baionetta, in quel 9 Settembre del '43.

Baionetta...quella che tanti italiani si trovarono nel posto del porcellino allo spiedo:
lasciati senza direttive, tanti finirono nei campi di concentramento e, molti soldati, al massacro.

«Vogliamo tante palanche, case, terre, pane amore e fantasia per gli anni d’esilio !»

BUM ! BUM ! BUM !

«...o cazzo: m’è partita una raffica !»

Io, secondo me...21.11.2007

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