martedì 27 novembre 2007

TELEMESsiA

Il tutto lo scrissi in quel 7 Novembre del 2005;

riprendo, rispolvero e riporto pari pari, senza aggiunte ne tagli, ripensamenti o correzioni.

Mi si permetta la legittima difesa, che di Telefesserie c'ho pieno le palle;

in special modo quando il prodotto si chiama Adriano Celentano, messia dell'ovvio, dello spessore della crosta di pane, che a crocefiggerlo bastano le puntine da disegno.



"Ti giuro, l’ho visto !".
"Ma dai ! Sicuramente t’è sembrato...tra il chiaro e lo scuro...magari una sagoma, una lama di luce".
"No ! Era proprio li, bello come un arcangelo; camminava serafico, maestoso...parlava, declamava. Un apparizione, un miracolo !".
Da allora, la voce s’è sparsa: ha raggiunto gli angoli più reconditi e nascosti.
La gente se n’esce dal buio della monotona letargia, dalla noia, dall’assuefazione alle cose e ai giorni, dalla rassegnazione: una scintilla nel fienile.
Si sentono urla e grida, magnificat e osanna: "Il Messia, finalmente !".
La Chiesa, l’ortodossia, ovviamente, smentisce: "Solo suggestione !".
La gente umile però non approva: sempre il divino ha parlato a loro, ai semplici.
Vedi Lourdes. Vedi Fatima. Vedi Medjugorje.
Ribatte il Vaticano: "Sì, ma in quei luoghi apparve la Madonna, non il Messia !".
Inutile. L’hanno visto in tanti, ed era proprio il Messia.
Appare a cadenze fisse: il Giovedi !
Io, eterno e scettico San Tommaso, mi aggrego alla fiumana di folla in pellegrinaggio.
Mi siedo, un piccolo sogghigno, diffidente, distaccato, una supponente accondiscendenza, come a dar credito ad un bambino che parla di Babbo Natale o della Befana.
La luce si fa soffusa; solo una piccola aureola luminosa si fissa sul terreno: disegna il centro d’attenzione e d’attrazione.
I padri mettono i figli più piccoli sulle spalle; le madri li tengono alti sulle braccia tese.
Chissà...magari il pargolo, vedendo il Maestro, ne uscirà trasfigurato !
S’ode uno scalpiccio...il brusio aumenta, l’adrenalina sale alle stelle.
Mi agito...nonostante sia blindato da una tenace e coriacea callosità, a difesa della razionalità, un poco mi sento coinvolto: per empatia parte della sudorazione e degli umori in essa contenuti, passa nel mio metabolismo.
Vedo...vedo...una piccola virgola di luce che scivola tra i pertugi dei pochi capelli che tentano di coprire la spaziosa fronte; anzi, la boccia di cristallo...la pelata, se chiamarla bisogna, con il suo nome !
Occhiali ?! Il Messia con gli occhiali ?? Boh ! Però...ripensandoci...fanno tanto di "intellighenzia" !
S’avvicina greve al tavolaccio, apre un librone ( che fa: l’appello ? ), lo richiude, rotea attorno allo scrittoio e comincia.
Sono lontano, la gente mormora, le prime parole mi sfuggono...poi, afferro: "[...] scomparizione delle Torri Gemelle; E, gli americani che fanno ? Costruiscono altri grattacieli !".
Brusio, borbottio poi rombo di tuono dalla folla indispettita, scandalizzata.
"Io, avrei costruito una fattoria, ci avrei messo dei contadini !".
Eccitato da quella "overdose" di sapienza, propongo: "E in Piazza San Pietro facciamo un Kolkoz, una bella fattoria collettiva !".
Mi guarda, sbatte gli occhi come sa fare solo Lui...come quelle bambole che lo fanno a seconda che le alzi in piedi o le corichi.
Dico, al vicino: "Ha guardato proprio me; mi ha guardato, capisci ?!".
Ormai disinibito, senza freni, proseguo, a ruota libera: "Al posto della torre Eiffel, una stazione eolica, invece della Statua della libertà, un cesso domotico, e...".
Ahi, ho toppato ! Atteggia le labbra a forma di "Cul de poulet" ( volgarmente: culo di pollo ).
Disapprova il mio zelo.
Come Togliatti, quando qualcuno si lasciava scappare dove avevano nascosto le armi, per la "rivolussione".
Mi rattrappisco, m’ingobbo, m’insacco e tendo alla "scomparizione".
Mi sento come Adamo quando, premendo il maniglione dell’uscita di sicurezza, se ne uscì, sfrattato, dal confortevole condominio. Allora, lasciò aperta la porta: assieme a lui seguirono anche gli animali.
Mi guardo indietro: loro no; sono rimasti dentro, orecchie a scodella e cervello al caffèlatte, ad intingere il biscotto dell’unto del Catodo !
Intanto, per me, la TELEMESsiA è finita.
Riceverò mai l’ambito premio PulitSCEM per questo articolo ?
Lo alzerei, orgoglioso, sopra la testa, alla ROCKYpolitik, gridando: "Adrianoooo! Adrianoooo!".

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