mercoledì 4 marzo 2009

Numero 93

Caro Cristiano, ovvero Magdi Allam: per il neonato pupo, "Protagonisti ecc. ecc.", già tra i Casini, c'avrei un'idea.
Mò te spiego.

Figurine Liebig.
Figurine Panini.
Tessere telefoniche.
Figurine dei Pokemon.
Padre Jorge.
Numero 93.

Tu dirai:
- «Eccolo lì: a furia di sparar cazzate, il Beppe l'è fuso, che sta dando i numeri, e non solo il 93 !»

Beh, ammetto che troppo registrato non lo sono mai stato, e le correnti d'aria che mi passano da un orecchio all'altro scombinano i miei pensieri, come finestre aperte lasciano che il vento che vi s'infila mette in disordine fogli abbandonati, come fossero coriandoli.
Eppure, stavolta no: c'ho una logica che, come per l'orologio fermo, almeno in alcuni momenti segna giusto.

Siamo a metà e un qualcosa, del 1800, e che ti combina il tedesco Justus von Liebig: trova un sistema per conservare la carne, creandone un estratto delle dimensioni di un dado.
Sistema rivoluzionario, ma come farlo...digerire alle massaie che, si sa, far perdere abitudini radicate per il nuovo è sempre impresa titanica;
semplice: basta ricorrere all'animaccia del commercio, ossia la pubblicità.

- «'azzarola: non c'hanno ancora inventato radio e televisione e i giornali non si vendono come noccioline; e mò, che famo ? Ideona: le figurine !»
Boucicaut, l'allora proprietario dei grandi magazzini parigini "Au bon Marché" c'ha una folgorazione, sulla via di Damasco: i bambini.
No, non era un pedofilo, ma pensava: mi metto alla cassa e, il giovedì regalo ai piccoletti, accompagnati dalla mamma, una figurina; come il cane con l'osso, faranno salti mortali per averne ancora e torneranno.
Geniale: aveva inventato la "fideizzazione", che ai nostri tempi è arrivata al massimo della dipendenza, con la sniffata, ma questa è altra storia.
Inutile dire che la cosa prese piede, tanto da far regredire all'infanzia pure i genitori, che compulsivamente fecero della raccolta figurine un gioco da grandi, con scambi e quotazioni.
Neppure la peste riuscì ad avere pari efficacia, effetto e diffusione.
Da noi, la "malattia" arrivò all'apice nel 1935 con le figurine Perugina, la più rara delle quali fu la famosissima raffigurante “il feroce Saladino”, che tanti di noi ne avranno memoria dal racconto dei nonni.

Per farla breve: sono cambiati i tempi, le forme e gli stili, passando dalle figurine dei calciatori, della Panini, ai mostriciattoli giapponesi, i Pokemon;
collezionisti fanatici sono a confermare la regola della "compulsione", voce della psichiatria che indica il bisogno irrazionale di ripetere determinate azioni, in maniera ossessiva, frenetica, sincopata e incontrollabile.
La vittoria dell'istinto, dell'appagamento di un piacere, la goduria ad ogni costo, con la soppressione del razionale.

Ora, c'è una cosa che taglia come il bisturi, incide e lascia il segno, più d'ogni parola: la satira ovvero, per la vista, la vignetta, il fumetto, la caricatura.
Un immaginifico creativo già sarebbe in grado di racchiudere tutte le mie parola in uno schizzo, magari velenoso e corrosivo, trasmettendo un messaggio in chiaro, oltre il miscuglio delle lingue di Babele.
Ma il massimo si raccoglie con l'umorismo, il far ridere, dicendo, e senza offendere, come per le barzellette sui carabinieri ( e mi perdonino quelli della scorta di Magdi ).
Si dice che uccide più la penna che la spada.
Alla lunga, è vero: ma pure il disegno può essere caustico, demolitore e matita e gomma non sono da meno.

Ben lo aveva chiaro padre Jorge.
- «E chicazz'è», diranno i più.

Ne "Il nome della rosa", di Umberto Eco, rappresenta il vecchio assolutismo, un "talebano" d'Occidente, contro il nuovo, l'illuminato Guglielmo da Baskerville, curioso di conoscere e non disdegno di apprendere pure e meglio da testi seppur pagani, ma di sapore e sapere antico.
Il tutto si svolge all'interno di una Abbazia, la cui biblioteca è disponibile, in toto, solo per pochi e selezionati eletti, che tanto odor d'eresia deve essere maneggiato da chi ne ha - o crede di avere - antidoti e anticorpi contro messaggi deviati e devianti.
Padre Jorge si trova a dover salvare l'anima di chi sgarra, credendo giusto scampare quella, anche se la priva del corpo, uccidendo.
Ma "quel" libro, il suo contenuto tossico, non è per tutti, ancor meno per cani e porci.
II tomo, della poetica di Aristotele, giustifica e apprezza la risata;
Jorge disprezza il riso e gli esseri umani che ridono perché ci si beffa della divinità, allontanandosi dalla verità.
Non hanno più paura, non temono, quindi non rispettano: male, da estirpare !

Come dargli torto: ognuno può risollevarsi dalla più cocente delle disfatte, perdere battaglie e guerre, ma mai dal ridicolo, che chi vi cade è cancellato, svergognato, deriso e confinato nell'inutile.
Si vuol mettere allora la potenza dell'immagine, tracciata da un pennino intinto nel fiele ?

Non so se Cristiano mi leggerà; e se si, se arriverà a questo punto del mio dire senza che un coccolone di sonno lo accolga.
Ma io, numero 93, tessera di una infinitesima parte dei Protagonisti, per l'Europa Cristiana, sono ottimista, e continuo, anche a costo di fare lo scemo del villaggio, uso a parlar da solo.

Alla posa della prima pietra, il primo banchetto meneghino dei volonterosi "raccoglitori di firme" di Cristiano, in Piazza Cordusio, a Milano, complice pure l'arrivo inaugurale del prode Magdi, ci fu un bel sommovimento di spettatori o semplici curiosi, e pure la televisione;
ma nulla a confronto ad alcune vie laterali, brulicanti di fauna affetta da dipendenza.
- «Di Coca ? Di Eroina ? Di Crack ? Di Extasy ?» si dirà.
No.
Di schede telefoniche: un formicaio alla ricerca di tante briciole !
Laboriosi raccoglitori, alla ricerca della rarità, di un tassello mancante.
Nessuno a chiedersi "Chi sono, da dove vengo, dove vado", ma "Troverà la maledetta tessera che manca alla collezione" ?

Caro Cristiano - o tu, errante, che m'hai accompagnato sin qui - concludo, arrivati al bivio dove ognun andrà per propria strada e destino.
Banchetti elettorali: cari distributori, i vostri volantini saranno nel cestino più vicino, visibile pur da lontano, per il mucchio appallottolato e traboccante, che ne forma montagnola.
I più, nel raggio del vostro sguardo, fingeranno di guardare, gettandolo poi prontamente, appena al sicuro dall'occhio severo;
altri, lo faranno senza riguardo, incuranti della vostra sensibilità, menefreghisti ed indifferenti, per conformazione genetica.
E se oltre, o con, il manifestino, si distribuisse una specie di bigliettino cartonato, come quelli da visita, con simbolo, presentazione e vignetta ?
Ormai si stampano in casa, in genere con marchio, logo e riferimenti personali.
Avanti o popolo, alla riscossa: i bravi nel tratteggio e nella satira, disegneranno del proprio.
I migliori, coerenti nel messaggio e agli scopi dei "Protagonisti per l'Europa Cristiana" godranno privilegio d'aver dato una goccia al mare, di vedersi riprodotti e cercati dalla gente a cui richiesta firma o voto.
Saranno pure "Carte povere", non patinate e raffinate, come da partiti opulenti e ricchi, ma generose e "risparmiose", di un movimento giovane, che si propone con idee e non portafoglio;
e se si dimostra coraggio, di ridere anche del proprio, si dimostrerà acutezza e larghezza d'idee, a non diventare padre Jorge, ma tanti Guglielmo da Baskerville.

Ma forse non interessa: alla fine non sono che un numero: il 93;
però, quel che volevo dire l'ho detto e, come avrebbe affermato anche Liebig: il dado...è tratto !


Io, secondo me...04.03.2009

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