Se non una caricatura, poco ci manca, nel presentarsi e nel vestire.
Sembra una via di mezzo tra l'impermeabile del tenente Colombo e la coperta di Linus, quel suo indossato.
Così sgualcito, così vetusto, polveroso, che sembra di sentir la naftalina che lo ha pennellato, a voler salvare dalle tarme della storia quel liso straccetto, ormai di fili e trame sfilacciato, a far da sacchettino per tenere assieme quella polpetta che lo porta in giro.
Ecco in nano, l'Ahmadinejad, nell'immancabile uniforme civile sciita: abito grigio, simbolo di spenta vitalità, camicia bianca e assente cravatta, barba sempre di qualche giorno, accuratamente, volutamente trascurata, da bel tenebroso, su occhi bulbosi da rospetto, in stile "baciami, e diventerò un bel principe azzurro".
Anzi, meglio: forse in fondo si crede l'unghia incarnita del dodicesimo imam scomparso, che già, quando appena sindaco, voleva chiudere al traffico una delle arterie principali di Teheran dove secondo lui il Mahdi sarebbe passato.
E già, perché lui ci crede alla favoletta dell'ultimo Highlander, l'immortale, personaggio del film omonimo, famoso per durare nelle centinaia d'anni a venire, se solo nessuno pensava a mozzagli la testa, unico modo per terminare la corsa nei secoli dell'arzillo e indistruttibile vecchietto.
Le ultime notizie lo davano scomparso misteriosamente a Samarra, nel nono secolo, e da allora atteso dagli sciiti come una sorta di Messia.
Il nostro piccolo Mahmoud sono quasi convinto che addirittura si crede lui, il reincarnato, il predestinato, l'eletto;
il piccolo Narciso si guarda allo specchio e trova in tanto vagheggiare la zeppa da aggiungere per dare spessore all'essere tappo, godendo di tanto (o)nanismo.
L'evocare l'imminente venuta del salvatore, a cui spesso si sovrappone, entrando nella parte, è come la devozione di Linus per la divinità del Grande Cocomero, una sorta di Babbo Natale, a cui si rivolge avvolto nel grigiore e negli straccetti che indossa come abiti sacerdotali, sentiti come la coperta del personaggio della striscia a fumetti Peanuts, di Charles M. Schultz, da lui chiamata "coperta di sicurezza", mai abbandonata e biglietto da visita, come l'immancabile succhiare il pollice.
Con il piccolo Ahmadinejad, Linus van Pelt porta somiglianza: ha una predisposizione sfrenata all'uso della fantasia, come testimonia l'invenzione o l'utilizzo immaginario di vari animali feroci, di cui si sente minacciato, e il creare castelli di sabbia incredibilmente elaborati e campati in aria, destinati a breve a crollare.
Mahmoud parla in nome di Dio, prediligendo gli avvertimenti apocalittici ed inviti alla conversione.
E qui diventa Snoopy, il bracchetto razza beagle e, pronunciato nel maccheronico "bigol", non per nulla ha assonanza con bigolo, che non è un complimento ma, per lui, un complemento e completamento.
Come il nostro "iranano", anche Snoopy cominciò la sua vita nelle strisce come un cane ordinario, ma col passare del tempo si trasformò nel personaggio più dinamico delle strisce, fino a diventare uno dei più famosi personaggi di fumetti nel mondo.
Snoopy sogna di fare lo scrittore, ma a nessuno è interessato a pubblicarlo;
il suo immutabile incipit, "Era una notte buia e tempestosa...", è proverbiale.
Più che bracco il nostro brocco invece, di suo, mandò solo due lettere: una all'allora Presidente George "dabliù" Bush e l'altra a Benedetto XVI, scimmiottando quella che l'ayatollah Khomeini aveva scritta a Gorbachev il primo gennaio 1989.
- «Insisto vivamente affinché nell'abbattere i muri delle fantasie marxiste tu non incappi nella prigione dell'Occidente e del Grande Satana. Ti richiamo a studiare seriamente e a condurre delle ricerche sull'Islam.Ti annuncio pubblicamente che la Repubblica islamica dell'Iran, essendo la base maggiore e più importante del mondo islamico, è in grado di aiutare facilmente a riempire il vuoto ideologico del tuo sistema»;
con fare da maestro, l'Ayatollah Ruhollah mandava in castigo, dietro la lavagna, l'asino di turno.
- «Penitenziaggine! Convertititi, miscredente. Aspetta e spera, che già l'ora s'avvicina! Quando staremo vicino a te, noi ti daremo un'altra legge e un altro re!»; questo, in pratica, il succo del discorso invece, del Mahmoud.
Cambia un poco la forma, ma la solfa è sempre quella:
- «Ascoltami, dammi retta: io so. Io Tarzan, tu Cita. Non ti preoccupare, che in qualche modo ti salverò dalla dannazione, a costo di scucirti l'anima dal corpo!»
Il Papa, in particolare, è trattato come l'Amministratore Delegato di una Multinazionale, dove tutto è subordinato alla Allah S.p.A. and Company. Poco più che un amanuense, un segretario scribacchino ed archivista, il perfetto Fantozzi occidentale.
Era solo il 2005 quando, rapito dall'estasi dello smarrito imam, l'Ahmadinejad, all'assemblea generale dell'Onu farneticò:
- «O Dio onnipotente, io ti prego perché tu affretti la venuta del tuo ultimo depositario, colui che ci hai promesso, quell'uomo perfetto e puro, che colmerà il mondo di pace e giustizia.»
Dietro le quinte, confidò:
- « Mentre dicevo questo, sono stato avvolto da una luce, e l'intero auditorio ne è stato rapito.»
Colombo-Linus-Snoopy continua ad essere caricatura, ma nulla a far ridere, che più che in fumetto vorrebbe gli altri in fumo.
Manie persecutorie da nanismo, anzi: (o)nanismo da "iranano".
Io, secondo me...30.06.2009
martedì 30 giugno 2009
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