mercoledì 10 giugno 2009

Tendopol(l)i

"L'ospite è come il pesce: dopo tre giorni puzza", recita un proverbio, ad indicare che, se l'ospitalità dura più del previsto, può incominciare ad infastidire.
Il nostro pesce...scusate, ospite, arriva già scongelato, che già il tanfo attanaglia la gola;
Il leader libico Muammar Gheddafi viene a trovarci, e ce lo dobbiamo sorbire per almeno quattro giorni.
Si trascina dietro le tante tossine, assorbite negli anni in cui è sguazzato in uno stagno, che ha intorbidato con le proprie deiezioni, più che azioni.
Megalomane quanto basta, ha avuto una fase discendente quando le smargiassate furono ridimensionate dalle bombe americane, ma ora riprende la camminata da bauscia, grazie alla forte presa sui testicoli di un occidente che boccheggia, per mancanza più di petrolio che d'ossigeno, per colpa di un metabolismo dipendente da liquido e metano piuttosto che d'aria fresca.
Grazie a questo, da noi il beduino si impone e ai suoi si propone: eccomi, sono il padrone del vapore, quel che tiene il manico sia del coltello che del pisello!
Come per il Messia, sono i segni ad annunciarne venuta: le figure sono più semplici dello scritto, il visto che il sentito, il simbolo che la sostanza, l'istinto che la ragione, il percepito che il reale.
Non importa quello che è, ma quanto si crede sia.
Il maschio alfa, il dominante, passa sopra servi e schiavi che, distesi, lo spulciano e usano, muti, la lingua per leccare; e mostrano pudende, a presentare resa, rassegnazione e sottomissione.
L'Italia non s'è desta, ma chinata, nell'accettare riparazione, con 5 miliardi di dollari, per gli oltre 30 anni di colonialismo, cominciato nel lontano 1911;
intendiamoci: per Muammar sono spiccioli, resto da lasciare in elemosina al cencioso di turno.
A lui interessa la riverenza e il capo chino, di chi si umilia e accetta d'essere menato a guinzaglio per una ciotola d'abbeverata e una crosta di pane...inzuppato nel petrolio, certo, ma sempre pancotto è: se non zuppa, è pan bagnato.
Dobbiamo sorridere ed incassare, costretti in ginocchio, a far novanta per fifa e gradi, dove oltre a denti e cinghia siamo a stringere anche altro, e fortuna che l'oro nero è olio lubrificante!
Il Gheddafi marcherà il terreno, come quei cani rognosi che invasero Piazza Duomo a Milano, chini a riempire lo spazio mostrando il viso alla Mecca e il culo alla nostra chiesa, ostentando rispetto, facce e sorriso diverso per il dio loro e il nostro, modulando suoni da labbra diverse: alloggerà nella sua tenda "beduina", preparata a Villa Doria Pamphili, in quel di Roma.
I petroldollari piovono in società italiane come UniCredit ed Eni;
la Libia fornisce un quarto del greggio importato dall'Italia e collabora con Roma contro l'immigrazione clandestina.
Guai allo sgarro: si chiuderebbero i rubinetti dell'uno e si aprirebbero le cateratte dell'altra!
Siamo al ri(s)catto di un credito o del debito, in conseguenza della risposta: come per i cani di Pavlov e i riflessi condizionati, a rispondere immediatamente con lo zuccherino o la scossa in base alla scelta, giusta o meno.
L'eterna regola del premio e della punizione, a governare la legge, a seconda e che asseconda il più forte.
- «Ormai ci unisce una ritrovata amicizia e soprattutto una gran comunanza d'interessi. Vogliamo portare in Europa molte buone ragioni della Libia, che oggi torna sulla scena internazionale come un partner riconosciuto», siamo a mentire, per un piatto di lenticchie, per un pugno di barili e di dollari.
Sicuramente saranno passati anche a rimuovere i cartelli: "Vietato calpestare le aiuole: i trasgressori saranno severamente puniti";
chissà quante multe, a chi ci ha portato i cani a sporcare.

Forse la cacca di cammello è meglio.

E il bischero è pure recidivo, come riporto a prova e ricordo, in uno scritto del settimo giorno di Gennaio del 2008.

Tutti, bauscia e megalomani, usano anticipare l'arrivo della propria magnificenza annunciando e mandando segnali: vuoi armate, vuoi trombette, trombe e tromboni - ambascerie e leccaculi di professione - o esplicite richieste che, accolte, marcano il territorio e delimitano i confini del proprio ascendente.
Da Lisbona a Parigi, il "Beduinbauscia" ha voluto la tenda, che altrimenti la Spagna di Josè Zapatero o la Francia di Sarkozy si sarebbe attaccata al tram, piuttosto che al rubinetto dei petrodollari.
Gesù entrò in città su un asinello: la gente lo osannava, sventolando frasche di palma;
il beduino è arrivato e, al posto di turibolo ed incenso, annunciato da vapori di petrolio nebulizzato, fumo profumato che dà lo "sballo", meglio che le foglie di coca.
La tenda è messaggio forte per menti deboli, pronte a vedere maturazione dei tempi, guida della Sharia per il Jihad: tempo d'imbottigliare, che la...mezzaluna è quella giusta!
La tenda non è la nostra, nostalgia di momenti giovanili, che si girovagava avendo quella per tetto e coperta;
questa è richiamo di malinconici e nostalgici tempi, quando il piantare quella indicava che, sotto di lei e i piedi, anche la terra era di possesso.
Magdi Allam, sempre attento e conoscitore di queste realtà, ben disegna il pericolo di dare percezione di sottomissione a certi personaggi che, come il lupo, tendono sì a perdere il pelo, ma non il vizio: i denti restano a posto, pronti a mordere, qualora l'occasione offrisse all'uomo la possibilità di tornare ladro.
Nell'articolo "I petrodollari non valgono l'anima", il caro Magdi implora di non arrivare a barattare quella per soldi, ma ormai abbiamo venduto pure le radici per un pugno di lenticchie...o di dollari.
No, non c'è da preoccuparsi: Gheddafi non bivaccherà davanti a san Pietro, che noi c'hanno già preso per il naso, e pure infilato l'anello.
Nessuno ci tiene a visitare la casa del servo, men che meno quel beduino che, al massimo, da noi ci manda il figlio, a dare due calci al pallone nel cortile di casa...dopo avere comprato sia il campo che le comparse.
Tranquillo, Magdi, tranquillo: quello non ci visiterà, con le decine di femminee gnocche, personale "guardia" del corpo e trastullo, a dimostrazione che non è necessario farsi esplodere per averle dall'altra parte...anche se vergini!
Per ora s'accontenta d'essere l'ennesimo serpente, ad indicare la rossa mela...e le fontane, dove abbeverare i cavalli.

'azzarola, mi sbagliavo: il Muammar se n'è impipato, e ha montato la sua tendopol(l)i anche qui;

è proprio vero quel che diceva il mio parroco: «Non c'è più religione!»

Quella dei beduini non so, ma la nostra sicuramente!


Io, secondo me...10.06.2009

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