lunedì 28 dicembre 2009

Essere o non essere

- «Essere o non essere, questo è il problema...»;
l'ora è giunta, il dado è tratto, tiremm innanz, ad incontrare le idi di Marzo, meglio soli che mal accompagnati, l'unione fa la forza...????
Boh!
Partimmo - diciamocelo - come l'armata Brancaleone, entrando nell'agone politico come i Cristiani al Colosseo;
fortuna volle che l'essere piccolo fosse come avere il potere dell'invisibilità: attenti a non essere calpestati, ma solo per sbaglio, non per volontà di chi, grande e grosso, neppure degnava di uno sguardo la pulce.
Un destino benigno volle che passasse di lì un cavaliere;
non Berlusconi, ma Pierferdy, il Casini, che di crociati s'intendeva, avendo servito sotto quegli antichi scudi.
Partito Per l'Europa Cristiana...al Pierferdinando deve essergli venuto il magone, al malinconico ricordo di quando, anche lui imberbe mela verde, cadde dalla pianta e rotolò nel Tempio, non di Gerusalemme ma nel palazzotto del potere di Roma, da dove poi, fu scacciato, con tutti i suoi;
anche qui, riconobbe nei piccoli esserini qualcosa della sua razza tornandogli alla mente i tempi, questi veri, quando governo italiano poteva contare su nomi di gran fiducia come...Piccoli, Storti, Malfatti e Malvestiti.
Eccoli lì...c'erano tutti, che si arrabattavano a cercare di legare il pranzo con la cena, a raccattare qualche spicciolo per raggiungere la pagnotta di "Quorum", a garantirne esistenza, sussistenza e sopravvivenza.
Facevano tenerezza, i ragazzi del prode condottiero Magdi Cristiano Allam, che era partito, lancia in resta, con l'entusiasmo tipico del novizio, che parte in salita dando dentro di mantici e gonfiaggio di petto, dimenticando che si deve usare il passo da montanaro - lento e costante - per non finire spompati per aver mal gestito il muscolare giovanil vigore.
- «Ohe, Cristiano: vieni sotto il mio blasone, che ti porto con me in Europa! Tienti la roba tua, armi, bagagli, ma con me: in hoc signo vinces!»
In mezzo ai...Casini suoi, al prode Cristiano non par vero di trovare sulla sua strada il buon samaritano dell'evangelica novella, in quell'ingrigito giovin signore, e s'affiancò a lui, con bisaccia e Buttiglione, a conquistar terre d'antico Continente.
All'ombra di cotanto superbo guerriero, anche il nostro ebbe buon lume e s'innalzò, a raggiunger lustro e scranno.
La Provvidenza fu quell'incontro, taluni dissero;
un colpo di culo, pensarono e rispose l'invidia d'altri, l'esercito dei trombati.
Magdi nostro non è da passerella, soprammobile di bell'aspetto, che di lingue e mondi conosce, e sa farsi capire e comprende, senza crivello e tramogge di mezzo, a setacciare e sfarinare traduzione e interpretazione con macchie di sugo proprio.
- «Essere o non essere, questo è il problema...se sia più nobile presentare il frutto mio o il continuare a vendere con la casacca d'altri, se pur d'esercito amico»;
Intanto si cambia di nome e di bandiera, a correggere quanto poteva essere preso a gioco di provetti mistificatori e maldicenti portinaie di palazzo, pronti a passar valori per assolutismi e immagine per filo spinato, marcatore di confini e riserve.
Ecco che, da Partito per l'Europa Cristiana si passa a Io amo l'Italia, invero, a parer mio, cadendo dal parer rigida pancera a pannicello di flanella, dalla corazza alla magliettina di lana della mamma.
- «E qui», come disse Fantozzi, prima di inforcare la bicicletta cui era caduta la sella, «mi gioco tutto!»
Già ai tempi del vecchio stemmino - che pareva un timbro postale - criticai del mio: ora ritorno a fare bastian contrario e l'avvocato del diavolo, ma voglio troppo bene - da tempi non sospetti - a Cristiano, per lisciarlo nel senso del pelo, e mal non me ne voglia, se il pelo mi manca in testa ma non sulla linguaccia, più che lingua.
Il presentare un nome così fiacco e spennacchiato mi pare come il moroso di una volta, che crede ancora buono, oggi, il passarsi la brillantina sui capelli, per fare stragi di cuori.
Banale non per il significato, beninteso, ma perché è abito liso, dall'uso e dall'abuso, più frase che secco richiamo, come il logoro, ormai sfilacciato "Per il bene del paese".
Io amo l'Italia non è invenzione da brevettare, di solo padrone od appartenenza: anche chi briga sotto altri colori e bandiere si sente di dire lo stesso, anche se sentimento realizzato con altri mezzi, scopi, fini ed azioni.
"Per il bene del paese".
E il simbolo poi...
- «Forattini...FORattini...FORATTTINIIIII...ohè, mi senti? Potevi impegnarti di più, eh!?»
Cos'è quel cerotto che attraversa la bandiera?
Pare - diranno - che la croce copre quel che sta sotto, ad indicare una gerarchia, un parassitismo e non una simbiosi!
- «Beppe, guarda che quelli ne sanno più di te: ofelè fa el to meste» mi rimbrotta la mogliettina;
Pasticciere, fai il tuo mestiere!
- «Donna, guarda che è Cristiano che ha sollecitato la nostra opinione, ed io rispondo, papale papale, pane al pane e vino al vino, di quel che penso!»
Per nulla intimorita, la femmina mi guarda, come a chiedersi "Ma questo è ancora in garanzia o lo devo tenere, così com'è?".
- «Ha chiesto se, alle prossime elezioni, ritieni meglio se correre in proprio o tenersi l'ombrello, non di riscrivere l'Enciclopedia Britannica!»
'azzarola, come m'è diventata brusca: forse che sotto quel tappo c'è passato aria e mi è diventata aceto?
- «Beh, sai, io penso che bisogna camminare con i propri piedi, vedere di che cosa si è capaci, coscienti che ci aspettano "Sangue, sudore e lacrime" ma, se "Io amo l'Italia", vedere se si è contraccambiati, prima che ci definiamo suoi morosi, ma lei non lo sa.
Ancora quello sguardo canzonatorio (qualche volta la strozzo!):
- «Non conosciamo mai la nostra altezza fino a che non siamo chiamati ad alzarci. E, se siamo fedeli al nostro compito, arriva al cielo la nostra statura. L'eroismo che allora recitiamo sarebbe quotidiano, se noi stessi non ci incurvassimo di cubiti, per la paura di essere dei re.»
Porca miseria, ha trovato dove ho nascosto la bottiglia di grappa!
- «Emily Dickinson: è poesia, tesoro, ma uno come te ci si gratta la schiena, come l'orso sul tronco d'albero!»
E si, c'è proprio entrata l'aria dal collo, e il tappo non è bastato a chiudergli la bocca!

Così la penso io...io, secondo me.


Io, secondo me...28.12.2009