Certo, si dice che una rondine non fa primavera, ma succede anche questo, e non si deve ignorarlo, se non altro per lo spessore umano di chi ha compiuto il gran gesto.
"[...] I genitori di un ragazzo palestinese di 18 anni, ucciso qualche giorno fa dal fuoco dei soldati israeliani hanno deciso di donare gli organi del loro ragazzo per salvare altre vite umane".
Se mai l'umanità ha una sua valenza quest’atto sublime, da solo, acquista punti;
ma è il passo successivo che lo porta a raggiungere vette eccelse:
"[...] l'eccezionalità consiste nel fatto che il cuore [...] batterà nel petto di un altro figlio di Israele. La coppia ha preso la decisione specificando che non avrebbe avuto nessuna importanza l'appartenenza etnica, religiosa o nazionale dei futuri beneficiari [...] non ha voluto sapere in anticipo l'identità di chi avrebbe accolto nel proprio corpo la vita del figlio".
E ancora: "Sei israeliani salvati dagli organi donati dai genitori di una vittima palestinese".
La scelta non è stata a favore del "noi" piuttosto che "loro" e, dopo tanto, il buon samaritano s'è rifatto vivo.
Semplicemente: la preferenza è stata per la vita, in nome della sua sacralità, senza distinzione di razza o religione, appunto.
Io stesso non so se avrei saputo, in pari circostanze, arrivare a tanto: ero abituato a medici e ospedali israeliani, che curavano palestinesi, ma mai avrei creduto - dato l'indottrinamento, anche precoce - di trovare pari ritorno;
certo, i numeri sono di uno ad enne, ma dall'altra parte si è passati almeno da zero ad uno.
Solo un rammarico: i coglioni che si fanno esplodere in mezzo agli innocenti hanno poi una targa ricordo, una magnificazione e una mancia alla famiglia per l'apporto di carne da macello fornita;
questo ragazzo invece, mai: ne va della vita dei suoi genitori, che qualche "fratello" nella fede potrebbe non apprezzare il gesto, più abituato a cavalcare e soddisfare la morte che mantenere il soffio di Dio nei polmoni del prossimo.
"[...] i genitori hanno incontrato quelli del ragazzo in cui batte il cuore del loro figlio [...] è stato un momento molto emozionante: nell'abbraccio dei due padri è riposta una speranza".
Che il dio di ognuno faccia sì che non rimanga il volo di una mosca in un mare di latte e che la rondine non sia sola.
Dovesse mai essere che la madre di tanto rimanga sterile, meglio prepararsi ad affrontare l'altra, più prolifica: quella degli imbecilli, a che capisca che Sansone, se deve morire, non lo farà da solo, e che i suoi degeneri figli avranno la terra, alla fine, ma con loro sotto, da concime.
Tratto di mare a sud est dell'isola di Creta, 28 maggio, 18 giugno: "Glorious Spartan 08":
no, non è il vaglia postale, la prenotazione di un periodo di vacanza in quella meravigliosa parte di Mediterraneo, il nome dell'albergo e la categoria a 8 stelle:
Israele ha mostrato manico e mazza chiodata.
Oltre cento caccia F16 e F15, con l'ausilio d'aerei per il rifornimento in volo, hanno condotto una missione di 1500 chilometri: uno sputo, come andare e tornare dall'impianto nucleare di Natanz, uno dei calderoni dove sobbolle la broda infilare nel bombardone atomico che vuole il nano malefico, l'Ahmadinejad Mahmoud, lo Yeti di Teheran.
Leggo:
"[...] aerei per il rifornimento in volo, supporto velivoli per la guerra elettronica ed elicotteri che trasportavano i commandos dell'unità speciale 5101, conosciuta come Shaldag, e gli incursori della Sayeret, simulazioni per il recupero di piloti, eventualmente abbattuti in territorio ostile. Gli aerei hanno sganciato bombe, condotto raid contro i radar, attuato manovre evasive".
Il Mahmoud promette ritorsioni pesanti, l'ayatollah Ahmad Khatami minaccia conseguenze terribili.
Beh, c'hanno ragione: ancora senza la bombettona, gli manca il Viagra e i fottuti sono loro, che la carica se la devono dare usando ancora la manovella !
Chissà cosa arriverà prima: la primavera della rondine o l’inverno nucleare ?
Io, secondo me...23.06.2008
lunedì 23 giugno 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento