giovedì 20 maggio 2010

Ground 15

- «Se la và... la g'ha i gamb!»

Se và, ha le gambe, dice un vecchio proverbio meneghino;
nell'incertezza, si prova: mal che vada, si resta al palo, ma se funziona...Eureka!

- «Mettiamoci una pietra sopra», sembra voler dire il Feisal Abdul Rauf, imam, progettista e ideatore della pensata;
- «Chi ha avuto avuto avuto, chi ha dato ha dato ha dato, scurdammoce 'o passato, simmo a New York paisà!»
Beh, forse lo ha detto in arabo, ma la sostanza è quella.
- «Di quel che c'è rimasto sotto, pace; ora pensiamo al sopra: una bella moschea di 15 piani!»
Nell'area dove c'erano le Torri Gemelle, dalla mezzaluna si vuol toccare la luna, dal dito un braccio e da lì l'intero corpo anzi, lotto, inteso come appezzamento o area su cui edificare un nuovo simbolo.
E già, perché quello sarebbe, se qualche mentecatto dovesse abboccare all'amo.
Spesso la forma è sintesi di sostanza, essa stessa a diventarlo;
come un addensante, un nucleo attrattore, un coagulante, un marcatore di territorio, affermazione di forza e possesso.
Dopo l'attentato e il crollo del simbolo occidentale, da Dar al-Charb, "Casa della Guerra", si passerebbe finalmente alla pace; anzi, alla "Casa della Pace", Dar es Salaam.
No, peggio: diverrebbe Dar al-Islam, "Casa dell'Islam", territorio sottoposto alla sharia, cioè al diritto islamico, consacrato e acquisito per l'eternità.
Oltre che alla più grossolana presa per il culo dell'intera storia dell'umanità!!
Vengo, ti ammazzo e edifico.
Certo che Feisal Abdul Rauf ha detto che "New York è la capitale del mondo e questo luogo, vicino a quello dell'11 settembre, è così SIMBOLICO", ma la figura che immagina lui sarebbe una figuraccia per gli americani.
Come se, tornando a casa, trovassi sul campanello il nome di un altro.
Se i grulli dovessero prevalere, da Grande Mela, si passerebbe a Grande Patata, per definire New York, il suo sindaco Michael Bloomberg e le tante autorità cittadine ad essere tuberi, qualora ingoiassero esca, amo e filo.
"Le autorità sono favorevoli al progetto, in segno di rispetto della libertà religiosa e d'espressione", sarebbe la prima reazione, dopo che le acque sono state pasturate per richiamare i pesciotti.
Daisy Khan, direttrice dell'American Society for Muslim Advancement:
"Contribuirà ad amplificare la voce silenziosa della maggioranza dei musulmani, che non hanno nulla a che fare con le ideologie estremiste", ribatte questa campana, il cui rintocco si avvicina più a quello da morto che da festa.
Gìà "amplificare" e "voce silenziosa" è un bisticcio, anche se nascosto sotto la voce "ossimoro", ovvero frutto di termini in conflitto, in antitesi e incompatibili: non vedo una crosta, una pelle refrattaria al terrorismo;
direi attendismo, senza rivolta culturale, simbolica e sostanziale allo stato d'aggressione di Al Qaeda & Co.
Una forma psicologica somigliante alla "Sindrome di Stoccolma", che predispone la vittima a simpatizzare per il carnefice, avvio al martirio, qualora il "richiamo della foresta" si facesse più forte.
La brace che cova sotto la cenere, la prova del fuoco è stata con gli attentati di Londra, dove addirittura i "dormienti" appartenevano alla terza generazione di trapiantati, spesso terroristi fai-da-te, nati dallo spirito d'ammirazione ed emulazione.
Altri e in altri luoghi hanno seguito questa linea, reattivi come quei semi che, coperti dalla terra, sono lo stesso pronti a germogliare, alle prime piogge.
Un cane non è più lupo, ma quando sente latrare, pure lui si ricorda, riscopre e riprende l'antico retaggio, il pelo e il vizio.
Se da Ground zero si passasse alla moschea a piani, a "Ground 15", sarebbe come la croce nel cielo, per Costantino, con sotto la scritta "In hoc signo vinces", con questo segno vincerai!
Tanti "muslim", ancora incerti, dubbiosi, indifferenti o neutri, sarebbero irrorati dalla goccia nel deserto, e fiorirebbe la volontà di rispondere a quel "richiamo della foresta" che infiammò tanti loro avi, ai bei tempi, quando spadroneggiavano in lungo e in largo: altro che i Crociati!
Quel paletto nel cuore della Grande Mela assurgerebbe a segno divino, a consacrazione, a benedizione dell'eterno, per la propria prole, prediletta, eletta e avviata a sottomettere le genti, i "Kafir", gli infedeli, notoriamente esseri inferiori, destinati ad essere servi, quando non schiavi.

Ground 15...se la và... la g'ha i gamb!

Io, secondo me...12.05.2010