lunedì 10 maggio 2010

Red style

- «Cris, vieni, c'è un documentario sugli animali. Guarda, proprio ora c'è un Babbuino che presenta le chiappe color porpora al rivale, che lo fronteggia!»
La mia dolce metà s'affaccia, studia le immagini e poi sbotta:
- «Beppe, guarda che non è un filmato sulla natura selvaggia, ma Ballarò, il programma di Giovanni Floris; quei pomelli rossi sono i guanciali congestionati del D'Alema, incazzato come una biscia!»
'azzarola, è vero!
A guardar meglio, quei peletti che sbucano sono proprio i baffini del compagno Max, anche se vibrano come corde di violino.
Bestia, è proprio al massimo del pompaggio, che la faccia sembra il petto del tacchino in amore.
- «Vai a farti fottere!!»
L'esclamazione crepita e scoppietta come un petardo...o un peto.
Sono proprio curioso di sapere con chi ce l'ha, a chi augura di subire quanto politicamente a lui.
Dalla trincea opposta appare la pelata lucida dell'Alex, l'Alessandro Sallusti, condirettore de "Il Giornale".
- «...bugiardo, mascalzone! Pagato per fare il difensore d'ufficio del governo!»
Ma che gli è capitato al Max, che sembra uno a cui gli hanno sostituito la carta igienica con quella abrasiva.
- «Le manderanno qualche signorina per ringraziarla del suo lavoro!»
Madonna, ma al "Tovarish" gli è proprio saltata la...mosca al naso, per parlare di soldi e fringe benefit ovvero, retribuzioni in natura, cioè concessione in uso ai dipendenti di beni aziendali, destinati ad uso promiscuo per esigenze di lavoro e private.
- «Io stasera non la faccio più parlare!»
Ah, finalmente qualcosa di famigliare: il "red style", l'anima rossa, l'urlo di guerra, che erompe dal profondo del gulag, più che dalla gola, il rimpianto per i bei tempi, quando c'era "Baffone" Stalin a purgare i riottosi.
Ma quello c'aveva la corazzata Potemkin, non la barchetta a vela.
"Addavenì Baffone!", urlava ai tempi delle barricate il nostro Massimo, salvo poi augurarsi che no, proprio male non si stava anche di qua, dove non brillava il sol dell'avvenire e, dalle pezze al culo arrivò alle scarpe di vacchetta.
La rivoluzione può attendere, pensava nel '95, entrando nella bella e spaziosa casona da 633mila lire al mese di canone, in via Musolino, a Trastevere.
Gli riuscì così l'impresa di aggiudicarsi l'ambito appartamento dell'Inpdap, l'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell'amministrazione pubblica, usufruendo di una corsia di favore, che gli permise di scavalcare in graduatoria chi era prima di lui e ne aveva più diritto.
Il 3 settembre del 1995 compagni di merende lasciarono "distrattamente" la pratica del baffino nascosta fra le "varie", che era abitudine approvare senza prestarci tanta attenzione.
Alla faccia dei lavoratori e degli sfrattati sloggiati, oltre che dalla proprietà, pure dal "compagno" D'Alema che, all'occasione, si comportò come il bravo maiale Napoleon, promotore della rivolta contro l'uomo di cui - nel romanzo Animal Farm, La fattoria degli animali, del britannico George Orwell - prese il posto, per poi mantenere e vestirne autoritarismo, mentre gli altri animali, con lui alla rivolta, si trovarono solo cambio di padrone e forma, mai di sostanza.
Forse, qualche militante duro e crudo tentò pure di far notare che quella era una delle abitudini dei maledetti "nemici del poppolo", imperialisti e capitalisti, che affamavano e angariavano il proletariato, vivendo tra gli agi e privilegi, sottraendo ai poveri;
Napoleon però aveva provato che, se è vero che i soldi non danno la felicità, ancor peggio la miseria: meglio morire di indigestione che di fame.
Napoleonbaffino diventò così un pontificatore, un predicatore all'"armiamoci e partite", un moralizzatore al "fate quel che dico, non quel che faccio", un fustigatore, un "professorino", che passava tra i banchi degli asini e assestava le sue belle scudisciate sulle dita, commiserando in cuor suo quell'esistenza grama che lo aveva messo a dover avere a che fare con mandrie di cretini.
L'ultima delle serie lo ha fatto cozzare contro il Sallusti, che gli ha mostrato quanto poco avesse lui da mazzolare il prossimo, nello specifico, il Claudio Scajola ministro - dimissionario - per lo Sviluppo economico, preso con le dita nella marmellata - o con il sorcio in bocca, come si suol dire - per una faccenda di casa con affaccio sul Colosseo, pagata una bazzecola, visto la valenza di mercato;
si sospetta un "aiutino" di qualche amico, riconoscente per servigi resi...nel lasciare qualche pratica tra le "varie".
Baffino, sale in cattedra e prova il trombone, ma l'Alex lo placca, ricordandogli la persa verginità, che pure lui ha fatto il "ballo del mattone" e venticelli nel mulino della farina.
Apriti cielo: abituato a battezzare e non a subirne ha dato in escandescenza, partendo per la tangente.
- «Cris, vieni a vedere, che gli ritorna rosso!»


Io, secondo me...06.05.2010