giovedì 20 maggio 2010

Sincretinismo

- «Radere al suolo tutti gli edifici brutti, grattacieli compresi [...] si mettono tante mine e tutto crolla giù!»

'azzarola: Bin Laden a Milano?
No.
Peggio: Adriano Celentano, che palleggia e si pavoneggia all'idea di candidarsi sindaco della metropoli.
Tolto quel che sa fare bene, il "molleggiato" dimostra i propri limiti quando esce dalla riserva, dove la natura gli ha ritagliato il giusto abito entro cui stare, senza scucire.
Ogni tentativo del nostro eroe di applicare forme di sincretismo, ovvero, fondere insieme due o più dottrine diverse, arriva per lui a formare una nuova forma d'evoluzione, che si chiama "Sincretinismo", a dimostrare l'esattezza di quella teoria chiamata del "Massimo cretino": un passo indietro, sei all'apogeo delle tue potenzialità e capacità, capace di rendere e dare il meglio di cui la natura ti ha fatto dono;
un gradino sopra, sei al massimo, ma da cretino, ad occupare una nicchia che evolutiva che non ti compete.
Come se un leone tentasse di brucare e la pecora di azzannare.
Adriano è un bravissimo cantante, un passabile attore, un uomo di e per lo spettacolo.
Punto.
La dote che madre natura gli ha fornito gli permette solo questo matrimonio, e non oltre.
Nulla di male il provare ad alzare l'asticella, ma dopo alcuni salti falliti, si deve arrivare ad un compromesso, aggiungendo alla pila nel cassetto un altro sogno, senza per questo smettere di sperare, ma non atteggiandosi a messia per riempirsi d'aria e credersi un gigante, quando solo si formerebbe petto di tacchino.
Certo è difficile, in una società dove lo smalto copre la ruggine e, un bel vestito, un manichino, dove non importa quel che si dice ma come, preferendo il "Chi vusa pusè la vaca l'è sua", chi urla di più si porta via la bestia, dove se dici la stessa cosa al bar Sport piuttosto che in televisione, la scemata diventa voce di Profeta.
Ma è ora di finirla nel cercare di estrarre sangue dalle rape e latte dalle mosche;
artisti, attori e gente di spettacolo hanno anche dimostrato d'essere passabili, onesti o buoni politici, oppure eccellere in altri campi, come Giorgio Faletti che da Vito Catozzo - improbabile e comica guardia giurata della "Spazialpol", nello spettacolo televisivo Drive In - è passato a scrittore di romanzi di successo;
questi però erano - e sono - persone in prestito al mondo dei lustrini e paillettes: come per le scatole cinesi, l'arte del palcoscenico loro spesso nascondeva un altro contenitore, con diversi doni, doti e dotazioni.
Adriano no; tanto è, tanto ha e quello rimane: tutto l'aggiunto è fuffa, cascame, scarto e scoria.
La testa è più leggera e piena d'aria di un palloncino che diventa ostaggio del vento.
Il mondo che disegna e vorrebbe neppure esiste nella cranioteca di un tossico, dopo una pera abbondante.
"[...] radere al suolo tutti gli edifici brutti, grattacieli compresi; si mettono tante mine e tutto crolla giù".
Facile, no?
Ricominciamo da "Ground zero" e, perché no, dall'uomo "buon selvaggio" di Jean-Jacques Rousseau, "animale" tenerone e pacifico, solo poi corrotto dalla società e dal progresso.
No alla "caverna verticale", sì all'orizzontale, a distendere il grattacielo in terra, con i suoi tanti cubicoli, sparsi e circondati da macchie di verde;
il lupo che s'accovaccia con la pecora e tutti che vivono di fotosintesi clorofilliana, di bacche e radici.
Commovente: così tanto che vorrei conoscere il suo pusher!
Qualcuno, mosso a pietà per il "Re degli ignoranti", prova a sdrammatizzare:
- «Celentano è sempre così, in bilico tra la provocazione, la presa in giro e la serietà.»
No: a furia di lasciarlo ragliare, ogni asino si convince d'essere la sua lingua universale, valida "Urbi et Orbi", per la città e il mondo.
Diagnosi: Milano "è una città senza volto";
la cura: lui, il piccone e la mina, il chirurgo plastico e la medicina...o la purga.
- «Celentano sindaco!» urla un fossile, che ha sbattuto contro il muro di Berlino, il falcemartelluto Mario Capanna.
Adry gigioneggia, fa la ruota, gonfia i pettorali, finge che no, ma se devo, per il bene del popolo:
- «[...] non vorrei fare il sindaco [...] credo che durerei poco, ma la coscienza...questa voce...è talmente elevata e forte che dovrei piegarmi alla richiesta.»
Nel 2011 potrebbe scendere in campo - piegato - per la poltrona da sindaco di Milano.
Ha già idea di chi potrebbe affiancarlo nella guida della città: Capanna vicesindaco;
ma tè, ma va là: che combinazione!
Claudia Mori assessore.
E magari il suo gatto come consigliere, il cane come capo della sicurezza, il canarino alla salute e il pappagallo alla geriatria, ospizi e ospedali.
- «Per appassionare la gente ad un progetto si potrebbe buttare giù Milano: la gente si divertirebbe a distruggerla; ricostruire le città ad uso dell'uomo e non viceversa, rifare le cose da capo!»
Beh, nella noia di tutti i giorni, quando non c'è un cazzo da fare e pensare, qualche colpo di mazza ci starebbe.
- «Dobbiamo riscrivere la lettera della storia perché il mondo è una lettera e ci sono segni che ci mettono paura come il vulcano che offusca il cielo, il petrolio che rovina il mare e allora come si va avanti così?».
Ah, il caro, dolce, tenero, romantico, animalesco "buon selvaggio": quelli sì, erano bei tempi, del beota e della beata ignoranza;
un cuore e una caverna per noi: una poltrona e una...Capanna per il Celentano.

Signore, Padre Nostro che sei nei cieli, in terra e in ogni dove, ti prego, ti scongiuro, mi prostro e ti adoro, esaudisci l'ultimo desiderio: dovesse essere eletto, dovesse trionfare in Sincretinismo Celentano-Capanna-Mori, dovesse mai regnare, il "Re degli ignoranti", fa che abbiano ragione i Maya e che, nel 2012, arrivi la fine del mondo.

Grazie.


Io, secondo me...17.05.2010