giovedì 15 settembre 2011

Fiaschi e Buttiglioni




MI perdonerà il buon Dio se, per parlare del mio, lo scomodo, ricordando quando fu al centro della partita “Epicurei contro Stoici”, dove due scuole di pensiero filosofico se lo contesero:

“[…] o non vuole togliere i mali o non può, o può e non vuole, o non vuole ne può o vuole e può. Se vuole e non può è impotente. Se può e non vuole è invidioso, il che non è da lui. Se non vuole ne può è invidioso e impotente. Se vuole e può, da che cosa deriva l'esistenza dei mali e perché non li toglie?”.

Arrovellarsi su tanto, non portò ai contendenti nessuna risposta esaustiva: praticamente se la cantarono e se la suonarono, senza venirne a capo.
Fu un fiasco, come si usa dire quando qualcosa porta a nulla di fatto.

Oggi noi abbiamo tolto la coda di paglia, rimanendo con solo con un vuoto a rendere: col…Buttiglione.

«Berlusconi passi la mano, lasci il governo e i suoi processi saranno bloccati!»

Questa è un’affermazione di una gravità pazzesca, ma nessuno ha fatto cagnara più di tanto;
eppure, sganghera uno dei cardini essenziali di un paese che si dichiara civile e democratico, ridicolizzando il bilancino con sotto il sacro scritto, che si rivelerebbe la più grande baggianata di tutti i tempi, ovvero che “La legge è uguale per tutti”.
La confessione dimostrerebbe che la stadera è tarocca e i pesi fessi.

Neppure un cervello elementare è riuscito a elaborare un concetto terra-terra, del tipo:
“O prima non voleva togliere le zecche dal pelo o non poteva, o poteva e non volle, o non volle ne poteva o volle e poteva. Se volle e non poteva, è impotente. Se poteva e non volle è insidioso. Se non volle ne poteva è insidioso e impotente. Se vuole e può, Giuda a confronto è santo”.

E la giustizia retta, dritta e reale come il famoso binario nove e tre quarti, della nota “fantasaga” di Harry Potter.

Per aver ruttato un tale venticello, il tipo deve avere le spalle coperte, che non bastano i muscoli suoi ad abbattere i pilastri delle toghe partigiane.
Deve per forza esserci una concertazione, delle reti fognarie sotterranee ben ramificate, dove scorre più merda che fango, pronto a essere canalizzato dove occorre.
Oltre alle condotte, anche le botteghe devono essere oscure, perché son quelle che c’hanno il guinzaglio e ordinano al cane dove azzannare o di portare l’osso - le intercettazioni - al mercato, per essere messe in piazza.
O Buttiglione s’è bevuto il cervello e ha dato fondo del suo, o è stato il portatore sano, come i ratti che trasmisero la peste.
L’hanno imbottigliato perché poi desse la stura a quanto vi avevano travasato, perché distribuito al consumatore.
Se un indizio non fa una prova, due cominciano a chiuder il cerchio e tre ne fanno la quadratura.

«Deve essere chiaro che, da parte nostra, non ci sarà proposito di ritorsioni» gli fa eco il Rutelli.

Se questa la tromba, risponde la campana:

«Ci aspettiamo dal premier un grande gesto di generosità: non ci saranno vendette» ci fa il Bocchino.

L’Italo deve aver chiesto lumi al duce suo, che si ricorda i salami appesi per i piedi, a piazzale Loreto.
Silvio, come un solo fortunato tacchino, nell’americano Giorno de Ringraziamento, il “Thanksgiving Day”, vince la grazia di non essere infornato, come tradizione.
Per una volta non si accoppa il maiale.
Manica di bambocci…o di Bombacci!

Scalfari c’è rimasto malissimo: lui che in “Dino Grandi Pisanu” aveva trovato il Bruto, per dare la prima pugnalata all’odiato “Berluscocesare”, magari al grido di “Veni…IDI, Vici”.

Se mai qualcuno ancora esiste, con le fette di salame sugli occhi e la convinzione che le toghe di Milano o Napoli sono “imparziali”, vergini vestali e neutre come gli svizzeri, pazienza: probabilmente fanno parte di chi scrive ancora la lettera a Gesù Bambino, aspetta Babbo Natale e mette il calzino accanto al camino, in attesa della Befana.

Fossimo in floridezza, ad avere, come si dice, solo “fastidi grassi”, passi.
Ma stiamo affrontando una crisi economica che fa tremare i mercati di tutto il mondo, come il terremoto la forma di budino.
La nave imbarca acqua, e c’è chi fa altri buchi, sperando di diventarne capitano, credendo di poter galleggiare sugli altri.
Sicari armati di mazze, bombe carta e Molotov escono dai Centri Sociali - caserme rosse - per spaccare, pestare, fare macerie a comando, razziare e rubare con licenza di “esproprio proletario”.
Li abbiamo ad assediare la Val di Susa, contro i cantieri dell’alta velocità che dovrebbero completare e collegare la Torino-Lione con il resto del mondo.
Cavall e biroc…cavallo e carretto; a questi parassiti basta il primo perché ha un bel pelo da “okkupare”, e l’altro per portarli a spasso.
Questi i devastatori;
giudici allineati e compiacenti a fare i guastatori, a scavare le gallerie per mettere le mine sotto le fondamenta;
un meccanismo politico giurassico che ciuccia il latte del paese, abbarbicato come l’edera che soffoca la pianta.

Proprio un bel quadretto, un bel salto: dal Quarto Stato sono passati al Sesto…san Giovanni.
Fanno proprio...Penati.

Quando il più pulito c'ha la rogna, Il "peggiore " di essi andrebbe sospeso, con le budella del…"Migliore".

Il teatrino ha visto i topi fuggire: La Bindi, con Fassino e D’Alema fanno a gara, per lasciare in fuorigioco il Gigetto Bersani e questi dice che non sapeva ‘na beata fava, della piattola che si portava sotto.
Come i nonni facevano, con quelli caduti in disgrazia, eccoli a ritoccare le fotografie: Il Filippo in disgrazia s’è visto castrato dal vicino simbolo del partito e anche il” Giggino” suo s’è fatto ritagliare dalle foto ricordo, il tutto nell’intento di allontanare il più possibile il lebbroso.

Bisogna tagliare al più presto il ramo secco prima che, trovandone saldatura, si scoprano altri, attaccati a un tronco, e questo con profonde radici.

E poi siamo al ridicolo di invitare un Berlusconi ad andarsene con grazia ricevuta, per aver solo colto delle "prugnette", mentre c’è chi ha succhiato sangue.

Dal fiasco al Buttiglione: la disfatta è completa.


Io, secondo me...15.09.2011