giovedì 22 settembre 2011
Gioppino
Ma che ci stiamo a fare ancora con questo gioppino?
Bravi tutti, cani e porci, ma l’Italia no, anche se le basi per gli scatolozzi volanti, le bombarde spaziali, gliele abbiamo date, aggiungendo pure nel novero qualche volatile dei nostri.
E ci siamo sobbarcati pure di scafisti e “scappisti”, ovvero quelli che dalla Libia in fiamme sono fuggiti, per approdare alle italiote sponde.
Quelli, tanto per intenderci, che erano “profughi” a Lampedusa e poi “clandestini” al valico di Ventimiglia, al momento di voler migrare nelle terre e rigettati dalle orde galliche.
Baci e abbracci per tutti: “Regno Unito, Francia, Danimarca e Norvegia” in primis ma, un successone “grazie al contributo di molte nazioni”.
Giusto perché è in orgasmo, ci mette pure la Lega Araba, Tunisia ed Egitto, per gli “sforzi umanitari”.
Bamba!
Più che successo, è sul cesso che il carboncino ha dato il meglio degli “sforzi” e delle spinte sue.
Che minchia ci stiamo a fare in Afghanistan a crepare o a renderci ridicoli in Libano, dove guardavamo a Israele mentre Hezbollah si riempiva gli arsenali di missileria dietro le nostre terga?
Via, subito a casa.
Che ci restino Regno Unito, Francia, Danimarca e Norvegia e ci rimpiazzino con Lega Araba, Tunisia ed Egitto.
Anzi, tanto che ci siamo, si prenda i suoi accampati in casa nostra e se li riporti alla Casa Bianca, così potrà continuare a giocare ai soldatini.
Il perticone, in politica estera, ha fatto figura del “Grand e gross e ciula”: grande, grosso e fesso.
Non lo prende più sul serio nessuno.
Ahmadinejad gli fa pernacchie; Hezbollah e Hamas hanno tric-trac e bombe a mano che ne coprono voce chioccia; Assad se ne fa un baffo e i talebani “moderati” li vede solo lui, nei libri di favole che legge, mentre gli altri, gli riuscisse di prenderlo, gli faarebbero fare il “femminiello”.
Tutti fanno quel che vogliono, alla faccia di questo patetico gioppino con le braghe a stelle e strisce.
Assad, in Siria, sta tritando peggio del macinato che, si voleva, fosse appannaggio del Gheddafi.
Altro che “sforzi umanitari”.
Al tempo, il giuggiolone “iuessei” ha lasciato che in piazza, a Teheran, i ragazzi dell’”Onda Verde” appassissero, sotto i colpi di spranga, fucile e corda del nanerottolo bauscia iraniano.
Non ha fatto un bè...certamente tanti, di bèèèè-bèèèè-bèèè!
Gongola come un tontolone per Tunisia ed Egitto, ma tutti hanno visto quanto sia rimasto imbambolato e con il ciuccio in bocca, quando i ribaltoni sono accaduti.
Salvo poi cercare di far buon viso a cattivo gioco ed allinearsi, rassegnato, che a tanto terremoto e relativo bradisismo, lui ha contrapposto vigoroso bradipismo.
Come il Pisolo dei sette nani, dorme che è un piacere.
Sarkozy mette la zeppa sotto i piedi, si erge in tutta la sua bassezza, gonfia il petto e parte in quarta, mettendo tutti davanti al fatto compiuto nel fare una guerra in piena regola;
degno dei migliori pirati dei Caraibi, assaltando i pozzi di petrolio e gas della Libia, con la scusa di cacciarne l’amministratore e fregarne il posto, per poi sfrattarlo e soffiagli le pompe benzinaie.
L’Obama, con il pollicione a succhiotto in bocca e l’orsetto a spalla, ci va a rimorchio.
Ancora, come sempre, fuori tempo e gioco.
In Egitto e Tunisia premono ora i Fratelli Musulmani, mentre in Libia cellule organizzate, in odore quaidista, stanno mettendo radici, anche se il Sarkozy e la sua “signora”, il Cameron, sono andati a “marcare” il territorio.
Staremo a vedere, se non si stava meglio quando si stava peggio.
Comunque vada, il perticone non ne ha mai azzeccata una, facendo ora da palo, ora da gregario.
Con i suoi cazzi di “subprime”, ha intossicato il mondo;
quando cominciò a sgonfiarsi la bolla immobiliare statunitense e, contemporaneamente, molti possessori di mutui divennero insolventi a causa del rialzo dei tassi d’interesse, c’impestò quanto mai, che ancora oggi siamo a pagarne le conseguenze.
Senza contare che c’ha le palle legate con il cordino alla Cina, suo principale creditore.
Ora è pure “incaprettato”, che un Erdogan da “mamma, lì turchi!” lo avvolge come un salame, costringendolo al guinzaglio, se vuole mantenere quelle basi tanto vitali, nella terra sua, del Recep Tayyip.
Il Barack...l’Obamba: la peggior sbronza del mondo occidentale, che da subito gli ha firmato cambiali...in bianco, anticipandogli addirittura un Nobel per la pace, prima ancora che mettesse i dentini da latte e cominciasse a gattonare.
Ecco come s’è ridotto: ad un maestro di cerimonie, con tanto di galloni dorati e brillanti, a far la lucciola ad un universo infinitamente vuoto.
Giusto ormai gli rimane il “phisique du role”, il fisicaccio del cane da riporto.
«Obamba, dai, su: vai a prendere il legnetto!»
Pistola di un “iuessei”!
Io, secondo me...22.09.2011