Fighettobuonisti
“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”;
sono alcune parole di “Via del Campo“, una canzone che
Fabrizio De André cantava nel lontano ’67.
Oggi abbiamo la prova della ricchezza del letame: oltre a
petali e boccioli, a ben rovistare, ci si può trovare del brillante;
se non proprio diamanti, certamente luccicanti svanziche,
belle monetine d’oro.
«Ora l'omicida deve PAGARE!
A Mark Gjoni e Marie non era riuscito di crescere bene il
figliolo, che non si era dimostrato valore aggiunto.
Mark Gjergi si rivelò un poco di buono, un avanzo, ma di
galera;
di necessità, virtù, eccoli a far tesoro del vecchio detto:
“Pecunia non olet”, Il denaro non ha odore.
Se da vivo il Gjergi non contava una beata fava, che produca
almeno da morto: si ricicli, a ingrassare l’asfittico portafoglio di famiglia.
Giusto per non apparire tanto sfacciati, eccoli usare la
frase di rito:
«Vogliamo avere GIUSTIZIA […] se nostro figlio ha sbagliato,
ha sbagliato molto di più chi l’ha ucciso.»
La ciliegina sulla torta:
«[…] ci affidiamo alle autorità italiane: siamo certi che i
magistrati e i giudici sapranno dirci la verità su quanto è accaduto.»
“Autorità” e “Giudici” italioti sono famosi all’estero, per
l’occhio di riguardo ai tanti piagnoni: zingari, termine altrimenti edulcorato
in gitani, sinti, rom e variegate bande dell’est, alla cerca di lidi
accoglienti, dove uscire impuniti.
Autorità italiane = Bancomat.
Giustizia italiana = palanche.
Il piccolo Mark, che come ogni “scarafone” è bello a mamma
sua, assieme a dei complici, s’introdusse nella villetta di Vaprio d'Adda, non
certo per una visita di cortesia;
Francesco Sicignano, pensionato 65enne non cercava rogne, ma
quelle hanno trovato lui, nelle sembianze di Gjoni & Company, premiata
associazione per delinquere.
Il copione non viene rispettato, ed è Gjoni a essere seccato.
Il “Fighettobuonista” di turno sbraita: «era disarmato!»
“Gennaio 2015: Massacrato a calci e pugni e lasciato senza
vita nel bagno di casa, una villa isolata in via Mattonata, a Mentana, alle
porte della Capitale. È morto così Lucio Giacomoni, settantuno anni, medico in
pensione […] era riverso a terra, nel bagno, con il volto tumefatto a causa
delle percosse […] fermati tre stranieri di nazionalità romena: nella casa di
uno di loro sarebbero stati trovati oggetti rubati nella villa, tra cui un
computer”.
Fresca fresca:
“Agosto 2015, Catania - Coppia di 70enni uccisi: lui
sgozzato, lei lanciata dal balcone. Fermato un ivoriano che vive nel Cara di
Mineo”.
Nell’uno e nell’altro caso, i figli di buona donna avevano
usato anche le mani!
Beh, per accoppare degli ultrasettantenni, spesso basta un
soffio che, se cadono, si rompono da soli.
Quelli riportati sono solo una goccia nel mare: ormai la
cronaca neanche più riporta casi simili, ormai “banali", nel contesto
della notizia e nell’interesse, dove il corpaccione sociale ormai si è
assuefatto a simili amenità.
Della serie che fa più notizia l’uomo che morde il cane, è
l’”anormalità” a far rumore: quando è la pecora che ammazza il lupo!
“La famiglia di Albano Cassol, il nomade ucciso mentre
tentava di rapinare la gioielleria Zancan, a Ponte di Nanto, sta consultando un
legale per costituirsi parte civile e ottenere così un risarcimento dal
benzinaio Graziano Stacchio, che è intervenuto per difendere la commessa del
negozio”.
Sciacalli che, non trovando a chi vendere la propria madre,
cercano almeno di farlo sulla pelle dei consanguinei più prossimi.
Come i pescecani, pronti a sbranare pure il simile, solo
avesse la sfiga di farsi un taglietto.
Questi per profumo di sangue; i bipedi nostri, per quello
dei soldi.
C’è chi urla al Far West, allo sparo facile, al “tiro al
rom(eno)/albanese/altro” e cazzate simili.
“Una donna di circa cinquant'anni è stata violentata nel
corso di una rapina in villa […] alla periferia di Perugia. Nell’abitazione si
trovava in quel momento anche la nipote, di pochi anni, che comunque non ha
assistito allo stupro”.
L’epilogo più amato dai “Fighettobuonisti”, pronti a
piangere lacrime cipollose:
“Difende la fidanzata: quattro colpi dai banditi. Rapina in
villa: «La ragazza viene con noi». Lui è legato ma si ribella: lo uccidono […]
scene da Arancia meccanica, in un tranquillo borgo dell'Umbria, Ramazzano,
mille anime alla periferia di Perugia. Tre banditi venerdì notte arrivano alla
villa di Bruno Rosi e di sua moglie Ivana. Due dei banditi sono sicuramente
armati - di una 7.65 e di una calibro 9 - perché di lì a poco cominceranno a
sparare”.
In casa, non erano soli.
“Bruno Rosi e sua moglie hanno ospiti a cena: c'è il loro
figlio Luca, trentotto anni, che ha preso il posto del padre in banca,
all'Unicredit. C'è poi la sua bella fidanzata Mary, trentaquattro anni, alta,
magra, capelli neri, cassiera all'Eurospin di Ponte Felcino. E infine c'è il
piccolo Lorenzo, di otto anni”.
Arrivano gli “ospiti”.
“[…] i banditi sfondano la portafinestra della cucina, sul
retro. Sono vestiti di nero, con i guanti e i passamontagna e i due con la
pistola cominciano a sparare dentro il camino acceso, per terrorizzare i
presenti. «Questa è una rapina», gridano con un forte accento dell'Est Europa”.
Questo è il VERO FAR WEST!
Fatto quel che dovevano fare “[…] i tre CHIEDONO A MARY di
seguirli […] Al ragazzo, però, viene in mente lo stupro”.
Oggi Bruni non è più tra noi: alla reazione, lo freddano
come un cane.
I “Fighettobuonisti” trassero dal repertorio, tagliando
cipolle per lacrimare, battendosi il petto e strappandosi i capelli.
Fa chic, è elegante e si sentono migliori, quasi “umani”,
differentemente dai trogloditi come me, che menano di clava.
Sono bravissimi a fare i froci con il culo degli altri!
Fino a che non capita a loro o ai propri cari, a essere
(ab)usati.
Allora invocano la bomba atomica, la pena di morte, la
bollitura nell’olio.
Grunf!
In profonda fase di regressione, grugnendo, mostro la fronte
bassa e ripida, l’arcata sopraccigliare molto sviluppata, il naso grande e
largo, spiovente, con prognatismo e mento sfuggente, rientro nella mia
spelonca.
Dove ho lasciato la clava… ah, eccola, la mia fedele
compagna, sotto il sasso che mi fa da cuscino.
Grunf… ronf… ronf!!
Io, secondo me... 26.10.2015