lunedì 26 ottobre 2015

Fighettobuonisti

“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”;
sono alcune parole di “Via del Campo“, una canzone che Fabrizio De André cantava nel lontano ’67.
Oggi abbiamo la prova della ricchezza del letame: oltre a petali e boccioli, a ben rovistare, ci si può trovare del brillante;
se non proprio diamanti, certamente luccicanti svanziche, belle monetine d’oro.

«Ora l'omicida deve PAGARE!

A Mark Gjoni e Marie non era riuscito di crescere bene il figliolo, che non si era dimostrato valore aggiunto.
Mark Gjergi si rivelò un poco di buono, un avanzo, ma di galera;
di necessità, virtù, eccoli a far tesoro del vecchio detto: “Pecunia non olet”, Il denaro non ha odore.
Se da vivo il Gjergi non contava una beata fava, che produca almeno da morto: si ricicli, a ingrassare l’asfittico portafoglio di famiglia.
Giusto per non apparire tanto sfacciati, eccoli usare la frase di rito:
«Vogliamo avere GIUSTIZIA […] se nostro figlio ha sbagliato, ha sbagliato molto di più chi l’ha ucciso.»
La ciliegina sulla torta:
«[…] ci affidiamo alle autorità italiane: siamo certi che i magistrati e i giudici sapranno dirci la verità su quanto è accaduto.»
“Autorità” e “Giudici” italioti sono famosi all’estero, per l’occhio di riguardo ai tanti piagnoni: zingari, termine altrimenti edulcorato in gitani, sinti, rom e variegate bande dell’est, alla cerca di lidi accoglienti, dove uscire impuniti.
Autorità italiane = Bancomat.
Giustizia italiana = palanche.
Il piccolo Mark, che come ogni “scarafone” è bello a mamma sua, assieme a dei complici, s’introdusse nella villetta di Vaprio d'Adda, non certo per una visita di cortesia;
Francesco Sicignano, pensionato 65enne non cercava rogne, ma quelle hanno trovato lui, nelle sembianze di Gjoni & Company, premiata associazione per delinquere.
Il copione non viene rispettato, ed è Gjoni a essere seccato.

Il “Fighettobuonista” di turno sbraita: «era disarmato!»

“Gennaio 2015: Massacrato a calci e pugni e lasciato senza vita nel bagno di casa, una villa isolata in via Mattonata, a Mentana, alle porte della Capitale. È morto così Lucio Giacomoni, settantuno anni, medico in pensione […] era riverso a terra, nel bagno, con il volto tumefatto a causa delle percosse […] fermati tre stranieri di nazionalità romena: nella casa di uno di loro sarebbero stati trovati oggetti rubati nella villa, tra cui un computer”.

Fresca fresca:
“Agosto 2015, Catania - Coppia di 70enni uccisi: lui sgozzato, lei lanciata dal balcone. Fermato un ivoriano che vive nel Cara di Mineo”.

Nell’uno e nell’altro caso, i figli di buona donna avevano usato anche le mani!
Beh, per accoppare degli ultrasettantenni, spesso basta un soffio che, se cadono, si rompono da soli.
Quelli riportati sono solo una goccia nel mare: ormai la cronaca neanche più riporta casi simili, ormai “banali", nel contesto della notizia e nell’interesse, dove il corpaccione sociale ormai si è assuefatto a simili amenità.
Della serie che fa più notizia l’uomo che morde il cane, è l’”anormalità” a far rumore: quando è la pecora che ammazza il lupo!

“La famiglia di Albano Cassol, il nomade ucciso mentre tentava di rapinare la gioielleria Zancan, a Ponte di Nanto, sta consultando un legale per costituirsi parte civile e ottenere così un risarcimento dal benzinaio Graziano Stacchio, che è intervenuto per difendere la commessa del negozio”.

Sciacalli che, non trovando a chi vendere la propria madre, cercano almeno di farlo sulla pelle dei consanguinei più prossimi.
Come i pescecani, pronti a sbranare pure il simile, solo avesse la sfiga di farsi un taglietto.
Questi per profumo di sangue; i bipedi nostri, per quello dei soldi.

C’è chi urla al Far West, allo sparo facile, al “tiro al rom(eno)/albanese/altro” e cazzate simili.
“Una donna di circa cinquant'anni è stata violentata nel corso di una rapina in villa […] alla periferia di Perugia. Nell’abitazione si trovava in quel momento anche la nipote, di pochi anni, che comunque non ha assistito allo stupro”.
L’epilogo più amato dai “Fighettobuonisti”, pronti a piangere lacrime cipollose:
“Difende la fidanzata: quattro colpi dai banditi. Rapina in villa: «La ragazza viene con noi». Lui è legato ma si ribella: lo uccidono […] scene da Arancia meccanica, in un tranquillo borgo dell'Umbria, Ramazzano, mille anime alla periferia di Perugia. Tre banditi venerdì notte arrivano alla villa di Bruno Rosi e di sua moglie Ivana. Due dei banditi sono sicuramente armati - di una 7.65 e di una calibro 9 - perché di lì a poco cominceranno a sparare”.
In casa, non erano soli.
“Bruno Rosi e sua moglie hanno ospiti a cena: c'è il loro figlio Luca, trentotto anni, che ha preso il posto del padre in banca, all'Unicredit. C'è poi la sua bella fidanzata Mary, trentaquattro anni, alta, magra, capelli neri, cassiera all'Eurospin di Ponte Felcino. E infine c'è il piccolo Lorenzo, di otto anni”.
Arrivano gli “ospiti”.
“[…] i banditi sfondano la portafinestra della cucina, sul retro. Sono vestiti di nero, con i guanti e i passamontagna e i due con la pistola cominciano a sparare dentro il camino acceso, per terrorizzare i presenti. «Questa è una rapina», gridano con un forte accento dell'Est Europa”.
Questo è il VERO FAR WEST!
Fatto quel che dovevano fare “[…] i tre CHIEDONO A MARY di seguirli […] Al ragazzo, però, viene in mente lo stupro”.
Oggi Bruni non è più tra noi: alla reazione, lo freddano come un cane.
I “Fighettobuonisti” trassero dal repertorio, tagliando cipolle per lacrimare, battendosi il petto e strappandosi i capelli.
Fa chic, è elegante e si sentono migliori, quasi “umani”, differentemente dai trogloditi come me, che menano di clava.
Sono bravissimi a fare i froci con il culo degli altri!
Fino a che non capita a loro o ai propri cari, a essere (ab)usati.
Allora invocano la bomba atomica, la pena di morte, la bollitura nell’olio.
Grunf!
In profonda fase di regressione, grugnendo, mostro la fronte bassa e ripida, l’arcata sopraccigliare molto sviluppata, il naso grande e largo, spiovente, con prognatismo e mento sfuggente, rientro nella mia spelonca.
Dove ho lasciato la clava… ah, eccola, la mia fedele compagna, sotto il sasso che mi fa da cuscino.
Grunf… ronf… ronf!!


Io,  secondo me... 26.10.2015

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