venerdì 13 giugno 2008

Colombo di pace

Vorrei tranquillizzare i più e dire: - «Sarò breve», ma stavolta no, non posso, perchè riduttivo, come tentare di spiegare l'universo affermando che, alla fine, il tutto si riduce ad un gioco di scontri tra biglie di varia dimensione e rimbalzi di sponda.

Ci sono momenti nella vita che, per quelli come me, comuni mortali, pare di toccare il cielo, d'essere arrivato ad un passo dal concederti attenzione, trattarti meglio, sentirti importante, risplendere, fosse anche per effetto di semplice luce riflessa: la fortuna di avere trovato la posizione migliore per ricevere e convogliare quel calore, come un vecchio dinosauro al cospetto del sole;
ti senti realizzato, completato, appagato: percepisci la tua unicità, seppure particella, nel carnoso gruppo che ti circonda e di cui riconosci abbraccio.
No, non è vanità ma, circondato da persone eccezionali, ognuno con corposi vissuti e sostanziose qualità, acquisti fiducia, conoscenza, relazione, collocazione e ne diventi valore aggiunto.
La pagella, i "crediti", gli amici, prendono forma, e si chiamano Fabio, Andrea, Mauro, Daniel, Claudia, Alessandra, Adriana e...e...tanto per fare nomi;lista senza gerarchia e cognomi, per non correre il rischio che, una memoria burrosa e volatile, faccia scivolare via qualcun altro, non meno grande perchè dimenticato ma vittima di quel mio gommino mentale.
Un primo assaggio, un incontro con il "nostro" Magdi Cristiano Allam l'avevo avuto, ma in forma più "ristretta": poche persone, seppur notevoli, ma in numero contenuto, giusto a starci in un salottino;
questa volta invece si trattava del "nientepopodimenoche" Istituto Salesiano, intitolato ad uno dei santi più amati dalla mia Milano, Ambrogio;la "stanzetta" di ritrovo era un pochino più ariosa, chiamata e dedicata ancora alla santa buonanima.
In pratica era un'aula, con i suoi bravi banchi e il telo dietro la cattedra dell'oratore, che mi pareva d'essere tornato ad avere il batticuore, le palpitazioni, il cuore a tamburello dell'alunno alla prova d'esame;
e già, perché, all'atmosfera da "chi interroghiamo oggi", s'era aggiunta lei, la Valentina, e mica una qualunque, ma la Colombo, ora signora Allam !
Grattando nello sgabuzzino mentale, lentamente affiorava l'elenco del "caspiterinacosaècostei";
non è solo "la bella moglie di", ma la conferma che, dietro ad un grande uomo, c'è sempre una gran donna e, a tanta grazia e ben di Dio, segue sostanza:
ricercatrice presso l'IMT ( Scuola di alti studi ) di Lucca, cura la rubrica "Nuovi Averroè", sulla rivista "Tempi", è la traduttrice del premio Nobel per la letteratura Nagib Mahfuz e di tanti altri autori arabi, collabora con il Center for the Liberty in the Middle East ( Bruxelles / Washington ) ed è Senior Fellow presso L'European Foundation for the Democracy ( Bruxelles ) e, scusate se è poco, è pure scrittrice e ha pubblicato i suoi bei libri.
Ora, tutto questo dire, per collocare me in confronto ad una come lei, e non solo nel banco.
- «Oh, che piacere, finalmente conosco Giuseppe ! », e fino a qui, tutto bene:
altri, prima di lei, hanno pronunciato la fatidica frase, per poi pentirsi;
si afferma che errare è umano, ma è il perseverare che è diabolico:
- «...bene, adesso io mi siedo qui e tu di fianco».
E te pareva: ecco l'ennesima riedizione di "La bella e la bestia".
Ussignur, non è colpa mia: il Padreterno, al momento di darmi forma c'aveva, in una mano il modello, che era una via di mezzo tra Brad Pitt e Tom Cruise;
Gabriele, l'arcangelo, gli era venuto a dire che gli avevano fregato una mela e lui s'è distratto un attimo ed ecco qui: l'assemblato tra Yul Brinner e Giorgio Gaber, che invece d'avere il naso del primo e i capelli del secondo, mi sono trovato la pelata di uno e la proboscide dell'altro !
Una leggenda metropolitana vorrebbe che il profilo greco piaccia alle donne: non c'ho creduto più da quando una, sulla spiaggia, m'ha pregato di stare di profilo, che non c'aveva l'ombrellone !
«Beh», mi sono detto, «è tipico delle donne, l'istinto materno, che le fa prestare maggiore attenzione al figlio venuto peggio, anche se non è il suo» e Valentina, nell'attesa di festeggiare il primo compleanno di quello splendore di bimbo loro, che è Davide, possiede indole e inclinazione, a dare abbuoni e consolazione ai meno fortunati.
Finalmente il nostro Cristiano arriva ed è tutto nostro, per un tempo sempre avaro, per chi non lo vorrebbe mai con il contagocce.
La presentazione è importante, uno per uno, che finalmente si materializza anima e corpo di tanti, altrimenti "fantasmini" della rete;
superato "l'esame finestra", nel senso che non mi hanno buttato da quella, ecco, nella nuova materialità acquisita, metabolizzare quanto Cristiano ha in progetto di fare e offrire a breve, una piccola rivoluzione e rivelazione di quanto voglia prepararci a sfide più grandi, a passare oltre, a non restare semplici voci, che si palleggiano teorie senza poi dare forma a nulla di pratico.
Non basta il puntare il dito su quello da non fare, che non va bene, ma anche dare concretezza al potenziale di tante belle menti, che una sapiente regia ha saputo mettere assieme, a formare una forza, una testa d'ariete che sappia sì abbattere quel che non sta in piedi, ma gettare anche fondamenta su altro che abbia basi consolidate.
Timonieri ne abbiamo: Cristiano, Valentina e collaboratori "stretti", che ancora il girovita non mi permette d'essere tra quelli, ma dobbiamo trovare la battuta di tamburo, perché si remi a tempo e la nave navighi spedita, ad andare lontano e non girare in circolo vizioso.
Allo studio i mezzi tecnici e tecnologici;a seguire, corsi di "tamburellite", a trovare il sincronismo del muovere ordinati ed essere penetranti, come una falange.
Ben disponibile di ritornare a scuola, sperando di non finire dietro la lavagna, con il cono in testa e le orecchie d'asino, ritagliate con il cartone.
Otterremo vitalità, perché avremo, assieme, coscienza e conoscenza;dal penso, quindi "ci" sono, al penso, quindi sono: dal semplice esistere ad essere, dal mangiare per vivere, ma anche per crescere e, dal maturato al divenire.
Non saremo ne resteremo una delle tante unità immobili, paralitiche, stagni senza più affluenti, impressi nella rete digitale come insetti sulla carta moschicida:
Non ringrazierò mai abbastanza il buon Dio per avermi fatto incrociare le strade di persone così, come dei tanti amici, di cui mai neppure avrei potuto pensarne l'esistenza o venire a contatto, se un disegno, che io credo superiore, non avesse fatto sì che un ragnetto laborioso avesse a tessere la tela e unire al centro le tante parti.
Come in ogni aula, per alunni e maestro, suona la campanella: il segnale che Cristiano deve migrare nel vicino Auditorium, all'incontro con il Rettore maggiore dei salesiani nel mondo, Pasqual Chavez;
ecco il ritrovare e rinnovare l'opera di Don Bosco, i frutti della sua ricerca e attenzione ai bambini, a farne uomini e donare valori: con soddisfazione di entrambi, ecco Monsignore indicare Magdi Cristiano come esempio vivente, lavoro di quel tempo, in questo spazio, semina di quel Santo e della Provvidenza.
Più di cinquant'anni ci sono voluti, ma dai fiori la pianticella è passata al frutto, ed ecco la conversione;
nei tempi e nei modi, come volontà di Dio, dai cui piedi Cristiano non si è mai allontanato, perché da sempre il suo cuore gli appartiene.
Valentina, più tardi, parlandoci della decisione che prese di diventare traduttrice e imparare l'arabo, disse che la cosa nacque quasi per scherzo e per caso ma - ascoltami, Valentina - non è vero:
la tua strada doveva trovare quella di Cristiano e da voi doveva essere Davide;
Voi siete nati da sorgenti lontane, ma ad affluire, dopo un tormentoso cammino, per specchiarvi negli occhi del vostro bimbo.
Come dice una bellissima canzone dei figli d'Israele: "Era scritto nelle stelle";
e i Salesiani hanno servito e seguito Dio, lo hanno onorato come loro solito, secondo loro natura e senza l'uso della spada.
Tanti hanno seguito le parole di Chavez, il dire di Allam, il portare a galla l'oro che c'era in quel corso;
la gente, quella che tu ami e a cui ti piace mischiarti, caro Cristiano, mi ha fatto sudare:
l'emozione che si era creata in ognuno aveva innalzato temperatura e palpiti.
Te ne sei accorto vero, amico nostro ?
La cena di commiato, ti ha visto arrivare tardi: l'amore della gente ti ha rapito, rubando un poco di te al tempo che ti voleva solo nostro, ma non importa, che quando sei felice ti brillano gli occhi, e avrei voluto che si spegnessero le luci, per vedere ancora meglio quel brillio.
Tra pochi giorni il vostro “aeroplanino magico”, Davide, festeggerà il suo primo anno di vita.
Mi ritornano in mente le parole di Suor Pier Teresa, che aveva raccolto le speranze di una persona meravigliosa, dove non era importante che tu fossi in una scuola cristiana, ma che crescessi bene;
quella persona speciale era la tua mamma, caro amico nostro, e il giorno del compleanno di "Ghighè", lascia un posto che, anche se sembrerà vuoto, non è vero:
lei ci sarà, felice, con voi.
Me ne sono andato e, nonostante avessimo scavalcato un giorno, con la sensazione che un genietto dispettoso avesse accorciato le ore.
- «Arrivederci»: un saluto al responsabile degli "angeli custodi";
nella saletta successiva, al resto dei meravigliosi "ragazzi" della scorta, ho preferito un «Buonasera», nel timore che si fossero parlati per radio e, il loro capo, gli avesse detto di stare attenti, che quel tipo proferiva minacce: non c'era bisogno che dovessero rivedere la sua brutta faccia.
A loro, ripeto quanto già detto, ma con riconoscenza:

- «Ragazzi, grazie d'esistere ! »

Io, secondo me...13.06.2008

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