La frase "Meglio prevenire che curare" suona così banalmente logica e comune da offrire pochi stimoli ad una vita che reclama emozioni forti, da consumare all’ombra del "Vivere velocemente e morire presto", una sigaretta da bruciare nel giro di un respiro.
Solo dopo la sbornia t’accorgi quanto si sta male, quanto era preziosa la lentezza nel costruire qualità invece che l’ubriacante indigestione di quantità.
Non chiudiamo la stalla quando sono scappati i buoi: diamo fuoco alla stalla con dentro pure quelli !
Ciuchi di birra, siamo a ruttare reboanti proclami e vigorosi propositi: «Mai più !»
Passata la fiammata alcolica, siamo ad allungare con acqua.
Quel giorno, la povera Giovanna Reggiani fu violentata e uccisa da quella bestia di Nicolae Mailat, immondizia umana con animalesco istinto nell’abbandonare sua tana per occuparne altra più sicura, vicina al pascolo delle prede.
L’Italia è caravanserraglio per ogni bipede peloso, senza distinzione per cosa nasconde sotto pelle.
Innumerevoli si contano gli appartenenti al branco dei Mailat, e il fatto di non numerare morti ogni giorno è puramente casuale, che più non si contano reati di scippi, furti e rapine perpetrati da questi abbonati del crimine.
Prevenire e dissuadere sono imperativi, più che risposta conseguente e logica.
Mailat, con la sua omicida brutalità, fece scaturire un fuoco fatuo, una scintilla subito spenta: un Consiglio di Ministri si convocò, per deliberare legge, a spedire, fuori porta e a calci in culo, cittadini comunitari ritenuti pericolosi.
Durò come la vita d’Effimera, insetto con ciclo vitale molto breve: mai trombonate bellicose seguì festosa e vittoriosa fanfara, che non si voleva deportazioni, ma giustizia e non vendetta.
Giustizia...all’italiana poi: fortunato chi mi legge solo, che non vedrà mai l’ampio sorriso che forma mezzaluna sotto il mio naso, al solo pronunciare quella che ormai è barzelletta riconosciuta.
Poche decine le espulsioni, e non perché abbiamo in casa schiere di virtuosi: vantiamo troppi amministratori e politicanti incompetenti e impotenti, neppure capaci di salvare frattaglie di faccia e dignità applicando la Direttiva Europea, sul divieto di soggiorno di stranieri senza mezzi di sostentamento.
Forse perché questi, quando privi, li rubano.
Ora, non si meni il torrone che io sia...Fontana di qualunquismo, populismo e portatore di "-ismi" vari: moltissimi sono gli onesti, ma quelli non delinquono, e descrivo pieghe e piattole sotto gli occhi e sulla pelle di tutti;
e visto che sono a sciacquarmi la bocca con fiele e aceto, offrirò il bicchierino della staffa, quello d’amaro digestivo, a chi ha costanza e coraggio nel leggermi fino in fondo.
Tema: sistemi dissuasivi.
Svolgimento.
Roma. Salone, periferia est tra la Collatina e Tiburtina; campo sosta per nomadi: dotazione di piscina, abitazioni con condizionatore d’aria e riscaldamento a pompa di calore, parco giochi per bambini, altalene, aiuole curate, campi di calcetto e ludoteca oltre ad un asilo nido.
Bello, che il vedere tutto questo assieme la più parte dei comuni deve usare il binocolo, cosi come i romani.
A pensare bene e accreditare buona fede, credo che tutto sia stato frutto di grossolano errore di trascrizione:
il «si faccia !» era preceduto da un «Per i rumeni: », invece che «Per i romani: » che logica vuole precedenza per chi lì ci campa e, per questo, paga per coltivare servizi di cui altri poi colgono frutto.
Se è giusto "[...] realizzare le condizioni di recupero della qualità ambientale degli spazi urbani, destinati agli insediamenti rom, e creare aree dedicate ai servizi socio-educativi della popolazione nomade pre-scolare", a maggior ragione si può pretendere che quanto, sia abbondanza solo dopo che le vacanze, prima che ROMene, siano Romane;
se la coperta è corta, non è giusto che siano gli indigeni a dormire scoperti e gli "Orbi" vedano e godano del Paradiso prima degli "Urbi" che, se scontenti, possono continuare cammino, a cercare un nuovo sol dell’avvenire:
la loro casa e su ruote, la nostra no !
Io, secondo me...29.02.2008
venerdì 29 febbraio 2008
giovedì 28 febbraio 2008
casermAtti di guerra
- «Nel nome di Dio il Clemente, il Misericordioso…»
Perché, mi chiedo, perché sporcare l’essere divino impastandolo con lo sputo, che abbonda nella bocca di bestie immonde quali sono quelle di Hamas ?
Quanto mi fa mulinare a palette le sante orbite dei delicati zebedei, quando simile scarto umano usa introdurre i concetti più immondi facendoli precedere da un inflazionato "Nel nome di Dio il Clemente, il Misericordioso".
Quale entità divina poserebbe mano benedicente sulla cozza d’assassini, che ammaestrano e addomesticano bambini per farne ogive esplodenti, dopo averli privati dell’innocenza infusa per far posto alla polvere da sparo ?
- «Bel bambino palestinese, è Allah che lo chiede», sibila la serpe all’orecchio dei bimbi.
- «Maledetto coglione orbitante: è il tuo corteggiare la morte che lo vuole, sottospecie di bipede ambulante !»
Ecco, l’infanzia violata e stuprata dal terrorismo islamico, che invade e si appropria anche di quell’infantile e puro mondo fantastico, per popolarlo con la marcia decomposizione e il degrado del lurido e mortifero pensiero, che li ha già introdotti nell’intestino, budello e tubo di scarico della Storia !
La tv palestinese Al Aqsa ha messo in onda l’ennesima serie di cartoni animati per convincere i piccoli a firmare una cambiale in bianco, ad ipotecare il futuro quando, presentata all’incasso, vorranno onorata con la cessione della vita.
Non è la prima volta, e non sarà l’ultima, dove si utilizzano famosi personaggi dell’immaginario e immaginifico fanciullesco per usarli da persuasori occulti ed insidiosi, il cui velenoso messaggio andrà a far da scolorina e imprimersi in quelle semplici menti, da usare come sacchetti per gettarvi immondizia.
"Nel nome di Dio il Clemente, il Misericordioso"…
- «Ma andate affanculo, macellai !!»
"Allah, noi ti amiamo e che ti vendicheremo con le nostre anime, il nostro sangue, i nostri cuori ".
E già: è tanto potente da aver bisogno di voi per vendicarsi, che da solo non ce la farebbe ?
Eccoli ancora a menare il torrone per le vignette satiriche danesi verso Maometto, dove danno a credere che hanno osato tanto perché "[…] l’Occidente ha visto che abbiamo deviato dalla religione di Allah e dalla Sunna del nostro Profeta Maometto e possono fare affronti al Profeta perché non abbiamo fatto niente per vendicarlo".
- «Ma, cazzo, parlate proprio voi, che trattate dall’alto in basso tutti i rimanenti cinque miliardi, che non sono della stessa parrocchia !!»
Uno su sei: non siete gli eletti di nessuno e il meglio di niente, ma solo una quota condominiale minimale e minoritaria, se paragonata all’assemblea dell’intero consesso civile !
"Non permetteremo […] vendicheranno con il sangue […] li uccideremo";
- «Maledetti bamba: imparate e rispettate la cultura della vita, che la morte già toccherà a tutti, senza l’intervento d’imbecilli pari vostri, che avete trasformato casa in una caserma di matti, con atti di guerra».
Fortuna o provvidenza vuole che l’ultima coglionata gli sia rimasta nel gozzo;
il valico di Erez, punto di transito fra lo stato ebraico e la Striscia di Gaza, doveva diventare, nelle intenzioni di simili depravati, un passaggio all’altro mondo per tantissimi e innocenti civili, una catinella da riempire con il sangue di altri innocenti che avrebbero dovuto versare lacrime e sangue per questi vampiri di derivazione cavernicola.
Il richiamo ad un suicida martirio era rivolto ad una massa che doveva usare travestimento di catena umana, a protestare contro l'isolamento imposto da Israele dopo che, DA ANNI, dei solenni e solerti deficienti continuano il lancio di razzi contro la pacifica cittadina di Sderot ( sono quasi 10.000 i razzi che l’hanno colpita, dal 2001 !).
Ora che Israele risponde, infilando altri missili nel culo dei capi, questi, sentendone bruciore e poco propensi all'eroismo, vigliaccamente sono a fare quel che riescono meglio: pararsi e nascondersi dietro a donne, vecchi e bambini !
Sapevano che mai si sarebbe permesso il travalicare confine e invasione nella terra di Israele, costringendoli a reagire anche con le armi, non potendo accettare che, dietro alle pecore, seguissero i lupi.
Quattro gatti…si sono trovati pochi scalmanati a fare i pirla, che gli altri stavolta se ne sono stati a casa, a tenere d’acconto i propri cari: la protesta è abortita nel pacifico perché, giocoforza, si è dovuto fare di necessità virtù.
Lo sappiamo tutti che basterebbe cessasse il lancio di Qassam, per interrompere rappresaglie e blocchi - normali e forzati mezzi di reazione verso chi continua a dare pedate nel sacro fondello - vero ?
Che da quella parte vi siano specialisti della provocazione, visto il livello d'ignoranza, non mi meraviglia: indignano di più i nostri "sbandieratori" e professorini, bauscioni nelle prediche a senso unico per poi accompagnarsi a sordidi terroristi, che della coerenza se ne fanno un…baffino, di convenienza arte e di viltà bandiera, che è meglio andare d’accordo con chi altrimenti le bombe le lascerebbe sullo zerbino di casa nostra, invece che il giornale o la bottiglia del latte !
Gaza, con Hamas, è, e rimarrà, un caravanserraglio, con i suoi casermAtti di guerra…
nel nome di Dio il Clemente, il Misericordioso.
Io, secondo me…28.2.2008
Perché, mi chiedo, perché sporcare l’essere divino impastandolo con lo sputo, che abbonda nella bocca di bestie immonde quali sono quelle di Hamas ?
Quanto mi fa mulinare a palette le sante orbite dei delicati zebedei, quando simile scarto umano usa introdurre i concetti più immondi facendoli precedere da un inflazionato "Nel nome di Dio il Clemente, il Misericordioso".
Quale entità divina poserebbe mano benedicente sulla cozza d’assassini, che ammaestrano e addomesticano bambini per farne ogive esplodenti, dopo averli privati dell’innocenza infusa per far posto alla polvere da sparo ?
- «Bel bambino palestinese, è Allah che lo chiede», sibila la serpe all’orecchio dei bimbi.
- «Maledetto coglione orbitante: è il tuo corteggiare la morte che lo vuole, sottospecie di bipede ambulante !»
Ecco, l’infanzia violata e stuprata dal terrorismo islamico, che invade e si appropria anche di quell’infantile e puro mondo fantastico, per popolarlo con la marcia decomposizione e il degrado del lurido e mortifero pensiero, che li ha già introdotti nell’intestino, budello e tubo di scarico della Storia !
La tv palestinese Al Aqsa ha messo in onda l’ennesima serie di cartoni animati per convincere i piccoli a firmare una cambiale in bianco, ad ipotecare il futuro quando, presentata all’incasso, vorranno onorata con la cessione della vita.
Non è la prima volta, e non sarà l’ultima, dove si utilizzano famosi personaggi dell’immaginario e immaginifico fanciullesco per usarli da persuasori occulti ed insidiosi, il cui velenoso messaggio andrà a far da scolorina e imprimersi in quelle semplici menti, da usare come sacchetti per gettarvi immondizia.
"Nel nome di Dio il Clemente, il Misericordioso"…
- «Ma andate affanculo, macellai !!»
"Allah, noi ti amiamo e che ti vendicheremo con le nostre anime, il nostro sangue, i nostri cuori ".
E già: è tanto potente da aver bisogno di voi per vendicarsi, che da solo non ce la farebbe ?
Eccoli ancora a menare il torrone per le vignette satiriche danesi verso Maometto, dove danno a credere che hanno osato tanto perché "[…] l’Occidente ha visto che abbiamo deviato dalla religione di Allah e dalla Sunna del nostro Profeta Maometto e possono fare affronti al Profeta perché non abbiamo fatto niente per vendicarlo".
- «Ma, cazzo, parlate proprio voi, che trattate dall’alto in basso tutti i rimanenti cinque miliardi, che non sono della stessa parrocchia !!»
Uno su sei: non siete gli eletti di nessuno e il meglio di niente, ma solo una quota condominiale minimale e minoritaria, se paragonata all’assemblea dell’intero consesso civile !
"Non permetteremo […] vendicheranno con il sangue […] li uccideremo";
- «Maledetti bamba: imparate e rispettate la cultura della vita, che la morte già toccherà a tutti, senza l’intervento d’imbecilli pari vostri, che avete trasformato casa in una caserma di matti, con atti di guerra».
Fortuna o provvidenza vuole che l’ultima coglionata gli sia rimasta nel gozzo;
il valico di Erez, punto di transito fra lo stato ebraico e la Striscia di Gaza, doveva diventare, nelle intenzioni di simili depravati, un passaggio all’altro mondo per tantissimi e innocenti civili, una catinella da riempire con il sangue di altri innocenti che avrebbero dovuto versare lacrime e sangue per questi vampiri di derivazione cavernicola.
Il richiamo ad un suicida martirio era rivolto ad una massa che doveva usare travestimento di catena umana, a protestare contro l'isolamento imposto da Israele dopo che, DA ANNI, dei solenni e solerti deficienti continuano il lancio di razzi contro la pacifica cittadina di Sderot ( sono quasi 10.000 i razzi che l’hanno colpita, dal 2001 !).
Ora che Israele risponde, infilando altri missili nel culo dei capi, questi, sentendone bruciore e poco propensi all'eroismo, vigliaccamente sono a fare quel che riescono meglio: pararsi e nascondersi dietro a donne, vecchi e bambini !
Sapevano che mai si sarebbe permesso il travalicare confine e invasione nella terra di Israele, costringendoli a reagire anche con le armi, non potendo accettare che, dietro alle pecore, seguissero i lupi.
Quattro gatti…si sono trovati pochi scalmanati a fare i pirla, che gli altri stavolta se ne sono stati a casa, a tenere d’acconto i propri cari: la protesta è abortita nel pacifico perché, giocoforza, si è dovuto fare di necessità virtù.
Lo sappiamo tutti che basterebbe cessasse il lancio di Qassam, per interrompere rappresaglie e blocchi - normali e forzati mezzi di reazione verso chi continua a dare pedate nel sacro fondello - vero ?
Che da quella parte vi siano specialisti della provocazione, visto il livello d'ignoranza, non mi meraviglia: indignano di più i nostri "sbandieratori" e professorini, bauscioni nelle prediche a senso unico per poi accompagnarsi a sordidi terroristi, che della coerenza se ne fanno un…baffino, di convenienza arte e di viltà bandiera, che è meglio andare d’accordo con chi altrimenti le bombe le lascerebbe sullo zerbino di casa nostra, invece che il giornale o la bottiglia del latte !
Gaza, con Hamas, è, e rimarrà, un caravanserraglio, con i suoi casermAtti di guerra…
nel nome di Dio il Clemente, il Misericordioso.
Io, secondo me…28.2.2008
mercoledì 27 febbraio 2008
inGrassatori
Sicuramente scorre in me sangue misto, di giullare, buffon di corte, menestrello e guitto di strada, che non posso stare molto senza giocare con le parole, come la foca con la palla.
"Mala tempora currunt", corrono brutti tempi, e nemmeno "Panem et circenses", pane e giochi del circo, sono più ad alleviare le sofferenze del popolo: è lievitato il pane con il prezzo, come del Circenses e per tutto manca pecunia, che se è detto vile il denaro, pure il quotidiano tirare a campare è divenuto tale.
Pure il Latinorum maccheronico del Beppe Fontana non rispetta più regole, che anche il detto "Nomen omen", nel nome c'è il presagio, rinnega sè stesso nella persona che andrò a raccontare, più simile e vicina ad essere "Homo homini lupus", l'uomo è lupo per l'altro uomo, nell’amministrare interessi di bottega, seppur sotto l’occhio della madonnina.
- «Mò basta, cara mia, che di Letizia porti solo nome: è ora che molli la presa sul fondo dei pantaloni e cambi…aria !»
Una volta, per far girare certe ruote, si ungevano:
oggi, s’ingrassano e, per farlo, si usano abili artigiani detti, dal derivato, grassatori !
Con una mano tengono saldamente per i fondelli e con l’altra bloccano e mettono ceppi alle gomme, nell’attesa di sistemare quelli a manetta, sull’animale da esporre al pubblico ludibrio e svergognare alla gogna mediatica: quel matarellato, tartassato, bastonato, mortificato, umiliato, sputtanato e grassato cittadino-automobilista.
Su questa carcassa s’accentrano le fucilate e sul corpaccione affondano le fiocine dei cacciatori di sugosa ciccia che, quand’anche ridotta all’osso, pure ciurlano nel manico: la caccia alle streghe funziona anche per il solo per provare quel dolce retrogusto d’affumicato che deriva dall’abbruciata.
"Giro giro tondo, casca il mondo, casca la terra; tutti giù per terra"…
giù, a terra, lo sgasamento di un migliaio d’aerei nell'attesa di posarsi, che quotidianamente girano in tondo alla e sopra la metropoli meneghina, che sgommano rabbiosamente nell’atterrare e nel decollare dai due aeroporti appena fuori le mura.
Ma, vuoi mettere quelle carogne puzzolenti su quattroruote ?
Non andiamo a guardare le caldaie nei locali e nei luoghi della Letizia e men che meno a prendere campioni dai tubi di scappamento dei mezzi pubblici, né da camini e ciminiere di fabbriche:
Ma, vuoi mettere quelle carogne puzzolenti su quattroruote ?
"Giro giro tondo, casca il mondo, casca la terra; tutti giù per terra"…
In tempi in cui il cittadino fatica o non riesce ad arrivare alla fine del mese, facendo coda alle mense della Caritas, e i pensionati sono a competere con i cani, a rubare resti marcescenti, lasciati allo sgombero dei mercati, e salgono alle stelle assicurazioni, bolli, pedaggi, revisioni, controlli e interventi, per normale e straordinaria manutenzione, la Letizia affonda i denti nell’osso spolpato, infischiandosene che tutto provi che la sua gabella dia boccate d’ossigeno solo alle casse comunali.
Compagni di merende: semafori che usano il colore arancione, solo sincronizzato con lo scatto istantaneo della macchina fotografica per la multa, da dividere con gli installatori di questi "sTerminator";
addetti alla sosta che sciamano ad impinguare scarsella, dove manca del tutto la presenza del "Ghisa", che basterebbe solo presenza per fare da dissuasore, ma meglio a fare i fighetti con le vigilesse o a controllare licenze nei baretti o mercatini e a scacciare come mosche fastidiose i poveri "Vù cumprà", che il requisirne miseria aumenta autostima e senso d’onnipotenza, che altrimenti farebbero cessare il lucrare e far cassa sui disperati costretti a pagare parcheggi "lottizzati", che se sganci puoi continuare ad inquinare, perché "Pecunia non olet" Il denaro non puzza !
Anche sulla terra s’applica la rotazione delle colture, che dopo averla spremuta si lascia a riposo, a dare tempo di riprendersi dall’intenso prelievo: questi no, dagli all’untore, quelle carogne puzzolenti su quattroruote !
Inutile il lapalissiano verdetto di centraline ed osservatori che certificano che la cappa sull’intera Pianura Padana non risparmia i confini gabellari e gabellati, che assieme all’aria asfittica entrano pure tante aDorate palanche !
Cara sciura Moratti, non l’abbia a male, "Absit iniuria" verbis, si passi sopra lo sbalzo a roncola del mio dire e mi…consenta l'uso di queste parole: sia detto senza voler offendere nessuno, tra virgolette, che penso abbia sbagliato a coniugare modi e tempi, che il far quadrare del proprio suona come a dire al prossimo "Mors tua vita mea", la tua morte è la mia vita, che bastano le avversità d’ogni giorno ad attentare alla nostra pellaccia.
E stia tranquilla, che quello che ho sin qui detto sarà presto dimenticato, che "Nemo propheta in patria", nessuno è profeta nella sua patria, ed io non farò eccezione: sono nato asino, attaccato alla macina, sotto giogo e ruota, che recita all’infinito il mio destino, "Ora et labora", prega e lavora, ad inGrassare finanze "pro domo sua", per la sua casa, l’unica - detto "sic et simpliciter", così e semplicemente - abbiamo risposto anche al "Cui prodest ? ", a chi giova.
Tranquilla comunque, che in rapporto a lei, "Ubi maior minor cessat", dove c'è qualcosa di più grande, la cosa piccola non conta, e io andrò a sparire, con sua gran consolazione e la mia resterà "Vox clamantis in deserto", voce che grida nel deserto.
Per quelli come lei io sono solo un "Minus habens", e sicuramente non le disturberò notti e sonno e con i suoi inGrassatori potrà continuare, che "Errare humanum est, perseverare autem diabolicum", errare è umano, ma perseverare è diabolico !
"Ad majora ! ", a successi più grandi che, per lei, saranno sicuri: basterà aumentare l’Ecogabella grassatoria.
Io, secondo me…27.2.2008
"Mala tempora currunt", corrono brutti tempi, e nemmeno "Panem et circenses", pane e giochi del circo, sono più ad alleviare le sofferenze del popolo: è lievitato il pane con il prezzo, come del Circenses e per tutto manca pecunia, che se è detto vile il denaro, pure il quotidiano tirare a campare è divenuto tale.
Pure il Latinorum maccheronico del Beppe Fontana non rispetta più regole, che anche il detto "Nomen omen", nel nome c'è il presagio, rinnega sè stesso nella persona che andrò a raccontare, più simile e vicina ad essere "Homo homini lupus", l'uomo è lupo per l'altro uomo, nell’amministrare interessi di bottega, seppur sotto l’occhio della madonnina.
- «Mò basta, cara mia, che di Letizia porti solo nome: è ora che molli la presa sul fondo dei pantaloni e cambi…aria !»
Una volta, per far girare certe ruote, si ungevano:
oggi, s’ingrassano e, per farlo, si usano abili artigiani detti, dal derivato, grassatori !
Con una mano tengono saldamente per i fondelli e con l’altra bloccano e mettono ceppi alle gomme, nell’attesa di sistemare quelli a manetta, sull’animale da esporre al pubblico ludibrio e svergognare alla gogna mediatica: quel matarellato, tartassato, bastonato, mortificato, umiliato, sputtanato e grassato cittadino-automobilista.
Su questa carcassa s’accentrano le fucilate e sul corpaccione affondano le fiocine dei cacciatori di sugosa ciccia che, quand’anche ridotta all’osso, pure ciurlano nel manico: la caccia alle streghe funziona anche per il solo per provare quel dolce retrogusto d’affumicato che deriva dall’abbruciata.
"Giro giro tondo, casca il mondo, casca la terra; tutti giù per terra"…
giù, a terra, lo sgasamento di un migliaio d’aerei nell'attesa di posarsi, che quotidianamente girano in tondo alla e sopra la metropoli meneghina, che sgommano rabbiosamente nell’atterrare e nel decollare dai due aeroporti appena fuori le mura.
Ma, vuoi mettere quelle carogne puzzolenti su quattroruote ?
Non andiamo a guardare le caldaie nei locali e nei luoghi della Letizia e men che meno a prendere campioni dai tubi di scappamento dei mezzi pubblici, né da camini e ciminiere di fabbriche:
Ma, vuoi mettere quelle carogne puzzolenti su quattroruote ?
"Giro giro tondo, casca il mondo, casca la terra; tutti giù per terra"…
In tempi in cui il cittadino fatica o non riesce ad arrivare alla fine del mese, facendo coda alle mense della Caritas, e i pensionati sono a competere con i cani, a rubare resti marcescenti, lasciati allo sgombero dei mercati, e salgono alle stelle assicurazioni, bolli, pedaggi, revisioni, controlli e interventi, per normale e straordinaria manutenzione, la Letizia affonda i denti nell’osso spolpato, infischiandosene che tutto provi che la sua gabella dia boccate d’ossigeno solo alle casse comunali.
Compagni di merende: semafori che usano il colore arancione, solo sincronizzato con lo scatto istantaneo della macchina fotografica per la multa, da dividere con gli installatori di questi "sTerminator";
addetti alla sosta che sciamano ad impinguare scarsella, dove manca del tutto la presenza del "Ghisa", che basterebbe solo presenza per fare da dissuasore, ma meglio a fare i fighetti con le vigilesse o a controllare licenze nei baretti o mercatini e a scacciare come mosche fastidiose i poveri "Vù cumprà", che il requisirne miseria aumenta autostima e senso d’onnipotenza, che altrimenti farebbero cessare il lucrare e far cassa sui disperati costretti a pagare parcheggi "lottizzati", che se sganci puoi continuare ad inquinare, perché "Pecunia non olet" Il denaro non puzza !
Anche sulla terra s’applica la rotazione delle colture, che dopo averla spremuta si lascia a riposo, a dare tempo di riprendersi dall’intenso prelievo: questi no, dagli all’untore, quelle carogne puzzolenti su quattroruote !
Inutile il lapalissiano verdetto di centraline ed osservatori che certificano che la cappa sull’intera Pianura Padana non risparmia i confini gabellari e gabellati, che assieme all’aria asfittica entrano pure tante aDorate palanche !
Cara sciura Moratti, non l’abbia a male, "Absit iniuria" verbis, si passi sopra lo sbalzo a roncola del mio dire e mi…consenta l'uso di queste parole: sia detto senza voler offendere nessuno, tra virgolette, che penso abbia sbagliato a coniugare modi e tempi, che il far quadrare del proprio suona come a dire al prossimo "Mors tua vita mea", la tua morte è la mia vita, che bastano le avversità d’ogni giorno ad attentare alla nostra pellaccia.
E stia tranquilla, che quello che ho sin qui detto sarà presto dimenticato, che "Nemo propheta in patria", nessuno è profeta nella sua patria, ed io non farò eccezione: sono nato asino, attaccato alla macina, sotto giogo e ruota, che recita all’infinito il mio destino, "Ora et labora", prega e lavora, ad inGrassare finanze "pro domo sua", per la sua casa, l’unica - detto "sic et simpliciter", così e semplicemente - abbiamo risposto anche al "Cui prodest ? ", a chi giova.
Tranquilla comunque, che in rapporto a lei, "Ubi maior minor cessat", dove c'è qualcosa di più grande, la cosa piccola non conta, e io andrò a sparire, con sua gran consolazione e la mia resterà "Vox clamantis in deserto", voce che grida nel deserto.
Per quelli come lei io sono solo un "Minus habens", e sicuramente non le disturberò notti e sonno e con i suoi inGrassatori potrà continuare, che "Errare humanum est, perseverare autem diabolicum", errare è umano, ma perseverare è diabolico !
"Ad majora ! ", a successi più grandi che, per lei, saranno sicuri: basterà aumentare l’Ecogabella grassatoria.
Io, secondo me…27.2.2008
martedì 26 febbraio 2008
Sventolone
Bello, con quello strofinaccio in faccia, che sembra la salviettina del bidet, quella vaschetta di forma allungata ed affusolata per lavare le parti intime del corpo che, in effetti, il balconcino richiamava, così come la testa che c’era all’interno pareva all’asciugo dopo energica centrifuga a cinque dita.
Vestitino scuro, il "Durex e puro" agitava il pannicello palestineseggiante che, si sa: "preservativare" è meglio che curare, e quello non vede l’ora di trovarsi…Hatù per tu con la contaminazione di grasso d’ebreo che, dalla balconata del Rettorato dell’Università di Torino, lo vorrebbe escluso e solo colata di ciccia da sportello di forno crematorio.
Dal poggiolo, lo scalmanato divulgava il "petopensiero" del fedayin rosso, opportunamente sotto copertura, che basta lasciare pisciatina per marcare terreno e possesso, che la faccia potrebbe scambiarsi, come le tonsille con l’emorroide.
Sono i cani di Pavlov della "Vattimocultura" che, dietro ai simboli di una scolastica terrorista, offrono i tanti cervelli all’ammasso, stipati in botteghe oscure, alla causa di quel terrore tanto propagandato e dottrina del nonnetto Lenin e del "babbaffone" di Stalin.
All’università, non un Magnifico Rettore si vorrebbe, ma un…Magnifico, dai muscoli d’Ercole Kompagno, il "Palmirotogliattiano" credo impastato di menzogna ed inganno, l’equivalente della taqiya degli islamisti, a ribadire la perfetta cementazione con metodi e sistemi del nuovo estremismo alla ComuNazIslam, dove il minimo comun denominatore è l’ebreo, schiacciato dai grandi numeri sopra di lui.
Terrorizzare, mentire, l’ebreo come stile di…morte e il perfetto disprezzo per la sacralità dell’altrui vita, pone questo cascame umano a decantare nello stesso vasino e a…sbandierare da medesima tazza.
Non ho dubbi - e lo ripeto da tempi non sospetti - che stessa deriva, più che derivazione, porta a medesimo spiaggiamento che, di là dai colori e della "dottrinapurgante", sono maglie di una stessa catena, che riempie sempre delle fosse con i prodotti di tanto spurgo.
Non solo questa broda assurge a giudice e boia, che la sacralità della vita è pari al valore dato all’altrui pensiero e pensare: da ridurre a cenere per camini.
La vita del palestinese, al pirlotto sul ballatoio, non frega un cazzo: a quello serve alibi per continuare a dar di gomma e scolorina a quei porci, maiali, cani e scimmie della gente d’Israele, che hanno dato modo e prova di venir fuori belli dorati dal fornetto della panificazione.
- «Dio gli disse di separarsi dalla sua gabbia toracica», scrisse Aleksandr Solzenicyn, nell'Arcipelago Gulag, riferendosi alla morte di Stalin, il più gran criminale della Storia;
Ai suoi figli è toccata peggior sorte:
- «Dio gli disse di separarsi dalla sua calotta cranica», e lì se ne partì il cervello.
E fu maledizione per il nostro Sventolone, costretto ad agitar straccetto con complesso movimento e meccanismo a tergicristallo;
che accoppiato al lancio di bottiglie a stoppino-benzina, manganello e bombarola e bobina registrata con messaggio da segreteria telefonica, neppure a pensar sua concorrenza con l’immaginifica intelligenza della mia cagnolina, ma a discettar con programma di lavatrice certo assai, che per uno e l’altra si è lavorato di centrifuga.
Sventolone, grazie di esistere: anche con il tuo sei politico posso competere, felice d’essere solo la penultima creatura di questo mondo, che a chiudere la fila ci sei tu !
Io, secondo me…26.2.2008
Vestitino scuro, il "Durex e puro" agitava il pannicello palestineseggiante che, si sa: "preservativare" è meglio che curare, e quello non vede l’ora di trovarsi…Hatù per tu con la contaminazione di grasso d’ebreo che, dalla balconata del Rettorato dell’Università di Torino, lo vorrebbe escluso e solo colata di ciccia da sportello di forno crematorio.
Dal poggiolo, lo scalmanato divulgava il "petopensiero" del fedayin rosso, opportunamente sotto copertura, che basta lasciare pisciatina per marcare terreno e possesso, che la faccia potrebbe scambiarsi, come le tonsille con l’emorroide.
Sono i cani di Pavlov della "Vattimocultura" che, dietro ai simboli di una scolastica terrorista, offrono i tanti cervelli all’ammasso, stipati in botteghe oscure, alla causa di quel terrore tanto propagandato e dottrina del nonnetto Lenin e del "babbaffone" di Stalin.
All’università, non un Magnifico Rettore si vorrebbe, ma un…Magnifico, dai muscoli d’Ercole Kompagno, il "Palmirotogliattiano" credo impastato di menzogna ed inganno, l’equivalente della taqiya degli islamisti, a ribadire la perfetta cementazione con metodi e sistemi del nuovo estremismo alla ComuNazIslam, dove il minimo comun denominatore è l’ebreo, schiacciato dai grandi numeri sopra di lui.
Terrorizzare, mentire, l’ebreo come stile di…morte e il perfetto disprezzo per la sacralità dell’altrui vita, pone questo cascame umano a decantare nello stesso vasino e a…sbandierare da medesima tazza.
Non ho dubbi - e lo ripeto da tempi non sospetti - che stessa deriva, più che derivazione, porta a medesimo spiaggiamento che, di là dai colori e della "dottrinapurgante", sono maglie di una stessa catena, che riempie sempre delle fosse con i prodotti di tanto spurgo.
Non solo questa broda assurge a giudice e boia, che la sacralità della vita è pari al valore dato all’altrui pensiero e pensare: da ridurre a cenere per camini.
La vita del palestinese, al pirlotto sul ballatoio, non frega un cazzo: a quello serve alibi per continuare a dar di gomma e scolorina a quei porci, maiali, cani e scimmie della gente d’Israele, che hanno dato modo e prova di venir fuori belli dorati dal fornetto della panificazione.
- «Dio gli disse di separarsi dalla sua gabbia toracica», scrisse Aleksandr Solzenicyn, nell'Arcipelago Gulag, riferendosi alla morte di Stalin, il più gran criminale della Storia;
Ai suoi figli è toccata peggior sorte:
- «Dio gli disse di separarsi dalla sua calotta cranica», e lì se ne partì il cervello.
E fu maledizione per il nostro Sventolone, costretto ad agitar straccetto con complesso movimento e meccanismo a tergicristallo;
che accoppiato al lancio di bottiglie a stoppino-benzina, manganello e bombarola e bobina registrata con messaggio da segreteria telefonica, neppure a pensar sua concorrenza con l’immaginifica intelligenza della mia cagnolina, ma a discettar con programma di lavatrice certo assai, che per uno e l’altra si è lavorato di centrifuga.
Sventolone, grazie di esistere: anche con il tuo sei politico posso competere, felice d’essere solo la penultima creatura di questo mondo, che a chiudere la fila ci sei tu !
Io, secondo me…26.2.2008
lunedì 25 febbraio 2008
Im…presa per il culo
Dall’altra Repubblica a questa ne abbiamo fatta di strada;
da impresa politica - intesa come attività organizzata per l’amministrazione di beni e servizi del popolo - ad impresa a delinquere di mazzettari e "tangenziali", ovvero, dirottatori di palanche su vie di favore, a quella famigliare, di sopravvissuti, transfughi, traghettati e riciclati, che tentano, più che rivoluzione, rivolta, ma di calzino, a ripresentare medesima pezza, tessuto e trama, visto da altra prospettiva e marchio di fabbrica: la nuova Impresa, Im…presa per il culo !
Da quelli che c’erano, persone informate dei fatti, croste e incrostazioni di quelle condotte, il "Uolter" Veltroni e C., ci arriva il "New Deal":
- « Cambieremo il Paese !»
Mi viene naturale rispondere: «Grazie, no, che io non sono masochista, e non ho goduto del male che finora m’avete inflitto».
«Siamo la prima forza politica - rivendica - ad illustrare il programma. Lo considero un dovere da parte di chi si propone di segnare una profonda innovazione persino nel presentare i propri doveri agli elettori».
Sempre e indubbiamente primi, come a Napoli, nella produzione, conservazione accumulo e spargimento - a "Urbi et Orbi", alla città e al mondo - di merda.
Complimenti !
"[…] considero un dovere da parte di chi si propone di segnare una profonda innovazione".
Ma dov’erano, quando facevano segno di si, come quei cagnolini di pezza sull’automobile, che dondolano il collo su e giù;
dov’erano quando pescavano da steso cestino di compagni di merende e fermavano il progetto dei treni ad alta velocità, dei termovalorizzatori, dei rigassificatori e ogni cosa andasse appena fuori concetto e conoscenza dell’appiccare il fuoco sfregando i legnetti, come usi fare per competenze e capacità.
Certo che c’è bella differenza dall’accendere stoppino di bottiglia piena di benzina piuttosto che curare il fuoco per cuocere manicaretti, che la seconda è arte e la prima mestiere.
«[…] non annunci e promesse, ma coperture finanziarie, speranze e innovazione».
E che ci mettono al posto della benzina ?
Sensi di colpa, nessuno; autocritica, nulla; umiltà, nemmeno a parlarne…e si confrontano con sè stessi, che per due anni non c’era altro !
"[…] In Italia abbiamo avuto promesse appoggiate sui manifesti e poi non trasformate in azioni durevoli nella politica di governo oppure promesse irrealizzabili».
Come per gli incontinenti: se la stanno facendo addosso da soli.
Si, un’evoluzione l’hanno avuta; dall’acciarino e pietra focaia hanno cambiato faccia: dal bronzo alla tolla !
"[…] grande cambiamento del Paese che prima era impossibile perché c'erano alleanze eterogenee e istituzioni bloccate".
Due anni per capirlo, tutti utilizzati a contraddire, che non era vero se detto dall’opposizione.
E questo sarebbe il NUOVO che avanza ?
"[…] la possibilità di imprimere una grande svolta d’innovazione riformista sotto il segno della crescita».
Im…presa per il culo !
Io, secondo me…25.2.2008
da impresa politica - intesa come attività organizzata per l’amministrazione di beni e servizi del popolo - ad impresa a delinquere di mazzettari e "tangenziali", ovvero, dirottatori di palanche su vie di favore, a quella famigliare, di sopravvissuti, transfughi, traghettati e riciclati, che tentano, più che rivoluzione, rivolta, ma di calzino, a ripresentare medesima pezza, tessuto e trama, visto da altra prospettiva e marchio di fabbrica: la nuova Impresa, Im…presa per il culo !
Da quelli che c’erano, persone informate dei fatti, croste e incrostazioni di quelle condotte, il "Uolter" Veltroni e C., ci arriva il "New Deal":
- « Cambieremo il Paese !»
Mi viene naturale rispondere: «Grazie, no, che io non sono masochista, e non ho goduto del male che finora m’avete inflitto».
«Siamo la prima forza politica - rivendica - ad illustrare il programma. Lo considero un dovere da parte di chi si propone di segnare una profonda innovazione persino nel presentare i propri doveri agli elettori».
Sempre e indubbiamente primi, come a Napoli, nella produzione, conservazione accumulo e spargimento - a "Urbi et Orbi", alla città e al mondo - di merda.
Complimenti !
"[…] considero un dovere da parte di chi si propone di segnare una profonda innovazione".
Ma dov’erano, quando facevano segno di si, come quei cagnolini di pezza sull’automobile, che dondolano il collo su e giù;
dov’erano quando pescavano da steso cestino di compagni di merende e fermavano il progetto dei treni ad alta velocità, dei termovalorizzatori, dei rigassificatori e ogni cosa andasse appena fuori concetto e conoscenza dell’appiccare il fuoco sfregando i legnetti, come usi fare per competenze e capacità.
Certo che c’è bella differenza dall’accendere stoppino di bottiglia piena di benzina piuttosto che curare il fuoco per cuocere manicaretti, che la seconda è arte e la prima mestiere.
«[…] non annunci e promesse, ma coperture finanziarie, speranze e innovazione».
E che ci mettono al posto della benzina ?
Sensi di colpa, nessuno; autocritica, nulla; umiltà, nemmeno a parlarne…e si confrontano con sè stessi, che per due anni non c’era altro !
"[…] In Italia abbiamo avuto promesse appoggiate sui manifesti e poi non trasformate in azioni durevoli nella politica di governo oppure promesse irrealizzabili».
Come per gli incontinenti: se la stanno facendo addosso da soli.
Si, un’evoluzione l’hanno avuta; dall’acciarino e pietra focaia hanno cambiato faccia: dal bronzo alla tolla !
"[…] grande cambiamento del Paese che prima era impossibile perché c'erano alleanze eterogenee e istituzioni bloccate".
Due anni per capirlo, tutti utilizzati a contraddire, che non era vero se detto dall’opposizione.
E questo sarebbe il NUOVO che avanza ?
"[…] la possibilità di imprimere una grande svolta d’innovazione riformista sotto il segno della crescita».
Im…presa per il culo !
Io, secondo me…25.2.2008
venerdì 22 febbraio 2008
stregAllah
Da noi sarebbe una strage e si tornerebbe ad affastellare fascine sotto i piedi di personaggi a mezzo tra la Vanna Marchi e la Lucia Alberti, sedicente astrologa e maga della palla…di cristallo, senza contare ciarlatani da baraccone, tipo l’Otelma o il mago di Sanremo, nulla però a che fare con Pippo Baudo e il festival.
Non che un poco di simile grasso che cola mi darebbe fastidio, anzi: considerando il parassitismo della categoria, sarebbe come bruciare delle sterpaglie.
Dato per scontato che la credulità è propria anche della nostra "illuminata" società occidentale - dove magari anche le carte per lo studio della finanziaria sono quelle delle cartomanti e non dell’esperto economo - andiamo a scoprire incrostate superstizioni di un mondo tribale, presenti nel nostro ma con radici in un altro.
Per trovare qualcosa di somiglianza e vergogna, da parte nostra si dovrebbe andare indietro parecchio nel tempo, che quel che ci rimane attaccato ormai è solo materia per sciocchi, e il massimo del taglio lo subisce il portafoglio.
"L’hanno picchiata a sangue […] analfabeta, ha siglato il verbale[…] Fawaza Falih, condannata a morte per stregoneria, rischia di essere decapitata".
Il dramma è che non siamo in una sperduta landa africana, nella foresta amazzonica o nell’ultimo ritaglio dove alberga l’ultima gente di una tecnologia della pietra: siamo in Arabia Saudita, uno zatterone galleggiante su un mare di petrolio, dove l’introito che ne deriva vorrebbe esistesse pari ricchezza nella coltivazione di luoghi e strumenti del sapere.
No: esiste una "zavorra", un contrappeso che vuole compensare ogni salita con uno sprofondo pari e contrario.
"Alcune persone l’avevano denunciata dicendo che aveva attirato influssi malefici su di loro, un uomo di essere stato stregato fino a diventare impotente e una donna le ha attribuito responsabilità del suo divorzio".
Beh, facile immaginare che è come per le ciliegie, dove il mangiare l’una ne attira l’altra e mai si finisce, che è così comodo trovare capri espiatori per ogni fallimento, che è più facile ascriverne causa agli altri.
Una forma di vigliaccheria preferisce poi accontentare i borbottii degli intestini, che è più semplice espellere che trattenere, assecondando quel che richiede meno sforzo.
"La polizia religiosa, altrimenti nota come Commissione per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio, aveva estorto la confessione "spontanea". Trentacinque giorni di botte senza compassione e poi l’impronta del pollice - la penna dell’analfabeta - sul verbale di confessione: esercizio di magia nera, uccisione d’animali per preparare fatture e tresche con i Jenn, i demoni".
Nel paese dove manca un codice penale scritto, l’esercitare stregoneria è punito con la decollazione, e poco importa un eventuale atto di clemenza da parte di re Abdullah, per salvare Fawaza dalla scimitarra del boia: tutto è indice che, sotto le bende, cresce la muffa di una mummia.
Mai a succedere, ma se dovesse che una mente alla talebana o similBinLaden arrivasse a scaldare il trono di un Abdullah, ecco che troverebbe brace sotto la cenere per attizzare un fuoco secolare, una fiammella fatua ma bastante ad accendere la carbonella del fanatismo e dell’intolleranza, a riportare indietro il nastro del tempo e della storia.
Alla faccia dell’Islam come religione di pace e dialogo tra le tre fedi monoteiste, che la comunicazione può…decollare, sì, ma con una parte seduta di qua e la testa appoggiata di là !
Io, secondo me…22.2.2008
Non che un poco di simile grasso che cola mi darebbe fastidio, anzi: considerando il parassitismo della categoria, sarebbe come bruciare delle sterpaglie.
Dato per scontato che la credulità è propria anche della nostra "illuminata" società occidentale - dove magari anche le carte per lo studio della finanziaria sono quelle delle cartomanti e non dell’esperto economo - andiamo a scoprire incrostate superstizioni di un mondo tribale, presenti nel nostro ma con radici in un altro.
Per trovare qualcosa di somiglianza e vergogna, da parte nostra si dovrebbe andare indietro parecchio nel tempo, che quel che ci rimane attaccato ormai è solo materia per sciocchi, e il massimo del taglio lo subisce il portafoglio.
"L’hanno picchiata a sangue […] analfabeta, ha siglato il verbale[…] Fawaza Falih, condannata a morte per stregoneria, rischia di essere decapitata".
Il dramma è che non siamo in una sperduta landa africana, nella foresta amazzonica o nell’ultimo ritaglio dove alberga l’ultima gente di una tecnologia della pietra: siamo in Arabia Saudita, uno zatterone galleggiante su un mare di petrolio, dove l’introito che ne deriva vorrebbe esistesse pari ricchezza nella coltivazione di luoghi e strumenti del sapere.
No: esiste una "zavorra", un contrappeso che vuole compensare ogni salita con uno sprofondo pari e contrario.
"Alcune persone l’avevano denunciata dicendo che aveva attirato influssi malefici su di loro, un uomo di essere stato stregato fino a diventare impotente e una donna le ha attribuito responsabilità del suo divorzio".
Beh, facile immaginare che è come per le ciliegie, dove il mangiare l’una ne attira l’altra e mai si finisce, che è così comodo trovare capri espiatori per ogni fallimento, che è più facile ascriverne causa agli altri.
Una forma di vigliaccheria preferisce poi accontentare i borbottii degli intestini, che è più semplice espellere che trattenere, assecondando quel che richiede meno sforzo.
"La polizia religiosa, altrimenti nota come Commissione per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio, aveva estorto la confessione "spontanea". Trentacinque giorni di botte senza compassione e poi l’impronta del pollice - la penna dell’analfabeta - sul verbale di confessione: esercizio di magia nera, uccisione d’animali per preparare fatture e tresche con i Jenn, i demoni".
Nel paese dove manca un codice penale scritto, l’esercitare stregoneria è punito con la decollazione, e poco importa un eventuale atto di clemenza da parte di re Abdullah, per salvare Fawaza dalla scimitarra del boia: tutto è indice che, sotto le bende, cresce la muffa di una mummia.
Mai a succedere, ma se dovesse che una mente alla talebana o similBinLaden arrivasse a scaldare il trono di un Abdullah, ecco che troverebbe brace sotto la cenere per attizzare un fuoco secolare, una fiammella fatua ma bastante ad accendere la carbonella del fanatismo e dell’intolleranza, a riportare indietro il nastro del tempo e della storia.
Alla faccia dell’Islam come religione di pace e dialogo tra le tre fedi monoteiste, che la comunicazione può…decollare, sì, ma con una parte seduta di qua e la testa appoggiata di là !
Io, secondo me…22.2.2008
giovedì 21 febbraio 2008
pelli D'Orsi
- «Ti…te…ter…ma dove accidenti è sto coso ? Ah, ecco, teratologia: trattazione di cose mostruose»…
"Magdi Allam appartiene alla storia della teratologia comparata";
lo dice uno che se ne intende, l’Angelo D’Orsi, graffitaro del Manifesto, una testata che mostri e deformità li segue e coltiva da novant’anni.
Caro il mio Magdi Allam, consiglio una visita, che magari la malattia è contagiosa: in una clinica specializzata, che assomiglia ad una bottega oscura, ma ti rivolterà come un calzino, con purghe rivoluzionarie per resistenze ostili, lavaggi di cervelli teratologati e impacchi alla carotide per il mal di gulag.
Caro amico, ci entrerai con la croce sulle spalle, ma poi te la troverai, non dico dietro, ma sulla testa certamente.
Ecco di colpo il miracolato, guarito di teratologia e di variegate…Crociate, che l’Angelo me l’hai proprio fatto incazzare !
Caro Magdi, ci vuole…Sapienza nelle cose, che attenti bisogna stare a criticare fasci professori, che quelli non accettano lezioni, neppure quella a…morte di Papa.
L’Angelotto vendicatore bacchetta il sapiente d’Egitto, e di rosso sinistro si tingono le acque quando, vibrata la falce e battuto il martello, la verità del suo dio non è accolta e guai a frapporsi al popolo eletto, in marcia verso promessa terra del sol dell’avvenire, che si sono persi, ma guai a dirlo al manovratore !
- «Criticare i professori che si sono opposti alla lezione del Papa alla Sapienza è fascismo, sanfedismo, adesione ad un’ideologia della limpiezza de sangre».
Ciumbia, che gorgheggi, che nerboruta strillologia, che maschia pompata, che vigorosi gargarismi, contro di cui l’altro non ha trovato di meglio che "lanciare un suo appello dal sapore di scomunica e dal tono di crociata".
- «Magdi, ma che fai ? Guada che, in queste cose, gli Angelottiani sono insuperati maestri e gli girano gli zebedei se altri usano stessa medicina, che le purghe sono abituati a farle ingoiare agli altri !»
Quattro gatti di docenti e un manipolo di scalzacani addestrati in centri che, di sociale, hanno solo l’armeria, sono bastati a creare un clima al sapore di manganello, che è stato saggezza dei più il rinunciare alla rissa russaiola.
Il Papa aveva addirittura accettato di mettersi in coda, con il numerino, come dal salumiere, ma tanto non bastava:non si voleva solo metterlo in riga, ma zittirlo del tutto.
Il titolo dell’articolo dell’Angelo rosso era:
"Le divisioni del papa – Le variegate crociate del signor Magdi Allam":
Come brucia ancora quel sarcasmo staliniano, finito con lui nella latrina della Storia, rivolto a reparti militari che il Papa non aveva e il baffone bauscia credeva necessari allo sfratto proletario, parificato al disprezzo per le crociate "Mallamiane", che essendo di parole e non Molotov, l’Angelino torna a sbeffeggiare, come per i "sodali vecchi e nuovi", che "belano in difesa del Santo Padre".
- «Bell’incontro eh, Angelo ? Io e quelli come me, il pecorame, contro i tuoi zoccoli e ramificati buoi ! »
"Allam evoca quel De Vecchi, che invocava una bonifica fascista della cultura", ribatte il nostro amico color porpora.
- «Sempre con le parole, il ragionamento, la dialettica, il confronto, caro Kompagno: stai tranquillo, che nelle caserme rosse i compagni di merende possono continuare ad addestrarsi, non al bel laicismo, ma al…bellicismo, scontro e sforzo bellico e bellicoso, che se è l’aratro che traccia il solco, è la…falce che lo difende !»
Qui non è in discussione la difesa della sacralità della scienza, ma un credo e rigurgito comunistardo che, di quella, applicherebbe solo le poche leggi a mettere assieme una bottiglia, uno stoppino, un fiammifero e della benzina, a bruciare albero e radici, famiglia, scuola e sicurezza e ogni legame che è forza coesiva !
Mente e logica dei devastatori non comprende nulla che stia al di sopra di macerie.
E per favore, Angelo, non menare il torrone con la storia dei palestinesi, che quelli a voi servono solo come termiti o formiche legionarie;
milioni di morti di una fanatica e terrorista fede e dottrina comunista insegna che gli insetti si calpestano, che la coscienza di partito non ha nulla a che fare con la parola umanità:
vivere e scrivere all’ombra di ciò "è fascismo, sanfedismo, adesione ad un’ideologia della limpiezza de sangre , che non per niente è rosso, come il tuo midolllo.
Io, secondo me…21.2.2008
"Magdi Allam appartiene alla storia della teratologia comparata";
lo dice uno che se ne intende, l’Angelo D’Orsi, graffitaro del Manifesto, una testata che mostri e deformità li segue e coltiva da novant’anni.
Caro il mio Magdi Allam, consiglio una visita, che magari la malattia è contagiosa: in una clinica specializzata, che assomiglia ad una bottega oscura, ma ti rivolterà come un calzino, con purghe rivoluzionarie per resistenze ostili, lavaggi di cervelli teratologati e impacchi alla carotide per il mal di gulag.
Caro amico, ci entrerai con la croce sulle spalle, ma poi te la troverai, non dico dietro, ma sulla testa certamente.
Ecco di colpo il miracolato, guarito di teratologia e di variegate…Crociate, che l’Angelo me l’hai proprio fatto incazzare !
Caro Magdi, ci vuole…Sapienza nelle cose, che attenti bisogna stare a criticare fasci professori, che quelli non accettano lezioni, neppure quella a…morte di Papa.
L’Angelotto vendicatore bacchetta il sapiente d’Egitto, e di rosso sinistro si tingono le acque quando, vibrata la falce e battuto il martello, la verità del suo dio non è accolta e guai a frapporsi al popolo eletto, in marcia verso promessa terra del sol dell’avvenire, che si sono persi, ma guai a dirlo al manovratore !
- «Criticare i professori che si sono opposti alla lezione del Papa alla Sapienza è fascismo, sanfedismo, adesione ad un’ideologia della limpiezza de sangre».
Ciumbia, che gorgheggi, che nerboruta strillologia, che maschia pompata, che vigorosi gargarismi, contro di cui l’altro non ha trovato di meglio che "lanciare un suo appello dal sapore di scomunica e dal tono di crociata".
- «Magdi, ma che fai ? Guada che, in queste cose, gli Angelottiani sono insuperati maestri e gli girano gli zebedei se altri usano stessa medicina, che le purghe sono abituati a farle ingoiare agli altri !»
Quattro gatti di docenti e un manipolo di scalzacani addestrati in centri che, di sociale, hanno solo l’armeria, sono bastati a creare un clima al sapore di manganello, che è stato saggezza dei più il rinunciare alla rissa russaiola.
Il Papa aveva addirittura accettato di mettersi in coda, con il numerino, come dal salumiere, ma tanto non bastava:non si voleva solo metterlo in riga, ma zittirlo del tutto.
Il titolo dell’articolo dell’Angelo rosso era:
"Le divisioni del papa – Le variegate crociate del signor Magdi Allam":
Come brucia ancora quel sarcasmo staliniano, finito con lui nella latrina della Storia, rivolto a reparti militari che il Papa non aveva e il baffone bauscia credeva necessari allo sfratto proletario, parificato al disprezzo per le crociate "Mallamiane", che essendo di parole e non Molotov, l’Angelino torna a sbeffeggiare, come per i "sodali vecchi e nuovi", che "belano in difesa del Santo Padre".
- «Bell’incontro eh, Angelo ? Io e quelli come me, il pecorame, contro i tuoi zoccoli e ramificati buoi ! »
"Allam evoca quel De Vecchi, che invocava una bonifica fascista della cultura", ribatte il nostro amico color porpora.
- «Sempre con le parole, il ragionamento, la dialettica, il confronto, caro Kompagno: stai tranquillo, che nelle caserme rosse i compagni di merende possono continuare ad addestrarsi, non al bel laicismo, ma al…bellicismo, scontro e sforzo bellico e bellicoso, che se è l’aratro che traccia il solco, è la…falce che lo difende !»
Qui non è in discussione la difesa della sacralità della scienza, ma un credo e rigurgito comunistardo che, di quella, applicherebbe solo le poche leggi a mettere assieme una bottiglia, uno stoppino, un fiammifero e della benzina, a bruciare albero e radici, famiglia, scuola e sicurezza e ogni legame che è forza coesiva !
Mente e logica dei devastatori non comprende nulla che stia al di sopra di macerie.
E per favore, Angelo, non menare il torrone con la storia dei palestinesi, che quelli a voi servono solo come termiti o formiche legionarie;
milioni di morti di una fanatica e terrorista fede e dottrina comunista insegna che gli insetti si calpestano, che la coscienza di partito non ha nulla a che fare con la parola umanità:
vivere e scrivere all’ombra di ciò "è fascismo, sanfedismo, adesione ad un’ideologia della limpiezza de sangre , che non per niente è rosso, come il tuo midolllo.
Io, secondo me…21.2.2008
mercoledì 20 febbraio 2008
inCastrati
Cuba libre, un miscuglio di Coca Cola e Rum: prodotti di due diversi mondi che reagirono come fiamma di cerino avvicinata a polvere da sparo.
Vorrei esordire con un bel «Tutti i nodi arrivano al pettine» ma, visto che ho penuria di quelli, per avarizia di scalpo, non vorrei far ridere anzitempo: accontentiamoci del classico «Siamo alla resa dei conti».
In quel che fu un gran gioco ad...inCastro, Cuba era e rimase mazziata e cornuta, che il passare da una padella all’altra non fermò né il bastone né i tradimenti.
Cambio di guardia e padrone non migliorò nulla, ma esasperò animi, aggressività e opportunismi.
Quell’isoletta era proprio perfetta da incasellare nel mosaico dello scacchiere mondiale dove, allora, la partita si giocava solo tra Stati Uniti e Russia: attacco al re e successivo arrocco dei primi, a difendere la porta di casa sotto mira dei missili con la stella rossa, colà subito scaricati per difendere la rivoluzione di deficienti, ad un pelo dal provocare una guerra atomica.
Solo dei cretini potevano concepire di cambiare l’economia del sigaro con quella dell’ogiva e credere di farla franca, che gli altri sarebbero stati a guardare lo schierarsi di geometrica potenza mostrando proni le terga e restare...in Castrati !
Tanto i nervi erano schiacciati a molla che sarebbe bastato un nulla per riaprire tombe ancora fresche.
Andò bene, ma non per merito di chi cercava sottomissione mostrando muscolo.
Giusto per evitare perdita di memoria, che non deve entrare nella tomba con chi dovrà misurarsi con l’equa livella, vediamo di ripassare lezione che altrimenti, chi entra nel mito, più sarà a mostrare mutande sporche e voglio rivolgere l’ultimo sputo a chi rischiò che nessuno o pochi di noi si fosse oggi qui, a mischiar catarro per salutarne passata o imminente dipartita.
Due righe, giusto per inquadrare le cose, che ne sapete più di me, ma "Repetita iuvant", le ripetizioni aiutano.
Fidel Castro, l “Lider Maximo”, responsabile dell’instaurazione della dittatura comunista, come i ravioli nell’acqua calda, emerse dall’aver scalzato il dittatore populista di sinistra, Fulgencio Batista.
Come tutte le rivoluzioni, anche quella del 1959 ebbe l’effetto di una sniffata di polverina: allucinogena, a scambiare miraggi per realtà:
quello che s’aspettava di divenire padrone del campicello del vicino, chi di diventare ricco da povero, con il passaggio inverso del...Fidel Robin Hood, a ricevere parte o tutto di dispense e magazzini, in una nuova spartizione del reddito tra cicale e formiche.
Un esempio per tutti:
Uno dei leader dell’opposizione, Humberto Sorì Marin, era un liberale radicale e, nominato ministro dell’agricoltura, progettò la redistribuzione dei latifondi ai piccoli proprietari: Castro non approvò e fece occupare le terre dall’esercito, non al popolo !
La testa della rivoluzione campa solo con il resto del corpaccione, che se s’imbolsisce non è più in grado di mantenere il classico sistema gerarchico che ritorna a ripetere quello abbattuto, fatto salvo i nuovi privilegiati, che sono riusciti a padroneggiare la pastoia e vantare precedenza sul trogolo, come ben descritto ne "La fattoria degli animali", dello scrittore inglese George Orwell, pubblicato nel 1944.
Cuba diventò, come inevitabile, una delle tante "Animal Farm" falcemartellute.
Cinquant’anni di "Fidelcastrite" assoluta, con tutte le forze armate e di sicurezza a guinzaglio:
neanche a pensare di ritornare a votare e alla Costituzione del 1940, che era stata sospesa da Batista.
Pggiore di lui, solo l’ortodosso, fanatico, assolutamente filo-sovietico e santificato Che Guevara, il fighetto fotogenico d’ogni manifesto, bandierina e banderuola, spilla, straccio e strofinaccio politico.
Il "piccolo Stalin" diede di ramazza, contribuendo attivamente a purgare e a fucilare almeno 600, colpevoli di non credere alla nuova verità d’oltre cortina;
nominato ministro dell’industria, senza nessuna nozione economia, ricalcò, pari pari, l’unico modello conosciuto: quello sovietico;
concentrò nelle mani dello Stato tutti i mezzi di produzione, irreggimentò la gioventù, tribunali speciali cancellarono ogni diritto alla difesa e a Guanaha ecco il primo campo di concentramento per prigionieri politici, opera di "rieducazione" su modello dei gulag sovietici;
sospese le elezioni e addio alla costituzione del 1940, che garantiva i diritti fondamentali.
- «E qui comando io e questa è casa mia, ogni dì voglio sapere chi viene e chi và».
La polizia segreta venne divisa a spicchi:
chi a controllare membri dell’amministrazione pubblica, un altro il mondo dell’arte e dello sport, i settori dell’economia, i trasporti e le comunicazioni non telefoniche, come le lettere, le intercettazioni delle telefonate d’ogni cittadino cubano, i membri del corpo diplomatico, persino alla "custodia" dei turisti
Ovviamente non può mancare il ramo specializzato nell’eliminazione fisica d’avversari politici, indicati a dito da Castro in persona.
Dietro il filo spinato sono finiti tutti: cattolici, protestanti, testimoni di Geova, omosessuali e i "potenzialmente pericolosi per la società", comoda sigla, un comodo foglio in bianco con righe vuote da riempire all’occorrenza.
Oltre questa piccola cortina di ferro, spinata o a sbarre, a nessuno è stato mai dato di vederne le bestialità: le "Foibe Castriche" ancora sono da esplorare per intero !
Altro che Cuba Libre: è da mezzo secolo che quei poveri disgraziati sono...in Castrati !
- «Viva la revolucion !»
Io, secondo me...20.02.2008
Vorrei esordire con un bel «Tutti i nodi arrivano al pettine» ma, visto che ho penuria di quelli, per avarizia di scalpo, non vorrei far ridere anzitempo: accontentiamoci del classico «Siamo alla resa dei conti».
In quel che fu un gran gioco ad...inCastro, Cuba era e rimase mazziata e cornuta, che il passare da una padella all’altra non fermò né il bastone né i tradimenti.
Cambio di guardia e padrone non migliorò nulla, ma esasperò animi, aggressività e opportunismi.
Quell’isoletta era proprio perfetta da incasellare nel mosaico dello scacchiere mondiale dove, allora, la partita si giocava solo tra Stati Uniti e Russia: attacco al re e successivo arrocco dei primi, a difendere la porta di casa sotto mira dei missili con la stella rossa, colà subito scaricati per difendere la rivoluzione di deficienti, ad un pelo dal provocare una guerra atomica.
Solo dei cretini potevano concepire di cambiare l’economia del sigaro con quella dell’ogiva e credere di farla franca, che gli altri sarebbero stati a guardare lo schierarsi di geometrica potenza mostrando proni le terga e restare...in Castrati !
Tanto i nervi erano schiacciati a molla che sarebbe bastato un nulla per riaprire tombe ancora fresche.
Andò bene, ma non per merito di chi cercava sottomissione mostrando muscolo.
Giusto per evitare perdita di memoria, che non deve entrare nella tomba con chi dovrà misurarsi con l’equa livella, vediamo di ripassare lezione che altrimenti, chi entra nel mito, più sarà a mostrare mutande sporche e voglio rivolgere l’ultimo sputo a chi rischiò che nessuno o pochi di noi si fosse oggi qui, a mischiar catarro per salutarne passata o imminente dipartita.
Due righe, giusto per inquadrare le cose, che ne sapete più di me, ma "Repetita iuvant", le ripetizioni aiutano.
Fidel Castro, l “Lider Maximo”, responsabile dell’instaurazione della dittatura comunista, come i ravioli nell’acqua calda, emerse dall’aver scalzato il dittatore populista di sinistra, Fulgencio Batista.
Come tutte le rivoluzioni, anche quella del 1959 ebbe l’effetto di una sniffata di polverina: allucinogena, a scambiare miraggi per realtà:
quello che s’aspettava di divenire padrone del campicello del vicino, chi di diventare ricco da povero, con il passaggio inverso del...Fidel Robin Hood, a ricevere parte o tutto di dispense e magazzini, in una nuova spartizione del reddito tra cicale e formiche.
Un esempio per tutti:
Uno dei leader dell’opposizione, Humberto Sorì Marin, era un liberale radicale e, nominato ministro dell’agricoltura, progettò la redistribuzione dei latifondi ai piccoli proprietari: Castro non approvò e fece occupare le terre dall’esercito, non al popolo !
La testa della rivoluzione campa solo con il resto del corpaccione, che se s’imbolsisce non è più in grado di mantenere il classico sistema gerarchico che ritorna a ripetere quello abbattuto, fatto salvo i nuovi privilegiati, che sono riusciti a padroneggiare la pastoia e vantare precedenza sul trogolo, come ben descritto ne "La fattoria degli animali", dello scrittore inglese George Orwell, pubblicato nel 1944.
Cuba diventò, come inevitabile, una delle tante "Animal Farm" falcemartellute.
Cinquant’anni di "Fidelcastrite" assoluta, con tutte le forze armate e di sicurezza a guinzaglio:
neanche a pensare di ritornare a votare e alla Costituzione del 1940, che era stata sospesa da Batista.
Pggiore di lui, solo l’ortodosso, fanatico, assolutamente filo-sovietico e santificato Che Guevara, il fighetto fotogenico d’ogni manifesto, bandierina e banderuola, spilla, straccio e strofinaccio politico.
Il "piccolo Stalin" diede di ramazza, contribuendo attivamente a purgare e a fucilare almeno 600, colpevoli di non credere alla nuova verità d’oltre cortina;
nominato ministro dell’industria, senza nessuna nozione economia, ricalcò, pari pari, l’unico modello conosciuto: quello sovietico;
concentrò nelle mani dello Stato tutti i mezzi di produzione, irreggimentò la gioventù, tribunali speciali cancellarono ogni diritto alla difesa e a Guanaha ecco il primo campo di concentramento per prigionieri politici, opera di "rieducazione" su modello dei gulag sovietici;
sospese le elezioni e addio alla costituzione del 1940, che garantiva i diritti fondamentali.
- «E qui comando io e questa è casa mia, ogni dì voglio sapere chi viene e chi và».
La polizia segreta venne divisa a spicchi:
chi a controllare membri dell’amministrazione pubblica, un altro il mondo dell’arte e dello sport, i settori dell’economia, i trasporti e le comunicazioni non telefoniche, come le lettere, le intercettazioni delle telefonate d’ogni cittadino cubano, i membri del corpo diplomatico, persino alla "custodia" dei turisti
Ovviamente non può mancare il ramo specializzato nell’eliminazione fisica d’avversari politici, indicati a dito da Castro in persona.
Dietro il filo spinato sono finiti tutti: cattolici, protestanti, testimoni di Geova, omosessuali e i "potenzialmente pericolosi per la società", comoda sigla, un comodo foglio in bianco con righe vuote da riempire all’occorrenza.
Oltre questa piccola cortina di ferro, spinata o a sbarre, a nessuno è stato mai dato di vederne le bestialità: le "Foibe Castriche" ancora sono da esplorare per intero !
Altro che Cuba Libre: è da mezzo secolo che quei poveri disgraziati sono...in Castrati !
- «Viva la revolucion !»
Io, secondo me...20.02.2008
martedì 19 febbraio 2008
Il pisello delle pecore
Per quanto andrò a dire, le povere lanute sono incolpevole esempio, a richiamare il loro naturale far branco;
il pisello è l’asticella sotto il pancino che, per bestie use a far mandria, rappresenta l’ombelico del mondo, più massa pulsante che pensante, strumento che si è rassegnato pure a far la parte di un cervello latitante.
"18 febbraio 2008: Una 15enne di Rimini ha subito violenza sessuale di gruppo l'estate scorsa, da parte di circa dieci coetanei, tutti di buona famiglia".
Quel "di buona famiglia" ammetto, un poco mi disturba, quasi a suggerire che, sì, l’hanno un pochetto stropicciata, ma non erano barboncelli qualunque: hanno il "Pedigree", albero genealogico e sangue nobile, come a dire che se Lucia si trovava sulla pancia Don Rodrigo era meglio che uno dei suoi sgherri;
se non questo, peggio: abbiamo a che fare con vivai di virgulti, concimati per una crescita rapida, ad innalzare in maniera esponenziale il convincimento che "Tutto è permesso", nello sballo del "Vivere velocemente per morire presto", che l’aver tutto e troppo presto ottenuto porta a cercare l’estremo per un momento d’emozione.
Un altro modo di drogarsi, fumando e bruciando il prossimo invece che la paglia di una canna.
"Alcuni si vantavano in giro delle loro gesta".
Brutto segno, che indica la caduta d’ogni freno inibitorio e di confine tra il bene e il male, che porta a scaricare sulle vittime la colpa del boia: un poco se lo sono cercata e hanno provocato la reazione, che la testa sotto la scure o la pancia sotto il pisello ce l’hanno messa da soli.
Altro pascolo e gregge, ma stesso modo di ragionare con il pisello:
"Mi hanno spinto la testa nel water [...] uno mi teneva, l’altro colpiva forte. Urlavano che la danza non è roba da maschi".
Andrea, 12 anni, viso da bambino i se ne sta seduto con le gambe fasciate e stese su una sedia: lo hanno aggredito, insultato e preso a botte per quella sua passione, giudicata poco maschia.
Ancora il branco, ancora la virilità, quella che si misura in centimetri pesando il gonfiore tra le gambe.
Di questi giorni è una ricerca inglese, che sintetizzo:
"Gli uomini in gruppo diventano gregge: la folla tende sempre a seguire una o due persone che danno l'impressione di saper dove andare".
Mi ricorda un vecchio scherzo, che era quello di fingere di guardare qualcosa per aria;
quasi sicuro che, alla fine: uno, poi due, poi tre...ecco a guardare all’insù, non si sa cosa, ma se quello lo faceva un motivo ci deve essere.
Nel pieno della mia crisi di sadismo, mi viene da riesumare e riproporre un’altro degli antichi scarabocchi, che un poco comprende, riassume e proietta più in grande quello sin qui detto, e ci riporta...
...nelle nebbie di un lontano 24 di Novembre, dell’anno del Signore 2003:
Fermate il mondo: voglio pensare !
In principio c’era un uomo che correva.
Un altro - vedendolo e supponendo un pericolo - si affianca a lui nell’affannosa corsa;
così altri ancora, in una massa confusa e delirante, come una mandria impazzita.
Allora il primo, di fretta per motivi propri, credendosi inseguito - e spaventato da quella massa tumultuosa che lo incalzava - sempre più correva.
La massa, guardando quello che per lei era ormai la guida - sempre più interpretando un senso d’imminente pericolo - nel panico, urlava e spintonava i più lenti in un crescendo di quello che alfine era puro terrore.
Puro istinto.
Pura mancanza di ragione.
Un'altra massa speculare ma opposta, si scontrava, pensando di avere compreso quale era la causa del proprio panico e, per istinto di sopravvivenza, entrava in conflitto.
Dopo, era solo lotta per la vita.
Tutto questo perché il secondo uomo non ha chiesto al primo la causa della sua trafelata corsa.
Tutto perché non ha cercato di conoscere, di capire: il refolo di vento si era trasformato in uragano.
Quando il branco si compone secondo questi elementari parametri, è altamente manovrabile.
Nascono le "guide spirituali", gli "opinion leader", i "capi carismatici", i sacerdoti del terrore e le "controfigure" di Dio.
La psicologia delle masse, lo "strizzacervelli" delle mandrie, seziona nelle sue parti elementari i fattori, gli stimoli, la forma più rettiliana del comportamento umano.
Solo allora è pronta l’amalgama con cui portare a transumanza la bestiale semplicità della violenza.
Ora ai battitori basta fare rumore per spingerci in trappola.
Il gruppo ci fornirà quelle risposte che pigramente non abbiamo cercato.
Penserà per noi, analizzerà e provvederà a quello che è il "nostro bene".
Peggio: sarà l’unico fornitore delle nostre informazioni.
Non potremo più chiedere alla prima persona perché corre. Pensare non è più un nostro compito: eccoci pronti per le "guerre sante".
Ecco perché è importante la conoscenza.
Devo comprendere come funzionava e funziona il meccanismo che serve a mandare in corto circuito la mia mente.
Devo studiare le tecniche applicate nei campi di concentramento tedeschi e nei gulag russi, l’arte dei campi di "rieducazione" cinesi piuttosto che i messaggi subliminali della pubblicità e dei mezzi d’informazione.
Capirò allora perché Adel Smith, Presidente del nulla, mi è stato rappresentato come il portabandiera di una moltitudine che, fortunatamente, non esiste. Capirò che non devo aggregarmi alla sua corsa.
Capirò che Bin Laden aveva trasformato un paese - che non era il suo - in una caserma dove non il suo Dio, ma la sua megalomania voleva forgiare a "spada dell’Islam".
Capirò che ora cerca un’altra caserma in Irak.
Capirò che i "volontari" entrati nel paese - che fu la culla della civiltà - sono solo invasori.
Come lo erano i capi ( Arabi, Pakistani, Egiziani ) in Afghanistan.
L’imperialismo del terrore contro l’imperialismo Americano: almeno questi ultimi non giocano allo stadio con le teste dei nemici.
Neppure si fanno esplodere in mezzo alla gente uccidendo anche i bambini, nel delirio di chi decide che sono "sacrificabili" per la causa.
Nessuna divinità ha consegnato nelle loro mani la vita dei suoi figli!
Capirò che l’11 Settembre è accaduto perché doveva accadere affinché fosse possibile spalancare le porte a giochi di potere e che siamo bandierine da spostare sullo scacchiere del mondo.
Soprattutto, capirò.
Allora non mi spaventeranno più le urla dei battitori: nessun altro uomo potrà parlare in nome dell’unico Dio.
Riconoscerò in lui il parassita sulla crosta della terra!
Io, secondo me...19.02.2008
il pisello è l’asticella sotto il pancino che, per bestie use a far mandria, rappresenta l’ombelico del mondo, più massa pulsante che pensante, strumento che si è rassegnato pure a far la parte di un cervello latitante.
"18 febbraio 2008: Una 15enne di Rimini ha subito violenza sessuale di gruppo l'estate scorsa, da parte di circa dieci coetanei, tutti di buona famiglia".
Quel "di buona famiglia" ammetto, un poco mi disturba, quasi a suggerire che, sì, l’hanno un pochetto stropicciata, ma non erano barboncelli qualunque: hanno il "Pedigree", albero genealogico e sangue nobile, come a dire che se Lucia si trovava sulla pancia Don Rodrigo era meglio che uno dei suoi sgherri;
se non questo, peggio: abbiamo a che fare con vivai di virgulti, concimati per una crescita rapida, ad innalzare in maniera esponenziale il convincimento che "Tutto è permesso", nello sballo del "Vivere velocemente per morire presto", che l’aver tutto e troppo presto ottenuto porta a cercare l’estremo per un momento d’emozione.
Un altro modo di drogarsi, fumando e bruciando il prossimo invece che la paglia di una canna.
"Alcuni si vantavano in giro delle loro gesta".
Brutto segno, che indica la caduta d’ogni freno inibitorio e di confine tra il bene e il male, che porta a scaricare sulle vittime la colpa del boia: un poco se lo sono cercata e hanno provocato la reazione, che la testa sotto la scure o la pancia sotto il pisello ce l’hanno messa da soli.
Altro pascolo e gregge, ma stesso modo di ragionare con il pisello:
"Mi hanno spinto la testa nel water [...] uno mi teneva, l’altro colpiva forte. Urlavano che la danza non è roba da maschi".
Andrea, 12 anni, viso da bambino i se ne sta seduto con le gambe fasciate e stese su una sedia: lo hanno aggredito, insultato e preso a botte per quella sua passione, giudicata poco maschia.
Ancora il branco, ancora la virilità, quella che si misura in centimetri pesando il gonfiore tra le gambe.
Di questi giorni è una ricerca inglese, che sintetizzo:
"Gli uomini in gruppo diventano gregge: la folla tende sempre a seguire una o due persone che danno l'impressione di saper dove andare".
Mi ricorda un vecchio scherzo, che era quello di fingere di guardare qualcosa per aria;
quasi sicuro che, alla fine: uno, poi due, poi tre...ecco a guardare all’insù, non si sa cosa, ma se quello lo faceva un motivo ci deve essere.
Nel pieno della mia crisi di sadismo, mi viene da riesumare e riproporre un’altro degli antichi scarabocchi, che un poco comprende, riassume e proietta più in grande quello sin qui detto, e ci riporta...
...nelle nebbie di un lontano 24 di Novembre, dell’anno del Signore 2003:
Fermate il mondo: voglio pensare !
In principio c’era un uomo che correva.
Un altro - vedendolo e supponendo un pericolo - si affianca a lui nell’affannosa corsa;
così altri ancora, in una massa confusa e delirante, come una mandria impazzita.
Allora il primo, di fretta per motivi propri, credendosi inseguito - e spaventato da quella massa tumultuosa che lo incalzava - sempre più correva.
La massa, guardando quello che per lei era ormai la guida - sempre più interpretando un senso d’imminente pericolo - nel panico, urlava e spintonava i più lenti in un crescendo di quello che alfine era puro terrore.
Puro istinto.
Pura mancanza di ragione.
Un'altra massa speculare ma opposta, si scontrava, pensando di avere compreso quale era la causa del proprio panico e, per istinto di sopravvivenza, entrava in conflitto.
Dopo, era solo lotta per la vita.
Tutto questo perché il secondo uomo non ha chiesto al primo la causa della sua trafelata corsa.
Tutto perché non ha cercato di conoscere, di capire: il refolo di vento si era trasformato in uragano.
Quando il branco si compone secondo questi elementari parametri, è altamente manovrabile.
Nascono le "guide spirituali", gli "opinion leader", i "capi carismatici", i sacerdoti del terrore e le "controfigure" di Dio.
La psicologia delle masse, lo "strizzacervelli" delle mandrie, seziona nelle sue parti elementari i fattori, gli stimoli, la forma più rettiliana del comportamento umano.
Solo allora è pronta l’amalgama con cui portare a transumanza la bestiale semplicità della violenza.
Ora ai battitori basta fare rumore per spingerci in trappola.
Il gruppo ci fornirà quelle risposte che pigramente non abbiamo cercato.
Penserà per noi, analizzerà e provvederà a quello che è il "nostro bene".
Peggio: sarà l’unico fornitore delle nostre informazioni.
Non potremo più chiedere alla prima persona perché corre. Pensare non è più un nostro compito: eccoci pronti per le "guerre sante".
Ecco perché è importante la conoscenza.
Devo comprendere come funzionava e funziona il meccanismo che serve a mandare in corto circuito la mia mente.
Devo studiare le tecniche applicate nei campi di concentramento tedeschi e nei gulag russi, l’arte dei campi di "rieducazione" cinesi piuttosto che i messaggi subliminali della pubblicità e dei mezzi d’informazione.
Capirò allora perché Adel Smith, Presidente del nulla, mi è stato rappresentato come il portabandiera di una moltitudine che, fortunatamente, non esiste. Capirò che non devo aggregarmi alla sua corsa.
Capirò che Bin Laden aveva trasformato un paese - che non era il suo - in una caserma dove non il suo Dio, ma la sua megalomania voleva forgiare a "spada dell’Islam".
Capirò che ora cerca un’altra caserma in Irak.
Capirò che i "volontari" entrati nel paese - che fu la culla della civiltà - sono solo invasori.
Come lo erano i capi ( Arabi, Pakistani, Egiziani ) in Afghanistan.
L’imperialismo del terrore contro l’imperialismo Americano: almeno questi ultimi non giocano allo stadio con le teste dei nemici.
Neppure si fanno esplodere in mezzo alla gente uccidendo anche i bambini, nel delirio di chi decide che sono "sacrificabili" per la causa.
Nessuna divinità ha consegnato nelle loro mani la vita dei suoi figli!
Capirò che l’11 Settembre è accaduto perché doveva accadere affinché fosse possibile spalancare le porte a giochi di potere e che siamo bandierine da spostare sullo scacchiere del mondo.
Soprattutto, capirò.
Allora non mi spaventeranno più le urla dei battitori: nessun altro uomo potrà parlare in nome dell’unico Dio.
Riconoscerò in lui il parassita sulla crosta della terra!
Io, secondo me...19.02.2008
lunedì 18 febbraio 2008
Toppe forzate
In marcia, a metà strada tra una giocosa macchina da guerra e falange di geometrica potenza, ecco il nuovo...vecchio che avanza, a "toppe" forzate;
Toppe, avete letto bene, che le tappe e i traguardi li tagliamo: a passo di gambero, camminando all’indietro e guardando al futuro con il cannocchiale al contrario.
"Mi auguro che, nel 2009, quando ospiteremo il G8, i capi del mondo siano ricevuti da uno contemporaneo e non si trovino [...] a visitare un sito archeologico, restaurato e tirato a lucido per l’occasione".
Passato l’attimo dove, più per riflesso condizionato che ragionamento, la frase farebbe annuire, ecco che a prudenza segue il dubbio:
- «Ohibò, chi è costui che parla: giovin fruscello, frutto acerbo, adolescente ormone, nato da vergine ?»
Macchè, è uno scafato marinaretto di Transatlantico, Odisseo di tanti mondi e antico garzone in botteghe oscure: il D’Alema Massimo.
Bordata e affondo è per il carico di primavere ma, al confronto, ancora mozzo, sul barcone della politica: il Berlusconi, quel "nano malefico" che seppe far mangiar polvere ingollar fiele quando, entrato nell’agone e sul ponte di manovra, fregò da subito il timone a chi lo prese troppo sottogamba.
Professori e professorini mal digeriscono che l’allievo può superare i maestri e l’odio che covano è acido e corrosivo, non tanto per l’essere stati superati da chi hanno trattato con sufficienza, ma per il ridicolo di rimando;
Nella vita tutto si può recuperare, che il tempo e la Storia sono ruota dove, chi stava sotto poi si ritroverà sopra e ancora giù: battaglie e guerre perse sono solo eterne inversioni di ruoli e cambi di copione, nel teatro dell’esistenza;
No: se al guerriero cadono i calzoni durante la lotta, quello sarà in eterno riso e ricordato;
armatura e medaglie non possono nascondere più che...sotto il vestito niente !
- «Ce la fò...non ce la fò, ce la fò».
Ecco che, a sfogliar...margherita ti vedo il Veltroni che, libero - al momento - di sinistra zavorra, cerca spazio di manovra, e chi ti presenta la pezza che avanza ?
Il Prodi, turacciolo, boa e galleggiante su tanti mari tempestosi, che ha benedetto, presentato e spennellato quel levriero del suo allevamento, imponendogli le mani:
- «Io non sono degno di allacciargli le scarpe ma, in verità, in verità vi dico: è l’unto !»
Dal...Bassolino della sala s’ode un mugugno, mentre una Rosa spande il suo olezzo:
- «E no: gli...unti siamo noi !!»
Prontamente, la NA ha pensato a cestinare i due.
- «Come dite ? La Nettezza Urbana, NU ? No, ho detto bene: NA, Napoli...era la targa sul cassonetto».
Nell’Italia ferma da due anni, rimasta al palo e tornata al primario, anzi, al primitivo, l’industriale è stato soppiantato dal Pecoraio, che ha coltivato il pascolo del NO:
No alla Tav e, sui treni ad alta velocità, c’hanno bagnato il naso francesi e svizzeri;
No al nucleare, e sempre quei due, ai confini, ce le hanno accatastate e hanno...energie da vendere;
No ai Termovalorizzatori, che ce li ha la Germania che, della merda che metabolizziamo e in cui sguazziamo, ci spreme oro, il sogno dei vecchi alchimisti che, più sfigati, dovevano cercare il pesante piombo.
No ai rigassificatori che, se c’interrompono le condotte, con la canna del gas non ci possiamo neppure suicidare !
- «Ma con quelli non ci corriamo; anzi, ora siamo per il SI», dice la toppa riciclata, lavandosi le mani nella bcinella di Pilato e rinnegando i Kompagni di merende.
E già: i topi, per tempo, avevano abbandonato la nave quando, realizzato d’aver troppo rosicchiato sotto la linea di galleggiamento, imbarcava acqua !
Chissà perché mi viene da pensare agli stormi d’uccelli, che si diradano alla prima fucilata per poi riformare gruppo subito dopo.
I nostri antichi avi, in tempo di vacche magre, gettavano qualcosa solo quando al limite della consunzione:
quante volte si voltava e rivoltava un capo d’abbigliamento logoro, ma che ancora reggeva la trama;
Eccolo qui, quel cappotto che passa le stagioni potando il dentro in fuori e quello all’opposto.
Una vecchia regola matematica dice che, in una somma, invertendo l’ordine dei fattori il risultato non cambia.
Ecco il passo del nostro paese che, da Romano, continua la...retromarcia, a "toppe" forzate !
Io, secondo me...18.02.2008
Toppe, avete letto bene, che le tappe e i traguardi li tagliamo: a passo di gambero, camminando all’indietro e guardando al futuro con il cannocchiale al contrario.
"Mi auguro che, nel 2009, quando ospiteremo il G8, i capi del mondo siano ricevuti da uno contemporaneo e non si trovino [...] a visitare un sito archeologico, restaurato e tirato a lucido per l’occasione".
Passato l’attimo dove, più per riflesso condizionato che ragionamento, la frase farebbe annuire, ecco che a prudenza segue il dubbio:
- «Ohibò, chi è costui che parla: giovin fruscello, frutto acerbo, adolescente ormone, nato da vergine ?»
Macchè, è uno scafato marinaretto di Transatlantico, Odisseo di tanti mondi e antico garzone in botteghe oscure: il D’Alema Massimo.
Bordata e affondo è per il carico di primavere ma, al confronto, ancora mozzo, sul barcone della politica: il Berlusconi, quel "nano malefico" che seppe far mangiar polvere ingollar fiele quando, entrato nell’agone e sul ponte di manovra, fregò da subito il timone a chi lo prese troppo sottogamba.
Professori e professorini mal digeriscono che l’allievo può superare i maestri e l’odio che covano è acido e corrosivo, non tanto per l’essere stati superati da chi hanno trattato con sufficienza, ma per il ridicolo di rimando;
Nella vita tutto si può recuperare, che il tempo e la Storia sono ruota dove, chi stava sotto poi si ritroverà sopra e ancora giù: battaglie e guerre perse sono solo eterne inversioni di ruoli e cambi di copione, nel teatro dell’esistenza;
No: se al guerriero cadono i calzoni durante la lotta, quello sarà in eterno riso e ricordato;
armatura e medaglie non possono nascondere più che...sotto il vestito niente !
- «Ce la fò...non ce la fò, ce la fò».
Ecco che, a sfogliar...margherita ti vedo il Veltroni che, libero - al momento - di sinistra zavorra, cerca spazio di manovra, e chi ti presenta la pezza che avanza ?
Il Prodi, turacciolo, boa e galleggiante su tanti mari tempestosi, che ha benedetto, presentato e spennellato quel levriero del suo allevamento, imponendogli le mani:
- «Io non sono degno di allacciargli le scarpe ma, in verità, in verità vi dico: è l’unto !»
Dal...Bassolino della sala s’ode un mugugno, mentre una Rosa spande il suo olezzo:
- «E no: gli...unti siamo noi !!»
Prontamente, la NA ha pensato a cestinare i due.
- «Come dite ? La Nettezza Urbana, NU ? No, ho detto bene: NA, Napoli...era la targa sul cassonetto».
Nell’Italia ferma da due anni, rimasta al palo e tornata al primario, anzi, al primitivo, l’industriale è stato soppiantato dal Pecoraio, che ha coltivato il pascolo del NO:
No alla Tav e, sui treni ad alta velocità, c’hanno bagnato il naso francesi e svizzeri;
No al nucleare, e sempre quei due, ai confini, ce le hanno accatastate e hanno...energie da vendere;
No ai Termovalorizzatori, che ce li ha la Germania che, della merda che metabolizziamo e in cui sguazziamo, ci spreme oro, il sogno dei vecchi alchimisti che, più sfigati, dovevano cercare il pesante piombo.
No ai rigassificatori che, se c’interrompono le condotte, con la canna del gas non ci possiamo neppure suicidare !
- «Ma con quelli non ci corriamo; anzi, ora siamo per il SI», dice la toppa riciclata, lavandosi le mani nella bcinella di Pilato e rinnegando i Kompagni di merende.
E già: i topi, per tempo, avevano abbandonato la nave quando, realizzato d’aver troppo rosicchiato sotto la linea di galleggiamento, imbarcava acqua !
Chissà perché mi viene da pensare agli stormi d’uccelli, che si diradano alla prima fucilata per poi riformare gruppo subito dopo.
I nostri antichi avi, in tempo di vacche magre, gettavano qualcosa solo quando al limite della consunzione:
quante volte si voltava e rivoltava un capo d’abbigliamento logoro, ma che ancora reggeva la trama;
Eccolo qui, quel cappotto che passa le stagioni potando il dentro in fuori e quello all’opposto.
Una vecchia regola matematica dice che, in una somma, invertendo l’ordine dei fattori il risultato non cambia.
Ecco il passo del nostro paese che, da Romano, continua la...retromarcia, a "toppe" forzate !
Io, secondo me...18.02.2008
giovedì 14 febbraio 2008
Il...mulo del pianto
Eccoci al mulo del pianto;
no, non l’ha scritto un cinese, il titolo: mulo sta proprio per quadrupede somaro, nato da incrocio tra asino e cavalla, con il cervello del primo e zoccolo d’altra.
Imad Mughniyeh, che sempre s’è fatto in quattro per far bene il suo lavoro di macellaio, ora è in sottomultipli di quattro, che gli è toccato il cerino acceso e assaggiar di propria arte: il comandante militare degli Hezbollah libanesi s’è trovato rispondere pan per focaccia, che nel sacco della merenda gli sono tornati fiammiferi ed innesco.
Il quotidiano palestinese al Quds al Arabi, come lo stesso partito di Dio punta il dito contro il Mossad israeliano che, se anche fosse, ha giocato secondo regole da quello stesso accettate, imposte ed applicate.
Povero Mughniyeh: come San Paolo, anche a lui è toccato d’esser...fulminato sulla via di Damasco.
Anche Siria e Iran hanno accusato Israele di essere il responsabile dell'uccisione: ma guarda tè da che pulpito vien la predica, che potremmo seguire loro dottrina e insegnamenti come Pollicino, con l’unica variante che, al posto delle molliche di pane, saremmo guidati dalla striscia della polvere da sparo !
Inutile dire che dalle vedove inconsolabili si promettono peste e corna, l’Apocalisse, tric-trac e bombe a mano...come se, sino ad ora, avessero solo scherzato.
"La Siria condanna questo vile atto terroristico [...] sono in corso le indagini per fare luce sull'accaduto".
Pensa che faccia "bronzotollata", proprio loro che in Libano c’hanno messo del loro, di bombarole, per eliminare ministri scomodi che troppo gli avevano rotto gli zebedei.
"Europa pagherà a caro prezzo", si legge srotolando i soffici strati di morbidezza del cartaceo Quds al Arabi.
- «E che cazzo c’entra, manica d’ignoranti: in fatto di terrorismo e assassinii, noi gettiamo la spugna per manifesta inferiorità, che il primato non ve lo toglie nessuno !»
Il direttore del quotidiano arabo edito a Londra, scrive che la vendetta "farà impallidire tutti gli attentati delle organizzazioni estremiste e non, come quelle avvenute a Madrid e Londra".
Lo prenderei volentieri a calci in culo, se non avessi timore di rovinagli...la faccia !
Secondo questi mentecatti, Israele, trasferendo la disputa con il partito di Dio fuori dal Libano, avrebbe commesso un gravissimo errore, tanto sarà inevitabile la risposta degli Hezbollah, nelle capitali mondiali.
In pratica e sostanza: un’onorevole e "onesta" rappresaglia.
Colpa del Mossad se tutto il mondo rischia una sanguinosa guerra e una nuova ondata d’attentati terroristici.
E te pareva che non...scoppiasse il solito rutto contro gli ebrei !
Che sfigato, il Mughniyeh: protetto dai suoi scherani, da Hezbollah, dalle forze di sicurezza siriane e dai Pasdaran iraniani di cui era pupillo onorario e lunga mano, gli è toccato morire della stessa arte di cui era maestro.
Oddio, magari un domani si scoprirà che è stato vittima di "fuoco amico", di "regole d’ingaggio" cambiate e di cui non aveva letto l’aggiornamento.
Comunque sia, solo dei cretini come lui e i suoi figliocci possono pretendere di restare impuniti e soli custodi delle polveri, che si rischia arrivare alla sgradevole conclusione che anche l’allievo, a furia di giocare con le polveri, può trovare modo di superare il maestro !
Io, secondo me...14.02.2008
no, non l’ha scritto un cinese, il titolo: mulo sta proprio per quadrupede somaro, nato da incrocio tra asino e cavalla, con il cervello del primo e zoccolo d’altra.
Imad Mughniyeh, che sempre s’è fatto in quattro per far bene il suo lavoro di macellaio, ora è in sottomultipli di quattro, che gli è toccato il cerino acceso e assaggiar di propria arte: il comandante militare degli Hezbollah libanesi s’è trovato rispondere pan per focaccia, che nel sacco della merenda gli sono tornati fiammiferi ed innesco.
Il quotidiano palestinese al Quds al Arabi, come lo stesso partito di Dio punta il dito contro il Mossad israeliano che, se anche fosse, ha giocato secondo regole da quello stesso accettate, imposte ed applicate.
Povero Mughniyeh: come San Paolo, anche a lui è toccato d’esser...fulminato sulla via di Damasco.
Anche Siria e Iran hanno accusato Israele di essere il responsabile dell'uccisione: ma guarda tè da che pulpito vien la predica, che potremmo seguire loro dottrina e insegnamenti come Pollicino, con l’unica variante che, al posto delle molliche di pane, saremmo guidati dalla striscia della polvere da sparo !
Inutile dire che dalle vedove inconsolabili si promettono peste e corna, l’Apocalisse, tric-trac e bombe a mano...come se, sino ad ora, avessero solo scherzato.
"La Siria condanna questo vile atto terroristico [...] sono in corso le indagini per fare luce sull'accaduto".
Pensa che faccia "bronzotollata", proprio loro che in Libano c’hanno messo del loro, di bombarole, per eliminare ministri scomodi che troppo gli avevano rotto gli zebedei.
"Europa pagherà a caro prezzo", si legge srotolando i soffici strati di morbidezza del cartaceo Quds al Arabi.
- «E che cazzo c’entra, manica d’ignoranti: in fatto di terrorismo e assassinii, noi gettiamo la spugna per manifesta inferiorità, che il primato non ve lo toglie nessuno !»
Il direttore del quotidiano arabo edito a Londra, scrive che la vendetta "farà impallidire tutti gli attentati delle organizzazioni estremiste e non, come quelle avvenute a Madrid e Londra".
Lo prenderei volentieri a calci in culo, se non avessi timore di rovinagli...la faccia !
Secondo questi mentecatti, Israele, trasferendo la disputa con il partito di Dio fuori dal Libano, avrebbe commesso un gravissimo errore, tanto sarà inevitabile la risposta degli Hezbollah, nelle capitali mondiali.
In pratica e sostanza: un’onorevole e "onesta" rappresaglia.
Colpa del Mossad se tutto il mondo rischia una sanguinosa guerra e una nuova ondata d’attentati terroristici.
E te pareva che non...scoppiasse il solito rutto contro gli ebrei !
Che sfigato, il Mughniyeh: protetto dai suoi scherani, da Hezbollah, dalle forze di sicurezza siriane e dai Pasdaran iraniani di cui era pupillo onorario e lunga mano, gli è toccato morire della stessa arte di cui era maestro.
Oddio, magari un domani si scoprirà che è stato vittima di "fuoco amico", di "regole d’ingaggio" cambiate e di cui non aveva letto l’aggiornamento.
Comunque sia, solo dei cretini come lui e i suoi figliocci possono pretendere di restare impuniti e soli custodi delle polveri, che si rischia arrivare alla sgradevole conclusione che anche l’allievo, a furia di giocare con le polveri, può trovare modo di superare il maestro !
Io, secondo me...14.02.2008
mercoledì 13 febbraio 2008
Bestialità e bestiario
"Mogli e buoi dei paesi tuoi".
Una volta era voce di saggezza, prodotto d’esperienze negative e negate;
oggi, su scala mondiale, sembra più un'ammonizione...velata minaccia, un mettere steccati alla periferia d’orticelli.
"Un crimine assimilare stranieri [...] scuole e università per la minoranza".
In quel di Germania, in uno stadio di Colonia, migliaia di cittadini d’origine turca ( la minoranza etnica più consistente, con due milioni e mezzo di persone ) sono andati a salutare non il calciatore o la squadra del cuore, ma "l’erba di casa mia" e a tettare il verbo del mammelluto messia.
Laggiù, nel lontano paesello, un vento che arriva dopo aver percorso millequattrocento anni, sta ingrossando per divenir tempesta e, per chi troppo lontano di casa e ricordi, è come voce di mamma, che grida, ammansisce, consiglia e corregge:
- «Popolo emigrato, non dimenticare la tua lingua e la cultura d'origine, che questi siamo "noi" e "loro", tedeschi: non fatevi assimilare ».
Ecco, di ritorno, il "Mogli e buoi dei paesi tuoi", che il “Pedigree” non va contaminato.
E, giusto per purgare gli stolti e bacchettare monelli e disobbedienti, arriva l’affondo:
- «L'assimilazione è come un crimine contro l'umanità».
Bene: isoliamoci, rialziamo il muro, diciamoci e leviamoci migliori, che nel ghetto non ci siamo noi, ma ci restano i "diversi", i padroni di casa che, se proprio, possono imparare il turco.
Se tanto promette tanto e nel piccolo sta il grande, chi o cosa sta entrando nell'Unione europea...o Eurabia ?
I rigurgiti si fanno sempre più vicini, come le contrazioni del parto, così come la nausea che precede l’imminente gravare;
come le scosse, i tremolii, i borbottii prima dell’arrivo del terremoto o dello scoppio del tappo, sul cocuzzolo del vulcano.
Dite quel che vi pare, ma questa Turchia e il suo primo ministro, Recep Tayyip Erdogan, dove sta andando a parare mi piace poco o nulla: mi procura solo timori, non mi convince, non sconquifera anzi, torna a far ripensare e rileggere un mio vecchio scritto di gioventù, e perdonate lo specchio di Narciso, ma ogni tanto pure il Beppe c’azzecca.
Dal lontano 20 Ottobre 2004, il polveroso pensiero: La somma delle pere.
Confessando la mia piena ignoranza del problema, butterò un sassolino nello stagno affinché il sommovimento possa generare delle onde di ritorno, a permettermi il correggere la direzione del procedere. Sempre da profano, cercherò di avanzare con i "piedi di piombo", applicando il grezzo buon senso (ragionerò a "spanne", a braccio, con approssimazione) derivatomi dalle lezioni della vecchia e rimpianta maestra che, tirandomi le orecchie, bonariamente correggeva: "Giuseppe, quante volte ti devo dire che non si possono sommare le pere con le mele!?". Non avendo mai avuto la vocazione dell’ortolano buttavo nella sportina le une con le altre sbagliando pesi e misure. Fatto noi pere e la Turchia la mela, come per la cultura islamica l’una e la nostra l’altra, penso che prima di integrare si debba "omogeneizzare", come per la pappa dei bambini in forte crescita: il corpo deve formarsi in armonia con la mente. Dopo il sì alla Turchia c’è chi ipotizza di proseguire ad appiccicare francobolli, a portare le nuove armate d’Alessandro il Grande, ancora ai confini dell'Asia e del Medio Oriente. Ma essere più grandi non significa sempre essere più forti. Anzi. Qui, la mia rimpianta maestra tirerebbe uno scappellotto a spolverare i miei pochi capelli ormai ingrigiti! La questione turca ha posto e pone all'Unione Europea, già in piena crisi d’identità, un drammatico problema: come impatteranno 70 milioni di turchi musulmani? Non si finirà per alterare in maniera rilevante le radici cristiane del continente? Non avanzando con le falangi d’Alessandro ma con l’intelletto, la cultura, la tradizione, ci si dovrà rapportare - non imporre - con una lunga teoria di fattori etnici, religiosi, culturali, demografici, economici. Come un elastico, avete presente? Floscio e maneggevole all’inizio, poi si tende muscolarmente a mostrare forza e tenacia, quindi comincia a strozzarsi in un punto mostrando la struttura, la striatura delle sue fibre, per poi sfilacciarsi e spezzarsi d’improvviso. No, non si può: pere e mele hanno bisogno di un passaggio di mezzo, prima di far somma. Magari passare in stato di marmellata per meglio agglomerarsi a conpenetrarsi l’un l’altro sommando così gusto e armonia in un nuovo soggetto, a farsi leccar le dita e non a contorcersi dal mal di pancia! Non è questione di scontro di civiltà, giammai. Il motivo del contendere deriva da un’ignoranza di civiltà! Prima di venire in contatto abbiamo bisogno di una riduzione, una ruota dentata a far da passaggio tra due rotismi differenti per dettare il ritmo. Abbiamo bisogno di cervelli ( e qui casca l’asino, convengo!). L’Islam invece deve andar di ramazza: nelle sue moschee a gettare lo strame e portare menti illuminate, altrimenti si spegnerà alfine un fuoco, ma si manterranno le braci. I nostri mezzi d’informazione enfatizzano la parte più spettacolare e cruenta delle notizie: lievita a dismisura la portata della forza distruttrice perché fa "audience", incrementa gli indici d’ascolto. Sull’altra sponda tirano acqua al mulino delle proprie convenienze a cercare altrettanto ascolto. Sono le leggi dell’informazione, che non campa d’aria, ma a far di conto: quante "orecchie" hanno ascoltato? Quanti "occhi" ci hanno visto? Un fast-food dell’informazione, pronto a sfornare concetti "pre-confezionati" e "pre-digeriti"! Chi da loro arriva ad osservare il nostro mondo porta spesso il paraocchi, condizionato dal proprio "brodo" di coltura. Di rimando, da noi, col gomito si cerca di togliere la polvere dal vetro degli occhiali! Prima di vivere bisogna convivere in una "terra di mezzo", anzi, con una "rotellina" di mezzo, a scambiarsi rispetto prima che dispetto. Gli ingredienti vanno dosati non solo mischiati: non sempre due parti fanno una unità! No, così non và, a voler sommare pere e mele. Non lo dico io: lo diceva la mia maestra...che era saggia, sì, ma...tirava di quelle nespole tra capo e collo che mi rifacevano la direzione ai capelli!
Io, secondo me...13.02.2008
Una volta era voce di saggezza, prodotto d’esperienze negative e negate;
oggi, su scala mondiale, sembra più un'ammonizione...velata minaccia, un mettere steccati alla periferia d’orticelli.
"Un crimine assimilare stranieri [...] scuole e università per la minoranza".
In quel di Germania, in uno stadio di Colonia, migliaia di cittadini d’origine turca ( la minoranza etnica più consistente, con due milioni e mezzo di persone ) sono andati a salutare non il calciatore o la squadra del cuore, ma "l’erba di casa mia" e a tettare il verbo del mammelluto messia.
Laggiù, nel lontano paesello, un vento che arriva dopo aver percorso millequattrocento anni, sta ingrossando per divenir tempesta e, per chi troppo lontano di casa e ricordi, è come voce di mamma, che grida, ammansisce, consiglia e corregge:
- «Popolo emigrato, non dimenticare la tua lingua e la cultura d'origine, che questi siamo "noi" e "loro", tedeschi: non fatevi assimilare ».
Ecco, di ritorno, il "Mogli e buoi dei paesi tuoi", che il “Pedigree” non va contaminato.
E, giusto per purgare gli stolti e bacchettare monelli e disobbedienti, arriva l’affondo:
- «L'assimilazione è come un crimine contro l'umanità».
Bene: isoliamoci, rialziamo il muro, diciamoci e leviamoci migliori, che nel ghetto non ci siamo noi, ma ci restano i "diversi", i padroni di casa che, se proprio, possono imparare il turco.
Se tanto promette tanto e nel piccolo sta il grande, chi o cosa sta entrando nell'Unione europea...o Eurabia ?
I rigurgiti si fanno sempre più vicini, come le contrazioni del parto, così come la nausea che precede l’imminente gravare;
come le scosse, i tremolii, i borbottii prima dell’arrivo del terremoto o dello scoppio del tappo, sul cocuzzolo del vulcano.
Dite quel che vi pare, ma questa Turchia e il suo primo ministro, Recep Tayyip Erdogan, dove sta andando a parare mi piace poco o nulla: mi procura solo timori, non mi convince, non sconquifera anzi, torna a far ripensare e rileggere un mio vecchio scritto di gioventù, e perdonate lo specchio di Narciso, ma ogni tanto pure il Beppe c’azzecca.
Dal lontano 20 Ottobre 2004, il polveroso pensiero: La somma delle pere.
Confessando la mia piena ignoranza del problema, butterò un sassolino nello stagno affinché il sommovimento possa generare delle onde di ritorno, a permettermi il correggere la direzione del procedere. Sempre da profano, cercherò di avanzare con i "piedi di piombo", applicando il grezzo buon senso (ragionerò a "spanne", a braccio, con approssimazione) derivatomi dalle lezioni della vecchia e rimpianta maestra che, tirandomi le orecchie, bonariamente correggeva: "Giuseppe, quante volte ti devo dire che non si possono sommare le pere con le mele!?". Non avendo mai avuto la vocazione dell’ortolano buttavo nella sportina le une con le altre sbagliando pesi e misure. Fatto noi pere e la Turchia la mela, come per la cultura islamica l’una e la nostra l’altra, penso che prima di integrare si debba "omogeneizzare", come per la pappa dei bambini in forte crescita: il corpo deve formarsi in armonia con la mente. Dopo il sì alla Turchia c’è chi ipotizza di proseguire ad appiccicare francobolli, a portare le nuove armate d’Alessandro il Grande, ancora ai confini dell'Asia e del Medio Oriente. Ma essere più grandi non significa sempre essere più forti. Anzi. Qui, la mia rimpianta maestra tirerebbe uno scappellotto a spolverare i miei pochi capelli ormai ingrigiti! La questione turca ha posto e pone all'Unione Europea, già in piena crisi d’identità, un drammatico problema: come impatteranno 70 milioni di turchi musulmani? Non si finirà per alterare in maniera rilevante le radici cristiane del continente? Non avanzando con le falangi d’Alessandro ma con l’intelletto, la cultura, la tradizione, ci si dovrà rapportare - non imporre - con una lunga teoria di fattori etnici, religiosi, culturali, demografici, economici. Come un elastico, avete presente? Floscio e maneggevole all’inizio, poi si tende muscolarmente a mostrare forza e tenacia, quindi comincia a strozzarsi in un punto mostrando la struttura, la striatura delle sue fibre, per poi sfilacciarsi e spezzarsi d’improvviso. No, non si può: pere e mele hanno bisogno di un passaggio di mezzo, prima di far somma. Magari passare in stato di marmellata per meglio agglomerarsi a conpenetrarsi l’un l’altro sommando così gusto e armonia in un nuovo soggetto, a farsi leccar le dita e non a contorcersi dal mal di pancia! Non è questione di scontro di civiltà, giammai. Il motivo del contendere deriva da un’ignoranza di civiltà! Prima di venire in contatto abbiamo bisogno di una riduzione, una ruota dentata a far da passaggio tra due rotismi differenti per dettare il ritmo. Abbiamo bisogno di cervelli ( e qui casca l’asino, convengo!). L’Islam invece deve andar di ramazza: nelle sue moschee a gettare lo strame e portare menti illuminate, altrimenti si spegnerà alfine un fuoco, ma si manterranno le braci. I nostri mezzi d’informazione enfatizzano la parte più spettacolare e cruenta delle notizie: lievita a dismisura la portata della forza distruttrice perché fa "audience", incrementa gli indici d’ascolto. Sull’altra sponda tirano acqua al mulino delle proprie convenienze a cercare altrettanto ascolto. Sono le leggi dell’informazione, che non campa d’aria, ma a far di conto: quante "orecchie" hanno ascoltato? Quanti "occhi" ci hanno visto? Un fast-food dell’informazione, pronto a sfornare concetti "pre-confezionati" e "pre-digeriti"! Chi da loro arriva ad osservare il nostro mondo porta spesso il paraocchi, condizionato dal proprio "brodo" di coltura. Di rimando, da noi, col gomito si cerca di togliere la polvere dal vetro degli occhiali! Prima di vivere bisogna convivere in una "terra di mezzo", anzi, con una "rotellina" di mezzo, a scambiarsi rispetto prima che dispetto. Gli ingredienti vanno dosati non solo mischiati: non sempre due parti fanno una unità! No, così non và, a voler sommare pere e mele. Non lo dico io: lo diceva la mia maestra...che era saggia, sì, ma...tirava di quelle nespole tra capo e collo che mi rifacevano la direzione ai capelli!
Io, secondo me...13.02.2008
martedì 12 febbraio 2008
Sorridi
La fotografia è bella, non c’è che dire;
divisa in due: sulla metà superiore, con sfondo di cielo che cangia dal turchese al blu, placide figure di soldati sembrano sapientemente incollate, disposti su più piani, a dare profondità;
la sensazione è simile al vedere placida raccolta di proprie masserizie, come i contadini che si apprestano al ritorno dopo un’estenuante e onesta giornata di lavoro.
Di sotto, una piccola salita di sabbia e sassi passa dal giallognolo all’ocra.
Sembra quasi costruita, quell’immagine, che il fotografo pare abbia invitato alla posa prima dello scatto, sennonché il ghigno in primo piano non è di uno che ha mostrato il fulgore della dentiera al classico «Guarda qui e sorridi».
Il cranio e bianchiccio e spolpato per intero;
le braccia con i gomiti piegati in avanti sono a mostrare mani artigliate in una presa disperata, quasi a voler abbrancare l’anima, che da quel corpo è poi sfuggita;
fa impressione vedere che, i pochi brandelli di carne, sono sulle mani, quasi fossero dei guanti, logori e frusti, ma decisi a divenir brandelli il più tardi possibile.
Anche qui, i resti disposti su leggero piano inclinato creano sensazione di profondità, ma è quella della fossa e non di scatto.
Quello, come altri attorno a far compagnia e da contorno, come insalata attorno alla bistecca...con osso, sono morti di un dio minore.
Tutto è a denunciare l’ennesimo attacco dei Janjaweed nel Darfur con tre città bombardate, duecento morti e dodicimila nuovi profughi.
L’ordine degli attori, la geometria perfetta formata nel rettangolo di carta di forme e colori, linee e curve, sublimano una compostezza che da pudore e dignità anche a scompagnate ossa, quasi a dimenticare che la guerra non si mette in posa, ma è il mosso, il caotico fuggir di piccioni che dà "vita" alla pellicola.
Se fosse un quadro, il tema non potrebbe essere che uno: natura morta.
Poi fissi le orbite vuote, pian piano realizzi, capisci che quello era uno come te, un poveretto che si è trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato;
una povera creatura, che un seminatore maldestro ha sparpagliato su terra arida, che il seme lo avvolge, stringe e soffoca, schiacciandole tra zolle diventate tenaglie, mosse e strette da un sole cocente che ha prosciugato la pietà dell’acqua.
Capita di invocare «Dio mio, aiutami», spesso un disturbare inflazionato, che ormai si chiede sia benedetto non un sofferente ma il biglietto della lotteria.
Il nostro si chiama Dio, si scrive con la l’iniziale "D" in maiuscolo, come lo stesso pronunciare la ingrassa.
Quel poveretto - quei miseri - sono stati abbandonati e dimenticati, che pure nel giornalistico si parla del loro, di dio...con la prima lettera minuscola, come quelli, che il dramma si guarda con il binocolo al contrario, perché la notizia non tira, non urla, non vende, non interessa, non monetizza, oppure è come goccia nel deserto, che svapora appena cade.
Io sono a guardare, con la mia vergogna, un senso frustrante d’impotenza, la rabbia d’essere troppo piccolo per gridare, pochi ad ascoltare e insignificante nell’altezza, ma ci provo, che mi basterebbe avviare un motore più potente e una macchina più possente e un rombo più udibile.
E la mia preghiera per quello in posa e i tanti a friggere su quella terra bollente, dimenticata da...dio.
E dagli uomini.
Che anche i morti di un dio minore hanno un padre.
Ricordiamo, che la memoria è anche per quegli ignoti, morti ma figli di dio, anche se uno minore.
Io, secondo me...12.02.2008
divisa in due: sulla metà superiore, con sfondo di cielo che cangia dal turchese al blu, placide figure di soldati sembrano sapientemente incollate, disposti su più piani, a dare profondità;
la sensazione è simile al vedere placida raccolta di proprie masserizie, come i contadini che si apprestano al ritorno dopo un’estenuante e onesta giornata di lavoro.
Di sotto, una piccola salita di sabbia e sassi passa dal giallognolo all’ocra.
Sembra quasi costruita, quell’immagine, che il fotografo pare abbia invitato alla posa prima dello scatto, sennonché il ghigno in primo piano non è di uno che ha mostrato il fulgore della dentiera al classico «Guarda qui e sorridi».
Il cranio e bianchiccio e spolpato per intero;
le braccia con i gomiti piegati in avanti sono a mostrare mani artigliate in una presa disperata, quasi a voler abbrancare l’anima, che da quel corpo è poi sfuggita;
fa impressione vedere che, i pochi brandelli di carne, sono sulle mani, quasi fossero dei guanti, logori e frusti, ma decisi a divenir brandelli il più tardi possibile.
Anche qui, i resti disposti su leggero piano inclinato creano sensazione di profondità, ma è quella della fossa e non di scatto.
Quello, come altri attorno a far compagnia e da contorno, come insalata attorno alla bistecca...con osso, sono morti di un dio minore.
Tutto è a denunciare l’ennesimo attacco dei Janjaweed nel Darfur con tre città bombardate, duecento morti e dodicimila nuovi profughi.
L’ordine degli attori, la geometria perfetta formata nel rettangolo di carta di forme e colori, linee e curve, sublimano una compostezza che da pudore e dignità anche a scompagnate ossa, quasi a dimenticare che la guerra non si mette in posa, ma è il mosso, il caotico fuggir di piccioni che dà "vita" alla pellicola.
Se fosse un quadro, il tema non potrebbe essere che uno: natura morta.
Poi fissi le orbite vuote, pian piano realizzi, capisci che quello era uno come te, un poveretto che si è trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato;
una povera creatura, che un seminatore maldestro ha sparpagliato su terra arida, che il seme lo avvolge, stringe e soffoca, schiacciandole tra zolle diventate tenaglie, mosse e strette da un sole cocente che ha prosciugato la pietà dell’acqua.
Capita di invocare «Dio mio, aiutami», spesso un disturbare inflazionato, che ormai si chiede sia benedetto non un sofferente ma il biglietto della lotteria.
Il nostro si chiama Dio, si scrive con la l’iniziale "D" in maiuscolo, come lo stesso pronunciare la ingrassa.
Quel poveretto - quei miseri - sono stati abbandonati e dimenticati, che pure nel giornalistico si parla del loro, di dio...con la prima lettera minuscola, come quelli, che il dramma si guarda con il binocolo al contrario, perché la notizia non tira, non urla, non vende, non interessa, non monetizza, oppure è come goccia nel deserto, che svapora appena cade.
Io sono a guardare, con la mia vergogna, un senso frustrante d’impotenza, la rabbia d’essere troppo piccolo per gridare, pochi ad ascoltare e insignificante nell’altezza, ma ci provo, che mi basterebbe avviare un motore più potente e una macchina più possente e un rombo più udibile.
E la mia preghiera per quello in posa e i tanti a friggere su quella terra bollente, dimenticata da...dio.
E dagli uomini.
Che anche i morti di un dio minore hanno un padre.
Ricordiamo, che la memoria è anche per quegli ignoti, morti ma figli di dio, anche se uno minore.
Io, secondo me...12.02.2008
HAMAScemi
sQuassam 'a minchia !
...
Se tutti i giorni - nello stillicidio di secondi, minuti e ore, a sgranare come confetti di un rosario - ci toccasse la "Roulette russa" dove, al posto del proiettile, ci fossero batterie di quotidiani razzi "n'do cojo cojo", saremmo ad inveire contro chi ce li manda, che "sQuassam 'a minchia" !
Pensate se, dal paesello accanto, arrivasse, dì per dì, non il giornale, il sacchetto del pane o la confezione di latte, ma un petardone che scoppia nel mucchio.
E dai oggi, dai domani, sfido chiunque ad incassare senza rilasciare ricevuta, che poi se passi alle brusche, chi le prende di ritorno deve solo declinare: "Chi è causa del suo mal, pianga sè stesso".
Beh, almeno così funziona la logica, che io fino ad ora ho usato quella terra-terra, come il siluro;
ma, si sa: come per ragione e morale, anche quella è mutanda elastica, che ognuno tira a forma di propri contorni.
Come quello che per anni mette la macchina in sosta vietata e poi s’incazza quando gli arriva la multa, che l’aver avuto colpo di culo per tanto tempo gli ha fatto credere che la legge giusta sia la sua e ingiustizia e giustiziata è la regola !
Per ripristinare diritto di logica, il mio esser fumino suggerirebbe reazione rettiliana e sparo di ritorno di bombardoni, bombardini, tric-trac e bombe a mano;
come nello scambio di figurine: una a me, un’altra a te.
- «Ma che bestia sono», dimenticavo: in tutta Israele non ci sono civili, ma a Gaza si !
Sfortuna o fortuna vuole che gli sporchi sionisti, giudei infami, figli di cani, porci e scimmie, non posseggano il grado d’ignoranza e barbarie tipica dell’"Homo Hamasgazensis", specie molto protetta anche se non - purtroppo - in via d’estinzione, come andrebbe l’ebreo se, a codesti cavernicoli, riuscisse di scavalcare il muro che PROTEGGE Israele e menare di clava.
"Il premier destituito palestinese Ismail Haniyeh è entrato in clandestinità nel timore di essere ucciso [...] della campagna di assassinii mirati che Israele ha ripreso contro i militanti di Hamas".
Capito l’antifona ?
Quando il fomentatore dell’"Armiamoci e partite" si trova a dover rispondere in proprio, col cazzo che è disposto a trapassare e trapanare vergini nell’aldilà, e il "Cercapersone" del nemico è assassino e i Qassam no, che "democraticamente" spazzano donne uomini o bambini che siano.
Che costui e i suoi siano al di sotto del subumano, me l’aspetto, ma che tanti danno corda, mi dà a pensare che l’evoluzione della specie sia una panzana bella e buona, più "equivicina" ad una bufala che all’Homo, che quelli, della specie "Erectus" c’hanno solo il pisello e del Sapiens neppure la calotta cranica !
Un essere pensante arriverebbe a soluzione: no Qassam, no party...all’altro mondo.
- «Manc o' cazz !»:
" Marc Otte, inviato speciale dell’Unione Europea per il Medio Oriente vuole la fine dell'assedio di Gaza".
- «Guagliò, tu sì scemo», che i missili di Sderot te li infilerei nei calzoni !
Il bamba di turno continua: «Chi paga il prezzo sono solo i civili palestinesi».
E allora, che la smettano di rompere i coglioni: che le miccette le esplodano a casa propria, e se l’elettricità arriva con il contagocce non gli impedisce di continuare a fare i deficienti, che l’unica luce che gli manca davvero è quella della saggezza.
Di questi giorni è la notizia di due fratelli israeliani feriti a Sderot dall’ennesimo bombardino, ma i fessi alla Marc Otte usano e presentano la vera faccia solo per strofinare le poltrone !
Caro Marc, non sQuassam 'a minchia, che se succedesse a te di venire preso invocheresti l’uso della bomba atomica.
Cretino !
Io, secondo me...12.02.2008
...
Se tutti i giorni - nello stillicidio di secondi, minuti e ore, a sgranare come confetti di un rosario - ci toccasse la "Roulette russa" dove, al posto del proiettile, ci fossero batterie di quotidiani razzi "n'do cojo cojo", saremmo ad inveire contro chi ce li manda, che "sQuassam 'a minchia" !
Pensate se, dal paesello accanto, arrivasse, dì per dì, non il giornale, il sacchetto del pane o la confezione di latte, ma un petardone che scoppia nel mucchio.
E dai oggi, dai domani, sfido chiunque ad incassare senza rilasciare ricevuta, che poi se passi alle brusche, chi le prende di ritorno deve solo declinare: "Chi è causa del suo mal, pianga sè stesso".
Beh, almeno così funziona la logica, che io fino ad ora ho usato quella terra-terra, come il siluro;
ma, si sa: come per ragione e morale, anche quella è mutanda elastica, che ognuno tira a forma di propri contorni.
Come quello che per anni mette la macchina in sosta vietata e poi s’incazza quando gli arriva la multa, che l’aver avuto colpo di culo per tanto tempo gli ha fatto credere che la legge giusta sia la sua e ingiustizia e giustiziata è la regola !
Per ripristinare diritto di logica, il mio esser fumino suggerirebbe reazione rettiliana e sparo di ritorno di bombardoni, bombardini, tric-trac e bombe a mano;
come nello scambio di figurine: una a me, un’altra a te.
- «Ma che bestia sono», dimenticavo: in tutta Israele non ci sono civili, ma a Gaza si !
Sfortuna o fortuna vuole che gli sporchi sionisti, giudei infami, figli di cani, porci e scimmie, non posseggano il grado d’ignoranza e barbarie tipica dell’"Homo Hamasgazensis", specie molto protetta anche se non - purtroppo - in via d’estinzione, come andrebbe l’ebreo se, a codesti cavernicoli, riuscisse di scavalcare il muro che PROTEGGE Israele e menare di clava.
"Il premier destituito palestinese Ismail Haniyeh è entrato in clandestinità nel timore di essere ucciso [...] della campagna di assassinii mirati che Israele ha ripreso contro i militanti di Hamas".
Capito l’antifona ?
Quando il fomentatore dell’"Armiamoci e partite" si trova a dover rispondere in proprio, col cazzo che è disposto a trapassare e trapanare vergini nell’aldilà, e il "Cercapersone" del nemico è assassino e i Qassam no, che "democraticamente" spazzano donne uomini o bambini che siano.
Che costui e i suoi siano al di sotto del subumano, me l’aspetto, ma che tanti danno corda, mi dà a pensare che l’evoluzione della specie sia una panzana bella e buona, più "equivicina" ad una bufala che all’Homo, che quelli, della specie "Erectus" c’hanno solo il pisello e del Sapiens neppure la calotta cranica !
Un essere pensante arriverebbe a soluzione: no Qassam, no party...all’altro mondo.
- «Manc o' cazz !»:
" Marc Otte, inviato speciale dell’Unione Europea per il Medio Oriente vuole la fine dell'assedio di Gaza".
- «Guagliò, tu sì scemo», che i missili di Sderot te li infilerei nei calzoni !
Il bamba di turno continua: «Chi paga il prezzo sono solo i civili palestinesi».
E allora, che la smettano di rompere i coglioni: che le miccette le esplodano a casa propria, e se l’elettricità arriva con il contagocce non gli impedisce di continuare a fare i deficienti, che l’unica luce che gli manca davvero è quella della saggezza.
Di questi giorni è la notizia di due fratelli israeliani feriti a Sderot dall’ennesimo bombardino, ma i fessi alla Marc Otte usano e presentano la vera faccia solo per strofinare le poltrone !
Caro Marc, non sQuassam 'a minchia, che se succedesse a te di venire preso invocheresti l’uso della bomba atomica.
Cretino !
Io, secondo me...12.02.2008
lunedì 11 febbraio 2008
Dinosaurislam
«Io non sono che una piccola matita nelle mani di Dio».
In questa semplice e toccante frase è raccolto il respiro, l’anima di una piccola suora: Madre Teresa di Calcutta.
Ora, io sono un lapis a volte riottoso, indocile, ribelle e insofferente, quando non ostinato, testardo, pedante, cocciuto come un mulo;
Il buon Dio lo vedo come un padre che guarda il figlio ancora acerbo muovere su gambe insicure, ma lo lascia alzarsi e ricadere perché impari da sè a ritrovare equilibrio, intervenendo solo nel pericolo.
Lascia che ci si sbucci un poco le ginocchia, che si ruzzoli e si rotoli, che rimbalzi e si rimpalli, concedendo alla matita il fare qualche scarabocchio, per poi girare pazientemente dalla parte del gommino, cancellare i maldestri tentativi e continuare il disegno, a Lui solo conosciuto.
Come se un figlio, che ancora gattona, facesse segni sul gran foglio, dove si stende il progetto del papà ingegnere.
Guardando la nuova traccia, prendiamo coscienza del nostro sgorbio e nulla vieta ancora che se ne faccia, ma l’essere corretti da un maestro ci porta sempre più a diventare avari d’errori.
Sempre che quelli non diventino lo specchio di Narciso.
Un padre, non un padrone: la bontà nella fermezza, redarguire quando necessario, cancellare gli errori e gli orrori, ma mai spezzare lo strumento della sua figurazione.
Sarà pure relativismo il mio, o ne farà parte, ma serve che, se il "Chiodo scaccia chiodo", vien buono per rintuzzare il "Relativislam", nel pachidermico caracollare del "Dinosaurislam", nel suo aspetto forse minore, ma purulento ed aggressivo:
- «Fratello musulmano, devi sapere che Allah [...] ha reso obbligatorio per ogni creatura l’entrare nell’Islam, di tenersi saldamente a lui e di stare in guardia da ciò che lo allontana».
Se quella parola - "obbligatorio" - fosse riconducibile al solo musulmano, lascerei ad ogni parrocchia il dire del suo, ma essa fagocita "Ogni creatura" e qui le eliche che mi stanno sotto cominciano a girare.
Un pirletto qualunque vorrebbe pilotare la mano di Dio, guidare e riprogettare il creato a propria immagine e somiglianza fregando la cassetta dei pennelli e dei colori a chi lo ha spennellato sulla tela.
Sempre rivolgendosi e coinvolgendo "Urbi et Orbi", il giustiziere s’atteggia a gommina, minacciando di passarti sopra se non fai il cane da riporto;
Guai se non prendi la tessera del partito, peggio se cerchi di stracciarla quando presa e se non segui i codicilli;
peste e corna a chi non ritiene miscredenti i politeisti e approvano la condotta: come quelli, sarà destinato alla scolorina;
la patente di guida ce l’ha solo il Profeta, così come le regole della strada, che degli altri è a punti...se sopravvivono al taglio della carotide.
Millequattrocento anni e non li dimostra: l’ordinamento islamico non mette ed ammette ragnatele, guai a pensare che sia stata causa d’arretratezza o, peggio, vada limitato al rapporto tra l’uomo e il Signore e non a tutti gli ambiti della vita;
impossibile governare senza la Legge di Allah nelle azioni, nelle pene e in altro... obbligatorio per ogni creatura.
Secondo uno striminzito, ma attaccabrighe e violento movimento assolutista, quattro gatti possono, anzi, hanno diritto di spadroneggiare sui rimanenti quattro miliardi (!).
Poi, seguono i "divieti del pistolino" e il tentativo di scalzare l’antico popolo eletto:
- «La vanità e sfoggio del fascino femminile è uno dei metodi usati dagli ebrei per il loro potere
[...] giocano un ruolo importante nella distruzione delle nazioni, attraverso la seduzione e la tentazione femminile. L'esibizionismo, lo sfoggio delle grazie della donna, la pornografia e la loro propagazione, sono l'arma effettivamente usata per il loro consolidamento[...] basta guardarsi attorno per rendersi conto di chi gestisce la cinematografia, le famose case di moda, la stampa e i mass-media, senza parlare del mondo della pubblicità. La somiglianza tra le donne che disobbediscono ad Allah e gli ebrei è evidentissima».
Beh, come per l’uovo e la gallina, è meglio una vergine oggi che settanta e più domani, che mi costa meno fatica a soddisfarne una che un reggimento.
Signori, ve lo dico con il cuore:
- «Pensate ai cazzi vostri, che ad ognuno gli è dato amministrarne uno solo !»
Millequattrocento anni: e sì, forse un poco di muffa c’è.
Io, secondo me...11.02.2008
In questa semplice e toccante frase è raccolto il respiro, l’anima di una piccola suora: Madre Teresa di Calcutta.
Ora, io sono un lapis a volte riottoso, indocile, ribelle e insofferente, quando non ostinato, testardo, pedante, cocciuto come un mulo;
Il buon Dio lo vedo come un padre che guarda il figlio ancora acerbo muovere su gambe insicure, ma lo lascia alzarsi e ricadere perché impari da sè a ritrovare equilibrio, intervenendo solo nel pericolo.
Lascia che ci si sbucci un poco le ginocchia, che si ruzzoli e si rotoli, che rimbalzi e si rimpalli, concedendo alla matita il fare qualche scarabocchio, per poi girare pazientemente dalla parte del gommino, cancellare i maldestri tentativi e continuare il disegno, a Lui solo conosciuto.
Come se un figlio, che ancora gattona, facesse segni sul gran foglio, dove si stende il progetto del papà ingegnere.
Guardando la nuova traccia, prendiamo coscienza del nostro sgorbio e nulla vieta ancora che se ne faccia, ma l’essere corretti da un maestro ci porta sempre più a diventare avari d’errori.
Sempre che quelli non diventino lo specchio di Narciso.
Un padre, non un padrone: la bontà nella fermezza, redarguire quando necessario, cancellare gli errori e gli orrori, ma mai spezzare lo strumento della sua figurazione.
Sarà pure relativismo il mio, o ne farà parte, ma serve che, se il "Chiodo scaccia chiodo", vien buono per rintuzzare il "Relativislam", nel pachidermico caracollare del "Dinosaurislam", nel suo aspetto forse minore, ma purulento ed aggressivo:
- «Fratello musulmano, devi sapere che Allah [...] ha reso obbligatorio per ogni creatura l’entrare nell’Islam, di tenersi saldamente a lui e di stare in guardia da ciò che lo allontana».
Se quella parola - "obbligatorio" - fosse riconducibile al solo musulmano, lascerei ad ogni parrocchia il dire del suo, ma essa fagocita "Ogni creatura" e qui le eliche che mi stanno sotto cominciano a girare.
Un pirletto qualunque vorrebbe pilotare la mano di Dio, guidare e riprogettare il creato a propria immagine e somiglianza fregando la cassetta dei pennelli e dei colori a chi lo ha spennellato sulla tela.
Sempre rivolgendosi e coinvolgendo "Urbi et Orbi", il giustiziere s’atteggia a gommina, minacciando di passarti sopra se non fai il cane da riporto;
Guai se non prendi la tessera del partito, peggio se cerchi di stracciarla quando presa e se non segui i codicilli;
peste e corna a chi non ritiene miscredenti i politeisti e approvano la condotta: come quelli, sarà destinato alla scolorina;
la patente di guida ce l’ha solo il Profeta, così come le regole della strada, che degli altri è a punti...se sopravvivono al taglio della carotide.
Millequattrocento anni e non li dimostra: l’ordinamento islamico non mette ed ammette ragnatele, guai a pensare che sia stata causa d’arretratezza o, peggio, vada limitato al rapporto tra l’uomo e il Signore e non a tutti gli ambiti della vita;
impossibile governare senza la Legge di Allah nelle azioni, nelle pene e in altro... obbligatorio per ogni creatura.
Secondo uno striminzito, ma attaccabrighe e violento movimento assolutista, quattro gatti possono, anzi, hanno diritto di spadroneggiare sui rimanenti quattro miliardi (!).
Poi, seguono i "divieti del pistolino" e il tentativo di scalzare l’antico popolo eletto:
- «La vanità e sfoggio del fascino femminile è uno dei metodi usati dagli ebrei per il loro potere
[...] giocano un ruolo importante nella distruzione delle nazioni, attraverso la seduzione e la tentazione femminile. L'esibizionismo, lo sfoggio delle grazie della donna, la pornografia e la loro propagazione, sono l'arma effettivamente usata per il loro consolidamento[...] basta guardarsi attorno per rendersi conto di chi gestisce la cinematografia, le famose case di moda, la stampa e i mass-media, senza parlare del mondo della pubblicità. La somiglianza tra le donne che disobbediscono ad Allah e gli ebrei è evidentissima».
Beh, come per l’uovo e la gallina, è meglio una vergine oggi che settanta e più domani, che mi costa meno fatica a soddisfarne una che un reggimento.
Signori, ve lo dico con il cuore:
- «Pensate ai cazzi vostri, che ad ognuno gli è dato amministrarne uno solo !»
Millequattrocento anni: e sì, forse un poco di muffa c’è.
Io, secondo me...11.02.2008
Fiato alle trombe !
Trombe, trombette, tromboni e trombati, ovvero, la fauna delle quattro "T", le prime tre all’appello per riposizionare i sacri lombi sui "cadreghini" rimasti vacanti: via alla campagna elettorale e...
Io, secondo me...
nella campagna della pianura Padana ci sono nato: sono un prodotto di cascina, come le mucche, i cavalli da tiro, il somarello e le galline, che del ciuchino e dei polli qualcosa pure avrò;
sono stato svezzato con il latte di cornute fattrici e le uova di carampana e pure del salame mi sono preso, e dell’oca - qualcuno penserà - qualcosa è rimasto, non il passo, ma vi concedo accusa d’essere troppo generoso di penna e starnazzo.
Dai compagni di fattoria a quelli di stalla montana, il passo è stato breve, che di forte gente bergamasca m’è toccato dote d’imparare ad essere insistente, ostinato, testardo, cocciuto e incaponito, che è tutto dire la stessa cosa, ma l’accavallarsi dei termini è indicare mucchio, a fare peso per aggiunta.
Non sono uso spaccare il capello in più parti, che la roncola affetta per grossi spessori e il mio pennino è un chiodo;
Il mio mondo fu di pietra e legno e, seppur oggi ho lasciato specchi e collanine, provo ancora meraviglia per cose piccole e semplici, e son quelle che mi danno e uso per misurare i concetti, i soggetti e gli oggetti: alla quercia ci arrivo dalla storia del seme.
Come alcuni compagni animali di casolare e casa colonica, anche io ho un rumine, un secondo stomaco mentale, dove ammucchio le cose per poi masticarle, biascicarle, spezzarle, impastarle, rimescolarle per un miglior digerire.
D’accordo: i tempi sono lunghi, e ci sarà chi prima arriva al ruttino, ma il rosicchiare ognuno lo fa secondo il tipo di denti che, in momenti di ricordi a breve, rigurgitare della memoria non guasta.
...
Furono gli anni a cavallo del ’94 quelli che fecero montare l’odio e la creazione del capro espiatorio, quello a cui addebitare tutti i mali del mondo, da usare come spugna ed assorbente dei peccati collettivi: nacque allora il "Nano malefico", da sommergere usando lo spargitore di sputi e di letame;
Oddio, non che l’irrigatore d’odio non fosse già stato collaudato e usato: i suoi apprendisti fecero pellegrinaggi continui per impararne i meccanismi e i segreti, andando a scuola da chi ne fece rivoluzione...no, solo che avevano già falciato e martellato sul percorso ed erano convinti d’aver creato una "gioiosa macchina da guerra";
ma, come si dice, si fecero i conti senza l’oste, ottenendo figura...d’Occhetto quando quello passò all’incasso.
Come per Napoleone, anche questi bauscioni furono costretti alla ritirata, la stessa: di Russia.
Contrordine compagni, che il piccoletto di cui ci siamo presi gioco c’ha messo nel..."cul de sac" e bastonati per benino: la macchina s’è rotta, la guerra l’è persa e la gioiosa l’è in cantina !
Zitti e...Mosca, che i professionisti di pastoni politici sono rimasti in braghe di tela, che dovrebbero farne divisa per meglio avvicinarli al "poppolo" della rivoluzione, destinato a restare sempre povero e proletario, che altrimenti tutta l’impalcatura del cazzeggio marxista-leninista andrebbe a puttane.
La lotta di classe non permette promozioni, ma devono essere tutti ripetenti, che sennò tutti si fermerebbero per strada a consumare il pasto per mai arrivare al fulgido sol dell’avvenire.
Il popol-bue deve rimanere a brucare rasoterra, che semmai è tutto il resto che si deve abbassare.
Con le idee chiare, eccoli a portare disgrazie in tutto il mondo, guastando ogni cosa fosse toccata da quell’ideologia infame, che per aizzare la lotta di classe non solo portarono popoli ed economi a terra, ma anche sotto terra !
Non lo dice il Beppe campagnolo: questa è Storia, sono fatti, come quel muro di Berlino crollato che porta oggi quelle nazioni prigioniere a buttare le catene e adottare il pur imperfetto capitalismo, preferendo il consumismo alla consumazione, praticata da un Comunismo assassino.
Ma quelli sono roditori, tarme e tarli, che erodono nel tempo.
Dagli oggi, dagli domani, è riuscito lo scalzare il "Nano malefico", che li aveva umiliati;
ingrassata e oliata, la "gioiosa macchina da guerra" è ripartita, riuscendo a portare i loro sederotti a poggiare non più su dure e scomode panche, ma sui cuscini di morbide poltrone, tenendole e riuscendo a controllare e condizionare il bue da lavoro, che gli aveva aperto la pista, portandoli da una condizione di "seghe e gazzosa" al "Donne e Champagne".
Non è durato molto, che è più facile per quelli demolire che costruire: spazi di manovra azzerati, soffocati da una pressione fiscale asfissiante, massacro dell’organizzazione burocratica e della funzione giudiziaria ( buona fino a che colpiva gli altri ), frontiere aperte a cani e porci, senza controlli, una criminalità in crescendo così come per efferatezza, prepotenza e sicumera;
no Tav, no termovalorizzatori, no rigassificatori, no a tutto, che pure nell’andarsene hanno lasciato escrementi a ricoprire una città come Napoli e a svergognare l’intera nazione.
Ultimo affondo e lascito, i nuovi poveri, che nessuno c’è riuscito di salire, ma tanti trascinati al fondo dalla livella della miseria: giusta "equivicinanza" per tutti, nel segno ed equilibrio del sei politico.
Con metà dei voti hanno spadroneggiato sull’altra parte, non lasciando loro alcuna rappresentanza: ogni posto la sua trombetta, che suonava solo il loro di spartito.
Tipico del credo cui faceva parte lo zoccolo che teneva in piedi il baraccone, lo stato di polizia doveva invadere, entrare pesantemente nel portafogli della gente, tentare scalate a banche e giornali, epurare e decapitare vertici, dalla Guardia di Finanza ai Carabinieri, dai Servizi Segreti alla radio e televisione: un colpo di Stato politico pervadente ma discreto, a piccoli passi ma inesorabile.
Fortuna che altre farneticazioni sono state spuntate, come la vetusta richiesta di abolire la proprietà privata, "okkupare" le seconde case, gli espropri proletari, che è sistema di sfaccendate cicale per parassitare e fregare gli eterni trombati: le laboriose formichine.
Chi ne occuperà il posto, col cazzo che ci troverà un "tesoretto" d’avanzo, ma potremo fare come i barboni, a raccattare tra la mondezza, che forse qualche buccia è rimasta.
Ora, si dice che i topi hanno un gran fiuto per capire a tempo quando una nave affonda.
Mi ricorda Cossiga, il "Picconatore", che cominciò a dare colpi al sistema quando già agonizzava, dopo secoli in cui l’aveva servilmente assecondato e da quello sfamato, con il gratificante sistema del "Non vedo, non sento, non parlo"...almeno, fino a che quello aveva denti per mordere e difendersi !
Lo stesso vale per Veltroni e il suo Partito Democratico, che non aveva fatto in tempo a sfilare la poltrona al Prodi, ma anzi meglio ora, che non gli tocca la rogna, ma cerca la bistecca con l’osso.
Ecco il pomposo baffin D’Alema apostrofare le schiere del centrodestra come "guazzabuglio", che quando lui ha poggiato chiappe con il Romano, era parte di un’armata Brancaleone con tante bocche da sfamare, che oggi rivolge pari accusa agli altri.
Faccia di tolla in lega con il bronzo !
Adesso fa lo sborone:
- «Le tasse vanno abbassate subito ! I soldi per coprire ci sono...Prodi li aveva messi da parte proprio per questo».
E dove: su un conto svizzero ?
La barzelletta l’aveva già spesa il Romanprodi, ad anticipare pasturazione per le elezioni amministrative, subito stoppato dal Tommaso Padoa Schioppa, che rimise la palla a centrocampo:
- «Bambole, non c'è una lira !»
Dato fiato alle trombe, i trombonI di turno soffiano la musica del timoniere del barchino a vela che, cazzando la randa, svicola a tutta mancina e promette...da marinaio, e tiene aperta la porta di servizio:
- «Ci sarà un centrosinistra riformista e di governo e una sinistra radicale, il che non vuol dire che non ci siano momenti per convergere».
Ma guarda tè chi parla di guazzabuglio, e poi rivuole nel letto il primo amore !
- «’A D’Ale, mò se vede che vai in barca, che mi sembri ‘nu poco sciroccato».
Alla larga, dal... "Baffo malefico" !
Io, secondo me...11.02.2008
Io, secondo me...
nella campagna della pianura Padana ci sono nato: sono un prodotto di cascina, come le mucche, i cavalli da tiro, il somarello e le galline, che del ciuchino e dei polli qualcosa pure avrò;
sono stato svezzato con il latte di cornute fattrici e le uova di carampana e pure del salame mi sono preso, e dell’oca - qualcuno penserà - qualcosa è rimasto, non il passo, ma vi concedo accusa d’essere troppo generoso di penna e starnazzo.
Dai compagni di fattoria a quelli di stalla montana, il passo è stato breve, che di forte gente bergamasca m’è toccato dote d’imparare ad essere insistente, ostinato, testardo, cocciuto e incaponito, che è tutto dire la stessa cosa, ma l’accavallarsi dei termini è indicare mucchio, a fare peso per aggiunta.
Non sono uso spaccare il capello in più parti, che la roncola affetta per grossi spessori e il mio pennino è un chiodo;
Il mio mondo fu di pietra e legno e, seppur oggi ho lasciato specchi e collanine, provo ancora meraviglia per cose piccole e semplici, e son quelle che mi danno e uso per misurare i concetti, i soggetti e gli oggetti: alla quercia ci arrivo dalla storia del seme.
Come alcuni compagni animali di casolare e casa colonica, anche io ho un rumine, un secondo stomaco mentale, dove ammucchio le cose per poi masticarle, biascicarle, spezzarle, impastarle, rimescolarle per un miglior digerire.
D’accordo: i tempi sono lunghi, e ci sarà chi prima arriva al ruttino, ma il rosicchiare ognuno lo fa secondo il tipo di denti che, in momenti di ricordi a breve, rigurgitare della memoria non guasta.
...
Furono gli anni a cavallo del ’94 quelli che fecero montare l’odio e la creazione del capro espiatorio, quello a cui addebitare tutti i mali del mondo, da usare come spugna ed assorbente dei peccati collettivi: nacque allora il "Nano malefico", da sommergere usando lo spargitore di sputi e di letame;
Oddio, non che l’irrigatore d’odio non fosse già stato collaudato e usato: i suoi apprendisti fecero pellegrinaggi continui per impararne i meccanismi e i segreti, andando a scuola da chi ne fece rivoluzione...no, solo che avevano già falciato e martellato sul percorso ed erano convinti d’aver creato una "gioiosa macchina da guerra";
ma, come si dice, si fecero i conti senza l’oste, ottenendo figura...d’Occhetto quando quello passò all’incasso.
Come per Napoleone, anche questi bauscioni furono costretti alla ritirata, la stessa: di Russia.
Contrordine compagni, che il piccoletto di cui ci siamo presi gioco c’ha messo nel..."cul de sac" e bastonati per benino: la macchina s’è rotta, la guerra l’è persa e la gioiosa l’è in cantina !
Zitti e...Mosca, che i professionisti di pastoni politici sono rimasti in braghe di tela, che dovrebbero farne divisa per meglio avvicinarli al "poppolo" della rivoluzione, destinato a restare sempre povero e proletario, che altrimenti tutta l’impalcatura del cazzeggio marxista-leninista andrebbe a puttane.
La lotta di classe non permette promozioni, ma devono essere tutti ripetenti, che sennò tutti si fermerebbero per strada a consumare il pasto per mai arrivare al fulgido sol dell’avvenire.
Il popol-bue deve rimanere a brucare rasoterra, che semmai è tutto il resto che si deve abbassare.
Con le idee chiare, eccoli a portare disgrazie in tutto il mondo, guastando ogni cosa fosse toccata da quell’ideologia infame, che per aizzare la lotta di classe non solo portarono popoli ed economi a terra, ma anche sotto terra !
Non lo dice il Beppe campagnolo: questa è Storia, sono fatti, come quel muro di Berlino crollato che porta oggi quelle nazioni prigioniere a buttare le catene e adottare il pur imperfetto capitalismo, preferendo il consumismo alla consumazione, praticata da un Comunismo assassino.
Ma quelli sono roditori, tarme e tarli, che erodono nel tempo.
Dagli oggi, dagli domani, è riuscito lo scalzare il "Nano malefico", che li aveva umiliati;
ingrassata e oliata, la "gioiosa macchina da guerra" è ripartita, riuscendo a portare i loro sederotti a poggiare non più su dure e scomode panche, ma sui cuscini di morbide poltrone, tenendole e riuscendo a controllare e condizionare il bue da lavoro, che gli aveva aperto la pista, portandoli da una condizione di "seghe e gazzosa" al "Donne e Champagne".
Non è durato molto, che è più facile per quelli demolire che costruire: spazi di manovra azzerati, soffocati da una pressione fiscale asfissiante, massacro dell’organizzazione burocratica e della funzione giudiziaria ( buona fino a che colpiva gli altri ), frontiere aperte a cani e porci, senza controlli, una criminalità in crescendo così come per efferatezza, prepotenza e sicumera;
no Tav, no termovalorizzatori, no rigassificatori, no a tutto, che pure nell’andarsene hanno lasciato escrementi a ricoprire una città come Napoli e a svergognare l’intera nazione.
Ultimo affondo e lascito, i nuovi poveri, che nessuno c’è riuscito di salire, ma tanti trascinati al fondo dalla livella della miseria: giusta "equivicinanza" per tutti, nel segno ed equilibrio del sei politico.
Con metà dei voti hanno spadroneggiato sull’altra parte, non lasciando loro alcuna rappresentanza: ogni posto la sua trombetta, che suonava solo il loro di spartito.
Tipico del credo cui faceva parte lo zoccolo che teneva in piedi il baraccone, lo stato di polizia doveva invadere, entrare pesantemente nel portafogli della gente, tentare scalate a banche e giornali, epurare e decapitare vertici, dalla Guardia di Finanza ai Carabinieri, dai Servizi Segreti alla radio e televisione: un colpo di Stato politico pervadente ma discreto, a piccoli passi ma inesorabile.
Fortuna che altre farneticazioni sono state spuntate, come la vetusta richiesta di abolire la proprietà privata, "okkupare" le seconde case, gli espropri proletari, che è sistema di sfaccendate cicale per parassitare e fregare gli eterni trombati: le laboriose formichine.
Chi ne occuperà il posto, col cazzo che ci troverà un "tesoretto" d’avanzo, ma potremo fare come i barboni, a raccattare tra la mondezza, che forse qualche buccia è rimasta.
Ora, si dice che i topi hanno un gran fiuto per capire a tempo quando una nave affonda.
Mi ricorda Cossiga, il "Picconatore", che cominciò a dare colpi al sistema quando già agonizzava, dopo secoli in cui l’aveva servilmente assecondato e da quello sfamato, con il gratificante sistema del "Non vedo, non sento, non parlo"...almeno, fino a che quello aveva denti per mordere e difendersi !
Lo stesso vale per Veltroni e il suo Partito Democratico, che non aveva fatto in tempo a sfilare la poltrona al Prodi, ma anzi meglio ora, che non gli tocca la rogna, ma cerca la bistecca con l’osso.
Ecco il pomposo baffin D’Alema apostrofare le schiere del centrodestra come "guazzabuglio", che quando lui ha poggiato chiappe con il Romano, era parte di un’armata Brancaleone con tante bocche da sfamare, che oggi rivolge pari accusa agli altri.
Faccia di tolla in lega con il bronzo !
Adesso fa lo sborone:
- «Le tasse vanno abbassate subito ! I soldi per coprire ci sono...Prodi li aveva messi da parte proprio per questo».
E dove: su un conto svizzero ?
La barzelletta l’aveva già spesa il Romanprodi, ad anticipare pasturazione per le elezioni amministrative, subito stoppato dal Tommaso Padoa Schioppa, che rimise la palla a centrocampo:
- «Bambole, non c'è una lira !»
Dato fiato alle trombe, i trombonI di turno soffiano la musica del timoniere del barchino a vela che, cazzando la randa, svicola a tutta mancina e promette...da marinaio, e tiene aperta la porta di servizio:
- «Ci sarà un centrosinistra riformista e di governo e una sinistra radicale, il che non vuol dire che non ci siano momenti per convergere».
Ma guarda tè chi parla di guazzabuglio, e poi rivuole nel letto il primo amore !
- «’A D’Ale, mò se vede che vai in barca, che mi sembri ‘nu poco sciroccato».
Alla larga, dal... "Baffo malefico" !
Io, secondo me...11.02.2008
venerdì 8 febbraio 2008
Chi vusa pusè la vaca l'è sua
- «Ehila, genitori, com'è andata la giornata !»
Mia madre, una tenace e pratica bergamasca, per un momento rimane perplessa e poi, ripreso il piglio montanaro, risponde con la roncola:
- «Pensavo d'averti fatto studiare, ma devi aver saltato qualche classe e sei rimasto un poco al dente: papà non c'è più ed io sono la mamma; casomai ti fossi bevuto il cervello vedi di arrangiarti con le particelle di sodio !».
Gagliarda la mammetta.
- «Guarda che non sono io ad essere in riserva di materia grigia e accontentarmi di un interruttore binario "Acceso-Spento": nelle scuole elementari britanniche sarà proibito usare l'espressione "mamma e papà" sostituita da "genitori"; anche a casa».
Mi squadra, cercando di capire se sto scherzando o no.
- «Senti», mi dice «io ho fatto solo la quinta elementare, ma mi pare che il problema non deve essere accollato ai più, derivati e sgravati da un uomo e una donna».
Come scrive il popolare quotidiano Daily Mail, il ministro per la Scuola e l'infanzia Ed Balls...abbraccia e sposa la proposta lanciata dall'organizzazione per i diritti degli omosessuali Stonewall, che vuole "addomesticare" i bambini secondo il sistema dei cani di Pavlov e dei riflessi condizionati: i piccoli delle elementari riceveranno una scossa ogni qualvolta diranno mamma o papà;
uno zuccherino se "genitori", che devono capire da subito se sono prodotto di una zuppetta chimica, d’affido, adozione o comodato d'uso di un papà-papà, mamma-mamma, uomo-uomo, donna -donna, un collettivo, una comune, una multiproprietà, una Società, una Multinazionale, un circolo di bocce, una Cooperativa, un gruppo ciclistico, lascito od eredità, supermercato o drogheria e quanto altro il futuro preparerà loro.
Ovviamente il Balls mi darebbe addosso...no, scusate, il termine è equivoco; volevo dire: contro.
Una prevenuta manica d’imbecilli mi taccerà di essere omofobico, gridando all'untore, pieno di pregiudizi e irrispettoso dei diritti gay, portatore di un’idea superata e "convenzionale" della famiglia, che se non li prendo a calci nelle terga è solo per non dar loro godimento.
- «Non prendetemi per i fondelli, che di diritti n'abbiamo pure noi - la maggioranza - che non deve essere né silenziosa né silenziata, a permettere uso del famoso detto di mercato:
"Chi vusa pusè la vaca l'è sua", ovvero "chi urla di più ottiene la proprietà della mucca".
Diciamocela in parole povere: fino a che la bilancia vede il piatto pesare sul numero di maggioranza, che fa capo a chi ha sia papà che mamma, i Balls non rompano i coglioni;
quando il contrario, accetterò la voce dei più e chiamerò "genitori" l'eterogenea pletora di gestori del pupo, restando lo stesso dell'idea che la parola "famiglia" non appartiene a questi, che devono trovare altra catalogazione e classificazione, che in ogni modo dovranno dipendere da "protesi" e "contratti" esterni per ottenere quel che non gli è permesso per dote e legge di natura.
Saranno loro a dover cambiare e trovare etichetta che, per ora, sono minoranza nel votare ordine del giorno, nell’assemblea di condominio del mondo.
Del Balls a seguire invece, non ho nulla da obiettare:
"Quando si discuterà di matrimonio nelle scuole medie, gli insegnanti dovranno parlare anche delle unioni civili e dei diritti sulle adozioni gay", che è solo applicando il "Se lo conosci lo eviti o lo fai", fornendo quel sapere che porterà poi ognuno a prendere coscienza, responsabilità e uso di libero arbitrio.
D’accordo anche nel "[...] combattere l'intolleranza nei confronti degli omosessuali, e punizioni per chi offenderà un compagno chiamandolo gay", che i prepotenti, bulli e bauscia non piacciono a nessuno, mentre trovo esagerato estendere il rogo anche a battute come "Comportati da uomo" e "Siete un branco di donnicciole", più usati in genere in ambienti guerreschi.
- «Ciao, mamma, alla prossima !»
E sì, un poco mammone sono rimasto.
Io, secondo me...08.02.2008
Mia madre, una tenace e pratica bergamasca, per un momento rimane perplessa e poi, ripreso il piglio montanaro, risponde con la roncola:
- «Pensavo d'averti fatto studiare, ma devi aver saltato qualche classe e sei rimasto un poco al dente: papà non c'è più ed io sono la mamma; casomai ti fossi bevuto il cervello vedi di arrangiarti con le particelle di sodio !».
Gagliarda la mammetta.
- «Guarda che non sono io ad essere in riserva di materia grigia e accontentarmi di un interruttore binario "Acceso-Spento": nelle scuole elementari britanniche sarà proibito usare l'espressione "mamma e papà" sostituita da "genitori"; anche a casa».
Mi squadra, cercando di capire se sto scherzando o no.
- «Senti», mi dice «io ho fatto solo la quinta elementare, ma mi pare che il problema non deve essere accollato ai più, derivati e sgravati da un uomo e una donna».
Come scrive il popolare quotidiano Daily Mail, il ministro per la Scuola e l'infanzia Ed Balls...abbraccia e sposa la proposta lanciata dall'organizzazione per i diritti degli omosessuali Stonewall, che vuole "addomesticare" i bambini secondo il sistema dei cani di Pavlov e dei riflessi condizionati: i piccoli delle elementari riceveranno una scossa ogni qualvolta diranno mamma o papà;
uno zuccherino se "genitori", che devono capire da subito se sono prodotto di una zuppetta chimica, d’affido, adozione o comodato d'uso di un papà-papà, mamma-mamma, uomo-uomo, donna -donna, un collettivo, una comune, una multiproprietà, una Società, una Multinazionale, un circolo di bocce, una Cooperativa, un gruppo ciclistico, lascito od eredità, supermercato o drogheria e quanto altro il futuro preparerà loro.
Ovviamente il Balls mi darebbe addosso...no, scusate, il termine è equivoco; volevo dire: contro.
Una prevenuta manica d’imbecilli mi taccerà di essere omofobico, gridando all'untore, pieno di pregiudizi e irrispettoso dei diritti gay, portatore di un’idea superata e "convenzionale" della famiglia, che se non li prendo a calci nelle terga è solo per non dar loro godimento.
- «Non prendetemi per i fondelli, che di diritti n'abbiamo pure noi - la maggioranza - che non deve essere né silenziosa né silenziata, a permettere uso del famoso detto di mercato:
"Chi vusa pusè la vaca l'è sua", ovvero "chi urla di più ottiene la proprietà della mucca".
Diciamocela in parole povere: fino a che la bilancia vede il piatto pesare sul numero di maggioranza, che fa capo a chi ha sia papà che mamma, i Balls non rompano i coglioni;
quando il contrario, accetterò la voce dei più e chiamerò "genitori" l'eterogenea pletora di gestori del pupo, restando lo stesso dell'idea che la parola "famiglia" non appartiene a questi, che devono trovare altra catalogazione e classificazione, che in ogni modo dovranno dipendere da "protesi" e "contratti" esterni per ottenere quel che non gli è permesso per dote e legge di natura.
Saranno loro a dover cambiare e trovare etichetta che, per ora, sono minoranza nel votare ordine del giorno, nell’assemblea di condominio del mondo.
Del Balls a seguire invece, non ho nulla da obiettare:
"Quando si discuterà di matrimonio nelle scuole medie, gli insegnanti dovranno parlare anche delle unioni civili e dei diritti sulle adozioni gay", che è solo applicando il "Se lo conosci lo eviti o lo fai", fornendo quel sapere che porterà poi ognuno a prendere coscienza, responsabilità e uso di libero arbitrio.
D’accordo anche nel "[...] combattere l'intolleranza nei confronti degli omosessuali, e punizioni per chi offenderà un compagno chiamandolo gay", che i prepotenti, bulli e bauscia non piacciono a nessuno, mentre trovo esagerato estendere il rogo anche a battute come "Comportati da uomo" e "Siete un branco di donnicciole", più usati in genere in ambienti guerreschi.
- «Ciao, mamma, alla prossima !»
E sì, un poco mammone sono rimasto.
Io, secondo me...08.02.2008
giovedì 7 febbraio 2008
Sarkòstico
Dio, cosa darei per vivere del cazzeggio mediatico dei francesi:
"Nicolas Sarkozy s’è preso la Carla Bruni, la tiene, la molla, la riprende, se la porta al mare o in montagna, all’estero o in campagna, di qui come di la, a destra e a manca".
Per alcuni versi sarà pure un tormentone, un trafiletto o un paginone, che s’incunea e s’insinua pure tra il fogliame giornalistico e notiziame serioso di testate altrimenti severe e impettite, che le scorri con reverenziale rispetto, tanto la loro aristocratica storia fa soggezione.
Qualche magagna insorge nel loro viaggiare quando, a contatto con culture e tradizioni più rigide o altrimenti pensanti, è considerato sconveniente viaggiare con signorina "pret-a-porter" che, anche se "griffata", serve autentica di matrimonio, che altrimenti il "bagaglio a mano" viaggia da solo, nella stiva e non sulle ginocchia.
Bene: oggi sposi, timbro e firma, marchio a certificare la filiera del prodotto e via, che anche la Carla è sdoganata.
- «Come dite ? Perché sono così ironico e pungente, anzi...Sarkòstico ?»
Prendo fiato e slancio;
- «Ma, sant’Iddio, vi rendete conto il contrasto con noi ? Cosa contrapponiamo a tanto giovanile ardore, alla fregola di un presidente francese, che deve fare di conto con un surriscaldamento ormonale da adolescente ?»
"Clamoroso ! La Montalcini fugge con Napolitano...Rosi Bindi fa la fuitina d’amore con l’Oscar Luigi Scalfaro...Cossiga sorpreso a pomiciare...";
La maggior parte di noi andrebbe a controllare la data dell’inchiostrato, sospettando d’aver sotto mano una stampa del nonno, uno dei fogli che il papà dell’avo usò da incarto, per portare a casa l’antico genitore, dopo il parto !
Nessuna meraviglia che allegato vi sia pure il Bollettino della Vittoria:
"La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano[...] con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima [...] è vinta e finita".
Facce datate, vecchiume da polvere di soffitta piuttosto che di stelle: andiamo dalla mummia di Hatshepsut a Otzi, l’uomo venuto dal ghiaccio, l’incartapecorito di Similaun !
Unica differenza: quelli hanno smesso di fare danni, mentre i nostri continuano ad uscire dai sarcofaghi per far ago di bilancia e tenere un paese per le palle, secondo loro capricci e velleità.
Senatori a vita: cambiali senza data, da compilare alla bisogna e presentare all’incasso, per sessanta milioni di coglionati: spese...vive !
E tutta la minestra riscaldata della Prima Repubblica, broda scodellata ancora nella ciotola della sbobba, il rancido rancio del quotidiano ?
Anche qui sarebbe il caso di pretendere la differenziata, che molti sono riciclati, ai tempi informati dei fatti se non protagonisti, comunque complici di ladroni quando, tacendo, hanno contribuito a fare da compagni di merende, soci sostenitori o benemeriti e vogatori sulla...galera di quei pirati, a remo e ritmo tamburato del "Non vedo, non sento, non parlo": guardateli in faccia, che sono figurine doppie e noi mai riusciremo con quelle a riempire e finire l’album della raccolta che, al posto di figure, abbiamo tanti figuri e brutti ceffi !
L’Italia si trova oggi a festeggiare il capodanno con i cinesi, sotto il segno del TOPO, dopo esserci lasciati alle spalle il maiale !
Bassolino, la Iervolino e il Pecoraro hanno lavorato con quella tabella che, in quel di Napoli, hanno saputo preparare ed accogliere questi animali nell’ambiente a loro più adatto.
Fumanti e fumini, come ncopp’ ‘o Vesuvio, sono diventati i suoi sfortunati abitanti, costretti alla terza guerra del golfo, dove si è schierato l’esercito e un poliziotto a capo dell’emergenza: invece che a badile e ruspa ai sacchetti di mondezza, rischiamo manganelli e baionette contro i riottosi, che impediscono a don Gennaro di far gioco delle tre carte, ri-ciclando, ovvero girare in tondo, da un buco all’altro: una mobilità che ritrova e riporta il “Facite Ammuina” di borbonica memoria !
- «Tiriamo a campare !»...
quella che ormai è frase biblica, vangelo e sacramento, risuona e riverbera in quei corridoi, dove essa ha permesso prebende euro-milionarie a chi nella spazzatura s’è tuffato - e lerciume mantenuto - come Paperon de Paperoni nei soldi, che tanto hanno intascato, sulla pelle dei napoletani...e delle patate, delle arance, delle mele e dei salami !
Detto alla milanese: "Dura guerra che mi resisti", dura guerra che io resisto...e incasso, anzi...in-casso-netto !
Voglia la Provvidenza e la Pietà celeste che questo sfortunato paese possa un domani tornare a vivere solo di pettegolezzi, e che la storia d’amore sia tra una Giulietta e il suo Romeo, invece che tra bende e bande d’imbalsamati !
Io, secondo me...07.02.2008
"Nicolas Sarkozy s’è preso la Carla Bruni, la tiene, la molla, la riprende, se la porta al mare o in montagna, all’estero o in campagna, di qui come di la, a destra e a manca".
Per alcuni versi sarà pure un tormentone, un trafiletto o un paginone, che s’incunea e s’insinua pure tra il fogliame giornalistico e notiziame serioso di testate altrimenti severe e impettite, che le scorri con reverenziale rispetto, tanto la loro aristocratica storia fa soggezione.
Qualche magagna insorge nel loro viaggiare quando, a contatto con culture e tradizioni più rigide o altrimenti pensanti, è considerato sconveniente viaggiare con signorina "pret-a-porter" che, anche se "griffata", serve autentica di matrimonio, che altrimenti il "bagaglio a mano" viaggia da solo, nella stiva e non sulle ginocchia.
Bene: oggi sposi, timbro e firma, marchio a certificare la filiera del prodotto e via, che anche la Carla è sdoganata.
- «Come dite ? Perché sono così ironico e pungente, anzi...Sarkòstico ?»
Prendo fiato e slancio;
- «Ma, sant’Iddio, vi rendete conto il contrasto con noi ? Cosa contrapponiamo a tanto giovanile ardore, alla fregola di un presidente francese, che deve fare di conto con un surriscaldamento ormonale da adolescente ?»
"Clamoroso ! La Montalcini fugge con Napolitano...Rosi Bindi fa la fuitina d’amore con l’Oscar Luigi Scalfaro...Cossiga sorpreso a pomiciare...";
La maggior parte di noi andrebbe a controllare la data dell’inchiostrato, sospettando d’aver sotto mano una stampa del nonno, uno dei fogli che il papà dell’avo usò da incarto, per portare a casa l’antico genitore, dopo il parto !
Nessuna meraviglia che allegato vi sia pure il Bollettino della Vittoria:
"La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano[...] con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima [...] è vinta e finita".
Facce datate, vecchiume da polvere di soffitta piuttosto che di stelle: andiamo dalla mummia di Hatshepsut a Otzi, l’uomo venuto dal ghiaccio, l’incartapecorito di Similaun !
Unica differenza: quelli hanno smesso di fare danni, mentre i nostri continuano ad uscire dai sarcofaghi per far ago di bilancia e tenere un paese per le palle, secondo loro capricci e velleità.
Senatori a vita: cambiali senza data, da compilare alla bisogna e presentare all’incasso, per sessanta milioni di coglionati: spese...vive !
E tutta la minestra riscaldata della Prima Repubblica, broda scodellata ancora nella ciotola della sbobba, il rancido rancio del quotidiano ?
Anche qui sarebbe il caso di pretendere la differenziata, che molti sono riciclati, ai tempi informati dei fatti se non protagonisti, comunque complici di ladroni quando, tacendo, hanno contribuito a fare da compagni di merende, soci sostenitori o benemeriti e vogatori sulla...galera di quei pirati, a remo e ritmo tamburato del "Non vedo, non sento, non parlo": guardateli in faccia, che sono figurine doppie e noi mai riusciremo con quelle a riempire e finire l’album della raccolta che, al posto di figure, abbiamo tanti figuri e brutti ceffi !
L’Italia si trova oggi a festeggiare il capodanno con i cinesi, sotto il segno del TOPO, dopo esserci lasciati alle spalle il maiale !
Bassolino, la Iervolino e il Pecoraro hanno lavorato con quella tabella che, in quel di Napoli, hanno saputo preparare ed accogliere questi animali nell’ambiente a loro più adatto.
Fumanti e fumini, come ncopp’ ‘o Vesuvio, sono diventati i suoi sfortunati abitanti, costretti alla terza guerra del golfo, dove si è schierato l’esercito e un poliziotto a capo dell’emergenza: invece che a badile e ruspa ai sacchetti di mondezza, rischiamo manganelli e baionette contro i riottosi, che impediscono a don Gennaro di far gioco delle tre carte, ri-ciclando, ovvero girare in tondo, da un buco all’altro: una mobilità che ritrova e riporta il “Facite Ammuina” di borbonica memoria !
- «Tiriamo a campare !»...
quella che ormai è frase biblica, vangelo e sacramento, risuona e riverbera in quei corridoi, dove essa ha permesso prebende euro-milionarie a chi nella spazzatura s’è tuffato - e lerciume mantenuto - come Paperon de Paperoni nei soldi, che tanto hanno intascato, sulla pelle dei napoletani...e delle patate, delle arance, delle mele e dei salami !
Detto alla milanese: "Dura guerra che mi resisti", dura guerra che io resisto...e incasso, anzi...in-casso-netto !
Voglia la Provvidenza e la Pietà celeste che questo sfortunato paese possa un domani tornare a vivere solo di pettegolezzi, e che la storia d’amore sia tra una Giulietta e il suo Romeo, invece che tra bende e bande d’imbalsamati !
Io, secondo me...07.02.2008
martedì 5 febbraio 2008
Spermato Zoo
- «[...] ultima frontiera [...] la missione è quella di esplorare altri mondi, alla ricerca di nuove forme di vita e di civiltà, per arrivare dove nessuno è mai giunto prima».
na-nanana-nanana-nanananana-nana-nanana...
Diario del Capitano...data astrale: "Oggipiùdiierimenodidomani":
questi sono i viaggi della nave stellare Spermato Zoo.
Dopo una crisi di governo nel pannello comandi, mancata la fiducia, Sulu si è perso nel vuoto alla ricerca del mandato esplorativo, nel tentativo di recuperare gli scudi spaziali che sono stati abbattuti dai BerlusKlingon;
Spok, la mente vulcanica del gruppo, s’è squagliato come neve al sole, dopo avere gridato «Energia !» sotto il flusso dell’inceneritore piuttosto che della macchina per il teletrasporto, ha mancato la dimensione Santoro ed è stato ammonticchiato nel "Continuum" di Napoli, dove alle tre dimensioni canoniche s’aggiunge quella dell’orologio del tempo, un automatico che si...discarica da solo.
Il comandante Kirk ha rimesso il mandato all’Unione...Intergalattica che, si sa, quando si agita troppo la bottiglia i tappi sono i primi a saltare.
Il suo posto è stato preso da una donna, dai maschietti in fregola classificata "bona" e, dalle femminucce, passabile, appena "Bonino";
gli uomini, dicono, reagiscono secondo il principio della leva d’Archimede:
- «Datemi un punto d’appoggio e solleverò il mondo», facendo perno dall’ombelico con l’asta subito sotto.
- «[...] ultima frontiera [...] ricerca di nuove forme di vita [...] arrivare dove nessuno è mai giunto prima».
na-nanana-nanana-nanananana-nana-nanana...
Il Dottor McCoy è l’unico, della vecchia guardia, ancora in azione;
ha trovato modo di fornire alle femminucce un nuovo giocattolo erotico, un "Faidate" chiamato "Inseminator", che invece di cercare tra le gambe degli ometti ce l’hanno nel ripieno dell’ossobuco: le cellule del midollo osseo.
Ecco che diventerebbe più...a portata di mano il procreare, che è una gran fatica e perdita di tempo il ricorrere, come gli aerei in trasvolata, alla canna del rifornimento in volo: via, libere come un...l’aria !
Basta un cucchiaino da caffè, una palata di celluline da mettere in broda, magari un dado - rigorosamente di carne - per insaporire, portare ad ebollizione e cottura - et voilà ! - ecco scodellato il pupo.
Lo volete biondo con gli occhi azzurri, moro, piccolo e tozzo o alto e slanciato ?
Basta aggiungere o togliere ingredienti, insaporitori, conservanti o coloranti e dopo vedrete che bel minestrone !
Le nuove confezioni liofilizzate saranno a sostituire i preservativi, nei distributori fuori le farmacie, e qualche ometto distratto, per abitudine e riflesso condizionato, sarà ancora ad infilare la confezione sul peduncolo in estinzione.
Al "masculo" penserà l’evoluzione a correggere la mancanza, che diventerà la mano destra - sinistra, se mancini - muscolarmente più grossa per nuovo e intensivo uso, mentre altro obbedirà alle nuove "Leggi di Mendel", che la scienza del pisello ne uscirà notevolmente...ridimensionata.
Basteranno le cellule staminali, dette anche "cellule bambine" in quello stadio ancora plastiche e mutevoli, trasformarsi anche in sperma, attraverso l'utilizzo e la stimolazione di speciali vitamine e sostanze chimiche.
Sarà il crollo pure per il mercato del porno e della patatina che, al posto dei Rocco Siffredi, gnocche e bonazze, sarà a presentare amplessi, orge ed orgasmi delle totipotenti staminali.
Finiti i bei tempi in cui si andava a chiedere la mano della pulzella ai genitori della stessa ( ho detto corretto: genitori, e non più papà e mamma ) che, d’ora in poi, basterà fare come quando si chiede alla vicina il sale:
- «Scusi, sono rimasto senza: mi darebbe una puntina di staminali ?»
E voi, cari bambini, figli di una mezza sega, vi porterò tutti allo spermato Zoo, a...farvi vedere agli animali !
Ed ecco che, il nuovo comandante Bonino, potrà continuare a sfrecciare nel suo universo, annunciando nuovo verbo e invitando all’uso di un linguaggio più appropriato:
- «L'embrione è vita umana allo stesso modo che lo è il sangue».
E noi aiutiamola: ridiamoci su, che fa, appunto, buon sangue.
- «[...] ultima frontiera [...] ricerca di nuove forme di vita [...] arrivare dove nessuno è mai giunto prima».
na-nanana-nanana-nanananana-nana-nanana...
Io, secondo me...05.02.2008
na-nanana-nanana-nanananana-nana-nanana...
Diario del Capitano...data astrale: "Oggipiùdiierimenodidomani":
questi sono i viaggi della nave stellare Spermato Zoo.
Dopo una crisi di governo nel pannello comandi, mancata la fiducia, Sulu si è perso nel vuoto alla ricerca del mandato esplorativo, nel tentativo di recuperare gli scudi spaziali che sono stati abbattuti dai BerlusKlingon;
Spok, la mente vulcanica del gruppo, s’è squagliato come neve al sole, dopo avere gridato «Energia !» sotto il flusso dell’inceneritore piuttosto che della macchina per il teletrasporto, ha mancato la dimensione Santoro ed è stato ammonticchiato nel "Continuum" di Napoli, dove alle tre dimensioni canoniche s’aggiunge quella dell’orologio del tempo, un automatico che si...discarica da solo.
Il comandante Kirk ha rimesso il mandato all’Unione...Intergalattica che, si sa, quando si agita troppo la bottiglia i tappi sono i primi a saltare.
Il suo posto è stato preso da una donna, dai maschietti in fregola classificata "bona" e, dalle femminucce, passabile, appena "Bonino";
gli uomini, dicono, reagiscono secondo il principio della leva d’Archimede:
- «Datemi un punto d’appoggio e solleverò il mondo», facendo perno dall’ombelico con l’asta subito sotto.
- «[...] ultima frontiera [...] ricerca di nuove forme di vita [...] arrivare dove nessuno è mai giunto prima».
na-nanana-nanana-nanananana-nana-nanana...
Il Dottor McCoy è l’unico, della vecchia guardia, ancora in azione;
ha trovato modo di fornire alle femminucce un nuovo giocattolo erotico, un "Faidate" chiamato "Inseminator", che invece di cercare tra le gambe degli ometti ce l’hanno nel ripieno dell’ossobuco: le cellule del midollo osseo.
Ecco che diventerebbe più...a portata di mano il procreare, che è una gran fatica e perdita di tempo il ricorrere, come gli aerei in trasvolata, alla canna del rifornimento in volo: via, libere come un...l’aria !
Basta un cucchiaino da caffè, una palata di celluline da mettere in broda, magari un dado - rigorosamente di carne - per insaporire, portare ad ebollizione e cottura - et voilà ! - ecco scodellato il pupo.
Lo volete biondo con gli occhi azzurri, moro, piccolo e tozzo o alto e slanciato ?
Basta aggiungere o togliere ingredienti, insaporitori, conservanti o coloranti e dopo vedrete che bel minestrone !
Le nuove confezioni liofilizzate saranno a sostituire i preservativi, nei distributori fuori le farmacie, e qualche ometto distratto, per abitudine e riflesso condizionato, sarà ancora ad infilare la confezione sul peduncolo in estinzione.
Al "masculo" penserà l’evoluzione a correggere la mancanza, che diventerà la mano destra - sinistra, se mancini - muscolarmente più grossa per nuovo e intensivo uso, mentre altro obbedirà alle nuove "Leggi di Mendel", che la scienza del pisello ne uscirà notevolmente...ridimensionata.
Basteranno le cellule staminali, dette anche "cellule bambine" in quello stadio ancora plastiche e mutevoli, trasformarsi anche in sperma, attraverso l'utilizzo e la stimolazione di speciali vitamine e sostanze chimiche.
Sarà il crollo pure per il mercato del porno e della patatina che, al posto dei Rocco Siffredi, gnocche e bonazze, sarà a presentare amplessi, orge ed orgasmi delle totipotenti staminali.
Finiti i bei tempi in cui si andava a chiedere la mano della pulzella ai genitori della stessa ( ho detto corretto: genitori, e non più papà e mamma ) che, d’ora in poi, basterà fare come quando si chiede alla vicina il sale:
- «Scusi, sono rimasto senza: mi darebbe una puntina di staminali ?»
E voi, cari bambini, figli di una mezza sega, vi porterò tutti allo spermato Zoo, a...farvi vedere agli animali !
Ed ecco che, il nuovo comandante Bonino, potrà continuare a sfrecciare nel suo universo, annunciando nuovo verbo e invitando all’uso di un linguaggio più appropriato:
- «L'embrione è vita umana allo stesso modo che lo è il sangue».
E noi aiutiamola: ridiamoci su, che fa, appunto, buon sangue.
- «[...] ultima frontiera [...] ricerca di nuove forme di vita [...] arrivare dove nessuno è mai giunto prima».
na-nanana-nanana-nanananana-nana-nanana...
Io, secondo me...05.02.2008
lunedì 4 febbraio 2008
Il silenzio degli incoscienti
Socio ordinario, sostenitore, benemerito, onorario, illustre, illustrissimo, eminente e "leccaculato":
personaggi come il Pasquinelli sono all'apice di questa catena evolutiva dove, la gratitudine dei beneficiati, arriva ad alleviare i buoni samaritani dal fastidio d’usare la carta igienica.
I soggetti alla Moreno sono scafati ed abili a drenare palanche, avviare collette benefiche a favore di compagni di merende fuori di penisola, di cui invidiano "geometrica potenza" che da noi, con il rosso, quella e la brigata sono state rimandate a tempi migliori.
Il Campo Antimperialista aveva cominciato, nel 2003, con una raccolta 10 euro per la resistenza irachena e, da allora, in un crescendo fibrillante e sincopato, hanno continuato a rastrellare grana per i gemelli zebedei: partigiani e resistenti di Al Qaeda, Hamas, fratelli appassionati nell’abbracciare magistero del terrore, che i padri fondatori ne hanno fatto dottrina e pappetta omogeneizzata per crescerli nel vigore del ComuNazIslam.
Aiuti materiali e contributi finanziari da spedire ad un conto corrente postale:
"Dalla parte del popolo libanese martoriato dall’aviazione sionista, augurando al movimento Hezbollah piena vittoria".
Sinergie di mercato li portano a cercare amplessi con estremisti pakistani, turchi, baschi, feddayn iraniani, reduci del Fplp di George Habbash: madri prolifiche per milioni di baionette.
A questi procacciatori, come un lardellato a fette, segue lo strato degli "Spalatori", quelli che, con il forcone nel letame, passano con il carro a buttare merda, coprendo così il prodotto d’altri per i propri orti di guerra.
Sotto la coltre hanno seppellito la famiglia, così come la scuola e sono nell’attesa che, senza più radici, crolli l’intero albero della collettività, che dovrà formare base e pastura per crescerne gramigna.
Strategia e tattica passa dal classico "Il fine giustifica i mezzi" fino a "Il nemico del mio nemico è mio amico".
Agli spalatori seguono i "Silenziatori", conosciuti anche come "Taglialingue" che, passando a falce e menando di martello, rasano e appiattiscono gli ostacoli;
si ammonticchiano in fasci, branchi e...liste, buttandosi a piramide sul malcapitato di turno: massicci energumeni e pachidermi atti allo schiacciamento di fiato altrui;
come pasta tra i rulli, ecco passati e tirato a sfoglia sia Magdi Allam che il Papa.
Attorno a queste galassie orbitano le "caserme rosse": i centri sociali veneti, lombardi, toscani, campani, romani.
Si ritrovano nel pensiero-ayatollah, in un riesumato khomeinismo.
Ecco i devastatori, le vermiglie brigate, gli arditi che devono fare i lavori sporchi, che la politica usa come figli da prostituire.
Sono l’arma bianca, gli esperti del corpo a corpo, quelli del contatto, la cavernicola clava e purga del popolo quando, intestino pigro, deve essere rieducato con energici lassativi, che altrimenti il pensiero rivoluzionario s’abitua alle pantofole.
Tutto questo corpulento insieme, razzista e oscurantista, già sconfitti dalla storia, sta tentando di prendersi la rivincita: bruciando bandiere americane e israeliane e insultando i caduti di Nassiriya nel muscolare, rilasciando tossine nel tessuto sociale, lasciandone scoperto i nervi, favorendo l’assalto del parassitismo d’importazione, con logica che passa tutto, cani e porci !
Il primo febbraio dell’anno del Signore 2008, a Baghdad, i "resistenti-partigiani" hanno abusato di due donne mentalmente disabili, imbottendole d’esplosivo e facendole saltare in due diversi mercati che, si sa, sono "obiettivi strategici": 98 morti e centinaia di feriti.
Chissà: magari sulle cinture di tritolo c’era la targhetta "Colletta antimperialista".
Sul fronte del pisolo, tutto tace: il silenzio degli incoscienti.
All’appello "Salviamo l’Italia" fa eco solo un rassegnato "Si salvi chi può !"
Io, secondo me...04.02.2008
personaggi come il Pasquinelli sono all'apice di questa catena evolutiva dove, la gratitudine dei beneficiati, arriva ad alleviare i buoni samaritani dal fastidio d’usare la carta igienica.
I soggetti alla Moreno sono scafati ed abili a drenare palanche, avviare collette benefiche a favore di compagni di merende fuori di penisola, di cui invidiano "geometrica potenza" che da noi, con il rosso, quella e la brigata sono state rimandate a tempi migliori.
Il Campo Antimperialista aveva cominciato, nel 2003, con una raccolta 10 euro per la resistenza irachena e, da allora, in un crescendo fibrillante e sincopato, hanno continuato a rastrellare grana per i gemelli zebedei: partigiani e resistenti di Al Qaeda, Hamas, fratelli appassionati nell’abbracciare magistero del terrore, che i padri fondatori ne hanno fatto dottrina e pappetta omogeneizzata per crescerli nel vigore del ComuNazIslam.
Aiuti materiali e contributi finanziari da spedire ad un conto corrente postale:
"Dalla parte del popolo libanese martoriato dall’aviazione sionista, augurando al movimento Hezbollah piena vittoria".
Sinergie di mercato li portano a cercare amplessi con estremisti pakistani, turchi, baschi, feddayn iraniani, reduci del Fplp di George Habbash: madri prolifiche per milioni di baionette.
A questi procacciatori, come un lardellato a fette, segue lo strato degli "Spalatori", quelli che, con il forcone nel letame, passano con il carro a buttare merda, coprendo così il prodotto d’altri per i propri orti di guerra.
Sotto la coltre hanno seppellito la famiglia, così come la scuola e sono nell’attesa che, senza più radici, crolli l’intero albero della collettività, che dovrà formare base e pastura per crescerne gramigna.
Strategia e tattica passa dal classico "Il fine giustifica i mezzi" fino a "Il nemico del mio nemico è mio amico".
Agli spalatori seguono i "Silenziatori", conosciuti anche come "Taglialingue" che, passando a falce e menando di martello, rasano e appiattiscono gli ostacoli;
si ammonticchiano in fasci, branchi e...liste, buttandosi a piramide sul malcapitato di turno: massicci energumeni e pachidermi atti allo schiacciamento di fiato altrui;
come pasta tra i rulli, ecco passati e tirato a sfoglia sia Magdi Allam che il Papa.
Attorno a queste galassie orbitano le "caserme rosse": i centri sociali veneti, lombardi, toscani, campani, romani.
Si ritrovano nel pensiero-ayatollah, in un riesumato khomeinismo.
Ecco i devastatori, le vermiglie brigate, gli arditi che devono fare i lavori sporchi, che la politica usa come figli da prostituire.
Sono l’arma bianca, gli esperti del corpo a corpo, quelli del contatto, la cavernicola clava e purga del popolo quando, intestino pigro, deve essere rieducato con energici lassativi, che altrimenti il pensiero rivoluzionario s’abitua alle pantofole.
Tutto questo corpulento insieme, razzista e oscurantista, già sconfitti dalla storia, sta tentando di prendersi la rivincita: bruciando bandiere americane e israeliane e insultando i caduti di Nassiriya nel muscolare, rilasciando tossine nel tessuto sociale, lasciandone scoperto i nervi, favorendo l’assalto del parassitismo d’importazione, con logica che passa tutto, cani e porci !
Il primo febbraio dell’anno del Signore 2008, a Baghdad, i "resistenti-partigiani" hanno abusato di due donne mentalmente disabili, imbottendole d’esplosivo e facendole saltare in due diversi mercati che, si sa, sono "obiettivi strategici": 98 morti e centinaia di feriti.
Chissà: magari sulle cinture di tritolo c’era la targhetta "Colletta antimperialista".
Sul fronte del pisolo, tutto tace: il silenzio degli incoscienti.
All’appello "Salviamo l’Italia" fa eco solo un rassegnato "Si salvi chi può !"
Io, secondo me...04.02.2008
venerdì 1 febbraio 2008
LibRogOdio
Fiera del libro di Torino: una volta a te, un altro a me, dando spazio ora ad uno e domani all’altro;
è una forma di turnazione, come essere in coda dal salumiere o dal dottore: con civiltà e disciplina, ci si mette in fila e s’aspetta la chiamata.
- «Cile !»
- «Non posso: c’ho impegno in Perù, in altra Librofiera».
Il tabellone cambia numero;
- « Egitto !»
- «Non posso, c’ho imbarazzo: occupato !»
- «India !»
- «Non posso: c’ho difficoltà organizzative».
Tac, tac-tac, tra-tactactac...
- «Israele, siamo noi: presente !»
- «Venga, s’accomodi».
Non è passato davanti a nessuno, non ha scavalcato, spintonato o sgomitato.
Immancabile t’arriva il comunista congestionato e sincopato, rosso fino al midollo, il Vincenzo Chieppa di turno, fatto di fiele e acido;
- «Si aggiunga come altro ospite l’Autorità palestinese».
Ma che cazzo centra: si presentano libri, non Kalashnikov;
e che presentano in carta, quelli: lo statuto di Hamas, il manuale del Qassam, lo schema progettuale dei Katiuscia, l’ultimo zainetto scolastico o cintura griffata con imbottito di polvere da sparo, invece che piumino d’oca ?
Eccoci al "LibRogOdio"... il destinare Libro sul Rogo dell’Odio.
Si, lo so: soffocare, reprimere o appiattire la voce di una cultura, tentando di sigillare le copertine dei suoi libri o nasconderne gusto con apporto d’insapore contorno, ci avvicina al "Libricidio" che, nello specifico, diventa "liEbreicidio".
Non potendo usare il cerino, tanto caro e conosciuto ai lanciatori delle Molotov, si tenta il bruciare tempi tappe e ponti, portando lo spruzzo di scolorina il più prossimo all’inchiostrato.
- «Coraggio, Kompagni, stringete le Chieppe: il prossimo anno bombaroli e maestri d’armi li inviterete voi, nel sottoscala di spelonche e botteghe oscure, dove festeggerete il vostro nume protettore...Barbara, la santa degli acciarini e degli inneschi !»
Le...sChieppe comunarde vogliono ( Pretendono. Mai chiedono ):
«[...] assieme allo stato di Tel Aviv anche le autorità palestinesi, con la propria cultura».
Cultura ?
Ma se non arrivano neppure a quella più semplice ed elementare: il riconoscere diritto d’esistenza ad altro popolo, che vorrebbero tornato a dimora nei forni, come fossero pizze !
Kultura da Gulag, ecco dov’è l’anello mancante, la congiunzione manifesta dei figli del ComuNazIslam.
Non mettiamola tra i libri, che li userebbero cavi all’interno, per riporre pensiero...plastico.
Io, secondo me...01.02.2008
è una forma di turnazione, come essere in coda dal salumiere o dal dottore: con civiltà e disciplina, ci si mette in fila e s’aspetta la chiamata.
- «Cile !»
- «Non posso: c’ho impegno in Perù, in altra Librofiera».
Il tabellone cambia numero;
- « Egitto !»
- «Non posso, c’ho imbarazzo: occupato !»
- «India !»
- «Non posso: c’ho difficoltà organizzative».
Tac, tac-tac, tra-tactactac...
- «Israele, siamo noi: presente !»
- «Venga, s’accomodi».
Non è passato davanti a nessuno, non ha scavalcato, spintonato o sgomitato.
Immancabile t’arriva il comunista congestionato e sincopato, rosso fino al midollo, il Vincenzo Chieppa di turno, fatto di fiele e acido;
- «Si aggiunga come altro ospite l’Autorità palestinese».
Ma che cazzo centra: si presentano libri, non Kalashnikov;
e che presentano in carta, quelli: lo statuto di Hamas, il manuale del Qassam, lo schema progettuale dei Katiuscia, l’ultimo zainetto scolastico o cintura griffata con imbottito di polvere da sparo, invece che piumino d’oca ?
Eccoci al "LibRogOdio"... il destinare Libro sul Rogo dell’Odio.
Si, lo so: soffocare, reprimere o appiattire la voce di una cultura, tentando di sigillare le copertine dei suoi libri o nasconderne gusto con apporto d’insapore contorno, ci avvicina al "Libricidio" che, nello specifico, diventa "liEbreicidio".
Non potendo usare il cerino, tanto caro e conosciuto ai lanciatori delle Molotov, si tenta il bruciare tempi tappe e ponti, portando lo spruzzo di scolorina il più prossimo all’inchiostrato.
- «Coraggio, Kompagni, stringete le Chieppe: il prossimo anno bombaroli e maestri d’armi li inviterete voi, nel sottoscala di spelonche e botteghe oscure, dove festeggerete il vostro nume protettore...Barbara, la santa degli acciarini e degli inneschi !»
Le...sChieppe comunarde vogliono ( Pretendono. Mai chiedono ):
«[...] assieme allo stato di Tel Aviv anche le autorità palestinesi, con la propria cultura».
Cultura ?
Ma se non arrivano neppure a quella più semplice ed elementare: il riconoscere diritto d’esistenza ad altro popolo, che vorrebbero tornato a dimora nei forni, come fossero pizze !
Kultura da Gulag, ecco dov’è l’anello mancante, la congiunzione manifesta dei figli del ComuNazIslam.
Non mettiamola tra i libri, che li userebbero cavi all’interno, per riporre pensiero...plastico.
Io, secondo me...01.02.2008
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