Bello, con quello strofinaccio in faccia, che sembra la salviettina del bidet, quella vaschetta di forma allungata ed affusolata per lavare le parti intime del corpo che, in effetti, il balconcino richiamava, così come la testa che c’era all’interno pareva all’asciugo dopo energica centrifuga a cinque dita.
Vestitino scuro, il "Durex e puro" agitava il pannicello palestineseggiante che, si sa: "preservativare" è meglio che curare, e quello non vede l’ora di trovarsi…Hatù per tu con la contaminazione di grasso d’ebreo che, dalla balconata del Rettorato dell’Università di Torino, lo vorrebbe escluso e solo colata di ciccia da sportello di forno crematorio.
Dal poggiolo, lo scalmanato divulgava il "petopensiero" del fedayin rosso, opportunamente sotto copertura, che basta lasciare pisciatina per marcare terreno e possesso, che la faccia potrebbe scambiarsi, come le tonsille con l’emorroide.
Sono i cani di Pavlov della "Vattimocultura" che, dietro ai simboli di una scolastica terrorista, offrono i tanti cervelli all’ammasso, stipati in botteghe oscure, alla causa di quel terrore tanto propagandato e dottrina del nonnetto Lenin e del "babbaffone" di Stalin.
All’università, non un Magnifico Rettore si vorrebbe, ma un…Magnifico, dai muscoli d’Ercole Kompagno, il "Palmirotogliattiano" credo impastato di menzogna ed inganno, l’equivalente della taqiya degli islamisti, a ribadire la perfetta cementazione con metodi e sistemi del nuovo estremismo alla ComuNazIslam, dove il minimo comun denominatore è l’ebreo, schiacciato dai grandi numeri sopra di lui.
Terrorizzare, mentire, l’ebreo come stile di…morte e il perfetto disprezzo per la sacralità dell’altrui vita, pone questo cascame umano a decantare nello stesso vasino e a…sbandierare da medesima tazza.
Non ho dubbi - e lo ripeto da tempi non sospetti - che stessa deriva, più che derivazione, porta a medesimo spiaggiamento che, di là dai colori e della "dottrinapurgante", sono maglie di una stessa catena, che riempie sempre delle fosse con i prodotti di tanto spurgo.
Non solo questa broda assurge a giudice e boia, che la sacralità della vita è pari al valore dato all’altrui pensiero e pensare: da ridurre a cenere per camini.
La vita del palestinese, al pirlotto sul ballatoio, non frega un cazzo: a quello serve alibi per continuare a dar di gomma e scolorina a quei porci, maiali, cani e scimmie della gente d’Israele, che hanno dato modo e prova di venir fuori belli dorati dal fornetto della panificazione.
- «Dio gli disse di separarsi dalla sua gabbia toracica», scrisse Aleksandr Solzenicyn, nell'Arcipelago Gulag, riferendosi alla morte di Stalin, il più gran criminale della Storia;
Ai suoi figli è toccata peggior sorte:
- «Dio gli disse di separarsi dalla sua calotta cranica», e lì se ne partì il cervello.
E fu maledizione per il nostro Sventolone, costretto ad agitar straccetto con complesso movimento e meccanismo a tergicristallo;
che accoppiato al lancio di bottiglie a stoppino-benzina, manganello e bombarola e bobina registrata con messaggio da segreteria telefonica, neppure a pensar sua concorrenza con l’immaginifica intelligenza della mia cagnolina, ma a discettar con programma di lavatrice certo assai, che per uno e l’altra si è lavorato di centrifuga.
Sventolone, grazie di esistere: anche con il tuo sei politico posso competere, felice d’essere solo la penultima creatura di questo mondo, che a chiudere la fila ci sei tu !
Io, secondo me…26.2.2008
martedì 26 febbraio 2008
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