venerdì 30 gennaio 2009
martedì 27 gennaio 2009
L'erba voglio
Racconta una vecchia fiaba che è tipico del re comandare, pretendere, impone, rasentando il capriccio, altrimenti a che servirebbe la corona dell'imperio ?
- «Voglio vedere i fiorellini gialli la mattina quando mi sveglio, voglio che l'erba faccia i fiorellini gialli» piagnucolò il monarca;
ma l'erba neppure si sognava di obbedire, fino a che un saggio suggerì al borioso sovrano la soluzione:
- «Bisogna chiedere all'erba di crescere sempre "per favore" e non "voglio"; altrimenti smette di crescere».
Questa semplice lezione l'abbiamo appresa da subito, da bambini:
"L'erba voglio non si trova nemmeno nel giardino del re".
- « Vogliamo essere portati a Bari com'è successo agli africani [...] Io ho mia moglie a Bergamo, voglio andare da lei [...] vogliamo poter raggiungere le nostre famiglie, in Francia, in Germania, nel Nord Italia...»
Vogliamo.
Voglio.
Vogliono.
Hanno attraversato deserto e mare, subito vessazioni e menati come animali per tutto l'esodo loro;
dietro congruo compenso, li hanno stipati come bestiame dietro i cassoni dei camion, poi in barconi fatiscenti, che neppure le sardine in scatola sono tanto accalcate.
Fino ad allora si erano ben guardati dal pronunciare la parola "Voglio".
Li avrebbero scaricati in mezzo al deserto, buttati a mare o riempiti di bastonate: l'erba voglio non c'è, ma nodosi tronchetti di duro e ruvido legno spuntano dappertutto !
Bocche cucite e ben chiuse dunque, che altrimenti si sarebbero trovati a masticare i propri denti.
Chi mai accetterebbe e sopporterebbe tali e tante umiliazioni, l'essere ammucchiati come merce, a mezzo tra una cosa e un pollo in batteria, sennonché, da dove arriva, subiva e viveva ben di peggio, quando non rischiando pure la cotica ?
Bene: passando dall'inferno al purgatorio, non credo che, una volta sbarcati sulle nostre spiagge, possano lamentare e rimpiangere il trascorso.
Sicuramente avranno toccato con mano quanti sono, e l'entità della massa che si accoda per la traversata, direzione Lampedusa.
Se non con il lume della ragione, almeno per istinto, a pelle, dovrebbero capire che, continuando a riempire un catino, più di tanto in quello non ci può stare;
anche un'isola c'ha un limite e, se l'acqua di una diga entra in un bicchiere, niente riuscirà a svuotarlo.
Ma quelli, no, continuano e, schivato il bastone, chiedono la carota.
Vogliono.
Voglio.
Vogliamo.
Sotto il randello del mandriano, eccoli a marciare serrati e obbedienti;
liberi dal giogo, sono a sciamare, saccheggiare, ciucciare da bottiglie di liquore e pure fregare coltelli da cucina che, non si sa mai, possono venire buoni.
Forse che li ha ingannati è stato il nome del bar: il "Mille e una notte":
promessa e speranza di poter migliorare di condizione;
dal "Seghe e gazzosa" al paradisiaco "Caviale e champagne".
No, non ce lo meritiamo. L'Italia non lo merita;
il pagare dazio e dover confermare il vecchio detto meneghino:
"Ves bun, ves cuiun", essere buoni, essere coglioni !
Dobbiamo arrivare a turare il colino, il colabrodo italico, adottando i sistemi drastici dei nostri vicini ?
A seguire l'esempio del socialista spagnolo José Luis Zapatero, che fa sparare sulle navi al largo, o del governo olandese che, semplicemente e brutalmente, dal primo di gennaio non consente l'ingresso a bulgari e romeni ?
A, no, non funziona: fatto da noi, siamo razzisti e xenofobi.
Eccoci mazziati e cornuti:
- «[...] ho pagato duemila euro per raggiungere l'Italia. Sono stato nel Cpa, in cui dovevo rimanere poche ore, e invece ci sono rimasto per oltre 30 giorni. Dormivamo a terra COME LE BESTIE».
Beh, gli euri non li avete dati ad un'agenzia di viaggi e non mi si venga a dire che, per essere trattati "Come le bestie", hanno lasciato condizioni migliori, che altrimenti sono pure scemi, e allora gli facciamo pure un favore quando, delusi, li si vuole rimandare dove, a quanto pare, stavano meglio.
Agli altri, che invece non vogliono piantare rogna, suggerisco di sillabare con me:
- «PER FAVORE, portateci a Bari, com'è successo agli africani [...] Io ho mia moglie a Bergamo: PER FAVORE, aiutatemi ad andare da lei [...] PER FAVORE, fateci raggiungere le nostre famiglie, in Francia, in Germania, nel Nord Italia...»
PER FAVORE, perdio !!
Io, secondo me...27.01.2009
- «Voglio vedere i fiorellini gialli la mattina quando mi sveglio, voglio che l'erba faccia i fiorellini gialli» piagnucolò il monarca;
ma l'erba neppure si sognava di obbedire, fino a che un saggio suggerì al borioso sovrano la soluzione:
- «Bisogna chiedere all'erba di crescere sempre "per favore" e non "voglio"; altrimenti smette di crescere».
Questa semplice lezione l'abbiamo appresa da subito, da bambini:
"L'erba voglio non si trova nemmeno nel giardino del re".
- « Vogliamo essere portati a Bari com'è successo agli africani [...] Io ho mia moglie a Bergamo, voglio andare da lei [...] vogliamo poter raggiungere le nostre famiglie, in Francia, in Germania, nel Nord Italia...»
Vogliamo.
Voglio.
Vogliono.
Hanno attraversato deserto e mare, subito vessazioni e menati come animali per tutto l'esodo loro;
dietro congruo compenso, li hanno stipati come bestiame dietro i cassoni dei camion, poi in barconi fatiscenti, che neppure le sardine in scatola sono tanto accalcate.
Fino ad allora si erano ben guardati dal pronunciare la parola "Voglio".
Li avrebbero scaricati in mezzo al deserto, buttati a mare o riempiti di bastonate: l'erba voglio non c'è, ma nodosi tronchetti di duro e ruvido legno spuntano dappertutto !
Bocche cucite e ben chiuse dunque, che altrimenti si sarebbero trovati a masticare i propri denti.
Chi mai accetterebbe e sopporterebbe tali e tante umiliazioni, l'essere ammucchiati come merce, a mezzo tra una cosa e un pollo in batteria, sennonché, da dove arriva, subiva e viveva ben di peggio, quando non rischiando pure la cotica ?
Bene: passando dall'inferno al purgatorio, non credo che, una volta sbarcati sulle nostre spiagge, possano lamentare e rimpiangere il trascorso.
Sicuramente avranno toccato con mano quanti sono, e l'entità della massa che si accoda per la traversata, direzione Lampedusa.
Se non con il lume della ragione, almeno per istinto, a pelle, dovrebbero capire che, continuando a riempire un catino, più di tanto in quello non ci può stare;
anche un'isola c'ha un limite e, se l'acqua di una diga entra in un bicchiere, niente riuscirà a svuotarlo.
Ma quelli, no, continuano e, schivato il bastone, chiedono la carota.
Vogliono.
Voglio.
Vogliamo.
Sotto il randello del mandriano, eccoli a marciare serrati e obbedienti;
liberi dal giogo, sono a sciamare, saccheggiare, ciucciare da bottiglie di liquore e pure fregare coltelli da cucina che, non si sa mai, possono venire buoni.
Forse che li ha ingannati è stato il nome del bar: il "Mille e una notte":
promessa e speranza di poter migliorare di condizione;
dal "Seghe e gazzosa" al paradisiaco "Caviale e champagne".
No, non ce lo meritiamo. L'Italia non lo merita;
il pagare dazio e dover confermare il vecchio detto meneghino:
"Ves bun, ves cuiun", essere buoni, essere coglioni !
Dobbiamo arrivare a turare il colino, il colabrodo italico, adottando i sistemi drastici dei nostri vicini ?
A seguire l'esempio del socialista spagnolo José Luis Zapatero, che fa sparare sulle navi al largo, o del governo olandese che, semplicemente e brutalmente, dal primo di gennaio non consente l'ingresso a bulgari e romeni ?
A, no, non funziona: fatto da noi, siamo razzisti e xenofobi.
Eccoci mazziati e cornuti:
- «[...] ho pagato duemila euro per raggiungere l'Italia. Sono stato nel Cpa, in cui dovevo rimanere poche ore, e invece ci sono rimasto per oltre 30 giorni. Dormivamo a terra COME LE BESTIE».
Beh, gli euri non li avete dati ad un'agenzia di viaggi e non mi si venga a dire che, per essere trattati "Come le bestie", hanno lasciato condizioni migliori, che altrimenti sono pure scemi, e allora gli facciamo pure un favore quando, delusi, li si vuole rimandare dove, a quanto pare, stavano meglio.
Agli altri, che invece non vogliono piantare rogna, suggerisco di sillabare con me:
- «PER FAVORE, portateci a Bari, com'è successo agli africani [...] Io ho mia moglie a Bergamo: PER FAVORE, aiutatemi ad andare da lei [...] PER FAVORE, fateci raggiungere le nostre famiglie, in Francia, in Germania, nel Nord Italia...»
PER FAVORE, perdio !!
Io, secondo me...27.01.2009
lunedì 26 gennaio 2009
L'anno del pio bove
Capodanno cinese: fine dell'anno del topo, ecco quello del bue.
"T'amo, o pio bove; e mite un sentimento di vigore e di pace al cor m'infondi".
Pace, amore, perdono, buoni sentimenti e "volemose bene".
Esempio di calma e rumine pazienza, sul fare pacioso del mite manzo, ecco che il figlio di buona famiglia è restituito e ritorna al nido, tra le braccia e le amorevoli cure di "mammà" e papà.
Povera creatura, che ha fatto di male per avercela così tanto con lui, che così facendo gli scombussoliamo la crescita ?
Quisquilie, pinzillacchere...effervescenza d'anni verdi: tempesta ormonale con produzione di "escrescenza", tipica dell'età giovanile, come l'acne.
Dove ha "parcheggiato" la protuberanza, frutto di tanta "normale" agitazione, è un fatto puramente secondario, naturale come infilare la spada nel fodero.
Davide Franceschini, il cocco di mamma, torna a casa.
La ragazza che aveva violentato, esplode in una rabbia per nulla contenuta:
- « Perché hanno liberato il mio aguzzino? Se la vittima fosse la figlia del giudice...se non fanno giustizia, me la faccio da sola !»
Apriti cielo: si sono spalancate tutte le cateratte del "perdonobuonismo", da un tanto il chilo al mercato dell'ingrosso: tanto mica è figlia nostra, e su quella d'altri ci si può cazzeggiare sopra !
- «No, no, no, bambina: non si fa così, controllati».
E già, deve moderare i termini;
lei, che si era trovata come la tazza del caffelatte, quando gli infilano il cucchiaino e mescolano fino alla schiuma.
Gaia, la barista dei Castelli Romani, stuprato in un bagno chimico alla Fiera di Roma, durante il veglione di Capodanno, ha risposto proprio male alla provocazione, più che decisione, del Giudice per le indagini preliminari, di concedere gli arresti domiciliari all'ennesimo e annoiato "figlio di papà", il suo stupratore.
Povera Gaia, le arriverà sicuramente la classica letterina, che ogni scafato avvocato consiglia al proprio assistito:
- «Ascolta me, bamboccio, che faccio l'azzeccagarbugli da una vita: scrivi due righe in cui ti dichiari pentito; fa tanta tenerezza».
Caterina Caselli, la ragazza dal casco d'oro, ai miei tempi cantava una canzone, che qui c'azzecca:
"Perdono, perdono, perdono... io soffro più ancora di te !".
Ecco, il Davide ci potrebbe trovare spunto;
e se qualcuno osasse contraddire, da un’altra canzone della Caterina, ecco l'aiuto:
"La verità mi fa male, lo so / La verità mi fa male, lo sai / Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu / Lo so che ho sbagliato una volta e non sbaglio più / la verità ti fa male, lo so / Dovresti pensare a me e stare più attento a te / C'è già tanta gente che / ce la su con me, chi lo sa perché ? Ognuno ha il diritto di vivere come può / io ti chiedo scusa, e sai perché ? / Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu !".
La nostra è una società dei "segni", l'immagine prima della sostanza.
Ci si presenta con la forma, che è quella che rimane impresso nella memoria, in una realtà quotidiana scritta sulla sabbia.
L'informazione è come la frutta colta acerba e messa nei congelatori: appena tolta si consuma subito, altrimenti marcisce in fretta, tanto è forzata, anzi, "pompata", dalla raccolta alla distribuzione.
"Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scordammuce u passato, simmu in Italia, paesà !".
Il "segno Franceschini", inciso in future memorie labili, se mai ne rimarrà traccia, sarà percepito come l'ennesima umiliazione, quasi una legge di natura, inferta dall'aguzzino alla vittima designata.
Più facile che "Passata la festa, gabbato lu santo" e tutto cada nel dimenticatoio, ottimo terreno da "semina" per altri che abbiano voglia d'abbeverare e inzuppare il prode augello, il superbo "Creapopoli".
"T'amo, o pio bove; e mite un sentimento di vigore e di pace al cor m'infondi".
Pace, amore, perdono, buoni sentimenti e "volemose bene".
Anche "l'uomo di Ratzi", figliol prodigo, è tornato alla casa del padre:
Richard Williamson, "vescovo ad honorem", unto dal disobbediente e scismatico Marcel Lefebvre, è stato rimesso e riammesso alla cova di mamma chioccia.
Come nei cani dopo uno sboccamento: per istinto antico del lupo, mai lasciare per strada un qualcosa che avevi faticato ad ingurgitare e masticare.
- «Cosa nostra, affari di parrocchia: nessuno s'impicci, che i panni si lavano in casa».
E no, care sottane e tonache: nulla da obiettare, sennonché abbiamo a che fare pure con un antisemita di primo pelo !
- «La Santa Sede ha accolto Williamson, ma ciò non implica che il papa ne condivida anche le opinioni».
Come dire: ho preso un purgante, ma non è colpa mia l'effetto che produrrà.
"Riccardo" cuor di sciacallo, nega i milioni di morti dell'Olocausto;
da buon talebano d'Occidente, sposa la miglior dottrina degli Ahmadinejad Mahmoud.
Riccardino sarà ancora convinto e incazzato, che gli sporchi ebrei gli hanno inchiodato il Salvatore Gesù: deicidi, assassini; popolo, più che eletto, maledetto !!
Questo pretuncolo, nominato illegalmente vescovo dal rivoltoso "Marcellino" Lefebvre, è a pontificare che non sei milioni di luridi ebrei, ma spiccioli, sono morti "fisiologicamente" nei campi nazisti, che erano di concentramento e non di sterminio.
Testimonianze, filmati, documenti e prove irrefutabili, dal suo scranno sono viste e trasformate da "Ricky" Williamson in carta straccia, cascame, pattume.
C'ha il dente avvelenato con i figli d'israele, il...taleban contrario.
Benedetto XVI ha firmato, il 21 gennaio 2009, la revoca della scomunica ai quattro vescovi ultratradizionalisti ordinati a capocchia da Marcel Lefebvre, il 30 giugno 1988.
Capisco, concordo e sottoscrivo per tre: ma il Riccardo no, quello deve essere messo alla porta, che se proprio vuole si "relativizzi" altrove.
"Perdonobuonismo" sì, nell'anno del bue, il bove che fa dire "mite un sentimento di vigore e di pace al cor m' infondi", ma "l'uomo di Ratzi" deve restare come Oetzi, l'uomo del Similaun trovato sui nevai perenni:
in ghiacciaia !
Io, secondo me...26.01.2009
"T'amo, o pio bove; e mite un sentimento di vigore e di pace al cor m'infondi".
Pace, amore, perdono, buoni sentimenti e "volemose bene".
Esempio di calma e rumine pazienza, sul fare pacioso del mite manzo, ecco che il figlio di buona famiglia è restituito e ritorna al nido, tra le braccia e le amorevoli cure di "mammà" e papà.
Povera creatura, che ha fatto di male per avercela così tanto con lui, che così facendo gli scombussoliamo la crescita ?
Quisquilie, pinzillacchere...effervescenza d'anni verdi: tempesta ormonale con produzione di "escrescenza", tipica dell'età giovanile, come l'acne.
Dove ha "parcheggiato" la protuberanza, frutto di tanta "normale" agitazione, è un fatto puramente secondario, naturale come infilare la spada nel fodero.
Davide Franceschini, il cocco di mamma, torna a casa.
La ragazza che aveva violentato, esplode in una rabbia per nulla contenuta:
- « Perché hanno liberato il mio aguzzino? Se la vittima fosse la figlia del giudice...se non fanno giustizia, me la faccio da sola !»
Apriti cielo: si sono spalancate tutte le cateratte del "perdonobuonismo", da un tanto il chilo al mercato dell'ingrosso: tanto mica è figlia nostra, e su quella d'altri ci si può cazzeggiare sopra !
- «No, no, no, bambina: non si fa così, controllati».
E già, deve moderare i termini;
lei, che si era trovata come la tazza del caffelatte, quando gli infilano il cucchiaino e mescolano fino alla schiuma.
Gaia, la barista dei Castelli Romani, stuprato in un bagno chimico alla Fiera di Roma, durante il veglione di Capodanno, ha risposto proprio male alla provocazione, più che decisione, del Giudice per le indagini preliminari, di concedere gli arresti domiciliari all'ennesimo e annoiato "figlio di papà", il suo stupratore.
Povera Gaia, le arriverà sicuramente la classica letterina, che ogni scafato avvocato consiglia al proprio assistito:
- «Ascolta me, bamboccio, che faccio l'azzeccagarbugli da una vita: scrivi due righe in cui ti dichiari pentito; fa tanta tenerezza».
Caterina Caselli, la ragazza dal casco d'oro, ai miei tempi cantava una canzone, che qui c'azzecca:
"Perdono, perdono, perdono... io soffro più ancora di te !".
Ecco, il Davide ci potrebbe trovare spunto;
e se qualcuno osasse contraddire, da un’altra canzone della Caterina, ecco l'aiuto:
"La verità mi fa male, lo so / La verità mi fa male, lo sai / Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu / Lo so che ho sbagliato una volta e non sbaglio più / la verità ti fa male, lo so / Dovresti pensare a me e stare più attento a te / C'è già tanta gente che / ce la su con me, chi lo sa perché ? Ognuno ha il diritto di vivere come può / io ti chiedo scusa, e sai perché ? / Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu !".
La nostra è una società dei "segni", l'immagine prima della sostanza.
Ci si presenta con la forma, che è quella che rimane impresso nella memoria, in una realtà quotidiana scritta sulla sabbia.
L'informazione è come la frutta colta acerba e messa nei congelatori: appena tolta si consuma subito, altrimenti marcisce in fretta, tanto è forzata, anzi, "pompata", dalla raccolta alla distribuzione.
"Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scordammuce u passato, simmu in Italia, paesà !".
Il "segno Franceschini", inciso in future memorie labili, se mai ne rimarrà traccia, sarà percepito come l'ennesima umiliazione, quasi una legge di natura, inferta dall'aguzzino alla vittima designata.
Più facile che "Passata la festa, gabbato lu santo" e tutto cada nel dimenticatoio, ottimo terreno da "semina" per altri che abbiano voglia d'abbeverare e inzuppare il prode augello, il superbo "Creapopoli".
"T'amo, o pio bove; e mite un sentimento di vigore e di pace al cor m'infondi".
Pace, amore, perdono, buoni sentimenti e "volemose bene".
Anche "l'uomo di Ratzi", figliol prodigo, è tornato alla casa del padre:
Richard Williamson, "vescovo ad honorem", unto dal disobbediente e scismatico Marcel Lefebvre, è stato rimesso e riammesso alla cova di mamma chioccia.
Come nei cani dopo uno sboccamento: per istinto antico del lupo, mai lasciare per strada un qualcosa che avevi faticato ad ingurgitare e masticare.
- «Cosa nostra, affari di parrocchia: nessuno s'impicci, che i panni si lavano in casa».
E no, care sottane e tonache: nulla da obiettare, sennonché abbiamo a che fare pure con un antisemita di primo pelo !
- «La Santa Sede ha accolto Williamson, ma ciò non implica che il papa ne condivida anche le opinioni».
Come dire: ho preso un purgante, ma non è colpa mia l'effetto che produrrà.
"Riccardo" cuor di sciacallo, nega i milioni di morti dell'Olocausto;
da buon talebano d'Occidente, sposa la miglior dottrina degli Ahmadinejad Mahmoud.
Riccardino sarà ancora convinto e incazzato, che gli sporchi ebrei gli hanno inchiodato il Salvatore Gesù: deicidi, assassini; popolo, più che eletto, maledetto !!
Questo pretuncolo, nominato illegalmente vescovo dal rivoltoso "Marcellino" Lefebvre, è a pontificare che non sei milioni di luridi ebrei, ma spiccioli, sono morti "fisiologicamente" nei campi nazisti, che erano di concentramento e non di sterminio.
Testimonianze, filmati, documenti e prove irrefutabili, dal suo scranno sono viste e trasformate da "Ricky" Williamson in carta straccia, cascame, pattume.
C'ha il dente avvelenato con i figli d'israele, il...taleban contrario.
Benedetto XVI ha firmato, il 21 gennaio 2009, la revoca della scomunica ai quattro vescovi ultratradizionalisti ordinati a capocchia da Marcel Lefebvre, il 30 giugno 1988.
Capisco, concordo e sottoscrivo per tre: ma il Riccardo no, quello deve essere messo alla porta, che se proprio vuole si "relativizzi" altrove.
"Perdonobuonismo" sì, nell'anno del bue, il bove che fa dire "mite un sentimento di vigore e di pace al cor m' infondi", ma "l'uomo di Ratzi" deve restare come Oetzi, l'uomo del Similaun trovato sui nevai perenni:
in ghiacciaia !
Io, secondo me...26.01.2009
giovedì 22 gennaio 2009
venerdì 16 gennaio 2009
giovedì 15 gennaio 2009
Giudizi...somari
Cita, non lo scimpanzé, ma il Max:
- «[...] rozzezza propagandistica di certi editorialisti nostrani [...] tv italiana che è, di fatto, un bollettino israeliano».
Più che sommari, sono giudizi somari, fatti da chi nel campo è il Massimo...D'Alema, tanto per non fare nomi, ma solo i cognomi.
Essendo politicamente figlio di Mosca, si capisce con cosa ama accompagnarsi e su cosa volare, in odore d'amor - più che cellule - di caccole terroriste, a confermare saggezza dei vecchi: dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.
Baffino, per intenderci, è quello che preferisce "Kompagni" di merende in stile Hussein Haji Hassan, leader Hezbollah, con cui passeggiò per le vie della capitale libanese bombardata - in quel ferragosto del 2006 - a vedere come quei cattivoni di israeliani avevano tostato i gemelli terroristi di Hamas, che gli uni e gli altri si copiavano, nel rompere gli zebedei al vicino con lanci quotidiani di razzi nel rapirne i soldati.
I figli di Davide, si sa, hanno un caratteraccio...s'infiammano subito: sarebbe un pregio se, come nei nostalgici bei tempi andati, bruciassero da bravi, senza fare storie;
ma si sono imbarbariti, passando da "Offri l'altra guancia" a "Occhio per occhio, dente per dente".
Non c'è più religione: una volta li infornavi senza fatica !
"Hamasbollah", sono ottusi, prevedibili e speculari, come i coglioni tanto che, chi vi si mette in mezzo, a braccetto, si capisce che testa ha;
entrambi si divertono a bombardare il prossimo con i missili, a provocare catturando gente e portandola alla morte o a trattarli come bestie, torturandoli, mostrando il proprio sadismo, ogni mancanza d'umanità e prendendo per i fondelli un Occidente ipocrita e pavido che, come le famose tre scimmie, usa con loro la diplomazia del "Non vedo, non sento, non parlo", avendo l'accortezza di non contraddirli, che è più facile far la voce grossa tra democrazie che tra questa ed animali, quali gli " Hamasbollah", appunto.
Quel cascame umano usa mischiarsi e coprirsi con gli innocenti, colpire nel mucchio, stile 'ndo cojo cojo;
Ammonticchiano l'armeria di fianco, sopra e dentro scuole, edifici pubblici, ospedali o vi siano assembramenti di civili, a poter poi dire: guardate come gli ebrei massacrano la nostra gente;
Il binomio terrorista si è armato senza neppure prendersi la briga del nasconderne attività, tanto ne avevano e hanno disprezzo, per l'Occidente calabraghe e cacasotto, che abbozza e finge di non vedere.
Dall'una e dall'altra parte Israele ha avuto una pioggia di bombarde, che neppure le foreste pluviali hanno visto.
Silenzio: zitti e...Mosca !
I classici sterili e inutili bizantinismi di chi si accontenta di tirare a campare, applicando l'opportunista e prudente regola di essere debole con i forti e forte con i deboli.
In fin dei conti, anche Giuda si accontentò di una misera paga, quasi una carità, obolo gettato ad un pezzente per un'utile servitù.
Ci ammazzano e rapiscono religiosi in tutto il mondo.
Silenzio.
Ci pisciano in casa.
Silenzio.
Mostrano il culo, occupando le piazze, accanto alle nostre chiese.
Silenzio.
Ci spogliamo dei nostri valori, per non offenderli, per non urtarne la suscettibilità.
Rinunciamo al Crocefisso, al Presepe, al Natale, alle campane, atti interpretati come segno di resa e sottomissione.
Questo si aspettano, gli è dovuto: loro è...il "Migliore".
Per nostra vergogna.
Di rimando, otteniamo il resto per la nostra svalutata moneta: disprezzo, prepotenza, sputi e, tra poco, ordini;
e pure alcune nostre sottane, come i Dionigi Tettamanzi, sono a portare acqua all'altrui mulino, ad aiutare il diavolo a fare dell'ottima crusca.
Suor Maria Teresa Olivero e suor Caterina Giraudo sono state rapite lo scorso 9 novembre in un piccolo villaggio del Kenya, al confine con la Somalia, ma il Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Milano, Cardinale di Santa Romana Chiesa, del titolo dei Santi Ambrogio e Carlo Metropolita della provincia ecclesiastica milanese e bla, bla, bla, pensa ad altre pecorelle: quegli altri definisce come "tutti miei figli, ESEMPIO e TESTIMONIANZA preziosa per la nostra città che invecchia";
e sollecito a voler PREPARARE loro il nido: "Abbiamo bisogno di LUOGHI DI PREGHIERA in tutti i quartieri. Ne hanno bisogno ancora più urgente le persone che appartengono a religioni diverse da quella cristiana, IN MODO PARTICOLARE all'Islam".
L'hanno preso in parola: Piazza Duomo tappezzata dai "Cul in aria", usata per tappeto da preghierina.
La loro, ovviamente.
Ma la mia è solo intolleranza, "rozzezza propagandistica" di scribacchino da "bollettino israeliano".
No, non sono qui a farmi dar lezione da Massimi e Dionigi.
Il Pedigree dei primi, l'elenco d'antenati che furono maestri di bestialità, non consente loro di guardare dall'alto in basso, come facevano gli antenati dopo aver gettato la gente nelle fosse.
Dei secondi me ne impipo: vadano sul minareto, a cantare le lodi di Allah, ai "figli, ESEMPIO e TESTIMONIANZA preziosa", che non sono disposto a macellare il manzo migliore per festeggiare il ritorno del suo figliol prodigio, più che prodigo.
Non starò a subire supinamente i "giudizi somari" di quest'accozzaglia.
Che vadano a brucare nel giardino del vicino dove gli sembra che l'erba sia più verde.
Questo è il mio giudizio.
Somaro forse, ma sarà in buona compagnia, tra simili.
Io, secondo me...15.01.2009
- «[...] rozzezza propagandistica di certi editorialisti nostrani [...] tv italiana che è, di fatto, un bollettino israeliano».
Più che sommari, sono giudizi somari, fatti da chi nel campo è il Massimo...D'Alema, tanto per non fare nomi, ma solo i cognomi.
Essendo politicamente figlio di Mosca, si capisce con cosa ama accompagnarsi e su cosa volare, in odore d'amor - più che cellule - di caccole terroriste, a confermare saggezza dei vecchi: dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.
Baffino, per intenderci, è quello che preferisce "Kompagni" di merende in stile Hussein Haji Hassan, leader Hezbollah, con cui passeggiò per le vie della capitale libanese bombardata - in quel ferragosto del 2006 - a vedere come quei cattivoni di israeliani avevano tostato i gemelli terroristi di Hamas, che gli uni e gli altri si copiavano, nel rompere gli zebedei al vicino con lanci quotidiani di razzi nel rapirne i soldati.
I figli di Davide, si sa, hanno un caratteraccio...s'infiammano subito: sarebbe un pregio se, come nei nostalgici bei tempi andati, bruciassero da bravi, senza fare storie;
ma si sono imbarbariti, passando da "Offri l'altra guancia" a "Occhio per occhio, dente per dente".
Non c'è più religione: una volta li infornavi senza fatica !
"Hamasbollah", sono ottusi, prevedibili e speculari, come i coglioni tanto che, chi vi si mette in mezzo, a braccetto, si capisce che testa ha;
entrambi si divertono a bombardare il prossimo con i missili, a provocare catturando gente e portandola alla morte o a trattarli come bestie, torturandoli, mostrando il proprio sadismo, ogni mancanza d'umanità e prendendo per i fondelli un Occidente ipocrita e pavido che, come le famose tre scimmie, usa con loro la diplomazia del "Non vedo, non sento, non parlo", avendo l'accortezza di non contraddirli, che è più facile far la voce grossa tra democrazie che tra questa ed animali, quali gli " Hamasbollah", appunto.
Quel cascame umano usa mischiarsi e coprirsi con gli innocenti, colpire nel mucchio, stile 'ndo cojo cojo;
Ammonticchiano l'armeria di fianco, sopra e dentro scuole, edifici pubblici, ospedali o vi siano assembramenti di civili, a poter poi dire: guardate come gli ebrei massacrano la nostra gente;
Il binomio terrorista si è armato senza neppure prendersi la briga del nasconderne attività, tanto ne avevano e hanno disprezzo, per l'Occidente calabraghe e cacasotto, che abbozza e finge di non vedere.
Dall'una e dall'altra parte Israele ha avuto una pioggia di bombarde, che neppure le foreste pluviali hanno visto.
Silenzio: zitti e...Mosca !
I classici sterili e inutili bizantinismi di chi si accontenta di tirare a campare, applicando l'opportunista e prudente regola di essere debole con i forti e forte con i deboli.
In fin dei conti, anche Giuda si accontentò di una misera paga, quasi una carità, obolo gettato ad un pezzente per un'utile servitù.
Ci ammazzano e rapiscono religiosi in tutto il mondo.
Silenzio.
Ci pisciano in casa.
Silenzio.
Mostrano il culo, occupando le piazze, accanto alle nostre chiese.
Silenzio.
Ci spogliamo dei nostri valori, per non offenderli, per non urtarne la suscettibilità.
Rinunciamo al Crocefisso, al Presepe, al Natale, alle campane, atti interpretati come segno di resa e sottomissione.
Questo si aspettano, gli è dovuto: loro è...il "Migliore".
Per nostra vergogna.
Di rimando, otteniamo il resto per la nostra svalutata moneta: disprezzo, prepotenza, sputi e, tra poco, ordini;
e pure alcune nostre sottane, come i Dionigi Tettamanzi, sono a portare acqua all'altrui mulino, ad aiutare il diavolo a fare dell'ottima crusca.
Suor Maria Teresa Olivero e suor Caterina Giraudo sono state rapite lo scorso 9 novembre in un piccolo villaggio del Kenya, al confine con la Somalia, ma il Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Milano, Cardinale di Santa Romana Chiesa, del titolo dei Santi Ambrogio e Carlo Metropolita della provincia ecclesiastica milanese e bla, bla, bla, pensa ad altre pecorelle: quegli altri definisce come "tutti miei figli, ESEMPIO e TESTIMONIANZA preziosa per la nostra città che invecchia";
e sollecito a voler PREPARARE loro il nido: "Abbiamo bisogno di LUOGHI DI PREGHIERA in tutti i quartieri. Ne hanno bisogno ancora più urgente le persone che appartengono a religioni diverse da quella cristiana, IN MODO PARTICOLARE all'Islam".
L'hanno preso in parola: Piazza Duomo tappezzata dai "Cul in aria", usata per tappeto da preghierina.
La loro, ovviamente.
Ma la mia è solo intolleranza, "rozzezza propagandistica" di scribacchino da "bollettino israeliano".
No, non sono qui a farmi dar lezione da Massimi e Dionigi.
Il Pedigree dei primi, l'elenco d'antenati che furono maestri di bestialità, non consente loro di guardare dall'alto in basso, come facevano gli antenati dopo aver gettato la gente nelle fosse.
Dei secondi me ne impipo: vadano sul minareto, a cantare le lodi di Allah, ai "figli, ESEMPIO e TESTIMONIANZA preziosa", che non sono disposto a macellare il manzo migliore per festeggiare il ritorno del suo figliol prodigio, più che prodigo.
Non starò a subire supinamente i "giudizi somari" di quest'accozzaglia.
Che vadano a brucare nel giardino del vicino dove gli sembra che l'erba sia più verde.
Questo è il mio giudizio.
Somaro forse, ma sarà in buona compagnia, tra simili.
Io, secondo me...15.01.2009
martedì 13 gennaio 2009
Diocidio
Il figlio è stato sfrattato e, dove stava, qualcuno c'ha pure fatto dell'umorismo, cambiando inchiodato con il cartello "Torno subito" o mettendoci in sostituzione una rana, e così via, con umorismo da un tanto il chilo;
e questo è il meno peggio: altre volte l'hanno buttato dalla finestra senza neppure toglierlo dai chiodini.
La mamma, poverina, non se la passa meglio, che tanti smadonnamenti s'è presa pure lei, quando non usata come immagine da circo, pari ad una foca ammaestrata.
Il padre addirittura l'hanno appeso al posteriore di un bus, almeno nello scritto:
"La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno".
Due mezzi pubblici scodinzoleranno e diffonderanno il messaggio lanciato dall'Unione atei e agnostici razionalisti (Uaar), nella versione italiana della campagna a favore dell'ateismo, che dal 4 febbraio tappezzerà il culetto di due autobus pubblici, a Genova.
Fosse un episodio, lo si potrebbe far passare senza commenti: ognuno libero di pensare del suo;
ma non è così: siamo alla presenza di un'offensiva, scientemente studiata e menata a spasso per il mondo.
Questa, infatti, è solo la versione italiana della campagna a favore dell'ateismo.
Stessa iniziativa sui bus di Londra, a Barcellona, a Washington e anche tentata in Australia, dove però non ha preso piede.
Da noi, altra carne al fuoco sarà poi a riportare Genova in prima pagina: il gay pride, fissato per il 13 giugno, giorno del Corpus Domini.
Capisco i timori del Corpus Domini: non a tutti piace che il gay ti si sovrappone, se non si è della sponda;
è un diritto, il non voler essere presi per i fondelli !
Suggerisco comunque a quelli dell'Unione atei, se non l'hanno già pensata, di gemellarsi con quelli, in un bel "Vis à Vis".
Dal posteriore del bus ad un altro, il dogma dell'inesistenza potrà riverberare: e dove meglio potrebbe fare presa !
Per i goderecci:
"There's probably no god. Now stop worrying and enjoy your life",
probabilmente Dio non esiste. Smettila di preoccuparti e goditi la vita.
Per i cultori del fai-da-te:
"Why believe in a god? Just be good for goodness' sake",
perché credere in dio? Sii buono per amore della bontà.
Tutte belle forme d'autoerotismo, seghe mentali e orgasmi dialettici di buona presa.
E poi c'è l'ultima, che m'attizza: "Gli atei dormono la domenica mattina";
bella tentazione, per pantafolaio come me.
Leggo: "L'Unione atei e agnostici razionalisti sta promuovendo anche una raccolta fondi su Internet che servirà a finanziare altri bus-atei in Italia"; è quasi cercare lo scontro per lo scontro.
Beh, se proprio scontro deve esserci, meglio con l'autobus che con "l'orgoglio gay", che altrimenti l'onta brucerebbe assai.
Eureka, anzi Uaar...mi è venuta un'idea bestiale.
Alla prossima occupazione di piazze ospitanti chiese cristiane o stazioni ferroviarie, da parte dei "Cul in aria", gli zerbini di Allah, appena si chinano, passateli uno per uno e usatene il posteriore:
l'ateo ci appiccica il foglietto del "La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno",
mentre il gay pensa a fissarlo...con il chiodino.
Insciallah...se dio vuole !
Io, secondo me...13.01.2009
e questo è il meno peggio: altre volte l'hanno buttato dalla finestra senza neppure toglierlo dai chiodini.
La mamma, poverina, non se la passa meglio, che tanti smadonnamenti s'è presa pure lei, quando non usata come immagine da circo, pari ad una foca ammaestrata.
Il padre addirittura l'hanno appeso al posteriore di un bus, almeno nello scritto:
"La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno".
Due mezzi pubblici scodinzoleranno e diffonderanno il messaggio lanciato dall'Unione atei e agnostici razionalisti (Uaar), nella versione italiana della campagna a favore dell'ateismo, che dal 4 febbraio tappezzerà il culetto di due autobus pubblici, a Genova.
Fosse un episodio, lo si potrebbe far passare senza commenti: ognuno libero di pensare del suo;
ma non è così: siamo alla presenza di un'offensiva, scientemente studiata e menata a spasso per il mondo.
Questa, infatti, è solo la versione italiana della campagna a favore dell'ateismo.
Stessa iniziativa sui bus di Londra, a Barcellona, a Washington e anche tentata in Australia, dove però non ha preso piede.
Da noi, altra carne al fuoco sarà poi a riportare Genova in prima pagina: il gay pride, fissato per il 13 giugno, giorno del Corpus Domini.
Capisco i timori del Corpus Domini: non a tutti piace che il gay ti si sovrappone, se non si è della sponda;
è un diritto, il non voler essere presi per i fondelli !
Suggerisco comunque a quelli dell'Unione atei, se non l'hanno già pensata, di gemellarsi con quelli, in un bel "Vis à Vis".
Dal posteriore del bus ad un altro, il dogma dell'inesistenza potrà riverberare: e dove meglio potrebbe fare presa !
Per i goderecci:
"There's probably no god. Now stop worrying and enjoy your life",
probabilmente Dio non esiste. Smettila di preoccuparti e goditi la vita.
Per i cultori del fai-da-te:
"Why believe in a god? Just be good for goodness' sake",
perché credere in dio? Sii buono per amore della bontà.
Tutte belle forme d'autoerotismo, seghe mentali e orgasmi dialettici di buona presa.
E poi c'è l'ultima, che m'attizza: "Gli atei dormono la domenica mattina";
bella tentazione, per pantafolaio come me.
Leggo: "L'Unione atei e agnostici razionalisti sta promuovendo anche una raccolta fondi su Internet che servirà a finanziare altri bus-atei in Italia"; è quasi cercare lo scontro per lo scontro.
Beh, se proprio scontro deve esserci, meglio con l'autobus che con "l'orgoglio gay", che altrimenti l'onta brucerebbe assai.
Eureka, anzi Uaar...mi è venuta un'idea bestiale.
Alla prossima occupazione di piazze ospitanti chiese cristiane o stazioni ferroviarie, da parte dei "Cul in aria", gli zerbini di Allah, appena si chinano, passateli uno per uno e usatene il posteriore:
l'ateo ci appiccica il foglietto del "La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno",
mentre il gay pensa a fissarlo...con il chiodino.
Insciallah...se dio vuole !
Io, secondo me...13.01.2009
lunedì 12 gennaio 2009
Filosofighetti
Penso che l'analfabeta e l'ultimo dei cretini abbiano ormai, se non compreso del tutto, almeno intuito cosa significhi azione-reazione e causa-effetto;
il resto, che ha studiato, lo deriva dal magico terzo principio della dinamica, la terza legge di Newton:
"Le forze si presentano sempre a coppie. Se un oggetto A esercita una forza F su un oggetto B, allora l'oggetto B eserciterà sull'oggetto A una forza F uguale e contraria".
A spara per anni quattromila missili sulla testa di B;
B s'incazza e, alla fine, fa ad A un culo grosso così.
Scientifico. Lapalissiano. Certo come la morte e la goccia che fa traboccare il vaso.
Sempre che uno non è masochista e nel provocare vuole che gli si faccia del male, che di questo gode, alzi la mano chi è disposto a ricevere, per l'intera sua esistenza, pedate sui gemelli di famiglia senza rendere capitale ed interesse, appena ne ha le balle piene !
Come a dare calci negli stinchi ad un elefante che, si sa, ha buona memoria: statte accuorto cumpà, che quello alla fine ti si siede sopra.
Beh, è qui che...casca l'asino o, come si usa dire, chi manca di cognizioni precise manifesta quanto è somaro e imprudente:
la regola che "Ad ogni azione corrisponde una reazione" è rispettata, mentre salta l'altro assunto, che dice
"...uguale e contraria";
se tu sei un moschino e fai incavolare l'elefante, stupido sei a credere di ricevere poi di rimando pari misura di merda, se tu hai continuato a fagliela addosso.
Cazzi tuoi se non hai saputo prendere per tempo le giuste misure.
Come si dice: chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Ora, sappiamo che è delle mosche il cercare scarica d'elefante, perché è quello l'elemento di cui si nutrono e dove piace sguazzare, ma che ci anneghino da sole dentro, e non credano che il resto del creato provi la loro stessa voluttà.
Ci avevano un campicello da coltivare e ne hanno fatto un cesso, un gabinetto di guerra.
Le "Caccamosche" di Hamas ne hanno derivato una caserma, facendo della striscia di Gaza non un'opportunità per dimostrare di saper fare e costruire, ma una polveriera, un campo di battaglia.
E dopo aver predisposto e preparato per quanto meglio avevano in dote, sono riusciti a far perdere la pazienza persino a Giobbe, quel biblico personaggio famoso per aver così tante volte offerto l'altra guancia da poter volare, grazie alla faccia gonfiata a sberle.
Che reagisce, e tante e più ne torna.
Chi è stato a guardare sino ad ora, continui nella propria vigliaccheria:
dell'armamentario di Hamas molto è stato comprato con i soldi che la comunità mondiale ha profuso con generosità, per aiutare la ricostruzione e il riscatto; invero: per armare degli assassini.
Quelle cose lunghe ed affusolate che entravano nelle loro dispense non erano salami e mortadelle, ma razzi, forniti dai compagni di merende, gli Hezbollah, e dal Mahmoud, l'Ahmadinejad, quello che la pensa in comune, che tutti gli ebrei vanno sterminati.
La molla della guerra andava scaricata prima che i burattini di Hamas ne ricevessero il movimento.
Da subito. Al primo lancio di razzi.
- «La vera soluzione per la guerra israelo-palestinese sarebbe procurarsi missili più efficaci dei Qassam, e portarli laggiù».
Parole del "filosofighetto" di sinistra, il Vattimo Gianni.
Lo dicevano sempre i nostri vecchi, che nella vita bisogna prendersela con filosofia.
Il missile.
Ma Vattimo affanculo, filosofighetto !
Io, secondo me...12.01.2009
il resto, che ha studiato, lo deriva dal magico terzo principio della dinamica, la terza legge di Newton:
"Le forze si presentano sempre a coppie. Se un oggetto A esercita una forza F su un oggetto B, allora l'oggetto B eserciterà sull'oggetto A una forza F uguale e contraria".
A spara per anni quattromila missili sulla testa di B;
B s'incazza e, alla fine, fa ad A un culo grosso così.
Scientifico. Lapalissiano. Certo come la morte e la goccia che fa traboccare il vaso.
Sempre che uno non è masochista e nel provocare vuole che gli si faccia del male, che di questo gode, alzi la mano chi è disposto a ricevere, per l'intera sua esistenza, pedate sui gemelli di famiglia senza rendere capitale ed interesse, appena ne ha le balle piene !
Come a dare calci negli stinchi ad un elefante che, si sa, ha buona memoria: statte accuorto cumpà, che quello alla fine ti si siede sopra.
Beh, è qui che...casca l'asino o, come si usa dire, chi manca di cognizioni precise manifesta quanto è somaro e imprudente:
la regola che "Ad ogni azione corrisponde una reazione" è rispettata, mentre salta l'altro assunto, che dice
"...uguale e contraria";
se tu sei un moschino e fai incavolare l'elefante, stupido sei a credere di ricevere poi di rimando pari misura di merda, se tu hai continuato a fagliela addosso.
Cazzi tuoi se non hai saputo prendere per tempo le giuste misure.
Come si dice: chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Ora, sappiamo che è delle mosche il cercare scarica d'elefante, perché è quello l'elemento di cui si nutrono e dove piace sguazzare, ma che ci anneghino da sole dentro, e non credano che il resto del creato provi la loro stessa voluttà.
Ci avevano un campicello da coltivare e ne hanno fatto un cesso, un gabinetto di guerra.
Le "Caccamosche" di Hamas ne hanno derivato una caserma, facendo della striscia di Gaza non un'opportunità per dimostrare di saper fare e costruire, ma una polveriera, un campo di battaglia.
E dopo aver predisposto e preparato per quanto meglio avevano in dote, sono riusciti a far perdere la pazienza persino a Giobbe, quel biblico personaggio famoso per aver così tante volte offerto l'altra guancia da poter volare, grazie alla faccia gonfiata a sberle.
Che reagisce, e tante e più ne torna.
Chi è stato a guardare sino ad ora, continui nella propria vigliaccheria:
dell'armamentario di Hamas molto è stato comprato con i soldi che la comunità mondiale ha profuso con generosità, per aiutare la ricostruzione e il riscatto; invero: per armare degli assassini.
Quelle cose lunghe ed affusolate che entravano nelle loro dispense non erano salami e mortadelle, ma razzi, forniti dai compagni di merende, gli Hezbollah, e dal Mahmoud, l'Ahmadinejad, quello che la pensa in comune, che tutti gli ebrei vanno sterminati.
La molla della guerra andava scaricata prima che i burattini di Hamas ne ricevessero il movimento.
Da subito. Al primo lancio di razzi.
- «La vera soluzione per la guerra israelo-palestinese sarebbe procurarsi missili più efficaci dei Qassam, e portarli laggiù».
Parole del "filosofighetto" di sinistra, il Vattimo Gianni.
Lo dicevano sempre i nostri vecchi, che nella vita bisogna prendersela con filosofia.
Il missile.
Ma Vattimo affanculo, filosofighetto !
Io, secondo me...12.01.2009
giovedì 8 gennaio 2009
L'arte...cul in aria
L'arte della frittata è nel volteggio, il capovolgere: una bella scottatina di qua, l'altra di là, a cambiare il sotto con il sopra, nascondendo la faccia per mostrare il culo;
a ben dire, la faccia era già bella tosta, ma si fa prima a prendere per il fondello più che dal fornello.
- «Et voilà, sìori e sìore, anzi: abracadabra, ad istupidirvi con gli effetti speciali della dissimulazione».
Il popolo dei "Cul in aria", i "Guerrafondelli di Allah", quelli che hanno offerto la parte migliore, l'apice a Dio, possono tornare a farci fessi, che tanto quello che volevano è stato ottenuto: far girare per il mondo musulmano i tanti deretani al vento che occupavano piazze, specchio di templi cristiani.
C'hanno fatto il porcheggio - ops, scusate: il parcheggio - per farci i cazzi propri, e non mi si dica che era solo preghiera: è stato l'equivalente rispetto e utilizzo che ha il cane per la pianta da innaffiare !
Hanno marcato il territorio, facendo percepire al mondo islamico - peggio, islamista - in mondovisione, quanto siamo bamba, che possono infilarci dentro di tutto, come per il dito nella panna.
Siamo così burrosi da poterci ricamare sopra pure i riccioli.
La nostra ormai è la società delle immagini, la prevalenza della forma sulla sostanza.
Impressa rimane la figura, le emozioni stimolate dall'occhio;
tutto il resto è la camminata di una goccia d'acqua sul levigato di una stufa accesa: svanisce in un rapido sbuffo di vapore.
Il fantastico sapore cucinato, l'arte "cul in aria", il possesso e la padronanza delle piazze, ha scolpito nella pietra l'inutile scorrere di gocce d'inchiostro sulle scanalature di una pietra ollare, lambita ai fondelli dal sacro fuoco.
Tutti i distinguo, i se e i ma, il puntualizzare o il distillare è solo il piagnucolare di porci, cani e scimmie, ai quali siamo assimilati: il peto non è uscito dai "cul in aria", ma dal nostro ormai indolente, lento e tardo infantile guaire.
Quel che ora si spende da noi è come lo zuccherino dato ad un animale da circo, addomesticato, per aver fatto bene l'esercizio che da lui ci si aspettava.
"[...] la preghiera collettiva in piazza [...] non era stata preannunciata, ma nata lecitamente su iniziativa di singoli";
bravi: un pesciolino alla foca.
Il cardinale Dionigi Tettamanzi aveva parlato di fronte agli immigrati definendoli "tutti miei figli" e "ESEMPIO e TESTIMONIANZA preziosa per la nostra città che invecchia».
No, caro Dionigi: testimonial, non testimonianza;
Ma ti sei guadagnato un pesciolino pure tu.
Sono quelli come te, sempre a pensare che è l'erba del vicino la più verde, che umiliano anzitempo il proprio gregge, lasciando invecchiare e andare a ramengo l'ovile delle striminzite e rachitiche pecorelle di Cristo.
La nostra, la mia, è la rabbia di chi sente il proprio pastore far festa ai caproni d'altri, accarezzando i cornuti per lasciarci mazziati, in balia ai lupi, che fanno festa in assenza del pecoraio.
Tettamanzi: tiè: un altro pesciolino e pure uno zuccherino, che le tue acrobazie valgono le risate del pubblico dei "cul in aria", piazzisti e venditori che sulla porta di casa tua hanno ben e meglio saputo vendere del loro.
Ah, lascia qualche zuccherino, che nell'elenco dei creduloni c'abbiamo una nutrita schiera, di quelli che minimizzano pensando che è meglio rimandare a domani quel che non gli riesce oggi:
- «[...] lenzuoli bianchi con disegni azzurri [...] l´effige data alle fiamme era solo un drappo artigianale, con simboli non riconducibili alla bandiera ufficiale di Israele».
E già: bruciavano solo il corredino del pupo; sicuramente un maschietto, visto il colore celestino e celestiale.
Quelli in piazza erano solo dei grandi compagnoni, anzi, compagni.
Compagni di merende. Di Hamas. Di Hezbollah.
Meglio: tutti figli, ESEMPIO e TESTIMONIANZA preziosa per la nostra città che invecchia, e allora, largo ai giovani !
Altri pesciolini, per questi bravi acrobati, illusi più che illusionisti.
Fregato l'arrosto, ora ci vogliono far credere quanto è meglio il fumo.
"[...] Gli islamici si scusano. Milano - Il presidente della Casa della cultura islamica di viale Padova, Asfa Mahmoud, ha chiesto all'Arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi un incontro per chiarire quanto è successo sabato scorso e portare le scuse".
Asfa, ascolta me: lascia le scuse e portati degli zuccherini, che bastano.
Scappati i buoi si chiude la stalla: via noi, hanno chiuso le porte del Duomo.
Mahmoud, lancia il pesciolino, che la nostra foca...monaco penserà a prenderlo.
Ah, Asfa: la prossima volta entrate direttamente in chiesa, tanto siete ormai di casa;
tutti miei figli, ESEMPIO e TESTIMONIANZA: grandissimi figli di Allah !
Io, secondo me...08.01.2009
a ben dire, la faccia era già bella tosta, ma si fa prima a prendere per il fondello più che dal fornello.
- «Et voilà, sìori e sìore, anzi: abracadabra, ad istupidirvi con gli effetti speciali della dissimulazione».
Il popolo dei "Cul in aria", i "Guerrafondelli di Allah", quelli che hanno offerto la parte migliore, l'apice a Dio, possono tornare a farci fessi, che tanto quello che volevano è stato ottenuto: far girare per il mondo musulmano i tanti deretani al vento che occupavano piazze, specchio di templi cristiani.
C'hanno fatto il porcheggio - ops, scusate: il parcheggio - per farci i cazzi propri, e non mi si dica che era solo preghiera: è stato l'equivalente rispetto e utilizzo che ha il cane per la pianta da innaffiare !
Hanno marcato il territorio, facendo percepire al mondo islamico - peggio, islamista - in mondovisione, quanto siamo bamba, che possono infilarci dentro di tutto, come per il dito nella panna.
Siamo così burrosi da poterci ricamare sopra pure i riccioli.
La nostra ormai è la società delle immagini, la prevalenza della forma sulla sostanza.
Impressa rimane la figura, le emozioni stimolate dall'occhio;
tutto il resto è la camminata di una goccia d'acqua sul levigato di una stufa accesa: svanisce in un rapido sbuffo di vapore.
Il fantastico sapore cucinato, l'arte "cul in aria", il possesso e la padronanza delle piazze, ha scolpito nella pietra l'inutile scorrere di gocce d'inchiostro sulle scanalature di una pietra ollare, lambita ai fondelli dal sacro fuoco.
Tutti i distinguo, i se e i ma, il puntualizzare o il distillare è solo il piagnucolare di porci, cani e scimmie, ai quali siamo assimilati: il peto non è uscito dai "cul in aria", ma dal nostro ormai indolente, lento e tardo infantile guaire.
Quel che ora si spende da noi è come lo zuccherino dato ad un animale da circo, addomesticato, per aver fatto bene l'esercizio che da lui ci si aspettava.
"[...] la preghiera collettiva in piazza [...] non era stata preannunciata, ma nata lecitamente su iniziativa di singoli";
bravi: un pesciolino alla foca.
Il cardinale Dionigi Tettamanzi aveva parlato di fronte agli immigrati definendoli "tutti miei figli" e "ESEMPIO e TESTIMONIANZA preziosa per la nostra città che invecchia».
No, caro Dionigi: testimonial, non testimonianza;
Ma ti sei guadagnato un pesciolino pure tu.
Sono quelli come te, sempre a pensare che è l'erba del vicino la più verde, che umiliano anzitempo il proprio gregge, lasciando invecchiare e andare a ramengo l'ovile delle striminzite e rachitiche pecorelle di Cristo.
La nostra, la mia, è la rabbia di chi sente il proprio pastore far festa ai caproni d'altri, accarezzando i cornuti per lasciarci mazziati, in balia ai lupi, che fanno festa in assenza del pecoraio.
Tettamanzi: tiè: un altro pesciolino e pure uno zuccherino, che le tue acrobazie valgono le risate del pubblico dei "cul in aria", piazzisti e venditori che sulla porta di casa tua hanno ben e meglio saputo vendere del loro.
Ah, lascia qualche zuccherino, che nell'elenco dei creduloni c'abbiamo una nutrita schiera, di quelli che minimizzano pensando che è meglio rimandare a domani quel che non gli riesce oggi:
- «[...] lenzuoli bianchi con disegni azzurri [...] l´effige data alle fiamme era solo un drappo artigianale, con simboli non riconducibili alla bandiera ufficiale di Israele».
E già: bruciavano solo il corredino del pupo; sicuramente un maschietto, visto il colore celestino e celestiale.
Quelli in piazza erano solo dei grandi compagnoni, anzi, compagni.
Compagni di merende. Di Hamas. Di Hezbollah.
Meglio: tutti figli, ESEMPIO e TESTIMONIANZA preziosa per la nostra città che invecchia, e allora, largo ai giovani !
Altri pesciolini, per questi bravi acrobati, illusi più che illusionisti.
Fregato l'arrosto, ora ci vogliono far credere quanto è meglio il fumo.
"[...] Gli islamici si scusano. Milano - Il presidente della Casa della cultura islamica di viale Padova, Asfa Mahmoud, ha chiesto all'Arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi un incontro per chiarire quanto è successo sabato scorso e portare le scuse".
Asfa, ascolta me: lascia le scuse e portati degli zuccherini, che bastano.
Scappati i buoi si chiude la stalla: via noi, hanno chiuso le porte del Duomo.
Mahmoud, lancia il pesciolino, che la nostra foca...monaco penserà a prenderlo.
Ah, Asfa: la prossima volta entrate direttamente in chiesa, tanto siete ormai di casa;
tutti miei figli, ESEMPIO e TESTIMONIANZA: grandissimi figli di Allah !
Io, secondo me...08.01.2009
domenica 4 gennaio 2009
dinoVauri
La sinistra estrema ci riporta il Vaurococele, che è la forma patologica e cronica del varicocele, ovvero, l'aumento abnorme del volume del testicolo;
detto in parole povere: ancora persevera e ci costringe ad averne le palle piene, di lei.
Lo smarronamento di zebedei prende il nome dall'inventore di scarabocchi del partito, il Vauro, altrimenti etichettato come vignettista.
A dire il vero, il poveretto non è che un amanuense dello sgorbio, un semplice scriba, estensore sotto dettatura e braccio con cervello accentrato, ceduto all'ammasso all'atto del tesseramento.
La sua "poderosa macchina da guerra" - virile derivazione ed definizione di occhettiana memoria e ricordo di sonora sconfitta elettorale - lo ha stipato di fiele, ed ora lo spruzza per disinfestare quello che ancora credono podere e proprietà del partito, la vigna baciata dal sol dell'avvenire, destinata a produrre buon vino; rosso, ovviamente.
Sull'Italia è caduta la meteorite, ma i "dinoVauri" ancora non hanno capito di essersi avviati sulla via dell'estinzione, dopo novant'anni di fortunata predazione, che è ancora caldo e non rappreso è il sangue, sulla lama della falce e in cima al martello.
Tutta la storia dell'uomo non ricorda e pareggia le vittime di una simile ideologia, premiata macelleria e attitudine al massacro;
nessuno mai ha avuto modo di copiare e superare i suoi, di assassini e maestri.
Non per nulla i capostipiti avevano magnificato, poi messo in pratica, la sana efficacia del terrore, la paura che era ed è il punto nodale d'ogni cosa che sappia predicare la rivoluzione, ossia, la demolizione, fermando le proprie capacità alle macerie, a lasciar scheletri, non avendo ricevuto in dote l'altro talento: la conoscenza della costruzione della famiglia, della scuola, della società, della cultura e della morale, che rincorrono come l'asino la carota, messa e mossa davanti al naso, irraggiungibile: per lui, baracca e burattini.
Con queste premesse di morte e terrore, da questo pulpito, arriva la predica; dai mercenari l'attacco.
Tzipi Livni, ministro israeliano degli esteri, viene raffigurata dallo scalpellino Vauro con coltellaccio e mannaia, e un grembiule intriso di quel sangue dove pure tiene in ammollo i piedi;
un didascalia si chiede "Se questa è una donna", scimmiottando il titolo del famoso scritto dell'ebreo Primo Levi, che bene vi descrisse la bestialità omicida e stragista dei campi di sterminio di nazista memoria.
DinoVauro vorrebbe farne paragone, dove ora sarebbero gli ebrei a fare lo stesso con i palestinesi di Hamas.
La precisazione "di Hamas" è voluta perché, al di là delle cortine fumogene, verso questi animali è l'attacco e la guerra che Israele ha scatenato.
Il terrore è la loro ragione e neppure di vita, ma di morte, che è la puttana delle loro morbose voglie.
L'hanno pure scritto, lo sputano in faccia a tutti, che lo scopo del loro fare è, non la sconfitta o la cacciata degli odiati ebrei, ma la cancellazione fisica degli stessi.
Guarda caso, l'anello di congiunzione, il minimo comun denominatore che gemella Comunismo, Nazismo e la nuova frontiera dell'estremismo islamico.
Riecco il riaffermarsi di terrore e morte, il cambiare pelo ma mantenere stesso vizio, mutar di forma e colore ma con stesso contenuto.
Alzi la mano chi sarebbe stato disposto a continuare a ricevere missili sopra e dietro per anni senza reagire, e pure a darsi del coglione per avere dato, ai propri aspiranti carnefici, la giusta distanza e rampa per spararli.
Uno più, uno meno, dal 2001 i TERRORISTI di HAMAS hanno sparacchiato 4000 missili e bombardato con migliaia di mortai, e solo grazie al muro di DIFESA, non sono riusciti nel loro meglio; la strage di e fra gli innocenti, il fare i bombaroli nei mercati, sugli autobus, nelle discoteche e in ogni dove possa riunirsi carne fresca da macinare.
Ora, i segaioli della diplomazia chiedono una tregua: non prima, a chiedere il fermare il lancio di razzi e di pezzi da bombarda.
Ora, che i loro beniamini le stanno buscando di santa ragione, cercano di salvarli e parlano di "reazione sproporzionata".
Beh, le mosche e le zanzare non ci si accontenta di scacciarle: si schiacciano;
e se qualcuno fa notare che non si può paragonare, per valore e peso, la vita degli insetti all'essere umano, concordo: mosche e zanzare meritano rispetto !
Per queste chiaviche hanno sfilato a Milano, da Porta Venezia al Duomo, bruciando colà bandiere con la stella di David o sovrapponendo a queste croci uncinate e svastiche, scandendo improperi e contumelie contro Stati Uniti e Israele.
Guardando in faccia le mandrie portate al pascolo non mi sono meravigliato: anche le capre si portano dove c'è erba da brucare.
Quel che mi ha fatto incazzare sono stati i "culi in aria", quei musulmani che hanno tappezzato e usato la piazza, dove svetta un grande simbolo della cristianità, come tappeto di preghiera, che ha evitato di poco il vederne posteriore solo perché la direzione della Mecca non ha permesso il mostrare deretano.
L'avessimo fatto noi, nelle loro tane, sarebbe scoppiata una cagnara a non finire.
Le porte del Duomo sono state chiuse.
Saggia precauzione, che qualcuno magari, nel chinarsi, avrebbe pure potuto farsi scappare l'anima del fagiolo, che avrebbe costretto pure il nostro buon Dio a turarsi il naso.
Non ho visto il caro Dionigi, il Tettamanzi, Cardinale del meneghino luogo, quello che predicava che
- «Abbiamo bisogno di luoghi di preghiera in tutti i quartieri. Ne hanno bisogno ancora più urgente le persone che appartengono a religioni diverse da quella cristiana, "in modo PARTICOLARE all'Islam"»
Eccoti accontentato.
Perché non sei uscito, pregando pure tu con i "fratelli", nella nuova moschea all'aperto ?
Che sia stata una provocazione ben pianificata è innegabile, visto che a menare i buoi era il caro imam di Viale Jenner, quel birichino di Abu Imad, condannato a Novembre a tre anni e passa per terrorismo.
Ah, già dimenticavo: fino a che fanno scoppiare gli altri, fuori dai patrii confini, è solo benedetta "resistenza".
Beati loro, che si mettono a novanta gradi per pregare;
anche noi lo facciamo, ma per supplicare: che non ci facciano male !
Io, secondo me...04.01.2009
detto in parole povere: ancora persevera e ci costringe ad averne le palle piene, di lei.
Lo smarronamento di zebedei prende il nome dall'inventore di scarabocchi del partito, il Vauro, altrimenti etichettato come vignettista.
A dire il vero, il poveretto non è che un amanuense dello sgorbio, un semplice scriba, estensore sotto dettatura e braccio con cervello accentrato, ceduto all'ammasso all'atto del tesseramento.
La sua "poderosa macchina da guerra" - virile derivazione ed definizione di occhettiana memoria e ricordo di sonora sconfitta elettorale - lo ha stipato di fiele, ed ora lo spruzza per disinfestare quello che ancora credono podere e proprietà del partito, la vigna baciata dal sol dell'avvenire, destinata a produrre buon vino; rosso, ovviamente.
Sull'Italia è caduta la meteorite, ma i "dinoVauri" ancora non hanno capito di essersi avviati sulla via dell'estinzione, dopo novant'anni di fortunata predazione, che è ancora caldo e non rappreso è il sangue, sulla lama della falce e in cima al martello.
Tutta la storia dell'uomo non ricorda e pareggia le vittime di una simile ideologia, premiata macelleria e attitudine al massacro;
nessuno mai ha avuto modo di copiare e superare i suoi, di assassini e maestri.
Non per nulla i capostipiti avevano magnificato, poi messo in pratica, la sana efficacia del terrore, la paura che era ed è il punto nodale d'ogni cosa che sappia predicare la rivoluzione, ossia, la demolizione, fermando le proprie capacità alle macerie, a lasciar scheletri, non avendo ricevuto in dote l'altro talento: la conoscenza della costruzione della famiglia, della scuola, della società, della cultura e della morale, che rincorrono come l'asino la carota, messa e mossa davanti al naso, irraggiungibile: per lui, baracca e burattini.
Con queste premesse di morte e terrore, da questo pulpito, arriva la predica; dai mercenari l'attacco.
Tzipi Livni, ministro israeliano degli esteri, viene raffigurata dallo scalpellino Vauro con coltellaccio e mannaia, e un grembiule intriso di quel sangue dove pure tiene in ammollo i piedi;
un didascalia si chiede "Se questa è una donna", scimmiottando il titolo del famoso scritto dell'ebreo Primo Levi, che bene vi descrisse la bestialità omicida e stragista dei campi di sterminio di nazista memoria.
DinoVauro vorrebbe farne paragone, dove ora sarebbero gli ebrei a fare lo stesso con i palestinesi di Hamas.
La precisazione "di Hamas" è voluta perché, al di là delle cortine fumogene, verso questi animali è l'attacco e la guerra che Israele ha scatenato.
Il terrore è la loro ragione e neppure di vita, ma di morte, che è la puttana delle loro morbose voglie.
L'hanno pure scritto, lo sputano in faccia a tutti, che lo scopo del loro fare è, non la sconfitta o la cacciata degli odiati ebrei, ma la cancellazione fisica degli stessi.
Guarda caso, l'anello di congiunzione, il minimo comun denominatore che gemella Comunismo, Nazismo e la nuova frontiera dell'estremismo islamico.
Riecco il riaffermarsi di terrore e morte, il cambiare pelo ma mantenere stesso vizio, mutar di forma e colore ma con stesso contenuto.
Alzi la mano chi sarebbe stato disposto a continuare a ricevere missili sopra e dietro per anni senza reagire, e pure a darsi del coglione per avere dato, ai propri aspiranti carnefici, la giusta distanza e rampa per spararli.
Uno più, uno meno, dal 2001 i TERRORISTI di HAMAS hanno sparacchiato 4000 missili e bombardato con migliaia di mortai, e solo grazie al muro di DIFESA, non sono riusciti nel loro meglio; la strage di e fra gli innocenti, il fare i bombaroli nei mercati, sugli autobus, nelle discoteche e in ogni dove possa riunirsi carne fresca da macinare.
Ora, i segaioli della diplomazia chiedono una tregua: non prima, a chiedere il fermare il lancio di razzi e di pezzi da bombarda.
Ora, che i loro beniamini le stanno buscando di santa ragione, cercano di salvarli e parlano di "reazione sproporzionata".
Beh, le mosche e le zanzare non ci si accontenta di scacciarle: si schiacciano;
e se qualcuno fa notare che non si può paragonare, per valore e peso, la vita degli insetti all'essere umano, concordo: mosche e zanzare meritano rispetto !
Per queste chiaviche hanno sfilato a Milano, da Porta Venezia al Duomo, bruciando colà bandiere con la stella di David o sovrapponendo a queste croci uncinate e svastiche, scandendo improperi e contumelie contro Stati Uniti e Israele.
Guardando in faccia le mandrie portate al pascolo non mi sono meravigliato: anche le capre si portano dove c'è erba da brucare.
Quel che mi ha fatto incazzare sono stati i "culi in aria", quei musulmani che hanno tappezzato e usato la piazza, dove svetta un grande simbolo della cristianità, come tappeto di preghiera, che ha evitato di poco il vederne posteriore solo perché la direzione della Mecca non ha permesso il mostrare deretano.
L'avessimo fatto noi, nelle loro tane, sarebbe scoppiata una cagnara a non finire.
Le porte del Duomo sono state chiuse.
Saggia precauzione, che qualcuno magari, nel chinarsi, avrebbe pure potuto farsi scappare l'anima del fagiolo, che avrebbe costretto pure il nostro buon Dio a turarsi il naso.
Non ho visto il caro Dionigi, il Tettamanzi, Cardinale del meneghino luogo, quello che predicava che
- «Abbiamo bisogno di luoghi di preghiera in tutti i quartieri. Ne hanno bisogno ancora più urgente le persone che appartengono a religioni diverse da quella cristiana, "in modo PARTICOLARE all'Islam"»
Eccoti accontentato.
Perché non sei uscito, pregando pure tu con i "fratelli", nella nuova moschea all'aperto ?
Che sia stata una provocazione ben pianificata è innegabile, visto che a menare i buoi era il caro imam di Viale Jenner, quel birichino di Abu Imad, condannato a Novembre a tre anni e passa per terrorismo.
Ah, già dimenticavo: fino a che fanno scoppiare gli altri, fuori dai patrii confini, è solo benedetta "resistenza".
Beati loro, che si mettono a novanta gradi per pregare;
anche noi lo facciamo, ma per supplicare: che non ci facciano male !
Io, secondo me...04.01.2009
Iscriviti a:
Post (Atom)