domenica 4 gennaio 2009

dinoVauri

La sinistra estrema ci riporta il Vaurococele, che è la forma patologica e cronica del varicocele, ovvero, l'aumento abnorme del volume del testicolo;
detto in parole povere: ancora persevera e ci costringe ad averne le palle piene, di lei.
Lo smarronamento di zebedei prende il nome dall'inventore di scarabocchi del partito, il Vauro, altrimenti etichettato come vignettista.
A dire il vero, il poveretto non è che un amanuense dello sgorbio, un semplice scriba, estensore sotto dettatura e braccio con cervello accentrato, ceduto all'ammasso all'atto del tesseramento.
La sua "poderosa macchina da guerra" - virile derivazione ed definizione di occhettiana memoria e ricordo di sonora sconfitta elettorale - lo ha stipato di fiele, ed ora lo spruzza per disinfestare quello che ancora credono podere e proprietà del partito, la vigna baciata dal sol dell'avvenire, destinata a produrre buon vino; rosso, ovviamente.
Sull'Italia è caduta la meteorite, ma i "dinoVauri" ancora non hanno capito di essersi avviati sulla via dell'estinzione, dopo novant'anni di fortunata predazione, che è ancora caldo e non rappreso è il sangue, sulla lama della falce e in cima al martello.
Tutta la storia dell'uomo non ricorda e pareggia le vittime di una simile ideologia, premiata macelleria e attitudine al massacro;
nessuno mai ha avuto modo di copiare e superare i suoi, di assassini e maestri.
Non per nulla i capostipiti avevano magnificato, poi messo in pratica, la sana efficacia del terrore, la paura che era ed è il punto nodale d'ogni cosa che sappia predicare la rivoluzione, ossia, la demolizione, fermando le proprie capacità alle macerie, a lasciar scheletri, non avendo ricevuto in dote l'altro talento: la conoscenza della costruzione della famiglia, della scuola, della società, della cultura e della morale, che rincorrono come l'asino la carota, messa e mossa davanti al naso, irraggiungibile: per lui, baracca e burattini.
Con queste premesse di morte e terrore, da questo pulpito, arriva la predica; dai mercenari l'attacco.
Tzipi Livni, ministro israeliano degli esteri, viene raffigurata dallo scalpellino Vauro con coltellaccio e mannaia, e un grembiule intriso di quel sangue dove pure tiene in ammollo i piedi;
un didascalia si chiede "Se questa è una donna", scimmiottando il titolo del famoso scritto dell'ebreo Primo Levi, che bene vi descrisse la bestialità omicida e stragista dei campi di sterminio di nazista memoria.
DinoVauro vorrebbe farne paragone, dove ora sarebbero gli ebrei a fare lo stesso con i palestinesi di Hamas.
La precisazione "di Hamas" è voluta perché, al di là delle cortine fumogene, verso questi animali è l'attacco e la guerra che Israele ha scatenato.
Il terrore è la loro ragione e neppure di vita, ma di morte, che è la puttana delle loro morbose voglie.
L'hanno pure scritto, lo sputano in faccia a tutti, che lo scopo del loro fare è, non la sconfitta o la cacciata degli odiati ebrei, ma la cancellazione fisica degli stessi.
Guarda caso, l'anello di congiunzione, il minimo comun denominatore che gemella Comunismo, Nazismo e la nuova frontiera dell'estremismo islamico.
Riecco il riaffermarsi di terrore e morte, il cambiare pelo ma mantenere stesso vizio, mutar di forma e colore ma con stesso contenuto.
Alzi la mano chi sarebbe stato disposto a continuare a ricevere missili sopra e dietro per anni senza reagire, e pure a darsi del coglione per avere dato, ai propri aspiranti carnefici, la giusta distanza e rampa per spararli.
Uno più, uno meno, dal 2001 i TERRORISTI di HAMAS hanno sparacchiato 4000 missili e bombardato con migliaia di mortai, e solo grazie al muro di DIFESA, non sono riusciti nel loro meglio; la strage di e fra gli innocenti, il fare i bombaroli nei mercati, sugli autobus, nelle discoteche e in ogni dove possa riunirsi carne fresca da macinare.
Ora, i segaioli della diplomazia chiedono una tregua: non prima, a chiedere il fermare il lancio di razzi e di pezzi da bombarda.
Ora, che i loro beniamini le stanno buscando di santa ragione, cercano di salvarli e parlano di "reazione sproporzionata".
Beh, le mosche e le zanzare non ci si accontenta di scacciarle: si schiacciano;
e se qualcuno fa notare che non si può paragonare, per valore e peso, la vita degli insetti all'essere umano, concordo: mosche e zanzare meritano rispetto !
Per queste chiaviche hanno sfilato a Milano, da Porta Venezia al Duomo, bruciando colà bandiere con la stella di David o sovrapponendo a queste croci uncinate e svastiche, scandendo improperi e contumelie contro Stati Uniti e Israele.
Guardando in faccia le mandrie portate al pascolo non mi sono meravigliato: anche le capre si portano dove c'è erba da brucare.
Quel che mi ha fatto incazzare sono stati i "culi in aria", quei musulmani che hanno tappezzato e usato la piazza, dove svetta un grande simbolo della cristianità, come tappeto di preghiera, che ha evitato di poco il vederne posteriore solo perché la direzione della Mecca non ha permesso il mostrare deretano.
L'avessimo fatto noi, nelle loro tane, sarebbe scoppiata una cagnara a non finire.
Le porte del Duomo sono state chiuse.
Saggia precauzione, che qualcuno magari, nel chinarsi, avrebbe pure potuto farsi scappare l'anima del fagiolo, che avrebbe costretto pure il nostro buon Dio a turarsi il naso.
Non ho visto il caro Dionigi, il Tettamanzi, Cardinale del meneghino luogo, quello che predicava che
- «Abbiamo bisogno di luoghi di preghiera in tutti i quartieri. Ne hanno bisogno ancora più urgente le persone che appartengono a religioni diverse da quella cristiana, "in modo PARTICOLARE all'Islam"»
Eccoti accontentato.
Perché non sei uscito, pregando pure tu con i "fratelli", nella nuova moschea all'aperto ?
Che sia stata una provocazione ben pianificata è innegabile, visto che a menare i buoi era il caro imam di Viale Jenner, quel birichino di Abu Imad, condannato a Novembre a tre anni e passa per terrorismo.
Ah, già dimenticavo: fino a che fanno scoppiare gli altri, fuori dai patrii confini, è solo benedetta "resistenza".
Beati loro, che si mettono a novanta gradi per pregare;
anche noi lo facciamo, ma per supplicare: che non ci facciano male !


Io, secondo me...04.01.2009

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