martedì 27 gennaio 2009

L'erba voglio

Racconta una vecchia fiaba che è tipico del re comandare, pretendere, impone, rasentando il capriccio, altrimenti a che servirebbe la corona dell'imperio ?
- «Voglio vedere i fiorellini gialli la mattina quando mi sveglio, voglio che l'erba faccia i fiorellini gialli» piagnucolò il monarca;
ma l'erba neppure si sognava di obbedire, fino a che un saggio suggerì al borioso sovrano la soluzione:
- «Bisogna chiedere all'erba di crescere sempre "per favore" e non "voglio"; altrimenti smette di crescere».
Questa semplice lezione l'abbiamo appresa da subito, da bambini:
"L'erba voglio non si trova nemmeno nel giardino del re".

- « Vogliamo essere portati a Bari com'è successo agli africani [...] Io ho mia moglie a Bergamo, voglio andare da lei [...] vogliamo poter raggiungere le nostre famiglie, in Francia, in Germania, nel Nord Italia...»

Vogliamo.
Voglio.
Vogliono.

Hanno attraversato deserto e mare, subito vessazioni e menati come animali per tutto l'esodo loro;
dietro congruo compenso, li hanno stipati come bestiame dietro i cassoni dei camion, poi in barconi fatiscenti, che neppure le sardine in scatola sono tanto accalcate.
Fino ad allora si erano ben guardati dal pronunciare la parola "Voglio".
Li avrebbero scaricati in mezzo al deserto, buttati a mare o riempiti di bastonate: l'erba voglio non c'è, ma nodosi tronchetti di duro e ruvido legno spuntano dappertutto !
Bocche cucite e ben chiuse dunque, che altrimenti si sarebbero trovati a masticare i propri denti.

Chi mai accetterebbe e sopporterebbe tali e tante umiliazioni, l'essere ammucchiati come merce, a mezzo tra una cosa e un pollo in batteria, sennonché, da dove arriva, subiva e viveva ben di peggio, quando non rischiando pure la cotica ?

Bene: passando dall'inferno al purgatorio, non credo che, una volta sbarcati sulle nostre spiagge, possano lamentare e rimpiangere il trascorso.
Sicuramente avranno toccato con mano quanti sono, e l'entità della massa che si accoda per la traversata, direzione Lampedusa.
Se non con il lume della ragione, almeno per istinto, a pelle, dovrebbero capire che, continuando a riempire un catino, più di tanto in quello non ci può stare;
anche un'isola c'ha un limite e, se l'acqua di una diga entra in un bicchiere, niente riuscirà a svuotarlo.
Ma quelli, no, continuano e, schivato il bastone, chiedono la carota.

Vogliono.
Voglio.
Vogliamo.

Sotto il randello del mandriano, eccoli a marciare serrati e obbedienti;
liberi dal giogo, sono a sciamare, saccheggiare, ciucciare da bottiglie di liquore e pure fregare coltelli da cucina che, non si sa mai, possono venire buoni.
Forse che li ha ingannati è stato il nome del bar: il "Mille e una notte":
promessa e speranza di poter migliorare di condizione;
dal "Seghe e gazzosa" al paradisiaco "Caviale e champagne".
No, non ce lo meritiamo. L'Italia non lo merita;
il pagare dazio e dover confermare il vecchio detto meneghino:
"Ves bun, ves cuiun", essere buoni, essere coglioni !

Dobbiamo arrivare a turare il colino, il colabrodo italico, adottando i sistemi drastici dei nostri vicini ?
A seguire l'esempio del socialista spagnolo José Luis Zapatero, che fa sparare sulle navi al largo, o del governo olandese che, semplicemente e brutalmente, dal primo di gennaio non consente l'ingresso a bulgari e romeni ?

A, no, non funziona: fatto da noi, siamo razzisti e xenofobi.

Eccoci mazziati e cornuti:
- «[...] ho pagato duemila euro per raggiungere l'Italia. Sono stato nel Cpa, in cui dovevo rimanere poche ore, e invece ci sono rimasto per oltre 30 giorni. Dormivamo a terra COME LE BESTIE».

Beh, gli euri non li avete dati ad un'agenzia di viaggi e non mi si venga a dire che, per essere trattati "Come le bestie", hanno lasciato condizioni migliori, che altrimenti sono pure scemi, e allora gli facciamo pure un favore quando, delusi, li si vuole rimandare dove, a quanto pare, stavano meglio.

Agli altri, che invece non vogliono piantare rogna, suggerisco di sillabare con me:

- «PER FAVORE, portateci a Bari, com'è successo agli africani [...] Io ho mia moglie a Bergamo: PER FAVORE, aiutatemi ad andare da lei [...] PER FAVORE, fateci raggiungere le nostre famiglie, in Francia, in Germania, nel Nord Italia...»

PER FAVORE, perdio !!

Io, secondo me...27.01.2009

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