Considerato alla stregua di un rubagalline;
poco male, se a prendere pesci in faccia fosse un qualunque Giuseppe di strada, un Beppe omologato, uno stampino da catena di montaggio dove, perso uno, come per la biancheria, c'è subito il ricambio.
Ma qui, si sta puntando in alto, anche con il mirino telescopico e il piombino in canna.
Il Giuseppe da impallinare, doveva essere il Joseph Ratzinger: ebbene sì, proprio lui, Benedetto XVI.
Il Papa visto come il lupo, che è entrato nella gabbia dei pennuti, portandosi via il pollastro che, come tutti quelli allevati da quel fattore, erano timbrati a fuoco, con il marchio della mezzaluna:
“Proprietà di Allah: chi tocca muore!”.
Come per i fili dell’alta tensione.
Magdi, Magdi...hai inguaiato mica male il benedett’uomo.
«Da oggi cambio: chiamatemi Cristiano!»
Anche quel “Cristiano” tra Magdi e Allam, ha fatto imbestialire ancora di più.
Decisamente a qualcuno la mezzaluna è andata di traverso e a voler metterci una croce sopra, neanche a parlarne!
«Copemo el Papa e po femo festa!
Beh, la frase l’hanno pronunciata in arabo ma, simile era alla dialettale veneta del “Copemo el porseo“, accoppiamo il maiale: uno dei tanti animali “impuri” a cui noi infedeli siamo assimilati, quando non cani e scimmie.
Tutti noi, compreso il Papa.
Bene: un gruppo dei tanti che vivono tra noi, perfettamente mimetizzati di giorno, lupi mannari la notte, una mandria di quelli, hanno pensato bene di farci un bel pensierino, di far fuori il Joseph.
Maestri di trasformismo, la faccia come il culo, eccoli a mettere in pratica la ”Taqiya” o ”Kitman”: mentire nell'interesse dell'Islam.
Peggio: mentire, gabbare far fessi, ma solo “Extra moenia”, fuori le mura della città;
con i tuoi, non farlo: permesso, anzi, classe di merito, verso gli infedeli, i miscredenti, figli degeneri di un dio minore, come bambine che giocano con la bambolina di pezza.
Cani, scimmie e porci: esseri inferiori, sacrificabili, carne da trita, neppure scelta.
Il disprezzo, è quello che più mi fa incazzare: quello che neppure tanto riescono a nascondere, verso noi e il nostro mondo.
Una rappresentanza di questi, eccoli, sfarinati tra Brescia e Trucazzano, nel milanese.
Il massimo della presa per i fondelli, lo smalto virginale se lo davano con il nome dell’associazione cui davano vita: “Giustizia e carità”.
Mascherati dietro attività caritatevoli, lavoro in fabbrica, casa e famiglia, erano a tramare nell’ombra, come ratti di fogna.
Imperativo era “vendicare le offese inferte all’Islam dagli infedeli”.
Viva lo stato islamico e la sharia.
Botte e pressioni, processi privati, ritorsioni, minacce per chi deragliava o troppo si faceva corrompere dagli usi occidentali.
Le donne, serve e trastulli;
i bimbi, al lavaggio: oltre che nella tinozza, anche del cervello;
corsi di formazione con esercizi spirituali, ad assistere a filmati e leggere allucinogeni e demenziali incitamenti al martirio.
Le une e gli altri, scoperti ad essere assenti e segregati nei loro alloggi, da indottrinare e educare, anzi no, “addomesticare”, perché rispondano come per i cani di Pavlov: per riflesso condizionato.
Scuola di pensiero, addestratori di futuri bracci armati, fomentatori e aizzatori d’odio, di rabbia reattiva contro il mondo che li ospita e da loro modo di sfamarsi, ma non da amare;
una mano da mordere, all’occasione e nell’opportunità.
Una soffiata, la scoperta del taccuino dell’ex imam di Montichiari, Houammadi Lahoucine - indagato per abusi sulla figliastra, di 10 anni! - ha scoperchiato una tana di scarafaggi.
“Odiamo cristiani e crociati: non permetteremo che i nostri figli condividano le abitudini degli infedeli. Per questo, è lecito uccidere!”
Cellule dormienti: come questa, se ne sono già individuate una cinquantina, ma sono solo la crosta sul lievitato.
Bendetto XVI...glie l’hanno giurata, a lui, che ha osato portarsi in casa il Cristiano;
quel Magdi Allam che vorrebbe creare un famigerato ”Ministero dell’identità nazionale”.
Che dovrebbe alzare i pilastri dell’integrazione, sostegni dei valori nazionali e delle regole di cittadinanza.
Doveri, per generare diritti e non figli unici i secondi per lasciare orfani i primi.
Impara la lingua, perché io ti possa capire;
e tu mi capisca.
Conosci la mia cultura, dimostrando rispetto nell’essere ospite in casa mia, dove giusto che siano le mie, di leggi, a dirigere la sinfonia dell’orchestra;
altrimenti, come sei arrivato, ritorna da dove sei venuto: il tuo disprezzo non mi appartiene, ma la terra dei padri, dei miei avi, sì!
Io ho mie leggi, usi, valori e regole; questa è la musica: se non vuoi ballarla, smamma!
Solo i ladri, i corsari e i pirati vogliono diversamente, l’essere padroni delle cose altrui e per questo assaltavano e derubavano del lavoro d’altri.
Allahrembaggio!?
Io, secondo me...01.03.2011