Si, lo so: in Giappone c'è stato il terremoto;
ma quello passa con il vassoietto pieno di biscotti e caramelle, e li offre ai passanti.
Si, lo so: in Giappone, al terremoto, è seguito lo tsunami;
ma la vecchiaccia sdentata si sta servendo pure lei, di dolcetti.
Si, lo so, che in Giappone le centrali nucleari stanno facendo come il tappo dello spumante: saltano.
Ma anche il guidatore di taxi si è fermato, a prendere un frollino.
Lo so che in Libia si stanno scannando casa per casa, strada per strada.
Da noi hanno assassinato Yara;
e Livia e Alessia, le gemelline svizzere, "riposano in pace, non hanno sofferto": parola del loro papà suicida, Matthias Schepp.
Dovunque ti giri, un mondo "splatter", con "effetti speciali" di realtà quotidiana, lacera corpi umani, ne scalza interiora e schizza sangue, come la fontanella dei giardini pubblici.
Lo so.
Ma quei biscottini, distribuiti a cani e porci, ad ogni angolo di strada, mi fa imbestialire;
è quel far festa che mi rende idrofobo.
Quell'aria di normalità, quasi fossero amici degli sposi, che sono a fare il giro degli invitati, ad offrir loro zuccherini per addolcire un gioioso e santificato avvenimento.
Perché quelli stanno godendo per aver accoppato - tra gli altri - scientemente e volutamente, un bimbo di due mesi.
E due ragazzi, di undici e tre anni.
Padre e madre macellati, ma erano pericolosissimi "coloni", armati pesantemente, con badili, rastrelli, forconi, gerle, cestini e quanto di meglio possa offrire il mercato degli armamenti.
Fortuna ha voluto che di li passassero "eroici" combattenti palestinesi che, con sommo disprezzo delle loro vite, hanno avuto il fegato di affrontare il meglio delle forze armate sioniste e, dopo una lotta accanita, di riportare una inaspettata vittoria.
Ora, tornati nelle loro tane, hanno festeggiato con le pantegane di stessa fogna, distribuendo golosità per commemorare tanta sofferta lotta;
e saranno a mostrare superbe cicatrici di tanta maschia battaglia.
la fronte con il bitorzolo, per la pallonata tirata dal piccoletto di tredici anni;
la guancia segnata dal soldatino di piombo che aveva in mano il bimbo di tre;
il petto sporco di sangue, del neonato di due mesi, che l’ha imbrattato mentre la gola gli si apriva, aperta dal coltellaccio del prode palestinese.
Quei maledetti: più sono piccoli e più danni fanno.
Fortuna che la Palestina addestra bene i suoi militi.
La grandiosa battaglia, la località di Itamar di Samaria, il piccolo villaggio, resteranno a imperitura memoria: sulla fusoliera dei razzi, scolpito in quella stele, impressa in quelle colonne acciaiose, maestosi monumenti dell’arte e dell’ingegneria "palestinica", passerà ai posteri, nella lista d’epiche mischie, di lotte di titani, dei ed eroi.
Bisogna "liberare tutta la terra rubata ai palestinesi", dove "Israele è il nemico più abominevole che il mondo abbia conosciuto".
Due mesi...tre anni...tredici anni: che sollazzo, schiacciare degli insetti sotto le scarpe!
Dolcetto o scherzetto?
Io, secondo me...16.03.2011