martedì 30 giugno 2015

Manuallah

In principio fu… quello delle “Giovani marmotte”.

Nell'universo dei… paperi è in dotazione a tutti i membri dell'immaginaria organizzazione scout internazionale appartenente al mondo di Paperopoli, dei fumetti di Walter Elias "Walt" Disney.

Contiene una quantità immensa di sapere: istruzioni per costruire ponti e barche, con dizionari di tutte le lingue, carte geografiche di ogni regione della terra… insomma, si fa prima a dire cosa non contIene.

Da quello, con l’avanzare degli studi, noi poveri asinelli, arrivammo ai Bignami, i mitici “Bigini”: agili e sintetici compendi di storia, letteratura, filosofia, fisica e, chi più ne ha, più ne metta;
fino ai gloriosi delle edizioni Hoepli, che spaziano in ogni dove dello scibile umano: da “I crostacei” a “Bufalo: allevamento e gestione”; da “L’asino, il mulo, il bardotto” a “Svezzamento del suinetto” e ancora “come allevare galline felici” e via così, per api, tacchini, conigli, fino a “Liquami zootecnici”.

Manuali: come far questo, come quello e quell’altro… di tutto, di più.

Ne mancava però uno, in questo universo quasi perfetto, ma si è provveduto.

Non è una “Quick Start Guide” né un tascabile, ma un tomo, un vero e proprio mattone: 5232 pagine, fitte fitte.

In primis: come avere un fisico da figo.
Promette bene: chi non vorrebbe cuccare con gli addominali a tartaruga, essere fustacchine con i bicipiti e le gambone di Arnold Schwarzenegger, il pisello di… no, questo è il manuale di Rocco Siffredi.
Premessa ingannevole: il corpo da Hulk serve per meglio rendere nel campo specifico, che si andrà poi a illustrare.
Vuoi spiare, meglio di una portinaia o una comare?
Vuoi pianificare una strage, far saltare una macchina zeppa di tritolo, sgozzare, sparare, far scoppiare - e non di salute - il prossimo, cecchinaggio, preparare trappole esplosive per far saltare i blindati e conoscere tattiche di guerriglia?
Ecco, qui ci trovi il compendio del sapere dello Stato islamico, per apprendisti macellai in Occidente.

Fausto Biloslavo, illustre penna de “Il Giornale”, ci ricorda che “[…] circola online da alcune settimane. Potrebbe essere stato utilizzato anche dagli attentatori del resort tunisino. Il manuale ha cominciato a circolare nei forum jihadisti […] alla vigilia del Ramadan. Negli stessi giorni il portavoce del Califfato, Abu Mohammad al-Adnani, lanciava l'appello ad attaccare gli infedeli […] I recenti attacchi in Francia e Tunisia rispecchiano i ‘consigli’ del libro del terrore”.

«Attaccare, ma devi gridarlo forte! Prova a vedere se ti sentono… Più forte! ATTACCARE!»

Credevo fosse Berlusconi, che negli spogliatoi del Milan cercava di stimolare l’allenatore e una squadra sonnolenta, ma sbagliavo.

«Attaccare!» a urlare era Abu Bakr al-Baghdadi, padre padrone dell’ISIS, lo scannatoio di Allah.

Quel che mi fa incazzare è - ci erudisce il buon Biloslavo - è sapere qual è il diavolo che ha macinato la farina per lui.

“[…] l'autore è un mujahed inglese, che utilizza il nome di battaglia Abu Kitaab Al-Inkaltarra (Inghilterra). La prefazione è indirizzata a ‘chi vuole fare la guerra santa’”.

«Cari fratelli e sorelle…» è l’accattivante inizio, come usa il Papa all’indirizzo dei suoi fedeli.
Ma le pecorelle sue hanno un destino ben diverso da quello che predica il rinnegato Abu Kitaab Al ‘fancul (mia personale traduzione dall’arabese)!

Il nostro estensore del “Manuale delle giovani bombette” continua.
“[…] ho scritto questo libro per farvi capire come mettere in pratica piani e operazioni senza destare sospetti”.

Il nostro Fausto Biloslavo continua a informarci:
“[…] un capitolo si intitola ‘macchina minata stile Iraq’, un altro ‘norme per un omicidio urbano’, ma non mancano sezioni di contro sorveglianza […] le parti più consistenti e letali riguardano l'utilizzo di armi da fuoco, la confezione di bombe artigianali ricavate con materiale in commercio come gli ordigni della maratona di Boston contenuti in pentole a pressione e un allarmante capitolo su avvelenamenti di massa e guerra chimica”.

Abu Kitaab Al ‘fancul è diligente e aggiorna continuamente il suo prodotto;
facendo tesoro degli errori - è fisiologico: lo “scemo del villaggio” c’è dappertutto - ecco la pezza per coprire un buco, prodotto da un missile.

Titolo del nuovo capitolo: Come restare anonimi con il tuo cellulare Android.

Che si fa quando si vuole fare lo “sborone”, il bulletto: un bel selfie e si posta su Twitter!
Questo ha fatto uno jihadista stupido, che ha condiviso una foto sul social network.
Tra i tanti “Mi piace”, gli è arrivato pure un “Like” dall’America;
peccato che a portarlo sia stato un Drone, con un bel carico di tritolo e Puf! Alì Scem Al Imbranatt è evaporato!
Che abbia dimenticato di disattivare la localizzazione automatica prima di postare, oppure che la fotografia abbia messo in risalto un particolare che ha individuato la località, poco importa…

Like… mi è piaciuto.


Ritornando all’articolo del bravo Biloslavo, leggo:
“[…] un intero capitolo è dedicato ai «dispositivi di spionaggio». Il manuale ti spiega i modi per piratare un sistema wi-fi, inviare messaggi criptati, intercettare una linea telefonica, acquistare una penna che nasconde una telecamera nascosta o apparecchiature capaci di mandare in tilt i cellulari”.

Non lascia nulla al caso, il maledetto Abu Kitaab Al ‘fancul.

“[…] lo scopo è sempre uguale: «Colpire al cuore i nemici di Allah» attivando cellule in sonno o lupi solitari pronti a immolarsi in mezzo agli occidentali”.

Per chi si diletta in cucina, tra i fornelli, oltre alle tante trasmissioni, talent show culinari come MasterChef, Cuochi e fiamme, La prova del cuoco... anche il manuale per le giovani bombarde, ci mette del suo:

“Come confezione di una bomba nella cucina di casa”.

Al posto del pepe, la polvere pirica!

Bravo Abu Kitaab Al ‘fancul: il tuo “Manuallah” andrà a ruba e diventerà sicuramente un Bomb Seller!

Svegliati mondo: ce li abbiamo in casa!!


Io,  secondo me... 30.06.2015

giovedì 25 giugno 2015

Fior di cranio

Allora fu oro, incenso e mirra.

Oggi, alle resine si preferisce argento e rame, da offrire al nuovo messia: lo sceicco Abu Bakr al-Baghdadi, signore dell’ISIS.

Fior di conio.

Belle lucide, tanto lustre da disturbare la vista.
Hanno cominciato a sfornare moneta, pezzi in metallo pregiato, che dovrebbero circolare e aver valore legale in ogni parte dei territori occupati, il famoso Califfato, che ormai sta fagocitando sia l’Iraq sia la Siria.
«Cosa facciamo oggi? Riprendiamo Kobane o macelliamo?»

Da noi la scelta sarebbe facile, usando gli evoluti sistemi e complessi algoritmi matematici:

«Testa o croce?»

Loro ovviamente non possono farlo, visto che, su una moneta, appare la scritta "Stato Islamico, un califfato basato sulla dottrina del Profeta" e, di culo, spighe di grano con un versetto del Corano; sull’altra, a tergo, la mappa del mondo, il loro futuro obiettivo.

Anche perché la capoccia, quando c’è, o la fanno esplodere o la tagliano!

Un laccio blu attorno al collo collegato a un collare esplosivo… in ginocchio… Bum!
 La zucca che scoppia, come un petardo.

Proprio… fuori di testa questi dell’ISIS.

Dopo tanto daffare, tra una decapitazione e spargere di frattaglie, i nostri si concedono una tregua.
Cosa di meglio che la classica partita di pallone?
«‘azzo… manca il pallone!» esclama il solito Alì-a’Bombazz.
Presto fatto.
Zac!
Certo, non è come un pallone vero, ma di necessità virtù: la bella testa del povero prigioniero messo a centrocampo, il fischio e si va a incominciare.
La cocuzza: di un povero cristo, un adolescente palestinese del campo profughi di Yarmuk, alle porte di Damasco, occupato dagli jihadisti dello Stato islamico.

Non mancano di fantasia: anche il beduino s’è fatto furbo.

Il mondo occidentale soffre di una malattia grave: l’assuefazione.
Gli dai una medicina e, prendi oggi, prendi domani, arriva la saturazione e poi l’insensibilità al farmaco.
Sgozzamenti a go-go non ci fanno più un baffo.
Sulla play-station si vede di meglio, è più emozionante.

L’ultima “sparata” è quella che si richiama a “Ken il guerriero”, una classica “giapponesata” dove il protagonista, esperto di arti marziali, ti tocca o ti sfiora con un dito e, nemmeno il tempo di contare fino a tre ed esplodi come una polveriera.

Al “nastro azzurro” sul collo, con cranio che salta come il tappo dello spumante, i nuovi conquistatori stipano i disgraziati in una macchina, poi arriva… Alì-Bomba con un lanciarazzi e spara, friggendo i malcapitati.

Non c’è dubbio: una vera gabbia di matti, quelli dell’ISIS!

Le altre a sbarre invece le usano per i prigionieri, giusto per rompere la monotonia del solito ammazzatoio.

«Ehi, Alì-Bamba, che ne dici: ci facciamo una gigliata? C’abbiamo una bistecca alla giordana che deve essere una meraviglia. Come la preferisci: ben cotta o al sangue?»
Detto fatto: il povero prigioniero, il pilota giordano appena catturato, messo in gabbiotto, è abbrustolito a fiamma vivace.

Tutta questa serie di accoppamenti, sono stati abilmente cuciti assieme in un filmato che, come slogan potrebbe utilizzare quello della Telefunken, del 1981;
 uno spot pubblicitario che restò nella memoria collettiva nazionale, con la frase:

"Potevamo stupirvi con effetti speciali e colori ultravivaci, ma noi siamo scienza, non fantascienza".

Ebbene, questi hanno sommato il peggio, dando sia uno sia l’altro: gli effetti e una potente padronanza della penetrazione mediatica, sia nel cosciente che nel subconscio.

“Cinque uomini con tute arancioni sono introdotti in una grande gabbia, mentre una gru lentamente li immerge in una piccola piscina. Telecamere subacquee catturano l'agonia finale di ciascuno degli loro”.

«Beh… paese che vai, usanze che trovi e poi, si sa: ognuno ha la sua croce!» potrebbe obbiettare qualcuno.
Giusto.

“[…] crocefissi due minorenni, contro un muro dell'edificio che ospita la polizia religiosa (al-Hesbah) sulla via al-Bo Kamal nella città di al-Mayadin, nell'est della Siria. Non avevano rispettato il digiuno di Ramadan, come attestava il cartello appeso al loro collo”.

Forse hanno un poco esagerato: sarebbe bastato affiggere solo il manifesto, ma i giovani sono così… esuberanti.

Ora basta , sto esagerando: è ora di darci un taglio.

“[…] è della scorsa settimana la notizia di un'altra crocifissione eseguita dall'ISIS in Iraq, ai danni di un uomo accusato di essere una spia. Un video diffuso dai terroristi mostra un jihadista che taglia una mano e un piede al condannato, appeso a una croce”.

Colpa sua: era al soldo dei crociati!

Per ogni evenienza, hanno un alibi e tante attenuanti, perché…

«Getterò il terrore nei cuori dei miscredenti. Colpiteli tra capo e collo, colpiteli su tutte le falangi […] Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi!

Firmato: ALLAH… il COMPASSIONEVOLE, il MISERICORDIOSO.

Me lo devo proprio imparare a memoria, il Corano, perché il loro paradiso è migliore del nostro:
“[…] sensuale, dove gli uomini credenti sono premiati avendo in sposa le vergini con dei seni cresciuti, gonfi o "a forma di pera”.
E quel che ancora di più convince:
“[…] se qualche uomo vorrà far sesso con una donna, lo farà e basta […]le perenni vergini avranno tutte "delle vagine appetenti", e che "i peni degli eletti non si ammosceranno mai. L' erezione è eterna”.

Imparata la poesia, se la recito a memoria, già in terra ottengo l’anticipo:
“In premio una ragazza, schiava sessuale: prigioniera di guerra yazida o cristiana”.

Proprio carine le monete… fior di cranio… ops! Scusate… volevo dire: fior di conio.


Io,  secondo me... 25.06.2015

martedì 23 giugno 2015

scRabbia

Scava e scava e scava…

Poca roba, né: due, tre millimetri al giorno, ma alla fine ce la fa.
Anche i piccoli cominciano presto: già dalla nascita proseguono, sulle tracce della mamma.
Perché anche qui, chi si fa il mazzo è la femmina, mentre i maschi rimangono in superficie, pronti a farci la pelle!

Fortuna per noi che esiste l’arma di distruzione di massa, per l’intera famiglia: la crema di Boldrinax.
Ma i maledetti si evolvono e taluni presentano una resistenza all’applicazione.
Per questi, si passa a qualcosa di più drastico: il RenziKill e per gli acari non c’è più scampo!

Sui gommoni che scodellano continuamente disperati sulle nostre coste e poi dispersi a pioggia in ogni dove di quel che una volta fu il Bel(sic!)paese, sono questi minuscoli personaggi ad accompagnarli!

Amici per la pelle, gli acari adulti maschi vi restano sopra, mentre le femmine scavano una galleria, dove depositeranno le uova;
queste si schiudono liberando una larva, che fuoriesce dalla volta del tunnel, scavando brevi cunicoli sulla superficie della pelle, dove rimane sino a maturazione.
E la storia si ripete… scava, deposita, schiudi, risali, crea protuberanze e vesciche: il laboratorio, dove ricreare il ciclo;
fino all’applicazione di Boldrinax o di RenziKill, vera panacea per tutti i mali - dal callo a Ebola - e la scabbia non c’è più!

“In tutto ciò che devi far / il lato bello puoi trovar / lo troverai e... hop!
Il gioco vien e ogni compito divien / più semplice e seren dovrai capir / che il trucco è tutto qui”:

Don't worry be happy… non preoccuparti, sii felice: abbiamo Boldrinax e RenziKill.

E la tubercolosi, l’HIV e… e…

Ci sono le pillole di Boldrenzil.

“Con un poco di zucchero / la pillola va giù / la pillola va giù… tutto brillerà di più”!

«In Italia nessuna emergenza: solo una situazione complicata. Il vero allarme è nel Mediterraneo.»
Vox dei… la “Presidenta” della Camera dixit.

Schivato… anche questo… uff, per un pelo! Schivato… schivato… preso… ‘azzarola!

La stagione è questa e gli abbandoni si sprecano: te li trovi sull’autostrada e rischi di metterli sotto.
Il cane? Noooo: il “Profughinimmigrato”.

Ormai è merce che scotta - anche per la febbre - e li scaricano dove capita: questo vale per gli “scafisti” dei Tir, come per i trasportatori istituzionali, che se ne liberano portandoli in qualche comune che se li trova parcheggiati in piazza o davanti alle stazioni ferroviarie.

“Non si stanca mai / né smette di ronzar”.

Dovremo riadattare le campagne e gli slogan sull’abbandono.

Chi abbandona un profugo, lo condanna; e ancora: Dead man walking, l'abbandono uccide.
Dove si viaggia in due si viaggia anche in tre; gli manca la parola, per tua fortuna; il profugo è tuo, la strada di tutti.

Alla spicciola, notizie pescate da paio di anni a questa parte, tra le tante che si rincorrono e si accavallano.

“Un camion ha scaricato lungo l’autostrada A4, all’altezza di Cessalto, un gruppo di afghani. Il numero è ancora imprecisato: secondo prime stime potrebbe trattarsi di una trentina di uomini, parte dei quali si sarebbe poi dispersa”.

Ancora:
“[…] avviso di attenzione per gli automobilisti, che rallentavano di fronte al gruppo di stranieri che camminava in autostrada. Il viaggio della speranza e della disperazione si è fermato, per un gruppo di giovani profughi afghani […] trovati dalla polizia mentre vagavano al buio nell’area di servizio Arda di Fiorenzuola lungo l’A1. Sono stati scaricati da un camion, che poi si è dato alla fuga in direzione di Milano”.

Come cani, ma “in Italia nessuna emergenza: solo una situazione complicata”.

“[…] 17 Giugno 2015, Porto Viro - I carabinieri di Adria (Rovigo) hanno rintracciato e soccorso dodici cittadini siriani, che vagavano sulla Romea”.

Facciamoci del male.
“[…] 6 maggio 2015.  Il viaggio per una ventina di profughi si è interrotto stanotte a Bisaccia, in provincia di Avellino: il gruppo è stato fatto scendere da un pullman, in balia della sorte, tra la confusione e l’incertezza generale. Risultano ignote (!) le persone che li hanno accompagnati, così come la loro identità che, una volta giunti al casello autostradale si sarebbero dispersi, dileguati, chi a piedi lungo l’arteria stradale e chi nel vano tentativo di raggiungere il primo centro abitato vicino”.

Comunque “in Italia nessuna emergenza: solo una situazione complicata”.

Poi comincia lo scaricabarile a sorpresa, per comuni e istituzioni sfigate, usati come discariche abusive.

“12/06/2015, Lizzola, incastonato in cima alla Val Seriana. Il paese con 115 abitanti e 94 profughi. Addio turisti. Tensione nel Bergamasco: troppi migranti”.

«Non bisogna vivere sulle paure» chiosa Renzi, il “Fonzie”, l’Arthur Fonzarelli nazionale.

“[…] 23.6.2015 Sindaci e cittadini della provincia di Roma uniti contro il piano di distribuzione dei migranti.  A Formello anche il sindaco di centrosinistra si schiera contro l'apertura di un centro d'accoglienza per profughi”.

Ultimo in ordine di tempo, ma la lista sarebbe infinita.
“[…] 22/06/2015, comune di Borno nel Bresciano; il sindaco - o la “sindachessa", se no la Boldrini s’incazza - Vera Magnolini, è in rivolta: «Li portano senza dirmi nulla: non sapeva nulla dei profughi in arrivo”.

«Lavoriamo perché l’Europa torni a essere un grande sogno, un crocevia di popoli e di culture, un approdo certo per i diritti delle persone, appunto un luogo della libertà, della fraternità e della pace.»
Per ora, crocevia e approdo è l’Italia.
I profughi di Lampedusa diventano “Clandestini” al passaggio in Austria, Germania o Francia.
A Ventimiglia i “Profughini”, li hanno messi sugli scogli, attaccati come cozze e quello dell’Europa non è un sogno, ma un incubo, di respingimenti.

“In Italia nessuna emergenza: solo una situazione complicata. Il vero allarme è nel Mediterraneo”.

Mediterraneo… Mediterraneo… non so in che regione e provincia è, ma riempiranno pure quello!

Una bella spalmata di Boldinax o di Renzikill e tutti i mali se ne vanno.
Pure la… ScRabbia.


Io,  secondo me... 23.06.2015

venerdì 19 giugno 2015

BUZZIconi


Non so, non ho visto, se c'ero dormivo.

“[…] 218 mila euro per le vacanze, spaghettini al caviale da 180 euro durante la pausa pranzo fuori da Palazzo Madama;
 una villa faraonica, tutta marmi e stucchi, con tanto di campo da calcio, piscina, bagni spaziosi come camere da letto e vasca idromassaggio sul terrazzo;
la villa ottocentesca di Genzano, ai Castelli romani: 1.600 metri quadri su quattro piani collegati da ascensore interno e tre ettari di parco; il maxi attico su due piani vicino a piazza Farnese; un garage in via Flaminia e tre appartamenti ristrutturati in Abruzzo, a Capistrello”.

Lui fece un'altra casa piccolina in Canada
con vasche, pesciolini e tanti fiori di lillà,
e tutte le ragazze che passavano di là
dicevano: "Che bella la casetta in Canada!

Beh… anche questa c’era: una bella villa in Canada”.

Non so, non ho visto, se c'ero dormivo.

Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita, rubò non meno di tredici milioni dalle casse del partito. Francesco Rutelli, - il bello addormentato - unica "firma congiunta", non si accorse di niente;
eppure era corresponsabile, della gestione dei conti.

«NON POTEVA NON SAPERE!»

Angiola Armellini (con undici complici, tra prestanome e commercialisti), erede della celebre famiglia d’imprenditori romani, non dichiarò MAI d al Fisco la proprietà di ben 1243 immobili… dicasi mille-duecento-quaranta-tre!
la “sóra” Angiola Armellini risiedeva in un lussuoso alloggio, con attico e superattico, nella centralissima Roma medievale. La casa in questione non fu mai classificata come civile abitazione.
Magari rustico, stalla o dépendance… dipendenza, sì: da chi guardava le pagliuzze e non le travi… degli appartamenti!

Non so, non ho visto, se c'ero dormivo.

«NON POTEVA NON SAPERE!»

Entrate cinquanta, uscito due.
Un business da oltre 800 milioni di euro, calcolando per difetto.

Tanto rendevano i piani di accoglienza e sostegno per i rifugiati e i richiedenti asilo: programma gestito dal ministero dell'Interno, con il ricorso a organismi privati.

«Dio salvi zingari, scafisti e immigrati: rendono più della droga!»
Così i “compagni di merende” di Massimo Carminati si spartivano i soldi per i richiedenti asilo.
La banda, che rispondeva agli ordini di Carminati, aveva trovato il bengodi, nell'accoglienza dei profughi.
Il regista dell'operazione era Salvatore Buzzi: l’idea dell’affarone gli venne… in prigione, mentre - siamo negli anni ’80 - scontava una pena per omicidio doloso.
Adesso era presidente del consorzio di cooperative Eriches;
quelle dell’“entrate cinquanta, uscito due”: il rapporto tra il tanto che incassavano e le briciole che elargivano, agli aventi diritto.
È questo il valore stimato dei piani di accoglienza e sostegno per i rifugiati, un programma gestito dal ministero dell'Interno e che implica anche il ricorso a strutture private.

Non so, non ho visto, se c'ero dormivo.

Leggo:
“[…] secondo gli atti delle indagini […] Buzzi è un organo apicale della mafia capitale, rappresentante dello “strumento imprenditoriale” attraverso cui viene realizzata l'attività economica del SODALIZIO in rapporto con la pubblica amministrazione.»
Insomma: “[…] Una holding criminale, che spaziava dalla corruzione all'estorsione, dall'usura al riciclaggio, con INFILTRAZIONI DIFFUSE NEL TESSUTO IMPRENDITORIALE POLITICO E ISTITUZIONALE”.


Considerazione e commento di Carminati alla massima autorità “er primo cittadino”:
«Con Marino sindaco per altri tre anni e mezzo se magnamo Roma!»

Chiusa la stalla, quando i buoi sono già scappati, le reazioni sono rabbiose;
dagli "er più", da Renzi a Marino, ognuno con il proprio stile, arriva il ringhio del coniglio:

«Se hai rubato, puoi patteggiare, ma il carcere lo fai. […] l’Italia del nostro governo è l’Italia che non fa sconti a nessuno e che non guarda in faccia a nessuno […] Il maltolto lo devi restituire, non è che ne restituisci soltanto una parte. Se è provata la corruzione, tu restituisci fino all’ultimo centesimo […] chi ruba, chi corrompe, sarà perseguito fino all’ultimo giorno, fino all’ultimo centesimo!»

Paura.

Buzzi risponde.
«Vaffanculo, tre mesi de Regina Coeli me li faccio fumando!».

«NON POTEVA NON SAPERE!» urlò un giorno Totò.

No, non quello che faceva ridere. L’altro.

A suo tempo, Il giudice Antonio Esposito, presidente del collegio che condannò in via definitiva Silvio Berlusconi al processo Mediaset, applicò il principio di Totò: del “non poteva non sapere”!

Applicandolo, faremmo prima a dire il nome di quelli che starebbero fuori, piuttosto che nel gabbio.

Tutti quanti avrebbero una fortissima attenuante, che in genere è quella che si dà ai matti, ma la legge non dovrebbe ammettere ignoranza.

Non so, non ho visto, se c'ero dormivo.

Totò… Espositi di tutta Italia: in galera non ci dovrebbero stare solo i … BUZZIconi, che i migliori di quelli che ora ragliano c’hanno la rogna!




Io,  secondo me... 18.6.2015

martedì 16 giugno 2015

Anima(li)

«Guarda negli occhi un cane e prova ad affermare che non ha un’anima» diceva il caro Victor Hugo.

La Chiesa stessa, certa che l’uomo l’avesse, nei vari concili, da Macon, a Laodicea, da Aquisgrana, a Trento non dimostrò altrettanta sicumera, sul fatto che la donna appartenesse al genere umano e avesse un’anima!

Per secoli, dotti “dottori della Chiesa”, sarebbero stati meglio disposti a riconoscerla al cane, piuttosto che alla “cagna”, nel tanto disprezzo che avevano per la femmina, eccellente capro espiatorio nel giustificare ogni “devianza” del maschio, notoriamente sbilanciato dall’avere un baricentro basso, sotto l’ombelico.

Tra questi estremi e naufraghi in un mare di dubbi, una certezza:
Questa Europa l’anima non ce l’ha, ma tanto pelo sullo stomaco, si!

Sempre scomodando il buon Hugo, riconosciamo il marchio della “Bestia”:
«Quando la conoscenza si trova in un solo uomo, la monarchia s'impone. Quando si trova in un gruppo d'uomini, questa deve far posto all'aristocrazia. Ma quando tutti hanno accesso ai lumi del sapere, è venuto il tempo della democrazia.»
Ebbene: noi ci siamo impantanati nel mezzo: cinquecento milioni di persone all’ammasso, governate da un pugno di aristo-banchieri!

Per poter fare i propri porci comodi e lucrare e spadroneggiare, costoro dovevano impedire che il “corpaccione” all’ingrasso avesse coscienza di quelle radici che facevano riconoscere la terra natia, i propri pascoli;
il passo successivo era la scolorina: cancellarne l’identità: grazie a questa “amnesia”, si perdeva la collocazione nel contesto della Storia.
Immersi in questo “brodo di coltura”, cellule asessuate avrebbero perso ogni autonomia e controllo di processo.

Il preambolo della Costituzione dell’”Unione” comincia con un asettico e non impegnativo riferimento alle “eredità culturali, religiose e umanistiche dell’Europa”, senza alcuna esplicita citazione del cristianesimo né un riconoscimento delle comuni radici giudaico-cristiane.
L’opera di demolizione prosegue: si frantuma la famiglia.
Poi si abbatte l’idea di nazione… obiettivo: un unico stato, unica religione, unica nazione, unico capo.

“Aspetta e spera
che già l'ora s'avvicina!
Quando staremo
vicino a te,
noi ti daremo
un’altra legge e un altro Re!!”.

Parola d’ordine: “Spersonalizzare”.

“Ordo ab Chao”.

Così “indifferenziati” e intercambiabili, ecco realizzato un nuovo ordine mondiale, nato dalle ceneri del caos.
Pecore, giù la testa. Dio è nulla: via le radici cristiane.
L’Europa: un nuovo campo. Di “rieducazione”.

Per imporre un potere, si deve infliggere sofferenza, dolore e UMILIZIONE, miseria e fame.
La scienza della distruzione della personalità: gettare l’individuo nell’ANGOSCIA più totale.
Occorre ridurre le menti in pappa e in pezzi: svuotarle per mettere un altro ripieno.
Uccidi la speranza e crei una supina accettazione, anticamera della rassegnazione.
“L’abbrutimento muta a tal punto la personalità, che ognuno pensa a sé, disposto a compiere ingiustizie nei confronti dei compagni e ignorare le sofferenze altrui per ottenere un privilegio, un vantaggio”.
Quel che si applicava agli individui nei Lager vale oggi anche per le nazioni.
Quelle che devono diventare serve di una sola, gigantesche officine e manovalanza del nuovo Reich!

Chi arriverà a offrirti una mano per uscire dalla merda, sarà comunque il salvatore!
La Grecia oggi, l’Italia o la Spagna domani e poi tutto il resto sarà chiamato all'appello.
I porcellini… i PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna), mela in bocca e spiedo nel culo, saranno i primi a essere rosolati ben bene e portati in tavola.
Ne rimarrà una sola.

La Germania… Deutschland über alles!
Oggi come allora, la peggiore arma di distruzione di massa.
La finanza al posto dei carri armati, ma il risultato è lo stesso: macerie.

“Ordo ab Chao”… l’ordine dal caos.

La Germania è la dinamite, con cui minare le fondamenta finanziarie del vecchio mondo.
Come per il prezzemolo, la Merkel è dappertutto.
Lei è l’Europa, lei sola parla per l’Europa: pontifica, minaccia, blandisce e bastona… nessun altro dio all’infuori di lei.
Qualche volta si porta appresso il cagnolino François.
Hollande de France, crede ancora nella “grandeur” e di valere più del due di picche.
Infatti, si è visto all’incontro di Mosca, il 6 febbraio.
Si trovò con Vladimir Putin e Angela Merkel per la questione della crisi ucraina.
Al Cremlino l’incontro si svolse a porte chiuse: non c’erano nemmeno i traduttori.
Quel che volevano far sapere al François, l’avranno detto in inglese.
«The pen is on the table. The cat is under the table…»
Le cose più importanti se le saranno dette e cantate in russo, lingua ben conosciuta dalla Merkel.
E i due si conoscono bene, anche se in passato sono stati nemici.

Germania e Russia erano la stessa cosa, anche se di colore diverso.
Anche quando i conti sono passati dal nero al rosso, i morti si contano a milioni!

Per imporre un potere, si deve infliggere…
Nudi si entrava nei campi di concentramento e in cenere si usciva.
Oggi in mutande si rimarrà e in fumo andranno i nostri risparmi.

Ognuno pensa a sé… e ignorare le sofferenze altrui per ottenere un privilegio, un vantaggio.

Una volta colmato lo spazio, il coperchio salta e il contenuto della pignatta si spande ovunque.
La pentola a pressione italiana ha fatto Bum!
Gli scafisti dalla Libia scaricano imbarcati a frotte, che non si sa più dove mettere.
La saturazione ha provocato il trabocco e la situazione è sfuggita di mano, tanto che gli sbarcati ce li troviamo veramente sull’uscio di casa nostra.

«Europa aiuto! Non ce la facciamo da soli!»

Risposta, in sintesi: «Cazzi vostri! Noi rispettiamo i precedenti accordi e quelli sono cosa vostra!»

Ognuno pensa a sé… ignora le sofferenze altrui per ottenere un privilegio, un vantaggio.

Quel che fa incazzare e che siano i francesi a respingere quelli che, sino a Lampedusa chiamano “profughi”, ma alle loro frontiere diventano “clandestini”.
E ancora: questa situazione è colpa loro, del loro maledetto nano!!

Nicolas Paul Stéphane Sarközy de Nagy-Bocsa, che è più lungo il titolo di lui, portò scompiglio nel delicato equilibrio in nord Africa, togliendo di mezzo il tappo che chiudeva il vaso di Pandora: Gheddafi.
Con quello ci era riuscito di fermare gli sbarchi ed era l’unico in grado di tenere assieme una realtà tribale, altrimenti oggi ridotta a una miriade di potentati in balia del più forte e determinato.
Un fondamentalismo radicato e un terrorismo più agguerrito ha preso piede e manda forzatamente barconi carichi di umanità disperata da noi;
in parte per portare proprie pedine, da “posizionare” sulla scacchiera europea: cellule dormienti con timer a tempo per esplodere.
Ancora peggio: il voler destabilizzare l’area, prendendo a calci noi, il ventre molle!
E sta funzionando.

La Francia c’ha dato una mano. Anzi, un nano.
La Germania, un Panzer.
E noi? Renzi, che farnetica di affrontare la questione a 360 gradi e l’esistenza di un fantomatico “piano B”;
Forse voleva dire “lato B“;
che gli consentirebbe di  lavorare solo a  novanta gradi!

«Guardate negli occhi l’Europa… e provate ad affermare che ha un’anima!»


Io,  secondo me... 16.6.2015

Gesuitaly

Gesuitaly

Ho l’attenuante di essere un uomo e che ho una sessantina d’anni sul groppone.
La mia compagna, essendo donna (e di questi tempi è meglio sottolinearlo, visto le Trans-mutazioni in atto), lo sa bene e usa un occhio di riguardo.
Facendo poi la badante per mestiere, ancora più riconosce i segni di “distrazione” senile.
«Hai la scarpa con la stringa slacciata… chiudi la patta dei pantaloni. Il calzino ha un buco e la camicia è lisa e sfilacciata: cambiala!»
Ricordati la pastiglia di Rimbambil la mattina e il Rincoglionil la sera.
Poco male se qualcosa poi dovesse sfuggirle: quelli come me si confondono con il paesaggio o la tappezzeria di casa.
Potessero farlo, i più mi passerebbero attraverso e il giorno in cui figurerò sugli avvisi mortuari, probabilmente mi copriranno con un manifesto elettorale e la multa per affissione abusiva arriverà ai miei eredi.

Ma Lui… possibile che lo lascino alla deriva, come usano gli scafisti per i loro (de)portati?
Lui è il Papa, il successore di Pietro: è un SS… Sua Santità!
Eppure…
Il bastone, il pastorale, incollato con nastro adesivo… le scarpe nere e consunte, che indossa da quando è stato eletto, con la speranza che non lo siano anche i calzini;
 la croce semplice che pare di latta pressata, l’anello del pescatore trovato nell’uovo di Pasqua e un orologio da polso che fu clessidra, prima di finire sotto la “Papamobile”.
Ancora peggio: nel corso della visita alla parrocchia "Regina Pacis" di Ostia, ecco la talare con la manica sfilacciata.
Fortuna che ha la veste lunga: sospetto anche la cerniera abbassata o i bottoni in libertà.
I papi precedenti avevano le suore che li assistevano amorevolmente.
Questo no: deve essere un cultore del “fai-da te”, del bricolage.

Oppure no… non dimentichiamo che è nato Gesuita. È un Gesuitaly nostrano.
Il fondatore di quest’ordine fu uno spagnolo di nome Ignazio Loyola: un vero “generale”, dal come diede un’impronta militaresca alla sua creatura.
I Gesuiti sono un ordine all’interno della Chiesa Cattolica Romana chiamati anche Compagnia di Gesù, e il cui capo è soprannominato “Papa nero” per l’enorme potere che esercita in Vaticano: si mormora che sia la vera figura che controlla le gerarchie vaticane e la Chiesa Cattolica Romana.
Due gesuiti al vertice: uno nero e uno bianco.
Mischiati, fanno un bel gemellaggio… di Eminenze grigie!

E la prova dell’enorme potere è proprio nel risultato, dove il nostro bel pacioccone che veste e muove “casual”, in poco tempo ha spazzolato il potentato precedente e ripulito la IOR, l'Istituto per le Opere di Religione: un “setaccio” di grana, intesa come soldi, che ha riempito, oltre ai forzieri, anche le cronache nere degli ultimi decenni, visto che la trasparenza nei conti e nello spigolare nulla hanno avuto di pulito.
Basta ricordare due dei “frequentatori” e compagni di merende, che hanno avuto a che fare con il “pio” istituto: uno, il Roberto Calvi, allora presidente del Banco Ambrosiano, trovato impiccato a Londra, sotto il Ponte dei Frati Neri, sul Tamigi;
e il Michele Sindona, banchiere della mafia, eliminato con un caffè al cianuro, nel supercarcere di Voghera.
Come per i fili dell’alta tensione: chi toccava la IOR, moriva e non in odore di santità.
Al nostro “Papa bianco”, gli è riuscito di far pulizia, che al suo predecessore, il caro Luciani, il "Papa del Sorriso", il tentativo costò la pelle, dopo soli trentatré giorni che aveva scaldato la sedia pontificia.
Tornato alla casa del Padre… magari con una piccola spinta.

Il nostro White Pope è Intelligente, determinato, stratega e tattico eccelso… e furbo: un geniale Gesuitaly.
Maestro nell’attirare l’attenzione delle masse, Francesco è sì un pescatore, ma non solo di anime quanto di “captatio benevolentiae”, nell’ottenere la benevolenza dell’auditorio.
Roba vecchia, se vogliamo, ma efficace: il pane di ogni politico ben rodato, la recita del “sono come voi, tra voi, vi capisco”.
Austero, vuole rappresentare il poverello di Assisi, da cui prende il nome, in chiave moderna.
Viaggia in bus e metropolitana, usa scarpe consunte che paiono le ghette di Paperone;
celebra messa nella stazione ferroviaria per i più poveri, la manica della talare sdrucita, che ti vien voglia farne una canotta.
Un attore consumato!
È quel Francesco che, appena insediato, telefona direttamente al calzolaio per ordinare le scarpe;
 alla libraia per ringraziarla di un libro inviato, al suo vecchio edicolante per dirgli che non deve più recapitargli il giornale che era abituato a leggere.
gesti banali, ma di una quotidianità riconoscibile, una ben congegnata promozione pubblicitaria, tutt’altro che ingenua e spontanea.
Anche volendo riconoscergli la… buona fede, comunque così e questo è.

Poi però l’inconscio scivola sulla classica buccia di banana ed emerge dal profondo.
«Se dici una parolaccia su mia mamma ti devi aspettare un pugno!»
All’indomani della strage nella sede del giornale satirico francese “Charlie Hebdo”, con la redazione falciata da fanatici assassini, ecco: brutta cosa… ma un poco se lo sono voluta.
Hanno offeso il “papà” dell’altro.

Le vignette di Charlie Hebdo erano feroci e dissacranti: usavano la satira in modo poco gradevole.
Come quando disegnarono Cristo e Dio uniti in un rapporto anale.
Ma, caro Papa, hai mai visto la satira dall’altra parte della barricata?
Come la vignetta che circola nei siti estremisti islamici: la figura del Papa, nelle sembianze di Dracula, con il sangue che scorre dalla bocca e una scritta in rosso: “Decapitatelo”;
un corollario di altre scritte: “Maiale servo della croce", “Adora una SCIMMIA inchiodata sulla croce”, “Odioso malvagio”, “Satana lapidato”, “Allah lo maledica”, “Vampiro che succhia sangue”.
«Se dici una parolaccia su mia mamma ti devi aspettare un pugno!»
E daglielo! La “Scimmia” sulla croce te ne sarà grato.
Per una vignetta provocatoria vanno bene i pugni, ma se ti ammazzano le pecorelle, migliaia di cristiani, proponi il dialogo?
Ma forse è profetica la figura della basilica di San Pietro, con issata la bandiera dell'Islam e la scritta “Non vi è altro Dio al di fuori di Allah e Maometto è il suo profeta”;
 e l'insegna: “Allah è grande”.

Occhio Cesco: se ti acchiappano con la tua pelle ci fanno il tappeto di preghiera!
E tu non sei un eroe.
«In generale non ho paura. Sono temerario […] Per quanto riguarda gli attentati, io sono nelle mani di Dio e nella preghiera ho parlato al Signore e gli ho detto: “Guarda, quello che deve accadere, accada; soltanto ti chiedo una grazia: di non provare dolore. Perché io sono un codardo di fronte al dolore fisico. Il dolore morale lo sopporto, ma quello fisico, no”.»

I martiri cristiani - che non hanno offeso la mamma di nessuno! - che ogni giorno soffrono e muoiono a causa di estremismi fondamentalisti irriducibili, ne sanno qualcosa, caro Cecco, di quanto fa male quelli. Loro, che sono uccisi, torturati, le loro donne stuprate e vendute schiave.
«Siamo vicini a loro con la preghiera e con ammirazione, sono fratelli e sorelle nella fede. Prego per loro, preghiamo tutti per loro.»
Tutto qui?

C'è il sospetto che tu ci chieda di convivere con l'orrore, con tolleranza alle pratiche violente del jihad è la brama di conquista: chiedi a noi di offrire l’altra guancia, quando tu tiri invece cazzotti.
A noi, beninteso. Che gli altri ti gonfiano, se solo ci provi.
La piazza araba militante e gli imam che aizzano nelle moschee, neppure si sognano di condannare la mattanza e molti di noi si sentono isolati, se non ignorati o peggio, abbandonati, da un pastore che pare più propenso a pensare che sia quella del vicino, l’erba più verde!

«Tornando a casa, troverete dei cristiani. Tirate loro uno sganassone e dite: “Questa è la carezza del nostro imam!”.»
MI pare di vederlo, dall’alto del minareto.
«La mia è una sola, ma riassume tutte le voci dell’Islam, che qui, di fatto, è rappresentato. Si direbbe che persino la… mezzaluna si è affrettata stasera!»

Ehi Cecchino: non è che aspetti l'occasione, che qualcuno finalmente ti faccia le scarpe nuove?


Io,  secondo me... 11.6.2015