lunedì 31 marzo 2008

MURIgliatto

Bisogna misurare - e si trova - nel piccolo il grande;

per questo ne ho parlato e ritengo che Hamas e il suo Statuto è un assurdo, un illogico e un bisticcio in termini, perché contiene ed è contenuto, è parte e il tutto, cloaca massima di un Islam fanatico e fondamentalista, dedito e portatore di morte, un vicolo cieco - e pure sordo - dell'evoluzione, il perfetto "Diversamente abile", che si contempla allo specchio magnificando la propria deformità.
Non sono vittime, ma carnefici e, all'occasione, cannibali, pure e ben disposti ad accopparsi in casa, dove la propensione alla guerra è più forte del rispetto, finanche per il sangue del proprio sangue, che si sono massacrati pure in casa !
Tanto è il bisogno di sangue, che quel maledetto muro - che li divide provvidenzialmente dalle loro prede abituali - li fa ancora più imbestialire e impazzire, pari alla crisi d'astinenza di un drogato.

Maledetto fu il muro, e chi lo costruì.

Già dal lontano novembre 2006 si alzò il grido di dolore di Ramadan Abdallah Shalah, leader della Palestinian Islamic Jihad, la Jihad Islamica Palestinese:
- «La barriera di sicurezza israeliana tra Israele e Cisgiordania rappresenta un importante ostacolo all'attività dei gruppi terroristici»;
lo diceva con la naturalezza di chi si lamenta del picchetto contro i crumiri, che gli assassini erano semplici operai che andavano a timbrare il cartellino !

Rotto il giocattolo, eccoli con tanti disoccupati: plotoni di pirla pronti a farsi esplodere, che si ritrovano al bar sport o al cimitero degli elefanti, che assomigliano alle nostre osterie di una volta, dove frotte di vecchi si ritrovavano nell'attesa del trapasso, prendendosi ciucche colossali e smoccolando come ossessi, in un crescendo parossistico, a terminare in rissa, come tra coinquilini;

- «Dai, tanto per...ammazzare il tempo: facciamo il derby, Hamas-Al Fatah ? Chi perde si becca la...coppa del morto !»

Di recente, in un comizio a febbraio, il parlamentare di Hamas Fathi Hammad ha presentato tattiche, strategie e squadra:
- «[...] il popolo palestinese ha sviluppato proprie tecniche di morte [...] impresa nella quale eccellono le donne [...] gli anziani [...] e i bambini»: ottimo scudo, efficace linea di difesa !

Il programma ? Compreso in...scarne e scheletriche parole:
- «Noi desideriamo la morte, voi desiderate la vita».

Quanti problemi, quel maledetto muro: un vero "catenaccio", che gli sporchi ebrei praticano per bloccare e uccidere il gioco;
e poi, imbrogliano: hanno truccato il palmares, il riconoscimento delle...vittime riportate.

Hassan Nasrallah, allenatore d'altra mandria - gli squadristi-jihadisti sciiti libanesi, filo-iraniani, Hezbollah - reclama diritto a mettere in dubbio la Shoah, che...
- «[...] quando un gran pensatore si va avanti e solleva dubbi sull'Olocausto, è subito criticato. Noi condanniamo questo fatto».

Forte e sicuro, nella sua cultura in materia, maturata in notti insonni, sui fumetti e al cinema, come anni addietro
quando, nel concorso mondiale indetto a Teheran sulle migliori vignette che sbeffeggiano, minimizzano o negano la Shoah, vinse una vignetta, dove si vedeva una gru israeliana che allineava grandi blocchi di cemento, imprigionando la moschea di Al-Aqsa di Gerusalemme, mentre sul muro si disegna l'immagine del campo di sterminio di Auschwitz.

E l'ultima ?
"Gaza: una mostra per descrivere le sofferenze dei bambini nell'Olocausto":
una mostra che ritrae Israele mentre brucia bambini palestinesi, nel modellino di un forno crematorio, con tanto di svastica e stella di David, la vogliamo mettere ?
'Na figata pazzesca !

- «Israele può essere spazzato via», bofonchia Nasrallah;
Ma quel muro del cazzo...quanto rompe !

A tanto grido di dolore non poteva mancare risposta, da chi ha sempre servito e vissuto all'ombra di quella falce e martello, che tanti milioni di morti ha mietuto e schiacciato in novant'anni di scorrerie e scorribande, che ideologie pari hanno stessi vasi comunicanti, nel mondo del ComuNazIslam: Franco Turigliatto, leader di Sinistra critica.

Quelli come lui, di muri s'intendono, anche se sono passati da quello imponente, di Berlino, alla caricatura di quel di Padova che, con i Kompagni di merende ha eretto: misura precauzionale, che dentro ci stavano malavitosi e delinquenti.
Porca vacca ! Ma allora, perché non c'hai fatto sopra anche una colata di cemento, come sulla centrale nucleare esplosa a Chernobyl, culla dei tuoi padri dottrinali, che ci facevano la broda per far splendere il sol dell'avvenire ?!

MURIgliatto, ti dovevi chiamare, che derivi dalla scuola del silicone sigillante !

Il "Bostik" sapete dove stava di casa e cosa voleva sigillare, in questi ultimi giorni ?
In Piazza Castello, alla Fiera del Libro, a Torino, a caccia e cercar di cacciare la presenza israeliana, perché:
- «L'oppressione palestinese deve terminare, la politica israeliana non va incoraggiata in nessun modo».

L'hanno addestrato sin da cucciolo, facendogli annusare vestiti e sentire odore d'ebreo, come facevano con i Dobermann, nei campi di concentramento nazisti, che i suoi si chiamavano Gulag e, dei parenti cinesi, Laogai:
bolle d'accompagnamento diverse, per sigillo e causale, ma stessa fine, che tutta la "merce" finiva sottoterra.

Eccolo qui, ora, a difendere e affastellare legna, per quelli che non si fanno remore a dire che l'ebreo lo vogliono sempre costina al forno.

- «Israele può essere spazzato via», bofonchia Nasrallah;
- «Boicotta Israele, sostieni la Palestina» gli fa eco e complice il Murigliatto.
- «[...] il 2008 è l'anniversario dei sessant'anni dalla costituzione dello Stato d'Israele, ma anche l'anniversario dall'inizio della tragedia del popolo palestinese».

E che: per i tuoi novanta mica t'abbiamo spedito in Siberia !

Nel piccolo il grande;
nel fine, i simili.


Io, secondo me...31.03.2008

venerdì 28 marzo 2008

Pax Romano

Sarà barboso, ne convengo, ma proviamo a risalirne tracce, a trovare sorgente del male.

- «Oh, quanto è bello Allah, oh, quanto è buono Allah, clemente e misericordioso Maometto, tanto buoni e sfigati noi, ma ci rifaremo»: è la cantilena che pervade l’intero farneticare;
si sono incaponiti talmente da mettere nero su bianco i sogni di gloria, tanto - pensano - quei fessachiotti d'infedeli si possono coglionare tranquillamente, anche senza raccontar balle.

Cappello, corpo e coda: 36 articoli, un capolavoro di cecità morale, spirituale e fuga dalla realtà che più non si può;
questo e quanto è, lo Statuto del Movimento di Resistenza Islamico (Hamas), sgravato il 18 agosto 1988.

Perfetto compendio, sostanza e sintesi, costellato da infinità di lapsus freudiani, volti che sbucano dalle maschere, a rivelare un conflitto tra il detto e il voluto dire;
fosse solo lo sballo da sniffo di quattro pirletti, non me ne darei cruccio, se non avessi invece convinzione che, tanto di quel che c'è lì dentro, maceri e decanti nei cervelli e in contesti più estesi, proprio come augurato dagli scribacchini del demenziale documento.

Si comincia con la presentazione della delega: "In nome di Allah, il Clemente, il Misericordioso"...

Dal prologo alla "Lei non sa chi sono io !", comincio dall'Articolo 31 che, seppur sepolto nel mucchio, rimane condizione e condiziona ogni cosa a venire:

"[...] All'ombra dell’islam, è possibile ai seguaci delle tre religioni - islam, cristianesimo ed ebraismo - coesistere in pace e sicurezza";

visto il mandriano e le vacche, andiamo a scoprire di chi è il pascolo, come si evince dall'Articolo 11:
"[...] la terra di Palestina è un sacro deposito (waqf), terra islamica affidata alle generazioni".

Fosse così circoscritta, la questione potrebbe trovare soluzione, ma...
"[...] Questa è la regola nella legge islamica (shari'a), e si applica ad ogni terra che i musulmani abbiano conquistato con la forza, perché al tempo della conquista i musulmani l’hanno consacrata per tutte le generazioni dell’islam fino al giorno del giudizio".
Ubriacati da tanto arriveranno, prima o poi, a voler l'intero globo, dicendo d’essere stati prima di alghe, batteri, amebe, protozoi, e d'aver anticipato la catena evolutiva;
cosa che non gli contesterò se questa, da loro, tornerà indietro !

Rimettendo a posto le carte di questo mazzo, ecco che andiamo a ricomporre l'esatto mosaico, a capirne parti e finale.

"Nessuno [...] ha diritto di disporre o di cedeRe anche un singolo pezzo [...] ogni decisione presa in violazione di questa legge e nulla è senza effetto, e chi la prende dovrà un giorno ritrattarla".
Chiaramente, senza ambiguità, è dire che si vuole solo, senza nulla dare;

e pure a non sbattersi troppo per la pace, che l'Articolo 13 ribadisce:
"Le iniziative di pace, le cosiddette soluzioni pacifiche [...] per risolvere il problema [...] iniziative e conferenze internazionali, sono perdite di tempo e giochi da bambini".

E, giusto per dissipare i dubbi di quelli che ancora sono a sperare e pensare siano solo beghe di paese, ecco, a smentirlo, l'articolo 14:
"La liberazione è legata a tre circoli: palestinese arabo islamico",
della serie: il piano di lavoro del futuro.

L'Articolo 15 e 16 sono programmi della lavatrice, centrifuga, strizzatura e risciacquo per le menti:
"Il processo educativo deve coinvolgere i professori e i maestri, gli uomini della pubblicità [...] la giovinezza [...] e loro docenti. Introdurre cambiamenti fondamentali nei programmi scolastici e universitari attraverso i mezzi di comunicazione e il cinema, l'educazione e la cultura ";
i taroccamenti iniziano sin dall’infanzia, che i futuri martiri si rincoglioniscono sin da piccoli.

L'Articolo 20 è un inno alla faccia di tolla mista bronzo che si guarda allo specchio:
"[...] di fronte un nemico malvagio e nazista nella sua condotta, che non fa differenza tra uomini e donne, giovani e vecchi [...] arrivato a spezzare ossa, a sparare [...] con o senza ragione".

Demenza e delirio arrivano con l'Articolo 22, dove s'arriva all'assurdo:
"Il nemico [...] ha preso il controllo dei mezzi di comunicazione del mondo [...] fatto scoppiare rivoluzioni in diverse parti [...] erano dietro la Rivoluzione francese e russa [...] hanno formato organizzazioni segrete nel mondo, per distruggere la società [...] ha preso il controllo degli Stati imperialisti [...] organizzato la Prima guerra mondiale [...] ottenuto il diritto degli ebrei a costituire un focolare nazionale in Palestina [...] fondato la Società delle Nazioni come strumento per dominare il mondo"

Idiozia, in tanto declamare, si ritrova nel pistolotto conclusivo:
"[...] hanno organizzato la Seconda guerra mondiale [...] nessuna guerra è mai scoppiata senza che si trovassero le loro impronte digitali.

Nell'Articolo 32 siamo al ridicolo, che riesumano il cadavere di una bugia ampiamente smascherata:
"[...] questo è il piano delineato nei Protocolli degli Anziani di Sion".

Visto quanto, devo contare anche uno come Sergio Romano, tra le pere cotte, che ha perso di vista il maneggiare del prestigiatore per fissare solo il coniglio uscito dal cilindro.
"L'organizzazione ha proposto una tregua e ha dato più volte la sensazione di accettare pragmaticamente l'esistenza dello Stato d'Israele";
la richiesta di "Time out" è solo una sospensione, per riorganizzare i quadri e le strategie che, alla luce di quello sin qui detto ( da loro, non da me ! ), denuncia una gran presa per il culo, prima su quello del Sergio.

E il nostro, continua a sparar cazzate:
"[...] non intende rinunciare alle sue posizioni più radicali e smobilitare psicologicamente in una situazione nella quale nulla le garantisce che Israele sia veramente disposto a fare concessioni sui punti ancora irrisolti".

Arriva la risposta.

29 febbraio 2008, televisione Al-Aqsa, comizio del parlamentare di Hamas, Fathi Hammad:
"Il popolo palestinese ha sviluppato proprie tecniche di morte [...] diventata un'impresa nella quale eccellono le donne [...] gli anziani [...] e i bambini. Ecco perché tutti costoro hanno formato scudi umani [...] noi desideriamo la morte".
Alla morte serve la guerra, che la pace è offerente avara.
Mi risuona ancora la sinfonia della pera cotta: "[...] sensazione di accettare pragmaticamente...";

no, caro Sergio: la tua Pax Romano è solo fumo di canna !

"Sia lode ad Allah, il Signore dell’universo";
...hanno già alzato il tiro.


Io, secondo me...28.03.2008

giovedì 27 marzo 2008

Convers(az)ione

Speriamo che il Craxipensiero non vada a...ruba, se non nell'ambito e abitudine degli avanzi del defunto Partito Socialista, ora riciclati e restaurati di facciata e muffa nomea:

"Sono proprio i fanatismi alla Allam o alla Ferrara a metterci di fronte ai rischi di un drammatico scontro di civiltà [...] una conversione dovrebbe rappresentare un fatto privato, ma [...] trasformata in un caso pubblico e in un fatto politico [...] ai confini di un eguale fanatismo, di simili estremismi, culturali e politici [...] ostinata e reiterata denuncia contro i rischi che si annidano nel fanatismo religioso islamico".

Bobo e Ugo: mi paiono perfetti anche nel nome, che li vedo come due cagnolini Pinscher - nani, ovviamente: Dobermann ristretti al lavaggio - nevrotici e nervosetti, che abbaiano in continuazione, menati al guinzaglio, gratificati dall'essere sottosegretari agli Esteri, sottopancia del ministro Massimo, il D'Alema;

Da Pavlov ai "Pinscherbollah", il passo è breve che, per riflesso condizionato, pure questi reagiscono a stesso stimolo premio-punizione, sino a trovare perfetta armonia e sincronia nel segnare territorio e appartenenza, nel gioco al riporto che ora, lanciato l'osso, tocca ad Ugo la rincorsa:

"La vicenda Allam preoccupa e la Chiesa dovrebbe prendere le distanze dalle sue dichiarazioni che danno un contributo al pericolo più grande del nostro tempo: la guerra di religione e di civiltà, il peggior nemico, tra l'altro, della pace in Medio Oriente e del nostro interesse nazionale".

Galvanizzato da tanto ardore e ardire, l'ululato va in crescendo:
"[...] mai la Chiesa Cattolica ha mancato di rispetto alle altre religioni e dovrebbe adesso, dopo l'enfasi data alla conversione di Allam, distinguersi con chiarezza dalle sue affermazioni".
Però, mica del tutto scemo l'Ughino nostro: distingue tra la Mitra del Papa e il mitra di terroristi e terrorismi, perciò abbaia al primo e lecca i secondi;
ma, attento: il Benedett'uomo c’ha pure il bastone pastorale e, se quello ti cade sul groppone, lascia il segno, che poi sarà vero il dire che ognuno porta la sua, di croce !

Caro Ugo, servitore di due padroni: all'estremo, sino "...a che morte non vi separi", badante, all'ombra del Bettino, per poi migrare, dal vecchio al giovin signore, eccolo sormontato dal Bobo, che si porta in groppa il D'Alema che...e via andare.

- «BAU», dice Max;
- «Bau», risponde Bobo;
- «bau», la carta carbone, Ugo.

A dire il vero, ammetto: capisco tanto scodinzolare felice, che il Magdi Cristiano è a costolette magre, con poca ciccia;
gli amici degli animali, invece, di polpa e, soprattutto, ossa, n’offrono a iosa !

- «BAU»;
- «Bau»;
- «bau».

Gli Hussein Haji Hassan e Hassan Nasrallah del Libano e gli Ismail Haniyeh da Gaza possono tranquillamente accompagnarsi a questi e menarli per il naso;
per il rimanente, la lingua sulle scarpe renderà le loro sempre lucide e brillanti, che tanto i bisogni li fanno solo a cuccia e in casa.

"L’Islam moderato non esiste", ammonisce il caro Magdi Cristiano Allam;
Vuoi un consiglio, amico mio: guardati alle caviglie, che mordono di te "Ieri ebreo, oggi crociato".

- «Bobo...Ugo: a cuccia !»


Io, secondo me...27.03.2008

mercoledì 26 marzo 2008

L( ' )imitazione

"L'imitazione" di Cristo si stempera per strada, e il voler scimmiottare quello porta a perdere quel piccolo apostrofo, che fa la differenza, a divenire finale e presentare "limitazione" di poveri cristi.

"Liberté, Égalité, Fraternité", ovvero: Libertà, Uguaglianza, Fratellanza.

Dove sta la novità, in rapporto al predicato di quasi milleottocento anni prima ?

Nei modi, signori, nei modi;
che nel presentare "pensiero fighetto", ogni nuovo arrivato è pappagallo e plagiario, ma è del fare che si fanno i conti e poi la conta, ma dei morti.
L'imitazione vuole divenire sostituto, prendere posto e possesso del trogolo, per arrivare prima ed essere serviti meglio - sempre per il bene del popolo, s'intende - e quel piccolo segnetto, a dividere una semplice "L" da una"i ", porta a stravolgere ogni significato, dove prende piede la limitazione propria dell’essere umano, e sfocia nell'esaltazione e nella trasposizione di ruoli e mansioni, commende e comandi, passaggi di consegne, deleghe e deroghe che portano, il o gli investiti, ad abbandonare sia l'imitazione che la limitazione, per divenire e sentirsi pari Dio.

E pensare che tutto comincia che pare la rivalsa del bene contro il male, il popolo che si ribella contro chi, non avendo di quello e morendo di fame, gli risponde: ".Non hanno più pane ? Che mangino brioches !".
Ovvio che il tanto tirare, più la cinghia che di corda, porta poi a...perdere la testa, a rivoltarsi contro chi prende per i fondelli.

E allora, Zac ! Si da un taglio al vecchio per risorgere"...più bello e più superbo che pria" !

Cazzarola, sì: come si sta bene sui lettoni dei nobili e degli sfruttatori, nei loro panni raffinati e profumati, nel loro gozzovigliare e dar di vezzo.

Ma che vogliono quelli, dal di sotto...chi borbotta, grida, sbraita e strilla ?

Ovvio, compare mio: sono il resto della fattoria degli animali che, dopo aver scacciato il fattore, vuol applicare parte e diritto a saccheggiarne dispensa.

- «Cosa ? Ma scherziamo ! Ci siamo fatti un culo così per loro, per scacciare i tiranni, per cancellarne le vestigia: ingrati, controrivoluzionari ! Sergente, mano al bastone, che la mandria dev'essere ricondotta alle stalle !»

Ed ecco fare capolino l'idea bestiale: "Colpirne uno per educarne cento", o mille, diecimila o...
Poco importa: "Un morto è una tragedia, un milione è una statistica", come recitava il "pensierino della notte" di nonno Stalin, che di queste cose se ne intendeva, e come amano farsi raccontare ancora oggi, i suoi estimatori ed epigoni.

Cambiano tempi e casacche, libretti e libercoli, massime e minime, ma il vizio rimane, che "l'illuminato" si chiami Robespierre, Lenin o Stalin, Hitler, Mao, Bin Laden o Ahmadinejad, vale la regola:

"In una somma, invertendo l'ordine dei fattori, il risultato non cambia";
dalla ghigliottina al Gulag, dai campi di sterminio ai Laogai ( campi di concentramento cinesi ), dalle bombarole alla bombolona, sempre e comunque si tende ad annientare l'altro;

ovunque, e con il TERRORE.

Proprio il secolo dei lumi, la faccia del Voltaire - che, pur nel disaccordo, affermava disponibilità a morire, pur di permettere contraddittorio - fu madre sgravata del culto e dell’adorazione, nel partorire orrore.

I primi a rispondere all'appello simil-evangelico di "Liberté, Égalité, Fraternité", furono gli sfigati contadini della regione della Vandea, in quel di Francia doporivoluzione;
Non si vogliono arruolare, per la guerra contro Austria e Prussia ?
- «Sterminateli ! Distruggete la Vandea [...] deve diventare un cimitero nazionale [...] non si venga a parlare d’umanità, verso questi [...] azzerate le resistenze !»
Detto, fatto: ecco riempiti i carrettini folkloristici, eccoli a sfilare per chilometri, a monito dei riottosi, prima di fare la fine del sigaro sotto la taglierina, che ci lascia la testa.

E sì: tutte le rivoluzioni partono con l’imitazione di Cristo, ma terminano, immancabilmente, per la limitazione di poveri cristi...e il sotterramento dei restanti !

"Liberté, Égalité, Fraternité"...ma, andate a fanculo, che uno arriva lungo e si trova accorciato di una spanna, anzi, di testa !

Secolo dei lumi ? Ma neppure dei lanternini, delle candele e dei moccoli !

La testa di Launay, governatore della Bastiglia, fu portata a spasso, come un calciatore con la palla, sul campo;
"Non sono d'accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire"...'fanculo !

A Nantes sono annegati tremila oppositori, i cadaveri lasciati a navigare: che i pescatori possano vedere, sia dissuasione, fonte di paura, TERRORE.

Ovviamente, come gli scalpellini ad ogni morte di Faraone, ecco i martelli, a mazzolare e frantumare la Storia:
la chiesa des Bernardins, la biblioteca di Saint-Germain-des-Prés, le statue del re, sulla facciata di Notre Dame, oltre allo "spantegamento" delle ceneri degli illustri, ma invisi alla rivoluzione, come Montesquieu, le cui cineree furono offerte al vento, come polvere sbattuta dallo straccetto;
ma, come dall’opera "La scuola degli amanti", di Mozart, siamo a dire: "Così fan tutte"...le rivoluzioni.

- «Ricorda che tutto deve cambiare perché nulla cambi»,
diceva il rassegnato e realista Principe di Salina, ne "il Gattopardo", di Giuseppe Tomasi di Lampedusa;
il tutto, magistralmente descritto, previsto e prevedibile, nel libro dello scrittore inglese George Orwell:
"La fattoria degli animali", Animal Farm.

E non poteva mancare, "dulcis in fundo", il dolce, alla fine del pranzo;
ecco il "cadaverino in croce", la vittima sacrificale per eccellenza: la Chiesa e i suoi figli.
Ovunque, per e in ogni rivoluzione, c’ha lasciato tante penne e capocce, che hanno pessima abitudine di predicare per il rispetto e la sacralità della vita e refrattaria al...nuovo che avanza.

Tutti i totalitarismi del Novecento, dal comunismo al nazismo, c’hanno sguazzato con il terrore, che la manfrina era sempre quella: omicidi, attacchi contro i religiosi, la guerra per militarizzare e purgare il prossimo e santificare la violenza.

Ci vedete qualcosa di diverso in quel che sta per venire ?
Forse che non vi ho descritto il ComuNazIslam ?
Esiste una continuità in questo, che il crimine e i criminali, alla fine, s’assomigliano.

Facciamo attenzione, che partono con "L'imitazione" di Cristo, ma arrivano alla nostra, di limitazione !

Io, secondo me...26.03.2008

martedì 25 marzo 2008

Mo sò cazzi

E sì: mo sò cazzi, come dicono a Roma;

Magdi - Cristiano - Allam, per alcuni, ha fatto "per viltade il gran rifiuto", come disse un incazzato Dante Alighieri, con riferimento alle dimissioni papali del povero Frà Pietro da Morrone, abortito Celestino V che, dopo aver accettato il pontificato nel 1294, all'età di 79 anni, abdicò dopo cinque mesi e morì assassinato nel 1296.

Il nostro, c’ha messo 54 anni per liberarsi, ma ora cominciano le note dolenti, che il suo vecchio pastore le pecore le considera animali e proprietà, e non persone.

"Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l'eterno dolore,
per me si va tra la perduta gente",

come apposto sulla targhetta d’entrata, a monito per gli sfigati che stanno per entrare nell’Inferno.

Ha un nome buffo, come l’orso Yoghi, dei cartoni animati, ma non ha per nulla stessa simpatia e umanità:
lui è Yahya Pallavicini, vicepresidente della Comunità Religiosa Islamica, e non si comporta con la stessa tolleranza di quando ti beccano a portar via un asciugamano, con il timbro dell’albergo in cui sei stato;
- «[...] non capisco il perché della scelta di rinnegare la tradizione del messaggio islamico: qualsiasi apostasia è vista con forte perplessità".
Ma che cazzo di perplessità vuoi avere: mica è un manzo che scappa dalla mandria, con ancora marchiato sul culo il bollo del vecchio proprietario !
O no ?

- «[...]qualsiasi apostasia è vista con forte perplessità», dice l’orso Yahya, che sembra già pregustare quel disprezzo e gioia del finale, che il sommo poeta illustrò con parole più forbite:

"Poscia ch'io v'ebbi alcun riconosciuto,
vidi e conobbi l'ombra di colui
che fece per viltade il gran rifiuto".

Ecco puntare il dito, indicare il bersaglio e agitare corda per il linciaggio;
- «Non c'era nessun bisogno, per dimostrare l'amore per Gesù, di rinnegare l'amore e la fede per il profeta Mohammed. I musulmani hanno, all'interno della loro dottrina, il riconoscimento più alto della figura di Cristo e della Vergine Maria».
E già: hanno preso il libro, rovesciato come un calzino di lana, rifatto in edizione riveduta e corretta, passato il Gesù sul gradino sotto, e sopra c’hanno piazzato Maometto, che sì è messo a dare di gomma e scolorina, a cercare, pian piano, di scalzare e far dimenticare i vecchi, che la Storia poi la riscriverà chi vince, non in una gara sul fil di lana, ma di spada !

Ora comincia la menata del torrone: "Provocata l'indignazione dei musulmani [...] offesa il battesimo di Allam ".
- «Segretario, metta agli atti: una parte dei musulmani è indignata. L’assemblea di condominio della terra conterà i voti; i musulmani valgono uno su sei miliardi d’abitanti».
Che facciamo: lasciamo che pochi esaltati siano a dettare regole e fare leggi del bauscia ?
Forse che il Papa, in casa sua, debba rendere conto d’aver accettato tra i suoi un simile, che ha sempre combattuto per il rispetto e la sacralità della vita ?
E chi doveva battezzarlo: il farmacista, l’idraulico, il meccanico, il bagarino ?
Magdi Cristiano Allam ha fatto una scelta e così, per tutti quelli come lui, è riconosciuta libertà di fare, e se gli Yoghi Yahya non capiscono e sono perplessi, si rimbocchino le maniche, a cercare uso d’intelligenza e parola, e non di laccio, catene e pungolo, per riportare nella stalla quel che credono armento, a rispondere da schiavo e non da uomo libero, che solo Dio è proprietario dell’uomo, e non suoi simili, neppure per delega, che il divino ben si guarda dall’assegnare agli imbecilli !!

L’abbrutito di turno tromboneggia:
"L'acqua versata sul capo di Magdi è come benzina gettata sul fuoco dello scontro di civilità".

- «Ehi, amico: scendi dalla pianta, che ho una banana, da dividere con quelli della tua "civiltà", che benzina e scontro è riflesso condizionato, per una massa di deficienti che vogliono innalzare a verità la propria propensione arboricola».
Scendete dai rami, imparate postura eretta, acquisite parola, imparate ad articolare suoni e poi fili logici, e solo dopo aver smesso passo ondeggiante e strusciare su dorso di mano, ritornate per essere ricollocati.

E guardate che non siete l’ombelico del mondo, ma...indietro e un pelino in basso.
Crescete, prima di moltiplicarvi, che l’Islam e la sua civiltà hanno altri e migliori rappresentanti, che non arrotano lame sulle mole, ma lingua collegata al cervello.


Io, secondo me...25.03.2008

venerdì 21 marzo 2008

Vasi...incomunicanti

L’acqua fredda rinfresca, la calda riscalda, la tiepida è una via di mezzo, la bollente scotta e la gelata, ghiaccia;
al fuoco bolle, se continui evapora e nel congelatore diventa ghiacciolo.

Ho inventato l’acqua calda, il bollore per gli spaghetti e il cannello di ghiaccio per l’estate: niente male eh ?
Come dite ?
Già ci avevano pensato altri: tutto conosciuto, risaputo, addirittura elementare anzi, lapalissiano, come insegna la Storia di Jacques II de Chabannes, signore di La Palice, che morì durante un assedio alla città di Pavia nel 1525, i cui soldati, cantarono lode:

- «Il signor de La Palisse è morto. Morto dinanzi a Pavia; se non fosse morto sarebbe ancora in vita».

Mi par di sentire il dire di molti, condizionati dall’aver visto il troppo di Dr. House Medical Division più E.R. medici in prima linea:

- «Infermiera, 2 cc. Di Rimbambil e un endovena di Rincoglionil...defibrillatore...basta, il Beppe l’abbiamo perso !»

E no, mi spiace, come a molti, ma ci sono ancora, vispo e arzillo, il vostro tormento quasi quotidiano, inesorabile come le tasse e la morte.
Noi maschietti abbiamo una croce e una delizia: gli attributi, gemelli che fanno sostegno e compagnia al dolce augello;
sono come la coda del pavone o gli attrattori multicolori, che tanti animali attivano, in svariate e strategiche parti del corpo, per attrarre femmina.
Unico difetto: ogni tanto girano, come elica d’elicottero !
Le mie, in questo momento, sono come pale di frullatore in centrifuga.

"La sicurezza va affrontata come questione democratica, non come vendetta contro gli immigrati [...] certo, se sono tenuti in campi miserevoli, emarginati, sottopagati nel lavoro e sfruttati, il crimine cresce ".

- «Signori, è avvenuto il contatto: dal pianeta Papalla ecco la prova che c’è altro nell’universo. Il "marziano" Verde-Pdci, della galassia Palazzo Madama, dice di chiamarsi "Manuela Palermi", graduato "Senatrice" e capolista della Sinistra l'Arcobaleno in Toscana, di non so quale universo».

"[...] una buona immigrazione significa dare la possibilità di cercarsi lavoro, costruendo strutture ad hoc che li aiutino, riconoscergli gli stessi diritti ad iniziare dal voto, creare una rete d’assistenza. Invece sono [...] vittime di leggi repressive [...] a causa di un delinquente rumeno che ha ucciso una povera donna è stato criminalizzato un intero popolo [...] e questa campagna elettorale all'insegna del 'dagli all'immigrato' dà il senso di un Paese in cui sono ancora pericolosamente vive l'intolleranza e le radici fasciste".

Le pale del ventilatore a soffitto, in cucina, neppure alla massima velocità riesce ad eguagliare i giri delle mie, di palle, che pure il pelo della mia cagnolina e i capelli di mia moglie sono a sventolare per lo spostamento d’aria.
A questo punto mi viene chiedere:

- «Ma, la Manu, ci fa o ci è ?»

"[...] possibilità di cercare lavoro [...] costruendo strutture ad hoc [...] riconoscere diritti [...] voto".
L’acqua fredda rinfresca, la calda riscalda, la tiepida è una via di mezzo, la bollente scotta e la gelata, ghiaccia;
al fuoco bolle, se continui evapora e nel congelatore diventa ghiacciolo.

Certo, ma per chi è IN REGOLA, e non che arriva perché gli hanno detto che questo è il Bengodi, il paese dei balocchi.

Ascolta, Manuela: se questo paese deve essere la tua sputacchiera, intollerante e con radici fasciste, alza il culo e vai a colonizzare la Siberia che, tanti di quei disgraziati che accogliamo, sono effetti e prodotto del pensiero applicato Marxleninstalinista, tettarella che ti sei ciucciata sin dalla culla !
Prendi la tua bibbia e smamma, gira la sinistra e trova orizzonte, mirando stella rossa e sol dell’avvenire, che alla fine sarai di ritorno, sul gommone, nella stiva d’una nave o nel sottofondo di un camion, ad affittare una baracca di cartone e dormire sotto i giornali, con il bagno in campagna e l’erba come carta igienica;
con la paghetta del kolchoz non puoi pretendere di più.
E dopo l’epilogo, la caduta del comunismo e del muro di Berlino, con novant’anni di minchionate come referenza, non venire a darci lezioni.

Intolleranza e radici fasciste...

- «Ma va da via i ciapp !!!»


Io, secondo me...21.03.2008

giovedì 20 marzo 2008

Osama Pir Laden

Al momento, vista di sbieco la fotografia con la coda dell’occhio, mi sembrava il classico vecchietto sulla panchina dei giardini pubblici, che leccava un cono gelato con, accanto, il fido bastone di sostegno o la stampella.
A dire il vero, ho avuto pure un moto di commiserazione, nel vedere la testa fasciata, pensando subito alle disgraziate ossa che compongono l’anziano, facili allo sbriciolamento e alla rottura:
"Ma guarda tè come ci riduciamo: all’inizio baldi e incendiari e poi ridotti a pezzi, sciancati e pompieri";
così andavo a rimuginare, intanto che guardavo distrattamente la faccia smunta e la barbaccia incolta, lunga e color cenere, che pareva strinata e credevo volesse, con quella, nascondere miseria e mancanza di una cravatta da camicione, troppo costosa all’acquisto per la misera pensione sociale.
Sono rimasto, lo ammetto, un poco sconcertato quando, mirando l’angolo superiore destro dell’immagine, ho visto quello che ho scambiato per un Encefalo o Elettrocardiogramma ma, una volta qualificato il personaggio, ho escluso il primo, che sarebbe risultato piatto per mancanza di scambi tra neuroni, come per il secondo, che il tizio un cuore non l’ha.

- «Guardi che quella è una scritta in arabo, e il tipo è Osama Bin Laden»,
mi sussurra il vicino di posto, sbirciando la pagina di giornale, rispondendo al mio brontolare e borbottare ad alta voce.

- «Ussignur, è vero ! Ha in mano il microfono e, a lato, il Kalashnikov, il caro AK-47, a suggerire che se la parola non arriva con l’uno, sicuramente sentiremo il secondo !»

Sull’angolo opposto dell’immagine vedo quello che rassomiglia ad un tasto, un puntino rosso.
Premo.
"Tanti auguri a te,
tanti auguri a te,
tanti auguri...
tanti auguri a te !"

Oh, Madonna mia, è una di quelle cartoline taroccate, un’imitazione cinese, con il ritornello registrato su base magnetica: è il sottofondo, in occasione dell'anniversario della nascita del fondatore dell'Islam.
Chissà se il Bin Laden si gongola, con quella faccia da gasato che pare voler suggerire "Dai, su, guardate bene, che al capostipite c’assomiglio: una goccia d’acqua", tanto che il motivetto suona auto-celebrativo e calza a pennello, come un abito su misura.

Il vecchietto guarda il Rolex sul polso destro ( che la pubblicità costa ), s’alza sulla punta dei piedi, s’inalbera, congestiona e fuma dal naso e dalle orecchie;
il cuore stantuffa, spompa e scoppietta, mentre le coronarie gemono e friggono:
- «Vi faccio un culo così !!»
Eccolo ad allargare le braccia a dismisura, formando una perfetta ed ampia ellisse, racchiusa ai lati dalle guide, formate con pollice e indice aperti ed opposti d’entrambe le zampe.
Con occhi iniettati di sangue e globi oculari a palla, eccolo a fissare incazzato l’Unione Europea e il Benedetto Papa.
- «Le vignette satiriche e sataniche contro Maometto sono offensive per i musulmani: è tutto un complotto, parte di una "nuova crociata"».

Glie l’avevo detto io, al Benedetto Giuseppe, di non mettere la crocina, che subito qualcuno l’avrebbe scambiata per tutt’altro:
- «Beppe, ascolta me: facci uno scarabocchio, una sigla, ma la crocetta no».
M’ha fulminato con lo sguardo, prima di rispondere:
- «Se la firma a Croce non la metto io, chi lo fa ?»
Visti i precedenti, le bolle e le scomuniche, ho lasciato perdere, ma avevo ragione.

- «Le vostre pubblicazioni di queste vignette - parte di una nuova crociata in cui il Papa del Vaticano ha avuto un ruolo significativo - sono una conferma da parte vostra che la guerra continua».
E te pareva, che il Pir Laden di turno non se ne fosse uscito con la vecchia manfrina delle crociate !
Anzi: sicuramente è convinto che il disegnatore sia il Papa stesso.

- «State mettendo alla prova i musulmani ... la risposta sarà quello che vedrete e non quello che sentite».

Ahi ! ahi ! Ahi ! Mi sa che tra un poco le emorroidi cominceranno a sanguinare:
Nel filmato un'animazione mostra una lancia che colpisce una cartina rossa dell'Europa con del sangue che esce, come se la punta ne avesse penetrato la superficie.

Notizie dell’ultima ora:
"El sciur Senesi, di nome Vauro, camuffato da Papa, è stato consegnato ad Al Qaeda, che lo ha bruciato a...Fiamma lenta, riducendole in cenere e fumetto".


Io, secondo me...20.03.2008

mercoledì 19 marzo 2008

Un...Angela per Israele

Capisco quei cinque, che i loro non sono finiti sotto le ruote di un’automobile o caduti da un’impalcatura, disgrazie per cui il tempo è medico e basta ad alleviare le sofferenze di chi rimane, con il ricordo e il dolore sordo della perdita di persone care ed amate.
L’incidente, la morte naturale, anche prematura, s’imputa nella colonna delle perdite, nel registro del fato, per capricci del caso, una macchia incancellabile del destino o nel libro della fede, che sconta oggi per dare, e di più, domani: comunque sia, rientra nel novero delle probabilità e nell’impossibilità umana di porre rimedio alla legge dei grandi numeri, che vuole un pegno, come il contadino le uova dalla gallina o il latte della mucca.
Diversamente quando la famiglia, o buona parte di lei, è fatta entrare come selvaggina liberata in una riserva di caccia, dove ognuno può e deve sparacchiare loro addosso il più possibile che, anzi, il prestigio si raccoglie quanto più sono i bossoli dei colpi sparati e le penne di quelli che gliele hanno lasciate.

Capisco quei cinque, che dei loro avranno solo poche fotografie consunte, qualche lettera sbiadita, poche parole rubate al ricordo e avare immagini, ormai disturbate, come interferenze sul cinescopio di un televisore che sta perdendo il segnale con la Storia.
Come non pensare alle umiliazioni delle vittime, ai pestaggi, allo stipare quella dolente umanità in vagoni altrimenti utilizzati per trasporto di bestie, ai calci, agli sputi, all’averli lasciati senz’acqua e cibo, con poca aria e a sguazzare nei propri escrementi ?
Come non riandare all’averli scaricati davanti ai mattatoi, diviso i padri dai figli e dalle spose, i vecchi dai loro figli e nipoti, l’averli spogliati, marchiati, selezionati per una lunga agonia di consumazione o il soffocamento nelle camere a gas, per poi incenerirne esistenza nei forni crematori ?
Come scordare il senso d’impotenza, la condanna dell’agnello senza unghie davanti al lupo ?

Capisco quei cinque.
Oggi i lupi incontrano altri con zanne e artigli, che l’esperienza e il vissuto hanno fatto capire loro che sono l’unica lingua conosciuta dalle belve, a rispettare, temere e non menare sicumera alla presenza dei nuovi figli di Israele, a credere - come allora - di poter uscirne illesi dallo scontro, qualora si tentasse di seguire orme e ripetere le gesta dei padri.
Soprattutto la voce, i toni duri, i suoni gutturali, aspri e cavernosi, di comando, tipici del parlato teutonico, che certo è rimasto nelle orecchie e nella mente dei sopravvissuti alla Shoà, al genocidio di milioni d’ebrei: timbri bruschi e asprigni, che accendono riflessi condizionati, a portare reazione e disgusto, in special modo se uditi in casa propria.
Nell'atmosfera solenne della Knesset, il parlamento israeliano, per venti minuti è risuonato l'idioma tedesco.

Attore principale, la cancelleria Angela Merkel che, consapevole di tanto, ha voluto però salutare i deputati in ebraico:
- «Parlare in questa prestigiosa assemblea per me è un grande onore»,
per poi passare al discorso ufficiale, tenuto nella sua lingua madre.
Cinque deputati su 120, hanno contestato questa scelta rifiutando di presenziare alla seduta;
- «[...] non possiamo sentire pronunciare in quest’aula l'idioma con cui furono sterminati i nostri avi».

Li capisco.

Ma l’antico nemico ha capito, ha compreso, e viene a capo chino, a fare atto di pentimento: i figli per i padri;

- «I tedeschi sono pieni di vergogna per l’Olocausto nazista e m’inchino davanti alle vittime».

Ma non solo, che col capo cosparso di cenere, sono a dire che saranno ad impedire che il mostro ritorni:

- «La Germania sarà sempre al fianco di Israele. Il nucleare iraniano minaccia la pace [...] ogni tentativo di negare l’Olocausto deve essere bloccato sul nascere [...] antisemitismo, razzismo e odio razziale non devono più attecchire».

Iran, Siria, copie, cloni e tirapiedi Hezbollah e di Hamas sono avvertiti:
nessun permesso a che il "Mein Kampf" riveda luce e trovi nuova edizione.

E noi, a ribadire: MAI PIU', merdacce !!!

E ai cinque dico: sentite le parole del nuovo amico, che sono meglio della lingua parlata dai nostalgici comunistardi, dai Maxbollah, Olivieri e galoppini Vaurini e dagli "Hamasbollini".


Io, secondo me...19.03.2008

lunedì 17 marzo 2008

Quaraquaquà

Da "Il giorno della civetta" di Leonardo Sciascia, dove don Mariano, il Padrino, parla di suo:

- «L'umanità [...] la divido in cinque categorie:

gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i pigliainculo e i quaquaraquà.
Pochissimi i primi e pochi i secondi;
gli ominicchi [...] sono scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi, i pigliainculo sono un esercito mentre i quaquaraquà dovrebbero vivere con le anatre nelle pozzanghere...»

Che la pensano come don Mariano e che guardano il mondo dall’alto in basso, sulla catasta delle armi, ce ne sono parecchi: da Bin Laden ad Ahmadinejad, dalla cricca Hezbollah alla marmaglia dei bambascioni di Hamas, dalle croste talebane ai dittatorelli che spuntano qua e là, forando la terra con craniota cappella fungaiola.
Giusto per capirci: nessuno di noi, nel camminare, pone attenzione se lo scarpone spiattella una formica;
pari a queste siamo, per "i mariani", ovvero, solo i titoli di coda della famosa lista: "pigliatori" e paperelle, contro di cui si possono affondare i colpi e sparare, come nella caccia.

Hussein Haji Hassan dal Libano e Ismail Haniyeh da Gaza, ad esempio, sono abili cacciatori di paperi;
il segreto della loro fortunata pesca di boccaloni e selvaggina di penna.
Le chiamate e la pastura, strumenti "equivicini", ottimi per l’abboccata, richiami più da polli che per allodole, fischioni e quaraquaquà con i baffini per pennuti a carne bianca, granaglie per pollastri e pastone di palle per bocche da amo.
Agli Hussein e agli Ismail basta un derivato, per catturare stormi interi d’oche, evoluzioni del capostipite Occhetto, taglia Max, anzi...Massimo, che sguazza in uno stagno, sulla barchetta a vela e gioca a fare l’Orazio Nelson, con cui però ha solo una somiglianza: quello era orbo da un occhio, mentre il nostro è cieco da entrambi;
non per nulla gli Hezbollah, in Libano, si sono riarmati fino ai denti, mentre i nostri davano di spalle ( Ah, la verità della terza voce in lista ! ), fischiettando in direzione d’Israele e tappandosi occhi, bocca e orecchie, nel vedo-e-non-vedo, professar verbo a pesce e ignorar rumore di cingoli e ferraglia che gli passava a tergo.
Dio, che meraviglia, quando li ha mandati allo sbaraglio - ops ! Scusate - volevo dire, allo sbarco:
sembrava quello in Normandia, con i pennacchioni sull’elmetto e il bandierone tricolore, che pareva un lenzuolo doppia piazza;
e suoni mediatici e trionfali: rulli di tamburi, trombe, trombette, tromboni e loro, i ragazzi, i...trombati, che pareva di vedere la legione che avanzava al suono di buccine, antichi strumenti a fiato a tubo di bronzo ricurvo, labari, fasci e aquile romane, quando l'esercito romano, guidato da Publio Quintilio Varo, andò tronfio e trionfante a farsi scarnificare, nell’oscura selva germanica di Teutoburgo.
Essendo marinaretto d’acqua dolce, anche il nostro e andato al...Varo, riempiendo barchette di militi che, al suo richiamo, sono stati ammassati e scaricati nel laghetto delle paperette, pronti per essere impallinati.
Ora, per favore, ora non chiedetemi se Maxbollah e Kompagni di merende sono quaraquaquà, sulla scala mariana, cosa siamo noi:
andate indietro di un passo, sulla lista e...stringete i denti !

Non che l’Eurabia vada meglio.
L’Arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, massima autorità della Chiesa Anglicana, ha sancito come inevitabile l’inserimento d’alcuni elementi della Sharia all’interno dell’ordinamento giuridico Britannico e la Turchia gli si accoda nella rassegnazione dell’agnello, minando un simbolo della laicità accettando il ritorno del velo nei luoghi pubblici, che non è cosa da poco: una diga cade sempre partendo da piccoli fenomeni erosivi.
Mentre da una parte si ritorna alle radici arcaiche, noi siamo a strapparcele da sotto i piedi, rinnegando il provenire da quelle cristiane.
Quale identità saremo a trasmettere, quale patente a mostrare, quale Storia a contrapporre, quale personalità a far rispettare ?
Eravamo uomini, grazie ai padri, mezzi uomini, alla riscossione dell’eredità, ed ora, a...prendere, senza poter scegliere di lasciare, a starnazzare, nella vaschetta dei quaraquaquà, nascondendo incapacità dietro falso buonismo e impotente tolleranza.
C’hanno tolto il tappo e siamo a girare nel vortice, nello scarico del sifone, dove buttiamo idee, valori, identità, cultura, libertà, fede e tanto altro, nel tentativo di andare a fondo il più tardi possibile.
Chi mai è disposto a dar credito a "pigliainculo" e "quaraquaquà" ?
Senza riferimenti siamo persi che, se tutto è relativo e dipende dal punto di vista dell’osservatore, bisogna pure triangolare per ottenere un punto, altrimenti ogni navigatore non traccerà, ma sarà in rotta !
No, non è neppure uno scontro di civiltà o di culture: non abbiamo più né l’una né l’altra, non siamo né carne né pesce ma, di questo, ci rimane la puzza !

La prova del nove l’abbiamo con la Cina: zero diritti civili, esecuzioni a iosa, aborti da schifio, botte e galera per i nostri sacerdoti e fede, sfruttamento dei minori, nubi tossiche da inquinamento e fiumi merdoliquidi, con merci alimentari trattati a schifezze, giocattoli, abiti, scarpe, ninnoli e cianfrusaglie a basso costo, avvelenate da tinte e vernici tossiche, e mi fermo qui, che non è poco.
Ultima della serie: la verginità, ricucita con il fil di ferro, che tutto deve sembrare immacolato;
in vista delle Olimpiadi, nei luoghi della tenzone, via al massacro di cani e gatti, che fanno brutta specie e, con eguale logica, nel Tibet, OCCUPATO e COLONIZZATO, via i monaci, equiparati alla sfortunata classe dei miciomicio-baubau.

E, messi proni i quaraquaquà, gli altri sbancano e fanno partita: scopa, carte, ori, settebello, primiera e napola !
Più che una partita a scopa, è una scopata, per quelli della terza voce in lista don Mariano !


Io, secondo me...17.03.2008

giovedì 13 marzo 2008

Gli amici degli animali

"Raid israeliano: ucciso il mandante della strage al collegio rabbinico, costato la vita a otto giovani seminaristi ebrei ".

Mi sono concesso un doppio bombolone alla crema e abbondante colazione, che non c’avevo caviale e spumantino, per festeggiare.

Insalutato ospite, Mohammed Shehada s’è involato nel paradiso delle vergini;
ancora non si conosce se da 72 avrà sollazzo il suo augello o se alla bisogna provvederà solo una, ultrasettantenne.
Poco male: se quest’ultima gli fa proprio schifo, o s’arrangia da solo o si fa...dare una mano dagli altri tre, i sottopanza freddati con lui e spediti all’altro mondo.

La delizia nel mio leggere prosegue, in un orgasmico scorrere di righe:
"[...] un’unità speciale dell'esercito sotto copertura [...] a bordo di un taxi con targhe palestinesi, ha abbassato i finestrini e investito la vettura i con un diluvio di fuoco".
Questo è proprio quel che si dice "Rapporto di buon vicinato", a confermare saggezza di vecchio proverbio, che conferma inutilità di regalare perle ai porci !
Shehada, punto di riferimento in Cisgiordania del movimento libanese Hezbollah, aveva avuto frequenti contatti con Ala Hisham Abu Dheim, l’assassino del collegio: ecco ora ricongiunti i compagni di merende, che avranno modo e mondo per completarsi e riunirsi dopo essere stati, in vita, solo delle mezze seghe.

A proseguire la storia delle cose a metà, dove simili "incompiute" sono di casa, lascio una segheria per l’altra.

"Caccia israeliani hanno effettuato un'incursione [...] bombardando una postazione dalla quale erano partiti una dozzina di razzi, due dei quali avevano colpito una casa a Sderot, seppure senza causare vittime";
Soggetto: i caccia;
azione: bombardano;
cosa: una postazione di lancio di razzi;
cuore di mamma: [...] che avevano colpito una casa...senza causare vittime.
E già: per cannoneggiare devono aspettare che qualcuno ci resti secco, altrimenti non vale;
e poi: i ragazzi sono esuberanti, vanno capiti...alla fine, non hanno accoppato nessuno;
non è il caso di avere reazioni scomposte e sproporzionate.

Beh, sapevo di leggere da un giornale nato da botteghe oscure, che l’Unità la raggiunge nel fare branco, a cercare un’uscita, dopo novant’anni di...girotondini, passati a brancolare nel buio, arrivando al compromesso che, è meglio il sicuro arcobaleno oggi che l’incerto sol dell’avvenire.
Gli ex strateghi dell’Armata Rossa, "imparati" sui banchi di scuola del Cremlino, i sopravvissuti ai bocciati della Lubianka, tatticizzano:
"[...] L’incursione ha posto fine al cessate il fuoco [...] in vigore dall'8 marzo scorso, dopo che le incursioni delle truppe dello Stato ebraico avevano provocato oltre cento morti tra i palestinesi, la metà dei quali civili, donne e bambini".
Dal mio "gabinetto" di guerra continuo l’analisi di quel giornale, i cui strati e fogli sono a competere con quelli della carta in rotolo: entrambi destinati a ricongiungersi con le origini.
Del perché le truppe fanno incursioni, neanche lo straccio di un motivo:
Un’orgasmica Israele trova goduria nel lanciare bombe, come palle da bowling destinate a far cadere tanti innocenti birilli.
Che frammisti e dietro questi SCUDI si mescolino e nascondano pervicaci lanciatori di missili, su altri "civili, compreso donne e bambini", cazzo frega, ai pargoli della disinformacja.
Che poi è talmente lapalissiano che i Qassam stanno in piedi non con i supporti, i piedini di metallo, ma grazie alle mazzette di soldi, che pure un Occidente rimbambito continua a mandare, facendo finta di credere che quelle sagome affusolate sono mortadelle provole e salami, questo, dicevo, apre, ma non gli occhi, di chi, prono, oscilla e risponde al rinculo pensando sia un colpo di vento.

AAA accompagnatrice offresi...AAAAAAAA Massaggiatrice esperta, per...membro stanche.

Hussein Haji Hassan, Hezbollino libanese, fu il primo che rispose all’annuncio, come oggi vorrebbe Ismail Haniyeh da Gaza: soddisfatto dall’avere trovato compagno di braccetto, il primo, ecco l’altro volersi compiacere d’eguale trattamento.
Maxbollah ha baffo intrigante, ha imparato l’inglese abbandonando il russo, s’è trovato a passare dal kolchoz alle fattorie americane, dalla Vodka alla Coca-Cola, dal salvagente a forma di paperetta alla barchetta, dagli spicci di bottega alla grana, dai sogni di gloria alla realtà di boria, da piazza di Spagna al si-global, dalle stalle alle stelle e strisce.

Hanno dato le chiavi della Ferrari al professorino, il baffino patentato alla scuola guida di Mosca, sulla ZIL...Zavod Imeni Lihacheva.
Uno dei vecchi, a spacciare il "nuovo che avanza", in monodose, ad uso personale;
direttamente dalla campagna, ad insegnarci che "Si può fare": il coltello si può fermare con il dialogo, la parola;
certo che il fiato esce meglio...dalla gola tagliata !

- «Bisogna coinvolgere Hamas nel dialogo per la pace in Medio Oriente».
Cazzo: quante cose si sarebbero evitate se si fosse fatto lo stesso, con la Mafia e le Brigate Rosse !
E poi andremo a fare pace con Hezbollah e i Talebani, con Bin Laden e con ogni pirletto di questo mondo che, visti i precedenti, sarebbe sicuro d’ottenere solo pestando i pugni, come al mercato del bestiame, dove "Chi vusa pusè la vaca l'è sua", ovvero "chi urla di più ottiene la proprietà della mucca".
"[...] se si vuole la pace bisogna coinvolgere Hamas. Non dimentichiamoci mai che vinse le elezioni".
Anche Hitler, se è per questo e, come lui, Hamas ha scritto il proprio Mein Kampf, uno statuto che riporta la ricetta di carne d’ebreo, sempre preparare rosolata al forno !

Maxbollah, ti prego non parlare: stai zitto e acqua in bocca, anzi, in...Gulag !


Io, secondo me...13.03.2008

martedì 11 marzo 2008

Sputo controvento

Tempo addietro fui involontario protagonista di una comica;
non che mi fossi proposto per il cinema, un posto di pagliaccio al circo o applicassi la mia personale filosofia, del "Meglio far ridere che piangere".

No: semplicemente ho fatto come quelli che, nella prima guerra mondiale, avevano lanciato gas venefici contro l’avversario, ritornati poi al mittente sull’onda di un venticello malandrino che, stanco di volteggiare per di là, tornò sui suoi passi e imbustò la nebulosa fetida, nauseabonda e ammorbante, nelle nari dello spargitore.

Avete presente i pestiferi ragnetti che assaltano in massa le belle rose, attaccandosi a quelle e ciucciando come assatanati fino a farle avvizzire e riducendole come mummie rinsecchite ?
Lo stesso successe al frutto della mia piantagione, e reagii come fossero masse talebane:
presi una bomboletta d’insetticida e nebulizzai, fino a sentire la poveretta che, esaurita, sbuffava, ansimava e boccheggiava per mancanza di fiato.
I ragnetti si erano fermati per un attimo, attenti come i tifosi allo stadio, in un momento che s’indovinava cruciale per le sorti della partita.
Giuro, ho avuto la sensazione di una risata corale di quelli, quando una brezza assassina mi tornò la nube tossica, che m’avvolse come una coperta.

Molti ricorderanno, nella fantascienza di Star Trek, i Klingon:
erano i principali antagonisti della Federazione dei Pianeti Uniti, caratteristici per avere una faccia raggrinzita, incartapecorita, con pustole, bitorzoli e rilievi, a mezzo tra le bolle, che si formano a pelo d’acqua quando questa è ad ebollizione, e la faccia butterata da numerosi crateri, come quella della luna.

Ecco: io ero così e pure spelacchiato, che neppure al Napalm era riuscito il ridurre boschi e foreste, nel Vietnam;
errori di valutazione, imprevisti del mestiere e scherzi del destino, come l’aver sputato controvento o il ritorno di fiamma, per l’uomo che soffia il fuoco negli spettacolini circensi e di piazza.

Vuoi vedere che Osama Bin Laden e Ayman al-Zawahiri sono prossimi a riavere indietro il tanto catarro, sputato in faccia al prossimo ?

L’inversione di tendenza sembra cominciare proprio dall’Iraq, dove la più oculata strategia del generale Petraeus sta riuscendo ad accattivarsi le simpatie dei potentati tribali locali, ormai stanchi e stomacati dalle tante crudeltà delle bande d’occupazione di Al Qaeda, specializzate ormai a sparare nel mucchio, ad uccidere più fratelli nella fede che infedeli.

In passato ebbi a dire che è il cammino lungo della Storia e non lo sgambettare della cronaca a definire il giusto e il no, il ben fatto o meno, il caso e la necessità, il valore e rumore della crescita dell’erba, piuttosto che lo scrocchio violento dell’albero che cade.
Non sarà il fiato corto dell’immediato a dar figura al futuro, ma la lenta macina, che ruota con pazienza nel masticare e rumine continuo, per digerire scorze e pellacce, anche se dure e coriacee.
Il terrorismo si batte con la calma della goccia, che cade e buca anche la pietra più dura: il tempo per erodere e maggiore di quello per martellare, ma ineluttabile, a non lasciare nulla più che polvere.
Impegnando il terrore sul posto, da dove trae forza e nutrimento, è come seccarne la fonte ed impedire di doverlo incalzare dallo zerbino di casa tua.
Di suo poi ci mette, per farsi schifare, che nessuno, alla fine, vuole essere pane per la sua masticazione.

I sacerdoti della morte, i becchini del prossimo, gli adoratori della carne decomposta, non possono durare, che alla fine ogni padre, ogni madre, sarà a preferire i propri figli consegnati al domani che scannati all’oggi.

Leggo, e voglio credere all’inversione di tendenza:
"[...] l’onda d’urto all’interno del mondo islamico sta cominciando a dirigersi minacciosamente contro al-Qaeda
[...] nel novembre del 2007, l’egiziano Sayyid Imam al-Sharif, una volta mentore di al-Zawahiri, sostenne che l’uso della violenza per rovesciare governi islamici è illegale da un punti di vista religioso e dannoso da un punto di vista pratico [...] suggerisce la creazione di una speciale corte islamica per processare Osama Bin Laden e Ayman al-Zawahiri, definendo gli attacchi dell’11 Settembre 2001 una catastrofe per tutti i musulmani".
Sharif pare sia una leggenda vivente del movimento jihadista globale, mica un quaraquaquà qualsiasi.
Ha lanciato una fatwa per proibire alla gioventù saudita di dedicarsi alla jihad in terra straniera;

Continuo a bearmi nella lettura, ad alta voce, delle parole di Sayyid Imam al-Sharif, sperando che non sia l’ennesimo buco nell’acqua:
"[...] quanto sangue è stato versato? Quanti innocenti, tra bambini, anziani, deboli e donne sono stati uccisi o resi senzatetto [...] la rovina di un popolo intero così come succede in Afghanistan e in Iraq non può fare felici i musulmani".

Segue una lunga disanima di cifre, dati e proiezioni, a provare quanto simpatie, appoggi e complicità siano andati a scemare, in proporzione al tempo e al sangue.
Gli iracheni continuano a rivoltarsi contro l’organizzazione di Bin Laden e lo stesso fa la maggior parte del mondo arabo e musulmano.

Speriamo non sia tutto fumo negli occhi, una..."Taqiya per il culo" ovvero, la nobile arte di simulazione e dissimulazione, ad uso e consumo di babbei come me;
altrimenti, analisti di mente fine, come Magdi Allam e Valentina Colombo, mi sveglieranno bruscamente:
sarebbe come togliermi dalle braccia di Nicole Kidman, prima d’aver raggiunto l’orgasmo narco-soporifero e ritrovarmi...nelle braccia di Morfeo !


Io, secondo me...11.03.2008

lunedì 10 marzo 2008

Stercopoli

I più fortunati arrivano alla fine del mese, ma non riescono a risparmiare un ghello:
saranno i prossimi predestinati alla "maledizione dei tre quarti", ovvero, l’avere il portafoglio in riserva prima ancora di aggrapparsi al salvagente dell’ultima settimana del mese, nel giorno di san Paganino, il 27, della busta paga.

Non che questo fosse risolutivo, ma aiuta a mantenere cucito addosso, attaccata come pezze nei pantaloni, la "signora speranza", ultima e disperata illusione che, in mezzo al guado, si tocchi, a non trovarsi con l’acqua alla gola, il sentirsi sprofondare e strapazzare nel gorgo della miseria e della disperazione !
La fiducia che possa domani andare meglio è essenziale, anzi, vitale: asfittici ma presenti battiti d’ottimismo, a dare forza, le ultime e consumate unghie con cui si graffia la depressione e ci si artiglia alla ciambella di salvataggio della dignità, alla fede nelle proprie forze e potenzialità, a mai dire "Mi arrendo, mi lascio morire qui", come quegli alpini durante la ritirata di Russia, che preferirono addormentarsi per sempre, stanchi di lottare, nella convinzione che tutto era ormai perduto.

La rassegnazione è la peggior arma che può mai veramente ucciderci: più che le bombe dei terroristi, i coltelli e le pistole dei rapinatori, la violenza di mandrie d’importazione, bestie a due zampe che percezione hanno pur’essi, ma che noi siamo ormai indifesi e pronti al macello.
Il salvaguardare la dignità, il rispetto di sè, è l’ultima barricata che si erge: il soffrire in silenzio l’umiliazione d’ogni giorno, lo stillicidio di sangue che costa ogni ora, l’incertezza che divora dal di dentro, che l’affondo può avvenire al minuto, magari da una lettera di licenziamento o della dismissione di quel mondo economico con cui hai sino al quel momento interagito e su cui si è galleggiato per tanto, costruendo un castello di carte su cui si erano accatastati sogni, il destino per noi e chi si ama, il futuro dei figli, le fondamenta per la propria continuità attraverso questi.

Tante sono le piaghe e le pieghe nascoste, dove tanti poveri disgraziati cercano ancora d’afferrare il miraggio del domani migliore, di un miracolo che forse verrà;
è solo questione di tenere duro, che prima o dopo anche la sfiga si stancherà di tenere la presa, e tutto rimarrà come un brutto sogno, il senso dell’incubo di una notte agitata, ma il ritrovare poi la piacevolezza nel ritornare alla normalità, felici di un bagno nella quotidiana, banale ma rassicurante normalità.
No, non sarà così: avremo in più il mal di testa della sbronza, unico valore aggiunto e tormento, nel vedere che l’angoscia era vera e che i sudori freddi era la stretta, che la notte e le tenebre andavano a dire che il loro regno sarebbe proseguito, anche all’apertura degli occhi.

L’eternità non apparterrà neppure al buio e, certo, ne usciremo, ma non tutti, e tanti saranno a terminare l’agonia nel rivedere la luce, come i prigionieri dei campi di concentramento, che morirono dopo la liberazione, l’ultima beffa di un destino carogna.
Altri rimarranno tra i fortunati, ma con l’anima dilaniata dalle ferite, che si porteranno nella tomba gli schiaffi e la vergogna che li prese.
Solo, mi auguro, che i rimanenti si ricordino e onorino gli onesti e i giusti che non ce l’hanno fatta, che si mettano in caccia: nelle strade, nelle piazze, negli angoli e negli anfratti, nelle ombre e dietro ogni nascondiglio, nelle aule e in palazzi del potere, su scranni, scaldini di tante chiappe onorevoli che, mentre la gente soffriva per loro incaute ed egoistiche scelte, erano a litigare sul come dividersene le spoglie.

Non pallottole, s’intende, ma sputi, tanti sputi: si cominci sin d’ora la salivazione, lo scatarramento, ad essere pronti a lavarli con quello, quando cadranno nella polvere, che devono subire identica privazione d’ogni rispetto umano; troppo male hanno fatto nel loro demenziale egoismo.

SI PUO' FARE !!

Alcuni se ne vanno - topi che sentono la nave affondare - grassi e paciosi dopo aver vuotato la dispensa:
- «Lascio la politica», ruttano i tromboni, dopo aver marcato con lo sterco.
Tanti sono i buchi che hanno lasciato d’aver certezza nel ritorno, quando rimesse le forme di formaggio.

E non sarà il nuovo che avanza, ma che DI NUOVO AVANZANO !!

Io, secondo me...10.03.2008

venerdì 7 marzo 2008

Panteganistan

Le pantegane, dalle fogne hanno trovato modo di fare un buco ed arrivare al formaggio.

"Gerusalemme, 6 marzo 2008: Otto persone - avevano quasi tutti meno di vent'anni - sono morte in un attentato, compiuto in una scuola rabbinica [...] l’autore dell'attacco è entrato nella biblioteca dell'istituto sparando in tutte le direzioni".
Si riconosce stile alla 'ndo cojo cojo, patrimonio genetico di bombardini, bombaroli e coglioRazzi.

Hezbollah rutta e peta:
- «L'attentato è stato compiuto dalle Brigate degli uomini liberi della Galilea, Martiri di Imad Mughniyeh e di Gaza»;
Mughniyeh era un "Caporatto" del branco, ucciso a Damasco con un'autobomba, il 12 febbraio scorso.
Tutto da dimostrare che a "Cessarlo" siano stati i servizi di Israele e non beghe tra parenti-serpenti: atto di cannibalismo, ma fertile "Defecatio" da scaricare nell’orticello del vicino e ottimo pretesto per fare a botte.

A Gaza, i locali cavernicoli hanno dato vita a manifestazioni di gioia, non appena si è diffusa la notizia dell'attacco, festeggiando l’atto eroico: l’accoppare nella biblioteca di una scuola !
Forse è una forma di rivalsa, della serie "Muoia Sansone con tutti i Filistei" a seppellire, dovunque e per tutti, quello di cui simil razza Panteganistan difetta e non ha mai avuto in dote: cultura, intelligenza, sapere e rispetto !
La razza topesca - che sia Hezbollah, Hamas, d’Iran o di Siria - ama fare il bagno nel sangue, come Poppea nel latte d’asina: probabilmente quello d’ebreo è pari, da fare bene la ( più che alla ) pelle.
L’hanno detto e declamato, e pure scritto, che non vogliono ne basta loro avere vicinato con gli ebreucci, se non quelli sotto e loro sopra la terra;
e non possono...metterci una pietra sopra, se non seppellendoli, che la pace li lascerebbe altrimenti disoccupati e incapaci a fare altro, che la guerra è unica specializzazione e arte che viene loro bene.
Le capacità di recupero per tanta ferraglia e rottame da battaglia è impossibile, tanto sono incancreniti nella propria ottusità;
sparisse pure Israele, sarebbero a scannarsi in casa, per poi cercare altri da macellare: questo è l’unico programma e ragione di...vita, inserito nel loro cortocircuitato reticolo di particelle elementari che, come i coglioni, sono affiatata coppia e bastano a far girare un motore che ormai batte solo...in testa !
Però, hanno un pregio: l’onestà;
non hanno mai nascosto fini e mire, scopi ed arrivo, tendenza e predisposizione: uccidere i diversi, quelli non unti nel sacro fango del Panteganistan.

Diverso discorso per i nostri, di ratti: roditori di suburbi e bordelli, mercati e mercanti della politica più limacciosa, territoriali e difensori di tana e cadreghino, alla cui difesa subordinano e sacrificano ogni cosa non ne dia garanzia.
Troppo facile e semplice invitare Ahmadinejad e il suo Iran a rinunciare al nucleare cercare d’imparare ed importare tecnica di raffinazione: ricchi di petrolio, potrebbero arrivare alla sua trasformazione in prodotto finale e lucrare da nababbi;
ma lo scopo è la bombetta atomica, a divenire egemoni nell’area non per andare le automobili, ma le autoclavi, per mescolare, impastare e sbattere l’atomo come per la salsa maionese, cercando di non fare "impazzire" quello come questa.
Il motorino d’avviamento deve innescare la prima scintilla, a far girare tutti i rotismi e gli ingranaggi perché combinino gli uni con gli altri, a portare l’intera macchinazione dove vogliono quei megalomani.
Israele e la sua architettura militare possono incastrare e castrare catene e ruote dentate e allora, per il lavoro di mano, si utilizzano manovali:
I sicari Hezbollah dal Libano e i braccianti di Hamas dalla striscia di Gaza, e via con il rapimento di soldati e missilerie di Katiuscia e Qassam contro lo stato ebraico.
Tutto questo serve per provocare, tastare il polso, prendere misure e distanze, a studiare l’avversario, le sue reazioni, le mosse, la tecnica, il fiato, la resistenza e la velocità di reazione: a calibrare su questi parametri lo scontro prossimo venturo.
Israele ne è cosciente e, intelligentemente, non mostra l’intero potenziale, lasciando ai cretinetti il fare i bauscia, ad illudere il moscerino di dar pensiero all’elefante.

Questi giochi, il gran disegno, mostra i palestinesi per quello che sono, nella scacchiera dei grandi giocatori:
pedine, scarabocchi, carne da cannone, questuanti, a cercare identità nei bidoni della spazzatura, nei resti lasciati cadere da tavole imbandite, per ospiti e festeggiamenti che li vedono come cani con la rogna.
Quando, stanchi di lanciar loro l’osso e farselo riportare, pure il loro padrone gli darà un calcio in culo e li sbatterà a ruolo, nel rispetto della disposizione della Lega Araba, ad "[...] evitare la dissoluzione della loro identità e proteggerne il diritto di ritorno": sì, nella cuccia !

In questo scenario facciamo import-export di nostri strateghi da tavolino, condottieri da poltrona, tattici da boccia di cristallo: pesciolini, rossi ovviamente, con visione delimitata da pareti deformate, deformanti, in perenne circolazione e circolo vizioso.
Hezbollah sputacchia razzi su Israele, a cavallo con la frontiera libanese: nessuno a cazziarli, a dire di smetterla;
reazione obbligata, azione contenuta e contenitiva, il minimo indispensabile.
- «Ghe pensi mi», ci penso io, dice lo spaccone di turno, il ministro degli esteri Massimo D’Alema, in quel 15 agosto 2006;
un nostro contingente è ora laggiù, a fare il salame tra due fette di tosti, mostrando targa e terga ai compagni di merende di Hussein Haji Hassan, l’Hezbollino amico e immortalato, fotografato e menato a braccetto dal baffino Maxbollah:
dietro e nascosti dalla linea di chiappe italiane i bombardatori si sono pesantemente riarmati, alla faccia delle truppe-scimmietta del contingente "Nonvedononsentononparlo".
Maxbollah ha lanciato un segnale: siamo bulli, siamo vigliacchi, spernacchiateci ma non spennacchiateci;
un’efficace copertura di difesa politica, alla ricerca del "Semo italiani, semo romani, volemose bene, nun menatece".

Dilettante.

- «Chi ha scritto che io sono andato a spasso a braccetto con Hezbollah a Beirut è un deficiente, prima ancora che un reazionario».

Questa frase il trombonbaffino la sputò avanti, stanco di essere rimbrottato per tanta leggerezza e mancanza di "equidistanza", sul piano del coinvolgimento, che un VERO ambasciatore deve guardarsi bene dal rispettare: è il vero biglietto da visita, che distingue il fine mediatore da un comune fighetto impomatato.

E rispondo pure alla distribuzione, data a "Urbi et Orbi", data dal pomposo bauscia:

- «Sì, io sarò Giuseppe Deficiente, qualcun altro Giovanni, Mario, Piero, Claudio...ma pensa a tè, che di nome fai - e sei - il MASSIMO !»

Dilettante: grazie a voi continueranno a ridere di noi, della politica, della nostra affidabilità, della sostanza del nostro belare e dell’inefficacia del blaterare, del fatto che possono continuare a rubare le uova, che polli come noi tanto non sapranno difendere !

Dilettanti,
che pure Hamas, nel suo piccolo, sta rifacendo stesso percorso: con questi cervelli di gallina ci fanno il brodo !

"La gente paga e rider vuole qua [...] ridi, Pagliaccio...e ognun applaudirà !".


Io, secondo me...07.03.2008

mercoledì 5 marzo 2008

High Te(a)ch

L’avevano visto, mentre grattava la corteccia dell’albero d’acacia:
sgrattt...sgrattt...ecco che la polverina cade per tutta la lunghezza dell’indice, che prontamente è portato sotto le narici e il cavernoso nasone comincia ad aspirare con voluttà l’essenza del pulviscolo nebulizzato;
- «Cribbio: sta prendendo fuoco !»
Un poco rintronato, ma non del tutto svanito, il vigoroso vecchietto si toglie la veste e comincia a sbatterla sulla fiammata, che ha investito il roveto, nel tentativo di soffocarne respiro.
- «Ohe, ma la pianti di passare e sbattere lo straccetto, che mica devo togliere la polvere dalla faccia !»
Percosso da brivido, un piccolo fremito di meraviglia misto a spavento, il canuto sbotta in un’esclamazione di meraviglia:
- «Ussignur ! Un cespuglio che parla ?!»
Dirimpetto, dal profondo dell’arbusto abbrustolito, una voce tombale e cavernosa sbotta:
- «Bravo, mi hai riconosciuto: sono proprio io, il Signore; Dai, che c’ho da fare: prendi martello e scalpello, un paio di sassi spianati formato A4 e vai sul Sinai, che ti devo dettare qualche appunto».
E fu così che il buon Mosè cominciò la sua arrampicata - anticipando Mike Bongiorno, che alla polvere d’acacia preferì la grappa - e dalle canne trasse dieci comandamenti ( che gli altri, si dice, gli siano caduti in frantumi ), che ogni bastian contrario è stato felice disattendere e disobbedire, trovando miglior godimento e orgasmo nel loro esatto contrario.

Anche al buon Benny Shannon, psicologo israeliano, sembra piacere il giocare con il fuoco, che non ha visto il roveto ardere, ma qualcuno potrebbe essere tentato a vederlo avvampare, e non di vergogna;

"Il profeta Mosè si trovava sotto l'effetto di droghe, quando ricevette i Dieci Comandamenti, avendo assunto sostanze allucinogene", come quelle ricavabili dalla corteccia di quella pianta tanto nominata nella Bibbia, l’acacia, appunto.
Anche il Benny sembra fumato, e continua nel giro di coltello, nella piaga:
"[...] non si trattò di un evento sovrannaturale: le visioni erano dovute a droghe, simili a quelle usate dagli sciamani e stregoni indigeni".
Viene da chiedersi se l’articolo l’abbia scritto dopo la confessione:
"[...] anch'io ho avuto delle visioni, che avevano significati religiosi e spirituali, dopo aver testato il miscuglio, estratto dalla corteccia dell'albero d’acacia".
Mi piace - e non è mai stato un segreto - la gente, il popolo di Israele: il Benny l’hanno preso, gli hanno dato qualche scappellotto canzonatorio - con quel tipico e meraviglioso e raffinato umorismo, che solo loro sanno fare - e c’hanno scherzato sopra.

Perché questa è la democrazia, e Israele è uno stato democratico, dove ognuno può dire quel che vuole, castronate comprese ( io, da questa parte, ne sono esempio ), senza che la testa sia scalzata dal resto del corpo.
Ora, anche l’Arcangelo Gabriele, si mormora, dettò qualcosa a qualcuno, e questi poi ne ha tratto un best-seller che...scusate, mi fermo qui: mi sembra di vedere indicazione di un pollice che sciabola sotto la gola e non ho capito se mi consigliano di...darci un taglio, che c’è chi ride da sotto il naso e chi il sorriso te lo apre dal pomo d’Adamo.
...
Bella gente, proprio, i figli di David.
Disfunzioni cardiache: diagnosi di malattie in soli 90 secondi. La ditta CardioMeter Ltd., con sede a Tel Aviv, ha sviluppato una nuova apparecchiatura che permette anche la stima del rischio d'infarto per il paziente, aiutandolo a scoprire sofferenze e ostruzioni di vasi sanguigni e la necessità di un intervento urgente. Lo strumento è stato provato in Israele dal dottor David Brosh, nel reparto di cardiologia del centro medico Rabin".
L’aggeggio è democratico ed "equivicino": salva chiunque, indipendentemente se è di Hamas o Hezbollah, terrorista ed assassino, girotondino, comunista, Vattimo o Diliberto;
Un altro regalo di Israele fatto...con il cuore.
...
Bella gente, proprio, i figli di David.
"V’insegniamo come trasformare una discarica in parco pubblico".
No, non l’ha detto Bassolino, la Iervolino o il Pecoraro, lo Scanio, detto Alfonso ma, la mondezza che la triade ha lasciato a Napoli, l’hanno vista in mondovisione:
L’affare l’hanno...subodorato, a Tel Aviv e dintorni: Israele applica l'high tech allo smaltimento dei rifiuti.
"Ci prepariamo a sbarcare in Italia, il mercato più interessante del momento, a Napoli ci pensiamo noi", dice Yaron Adler, fondatore presidente di Arrow Ecology&Engineering Overseas, una delle società di riciclaggio di Hiriya, l'ex gigantesca discarica del Gush Dan.
Hiriya si estende su 450.000 metri quadrati per 60 metri d’altezza, 16 milioni di metri cubi d’immondizia: riceve 2700 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno e si ricicla tutto, plastica, legno, metalli, umido".
Cazzo, anche quelli riescono a trasformare la merda in oro: solo a noi riesce di passare dal secondo alla prima !

Bella gente, proprio, i figli di David, che insegnano e offrono High Te(a)ch.


Io, secondo me...05.03.2008

martedì 4 marzo 2008

Hamasbollah

Ecco Hamasbollah in Iranistan.

Li tengono, li stipano e li sopportano come i napoletani fanno per l’immondizia: turandosi il naso e aspettando il giorno in cui se ne andranno, che nessuno ha voglia che tanto fetore e scarto si mischi e contamini di proprio, passando oltre la soglia di casa.
Non buoni da riciclare, sono ottimi da buttare nel giardino di quel vicino, che è l’eterno antipatico, ad un tiro di schioppo e di sputo da sempre.

Da Mar Elias a Burj Barainej, da Dikwaneh a Dbayeh, per citarne quattro, solo attorno a Beirut, seguiti da altri otto nel resto del territorio, come in Giordania e in Siria e così via: sono centri di raccolta dei profughi palestinesi;
sono i campi "stabili", mentre altri sono "ospitati" da Arabia Saudita, Kuwait, Iraq, Libia, Algeria e Tunisia.

Queste schiumarole hanno cominciato a riempirsi dopo le guerre del 1948 e nel 1967, tentativi abortiti da alcuni paesi arabi in cerca di facile vittoria e massacri, tornati poi, sconfitti, mazziati e cornuti.
I palestinesi divennero ostaggi per facile alibi, a nascondere mire e megalomani idee d’espansione trasformando e sventolando i loro stracci come fosse bandiera da piantare su una terra, che potrebbe essere contesa solo dalle pecore che vi facevano pascolare, e non da quelli che le menavano.

Quanto è importante la sorte di questi, si capisce dal muro d’ipocrisia, eretto per contenere in tante discariche quelli che non si reputano degni d’essere accettati e diluiti nel tessuto sociale proprio:
esiste una disposizione della Lega Araba che si prefigge di "[...] evitare la dissoluzione della loro identità e proteggerne il diritto di ritorno in patria".
La nobile razza "araboariana" non vuole commistioni di sangue con costoro, paria e figli di una casta minore, e i paletti per stendere la rete del pollaio sono solo ad "[...] evitare la dissoluzione dell’identità", ma quella delle aquile, qualora i polli trovassero profanatrice e sacrilego incrocio con quella nobiltà.
Nessuno ha voglia o propone assimilazione, a riconoscerne meriti e selezionare il meglio, da innestare nel proprio sociale:
nessun diritto civile e sociale: nemmeno a parlare di cittadinanza o naturalizzazione e men che meno inserimento nel sistema sanitario nazionale o nelle scuole statali;
settantatre categorie di mestieri interdetti: da medicina a legge o ingegneria.
Solo pesce...pesce che ormai puzza !

Il "ritorno in patria" delle cicale è ovviamente da farsi sulla testa e terra arricchita da un popolo di formiche operose, l’unico ad avere interesse ad una soluzione pacifica e di spartizione con questi appestati e isolati da fratelli serpenti: solo Israele cerca veramente la pace in terra, che gli altri, per le proprie mire d’egemonia in quello scacchiere, la pace eterna la vogliono sì, ma per l’unica gente che può ostacolarne i pazzi sogni di riprendere una gloria guerriera interrotta, dopo secoli di conquiste, con poche ma sonore e risolutive sconfitte, che ne hanno afflosciato petti ed attributi, ma ora palle e palloni ritornano a gonfiarsi.

I palestinesi servono loro come la baionetta da infilare sul fucile, che basti che ammazzi e, il poter anche affettare il pane è utile, ma fattore secondario e non essenziale.
Tenute le debite distanze e messo nero su bianco le regole, eccoli riempiti di soldi e tutto quanto può servire alla battaglia: gli si compra la spada, non la zappa.
Abituati a vivere d’elemosina e a pensare attraverso la canna del fucile - unico cunicolo da cui intravedono la luce - e addestrati sin da piccoli all’odio, questi cani di Pavlov reagiscono solo allo stimolo del rumore dello schioppo, per dopo prendere lo zuccherino.
Quelli che avevano avuto sprazzi di lucidità e cercato di tornare indietro, invece che continuare a battere contro il muro di una strada chiusa, sono stati castigati e scacciati con i fondelli sforacchiati, a lasciare solo la razza guerriera e sicariota.

Gli hanno lasciato Gaza, la prova del nove per vedere se i conti potevano quadrare: sono tornati i tonti e, tolti i netti, sono rimaste le tare !

Rapimento di soldati israeliani, scaramucce e continui lanci di razzi, appoggiati sopra alla spianata di serre e infrastrutture, lasciate intatte dal ritiro VOLUTO - e non dovuto - dei figli di Davide: il barbone continua a preferire vita di comoda elemosina piuttosto che di sudato impegno e lavoro, ma forse questo è il meglio che sanno produrre.

Ai caserecci razzi Qassam si sono aggiunte altre armi, dopo la "spesa" fatta in Egitto quando, abbattuto il muro di confine sono sciamati di là, riportando indietro, oltre a televisori, radio, cibarie, altri beni di consumo: i missili Grad, di fabbricazione e provenienza iraniana.
Hamas copia Hezbollah, in simpatia complice: "Il nemico del mio nemico è mio amico";
ecco il sistema arabizzato, scatole cinesi e Matrioska russe, dove una cosa contiene l’altra in una copia continua e infinita di una stessa immagine, ma su scale e dimensioni diverse: in alto sta il ComuNazIslam, che contiene HamasBollah, contenuto in...che contiene...

I passaggi portano a scoprire nuovi universi, una volta paralleli ma ora che si toccano, destinati poi a convergere negli obiettivi: tolto l’incomodo, saranno poi a spararsi tra loro, che sarà uno solo a restare in piedi, che di galli in pollaio ce ne deve stare uno solo.

Apriamo una Matrioska, una delle scatole cinesi, una collezione in grandezza crescente, inserite l'una nell'altra in sequenza;
Imad Mugniyah, terrorista e assassino di profesione, salta per aria in Libano, ed Hezbollah punta il dito e minaccia Israele, accusando quello di aver calpestato lo stronzo, che il movimento di quel corpo è uso spandere nel suo camminare.

Il generale Muhammad Ali Jafari, comandante delle Guardie Rivoluzionarie iraniane, sbotta con un
«[...] in un futuro prossimo assisteremo alla distruzione di quella crescita cancerosa che è Israele [...] spazzato via dalla carta geografica per opera di Hezbollah».
Sulla scacchiera si sposta la pedina: Hezbollah muove; il re, Ahmadinejad prepara l’arrocco atomico, al riparo dalle minacce dei pezzi avversari: muovi i piccoli per spazzare il campo e far posto ai pezzi da novanta che seguiranno.
Ecco sparire dalla scena i pezzi minori, i protagonisti storici del conflitto, gli stati arabi, i movimenti nazionalisti e gli stessi palestinesi, semplici pezzi, classici e sacrificabili schegge, per schemi d’apertura scacchistica, dove già si conosce la fine che faranno, in una strategia che li usa in tattica suicida, dove il fine giustifica i mezzi.
La guerra fra musulmani ed ebrei è solo ricerca di un pretesto plausibile per cominciare una partita più articolata e complessa, che il dare soddisfazione a semplici pastori di capre in cerca di pascoli.
Gli iraniani, i siriani e Hezbollah non permetteranno a nessuno, che non siano fantocci, di intralciare piani ben più importanti della rivendicazione di quattro gatti palestinesi, che avrebbero futuro proprio nell’accordarsi con gli "sporchi ebrei" e non con fratelli, sì, ma serpenti e cannibali.
Iran in primo piano e Siria in sotto e subordine, sono i veri mattatori, quelli che usano la zanzara palestinese per dar fastidio, ma pronti a schiacciarla subito quando non più utile alla causa.

La loro, ovviamente, che dei "poveri" palestinesi e della loro causa frega un cazzo;
la "carta" palestinese è usata come uno strumento al servizio di Teheran: nel...gabinetto di guerra !


Io, secondo me...04.03.2008