Le pantegane, dalle fogne hanno trovato modo di fare un buco ed arrivare al formaggio.
"Gerusalemme, 6 marzo 2008: Otto persone - avevano quasi tutti meno di vent'anni - sono morte in un attentato, compiuto in una scuola rabbinica [...] l’autore dell'attacco è entrato nella biblioteca dell'istituto sparando in tutte le direzioni".
Si riconosce stile alla 'ndo cojo cojo, patrimonio genetico di bombardini, bombaroli e coglioRazzi.
Hezbollah rutta e peta:
- «L'attentato è stato compiuto dalle Brigate degli uomini liberi della Galilea, Martiri di Imad Mughniyeh e di Gaza»;
Mughniyeh era un "Caporatto" del branco, ucciso a Damasco con un'autobomba, il 12 febbraio scorso.
Tutto da dimostrare che a "Cessarlo" siano stati i servizi di Israele e non beghe tra parenti-serpenti: atto di cannibalismo, ma fertile "Defecatio" da scaricare nell’orticello del vicino e ottimo pretesto per fare a botte.
A Gaza, i locali cavernicoli hanno dato vita a manifestazioni di gioia, non appena si è diffusa la notizia dell'attacco, festeggiando l’atto eroico: l’accoppare nella biblioteca di una scuola !
Forse è una forma di rivalsa, della serie "Muoia Sansone con tutti i Filistei" a seppellire, dovunque e per tutti, quello di cui simil razza Panteganistan difetta e non ha mai avuto in dote: cultura, intelligenza, sapere e rispetto !
La razza topesca - che sia Hezbollah, Hamas, d’Iran o di Siria - ama fare il bagno nel sangue, come Poppea nel latte d’asina: probabilmente quello d’ebreo è pari, da fare bene la ( più che alla ) pelle.
L’hanno detto e declamato, e pure scritto, che non vogliono ne basta loro avere vicinato con gli ebreucci, se non quelli sotto e loro sopra la terra;
e non possono...metterci una pietra sopra, se non seppellendoli, che la pace li lascerebbe altrimenti disoccupati e incapaci a fare altro, che la guerra è unica specializzazione e arte che viene loro bene.
Le capacità di recupero per tanta ferraglia e rottame da battaglia è impossibile, tanto sono incancreniti nella propria ottusità;
sparisse pure Israele, sarebbero a scannarsi in casa, per poi cercare altri da macellare: questo è l’unico programma e ragione di...vita, inserito nel loro cortocircuitato reticolo di particelle elementari che, come i coglioni, sono affiatata coppia e bastano a far girare un motore che ormai batte solo...in testa !
Però, hanno un pregio: l’onestà;
non hanno mai nascosto fini e mire, scopi ed arrivo, tendenza e predisposizione: uccidere i diversi, quelli non unti nel sacro fango del Panteganistan.
Diverso discorso per i nostri, di ratti: roditori di suburbi e bordelli, mercati e mercanti della politica più limacciosa, territoriali e difensori di tana e cadreghino, alla cui difesa subordinano e sacrificano ogni cosa non ne dia garanzia.
Troppo facile e semplice invitare Ahmadinejad e il suo Iran a rinunciare al nucleare cercare d’imparare ed importare tecnica di raffinazione: ricchi di petrolio, potrebbero arrivare alla sua trasformazione in prodotto finale e lucrare da nababbi;
ma lo scopo è la bombetta atomica, a divenire egemoni nell’area non per andare le automobili, ma le autoclavi, per mescolare, impastare e sbattere l’atomo come per la salsa maionese, cercando di non fare "impazzire" quello come questa.
Il motorino d’avviamento deve innescare la prima scintilla, a far girare tutti i rotismi e gli ingranaggi perché combinino gli uni con gli altri, a portare l’intera macchinazione dove vogliono quei megalomani.
Israele e la sua architettura militare possono incastrare e castrare catene e ruote dentate e allora, per il lavoro di mano, si utilizzano manovali:
I sicari Hezbollah dal Libano e i braccianti di Hamas dalla striscia di Gaza, e via con il rapimento di soldati e missilerie di Katiuscia e Qassam contro lo stato ebraico.
Tutto questo serve per provocare, tastare il polso, prendere misure e distanze, a studiare l’avversario, le sue reazioni, le mosse, la tecnica, il fiato, la resistenza e la velocità di reazione: a calibrare su questi parametri lo scontro prossimo venturo.
Israele ne è cosciente e, intelligentemente, non mostra l’intero potenziale, lasciando ai cretinetti il fare i bauscia, ad illudere il moscerino di dar pensiero all’elefante.
Questi giochi, il gran disegno, mostra i palestinesi per quello che sono, nella scacchiera dei grandi giocatori:
pedine, scarabocchi, carne da cannone, questuanti, a cercare identità nei bidoni della spazzatura, nei resti lasciati cadere da tavole imbandite, per ospiti e festeggiamenti che li vedono come cani con la rogna.
Quando, stanchi di lanciar loro l’osso e farselo riportare, pure il loro padrone gli darà un calcio in culo e li sbatterà a ruolo, nel rispetto della disposizione della Lega Araba, ad "[...] evitare la dissoluzione della loro identità e proteggerne il diritto di ritorno": sì, nella cuccia !
In questo scenario facciamo import-export di nostri strateghi da tavolino, condottieri da poltrona, tattici da boccia di cristallo: pesciolini, rossi ovviamente, con visione delimitata da pareti deformate, deformanti, in perenne circolazione e circolo vizioso.
Hezbollah sputacchia razzi su Israele, a cavallo con la frontiera libanese: nessuno a cazziarli, a dire di smetterla;
reazione obbligata, azione contenuta e contenitiva, il minimo indispensabile.
- «Ghe pensi mi», ci penso io, dice lo spaccone di turno, il ministro degli esteri Massimo D’Alema, in quel 15 agosto 2006;
un nostro contingente è ora laggiù, a fare il salame tra due fette di tosti, mostrando targa e terga ai compagni di merende di Hussein Haji Hassan, l’Hezbollino amico e immortalato, fotografato e menato a braccetto dal baffino Maxbollah:
dietro e nascosti dalla linea di chiappe italiane i bombardatori si sono pesantemente riarmati, alla faccia delle truppe-scimmietta del contingente "Nonvedononsentononparlo".
Maxbollah ha lanciato un segnale: siamo bulli, siamo vigliacchi, spernacchiateci ma non spennacchiateci;
un’efficace copertura di difesa politica, alla ricerca del "Semo italiani, semo romani, volemose bene, nun menatece".
Dilettante.
- «Chi ha scritto che io sono andato a spasso a braccetto con Hezbollah a Beirut è un deficiente, prima ancora che un reazionario».
Questa frase il trombonbaffino la sputò avanti, stanco di essere rimbrottato per tanta leggerezza e mancanza di "equidistanza", sul piano del coinvolgimento, che un VERO ambasciatore deve guardarsi bene dal rispettare: è il vero biglietto da visita, che distingue il fine mediatore da un comune fighetto impomatato.
E rispondo pure alla distribuzione, data a "Urbi et Orbi", data dal pomposo bauscia:
- «Sì, io sarò Giuseppe Deficiente, qualcun altro Giovanni, Mario, Piero, Claudio...ma pensa a tè, che di nome fai - e sei - il MASSIMO !»
Dilettante: grazie a voi continueranno a ridere di noi, della politica, della nostra affidabilità, della sostanza del nostro belare e dell’inefficacia del blaterare, del fatto che possono continuare a rubare le uova, che polli come noi tanto non sapranno difendere !
Dilettanti,
che pure Hamas, nel suo piccolo, sta rifacendo stesso percorso: con questi cervelli di gallina ci fanno il brodo !
"La gente paga e rider vuole qua [...] ridi, Pagliaccio...e ognun applaudirà !".
Io, secondo me...07.03.2008
venerdì 7 marzo 2008
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