lunedì 17 marzo 2008

Quaraquaquà

Da "Il giorno della civetta" di Leonardo Sciascia, dove don Mariano, il Padrino, parla di suo:

- «L'umanità [...] la divido in cinque categorie:

gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i pigliainculo e i quaquaraquà.
Pochissimi i primi e pochi i secondi;
gli ominicchi [...] sono scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi, i pigliainculo sono un esercito mentre i quaquaraquà dovrebbero vivere con le anatre nelle pozzanghere...»

Che la pensano come don Mariano e che guardano il mondo dall’alto in basso, sulla catasta delle armi, ce ne sono parecchi: da Bin Laden ad Ahmadinejad, dalla cricca Hezbollah alla marmaglia dei bambascioni di Hamas, dalle croste talebane ai dittatorelli che spuntano qua e là, forando la terra con craniota cappella fungaiola.
Giusto per capirci: nessuno di noi, nel camminare, pone attenzione se lo scarpone spiattella una formica;
pari a queste siamo, per "i mariani", ovvero, solo i titoli di coda della famosa lista: "pigliatori" e paperelle, contro di cui si possono affondare i colpi e sparare, come nella caccia.

Hussein Haji Hassan dal Libano e Ismail Haniyeh da Gaza, ad esempio, sono abili cacciatori di paperi;
il segreto della loro fortunata pesca di boccaloni e selvaggina di penna.
Le chiamate e la pastura, strumenti "equivicini", ottimi per l’abboccata, richiami più da polli che per allodole, fischioni e quaraquaquà con i baffini per pennuti a carne bianca, granaglie per pollastri e pastone di palle per bocche da amo.
Agli Hussein e agli Ismail basta un derivato, per catturare stormi interi d’oche, evoluzioni del capostipite Occhetto, taglia Max, anzi...Massimo, che sguazza in uno stagno, sulla barchetta a vela e gioca a fare l’Orazio Nelson, con cui però ha solo una somiglianza: quello era orbo da un occhio, mentre il nostro è cieco da entrambi;
non per nulla gli Hezbollah, in Libano, si sono riarmati fino ai denti, mentre i nostri davano di spalle ( Ah, la verità della terza voce in lista ! ), fischiettando in direzione d’Israele e tappandosi occhi, bocca e orecchie, nel vedo-e-non-vedo, professar verbo a pesce e ignorar rumore di cingoli e ferraglia che gli passava a tergo.
Dio, che meraviglia, quando li ha mandati allo sbaraglio - ops ! Scusate - volevo dire, allo sbarco:
sembrava quello in Normandia, con i pennacchioni sull’elmetto e il bandierone tricolore, che pareva un lenzuolo doppia piazza;
e suoni mediatici e trionfali: rulli di tamburi, trombe, trombette, tromboni e loro, i ragazzi, i...trombati, che pareva di vedere la legione che avanzava al suono di buccine, antichi strumenti a fiato a tubo di bronzo ricurvo, labari, fasci e aquile romane, quando l'esercito romano, guidato da Publio Quintilio Varo, andò tronfio e trionfante a farsi scarnificare, nell’oscura selva germanica di Teutoburgo.
Essendo marinaretto d’acqua dolce, anche il nostro e andato al...Varo, riempiendo barchette di militi che, al suo richiamo, sono stati ammassati e scaricati nel laghetto delle paperette, pronti per essere impallinati.
Ora, per favore, ora non chiedetemi se Maxbollah e Kompagni di merende sono quaraquaquà, sulla scala mariana, cosa siamo noi:
andate indietro di un passo, sulla lista e...stringete i denti !

Non che l’Eurabia vada meglio.
L’Arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, massima autorità della Chiesa Anglicana, ha sancito come inevitabile l’inserimento d’alcuni elementi della Sharia all’interno dell’ordinamento giuridico Britannico e la Turchia gli si accoda nella rassegnazione dell’agnello, minando un simbolo della laicità accettando il ritorno del velo nei luoghi pubblici, che non è cosa da poco: una diga cade sempre partendo da piccoli fenomeni erosivi.
Mentre da una parte si ritorna alle radici arcaiche, noi siamo a strapparcele da sotto i piedi, rinnegando il provenire da quelle cristiane.
Quale identità saremo a trasmettere, quale patente a mostrare, quale Storia a contrapporre, quale personalità a far rispettare ?
Eravamo uomini, grazie ai padri, mezzi uomini, alla riscossione dell’eredità, ed ora, a...prendere, senza poter scegliere di lasciare, a starnazzare, nella vaschetta dei quaraquaquà, nascondendo incapacità dietro falso buonismo e impotente tolleranza.
C’hanno tolto il tappo e siamo a girare nel vortice, nello scarico del sifone, dove buttiamo idee, valori, identità, cultura, libertà, fede e tanto altro, nel tentativo di andare a fondo il più tardi possibile.
Chi mai è disposto a dar credito a "pigliainculo" e "quaraquaquà" ?
Senza riferimenti siamo persi che, se tutto è relativo e dipende dal punto di vista dell’osservatore, bisogna pure triangolare per ottenere un punto, altrimenti ogni navigatore non traccerà, ma sarà in rotta !
No, non è neppure uno scontro di civiltà o di culture: non abbiamo più né l’una né l’altra, non siamo né carne né pesce ma, di questo, ci rimane la puzza !

La prova del nove l’abbiamo con la Cina: zero diritti civili, esecuzioni a iosa, aborti da schifio, botte e galera per i nostri sacerdoti e fede, sfruttamento dei minori, nubi tossiche da inquinamento e fiumi merdoliquidi, con merci alimentari trattati a schifezze, giocattoli, abiti, scarpe, ninnoli e cianfrusaglie a basso costo, avvelenate da tinte e vernici tossiche, e mi fermo qui, che non è poco.
Ultima della serie: la verginità, ricucita con il fil di ferro, che tutto deve sembrare immacolato;
in vista delle Olimpiadi, nei luoghi della tenzone, via al massacro di cani e gatti, che fanno brutta specie e, con eguale logica, nel Tibet, OCCUPATO e COLONIZZATO, via i monaci, equiparati alla sfortunata classe dei miciomicio-baubau.

E, messi proni i quaraquaquà, gli altri sbancano e fanno partita: scopa, carte, ori, settebello, primiera e napola !
Più che una partita a scopa, è una scopata, per quelli della terza voce in lista don Mariano !


Io, secondo me...17.03.2008

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