domenica 18 aprile 2010

Babiebrei e Tarcigay

Il poveretto rischia di scivolare in casa, sulla bava del diavolo.

Benedetto XVI è un cervello fino, una mente raffinata, che ha sia l'arte che la parte, ma non il "Phisique Du Role", ovvero il fisico, per il ruolo che ha da interpretare: il rappresentante e continuatore dell'opera di Pietro e dell'evangelo di Gesù;
nell'era dell'immagine, dove la confezione la fa da padrone sulla sostanza, non conta quel che sei, ma ciò che sembri o riesci a far credere d'essere.
Come se a me, tondo, pelato, naso a pinna di pescecane, con maniglie dell'amore e pancetta, dessero il copione d'amatore di, che so...Nicole Kidman;
al di la di dote e dotazione, un mondo che vede con la pancia e l'indice di gradimento al piano di sotto, giudicherebbe "falso" un simile connubio.
"L'occhio vuole la sua parte", recita un vecchio proverbio.
Da parte mia, potrei nascondere le vergogne dietro un rapporto clandestino, con la Nicole, defilato dalla luce dei riflettori.
Benedetto, no: lui fa parte di un disegno fuori - anzi, sopra le righe - frutto della matita di Dio, che crea e scrive usando geroglifici e pittogrammi a noi sconosciuti.
Benedetto è lì, nel lume del proiettore, perché deve essere: punto e basta.
Il volgo - e il volgare - dei grandi fratelli, isole dei famosi, fattorie, talpe e via andare, abituato ad origliare dai buchi delle serrature finti "reality", usi a masticar crosta piuttosto che cercare la polpa, l'osso più che il midollo, giudica ormai per "effetti speciali".
Ciò che non si vede, non esiste, non c'è.
Il primato è dell'occhio, sul cervello e la compagna ragione.
Tanti personaggi, tanti accadimenti, sono costruiti - e cancellati - a tavolino, spesso per un volo d'Effimera.
La macina mediatica frantuma e digerisce tutto con una voracità e velocità incredibile;
ingoia senza masticare, ingurgita senza gustare.
Vive per mangiare e non mangia per vivere.
La società d'oggi è fatta di celluloide e cartapesta.
Benedetto si trova come fu Paolo VI: successore, l'uno e l'altro, di un Papa carismatico.
Papa Giovanni Paolo II è stato - ed è - per Benedetto, la bestia nera, nel senso che invece, il "Phisique Du Role" ce l'aveva, tanto da essere presente ed invadente anche ora, da morto;
è stato un grande, non c'è che dire; ma anche un eccellente comunicatore.
- «Se mi sbaglio mi corrigerete!»
Con quest'esordio, errando comunemente, come noi, in basso, catturò immediatamente le folle, le legò a sè per sempre, le incantò e le stregò.
Il Vicario di Cristo, da subito tra gli uomini, che lo riconobbero del loro, accogliendolo nel branco.
Fece tanto e lo fece bene, risultando originale anche con logora recita e sceneggiatura: quella di accarezzare e prendere in braccio i bambini.
Oggi, guai lo facesse Benedetto: pare che la pedofilia delle tonache sia nata e cresciuta sotto di lui, a cui si ascrive ogni responsabilità per supposta omertà.
Eppure, nessuno si sognerebbe di gettare altrettanta colpa per chi, venuto prima, nessuna pulizia di fino e arieggio d'aria viziata fece.
Ma, si vuol mettere quello: aitante, sportivo, sorridente, ironico, benevolo pure quando bacchettava, serio e non serioso e via andare, ad appiccicar santini per completare la raccolta punti del - meritato - "Santo subito! ".
Benedetto è condannato a fare la parte di Cyrano de Bergerac;
spadaccino e poeta, ma dal gran nasone, era innamorato perdutamente delle bella Rossana, tanto da esser ombra che suggeriva al fatuo e belloccio Cristiano de Nevillette;
per lui - ovviamente - spasimava la fanciulla.
Ecco: questo Papa, seppur di naso per le cose ne ha, funzionerebbe con la controfigura del Cristiano sì, ma quello di Edmond Rostand che, anche con il cervello vuoto, basterebbe parlasse in playback, ossia muovendo le labbra in sincrono con il dettato del...Benedetto Cyrano.
Allora ecco sparire il duro accento teutonico, il gutturale e crucco tedesco, simile ai comandi legnosi e secchi dei comandi degli addestratori di cani, così come quella figura rigida, che pare congelata nel ghiaccio.
Joseph, sei sfortunato: gli occhi ti giudicano, non la raffinata arte dell'intelligenza applicata.
Eppure...eppure fai paura, che la tanta acredine e rabbia con cui ti si attacca è solo prerogativa di chi è osso duro, nemico acerrimo e pericoloso, l'Acqua Santa per il diavolo, e chi ti studia con la ragione conosce quanto sei pericoloso per gli sniffatori di polvere di zolfo, che hanno il Demonio per pusher!
E il malefico, caro Joseph, te l'ha giurata, sputando sui pavimenti di casa San Pietro, per farti slittare su quel catarro.
Per farlo, usa la malafede o la scarsa avvedutezza dei tuoi, che spandono la sua farina.
Due di questi mugnai sono Babiebrei e Tarcigay, scesi in campo per cercare di annacquare la mala pianta della pedofilia tra i preti, cercando di incolpare altri e altro per quel che è invece solo marcio di frutta di stesso paniere.
Monsignor Giacomo Babini, ottantaduenne vescovo emerito di Grosseto:
- «[...] è un attacco sionista, vista la potenza e la raffinatezza: loro non vogliono la Chiesa [...] non crediate che Hitler fosse solo pazzo. La verità è che il furore criminale nazista si scatenò per gli eccessi e le malversazioni economiche degli ebrei che strozzarono l'economia tedesca!»
A tanta bassa e rozza castroneria, s'accoppia subito un'altra coglionata, questa invece del cardinale Tarcisio Bertone, numero due del Vaticano:
- «Numerosi psichiatri e psicologi hanno dimostrato che non esiste relazione tra celibato e pedofilia, ma molti altri - e mi è stato confermato anche recentemente - hanno dimostrato che esiste un legame tra omosessualità e pedofilia. Questa è la verità e là sta il problema.»
Ecco fatto: i numerosi scandali di pedofilia, che hanno scosso la Chiesa cattolica, sono legati agli ebrei e all'omosessualità, non al celibato dei preti.
E già: quelli, al massimo, vanno a...manetta.

Babiebrei e Tarcigay hanno sboccato sul pavimento;
attento Benedetto, a non passarci sopra, altrimenti vai a gambe all'aria!


Io, secondo me...15.04.2010