sabato 24 aprile 2010

Trota salmonata

La trota vuole fare il salmone, imitandolo nel salto controcorrente.
Peccato che "Trota" Renzo Bossi non abbia preso nulla dal padre, anche se cerca di accreditarsi e dimostrarsi degno di tanto vigoroso saltimbanco del Po, dalla cui polla sorgiva sgorga il simbolico zampillo del pisello "Celoduro Padano".
Povero pesciotto, declassato da trota a delfino proprio per sentenza di genitore;
neppure l'Umberto ebbe coraggio di confermare il detto che vuole sia sempre bello 'o scarrafone, per chi lo ha generato.
Renzo, poareto, neppure l'ha superata, la prova scarafaggio: bocciato, come per tanti esami scolastici.
Non essendo nato per le perigliose ascese delle correnti politiche, papà Umby ha pensato di porre l'avannotto nel senso del deflusso, con il vento in poppa, insomma.
Se non è fatto per le rapide, almeno in boccia di vetro: in quel di Brescia, incoronato Consigliere, sulla bambagiosa poltroncina di consiglio regionale.
Visto il vuoto che sta dietro al Renzo, che nulla in dote porta agli elettori per meriti acquisiti, fuor di dubbio è che il blasone porta rendita, ed essere un Bossi, in tempi non più di bassa...Lega, porta benefici.
Unica attenzione che si chiede, a questi baciati dalla fortuna, è che abbiano l'accortezza di "tirare a campare": vivi e lascia vivere, e goditi il privilegio d'appartenenza a classe privilegiata.
Tira avanti con avvedutezza, senza scossoni, invece che d'azzardo, generando pericolose attenzioni, con privilegio alla "Donne e champagne" piuttosto che "Seghe e gassosa";
è brutto, perché - se uno ce l'ha - bisogna mettere la dignità sotto i piedi, in cambio del caviale sotto i denti, ma la tentazione di cadere nel "De Imitatione Christi", nell'essere come "papi", provoca più danni che guadagni, in special modo quando sei figlio, ma non d'arte, che ti manca.
Divenire come il Bossi Umberto o il Di Pietro Antonio, la và a pochi: il "Marpionismo", la capacità di sopperire a deficienze con la furbizia e scaltrezza non si eredita con i geni, da non confondere con la genialità, estranea ad entrambi i personaggi.
Non per nulla, questi sono definiti animali...politici.
Le ventose per la salita, appena seduti le spostano sotto il culo, incollati come le cozze sugli scogli, che per rimuoverli devi demolirne il supporto.
Nel giorno della "mancina", ecco un adesivo al Renzo, e uno al Cristiano.
Il primo a far cazzate è stato proprio il povero Cristiano. Cristiano, Di Pietro.
Da consigliere provinciale dell'Italia dei Veleni - ops! Dei Valori - di Campobasso, per meriti di casato, s'era fatto pescare ad intrallazzare con tal Mario Mautone - allora provveditore alle opere pubbliche della Campania e del Molise - in odor di "accomodamenti" su appalti e raccomandazioni.
Oggi, capito di non avere calli e malizie del padre, scalda qualche poltroncina nel salotto di casa, ovvero di partito, accontentandosi di buona rendita, bono e zitto, fuor di guai e pasticci, che il non fare non produce nulla - è vero - ma neppure danni.
Come avere il cane in casa: gli dai da bere e mangiare, qualche carezza e lo porti a sporcare.
Punto e basta.
Il Renzino però è Trota salmonata che di nulla ha di salmone, se non pallida e ingannevole somiglianza, per il rosato della carne.
Essendo imitazione e non originale, quel che del padre sarebbe "sparata", minchionata ma ben recitata da chi ha il giusto "Phisique du role" - ovvero, il fisico per il ruolo - per farlo, in bocca a lui è pura e nuda fesseria, ancor più se va a colpire un cuore di pallonaro tifoso che, si sa, crea più rivolta che la tassa sul pane.
Intervista su 'Vanity Fair', con botta e risposta:
- «Seguirà gli azzurri al Mondiale di Sudafrica?
- «No, non tifo Italia.»
L’urlo di intenso dolore e disapprovazione ha percorso e percosso l'intera Penisola, scaturito da ogni cuore che fosse cucito in cuoio e con camera d'aria gonfia d'orgoglio.
Passi il dire che "Il tricolore, per me, identifica un sentimento di cinquant'anni fa" o il "Mai sceso a Sud di Roma", come il maschio "Nella vita si deve provare tutto, tranne i culattoni e la droga", ma le palle, le palle, no: sono sacre, come le vacche del Gange, e non si toccano.
No, non tifo Italia...meglio che lo trovino prima i "Culattoni" degli scalmanati delle varie curve ultrà degli stadi, che altrimenti gli inchiodano mani, piedi e costato, con la sparachiodi e lo buttano nelle acque.
Del Po, ovvio.
Brutta fine e figura, anche per una Trota, seppur "salmonata"!


Io, secondo me...21.04.2010