Grand, gross e ciula.
Il “Bacio Perugina” Obama è proprio questo: grande, grosso e buono a nulla.
Come per il cioccolatino, ti aspetti tanto, quando lo scarti, curioso di leggere il bigliettino che lo accompagna e di gustare, con il goloso bitorzolo, la dolcezza del pensierino rosa.
Quasi sempre disinfettato, asettico, buono per tutte le stagioni, con retrogusto amaro, che non ti lascia nulla se non la delusione di un’aspettativa, dove al sapore si voleva seguisse sostanzioso pensiero.
L’antenna, sullo scacchiere mondiale ha dimostrato di essere un perticone oscillante e imbranato, una piccola pedina, che acquisirebbe valore solo se arrivasse, illesa, sull’ultima casella, della promozione;
ma troppi pezzi da novanta lo surclassano: in pratica, è una scartina, un due di picche nel mazzo di briscola.
Al tavolo del diavolo oggi non ci sono rosei e paffutelli chierichetti, a servire messa, dove si muovono e giocano tipi tosti, come il crudo capo indiscusso di Hezbollah, Hassan Nasrallah;
o i vari capetti di Hamas che, l’un per l’altro, sono come i capelli del cranio: più ne tagli e meglio ne crescono;
senza contare Mahmud Ahmadinejad, che umilia nel confronto, pure in tostatura, il bell’abbronzato “iùessei”, e affonda, nel confronto, la pietosa stanga: “Grand, gross e ciula...mej piscinin ma gandula!”, ovvero, grande grosso e stupido, meglio piccolo ma sveglio.
Pure Osama, il Bin Laden, che, seppure fantasmino, surclassa, anche nell’invisibilità, la secca sagoma stecca della “signorina” Barak...O'bamba!
Insomma, a farla breve: il “Nobel campione”, di politica estera ne capisce ( volendolo dire con le parole di Cetto Laqualunque, spassoso personaggio mafio-corrotto, corruttibile e maneggione di recente pellicola comica ) una beata minchia!
Ondeggia, galleggia per il basso peso, sia specifico che fisico, come quelle barchettine di legno che, da piccoli, lasciavamo in balie delle onde di uno stagno, con la piccola tela sullo stecchino, a fare da vela e abbandonata ai capricci del vento.
Attorniato da tanti, che di pelo sullo stomaco ne hanno da vendere, il nostro eroe pare la donnina nella bettola di porto.
Si è avvicinato a gente piena di cicatrici, reduci da risse e rese di conti al coltello, con un virile:
«Volemose bene!»
L’hanno squadrato dall’alto in basso, si sono fatti una grassa risata e sono andati avanti ad affilare i coltellacci sulla ruota della mola.
Ahmadinejad, continuando a mescolare nei pentoloni dell’uranio, come i nonni nel paiolo della polenta;
Nasrallah, a riempire il giardino di casa piantando missili e la first lady, Michelle, broccoli e insalata nell’orto della Casa Bianca;
i miei vecchi, con sottane o calzoni sporchi di terra e succo di erbe e foglie, rattoppati da una parte, lisi, smunti strappati e bucati dall’altra;
Michelle, come una modella: la palettina immacolata in mano, il secchiello verniciato di nuovo, il grembiulino di Armani, il fazzoletto di Valentino e la pettinatura fresca fresca, di parrucchiera.
A vederla mi sono vergognata dei miei nonni, che per fare pari mestiere si sporcavano e lordavano come maiali.
Poi, ho capito: ho acceso un lumino, ho detto una preghierina, e ho ringraziato gli antenati, che morivano con i calli alle mani e la pelle pieghettata e abbrustolita dal tanto sole preso, nel lavoro quotidiano, quello vero e ho “malbenedetto” Michelle, “la bella formina” in deposizione fotografica:
«Ma va da via i ciapp!»
Ecco, questo è il mondo in cui è cresciuto e si muove “O'bamba”: sotto vuoto, finto, fasullo, cinematografato, lucidato a cera, “sbarluscent”, luccicante ma immobile, come le statue nelle piazze, bullesche, fredde e marmoree.
Medesima espressività e naturalezza di quando si va a fare la foto per la carta d’identità.
Di tanta posa plastica, di tanto culturismo di gonfi bicipiti, tricipiti, deltoidi, glutei e polpacci, bronzi di Riace, muscolosi ma con il pistolino a spillo, gli Ahmadinejad, i Nasrallah, i Bashar al-Assad, gli Osamabinladen, se ne fanno una pippa!
Per una Michelle che pianta una patata e imbottisce un Hamburger, ci sono tanti Muhammed che interrano una mina o si riempiono di tritolo.
O'bamba, modello da sfilata in passerella, mal conosce e capisce cuore e mente di quell'islamismo che da brace ritorna fuoco, a voler rivivere il gran sogno dei bei tempi della conquista;
come sacre Vestali, hanno sempre curato la fiamma, ed ora hanno appiccato l’incendio che, partito dalla Tunisia, ora lambisce l’Egitto, ma le sue faville volano lontano, in Algeria, in Giordania, nello Yemen;
quando intaccheranno l’Arabia Saudita, salterà il Pakistan e l’Afghanistan diventerà una trappola mortale per gli infedeli, così come il Libano per quelle truppe rivolte ad Israele, ad ammonire la colomba mentre dietro il culo loro, la missileria prende la mira del fondello;
la Turchia di Erdogan ha già passato il guado, tagliando la testa ad un esercito, da sempre custode della laicità del grande Ataturk e spianando la strada al fanatismo più spinto;
allora scatterà la tenaglia: Iran, Hezbollah del Libano e Siria attaccheranno Israele da ogni parte e tutto il Medio Oriente diventerà il vero Anticristo;
e dovremo combattere la Bestia, che abbiamo lasciato crescere, da infante a carnefice.
Più che l’ultima rivelazione di Fatima, potrà la terza guerra mondiale, la profetizzata da Michel de Notredame, il veggente, altrimenti noto come Nostradamus.
''E in quel tempo e in quelle contrade, la potenza infernale metterà contro la Chiesa di Gesù Cristo la forza degli avversari della Sua legge e sarà il secondo Anticristo, il quale perseguiterà quella Chiesa e il suo vero Vicario”.
E questo, solo per la chiesa. Per gli “Urbi”, de Roma capoccia.
Per gli “Orbi”: qualche decennio di guerra, di morte, di carestia e di fame, ma alla fine gliela si farà, a ributtare gli infami nell’inferno da cui sono venuti.
Non sarà l’estinzione del mondo, quello no; almeno, per i sopravvissuti.
Il cicalino della sveglia suona: mi sveglio d’improvviso, madido di sudore.
Accidenti, che sogno: devo smetterla di mangiare trippa e cotiche, di sera.
Il notiziatio:
“[...] l'Egitto caduto in mano ai Fratelli Musulmani, lo Yemen a frange di Al Qaeda [...] Hezbollah sempre più minacciosa e Ahmadinejad che esulta, perché ora c’ha la bomba atomica”.
Faccio colazione con la rimanenza della trippa e il resto di cotiche e ritorno a dormire;
l’incubo era meglio della realtà.
Io, secondo me...04.02.2011