giovedì 17 febbraio 2011

Con Cita

«Coo-coco-cooooocoooo-cooocorita!»

La Con Cita, la sciura De Gregorio, dal trespolo dell’Unità, ha profetizzato che, nel un futuro appena dietro l’angolo, una generazione di giovani diverrà cieca, per il troppo darsi al peccato del piacere solitario!»

Ci siamo: il Silvio, oltre a dover temere le sue, di manette, pure si deve preoccupare di quelle che fanno i ragazzini, a causa sua.
Tanto per capirci, nel gergo dialetto-popolare, “manetta” indica l’atto privato e manesco con cui, stringendo asta nel pugno, si procede all’avviamento del sistema “biella-manovella”;
e qualcuno non sia a dirmi che, di quanto ho detto sinora, non c’ha capito una sega!

«I ragazzini più piccoli leggono i quotidiani di questi giorni come fossero giornaletti porno. Si assiste a scene in cui, nelle scuole medie, i bambini portano il giornale in bagno e si leggono i verbali come fossero una prima lezione di educazione sessuale!»

Caspita, Con...Cita: neppure Tarzan sulla liana aveva tanta presa.

Ora che la vista mi fa difetto, penso ai tempi della paginona pieghevole, all’interno di Playboy, dove ancora, non avendo afrodisiaco magistratorio, il Viagra della toga, ero ad utilizzare surrogato, in quel misero e patinato interno, dove la bella del mese faceva bella mostra di vellutata patatina a me, la bestia, voglioso e bavoso sporcaccione.
Com’ero - com’eravamo - ancora barbari.
Il paginone dei tempi moderni, inframmezzato tra le carte processuali, ha tirato fuori pure un ...Manifesto a fisarmonica: quello della Ilde Boccassini, “scoperta” in un anfratto, uno sgabuzzino del Palazzo dei parrucconi, a giocare al dottore o, come ufficialmente trascritto “ [...] in atteggiamenti amorosi con un giornalista di Lotta Continua”.
Beh, la lotta c’è stata: e pure continua, visto l’intenso brillamento a luci rosse.
Chissà di quante diottrie sono oggi, le lenti dei suoi occhiali.

Bando alle malinconie e agli anacronismi dei miei tempi.
Oggi i “ragazzini nelle scuole medie” ne sanno - ne fanno - una più di Selen e Rocco Siffredi.
Cara Cita: non sono più quelli dei tempi tuoi: nei bagni della scuola non ci portano la "Ildepornotoga" o la "Silviotrombata".
Ci vanno con la - o le - compagne che, diversamente dalle “stagionate” Ruby o la Iris che la danno a mille al grammo o per carato, si accontentano di una ricarica telefonica o, le più viziate, una borsetta o un giubbetto.
Il prezzo dei tartufi, le prime, quello delle mele le seconde.
Cara Cocorita, i ragazzini le pagine dei giornali che dici, in bagno le portano perché manca la carta igienica;
il resto, diversamente da te che ancora leggi i romanzi rosa di Liala, potrebbe essere materia d’aggiornamento per quelli come noi, che vanno dall’oculista.

Ancora: guarda che quelli come me, che sono “vicini al Premier”, non sono “italiani incapaci di comprendere la realtà e reagire”, o “servi del padrone”, “valvassori” o “utensili”;
semplicemente, ne abbiamo i c...alzoni pieni di gente come te, palloni gonfiati, autoreferenziati, narcisi e petulanti nel voler continuamente cantare la vecchia canzone del “Migliore”.
E neppure degli idioti, come berciato dal quella che fu soprannominata pantera ed ora pantegana di Goro: la Milva.
Senza continuare ad elencare il resto del “bestiario di razza”, con il “pedigree” del fighetto a Denominazione d’Origine Controllata e Garantita che, anche quando bastonato dalle urne, dal voto democratico e maggioritario, continua nel tronfio gonfiare petto tacchinesco:
«[...] siamo minoranza nel Paese, ma maggioranza nella «parte più acculturata, tra gli italiani che leggono libri e giornali.»

Noi, che invece scendiamo dagli alberi per andare all’edicola, ci accontentiamo dello sbircio di quel piacere animale. Che porta poi alla cecità.

Dai, alla fine, io Con Cita stiamo come a nozze: compagni di merende, in questa Repubblica delle banane!


Io, secondo me...16.02.2011