lunedì 11 febbraio 2008

Dinosaurislam

«Io non sono che una piccola matita nelle mani di Dio».

In questa semplice e toccante frase è raccolto il respiro, l’anima di una piccola suora: Madre Teresa di Calcutta.
Ora, io sono un lapis a volte riottoso, indocile, ribelle e insofferente, quando non ostinato, testardo, pedante, cocciuto come un mulo;
Il buon Dio lo vedo come un padre che guarda il figlio ancora acerbo muovere su gambe insicure, ma lo lascia alzarsi e ricadere perché impari da sè a ritrovare equilibrio, intervenendo solo nel pericolo.
Lascia che ci si sbucci un poco le ginocchia, che si ruzzoli e si rotoli, che rimbalzi e si rimpalli, concedendo alla matita il fare qualche scarabocchio, per poi girare pazientemente dalla parte del gommino, cancellare i maldestri tentativi e continuare il disegno, a Lui solo conosciuto.
Come se un figlio, che ancora gattona, facesse segni sul gran foglio, dove si stende il progetto del papà ingegnere.
Guardando la nuova traccia, prendiamo coscienza del nostro sgorbio e nulla vieta ancora che se ne faccia, ma l’essere corretti da un maestro ci porta sempre più a diventare avari d’errori.
Sempre che quelli non diventino lo specchio di Narciso.
Un padre, non un padrone: la bontà nella fermezza, redarguire quando necessario, cancellare gli errori e gli orrori, ma mai spezzare lo strumento della sua figurazione.
Sarà pure relativismo il mio, o ne farà parte, ma serve che, se il "Chiodo scaccia chiodo", vien buono per rintuzzare il "Relativislam", nel pachidermico caracollare del "Dinosaurislam", nel suo aspetto forse minore, ma purulento ed aggressivo:

- «Fratello musulmano, devi sapere che Allah [...] ha reso obbligatorio per ogni creatura l’entrare nell’Islam, di tenersi saldamente a lui e di stare in guardia da ciò che lo allontana».
Se quella parola - "obbligatorio" - fosse riconducibile al solo musulmano, lascerei ad ogni parrocchia il dire del suo, ma essa fagocita "Ogni creatura" e qui le eliche che mi stanno sotto cominciano a girare.
Un pirletto qualunque vorrebbe pilotare la mano di Dio, guidare e riprogettare il creato a propria immagine e somiglianza fregando la cassetta dei pennelli e dei colori a chi lo ha spennellato sulla tela.
Sempre rivolgendosi e coinvolgendo "Urbi et Orbi", il giustiziere s’atteggia a gommina, minacciando di passarti sopra se non fai il cane da riporto;
Guai se non prendi la tessera del partito, peggio se cerchi di stracciarla quando presa e se non segui i codicilli;
peste e corna a chi non ritiene miscredenti i politeisti e approvano la condotta: come quelli, sarà destinato alla scolorina;
la patente di guida ce l’ha solo il Profeta, così come le regole della strada, che degli altri è a punti...se sopravvivono al taglio della carotide.
Millequattrocento anni e non li dimostra: l’ordinamento islamico non mette ed ammette ragnatele, guai a pensare che sia stata causa d’arretratezza o, peggio, vada limitato al rapporto tra l’uomo e il Signore e non a tutti gli ambiti della vita;
impossibile governare senza la Legge di Allah nelle azioni, nelle pene e in altro... obbligatorio per ogni creatura.
Secondo uno striminzito, ma attaccabrighe e violento movimento assolutista, quattro gatti possono, anzi, hanno diritto di spadroneggiare sui rimanenti quattro miliardi (!).
Poi, seguono i "divieti del pistolino" e il tentativo di scalzare l’antico popolo eletto:
- «La vanità e sfoggio del fascino femminile è uno dei metodi usati dagli ebrei per il loro potere
[...] giocano un ruolo importante nella distruzione delle nazioni, attraverso la seduzione e la tentazione femminile. L'esibizionismo, lo sfoggio delle grazie della donna, la pornografia e la loro propagazione, sono l'arma effettivamente usata per il loro consolidamento[...] basta guardarsi attorno per rendersi conto di chi gestisce la cinematografia, le famose case di moda, la stampa e i mass-media, senza parlare del mondo della pubblicità. La somiglianza tra le donne che disobbediscono ad Allah e gli ebrei è evidentissima».
Beh, come per l’uovo e la gallina, è meglio una vergine oggi che settanta e più domani, che mi costa meno fatica a soddisfarne una che un reggimento.
Signori, ve lo dico con il cuore:
- «Pensate ai cazzi vostri, che ad ognuno gli è dato amministrarne uno solo !»

Millequattrocento anni: e sì, forse un poco di muffa c’è.

Io, secondo me...11.02.2008

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