Mi accorgo del passar del tempo quando, oltre al mio decadimento strutturale - come una palazzina che perde la crosta - un perverso meccanismo scatta automaticamente nell'associare idee, tra l'attualità d'oggi e il mio giurassico natale.
- «Amici dei miei amici, buonasera !»
Così presentava "L'amico degli animali", la sua trasmissione televisiva, nel lontano '56, il caro Angelo Lombardi:
ovvio, come ben si ricava dal titolo, che soggetto di tanta attenzione sono proprio loro, tutti quei nostri compagni messi dalla creazione, dal creatore e nel creato, uno o più gradini sotto di noi.
Guardo la fotografia e continuo a trovare equivalenza, con gli abitanti del caravanserraglio, luogo deputato, in un lontano passato, ad ospitare e parcheggiare le mandrie delle carovane di passaggio, sulle vie dei mercati e dei mercanti.
Beh, di bancarelle e piazzisti andrò a parlare, che da una parte ci sta quello con il bastone in una mano e la carota nell'altra, con appresso l'asino, che cerca di schivare l'uno per prendere l'altra.
Di qua, Ahmadinejad, il Mahmoud, stringe la zampa con la destra e sostiene il braccio con la sinistra, quasi a voler dire:
- «Ora che ho preso una mano, posso fare altrettanto con il braccio»;
Al suo cospetto, con un sorriso modellato da labbra a "Cul de poule", a culo di gallina - che implodono su se stesse, come di chi ha dimenticato la dentiera nel bicchiere, sul comodino dell'albergo - ecco quel Romano Prodi, riciclato e subito speso, come a liberarsi di fastidiosi spiccioli, zavorra da affibbiare ad altri, per camminare poi più spediti.
Certo che, a confronto, il Romano con Mahmoud pare Don Abbondio davanti a Don Rodrigo.
Beh, qualche barile in più di petrolio, al che in Libano i bambocci dell'Ahmadinejad lascino in pace le nostre smarrite truppe e non ci indicano a bersaglio al terrorismo, vale pure d'esibire quanto di peggio possiamo, e se ne può dedurre che, se questo è il meglio, del resto non c'è d'aver paura !
Gli occhi poi, lo sguardo del nostro emiliota - nativo di quel di Scandiano, provincia di Reggio - sono un qualcosa di disarmante;
la profondità di tanto, che dovrebbe raggiungere l'anima facendone da specchio, sono a toccare il fondo quasi subito, come mettere i piedi in un catino d'acqua tiepida:
la luce si spegne come quei fiammiferi subito smorzati dal vento, che rivedo quel vecchio ed impietoso filmato della trasmissione "Striscia la notizia", che lo immortalò, smarrito e perso, a fissare l'interno del caschetto da sciatore, rigirato per il lungo e per il largo, a chiedersi:
- «Ma come cazzo si mette ?!»
La moglie, imbarazzata, s'allontana, mentre le guardie del corpo provano a suggerire la risposta, cercando di non scalfire il tentativo di mussoliniana e tecnica memoria: costruire un'immagine virtuale, muscolare e virile di un mollusco, una cozza con seduta a ventosa e adesivo, non da scoglio ma da poltrona.
Ma il danno non si ferma all'immagine, che il nostro pure ha l'incoscienza di parlare:
- «Le grandi potenze stanno cercando di promuovere l'estremismo nel mondo»,
dice all'agenzia ufficiale del regime Irna: il "Cul de poule" ha fatto l'uovo !
Come un povero incontinente, sì è fatto tutto addosso, nel pannolone, assorbente per pensieri purgati.
Ce lo abbiamo mandato noi questo, a Tehran, per partecipare alla conferenza "Religioni nel mondo moderno".
E lui fa la pipì in pubblico.
Alla domanda del congresso
"Come i religiosi e i responsabili politici potrebbero collaborare per promuovere la pace attraverso la tutela dei diritti umani, valori morali e religiosi, la diversità e la convivenza pacifica nella pluralistica società moderna", risponde con
«I coglioni siamo noi: ecco le terga per la monta»;
e lo afferma alla presenza del Mahmoud, quello che va a dire:
- «La Shoah non è mai esistita e Israele va cancellato dalla faccia della terra !»
Ecco come il nanerottolo iraniano interpreta "[...] come collaborare per promuovere la pace attraverso la tutela dei diritti umani, valori morali e religiosi, la diversità e la convivenza pacifica nella pluralistica società moderna".
E Don Romano Abbondio, come un sordo che ha esaurito le pile dell'auricolare, sorride, stringe la mano, finge d'aver seguito, capito e sentito tutto, muove la testa dall'alto in basso, come quei pupazzetti sulle auto, ammicca, acconsente, sottoscrive, in perfetta, beota e beata inco(no) scienza.
Alla fine, non ha fatto che seguire l'esempio del "Kompagno di merende", quel Massimo D'Alema, diventato famoso per lo "struscio", passeggiata e corteggiamento, a braccetto con un alto esponente degli estremo-teroristi Hezbollah, che par vero il detto:
"Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei" !
A chiudere il cerchio, alla parata militare di Teheran, un nostro "gallonato" colonnello assiste alla muscolare marcia:
"[...] sfilano i soldati e i carri armati. Sfilano i missili balistici Shahab-3, sui quali è dipinta la scritta:
Israele deve essere spazzata via dalle mappe".
Il nostro graduato, tiene basso profilo, come al contrabbando - dietro al culo e sotto il naso - dei missili Hezbollah, in Libano: guarda le mosche passare e sorride...a "Cul de poule", a culo di gallina !
Sono gli amici...gli amici degli animali;
- «Amici dei miei nemici: 'fanculo !»
Io, secondo me...23.10.2008
giovedì 23 ottobre 2008
martedì 21 ottobre 2008
Da Giuseppe a Giuseppe
Caro Giuseppe, mio omonimo e omofono, ti scrivo questa mia letterina aperta, che c'ho un amaro proprio qui, in gola, che ancora non capisco se siamo fessi perché siamo vili, vili per fessi o tutte e due le cose.
- «Li abbiamo uccisi e abbiamo disseminato i resti in tutta la zona; abbiamo lasciato i corpi sulla strada e nei villaggi, a gruppi di due o di quattro, per dare l'esempio alla popolazione».
Sono parole del portavoce talebano Yousuf Ahmadi, in quel di Afghanistan, dopo l'ennesima mattanza di queste latrine bipedi, dopo che avevano sparacchiato su un autobus di persone disarmate, uccidendo pure un bimbo e scannando poi una trentina di sopravvissuti. La traccia di Pollicino, che ha portato a questi poveri disgraziati, è stata il ritrovamento dei primi sei, decapitati;
tra l'indifferenza nostra, che di resti ci premono di più quelli di ritorno, dalla spesa.
Giuseppe, tu sai, come me, che il liquame, dopo essere stato spurgato dalle fosse biologiche in Irak, sta passando ad intasare le fogne afghane, a portare la "lieta novella" e la misericordia di Binallah e Maomettaleban nelle macellerie di casa prima e d'esportazione poi.
Nel trasloco, si sono portati dietro armi e bagagli, manuali e videocassette del loro "maestro unico" e del come si dovrà raddrizzare la schiena alle genti se non si legano al carrozzone e non entrano nel caravanserraglio dei loro deliri.
E già, dimenticavo, caro Giuseppe mio, tu contro questa schiumarola c'avevi già sbattuto il grugno, che del tuo dire non avevano capito una mazza, ma tradotto alla somara, confermando un vecchio detto milanese, magari volgarotto ma sintesi di profonda filosofia:
- «Se fa prima a picaghel denter nel cù che nel cò !»
Non traduco, ma brevemente sintetizzo: è più veloce infilare altrove qualcosa che non entra nella testa.
I nostri vecchi, usi ad economie in tempi di fame, quando non si mangiava con il "dolce stil novo", erano così, a riassumere in poche parole un concetto altrimenti d'arzigogoli e bizantinismi dialettali.
Caro Giuseppe, in questa mia epistola sono a confrontarmi con te, alla pari, se non altro fidando d'essere tutti uguali al cospetto di Dio;
io non ci credo troppo, come del fatto che l'essere a sua immagine e somiglianza sia da prendere alla lettera:
mi pare sacrilega veduta l'immaginarlo con il mio nasone, la fronte spelacchiata, cicciotello che, se entrassi in un campo di grano, i passeri se ne fuggono.
Caro Giuseppe, io e te sappiamo che, se quelli creano metastasi, la nostra testa diventa pallone da calcio e la carcassa pasto per i corvi;
Te, me e i nostri Santi e Profeti ci possono ridere sopra e prendere per i fondelli: i loro quattro gatti, non si toccano.
Prendi la tessera di quel partito e non ne esci più, se non con le gambe allungate e il fiato strozzato.
Anche di noi diranno: «Abbiamo disseminato i resti; abbiamo lasciato i corpi sulla strada e nei villaggi».
Dobbiamo modellare la nostra cultura e civiltà secondo la loro, dobbiamo cambiare arredi di casa secondo l'altra mobilia;
manca poco - ma è questione di tempo - che saremo a fare corsi di "Eurabiarabese" pure nelle nostre scuole, a spostare le nostre feste, a buttare la nostra bistecca, a silenziar le nostre campane, a disporre loro Chiese e Oratori, in cambio di specchietti e collanine e l'ossetto da mettere al naso.
Noi dobbiamo - non devono - adattarci, rassegnarci, piegarci, sottometterci e comportarci con rispetto a tutto questo.
Dobbiamo, perché siamo visti così: servi oggi; schiavi domani.
Caro Giuseppe - ma tu l'hai capito prima di me – costoro non seminano, ma disseminano, resti, porzioni e frazioni.
Di noi. Della nostra civiltà, della nostra cultura, della nostra terra, del lascito dei nostri padri.
Giuseppe, tu sai: che i talebani sono ancora lontani, ma in casa ce ne abbiamo di nostrani;
con i fratelli e gli emuli di Yousuf Ahmadi ci vanno a braccetto, ci vogliono trattare assieme, ci fanno da collettore, per la raccolta di Katiuscia e petarderia varia, applaudono le uscite del nanerottolo, quello che vuole la bombetta atomica per finire l'opera dei forni crematori del baffetto nazista;
Il ComuNazIslam raccoglie e salda rigagnoli di fonti diverse, ma che assieme s'accompagnano alla foce, con stesso denominatore comune che è pratica di terrore e terrorismo.
Affinità...affinità elettive.
Caro Giuseppe, mentre i cristiani nel mondo sono ad essere scacciati e schiacciati, come insetti, il peggio ce l'hai in casa, che molti del tuo abito sono ad ammirare quanto sia più bella l'erba del vicino, quanto più obbedienti e adulatori siano nell'altro giardino;
quanto più disposti a rispondere, ad una jihad-crociata, simbolo a crocicchio tra una luna a mezzo e la scimitarra.
Caro Giuseppe, proprio tanti dei tuoi sono serpi, che del credo e della fede sono a prediligere - tra il malinconico e il nostalgico - i tempi in cui non si dava tanta confidenza al popol bue, che altrimenti - che bello ! – si poteva accender sotto i piedi dei villani un bel focherello !
Vogliamo mica mettere il buonismo, del «Tu sarai con me in Paradiso», invece che «Sia il diluvio, a cancellare gli empi !»
Ovviamente, tali Mullah-porporati, si sentono Noè, mica un pirlotto come il Beppe Fontana, destinato a perire tra i gorghi del loro dio, incazzoso e virile, non molliccio, come Salvatore...Gesù, che, si sa:
l'essere troppo buoni lo si prende sempre in quel posto, e poi ti mettono pure in croce !
Caro Giuseppe...Joseph Alois...Ratzinger; Benedictus XVI, Santità:
Una mano davanti e l'altra dietro, a parare e coprire tutti i fronti.
Mi perdoni la franchezza: è il volerLe troppo bene che mi fa dir le cose fuori dei denti e oltre le righe.
Che il Signore la preservi e ci salvi, Santità:
Beppe di Canossa.
Io, secondo me...21.10.2008
- «Li abbiamo uccisi e abbiamo disseminato i resti in tutta la zona; abbiamo lasciato i corpi sulla strada e nei villaggi, a gruppi di due o di quattro, per dare l'esempio alla popolazione».
Sono parole del portavoce talebano Yousuf Ahmadi, in quel di Afghanistan, dopo l'ennesima mattanza di queste latrine bipedi, dopo che avevano sparacchiato su un autobus di persone disarmate, uccidendo pure un bimbo e scannando poi una trentina di sopravvissuti. La traccia di Pollicino, che ha portato a questi poveri disgraziati, è stata il ritrovamento dei primi sei, decapitati;
tra l'indifferenza nostra, che di resti ci premono di più quelli di ritorno, dalla spesa.
Giuseppe, tu sai, come me, che il liquame, dopo essere stato spurgato dalle fosse biologiche in Irak, sta passando ad intasare le fogne afghane, a portare la "lieta novella" e la misericordia di Binallah e Maomettaleban nelle macellerie di casa prima e d'esportazione poi.
Nel trasloco, si sono portati dietro armi e bagagli, manuali e videocassette del loro "maestro unico" e del come si dovrà raddrizzare la schiena alle genti se non si legano al carrozzone e non entrano nel caravanserraglio dei loro deliri.
E già, dimenticavo, caro Giuseppe mio, tu contro questa schiumarola c'avevi già sbattuto il grugno, che del tuo dire non avevano capito una mazza, ma tradotto alla somara, confermando un vecchio detto milanese, magari volgarotto ma sintesi di profonda filosofia:
- «Se fa prima a picaghel denter nel cù che nel cò !»
Non traduco, ma brevemente sintetizzo: è più veloce infilare altrove qualcosa che non entra nella testa.
I nostri vecchi, usi ad economie in tempi di fame, quando non si mangiava con il "dolce stil novo", erano così, a riassumere in poche parole un concetto altrimenti d'arzigogoli e bizantinismi dialettali.
Caro Giuseppe, in questa mia epistola sono a confrontarmi con te, alla pari, se non altro fidando d'essere tutti uguali al cospetto di Dio;
io non ci credo troppo, come del fatto che l'essere a sua immagine e somiglianza sia da prendere alla lettera:
mi pare sacrilega veduta l'immaginarlo con il mio nasone, la fronte spelacchiata, cicciotello che, se entrassi in un campo di grano, i passeri se ne fuggono.
Caro Giuseppe, io e te sappiamo che, se quelli creano metastasi, la nostra testa diventa pallone da calcio e la carcassa pasto per i corvi;
Te, me e i nostri Santi e Profeti ci possono ridere sopra e prendere per i fondelli: i loro quattro gatti, non si toccano.
Prendi la tessera di quel partito e non ne esci più, se non con le gambe allungate e il fiato strozzato.
Anche di noi diranno: «Abbiamo disseminato i resti; abbiamo lasciato i corpi sulla strada e nei villaggi».
Dobbiamo modellare la nostra cultura e civiltà secondo la loro, dobbiamo cambiare arredi di casa secondo l'altra mobilia;
manca poco - ma è questione di tempo - che saremo a fare corsi di "Eurabiarabese" pure nelle nostre scuole, a spostare le nostre feste, a buttare la nostra bistecca, a silenziar le nostre campane, a disporre loro Chiese e Oratori, in cambio di specchietti e collanine e l'ossetto da mettere al naso.
Noi dobbiamo - non devono - adattarci, rassegnarci, piegarci, sottometterci e comportarci con rispetto a tutto questo.
Dobbiamo, perché siamo visti così: servi oggi; schiavi domani.
Caro Giuseppe - ma tu l'hai capito prima di me – costoro non seminano, ma disseminano, resti, porzioni e frazioni.
Di noi. Della nostra civiltà, della nostra cultura, della nostra terra, del lascito dei nostri padri.
Giuseppe, tu sai: che i talebani sono ancora lontani, ma in casa ce ne abbiamo di nostrani;
con i fratelli e gli emuli di Yousuf Ahmadi ci vanno a braccetto, ci vogliono trattare assieme, ci fanno da collettore, per la raccolta di Katiuscia e petarderia varia, applaudono le uscite del nanerottolo, quello che vuole la bombetta atomica per finire l'opera dei forni crematori del baffetto nazista;
Il ComuNazIslam raccoglie e salda rigagnoli di fonti diverse, ma che assieme s'accompagnano alla foce, con stesso denominatore comune che è pratica di terrore e terrorismo.
Affinità...affinità elettive.
Caro Giuseppe, mentre i cristiani nel mondo sono ad essere scacciati e schiacciati, come insetti, il peggio ce l'hai in casa, che molti del tuo abito sono ad ammirare quanto sia più bella l'erba del vicino, quanto più obbedienti e adulatori siano nell'altro giardino;
quanto più disposti a rispondere, ad una jihad-crociata, simbolo a crocicchio tra una luna a mezzo e la scimitarra.
Caro Giuseppe, proprio tanti dei tuoi sono serpi, che del credo e della fede sono a prediligere - tra il malinconico e il nostalgico - i tempi in cui non si dava tanta confidenza al popol bue, che altrimenti - che bello ! – si poteva accender sotto i piedi dei villani un bel focherello !
Vogliamo mica mettere il buonismo, del «Tu sarai con me in Paradiso», invece che «Sia il diluvio, a cancellare gli empi !»
Ovviamente, tali Mullah-porporati, si sentono Noè, mica un pirlotto come il Beppe Fontana, destinato a perire tra i gorghi del loro dio, incazzoso e virile, non molliccio, come Salvatore...Gesù, che, si sa:
l'essere troppo buoni lo si prende sempre in quel posto, e poi ti mettono pure in croce !
Caro Giuseppe...Joseph Alois...Ratzinger; Benedictus XVI, Santità:
Una mano davanti e l'altra dietro, a parare e coprire tutti i fronti.
Mi perdoni la franchezza: è il volerLe troppo bene che mi fa dir le cose fuori dei denti e oltre le righe.
Che il Signore la preservi e ci salvi, Santità:
Beppe di Canossa.
Io, secondo me...21.10.2008
lunedì 20 ottobre 2008
Gelminator
Panoramica, con vista d'insieme:
per un momento mi è sembrato di essere a Gaza, con quelli di Hamas che avanzavano, schermati dai loro bambini.
No, mi sono detto: è un vecchio filmato di quando i piccini iraniani andavano al macello, sminando con la propria carne i campi, a crepare falciati come mosche dalle raffiche dei soldati iracheni che li fronteggiavano;
così l'ayatollah komehini mandava al macero dei bambini, con una chiave di legno al collo, che gli avrebbe aperto le porte del Paradiso.
Vedendo poi gli zainetti, mi sono chiesto se dentro ci fosse plastico o plastilina, libri di testo o tasto del detonatore, barre di dinamite piuttosto che barrette al cioccolato.
Una rapida ripresa ravvicinata della telecamera mi ha fatto leggere le scritte in italiano, e allora ho capito:
"Contro la scuola dei padroni 10,100,1000 occupazioni".
Usando i bambini delle elementari come teste d'ariete, altre teste, nostalgiche della glande - scusate -della grande Russia Lenin-Stalinista, hanno "okkupato": ancora sono a svuotare i pitali ideologici nelle piazze e nelle scuole, usando - da parassiti - la società da discarica.
"La gente come noi non molla mai".
E già, io vi conosco bene, che anche ai tempi della mia, di scuola, eravate a chiedere il sei politico e a spintonate e calciare i professori fuori delle aule:
La gente come voi non molla mai... "Boia chi molla !" vero, "Kompagnoski fascired" ?
Dove c'è indisciplina, bullismo, violenza dentro e fuori, "Youtube" a luci, rosse pure quelle, mancanza di rispetto per cose e persone, caos e macerie da cavalcare, dietro ci sono gli asini del "seipolitico", della sufficienza a tutti, che garantiva alle nullità che erano, impunità dall'esser nati con la cannetta, ovvero, con poca o nulla voglia di sgobbare e sudare, abitudine poi applicata negli "espropri proletari" dove, da cicale, aspettavano che le formiche riempissero le dispense per poi rapinarle e distribuirne le fatiche al popolo...dei nullafacenti "seipolitichesi".
"Tanti bravi soldatini, ovvero: la scuola come la vogliono Tremonti e Gelmini".
Beh, meglio che "Tanti bravi ignorantini", il popol bue che amano quelli, facile da menare al pascolo con l'anello al naso.
E cosa più facile da manipolare, che tanti poveri bimbi delle elementari, che fanno figura ed equivalenza di balilla di fascista memoria, che pari a quelli ne fanno uso !
"I bambini non sono bagagli, Gelmini";
già, ma menati all'ammasso dai loro stessi genitori, questo si, eh ?
"Per Brunetta e per Gelmini siamo tutti dei cretini".
No, non solo per loro: tanti sono a credere lo stesso di voi, che usate i vostri stessi figli per farne immagine e somiglianza, all'addestramento, perché diventino come voi e siano alibi per non ammettere che, del vostro sacro credo e dottrina, la Storia ne ha fatto carta e sostanza da latrina !
"La scuola è degli studenti e dei docenti [...] assemblee in tutte le scuole [...] non basta una sfilata: lotta dal basso autorganizzata [...]Tremonti, Gelmini vi spazzeremo via !"
Ah, finalmente ritorna la puzza che qualcuno spacciava per vecchio fasciume, e neppure riconoscono del loro, che è da Brigate Rosse.
"No alle classi differenziali, i bambini sono tutti uguali".
E già: io come Einstein, uguale a Leonardo da Vinci, lo stesso che Shakespeare;
vuoi vedere invece che anche a Chernobyl c'aveva messo mano, nel reattore nucleare, uno di quegli altri somari: un "Homunculus insapiens Seipoliticus" ?
Io, secondo me...20.10.2008
per un momento mi è sembrato di essere a Gaza, con quelli di Hamas che avanzavano, schermati dai loro bambini.
No, mi sono detto: è un vecchio filmato di quando i piccini iraniani andavano al macello, sminando con la propria carne i campi, a crepare falciati come mosche dalle raffiche dei soldati iracheni che li fronteggiavano;
così l'ayatollah komehini mandava al macero dei bambini, con una chiave di legno al collo, che gli avrebbe aperto le porte del Paradiso.
Vedendo poi gli zainetti, mi sono chiesto se dentro ci fosse plastico o plastilina, libri di testo o tasto del detonatore, barre di dinamite piuttosto che barrette al cioccolato.
Una rapida ripresa ravvicinata della telecamera mi ha fatto leggere le scritte in italiano, e allora ho capito:
"Contro la scuola dei padroni 10,100,1000 occupazioni".
Usando i bambini delle elementari come teste d'ariete, altre teste, nostalgiche della glande - scusate -della grande Russia Lenin-Stalinista, hanno "okkupato": ancora sono a svuotare i pitali ideologici nelle piazze e nelle scuole, usando - da parassiti - la società da discarica.
"La gente come noi non molla mai".
E già, io vi conosco bene, che anche ai tempi della mia, di scuola, eravate a chiedere il sei politico e a spintonate e calciare i professori fuori delle aule:
La gente come voi non molla mai... "Boia chi molla !" vero, "Kompagnoski fascired" ?
Dove c'è indisciplina, bullismo, violenza dentro e fuori, "Youtube" a luci, rosse pure quelle, mancanza di rispetto per cose e persone, caos e macerie da cavalcare, dietro ci sono gli asini del "seipolitico", della sufficienza a tutti, che garantiva alle nullità che erano, impunità dall'esser nati con la cannetta, ovvero, con poca o nulla voglia di sgobbare e sudare, abitudine poi applicata negli "espropri proletari" dove, da cicale, aspettavano che le formiche riempissero le dispense per poi rapinarle e distribuirne le fatiche al popolo...dei nullafacenti "seipolitichesi".
"Tanti bravi soldatini, ovvero: la scuola come la vogliono Tremonti e Gelmini".
Beh, meglio che "Tanti bravi ignorantini", il popol bue che amano quelli, facile da menare al pascolo con l'anello al naso.
E cosa più facile da manipolare, che tanti poveri bimbi delle elementari, che fanno figura ed equivalenza di balilla di fascista memoria, che pari a quelli ne fanno uso !
"I bambini non sono bagagli, Gelmini";
già, ma menati all'ammasso dai loro stessi genitori, questo si, eh ?
"Per Brunetta e per Gelmini siamo tutti dei cretini".
No, non solo per loro: tanti sono a credere lo stesso di voi, che usate i vostri stessi figli per farne immagine e somiglianza, all'addestramento, perché diventino come voi e siano alibi per non ammettere che, del vostro sacro credo e dottrina, la Storia ne ha fatto carta e sostanza da latrina !
"La scuola è degli studenti e dei docenti [...] assemblee in tutte le scuole [...] non basta una sfilata: lotta dal basso autorganizzata [...]Tremonti, Gelmini vi spazzeremo via !"
Ah, finalmente ritorna la puzza che qualcuno spacciava per vecchio fasciume, e neppure riconoscono del loro, che è da Brigate Rosse.
"No alle classi differenziali, i bambini sono tutti uguali".
E già: io come Einstein, uguale a Leonardo da Vinci, lo stesso che Shakespeare;
vuoi vedere invece che anche a Chernobyl c'aveva messo mano, nel reattore nucleare, uno di quegli altri somari: un "Homunculus insapiens Seipoliticus" ?
Io, secondo me...20.10.2008
venerdì 17 ottobre 2008
Li mortacci loro
- «[...] avevo già trascorso sette anni e mezzo in un ospedale psichiatrico giudiziario. E non ho mai dato problemi. Ho fatto il mio percorso di riabilitazione, com'era giusto che fosse e ora mi sento pronto ad affrontare la vita».
Come se parlasse dell'estinzione di un mutuo, non dei suoi famigliari: ho onorato periodo e scadenze, "non ho mai dato problemi", ergo reclamo del mio.
Era il 4 agosto 1989 quando Ferdinando Carretta macellò la famiglia: fratello, padre e madre;
ancora oggi, dei corpi dei primi due non si è trovato nulla.
Ora, scarcerato, ne ottiene pure i beni, in soldi ed appartamenti.
Allora la corte lo giudicò "incapace di intendere di volere", al momento del delitto.
- «Continuo a pensare al fatto che la tragedia poteva essere evitata. Se io mi fossi curato, quello che è successo non sarebbe mai accaduto».
Prima ci dice di avere già dato, poi quasi ci colpevolizza: la società - e noi con lei - non ha capito, che avrebbe potuto evitare se avesse ben vigilato, al grido che prevenire sarebbe stato meglio che curare.
Manca poco che ci denunci tutti per omissione di soccorso !
La ciliegina sulla torta la mette dopo tutti questi colpi di spugna:
- «[...] mi sento pronto ad affrontare la vita [...] spero di poter trovare un lavoro a tempo pieno».
E già pensa al futuro, con una moglie e dei figli.
Auguri, figli maschi e somiglianti: "Talis pater, tali filius", tale il padre, tale il figlio;
Un domani saranno loro a...tirare la Carretta !
In questi giorni di sconti e promozioni era inevitabile uscisse pure un altro prodotto: il Pietro Maso.
Parlando di sbiellati e sbullonati, non potevamo ignorare il principe della cannetta, come dalle mie parti si chiama quello che porta quella, invece della spina dorsale, ad indicare la nulla voglia di lavorare e il fare vita da cicala.
Il Pietro voleva i soldi dei genitori.
Subito, che la pazienza non è mai stata il suo forte.
Meglio un giorno da leone che cent'anni da pecora;
meglio cambiare la berlina di lusso, continuare a spendere e spandere in pub e discoteche, gongolare e godere:
Caviale e champagne contro seghe e gassosa !
Eccolo chiedere l'anticipo sullo spettante: uccidere padre e madre, carne della sua carne e sangue del suo sangue, per poter ereditare.
Complici tre amici, macella la sua gente in una maniera orribile, feroce, senza pietà alcuna.
Dopo, via, a cercare di costruirsi un alibi: in discoteca !
Fortuna vuole che sia troppo scemo, difetta d'astuzia, povero apprendista senza ancora malizia di lavoro.
Condannato a trent'anni, eccolo a prendere aria un bel pezzo prima.
Cazzo, vuoi vedere che è più conveniente "spegnere" la famiglia piuttosto che "accendere" un mutuo ?
Il direttore della banca, se non paghi, ti pignora l'immobile;
sociologi saccenti, criminologi da poltrona, psicologi teorici e religiosi compassionevoli, tesi alla ricerca della famosa mosca bianca, il redento pentito, sono pronti e proni al perdonismo da un tanto al chilo.
L'indulgenza, l'indulto o la grazia non contano i morti, la loro sofferenza, l'agonia;
e i morti non contano.
"La tragedia poteva essere evitata. Se io mi fossi curato, quello che è successo non sarebbe mai accaduto".
Si può condannare la Società, all'ergastolo ?
A proposito, manica di bamba: a quando il rientro dell'Erika, quella che massacrò a coltellate la madre e il fratellino, di soli 12 anni ?
Cronaca di allora:
- «Lei ha tirato fuori i coltelli e mi ha dato i guanti giallini da cucina».
Quando la madre di Erika rientra col figlio minore, viene "sfilettata" subito;
Gianluca, il fratellino, cerca la fuga, ma è raggiunto nel bagno dalla sorella e accoppato con decine e decine di colpi di coltellaccio.
Omar descrive così la macabra scena:
- «Quando ormai era coricato nella vasca con una palla che gli usciva dalla pancia lei mi ha detto: Colpiscilo. Io ho chiuso gli occhi e ho colpito».
Quando il complice vuole andarsene, la stronzetta chiede:
- « Come, te ne vai e mio padre non lo uccidiamo ? Mi lasci qui ?»
Rassegnata all'incompiuta, comincia la sceneggiata:
- «Hanno ucciso i miei genitori. Sono stati gli albanesi !»
Anche lei, come il Maso, è determinata ma scema: non regge per molto e la smascherano.
Sociologi saccenti, criminologi da poltrona, psicologi teorici e religiosi compassionevoli: liberate la mosca bianca !
Io, secondo me...17.10.2008
Come se parlasse dell'estinzione di un mutuo, non dei suoi famigliari: ho onorato periodo e scadenze, "non ho mai dato problemi", ergo reclamo del mio.
Era il 4 agosto 1989 quando Ferdinando Carretta macellò la famiglia: fratello, padre e madre;
ancora oggi, dei corpi dei primi due non si è trovato nulla.
Ora, scarcerato, ne ottiene pure i beni, in soldi ed appartamenti.
Allora la corte lo giudicò "incapace di intendere di volere", al momento del delitto.
- «Continuo a pensare al fatto che la tragedia poteva essere evitata. Se io mi fossi curato, quello che è successo non sarebbe mai accaduto».
Prima ci dice di avere già dato, poi quasi ci colpevolizza: la società - e noi con lei - non ha capito, che avrebbe potuto evitare se avesse ben vigilato, al grido che prevenire sarebbe stato meglio che curare.
Manca poco che ci denunci tutti per omissione di soccorso !
La ciliegina sulla torta la mette dopo tutti questi colpi di spugna:
- «[...] mi sento pronto ad affrontare la vita [...] spero di poter trovare un lavoro a tempo pieno».
E già pensa al futuro, con una moglie e dei figli.
Auguri, figli maschi e somiglianti: "Talis pater, tali filius", tale il padre, tale il figlio;
Un domani saranno loro a...tirare la Carretta !
In questi giorni di sconti e promozioni era inevitabile uscisse pure un altro prodotto: il Pietro Maso.
Parlando di sbiellati e sbullonati, non potevamo ignorare il principe della cannetta, come dalle mie parti si chiama quello che porta quella, invece della spina dorsale, ad indicare la nulla voglia di lavorare e il fare vita da cicala.
Il Pietro voleva i soldi dei genitori.
Subito, che la pazienza non è mai stata il suo forte.
Meglio un giorno da leone che cent'anni da pecora;
meglio cambiare la berlina di lusso, continuare a spendere e spandere in pub e discoteche, gongolare e godere:
Caviale e champagne contro seghe e gassosa !
Eccolo chiedere l'anticipo sullo spettante: uccidere padre e madre, carne della sua carne e sangue del suo sangue, per poter ereditare.
Complici tre amici, macella la sua gente in una maniera orribile, feroce, senza pietà alcuna.
Dopo, via, a cercare di costruirsi un alibi: in discoteca !
Fortuna vuole che sia troppo scemo, difetta d'astuzia, povero apprendista senza ancora malizia di lavoro.
Condannato a trent'anni, eccolo a prendere aria un bel pezzo prima.
Cazzo, vuoi vedere che è più conveniente "spegnere" la famiglia piuttosto che "accendere" un mutuo ?
Il direttore della banca, se non paghi, ti pignora l'immobile;
sociologi saccenti, criminologi da poltrona, psicologi teorici e religiosi compassionevoli, tesi alla ricerca della famosa mosca bianca, il redento pentito, sono pronti e proni al perdonismo da un tanto al chilo.
L'indulgenza, l'indulto o la grazia non contano i morti, la loro sofferenza, l'agonia;
e i morti non contano.
"La tragedia poteva essere evitata. Se io mi fossi curato, quello che è successo non sarebbe mai accaduto".
Si può condannare la Società, all'ergastolo ?
A proposito, manica di bamba: a quando il rientro dell'Erika, quella che massacrò a coltellate la madre e il fratellino, di soli 12 anni ?
Cronaca di allora:
- «Lei ha tirato fuori i coltelli e mi ha dato i guanti giallini da cucina».
Quando la madre di Erika rientra col figlio minore, viene "sfilettata" subito;
Gianluca, il fratellino, cerca la fuga, ma è raggiunto nel bagno dalla sorella e accoppato con decine e decine di colpi di coltellaccio.
Omar descrive così la macabra scena:
- «Quando ormai era coricato nella vasca con una palla che gli usciva dalla pancia lei mi ha detto: Colpiscilo. Io ho chiuso gli occhi e ho colpito».
Quando il complice vuole andarsene, la stronzetta chiede:
- « Come, te ne vai e mio padre non lo uccidiamo ? Mi lasci qui ?»
Rassegnata all'incompiuta, comincia la sceneggiata:
- «Hanno ucciso i miei genitori. Sono stati gli albanesi !»
Anche lei, come il Maso, è determinata ma scema: non regge per molto e la smascherano.
Sociologi saccenti, criminologi da poltrona, psicologi teorici e religiosi compassionevoli: liberate la mosca bianca !
Io, secondo me...17.10.2008
giovedì 16 ottobre 2008
Wat ai dett iù
Siamo in Italia.
In Italia si parla l'italiano;
magari, dove proprio si sta un poco indietro, un misto dialetto-italianese magari ostico da decifrare, ma interpretabile.
Entri, magari ci stai poco, giri, ti guardi attorno e torni al paese tuo: non sei obbligato ad imparare la lingua di dove stai, sosti, parcheggi e passeggi per un poco e te ne vai;
pochi gesti, una certa mimica, l'adattarsi a chiedere una cosa e t'arriva un'altra e rassegnarsi a ripartire da capo perché l'altro finalmente capisca e ti serva, secondo intenzione, e poi via: cammello e valigia e torni alla cuccia tua, nella consapevolezza che, nella tana altrui, sei tu a doverti adeguare...o no ?
Se poi hai la fortuna di incontrare il vigile, il cameriere, l'autista, il giornalaio o la maestra che capisce il tuo "arabese", tanto di guadagnato, ma è valore aggiunto di queste figure il sapere, non passo obbligato.
In fin dei conti, mica ti ho cercato io: sei tu che hai incagliato il gommone sulla mia spiaggia, ti sei fatto ospitare e hai trovato fortuna in un lavoro e in una qualità di vita che, se era meglio da dove venivi sei un pirla, per aver traslocato da una reggia alla topaia.
Dato per certo - salvo tu sia un masochista - che da noi, tutto sommato, non è poi così malaccio, sono a chiederti un minimo di rispetto, per la terra e la Storia dei miei padri;
almeno la lingua vedi di impararla, e il "marocchinese" tientelo per e tra le mura della tua abitazione.
E si, perché se pretendi il contrario, allora m'incazzo, perché ne deduco che vuoi ficcarmi nello strozzo un rospo che non ho nessuna intenzione d'ingoiare !
E ancora, per favore, non andare in giro a starnazzare: «Siete razzisti, siete xenofobi»;
se pretendete, vi rispondo: «Siete rompicoglioni, e nessuno vi trattiene dal cercare gente e albergo più accogliente.
Siamo in Italia.
In Italia si parla l'italiano;
se vuoi restare in pianta stabile, imparalo e lo stesso per i tuoi figli.
A scuola, non possiamo costringere gli altri - e nemmeno gli insegnati - a dover fare un corso di cinese, di swahili, di lingua cirillica o runica, di comprensione di pittogrammi, geroglifici e ondine arabeggianti.
Non hai avuto tempo di imparare, e così la tua prole ?
Nessun problema: pazienza, olio alle meningi e al gomito, lubrificazione alla lingua e si risale lo scoglio, che non dobbiamo cercare la stele di Rosetta e andare per tentativi, nel chiedere: «Wat ai dett iù ? No capisc !»
Guarda che il muro del ghetto, altrimenti, non sorge dal di fuori, ma te lo costruisci da dentro, costretto a vivere tra la rete del pollaio e con le tue galline !
Guardati attorno: ogni prodotto che è venduto ha un libretto con le istruzioni, in diverse lingue;
io tengo e consulto quel che è nel mio idioma: il resto lo allontano, che non sono obbligato a studiare d'altro, se non - al limite - per sfizio, non per legge divina.
Dovunque, se non accetto condizioni e regole o, peggio, le voglio piegare a mio comodo e piacimento, devo essere pronto a non recriminare e prepararmi a ricevere rifiuti o sputi, in rapporto e in modo proporzionale all'aggressività con cui porto avanti le mie pretese.
Non è razzismo, e neppure xenofobia: si paga l'errore di avere lanciato messaggi o mantenuto atteggiamenti ambigui, quando non volutamente di presunzione o prepotenza.
Ancora più attenzione si deve fare a non divenire grimaldello per le altrui malefatte, strumenti per offesa e non soggetti e portatori in proprio.
L'ultimo caso: le classi differenti per immigrati;
dov'è la vergogna, se s'insegna l'italiano agli studenti stranieri ?
Guardiamo con l'occhio della formazione e della crescita, non come un rinchiudere selvaggina in una riserva, come auspicano, vogliono e menano detto che è - mentendo e sapendo di mentire - i ripetenti, con Master in disinformatjia, usciti dalle scuole dei maestri-gestori dei Gulag !
Eccoli, i guastatori e specialisti della demolizione, quelli della gran muraglia berlinese, che con le ossa costruirono muri ben peggiori, a tentare lo scasso e lo scardine, a rientrare dalla finestra dopo essere stati cacciati e calciati dalla porta, che di termiti hanno bisogno per far numero e buchi nella casa che non li ha voluti.
Sono a soffiare sul fuoco del razzi-xeno-fascismo, a cavalcare la notizia della "Somala desnuda", una trafficante di droga che rifiutava i dovuti controlli o dello spaccavetrine del "raid nazifascista" del Pigneto, in quel di Roma, poi trovato con il ritratto di Che Guevara tatuato sul braccio, che di quella parte era;
o il caso del fuoco in un campo di nomadi, ove "suggeritori" ebbero ad imboccare operatori di un'associazione per l'assistenza, pronti a spergiurare d'aver visto marmaglia fascistoide che lanciava bombe incendiarie, tranne essere smentiti dagli stessi zingari, che la causa dell'incendio fu per cause accidentali.
Di sputtanamenti simili né son piene le fosse, ma il senno, i figuri, mai l'hanno avuto a riprendere.
Sono come quelli che arringano e aizzano la folla, a che impicchino e vadano a linciare senza dar modo di usare prima razionalità e ragione.
Sono loro i veri incendiari: terroristi della cattiva politica.
I Neroni sono ad usare alunni come zolfanello e scuola come pagliaio, per cantare sui resti carbonizzati della nostra società, che loro vorrebbero "rieducata", ricostruita dalle braci, disinfettata, disinfestata, purificata e ricondotta alla dottrina dei "padri affondatori", i lombi primitivi e primevi.
Ecco sparlare di "istigazione al razzismo", "classi senza cielo", "discriminazione tra i più piccoli", "ghettizzazione dei bambini", "provvedimento ghettizzante", sino al demenziale, del Komunista Diliberto, che parla di "apartheid":
tanti stoppini infilati nelle Molotov, lanciate nella paglia;
e raccomandazione assurda, a che gli insegnanti si "dotino d'archi con molte faretre";
forse devono imparare l'arabiotico, il cinesotto, il giapponesario, il banturese, il pigmeiano, il codice binario e tranviario ?
Forse i malinconici falcemartelluti sono a rimpiangere il "sei politico", che permise a molti asini di uscire della stalla ed entrare nel circolo politico.
Ora vorrebbero che ad altri spuntassero le loro stesse orecchie lunghe, a credere sia normalità;
la vera "classe senza cielo" sono loro:
un firmamento alto e irraggiungibile...come il sol dell'avvenire !
Io, secondo me...16.10.2008
In Italia si parla l'italiano;
magari, dove proprio si sta un poco indietro, un misto dialetto-italianese magari ostico da decifrare, ma interpretabile.
Entri, magari ci stai poco, giri, ti guardi attorno e torni al paese tuo: non sei obbligato ad imparare la lingua di dove stai, sosti, parcheggi e passeggi per un poco e te ne vai;
pochi gesti, una certa mimica, l'adattarsi a chiedere una cosa e t'arriva un'altra e rassegnarsi a ripartire da capo perché l'altro finalmente capisca e ti serva, secondo intenzione, e poi via: cammello e valigia e torni alla cuccia tua, nella consapevolezza che, nella tana altrui, sei tu a doverti adeguare...o no ?
Se poi hai la fortuna di incontrare il vigile, il cameriere, l'autista, il giornalaio o la maestra che capisce il tuo "arabese", tanto di guadagnato, ma è valore aggiunto di queste figure il sapere, non passo obbligato.
In fin dei conti, mica ti ho cercato io: sei tu che hai incagliato il gommone sulla mia spiaggia, ti sei fatto ospitare e hai trovato fortuna in un lavoro e in una qualità di vita che, se era meglio da dove venivi sei un pirla, per aver traslocato da una reggia alla topaia.
Dato per certo - salvo tu sia un masochista - che da noi, tutto sommato, non è poi così malaccio, sono a chiederti un minimo di rispetto, per la terra e la Storia dei miei padri;
almeno la lingua vedi di impararla, e il "marocchinese" tientelo per e tra le mura della tua abitazione.
E si, perché se pretendi il contrario, allora m'incazzo, perché ne deduco che vuoi ficcarmi nello strozzo un rospo che non ho nessuna intenzione d'ingoiare !
E ancora, per favore, non andare in giro a starnazzare: «Siete razzisti, siete xenofobi»;
se pretendete, vi rispondo: «Siete rompicoglioni, e nessuno vi trattiene dal cercare gente e albergo più accogliente.
Siamo in Italia.
In Italia si parla l'italiano;
se vuoi restare in pianta stabile, imparalo e lo stesso per i tuoi figli.
A scuola, non possiamo costringere gli altri - e nemmeno gli insegnati - a dover fare un corso di cinese, di swahili, di lingua cirillica o runica, di comprensione di pittogrammi, geroglifici e ondine arabeggianti.
Non hai avuto tempo di imparare, e così la tua prole ?
Nessun problema: pazienza, olio alle meningi e al gomito, lubrificazione alla lingua e si risale lo scoglio, che non dobbiamo cercare la stele di Rosetta e andare per tentativi, nel chiedere: «Wat ai dett iù ? No capisc !»
Guarda che il muro del ghetto, altrimenti, non sorge dal di fuori, ma te lo costruisci da dentro, costretto a vivere tra la rete del pollaio e con le tue galline !
Guardati attorno: ogni prodotto che è venduto ha un libretto con le istruzioni, in diverse lingue;
io tengo e consulto quel che è nel mio idioma: il resto lo allontano, che non sono obbligato a studiare d'altro, se non - al limite - per sfizio, non per legge divina.
Dovunque, se non accetto condizioni e regole o, peggio, le voglio piegare a mio comodo e piacimento, devo essere pronto a non recriminare e prepararmi a ricevere rifiuti o sputi, in rapporto e in modo proporzionale all'aggressività con cui porto avanti le mie pretese.
Non è razzismo, e neppure xenofobia: si paga l'errore di avere lanciato messaggi o mantenuto atteggiamenti ambigui, quando non volutamente di presunzione o prepotenza.
Ancora più attenzione si deve fare a non divenire grimaldello per le altrui malefatte, strumenti per offesa e non soggetti e portatori in proprio.
L'ultimo caso: le classi differenti per immigrati;
dov'è la vergogna, se s'insegna l'italiano agli studenti stranieri ?
Guardiamo con l'occhio della formazione e della crescita, non come un rinchiudere selvaggina in una riserva, come auspicano, vogliono e menano detto che è - mentendo e sapendo di mentire - i ripetenti, con Master in disinformatjia, usciti dalle scuole dei maestri-gestori dei Gulag !
Eccoli, i guastatori e specialisti della demolizione, quelli della gran muraglia berlinese, che con le ossa costruirono muri ben peggiori, a tentare lo scasso e lo scardine, a rientrare dalla finestra dopo essere stati cacciati e calciati dalla porta, che di termiti hanno bisogno per far numero e buchi nella casa che non li ha voluti.
Sono a soffiare sul fuoco del razzi-xeno-fascismo, a cavalcare la notizia della "Somala desnuda", una trafficante di droga che rifiutava i dovuti controlli o dello spaccavetrine del "raid nazifascista" del Pigneto, in quel di Roma, poi trovato con il ritratto di Che Guevara tatuato sul braccio, che di quella parte era;
o il caso del fuoco in un campo di nomadi, ove "suggeritori" ebbero ad imboccare operatori di un'associazione per l'assistenza, pronti a spergiurare d'aver visto marmaglia fascistoide che lanciava bombe incendiarie, tranne essere smentiti dagli stessi zingari, che la causa dell'incendio fu per cause accidentali.
Di sputtanamenti simili né son piene le fosse, ma il senno, i figuri, mai l'hanno avuto a riprendere.
Sono come quelli che arringano e aizzano la folla, a che impicchino e vadano a linciare senza dar modo di usare prima razionalità e ragione.
Sono loro i veri incendiari: terroristi della cattiva politica.
I Neroni sono ad usare alunni come zolfanello e scuola come pagliaio, per cantare sui resti carbonizzati della nostra società, che loro vorrebbero "rieducata", ricostruita dalle braci, disinfettata, disinfestata, purificata e ricondotta alla dottrina dei "padri affondatori", i lombi primitivi e primevi.
Ecco sparlare di "istigazione al razzismo", "classi senza cielo", "discriminazione tra i più piccoli", "ghettizzazione dei bambini", "provvedimento ghettizzante", sino al demenziale, del Komunista Diliberto, che parla di "apartheid":
tanti stoppini infilati nelle Molotov, lanciate nella paglia;
e raccomandazione assurda, a che gli insegnanti si "dotino d'archi con molte faretre";
forse devono imparare l'arabiotico, il cinesotto, il giapponesario, il banturese, il pigmeiano, il codice binario e tranviario ?
Forse i malinconici falcemartelluti sono a rimpiangere il "sei politico", che permise a molti asini di uscire della stalla ed entrare nel circolo politico.
Ora vorrebbero che ad altri spuntassero le loro stesse orecchie lunghe, a credere sia normalità;
la vera "classe senza cielo" sono loro:
un firmamento alto e irraggiungibile...come il sol dell'avvenire !
Io, secondo me...16.10.2008
mercoledì 15 ottobre 2008
Oggi mi è venuto così...
- «Maledetto guercio !»
Eccomi, vecchio, stanco e malmesso, ormai al capolinea, ripassare e rimuginare il passato...anzi, il "passaggio";
- «Avanti, avanti, gridava lui, l’Annibale Barca...avanti un corno, avrei voluto rispondere; anzi, visto il seguito: una zanna !»
E già, con il Barca e sulla stessa barca, c’era l’intero caravanserraglio: cani e porci...ed elefanti che, alla partenza, i possenti animali da guerra erano ben trentasette !
Tutti, uomini e bestie, in principio campavano di un bene che era una meraviglia: chi sulle coste assolate d’Africa, chi su quelle tiepide e fresche di Spagna;
fino a che il guercio s’incaponì a voler prendere i romani alle spalle, o per il culo, secondo le interpretazioni.
Non se l’aspettavano, questo bisogna dirlo, e la cosa gli bruciò molto.
Dapprima controvoglia, poi contagiato dall’entusiasmo e dalla sfida, attraversai i passi dei Pirenei e i ghiacciai delle Alpi, vedendo compagni cadere nei crepacci, morire per il freddo e gli stenti ed infilzati dalle frecce e dai giavellotti di quei bellicosi montanari, che ci vedevano come neve negli occhi.
Una volta in pianura, m’accorsi con sgomento d’essere il solo della mia gente;
Combattei con il guercio in alcuni dei suoi innumerevoli scontri ma, per le ferite delle sanguinose battaglie nella Pianura Padana - sulle rive del Ticino e della Trebbia - per il cibo a me ostile e il freddo assassino delle italiche montagne, stremato, restai indietro;
Io, Surus, conosciuto anche come Barrus, sedetti e stetti lì, sulle sponde del torrente Ceno.
Il ricordo del clangore delle armi, il pianto e il riso, pian piano si attutì, come il mio udito, così come l’odore del sudore, del sangue e della morte.
Attorno a me passano uomini ed armati, in su e in giù andare, e a loro rubai le storie, attorno ai bivacchi.
- «A Canne, i romani ne hanno persi 50.000»;
attorno al fuoco, si formano le ombre lunghe disegnate dai fuochi, e la conta del massacro è grande, come gli occhi increduli di quelli che ascoltano uno che ha visto quel cimitero, dopo il passaggio del generale cartaginese.
Un altro, che aveva una pezza sull’occhio e una cicatrice, che andava da quello fino alla base del mento, proseguì, insieme parlando e roteando il coltello, dove era infilzato un pezzo di carne:
- «Sul Trasimeno Roma già ebbe una lezione, ma non fece tesoro della forza di Maarbale e della sua cavalleria, come delle fionde e dei sassi dei frombolieri delle Baleari: lì, come a Canne, caddero sotto i veloci cavalli o allineati tra la terra e l’acqua, dove la scelta era morire all’asciutto o annegati, zavorrati al fondo dalla pesante armatura».
Una tosse insistente e sorda scuote i miei polmoni facendo tremare la cassa toracica, come un terremoto con la terra.
Le ginocchia si piegano, che mi sembra di poggiare su tronchi che si spezzano.
- «Hannibal ante portas !»
E bravo il mio guercio, ma sento che non mi riuscirà più di catturare altre storie di lui.
Il tempo che mi è stato concesso fugge, e un poco mi dispiace di non essere riuscito a proseguire cammino e mirabili gesta, però il mio nome è sulla bocca di tutti: Surus, l’ultimo !
la mia esistenza è stata breve, ma intensa, che un giorno da leone è meglio di cent’anni da pecora.
- «Maledetto guercio, grazie: è stato il più glorioso tempo dell’esistere; io, Surus, l’ultimo dei tuoi elefanti, il più valoroso di tutte le guerre puniche, sto morendo per la malaria delle paludi appenniniche, ma furono formidabili quegli anni !»
Ho sonno, sento freddo, come sulle cime innevate; mi sento leggero, come mai prima.
Penso che mi preparerò il giaciglio per un lungo, lunghissimo sonno.
- «Buonanotte, maledetto, meraviglioso guercio !»
Eccomi, vecchio, stanco e malmesso, ormai al capolinea, ripassare e rimuginare il passato...anzi, il "passaggio";
- «Avanti, avanti, gridava lui, l’Annibale Barca...avanti un corno, avrei voluto rispondere; anzi, visto il seguito: una zanna !»
E già, con il Barca e sulla stessa barca, c’era l’intero caravanserraglio: cani e porci...ed elefanti che, alla partenza, i possenti animali da guerra erano ben trentasette !
Tutti, uomini e bestie, in principio campavano di un bene che era una meraviglia: chi sulle coste assolate d’Africa, chi su quelle tiepide e fresche di Spagna;
fino a che il guercio s’incaponì a voler prendere i romani alle spalle, o per il culo, secondo le interpretazioni.
Non se l’aspettavano, questo bisogna dirlo, e la cosa gli bruciò molto.
Dapprima controvoglia, poi contagiato dall’entusiasmo e dalla sfida, attraversai i passi dei Pirenei e i ghiacciai delle Alpi, vedendo compagni cadere nei crepacci, morire per il freddo e gli stenti ed infilzati dalle frecce e dai giavellotti di quei bellicosi montanari, che ci vedevano come neve negli occhi.
Una volta in pianura, m’accorsi con sgomento d’essere il solo della mia gente;
Combattei con il guercio in alcuni dei suoi innumerevoli scontri ma, per le ferite delle sanguinose battaglie nella Pianura Padana - sulle rive del Ticino e della Trebbia - per il cibo a me ostile e il freddo assassino delle italiche montagne, stremato, restai indietro;
Io, Surus, conosciuto anche come Barrus, sedetti e stetti lì, sulle sponde del torrente Ceno.
Il ricordo del clangore delle armi, il pianto e il riso, pian piano si attutì, come il mio udito, così come l’odore del sudore, del sangue e della morte.
Attorno a me passano uomini ed armati, in su e in giù andare, e a loro rubai le storie, attorno ai bivacchi.
- «A Canne, i romani ne hanno persi 50.000»;
attorno al fuoco, si formano le ombre lunghe disegnate dai fuochi, e la conta del massacro è grande, come gli occhi increduli di quelli che ascoltano uno che ha visto quel cimitero, dopo il passaggio del generale cartaginese.
Un altro, che aveva una pezza sull’occhio e una cicatrice, che andava da quello fino alla base del mento, proseguì, insieme parlando e roteando il coltello, dove era infilzato un pezzo di carne:
- «Sul Trasimeno Roma già ebbe una lezione, ma non fece tesoro della forza di Maarbale e della sua cavalleria, come delle fionde e dei sassi dei frombolieri delle Baleari: lì, come a Canne, caddero sotto i veloci cavalli o allineati tra la terra e l’acqua, dove la scelta era morire all’asciutto o annegati, zavorrati al fondo dalla pesante armatura».
Una tosse insistente e sorda scuote i miei polmoni facendo tremare la cassa toracica, come un terremoto con la terra.
Le ginocchia si piegano, che mi sembra di poggiare su tronchi che si spezzano.
- «Hannibal ante portas !»
E bravo il mio guercio, ma sento che non mi riuscirà più di catturare altre storie di lui.
Il tempo che mi è stato concesso fugge, e un poco mi dispiace di non essere riuscito a proseguire cammino e mirabili gesta, però il mio nome è sulla bocca di tutti: Surus, l’ultimo !
la mia esistenza è stata breve, ma intensa, che un giorno da leone è meglio di cent’anni da pecora.
- «Maledetto guercio, grazie: è stato il più glorioso tempo dell’esistere; io, Surus, l’ultimo dei tuoi elefanti, il più valoroso di tutte le guerre puniche, sto morendo per la malaria delle paludi appenniniche, ma furono formidabili quegli anni !»
Ho sonno, sento freddo, come sulle cime innevate; mi sento leggero, come mai prima.
Penso che mi preparerò il giaciglio per un lungo, lunghissimo sonno.
- «Buonanotte, maledetto, meraviglioso guercio !»
martedì 14 ottobre 2008
Sadomasopolitik
- «Fammi male», dice uno;
- «No», risponde l'altro.
Il rapporto tra il masochista e il sadico si concentra tra la prima richiesta e la risposta che, proprio negando il piacere, facilita l'orgasmo: uno chiede che gli si faccia male e l'altro gongola del rifiuto e ognuno gode, secondo natura.
Ecco: io penso che qualcosa di simile è successo tra la Moratti - sindaco meneghino - e Elio Catania, presidente della Metropolitana Milanese;
altrimenti, come si può definire una che chiama a se un tizio referenziato come quello che arriva, dall'aver fatto danni nell'errare, a perseverare nel diabolico ?
Pesco nel torbido, prendendo spunto da un bell'articolo del bravo Gianfranco Pagliarulo, su EPolis Milano.
L'antefatto parte dal passare di pochi giorni, che ancora fresco rimane il ricordo di un Lunedi nero, dove la sotterranea linea verde si blocca e rimane paralitica per ben tredici ore.
Nello scorrere di queste righe è attuale lo scontro tra due mezzi di superficie, due generazioni d'acciaio- un vecchio e il nuovo - che vanno a rottame in uno scambio, che li porta in rotta di collisione.
Non so il Catania cosa ancora aggiungerà, ma mi basta parlare del primo dire, che l'eventuale non aggiungerà sale all'insipienza;
- «Il guasto d'oggi è il prezzo che la città e l'azienda pagano per dieci anni di mancati investimenti nell'ammodernamento delle infrastrutture. Ma ciascun dipendente [...] deve chiedere scusa ai clienti per il disservizio inaccettabile».
Roba da renderlo a calci, a sostituire altro invece delle tonsille !
Ecco che uno strapagato inetto alza il cassone e fa scivolare la merda sopra il formicaio, quando ne è stato guida e direttore d'opera: ora ne calpesta subordinati e operai.
A dire il vero, per il tipo sarebbe bastato che la Moratti applicasse la vecchia e saggia regola:
"Se lo conosci, lo eviti !"
E già, perché il tipo già nel 2004 era stato messo a capo presidente e amministratore delegato delle Ferrovie, sostituendo Giancarlo Cimoli, spostato di una casella e sedutosi poi sulla poltrona dell'Alitalia:
dal de..raglio alla picchiata.
Entrambi si sono gemellati, a confermare la "regola del massimo incapace": un gradino più in basso sei il massimo di bravura, che usi al meglio la tua dotazione naturale; un passo sopra, superi le tue capacità, diventando un massimo incapace.
Saltando il discorso aviatorio - che è fresco uovo di giornata quanto l'ala è stata ridimensionata - continuiamo a scoprire le vergogne dell'Elio: crescita esponenziale delle perdite, che il Catania porta a record, ma al contrario, triplicandole.
Era l'epoca dei binari che "sbullonavano" e dei treni che si fiondavano contro i muri delle abitazioni;
era - ma poco è cambiato - il momento delle latrine su rotaia, che parevano bidoni d'immondizia su binari che, più che i passeggeri erano pulci e zecche a doversi lamentare d'essere impestate dagli uomini, se non altro per il diritto al voto di maggioranza, che erano quelle a detenerlo !
Allora, come oggi, il Catania perde pelo ma tiene il vizio: era sempre colpa delle maestranze, era sempre "errore umano", era sempre uno spalatore e spanditore di cacca;
lui strapagato capitano della nave, sulla scialuppa di salvataggio era ad inveire contro i marinai, rimasti sulla nave portata sugli scogli !
Dopo aver fatto del suo peggio, se né usci con una liquidazione principesca: ben sette milioni di Euro.
Fossi stato io al suo posto, neppure volendo sarei riuscito a fare peggio ma, visto i risultati, qualunque testa con il vuoto pneumatico tra le orecchie avrebbe potuto eguagliare il nostro eroe.
Ma la Moratti che, come Penelope, ha fatto e disfatta scuola, si è comportata da eterna ripetente, dimostrando di non avere imparato nulla, accogliendo tra le sue braccia quel figliol prodigo e prodigio...di sventure.
Proprio vero che "Dio li fa poi li accoppia" !
Io, secondo me...14.10.2008
- «No», risponde l'altro.
Il rapporto tra il masochista e il sadico si concentra tra la prima richiesta e la risposta che, proprio negando il piacere, facilita l'orgasmo: uno chiede che gli si faccia male e l'altro gongola del rifiuto e ognuno gode, secondo natura.
Ecco: io penso che qualcosa di simile è successo tra la Moratti - sindaco meneghino - e Elio Catania, presidente della Metropolitana Milanese;
altrimenti, come si può definire una che chiama a se un tizio referenziato come quello che arriva, dall'aver fatto danni nell'errare, a perseverare nel diabolico ?
Pesco nel torbido, prendendo spunto da un bell'articolo del bravo Gianfranco Pagliarulo, su EPolis Milano.
L'antefatto parte dal passare di pochi giorni, che ancora fresco rimane il ricordo di un Lunedi nero, dove la sotterranea linea verde si blocca e rimane paralitica per ben tredici ore.
Nello scorrere di queste righe è attuale lo scontro tra due mezzi di superficie, due generazioni d'acciaio- un vecchio e il nuovo - che vanno a rottame in uno scambio, che li porta in rotta di collisione.
Non so il Catania cosa ancora aggiungerà, ma mi basta parlare del primo dire, che l'eventuale non aggiungerà sale all'insipienza;
- «Il guasto d'oggi è il prezzo che la città e l'azienda pagano per dieci anni di mancati investimenti nell'ammodernamento delle infrastrutture. Ma ciascun dipendente [...] deve chiedere scusa ai clienti per il disservizio inaccettabile».
Roba da renderlo a calci, a sostituire altro invece delle tonsille !
Ecco che uno strapagato inetto alza il cassone e fa scivolare la merda sopra il formicaio, quando ne è stato guida e direttore d'opera: ora ne calpesta subordinati e operai.
A dire il vero, per il tipo sarebbe bastato che la Moratti applicasse la vecchia e saggia regola:
"Se lo conosci, lo eviti !"
E già, perché il tipo già nel 2004 era stato messo a capo presidente e amministratore delegato delle Ferrovie, sostituendo Giancarlo Cimoli, spostato di una casella e sedutosi poi sulla poltrona dell'Alitalia:
dal de..raglio alla picchiata.
Entrambi si sono gemellati, a confermare la "regola del massimo incapace": un gradino più in basso sei il massimo di bravura, che usi al meglio la tua dotazione naturale; un passo sopra, superi le tue capacità, diventando un massimo incapace.
Saltando il discorso aviatorio - che è fresco uovo di giornata quanto l'ala è stata ridimensionata - continuiamo a scoprire le vergogne dell'Elio: crescita esponenziale delle perdite, che il Catania porta a record, ma al contrario, triplicandole.
Era l'epoca dei binari che "sbullonavano" e dei treni che si fiondavano contro i muri delle abitazioni;
era - ma poco è cambiato - il momento delle latrine su rotaia, che parevano bidoni d'immondizia su binari che, più che i passeggeri erano pulci e zecche a doversi lamentare d'essere impestate dagli uomini, se non altro per il diritto al voto di maggioranza, che erano quelle a detenerlo !
Allora, come oggi, il Catania perde pelo ma tiene il vizio: era sempre colpa delle maestranze, era sempre "errore umano", era sempre uno spalatore e spanditore di cacca;
lui strapagato capitano della nave, sulla scialuppa di salvataggio era ad inveire contro i marinai, rimasti sulla nave portata sugli scogli !
Dopo aver fatto del suo peggio, se né usci con una liquidazione principesca: ben sette milioni di Euro.
Fossi stato io al suo posto, neppure volendo sarei riuscito a fare peggio ma, visto i risultati, qualunque testa con il vuoto pneumatico tra le orecchie avrebbe potuto eguagliare il nostro eroe.
Ma la Moratti che, come Penelope, ha fatto e disfatta scuola, si è comportata da eterna ripetente, dimostrando di non avere imparato nulla, accogliendo tra le sue braccia quel figliol prodigo e prodigio...di sventure.
Proprio vero che "Dio li fa poi li accoppia" !
Io, secondo me...14.10.2008
mercoledì 8 ottobre 2008
Xenorazzifollia
Muto.
Il rassicurante suono del cicalino diventa omertoso, mentre l'occhio di un semaforo sovradimensionato passa ad un rosso sangue minaccioso e la sbarra rimane ostinatamente abbassata, mentre nello specchietto retrovisore riesco a vedere solo lo stemma del camion che tallona il piccolo scatolozzo su ruote che mi contiene.
- «'azzarola: se il bisonte non frena io a Nova Milanese non ci arrivo, e Magdi Cristiano Allam l'incontro solo se mi evoca al tavolino della seduta spiritica !»
Bella cosa il Telepass, che ti permette d'evitare le code ai caselli autostradali...sempre che la moglie, nel pulire il parabrezza interno della macchinina, non ti sposta e scollega l'aggeggio, impedendogli così di abbeverarsi alla vitale energia della batteria e fare il suo dovere, nel formulare la frase magica "Apriti sesamo".
L'intercessione dei Santi, la raccomandazione dei miei poveri defunti, il buon Dio, che non ha estratto il tesserino rosso di squalifica, una semplice botta di culo, la prontezza di riflessi dell'altro autista o tutto ciò assieme, mi ha permesso di continuare ad abitare su - e non sotto -questa terra.
Inutile dire che l'armadio a più ante, che guidava dietro di me, era nella cabina che agitava i due pilastri attaccati al tronco e non per scacciare una mosca;
sceso dalla macchina ho steso il tappetino di gomma e, rivolto in direzione del Tir, mi sono genuflesso recitando la preghiera del perdono, la litania delle scuse e mostrato atto di sottomissione e rispetto al maschio dominante che, un poco più rabbonito, ha smoccolato di ritorno e innestato la salvifica retromarcia, rinunciando a sprangare quell'imbranato che gli stava rovinando una giornata di lavoro.
Mi ero già lasciato alle spalle il ricordo dello scampato pericolo - e della "fatwa" lanciata alla moglie, vietandole manovre di qualsivoglia tipo nello spazio del prezioso "apristanga" elettronico - che una notizia fresca di stampa mi agghiacciava, nel provare quanto un avvenimento di poco spessore possa innescare reazioni violente, se non omicide:
"Alessandria, statale 10 Tortona-Voghera: si è fermato nei pressi di un bar, vicino ad Alessandria, per far pipì [...]il proprietario dell'esercizio è uscito, ha tirato fuori la pistola, gli spara e lo uccide: i carabinieri lo hanno trovato accanto al cadavere, nel tentativo di nasconderlo".
Follia, mormora la gente; e se l'accoppato fosse stato di colore ?
Un pari gesto omicida per futili motivi era accaduto poco tempo addietro, vittima Abdul "Abba" Samir Guibre, accoppato a bastonate dalla rabbia di Fausto e Daniele Cristofoli, padre e figlio, proprietari del bar Shining a Milano, dopo che il ragazzo aveva rubato un pacchetto di biscotti: allora si spese la parola "razzismo", in un atto di politico sciacallaggio, a prendere un puro atto di pazzia per contornarlo e pomparlo, a diventare di dimensioni atte a scatenare paura e panico, da sfruttare e cavalcare per rimontare posizioni perdute, alla ricerca della "poltrona perduta".
Uguale per il gruppo di minorenni, che aggredisce un cinese: si attribuisce al branco capacità di coniugare concetto complesso, come la xenofobia, quando la non perseguibilità penale degli stessi, qualora avessero soppresso la loro vittima, perché, per l'età: incapaci di intendere di volere;
e allora perché dovrebbero capire cosa significa "razzismo" ?
E il tizio del mercato, che lascia la sua bancarella per rincorrere e pestare il "coloured" di turno, che s'era messo accanto a lui, a vendere senza licenza ?
Ci si dimentica che una volta, quando erano pochi, erano tollerati - anzi, magari lo stesso mercante gli allungava qualche spicciolo - ma ora che una ciliegia ne ha portate altre, diventano aggressivi, seppur fuorilegge, e fanno forza e prepotenza con il numero: la realtà o il percepirla come tale, ha scatenato la reazione di una vicinanza ingombrante, ma è più simile a una difesa, il marcare un territorio e il suo legittimo e pagato utilizzo, che il raccogliere branco per la caccia.
Ma i soliti e conosciuti terroristi hanno anche qui soffiato sul fuoco, che solo dopo un incendio possono credere di poter colonizzare un terreno perduto !
E la storia di Amina Sheikh Said, che ha starnazzato come un'oca perché l'hanno spogliata e perquisita con dovizia e attenzione ?
Beh, personalmente da nera l'avrei fatta sbiancare e, se fosse stata bianca, l'avrei fatta nera;
no, non sono razzista: è lei che ha un "pedigree", dei precedenti da schifezza umana.
Leggo da "Libero" di Feltri:
"L'anno scorso era arrivata da Londra con 35 chili di droga nella valigia. Otto mesi fa ne aveva portati altri due [...] a Ciampino hanno deciso di perquisire la donna [...] perché lo stupefacente che più volte aveva tentato di introdurre nel nostro Paese, il Khat, è un potente allucinogeno che, insieme a cocaina ed eroina, è una sostanza di gran lunga più dannosa di hashish e marijuana".
Titoloni dei soliti giornali di sinistra parte: "Razzismo, caso Amina Sheikh Said".
Visto l'abitudine della tipa, certi articoli a suo favore mi paiono come gli apprezzamenti di chi s'è appena fatto una canna e magnifica il suo pusher, che gli ha offerto materiale per uno sballo giornalistico.
Anche qui razzismo e xenofobia c'entrano un cazzo, che non è patrimonio genetico degli italiani.
Tanti anni fa la possibilità di venire alle brutte con un musulmano o un extracomunitario sarebbe stata uguale al picchiare contro una sparuta palma, nel deserto;
ora, che di palme ce ne sono tante, è sempre più facile - per la legge dei grandi numeri - arrivare in contatto con l'eccezione di ieri, ma la regola dell'oggi;
ma non è razzismo o xenofobia: è solo questione di civile e incivile coabitare, beghe da condominio tra vicini troppo alle strette.
Aspetta che controllo il Telepass, che con l'ultimo sole mi sono un poco abbronzato:
se uno con il camion mi pesta come una cotoletta perché gli ho ostruito il casello, non voglio che poi si scriva:
"Razzismo, caso Yusuf ibn al-Fontan" !
Io, secondo me...08.10.2008
Il rassicurante suono del cicalino diventa omertoso, mentre l'occhio di un semaforo sovradimensionato passa ad un rosso sangue minaccioso e la sbarra rimane ostinatamente abbassata, mentre nello specchietto retrovisore riesco a vedere solo lo stemma del camion che tallona il piccolo scatolozzo su ruote che mi contiene.
- «'azzarola: se il bisonte non frena io a Nova Milanese non ci arrivo, e Magdi Cristiano Allam l'incontro solo se mi evoca al tavolino della seduta spiritica !»
Bella cosa il Telepass, che ti permette d'evitare le code ai caselli autostradali...sempre che la moglie, nel pulire il parabrezza interno della macchinina, non ti sposta e scollega l'aggeggio, impedendogli così di abbeverarsi alla vitale energia della batteria e fare il suo dovere, nel formulare la frase magica "Apriti sesamo".
L'intercessione dei Santi, la raccomandazione dei miei poveri defunti, il buon Dio, che non ha estratto il tesserino rosso di squalifica, una semplice botta di culo, la prontezza di riflessi dell'altro autista o tutto ciò assieme, mi ha permesso di continuare ad abitare su - e non sotto -questa terra.
Inutile dire che l'armadio a più ante, che guidava dietro di me, era nella cabina che agitava i due pilastri attaccati al tronco e non per scacciare una mosca;
sceso dalla macchina ho steso il tappetino di gomma e, rivolto in direzione del Tir, mi sono genuflesso recitando la preghiera del perdono, la litania delle scuse e mostrato atto di sottomissione e rispetto al maschio dominante che, un poco più rabbonito, ha smoccolato di ritorno e innestato la salvifica retromarcia, rinunciando a sprangare quell'imbranato che gli stava rovinando una giornata di lavoro.
Mi ero già lasciato alle spalle il ricordo dello scampato pericolo - e della "fatwa" lanciata alla moglie, vietandole manovre di qualsivoglia tipo nello spazio del prezioso "apristanga" elettronico - che una notizia fresca di stampa mi agghiacciava, nel provare quanto un avvenimento di poco spessore possa innescare reazioni violente, se non omicide:
"Alessandria, statale 10 Tortona-Voghera: si è fermato nei pressi di un bar, vicino ad Alessandria, per far pipì [...]il proprietario dell'esercizio è uscito, ha tirato fuori la pistola, gli spara e lo uccide: i carabinieri lo hanno trovato accanto al cadavere, nel tentativo di nasconderlo".
Follia, mormora la gente; e se l'accoppato fosse stato di colore ?
Un pari gesto omicida per futili motivi era accaduto poco tempo addietro, vittima Abdul "Abba" Samir Guibre, accoppato a bastonate dalla rabbia di Fausto e Daniele Cristofoli, padre e figlio, proprietari del bar Shining a Milano, dopo che il ragazzo aveva rubato un pacchetto di biscotti: allora si spese la parola "razzismo", in un atto di politico sciacallaggio, a prendere un puro atto di pazzia per contornarlo e pomparlo, a diventare di dimensioni atte a scatenare paura e panico, da sfruttare e cavalcare per rimontare posizioni perdute, alla ricerca della "poltrona perduta".
Uguale per il gruppo di minorenni, che aggredisce un cinese: si attribuisce al branco capacità di coniugare concetto complesso, come la xenofobia, quando la non perseguibilità penale degli stessi, qualora avessero soppresso la loro vittima, perché, per l'età: incapaci di intendere di volere;
e allora perché dovrebbero capire cosa significa "razzismo" ?
E il tizio del mercato, che lascia la sua bancarella per rincorrere e pestare il "coloured" di turno, che s'era messo accanto a lui, a vendere senza licenza ?
Ci si dimentica che una volta, quando erano pochi, erano tollerati - anzi, magari lo stesso mercante gli allungava qualche spicciolo - ma ora che una ciliegia ne ha portate altre, diventano aggressivi, seppur fuorilegge, e fanno forza e prepotenza con il numero: la realtà o il percepirla come tale, ha scatenato la reazione di una vicinanza ingombrante, ma è più simile a una difesa, il marcare un territorio e il suo legittimo e pagato utilizzo, che il raccogliere branco per la caccia.
Ma i soliti e conosciuti terroristi hanno anche qui soffiato sul fuoco, che solo dopo un incendio possono credere di poter colonizzare un terreno perduto !
E la storia di Amina Sheikh Said, che ha starnazzato come un'oca perché l'hanno spogliata e perquisita con dovizia e attenzione ?
Beh, personalmente da nera l'avrei fatta sbiancare e, se fosse stata bianca, l'avrei fatta nera;
no, non sono razzista: è lei che ha un "pedigree", dei precedenti da schifezza umana.
Leggo da "Libero" di Feltri:
"L'anno scorso era arrivata da Londra con 35 chili di droga nella valigia. Otto mesi fa ne aveva portati altri due [...] a Ciampino hanno deciso di perquisire la donna [...] perché lo stupefacente che più volte aveva tentato di introdurre nel nostro Paese, il Khat, è un potente allucinogeno che, insieme a cocaina ed eroina, è una sostanza di gran lunga più dannosa di hashish e marijuana".
Titoloni dei soliti giornali di sinistra parte: "Razzismo, caso Amina Sheikh Said".
Visto l'abitudine della tipa, certi articoli a suo favore mi paiono come gli apprezzamenti di chi s'è appena fatto una canna e magnifica il suo pusher, che gli ha offerto materiale per uno sballo giornalistico.
Anche qui razzismo e xenofobia c'entrano un cazzo, che non è patrimonio genetico degli italiani.
Tanti anni fa la possibilità di venire alle brutte con un musulmano o un extracomunitario sarebbe stata uguale al picchiare contro una sparuta palma, nel deserto;
ora, che di palme ce ne sono tante, è sempre più facile - per la legge dei grandi numeri - arrivare in contatto con l'eccezione di ieri, ma la regola dell'oggi;
ma non è razzismo o xenofobia: è solo questione di civile e incivile coabitare, beghe da condominio tra vicini troppo alle strette.
Aspetta che controllo il Telepass, che con l'ultimo sole mi sono un poco abbronzato:
se uno con il camion mi pesta come una cotoletta perché gli ho ostruito il casello, non voglio che poi si scriva:
"Razzismo, caso Yusuf ibn al-Fontan" !
Io, secondo me...08.10.2008
lunedì 6 ottobre 2008
Mal di Veltroni
Quando c'avevano loro le chiavi della dispensa, a quella avevano dato permesso d'accesso solo ai compagni di merende: Presidente di Camera e Senato e giù, giù, fino a quello che chiedeva 50 centesimi per andare al cesso, erano di loro;
all'opposizione, nemmeno le bucce di patate da ciucciare.
Con metà dell'elettorato dalla loro, comandavano - non amministravano - su quello e sugli altri, impipandosene dell'equilibrio dei pesi sulla bilancia.
Il messaggio degli italiani era chiaro: visto che nessuno può fare il bauscia, vedete di lasciare il cazzeggio politico, di zappare e piantare semi nell'orto, che non doveva essere più di guerra, ma di una comunità che doveva ricostruire dalle macerie di quella.
Il risultato s'è visto: botte da orbi tra loro per chi doveva schiacciare i bottoni della stanza di comando, come alla PlayStation che, alla fine, economicamente pareva d'essere a Chernobyl con Napoli ridotta ad una Bidonville.
Alta velocità, rigassificatori, termovalorizzatori: veto su ogni cosa, immobilismo, anzi, paresi assoluta.
Il paese sembrava muoversi tra nonno lettiga e mamma flebo.
Giocavano al dire, sbagliare, per finire a lettera e - fortunatamente - a testamento.
Oggi siamo al fare e, muovendosi, anche sbagliando si può rimediare, che dagli errori s'impara e si migliora, ma dal rachitismo non si sarebbe guariti, fissi alle schioppettate della sfiga.
All'approssimarsi dell'affondo del barcone, ecco il «Si salvi chi può !»
Come armate in rotta, quelli che non si tolgono l'armatura ideologica affondano nel fango;
una parte si toglie le croste e si mescola, copiando le mosse di quello che s'indovina sarà il vincitore:
ecco copiare per due terzi il simbolo tricolore dell'acronimo del partito destinato alla gloria, il modo di muoversi, il declamare, perfino il dar di barzelletta e tentando di sovrapporsi con la mimica all'avversario più accreditato, volendo spegnergli l'audio per poi fare doppiaggio in proprio.
Inutile, che il caffè di cicoria non potrà mai avere gusto diverso da quello che la natura gli ha appiccicato.
La parte più giurassica di quelli collassa, quasi si estingue, come i dinosauri dopo la caduta del meteorite;
i sopravvissuti simulano una presa di coscienza, fingono signorilità e, addirittura, quasi a voler dimostrare magnanimità, come il signorotto compassionevole verso il villano, millantano fattiva collaborazione.
L'intero paese pare tirare un sospiro di sollievo: «Vuoi vedere che forse l'hanno capita di smettere di beccarsi, si tirano su le maniche, sputano nelle mani e danno di badile ?»
Dura poco.
Il lontano brontolare diventa ruggito e rumore di cose infrante, mentre il trattore sfonda e abbatte decenza e speranza: Tontino di Pietro, dell'Italia Dei Veleni, applica la sgrammatica del verbo «Io a quello lo sfascio !»
Il Pietro Manetta trascina "Uòlter" Veltroni e la sua gente a confrontarsi con mezzi e modi tipici da beota d'osteria: la rissa.
Ora, il povero Valterino, come imitatore, vale una cicca: né come brutta copia di Berlusconi, né come caricatura campagnola del sottoprodotto grammaticale del "Dolce stil novo", cresciuto nella romantica lettura del "T'amo pio bove".
Tontino dice che Berlusca è un pappone: «C'ha ragione !» dice Uòlter.
Tontino dice che siamo al regime fascista: «C'ha ragione !» dice Uòlter.
Minorenni - incapaci d'intendere e di volere, dice la legge - picchiano un cinese e la camorra - semplici criminali - ammazza degli uomini di colore mentre un ragazzo - "Abba" Abdul Gruibe, il 19enne originario del Burkina Faso - è ucciso a sprangate da un barista cui ha fregato dei biscotti: «Razzismo, xenofobia !» urla Tontino;
«C'ha ragione !» dice Uòlter.
Alla fine pare un deficiente, accompagnato dalla badante.
«Berlusconi non ammette che esista l'opposizione», urla la nostra sbiadita macchietta, durante un'intervista di quella che, dal nome, pare la direttrice di una scuola di ballo, ma lo è invece dell'Unità: la Concita De Gregorio;
lamenta un "clima da pensiero unico", e di un regime che "ha fastidio per l'esistenza dell'opposizione, dei sindacati, del Parlamento e dei giornalisti che dicono cose che a lui non piacciono".
Milioni d'italiani - cretini - hanno votato e dato delega ad uno che manda "tanti segnali di un possibile slittamento verso una perdita della democrazia".
Dopo essersi fatto una pera di grappa, direttamente in vena, tromboneggia:
«A Berlusconi tutto è consentito [...] c'è un pensiero unico dove anche il sistema della comunicazione è assolutamente piegato»: l'illuminato, il veggente, vede cose che milioni di scimuniti e guerci ignorano.
«[...] farà solo decreti: la Costituzione prevede che siano possibili solo con determinati requisiti di necessità e urgenza».
E già, caro Uòlter: necessità e urgenza, hanno permesso di rimuovere la monnezza, che tu e i tuoi avevate lasciato a Napoli, e aiutano oggi, che siamo ad affrontare sbarchi di clandestini, criminalità d'importazione, crollo di Banche mondiali e tanto, ma tanto di peggio.
Mi domando: da quanto manchi dall'Italia ?
Caro amico, finalmente ci si muove, dopo che te e i tuoi eravate al volante e, come i bambini, senza muovervi, facevate con la bocca:
- «Bruuummm...bruuuuuummmmmMMMMM...UoooOOOOMMmmmm».
Avremo tempo di migliorare, e tutto e tanto sarà perfettibile, ma non guardando le cose come al cinema, davanti ad un telo, mangiando Pop-Corn mentre scorrono le immagini de "La Penisola dei fumosi".
Ultimamente D'Alema, anticipato prima da Violante e poi dal Bertinotti, auspicava una riapertura, il ritrovare pacatezza e dialogo con la maggioranza;
ma Uòlter no: quando esce senza la badante, che gli fa da suggeritore e guida, si perde.
Tontino l'ha abbandonato sull'autostrada, da solo, scaricandolo dal trattore.
Scusate, devo andare;
m'è venuto un mal di pancia...di ventre, anzi: di Veltroni !
Io, secondo me...06.10.2008
all'opposizione, nemmeno le bucce di patate da ciucciare.
Con metà dell'elettorato dalla loro, comandavano - non amministravano - su quello e sugli altri, impipandosene dell'equilibrio dei pesi sulla bilancia.
Il messaggio degli italiani era chiaro: visto che nessuno può fare il bauscia, vedete di lasciare il cazzeggio politico, di zappare e piantare semi nell'orto, che non doveva essere più di guerra, ma di una comunità che doveva ricostruire dalle macerie di quella.
Il risultato s'è visto: botte da orbi tra loro per chi doveva schiacciare i bottoni della stanza di comando, come alla PlayStation che, alla fine, economicamente pareva d'essere a Chernobyl con Napoli ridotta ad una Bidonville.
Alta velocità, rigassificatori, termovalorizzatori: veto su ogni cosa, immobilismo, anzi, paresi assoluta.
Il paese sembrava muoversi tra nonno lettiga e mamma flebo.
Giocavano al dire, sbagliare, per finire a lettera e - fortunatamente - a testamento.
Oggi siamo al fare e, muovendosi, anche sbagliando si può rimediare, che dagli errori s'impara e si migliora, ma dal rachitismo non si sarebbe guariti, fissi alle schioppettate della sfiga.
All'approssimarsi dell'affondo del barcone, ecco il «Si salvi chi può !»
Come armate in rotta, quelli che non si tolgono l'armatura ideologica affondano nel fango;
una parte si toglie le croste e si mescola, copiando le mosse di quello che s'indovina sarà il vincitore:
ecco copiare per due terzi il simbolo tricolore dell'acronimo del partito destinato alla gloria, il modo di muoversi, il declamare, perfino il dar di barzelletta e tentando di sovrapporsi con la mimica all'avversario più accreditato, volendo spegnergli l'audio per poi fare doppiaggio in proprio.
Inutile, che il caffè di cicoria non potrà mai avere gusto diverso da quello che la natura gli ha appiccicato.
La parte più giurassica di quelli collassa, quasi si estingue, come i dinosauri dopo la caduta del meteorite;
i sopravvissuti simulano una presa di coscienza, fingono signorilità e, addirittura, quasi a voler dimostrare magnanimità, come il signorotto compassionevole verso il villano, millantano fattiva collaborazione.
L'intero paese pare tirare un sospiro di sollievo: «Vuoi vedere che forse l'hanno capita di smettere di beccarsi, si tirano su le maniche, sputano nelle mani e danno di badile ?»
Dura poco.
Il lontano brontolare diventa ruggito e rumore di cose infrante, mentre il trattore sfonda e abbatte decenza e speranza: Tontino di Pietro, dell'Italia Dei Veleni, applica la sgrammatica del verbo «Io a quello lo sfascio !»
Il Pietro Manetta trascina "Uòlter" Veltroni e la sua gente a confrontarsi con mezzi e modi tipici da beota d'osteria: la rissa.
Ora, il povero Valterino, come imitatore, vale una cicca: né come brutta copia di Berlusconi, né come caricatura campagnola del sottoprodotto grammaticale del "Dolce stil novo", cresciuto nella romantica lettura del "T'amo pio bove".
Tontino dice che Berlusca è un pappone: «C'ha ragione !» dice Uòlter.
Tontino dice che siamo al regime fascista: «C'ha ragione !» dice Uòlter.
Minorenni - incapaci d'intendere e di volere, dice la legge - picchiano un cinese e la camorra - semplici criminali - ammazza degli uomini di colore mentre un ragazzo - "Abba" Abdul Gruibe, il 19enne originario del Burkina Faso - è ucciso a sprangate da un barista cui ha fregato dei biscotti: «Razzismo, xenofobia !» urla Tontino;
«C'ha ragione !» dice Uòlter.
Alla fine pare un deficiente, accompagnato dalla badante.
«Berlusconi non ammette che esista l'opposizione», urla la nostra sbiadita macchietta, durante un'intervista di quella che, dal nome, pare la direttrice di una scuola di ballo, ma lo è invece dell'Unità: la Concita De Gregorio;
lamenta un "clima da pensiero unico", e di un regime che "ha fastidio per l'esistenza dell'opposizione, dei sindacati, del Parlamento e dei giornalisti che dicono cose che a lui non piacciono".
Milioni d'italiani - cretini - hanno votato e dato delega ad uno che manda "tanti segnali di un possibile slittamento verso una perdita della democrazia".
Dopo essersi fatto una pera di grappa, direttamente in vena, tromboneggia:
«A Berlusconi tutto è consentito [...] c'è un pensiero unico dove anche il sistema della comunicazione è assolutamente piegato»: l'illuminato, il veggente, vede cose che milioni di scimuniti e guerci ignorano.
«[...] farà solo decreti: la Costituzione prevede che siano possibili solo con determinati requisiti di necessità e urgenza».
E già, caro Uòlter: necessità e urgenza, hanno permesso di rimuovere la monnezza, che tu e i tuoi avevate lasciato a Napoli, e aiutano oggi, che siamo ad affrontare sbarchi di clandestini, criminalità d'importazione, crollo di Banche mondiali e tanto, ma tanto di peggio.
Mi domando: da quanto manchi dall'Italia ?
Caro amico, finalmente ci si muove, dopo che te e i tuoi eravate al volante e, come i bambini, senza muovervi, facevate con la bocca:
- «Bruuummm...bruuuuuummmmmMMMMM...UoooOOOOMMmmmm».
Avremo tempo di migliorare, e tutto e tanto sarà perfettibile, ma non guardando le cose come al cinema, davanti ad un telo, mangiando Pop-Corn mentre scorrono le immagini de "La Penisola dei fumosi".
Ultimamente D'Alema, anticipato prima da Violante e poi dal Bertinotti, auspicava una riapertura, il ritrovare pacatezza e dialogo con la maggioranza;
ma Uòlter no: quando esce senza la badante, che gli fa da suggeritore e guida, si perde.
Tontino l'ha abbandonato sull'autostrada, da solo, scaricandolo dal trattore.
Scusate, devo andare;
m'è venuto un mal di pancia...di ventre, anzi: di Veltroni !
Io, secondo me...06.10.2008
sabato 4 ottobre 2008
Dall'amico Andrea B. Nardi de "L'Occidentale"
Mentre nei paesi e nelle comunità islamiche integraliste la condizione della donna è drammatica, in Iran almeno le bambine tentano d'opporsi al regime totalitario di ayatollah e Pasdaran, e lo fanno rifiutando Sara, la bambola islamica imposta loro dal governo del presidente Ahmadinejad. Invece degli abitini musulmani di Sara, infatti, le bambine continuano a preferire Barbie; così alla riapertura delle scuole si sono visti entrare in classe unicamente zaini, quaderni e gadget firmati dall'americana Barbie. «È il segno del fallimento della politica del governo», ammette il sito iraniano Tabnak, vicino all'ex comandante dei Pasdaran, Mohsen Rezaii. Stessa sorte per l'eroe maschile Dara, lanciato in Iran qualche anno fa nel tentativo di fermare l'invasione occidentale oscurandone anche cartoni animati. Insomma, sebbene da soli, i bambini iraniani continuano a modo loro a resistere alla dittatura islamista.E forse è proprio questo il punto di partenza. La shari'a islamica è una teocrazia maschilista, in cui le donne sono soggetti inferiori di diritto. Sono loro le vere vittime dell'islamizzazione integralista, ed è soltanto da loro che potrà sorgere un concreto movimento di rinascita democratica nel mondo musulmano. Gli esempi non mancano, ma...
LEGGI TUTTO SU
http://www.loccidentale.it/articolo/sar%C3%A0+barbie+a+sconfiggere+l%E2%80%99islamismo+integralista%3F+.0059010
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Il Cristiano e il leone
- «Dottò...in fondo alla strada: gira e trovi il coso con li buchi».
Il ricordo, oggi come allora, della mia entrata in Roma, mi strappa un sorriso, che ancora sono divertito dall'aver scoperto il secondo nome del Colosseo...il coso con li buchi.
Oggi mi torna alla mente, quel pezzo di groviera con i fori: mi ricorda il cristiano e il leone, il mangiare e il mangiato quando, ai tempi, così si dava quello, come carnina, ai micioni randagi.
La costata con l'osso entrava nell'arena...«In nome del Padre, del Figlio e dello spirito Santo...Padre nostro che sei nei cieli...» e intanto si faceva il segno della croce;
il gattone guardava quel gesticolare, pensava che quello volesse arrivare alle mani, s'incazzava e partiva all'attacco:
«M'hai provocato, mo te magno !»
Oggi, il pasto per i leoni, c'aggiunge alla prece pure un fondo: «...Grazie Gesù»;
parola di Cristiano...Cristiano Magdi Allam.
Ma il peggio è – non vorrei – che il nostro caro amico smarrisca la retta via e, nella bocca del leone, c'infili da solo la testa.
Un personaggio come lui è quanto di meglio la nostra Italia ha e possa mai sperare di avere, dopo che politicanti senza scrupoli hanno rubato i soldi dal borsellino del genitore, sono ricomparsi dalle macerie, come i ratti, si sono cambiati e rivoltati d'abito, hanno ricucito la lacerata verginità, rifatto il trucco e, incipriati ed imbellettati, hanno cercato di rimettersi vicino alla dispensa;
La più parte gli italiani li hanno di nuovo castigati e bocciati, ma sono incazzati come calabroni, cui hanno infilato il bastone nel...nido.
Eccoli, fuori ma all'attacco, come i Mongoli alla scalata della Grande Muraglia.
Sono ad approntare possenti macchine d'assedio: teste ..d'ariete, catapulte con cucchiai pieni di merda, bombarde, bombardini e archibugi riempiti...a balle, armi da "raglio" in quantità, proiettili di fango e il fuoco di candele, tenute in piedi dalla...bugia.
Te, Cristiano, nell'arte dello sbudello politico, ci devi ancora fare le ossa, che altrimenti ce le lasci.
Dai fastidio: sei tutto quello che loro non sono, cerchi di rendere veri i sogni in cui hanno smesso di credere, hai attorno – e sempre più raccogli – gente che ti vuole bene e crede in te, mentre quelli, sempre più vanno a sputi;
per i soldi hanno fatto e si sono compromessi, con il potere hanno ceduto l'anima al diavolo e, come chi annega, s'aggrappano e tirano a fondo quelli che hanno la malaugurata idea di avvicinarsi.
Aspetta, Cristiano, se mai avessi idea o ti balenasse tentazione di entrare in qualsivoglia stalla, che per quello potrebbero marchiarti a fuoco e dire da che allevamento provieni, e poi è facile dar a intendere a chi consegni il latte.
Fai tesoro delle ultime esperienze, che ti sei avvicinato alla gabbia è già ti hanno graffiato:
- «Se l'intende con il Berlusca ! Sono ormai pappa e ciccia ! Eccoli, a festeggiare: tarallucci e vino !»
Hai voglia di dire che non è vero, ma la ballista ha già fiondato la sua cacca, e rischi di portarti addosso uno sgradevole odore, anche se ti cambi d'abito.
Lo so che, con quello che sto scrivendo, rischio di amareggiarti, se mai l'idea di misurarti nell'agone politico ti fosse balenata: non hai bisogno di un rompicoglioni come il Beppe, che ti raccomanda di mettere la maglia di lana, altrimenti prendi il raffreddore;
ma guarda, stai attento: tirano degli spifferi...
Ti voglio un bene dell'anima,così come alla tua famiglia, caro Cristiano, e anche se tu dovessi rimetterci ed uscirne spennato, io sarò sempre il tuo Beppe Panza, come il Sancho, di Don Chisciotte: continuerò a portarti l'armatura, e ti seguirò alla carica di altri giganti.
Tu hai un tesoro immenso che neppure t'immagini: sei credibile, sei umano, e questo motiva la "tua" gente e ne fa accorrere altra.
La tua forza siamo noi, e un domani, raggiunto la crescita giusta, saremo le tue zanne e i tuoi artigli,all'occorrenza e alla difesa.
Ora è prematuro, che il vero confronto è nelle azioni: sei una galassia in formazione, stai ancora vorticando e attirando a te polvere, che un domani farà e sarà massa.
Pazienza, Cristiano, pazienza.
Raccogli e raccogliti con la tua gente, Cristiano: se proprio fai da anello di congiunzione, da interprete, da esempio, da traino, ma rimanendo nel tuo, in campo neutro, che arriverà il tempo di scegliere il terreno, per quando la battaglia.
In caso contrario, sarai come la quaglia, liberata in riserva, all'apertura della caccia...e "il coso con li buchi" sarai tu, dopo l'impallinata !
Copriti Cristiano, che continuano a tirare degli spifferi da far accapponare la pelle.
Si, si, lo so; a Milano si dice:
- «Pensa ai cassi tò», pensa ai c***i tuoi !
Casomai dillo in arabo, che almeno non capisco e, quando ci si rivedrà, non aizzarmi contro la scorta.
Un abbraccio: Beppe Panza.
Io, secondo me...04.10.2008
Il ricordo, oggi come allora, della mia entrata in Roma, mi strappa un sorriso, che ancora sono divertito dall'aver scoperto il secondo nome del Colosseo...il coso con li buchi.
Oggi mi torna alla mente, quel pezzo di groviera con i fori: mi ricorda il cristiano e il leone, il mangiare e il mangiato quando, ai tempi, così si dava quello, come carnina, ai micioni randagi.
La costata con l'osso entrava nell'arena...«In nome del Padre, del Figlio e dello spirito Santo...Padre nostro che sei nei cieli...» e intanto si faceva il segno della croce;
il gattone guardava quel gesticolare, pensava che quello volesse arrivare alle mani, s'incazzava e partiva all'attacco:
«M'hai provocato, mo te magno !»
Oggi, il pasto per i leoni, c'aggiunge alla prece pure un fondo: «...Grazie Gesù»;
parola di Cristiano...Cristiano Magdi Allam.
Ma il peggio è – non vorrei – che il nostro caro amico smarrisca la retta via e, nella bocca del leone, c'infili da solo la testa.
Un personaggio come lui è quanto di meglio la nostra Italia ha e possa mai sperare di avere, dopo che politicanti senza scrupoli hanno rubato i soldi dal borsellino del genitore, sono ricomparsi dalle macerie, come i ratti, si sono cambiati e rivoltati d'abito, hanno ricucito la lacerata verginità, rifatto il trucco e, incipriati ed imbellettati, hanno cercato di rimettersi vicino alla dispensa;
La più parte gli italiani li hanno di nuovo castigati e bocciati, ma sono incazzati come calabroni, cui hanno infilato il bastone nel...nido.
Eccoli, fuori ma all'attacco, come i Mongoli alla scalata della Grande Muraglia.
Sono ad approntare possenti macchine d'assedio: teste ..d'ariete, catapulte con cucchiai pieni di merda, bombarde, bombardini e archibugi riempiti...a balle, armi da "raglio" in quantità, proiettili di fango e il fuoco di candele, tenute in piedi dalla...bugia.
Te, Cristiano, nell'arte dello sbudello politico, ci devi ancora fare le ossa, che altrimenti ce le lasci.
Dai fastidio: sei tutto quello che loro non sono, cerchi di rendere veri i sogni in cui hanno smesso di credere, hai attorno – e sempre più raccogli – gente che ti vuole bene e crede in te, mentre quelli, sempre più vanno a sputi;
per i soldi hanno fatto e si sono compromessi, con il potere hanno ceduto l'anima al diavolo e, come chi annega, s'aggrappano e tirano a fondo quelli che hanno la malaugurata idea di avvicinarsi.
Aspetta, Cristiano, se mai avessi idea o ti balenasse tentazione di entrare in qualsivoglia stalla, che per quello potrebbero marchiarti a fuoco e dire da che allevamento provieni, e poi è facile dar a intendere a chi consegni il latte.
Fai tesoro delle ultime esperienze, che ti sei avvicinato alla gabbia è già ti hanno graffiato:
- «Se l'intende con il Berlusca ! Sono ormai pappa e ciccia ! Eccoli, a festeggiare: tarallucci e vino !»
Hai voglia di dire che non è vero, ma la ballista ha già fiondato la sua cacca, e rischi di portarti addosso uno sgradevole odore, anche se ti cambi d'abito.
Lo so che, con quello che sto scrivendo, rischio di amareggiarti, se mai l'idea di misurarti nell'agone politico ti fosse balenata: non hai bisogno di un rompicoglioni come il Beppe, che ti raccomanda di mettere la maglia di lana, altrimenti prendi il raffreddore;
ma guarda, stai attento: tirano degli spifferi...
Ti voglio un bene dell'anima,così come alla tua famiglia, caro Cristiano, e anche se tu dovessi rimetterci ed uscirne spennato, io sarò sempre il tuo Beppe Panza, come il Sancho, di Don Chisciotte: continuerò a portarti l'armatura, e ti seguirò alla carica di altri giganti.
Tu hai un tesoro immenso che neppure t'immagini: sei credibile, sei umano, e questo motiva la "tua" gente e ne fa accorrere altra.
La tua forza siamo noi, e un domani, raggiunto la crescita giusta, saremo le tue zanne e i tuoi artigli,all'occorrenza e alla difesa.
Ora è prematuro, che il vero confronto è nelle azioni: sei una galassia in formazione, stai ancora vorticando e attirando a te polvere, che un domani farà e sarà massa.
Pazienza, Cristiano, pazienza.
Raccogli e raccogliti con la tua gente, Cristiano: se proprio fai da anello di congiunzione, da interprete, da esempio, da traino, ma rimanendo nel tuo, in campo neutro, che arriverà il tempo di scegliere il terreno, per quando la battaglia.
In caso contrario, sarai come la quaglia, liberata in riserva, all'apertura della caccia...e "il coso con li buchi" sarai tu, dopo l'impallinata !
Copriti Cristiano, che continuano a tirare degli spifferi da far accapponare la pelle.
Si, si, lo so; a Milano si dice:
- «Pensa ai cassi tò», pensa ai c***i tuoi !
Casomai dillo in arabo, che almeno non capisco e, quando ci si rivedrà, non aizzarmi contro la scorta.
Un abbraccio: Beppe Panza.
Io, secondo me...04.10.2008
giovedì 2 ottobre 2008
Terroristan
"Il terrorista è il combattente di una guerra asimmetrica [...] il piccolo non ha le armi del grande ed è efficace soltanto quando colpisce l'avversario sotto la cintura. Tentare di sottoporre questa guerra a regole convenzionali mi sembra un esercizio inutile".
Esercizio ?
Cazzo, si presenta come un saggio ginnico, un'acrobazia mentale, un'elucubrazione da contorsionista, una dialettica da triplice salto mortale carpiato.
Ma è la logica di Sergio Romano, che dalla torre del Corriere della Sera butta giù "il grande" e le sue armi e salva il "cucciolo", che pinza i testicoli...ma fa così tanta tenerezza.
Tentare un distinguo, a bollare sicuramente come terrorismo il far scoppiare come castagnole dei civili, bambini e vecchi compresi, l'arte grezza del "n'do cojo cojo", è "[...] un sentimento comprensibile, ma poco razionale".
Romano è per il Machiavelli: "Il fine giustifica i mezzi";
ma, si badi bene: è prerogativa del piccoletto, che il grande deve combattere con i piedi legati e la mano dietro la schiena.
Israele non può fare lo stesso, mettendo bombe nei mercati, sui bus, nei cinema o fuori delle scuole, a Gaza;
e neppure rilanciare razzi da Sderot, a pareggiare i conti di quelli che gli piovono in testa;
figurarsi poi il farlo nel covo di Hezbollah, che poi tanto indifesi non sono: hanno più missili e bombarde dell'intera penisola italica, che rischierebbe di uscirne con le ossa rotte, in un confronto diretto.
Non parliamo poi di lanciare qualche ogiva atomica sull'Iran: si deve aspettare che sia questi a dare la prima mazzolata e poi, se ancora la testa non si è scoperchiata, rispondere...ma con moderazione, che il grande deve saper dosare le sue forze e accettare l'handicap, qualche condizione di svantaggio, che altrimenti il gioco finisce subito, e dove lo mettiamo il divertimento, il fremito emotivo che deve percorrere e far rabbrividire la cotica degli spettatori ?
"Il piccolo non dispone delle armi"...
E allora, caro Sergio, ascolta questa:
"[...] è di almeno 26 persone uccise e 68 ferite il bilancio complessivo di una serie d'attentati che in Iraq hanno insanguinato i festeggiamenti per la fine del Ramadan [...] un kamikaze alla guida di un'autobomba si è lanciato contro una moschea sciita del quartiere Zafaraniya di Baghdad [...] in una moschea nel sobborgo sud-orientale di Jadida un ragazzino di appena 14 anni si e' mescolato ai fedeli intenti a celebrare la ricorrenza di Eid al-Fitr, che per gli sciiti segna la conclusione del mese sacro islamico dedicato al digiuno diurno e alla preghiera [...] altre persone uccise dall'esplosione di un'autobomba nei pressi di una moschea sciita nella regione di Balad [...] due donne, due bambini e due uomini di una stessa famiglia sono inoltre stati massacrati nei pressi di Baquba [...] un commando di miliziani ha aperto il fuoco su un mini-bus, uccidendo sei passeggeri".
Fedeli all'uscita della preghiera, viaggiatori presi a fucilate, come pupazzi al Luna Park, bambini usati come contenitori di polvere da sparo contro...contro...e già contro quale "grande", da colpire sotto la cintura, in una guerra asimmetrica ?
Ma no, c'ha ragione il Romano: quelli sono "resistenti", che resistono, resistono e resistono...
Terroristi ?
Nooooo !
'A Romà: perché addirittura gli alzi un altare ai bombaroli ?
Anzi, fai come quelli di Cinisello Balsamo, accatastamento alla periferia nord di Milano, che hanno pensato bene di dedicare una via ai "Martiri palestinesi": shahid, attentantori suicidi.
Sotto la cintura, il plastico.
E già si devono difendere, che hanno letto "Il manuale delle giovani marmotte", i famosi "Protocolli dei “savi anziani di Sion", falso documento su un complotto degli ebrei per dominare la terra.
Ma guarda te che furbi: ti avvisano prima e pure ti spiegano l'attacco.
Come Hitler con la Russia o i giapponesi a Pearl Harbour !
Proprio vero che i babbei sono i nipoti della madre di tutti gli imbecilli, quella che hanno colpito...sotto la cintura !
Io, secondo me...02.10.2008
Esercizio ?
Cazzo, si presenta come un saggio ginnico, un'acrobazia mentale, un'elucubrazione da contorsionista, una dialettica da triplice salto mortale carpiato.
Ma è la logica di Sergio Romano, che dalla torre del Corriere della Sera butta giù "il grande" e le sue armi e salva il "cucciolo", che pinza i testicoli...ma fa così tanta tenerezza.
Tentare un distinguo, a bollare sicuramente come terrorismo il far scoppiare come castagnole dei civili, bambini e vecchi compresi, l'arte grezza del "n'do cojo cojo", è "[...] un sentimento comprensibile, ma poco razionale".
Romano è per il Machiavelli: "Il fine giustifica i mezzi";
ma, si badi bene: è prerogativa del piccoletto, che il grande deve combattere con i piedi legati e la mano dietro la schiena.
Israele non può fare lo stesso, mettendo bombe nei mercati, sui bus, nei cinema o fuori delle scuole, a Gaza;
e neppure rilanciare razzi da Sderot, a pareggiare i conti di quelli che gli piovono in testa;
figurarsi poi il farlo nel covo di Hezbollah, che poi tanto indifesi non sono: hanno più missili e bombarde dell'intera penisola italica, che rischierebbe di uscirne con le ossa rotte, in un confronto diretto.
Non parliamo poi di lanciare qualche ogiva atomica sull'Iran: si deve aspettare che sia questi a dare la prima mazzolata e poi, se ancora la testa non si è scoperchiata, rispondere...ma con moderazione, che il grande deve saper dosare le sue forze e accettare l'handicap, qualche condizione di svantaggio, che altrimenti il gioco finisce subito, e dove lo mettiamo il divertimento, il fremito emotivo che deve percorrere e far rabbrividire la cotica degli spettatori ?
"Il piccolo non dispone delle armi"...
E allora, caro Sergio, ascolta questa:
"[...] è di almeno 26 persone uccise e 68 ferite il bilancio complessivo di una serie d'attentati che in Iraq hanno insanguinato i festeggiamenti per la fine del Ramadan [...] un kamikaze alla guida di un'autobomba si è lanciato contro una moschea sciita del quartiere Zafaraniya di Baghdad [...] in una moschea nel sobborgo sud-orientale di Jadida un ragazzino di appena 14 anni si e' mescolato ai fedeli intenti a celebrare la ricorrenza di Eid al-Fitr, che per gli sciiti segna la conclusione del mese sacro islamico dedicato al digiuno diurno e alla preghiera [...] altre persone uccise dall'esplosione di un'autobomba nei pressi di una moschea sciita nella regione di Balad [...] due donne, due bambini e due uomini di una stessa famiglia sono inoltre stati massacrati nei pressi di Baquba [...] un commando di miliziani ha aperto il fuoco su un mini-bus, uccidendo sei passeggeri".
Fedeli all'uscita della preghiera, viaggiatori presi a fucilate, come pupazzi al Luna Park, bambini usati come contenitori di polvere da sparo contro...contro...e già contro quale "grande", da colpire sotto la cintura, in una guerra asimmetrica ?
Ma no, c'ha ragione il Romano: quelli sono "resistenti", che resistono, resistono e resistono...
Terroristi ?
Nooooo !
'A Romà: perché addirittura gli alzi un altare ai bombaroli ?
Anzi, fai come quelli di Cinisello Balsamo, accatastamento alla periferia nord di Milano, che hanno pensato bene di dedicare una via ai "Martiri palestinesi": shahid, attentantori suicidi.
Sotto la cintura, il plastico.
E già si devono difendere, che hanno letto "Il manuale delle giovani marmotte", i famosi "Protocolli dei “savi anziani di Sion", falso documento su un complotto degli ebrei per dominare la terra.
Ma guarda te che furbi: ti avvisano prima e pure ti spiegano l'attacco.
Come Hitler con la Russia o i giapponesi a Pearl Harbour !
Proprio vero che i babbei sono i nipoti della madre di tutti gli imbecilli, quella che hanno colpito...sotto la cintura !
Io, secondo me...02.10.2008
mercoledì 1 ottobre 2008
La ciucca di Mohammed
Sono un uomo fortunato, che la mia vita è piena di donne !
No, non nel senso e con il fascino del "tombeur de femmes", del "sciupafemmine", che di quello la natura è stata avara, privandomi della chioma, come gli indiani, abbondando in girovita, come porcellino all'ingrasso, e appiccicandomi un naso che quando incontro un elefante quello mi saluta e mi da del tu e mi chiede dov'è il resto del branco.
Le mie donne sono intelligenti, toste, tenaci e pugnaci; insomma: eccezionali.
Oggi sono andato a trovare http://unpoliticallycorrect.ilcannocchiale.it/
Ops ! Scusate, questo è l'indirizzo del sito: lei si chiama Stefania e, per me, è come andare sul banchetto del mercato, dove mi servo e raccolgo gli ingredienti da cucinare.
Ovviamente non parlo d'ortaggi, formaggi o salumi, ma d'informazioni.
Fatto il giro di tante chiesuole, mi siedo al tavolo da lavoro e comincio: pelo, sminuzzo, taglio, raccolgo e mischio, impasto, frullo, grattugio, scotto, metto a fuoco lento, nel forno o nella pentola a pressione, scodello nel piatto, sale e pepe, un poco di peperoncino alla bisogna - et voila ! - ecco...lo stufato, l'arrosto o il trito alla Fontaine.
A qualcuno poi piace, altri s'ingozzano e taluni si strozzano, quando non rimane sullo stomaco o richiede drastico purgativo.
Di quel che m'avanza, tengo per il polpettone; il resto lo congelo, nell’attesa di tempi migliori.
La mia specialità è la frittata e il suo volteggio: uova, formaggio, sale e frusta...da cucina, non per giochini sado-maso.
Oggi, è ai fornelli la Stefy, o meglio, io, ma con la roba sua.
Un buon vinello, per innaffiare l'abbondante libagione e...un paio di scarponi chiodati per lui, Mohammed Ahmed.
Si, perché la razza d'imbecilli cui fa parte c'ha non solo da dire che non beve alcolici - e fin qui è lecito - ma neppure che tocca una bottiglia, nel vero senso di palpeggiarla.
Ora, da chi si fa assumere questo coglione ?
Ma dal colosso dei supermercati britannico Tesco, dove parte delle sue mansioni di magazziniere prevedono lo spostamento di casse piene di vino, grappini, birrozze, Cognac e infiammabili di tal fatta.
- «Io quella roba lì non la tocco; anzi, vi denuncio, che è una pratica vietata dalla mia religione».
Deficiente, mica te le devi bere !
Fa nulla: tipi così sono talmente stati abituati a fare i cazzi propri in casa d'altri, che ora vogliono dettare legge, anzi, Shari'a, come fossero nel cortiletto del paesello natio.
Diretta conseguenza è il licenziamento: vatti a cercare un altro posto.
Mica l'hanno fucilato.
Ahmed, decide di far causa, dopo aver lavorato per otto mesi in magazzino.
- «Non sapevo che la Tasco vendeva alcolici !»
Otto mesi c'ha messo per capire che, sulle confezioni di cartone con la scritta "Wine", quelle immagini di cose affusolate, con il tappo di sughero, il culatello incavato, il cilindro e il collo di vetro non erano clisteri e boccette di collirio.
Guercio e pure analfabeta, il fetuso.
Continuo a scorrere lo spazio della Stefy, ed ecco apparire l'equivalente femminile del cretinetto.
"Amo essere sottomessa alla forza del mio uomo e non vado in giro mezza nuda come le prostitute".
Ah, finalmente: una verginella, da aprire in esclusiva !
"[...] Sono di Macerata, ho 33 anni, bonazza, altezza 175 centimetri per 70 chili, occhi marroni e capelli castani, non fumo...".
Insomma: roba da zompargli addosso con balzo felino, "pastrugnare", palpeggiare e adoperare, al grido di
«Sesso e carnazza !»
Sempre che si trovi l'entrata del tendone.
E si, perché nella fotografia si presenta in Burqa.
- «Sono una vera musulmana e odio tutti gli occidentali miscredenti».
Chi è disposto a rischiare di trovare sotto e dietro la sorpresa !
Ma di tutto, una cosa mi ha fatto veramente godere ( no, non ho risposto all'inserzione di prima ! ):
Omar Bakri ha fatto la figura del babbeo;
lo sceicco che ha istituito e dirige l'Islamic Religious Court a Londra ed è a capo dell'organizzazione islamica Al-Muhajiroun, quello che predica di volerci educare e piegare alle regole talebane, ha ricevuto una bella fotografia dalla figlia, la bella Yusra, ora Yasmin;
Una bella gnoccolona, ballerina aggrappata, anzi, avvinghiata ad un palo di "pole dance", come un pitone, vestita di uno spago che non usa come infradito.
Di mestiere, si dimena intorno alla pertica, in abiti più d'aria che ariosi, o fa la cubista nei bar di Londra.
Beve come una spugna, ama essere sottomessa dall'uomo, gode come una porcellina, è madre di un bimbo di tre anni, impollinata da uno che è andato ad infilare la spirotromba in un altro fiorellino, il Burqa lo usa come coperta da camporella e si fa spupazzare da un altro stallone.
Bakri, tra l'altro, è noto anche per le sue prediche contro la "depravazione" dell'Occidente e condanna le donne che esibiscono la loro femminilità.
Povero Omar: dai, per dimenticare prenditi una bella ciucca, assieme a "Mammaluc" Ahmed;
e se vuoi farti sollazzare, ti do io una dritta:
"[...] Sono di Macerata, ho 33 anni, bonazza, altezza...".
- «Come ? Non v’interessa ? Beh, siete in due...datevi una mano l'un con l’altro !»
Io, secondo me...01.10.2008
No, non nel senso e con il fascino del "tombeur de femmes", del "sciupafemmine", che di quello la natura è stata avara, privandomi della chioma, come gli indiani, abbondando in girovita, come porcellino all'ingrasso, e appiccicandomi un naso che quando incontro un elefante quello mi saluta e mi da del tu e mi chiede dov'è il resto del branco.
Le mie donne sono intelligenti, toste, tenaci e pugnaci; insomma: eccezionali.
Oggi sono andato a trovare http://unpoliticallycorrect.ilcannocchiale.it/
Ops ! Scusate, questo è l'indirizzo del sito: lei si chiama Stefania e, per me, è come andare sul banchetto del mercato, dove mi servo e raccolgo gli ingredienti da cucinare.
Ovviamente non parlo d'ortaggi, formaggi o salumi, ma d'informazioni.
Fatto il giro di tante chiesuole, mi siedo al tavolo da lavoro e comincio: pelo, sminuzzo, taglio, raccolgo e mischio, impasto, frullo, grattugio, scotto, metto a fuoco lento, nel forno o nella pentola a pressione, scodello nel piatto, sale e pepe, un poco di peperoncino alla bisogna - et voila ! - ecco...lo stufato, l'arrosto o il trito alla Fontaine.
A qualcuno poi piace, altri s'ingozzano e taluni si strozzano, quando non rimane sullo stomaco o richiede drastico purgativo.
Di quel che m'avanza, tengo per il polpettone; il resto lo congelo, nell’attesa di tempi migliori.
La mia specialità è la frittata e il suo volteggio: uova, formaggio, sale e frusta...da cucina, non per giochini sado-maso.
Oggi, è ai fornelli la Stefy, o meglio, io, ma con la roba sua.
Un buon vinello, per innaffiare l'abbondante libagione e...un paio di scarponi chiodati per lui, Mohammed Ahmed.
Si, perché la razza d'imbecilli cui fa parte c'ha non solo da dire che non beve alcolici - e fin qui è lecito - ma neppure che tocca una bottiglia, nel vero senso di palpeggiarla.
Ora, da chi si fa assumere questo coglione ?
Ma dal colosso dei supermercati britannico Tesco, dove parte delle sue mansioni di magazziniere prevedono lo spostamento di casse piene di vino, grappini, birrozze, Cognac e infiammabili di tal fatta.
- «Io quella roba lì non la tocco; anzi, vi denuncio, che è una pratica vietata dalla mia religione».
Deficiente, mica te le devi bere !
Fa nulla: tipi così sono talmente stati abituati a fare i cazzi propri in casa d'altri, che ora vogliono dettare legge, anzi, Shari'a, come fossero nel cortiletto del paesello natio.
Diretta conseguenza è il licenziamento: vatti a cercare un altro posto.
Mica l'hanno fucilato.
Ahmed, decide di far causa, dopo aver lavorato per otto mesi in magazzino.
- «Non sapevo che la Tasco vendeva alcolici !»
Otto mesi c'ha messo per capire che, sulle confezioni di cartone con la scritta "Wine", quelle immagini di cose affusolate, con il tappo di sughero, il culatello incavato, il cilindro e il collo di vetro non erano clisteri e boccette di collirio.
Guercio e pure analfabeta, il fetuso.
Continuo a scorrere lo spazio della Stefy, ed ecco apparire l'equivalente femminile del cretinetto.
"Amo essere sottomessa alla forza del mio uomo e non vado in giro mezza nuda come le prostitute".
Ah, finalmente: una verginella, da aprire in esclusiva !
"[...] Sono di Macerata, ho 33 anni, bonazza, altezza 175 centimetri per 70 chili, occhi marroni e capelli castani, non fumo...".
Insomma: roba da zompargli addosso con balzo felino, "pastrugnare", palpeggiare e adoperare, al grido di
«Sesso e carnazza !»
Sempre che si trovi l'entrata del tendone.
E si, perché nella fotografia si presenta in Burqa.
- «Sono una vera musulmana e odio tutti gli occidentali miscredenti».
Chi è disposto a rischiare di trovare sotto e dietro la sorpresa !
Ma di tutto, una cosa mi ha fatto veramente godere ( no, non ho risposto all'inserzione di prima ! ):
Omar Bakri ha fatto la figura del babbeo;
lo sceicco che ha istituito e dirige l'Islamic Religious Court a Londra ed è a capo dell'organizzazione islamica Al-Muhajiroun, quello che predica di volerci educare e piegare alle regole talebane, ha ricevuto una bella fotografia dalla figlia, la bella Yusra, ora Yasmin;
Una bella gnoccolona, ballerina aggrappata, anzi, avvinghiata ad un palo di "pole dance", come un pitone, vestita di uno spago che non usa come infradito.
Di mestiere, si dimena intorno alla pertica, in abiti più d'aria che ariosi, o fa la cubista nei bar di Londra.
Beve come una spugna, ama essere sottomessa dall'uomo, gode come una porcellina, è madre di un bimbo di tre anni, impollinata da uno che è andato ad infilare la spirotromba in un altro fiorellino, il Burqa lo usa come coperta da camporella e si fa spupazzare da un altro stallone.
Bakri, tra l'altro, è noto anche per le sue prediche contro la "depravazione" dell'Occidente e condanna le donne che esibiscono la loro femminilità.
Povero Omar: dai, per dimenticare prenditi una bella ciucca, assieme a "Mammaluc" Ahmed;
e se vuoi farti sollazzare, ti do io una dritta:
"[...] Sono di Macerata, ho 33 anni, bonazza, altezza...".
- «Come ? Non v’interessa ? Beh, siete in due...datevi una mano l'un con l’altro !»
Io, secondo me...01.10.2008
martedì 30 settembre 2008
il mondo di sOmar
C'ha il classico sacco di patate rovesciato sulla testa, trattenuto e avvoltolato sulle tempie da quello che pare lo spago che chiudeva le valigie dei nostri nonni, che migravano;
barbetta caprina e baffi rivolti all'ingiù, a sciabola e, su un nasino pacioccone, degli occhialini a montatura leggera in forma rettangolare, dita che paiono macinato di porcellino infilato nel suo budello su panzotta a globo;
e due belle guanciotte, paffute e rubiconde, gemellate con quelle di seduta, con pomelli rossi, da alpino pieno di grappa e cotto al rosso dal calore di una vicina stufa.
Questo è Omar Bakri, sceicco originario della Siria, che ha istituito e dirige l'Islamic Religious Court a Londra ed è a capo dell'organizzazione islamica Al-Muhajiroun. Tiene lezioni e conferenze in Inghilterra e nel mondo.
Beh, "lezioni" è un termine un poco edulcorato, che le parole usate sono l'equivalente del bastone con cui il mandriano allinea e guida delle vacche, talvolta riottose, ma sempre ottuse.
Spero che, a questo punto del mio esporre, a nessuno scappi un sorrisino, che i cornuti al pascolo siamo noi...almeno secondo la stirpe sOmar !
- «[...] nel mio metodo d’educazione sono contrario all'idea d’integrazione. Non crediamo che sia consentito integrarsi nelle società in cui viviamo. Non sono un sostenitore dell'isolamento dalla società e non sono un sostenitore dell'integrazione in essa. Sono un sostenitore di cambiare la società per mezzo della mia religione, non per essere cambiato da essa».
Capito l'antifona ?
Le mele non con le pere, ma neppure la macedonia: il pelo superfluo si taglia con la scimitarra, a lasciar crescere solo per mezzo della selezione della specie...di Omar Bakri.
Ergo: «L'Islam trasformerà l'Occidente», parola di sceicco.
- «[...] un regime islamico per invasione esterna o culturale. Se Allah vuole, trasformeremo l'Occidente in Dar Al-Islam [ sotto la regola islamica ] per mezzo di un'invasione dall'esterno. Se uno Stato islamico cresce e invade l'Occidente noi saremo il suo esercito e i suoi soldati dall'interno. Altrimenti cambieremo l'Occidente attraverso un'invasione ideologica da qui, senza guerra e uccisioni».
Vuoi con il bastone, vuoi con la carota, sempre lì ce li vogliono infilare.
- «[...] noi predicheremo ed accetteranno l'Islam, o [...] il futuro regime islamico imporrà regole islamico-religiose».
Ciumbia: una vera democrazia, fatta e sputata...di più sputata!
- «[...] Allah ha detto: Non obbedite agli infedeli e agli ipocriti»...
o, poverino: e che, quando ha impiantato la catena di montaggio e ha cominciato a sfornare gli uomini, l'infedele e l'ipocrita gli è scappato...eh, non ci sono più gli dei di una volta !
- «Porca miseria !» avrà pensato: « e mo, che faccio ? Idea: creo l'homo sOmar islamicus, gli infondo riflesso condizionato, l'imprinting dell'oca e lo mando a fare il servizio scopa».
Ecco il risultato:
- «[...] l'Islam è una religione della legge della natura. Quando un uomo incontra problemi egli utilizza la legge della natura».
Giusto.
Ingoiato il rospo, lo dobbiamo digerire ma, alla fine, utilizzando le leggi della natura, eliminare, in "forma defecatio": brutta fine, per il batrace sOmar !
Seguono amenità del tipo "non mischiamo i sessi" e "tagliamo la mano ai ladri" fino alla consacrazione, che "il movimento talebano e Osama bin Laden come il gruppo che sarà salvato il Giorno del Giudizio";
cazzate di contorno, come le patatine attorno alla braciola.
- «[...] noi brandiremo le armi contro chiunque ci combatterà !»
Ma che minchia dice, sto scimunito: non ci frega nulla di lui e del suo caravanserraglio culturale e mentale;
basta che, in casa d'altri, tenga le mani e la lingua a posto, sennò, smammare: fuori dai coglioni...secondo le leggi di casa mia !
Vai a trombonare tra i cammelli e la sabbia, da dove sei nato.
Ma il meglio del sOmar arriva quando gli si chiede dei morti innocenti dei bombaroli:
- «[...] sono vittime innocenti. Vengono uccise per sbaglio, come danni collaterali, non intenzionalmente».
Come no: una bombarda al mercato, in un bar, su un autobus o un treno, davanti ad una scuola, e via andare, sono sbagli, che lì credevano di trovarci soldati e armigeri !
Pirla !
- «[...] ci sono due tipi di terrorismo: quello benedetto e quello deplorevole. Lo stesso è per la violenza».
E già: ovviamente, se gli infili un siluro nel culo, siamo maledetti; se lo fa lui a noi, è una supposta curativa.
Ma dove c***o è la valvola, per far sfiatare sto pallone gonfiato ?
Io, secondo me...30.09.2008
barbetta caprina e baffi rivolti all'ingiù, a sciabola e, su un nasino pacioccone, degli occhialini a montatura leggera in forma rettangolare, dita che paiono macinato di porcellino infilato nel suo budello su panzotta a globo;
e due belle guanciotte, paffute e rubiconde, gemellate con quelle di seduta, con pomelli rossi, da alpino pieno di grappa e cotto al rosso dal calore di una vicina stufa.
Questo è Omar Bakri, sceicco originario della Siria, che ha istituito e dirige l'Islamic Religious Court a Londra ed è a capo dell'organizzazione islamica Al-Muhajiroun. Tiene lezioni e conferenze in Inghilterra e nel mondo.
Beh, "lezioni" è un termine un poco edulcorato, che le parole usate sono l'equivalente del bastone con cui il mandriano allinea e guida delle vacche, talvolta riottose, ma sempre ottuse.
Spero che, a questo punto del mio esporre, a nessuno scappi un sorrisino, che i cornuti al pascolo siamo noi...almeno secondo la stirpe sOmar !
- «[...] nel mio metodo d’educazione sono contrario all'idea d’integrazione. Non crediamo che sia consentito integrarsi nelle società in cui viviamo. Non sono un sostenitore dell'isolamento dalla società e non sono un sostenitore dell'integrazione in essa. Sono un sostenitore di cambiare la società per mezzo della mia religione, non per essere cambiato da essa».
Capito l'antifona ?
Le mele non con le pere, ma neppure la macedonia: il pelo superfluo si taglia con la scimitarra, a lasciar crescere solo per mezzo della selezione della specie...di Omar Bakri.
Ergo: «L'Islam trasformerà l'Occidente», parola di sceicco.
- «[...] un regime islamico per invasione esterna o culturale. Se Allah vuole, trasformeremo l'Occidente in Dar Al-Islam [ sotto la regola islamica ] per mezzo di un'invasione dall'esterno. Se uno Stato islamico cresce e invade l'Occidente noi saremo il suo esercito e i suoi soldati dall'interno. Altrimenti cambieremo l'Occidente attraverso un'invasione ideologica da qui, senza guerra e uccisioni».
Vuoi con il bastone, vuoi con la carota, sempre lì ce li vogliono infilare.
- «[...] noi predicheremo ed accetteranno l'Islam, o [...] il futuro regime islamico imporrà regole islamico-religiose».
Ciumbia: una vera democrazia, fatta e sputata...di più sputata!
- «[...] Allah ha detto: Non obbedite agli infedeli e agli ipocriti»...
o, poverino: e che, quando ha impiantato la catena di montaggio e ha cominciato a sfornare gli uomini, l'infedele e l'ipocrita gli è scappato...eh, non ci sono più gli dei di una volta !
- «Porca miseria !» avrà pensato: « e mo, che faccio ? Idea: creo l'homo sOmar islamicus, gli infondo riflesso condizionato, l'imprinting dell'oca e lo mando a fare il servizio scopa».
Ecco il risultato:
- «[...] l'Islam è una religione della legge della natura. Quando un uomo incontra problemi egli utilizza la legge della natura».
Giusto.
Ingoiato il rospo, lo dobbiamo digerire ma, alla fine, utilizzando le leggi della natura, eliminare, in "forma defecatio": brutta fine, per il batrace sOmar !
Seguono amenità del tipo "non mischiamo i sessi" e "tagliamo la mano ai ladri" fino alla consacrazione, che "il movimento talebano e Osama bin Laden come il gruppo che sarà salvato il Giorno del Giudizio";
cazzate di contorno, come le patatine attorno alla braciola.
- «[...] noi brandiremo le armi contro chiunque ci combatterà !»
Ma che minchia dice, sto scimunito: non ci frega nulla di lui e del suo caravanserraglio culturale e mentale;
basta che, in casa d'altri, tenga le mani e la lingua a posto, sennò, smammare: fuori dai coglioni...secondo le leggi di casa mia !
Vai a trombonare tra i cammelli e la sabbia, da dove sei nato.
Ma il meglio del sOmar arriva quando gli si chiede dei morti innocenti dei bombaroli:
- «[...] sono vittime innocenti. Vengono uccise per sbaglio, come danni collaterali, non intenzionalmente».
Come no: una bombarda al mercato, in un bar, su un autobus o un treno, davanti ad una scuola, e via andare, sono sbagli, che lì credevano di trovarci soldati e armigeri !
Pirla !
- «[...] ci sono due tipi di terrorismo: quello benedetto e quello deplorevole. Lo stesso è per la violenza».
E già: ovviamente, se gli infili un siluro nel culo, siamo maledetti; se lo fa lui a noi, è una supposta curativa.
Ma dove c***o è la valvola, per far sfiatare sto pallone gonfiato ?
Io, secondo me...30.09.2008
lunedì 29 settembre 2008
Canossa, Matilde e noi
- «A Canossa, a Canossa...»
No, non con il capo cosparso di cenere, in umiliazione penitente, come fu per l'Enrico IV, "sciur paròn" del Sacro Romano Impero, che ebbe la malaugurata idea di questionare con l'allora Papa, Gregorio VII, a chi toccava stare sopra e a chi sotto.
Gregorio, incazzato, giocò la carta migliore che poteva: la scomunica.
Cavoli amari, per i tempi: liberava i sottopancia dall'obbedienza e il capoccia da autorità e autorevolezza.
Da un momento all'altro, dalle stelle alle stalle, il passare dall'essere seduto su cuscino di raso al cuneo di pietra.
Peggio: la certezza d'essere preso a calci da ognuno, come un pallone.
Visto che la partita di calcio l'avrebbe giocata in tanti, sempre pronti a fregarti la sedia da sotto i guanciali, meglio strisciare ai piedi dell'arbitro, a pregare di ritirare il cartellino rosso.
Enrichetto nostro partì dai suoi lidi nel mese più gelido e freddo che cronaca ricordava, dentro un sacco da penitente, arrivando un paio di mesi dopo ( non c'erano ancora i viaggi organizzati, l'Alitalia e i "Last minute", le occasioni dell'ultima ora, da prendere...al volo ) sotto le mura canossiane, dove la signora del maniero, Matilde, ospitava il rappresentante sampietrino: sostò e smoccolò in cuor suo per tre giorni e tre notti, innanzi al portale d'ingresso della fortezza Matilda, mentre imperversava una bufera di neve, prima d'essere accolto e perdonato.
Per la cronaca, Enricone poi si riprese e si vendicò e, anni dopo, andò fino a Roma, prese per il bavero il Pontefice e, a pedate, lo mandò in esilio, mettendo sul trono di Pietro una sua marionetta, ma non riuscì a fare lo stesso con Matilde che, come tutte le donne, ne sapeva sempre una più del diavolo.
Ma adesso basta, che non voglio mettere soggezione a chicchessia, sciorinando la mia vastissima cultura storica e padronanza del suo insegnamento;
chi volesse proseguire e godere di tanto mostruoso sapere, s'avvicini alla mia cattedra...un piano sostenuto da quatto gambe, nell'aula Fontanorum: la cucina.
Detto questo e quanto, a confronto peccatorum, io me la cavo ancora con il classico "Ego te absolvo a peccatis tuis in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti", una tiratina d'orecchi e la recita di qualche Ave Maria e Pater Noster, che anche per le trasgressioni valgo come il due di picche, cioè nulla.
Sono padrone di un Impero su cui il sole non tramonta mai, libero da ipoteche e illuminato sempre, che la luce elettrica mi fa sentire come Carlo V, quando fece lo sborone e lanciò la famosa frase, ad indicare l'ampiezza di possedimenti che mai restavano al buio in simultanea perché, se da una parte era il tramonto, nel lato più estremo, l'alba.
Pagando regolarmente la bolletta, anche io regno sul tre locali e doppi servizi, ed il sole me lo regolo da me.
Vivo sottotraccia ( non posso dire sottoprofilo, perché la proboscide mi frega ! ), e il Papa neanche minimamente sospetta della mia esistenza, e men che meno posso minare il suo potere, e quindi rischiare la scomunica.
Essendo padrone di possedimenti così esigui, non ho manie di grandezza e pretese d'egemonia su nulla e nessuno e a Canossa ci sono andato sbracato e girovago, da turista.
Matilde e il tesoro dei Canossa...io l'ho trovato: tanti amici.
L'anfitrione, il paziente e generoso "tessitore" dell'incontro, il buon pastore che ha riunito una parte di noi, amici di Magdi Cristiano Allam, è stato Elio Fumi, che praticamente giocava in casa.
- «Ehila, Beppe ! Mi vieni a trovare a Reggio Emilia, che ti erudisco sulle vicende canossiane, che c'è una bella mostra sull'argomento ?»
Io, che bramo il pane della conoscenza come il cavallo lo zuccherino e la foca il pesce, mi sono subito sentito interessato.
- «...e poi ci ritroviamo tutti in un bel ristorantino che conosco io, che sai: da noi si mangia da Dio».
Alla seconda parte del discorso, un automatismo ha scollegato il cervello per attivare lo stomaco, e mai confesserò al caro Elio chi veramente ha elaborato e accettato il suo invito, che alla fine ci tenevo a dire: «Io c'ero !»
E allora, «A Canossa, a Canossa...»
Sono partito, con un navigatore e un angelo custode: tom-tom e Claudia;
Il primo, fetente, manco s'è preoccupato di svegliarmi, all'uscita dell'autostrada, che se fossi stato per lui ora sarei a cercare Reggio Emilia sull'altopiano della Sila, che basta gli spostino una stradina e ti porta a galleggiare sull'acqua del Po;
Beh, forse è il caso che compri l'aggiornamento, che c'è ancora segnato il percorso d'Annibale attraverso le Alpi.
Claudia, più affidabile e di compagnia, è stata la madrina del piccolo Davide - il "mio" Gighè, figlio di Cristiano e Valentina - valida coordinatrice e collaboratrice del sito, la signora “H”, come il nostro piccolo tesoro la chiama e riconosce.
Lei, una giornata stupenda, l'incontro con Elio e tante facce nuove, la "gente di Cristiano", non poteva che essere l'oasi migliore a cui abbeverarsi, e meglio non poteva esserci, neppure l'intero tesoro dei Canossa.
E nel girovagare per stradine e musei, non poteva mancare la telefonata e una parola per tutti, da lui: Cristiano.
Da parte mia, devo ammettere: sconvolge !
Ha sempre un pensiero per ognuno, un'attenzione per chiunque, il ricordo per tanto che gli è caro:
ti fa sentire unico, prezioso, importante, utile, indispensabile.
E non è finzione, un copione e una recita, la pacca sulla spalla e l'invito elettorale a pranzo, per chiedere alla fine: «Vota per me !»
Lui ama la sua gente.
Vive per loro.
Per noi.
E questo è contagioso, che in un tempo di diffidenza ed egoismo ci fa avvicinare ed essere vasi comunicanti, ad ottenere un equilibrio travasando l'uno all'altro quel che, a nostra volta, è dato.
Quanti fili s'intrecciano, altrimenti vanamente ad agitarsi, nel tentativo di trovare un contatto ?
In un mondo virtuale, d'immagini e visi, più immaginati e immaginari che veri, siamo pian piano ad incontrarci, a toccarci, a dimostrare che siamo veri, che dietro idee c'è qualcosa, c'è qualcuno.
Cristiano e Valentina non stanno costruendo un'associazione: stanno costruendo l'uomo.
Attorno a lui nascerà l'associazione, non viceversa.
La nostra giornata è finita nel migliore dei modi, nel capire che c'è un mondo reale, non di gusci vuoti.
Noi ci siamo.
Io, tu, egli, noi, voi, essi: qualcosa, qualcuno che vale.
Grazie, Elio, grazie Cristiano e Valentina;
e grazie a quelli che mi sono stati attorno, di cui ho dimenticato forse i nomi, ma ho catturato i volti:
con il cuore, prima che con la macchina fotografica.
Grazie Matilde, grazie Canossa;
e grazie a Dio per avermi donato tutto questo.
Io, secondo me...29.09.2008
No, non con il capo cosparso di cenere, in umiliazione penitente, come fu per l'Enrico IV, "sciur paròn" del Sacro Romano Impero, che ebbe la malaugurata idea di questionare con l'allora Papa, Gregorio VII, a chi toccava stare sopra e a chi sotto.
Gregorio, incazzato, giocò la carta migliore che poteva: la scomunica.
Cavoli amari, per i tempi: liberava i sottopancia dall'obbedienza e il capoccia da autorità e autorevolezza.
Da un momento all'altro, dalle stelle alle stalle, il passare dall'essere seduto su cuscino di raso al cuneo di pietra.
Peggio: la certezza d'essere preso a calci da ognuno, come un pallone.
Visto che la partita di calcio l'avrebbe giocata in tanti, sempre pronti a fregarti la sedia da sotto i guanciali, meglio strisciare ai piedi dell'arbitro, a pregare di ritirare il cartellino rosso.
Enrichetto nostro partì dai suoi lidi nel mese più gelido e freddo che cronaca ricordava, dentro un sacco da penitente, arrivando un paio di mesi dopo ( non c'erano ancora i viaggi organizzati, l'Alitalia e i "Last minute", le occasioni dell'ultima ora, da prendere...al volo ) sotto le mura canossiane, dove la signora del maniero, Matilde, ospitava il rappresentante sampietrino: sostò e smoccolò in cuor suo per tre giorni e tre notti, innanzi al portale d'ingresso della fortezza Matilda, mentre imperversava una bufera di neve, prima d'essere accolto e perdonato.
Per la cronaca, Enricone poi si riprese e si vendicò e, anni dopo, andò fino a Roma, prese per il bavero il Pontefice e, a pedate, lo mandò in esilio, mettendo sul trono di Pietro una sua marionetta, ma non riuscì a fare lo stesso con Matilde che, come tutte le donne, ne sapeva sempre una più del diavolo.
Ma adesso basta, che non voglio mettere soggezione a chicchessia, sciorinando la mia vastissima cultura storica e padronanza del suo insegnamento;
chi volesse proseguire e godere di tanto mostruoso sapere, s'avvicini alla mia cattedra...un piano sostenuto da quatto gambe, nell'aula Fontanorum: la cucina.
Detto questo e quanto, a confronto peccatorum, io me la cavo ancora con il classico "Ego te absolvo a peccatis tuis in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti", una tiratina d'orecchi e la recita di qualche Ave Maria e Pater Noster, che anche per le trasgressioni valgo come il due di picche, cioè nulla.
Sono padrone di un Impero su cui il sole non tramonta mai, libero da ipoteche e illuminato sempre, che la luce elettrica mi fa sentire come Carlo V, quando fece lo sborone e lanciò la famosa frase, ad indicare l'ampiezza di possedimenti che mai restavano al buio in simultanea perché, se da una parte era il tramonto, nel lato più estremo, l'alba.
Pagando regolarmente la bolletta, anche io regno sul tre locali e doppi servizi, ed il sole me lo regolo da me.
Vivo sottotraccia ( non posso dire sottoprofilo, perché la proboscide mi frega ! ), e il Papa neanche minimamente sospetta della mia esistenza, e men che meno posso minare il suo potere, e quindi rischiare la scomunica.
Essendo padrone di possedimenti così esigui, non ho manie di grandezza e pretese d'egemonia su nulla e nessuno e a Canossa ci sono andato sbracato e girovago, da turista.
Matilde e il tesoro dei Canossa...io l'ho trovato: tanti amici.
L'anfitrione, il paziente e generoso "tessitore" dell'incontro, il buon pastore che ha riunito una parte di noi, amici di Magdi Cristiano Allam, è stato Elio Fumi, che praticamente giocava in casa.
- «Ehila, Beppe ! Mi vieni a trovare a Reggio Emilia, che ti erudisco sulle vicende canossiane, che c'è una bella mostra sull'argomento ?»
Io, che bramo il pane della conoscenza come il cavallo lo zuccherino e la foca il pesce, mi sono subito sentito interessato.
- «...e poi ci ritroviamo tutti in un bel ristorantino che conosco io, che sai: da noi si mangia da Dio».
Alla seconda parte del discorso, un automatismo ha scollegato il cervello per attivare lo stomaco, e mai confesserò al caro Elio chi veramente ha elaborato e accettato il suo invito, che alla fine ci tenevo a dire: «Io c'ero !»
E allora, «A Canossa, a Canossa...»
Sono partito, con un navigatore e un angelo custode: tom-tom e Claudia;
Il primo, fetente, manco s'è preoccupato di svegliarmi, all'uscita dell'autostrada, che se fossi stato per lui ora sarei a cercare Reggio Emilia sull'altopiano della Sila, che basta gli spostino una stradina e ti porta a galleggiare sull'acqua del Po;
Beh, forse è il caso che compri l'aggiornamento, che c'è ancora segnato il percorso d'Annibale attraverso le Alpi.
Claudia, più affidabile e di compagnia, è stata la madrina del piccolo Davide - il "mio" Gighè, figlio di Cristiano e Valentina - valida coordinatrice e collaboratrice del sito, la signora “H”, come il nostro piccolo tesoro la chiama e riconosce.
Lei, una giornata stupenda, l'incontro con Elio e tante facce nuove, la "gente di Cristiano", non poteva che essere l'oasi migliore a cui abbeverarsi, e meglio non poteva esserci, neppure l'intero tesoro dei Canossa.
E nel girovagare per stradine e musei, non poteva mancare la telefonata e una parola per tutti, da lui: Cristiano.
Da parte mia, devo ammettere: sconvolge !
Ha sempre un pensiero per ognuno, un'attenzione per chiunque, il ricordo per tanto che gli è caro:
ti fa sentire unico, prezioso, importante, utile, indispensabile.
E non è finzione, un copione e una recita, la pacca sulla spalla e l'invito elettorale a pranzo, per chiedere alla fine: «Vota per me !»
Lui ama la sua gente.
Vive per loro.
Per noi.
E questo è contagioso, che in un tempo di diffidenza ed egoismo ci fa avvicinare ed essere vasi comunicanti, ad ottenere un equilibrio travasando l'uno all'altro quel che, a nostra volta, è dato.
Quanti fili s'intrecciano, altrimenti vanamente ad agitarsi, nel tentativo di trovare un contatto ?
In un mondo virtuale, d'immagini e visi, più immaginati e immaginari che veri, siamo pian piano ad incontrarci, a toccarci, a dimostrare che siamo veri, che dietro idee c'è qualcosa, c'è qualcuno.
Cristiano e Valentina non stanno costruendo un'associazione: stanno costruendo l'uomo.
Attorno a lui nascerà l'associazione, non viceversa.
La nostra giornata è finita nel migliore dei modi, nel capire che c'è un mondo reale, non di gusci vuoti.
Noi ci siamo.
Io, tu, egli, noi, voi, essi: qualcosa, qualcuno che vale.
Grazie, Elio, grazie Cristiano e Valentina;
e grazie a quelli che mi sono stati attorno, di cui ho dimenticato forse i nomi, ma ho catturato i volti:
con il cuore, prima che con la macchina fotografica.
Grazie Matilde, grazie Canossa;
e grazie a Dio per avermi donato tutto questo.
Io, secondo me...29.09.2008
mercoledì 24 settembre 2008
Silvio Mussoloni
Chillo tiene 'a capa tosta;
"Non t'amo, o pio bove,
e truce un sentimento al cor m'infondi,
o che funereo come un monumento
tu guardi i campi...santi,
o che al giogo tuo vorresti inchinati e contenti
ed esorti, pungi e co 'l lento giro de' incazzosi occhi minacci.
Da la larga narice umida e nera fuma il tuo spirto.
Il mugghio nel cupo aer si perde;
E del grave occhio glauco, entro il fascio austero,
si rispecchia catena e manetta...
No, non t'amo, o pio bove ! "
Porca miseria, ho sbagliato: quello non conosce l'italiano e ancor meno il Carducci che, se lo nomini, ne cerca traccia tra le scartoffie della Santa Inquisizione, secondo la legge di San Tontino del Sasso, che per ognuno ha da bastonare, al grido di «Io a quello lo sfascio !»
Dovrei tradurre, farmi capire e declamare, secondo quello, di "dolce stil nuovo":
"Non d'amo, o bio bove,
e druce un sendimento al cor m'infondi,
o che funereo come un monumendo..."
Dovunque e comunque si muove, presenta solo bocche da fuoco, dialettica da scaricatore, arte petorica, cavernicolo grugnire, disciplina di campagnolo nel voler correggere e menare oche, asini e porcelli, vacche e altri, cornuti e zoccole;
Solo lui conosce i pascoli migliori, come i suoi polli, che reclama e richiama a far d'ova:
- «Bio...bio...bio...bio»
L'Italia, tutto il paese è estensione e visione di sua stalla e, molti di noi, solo concime organico per ingrassare le parti sue.
Non è nè...garne né besce, che la campagna lo reclama, ma è la Camera che lo ospita, anche se lo stile è da seghe e gazzosa, piuttosto che caviale e champagne.
No, proprio non lo posso soffrire, che è un botolo da rissa, un piantagrane da osteria, che se ti punta, carica all'impazzata, calpestando e buttando per aria ogni cosa davanti al testone basso.
Ottuso ma determinato.
Che oggi mira Berlusconi, ma la noce tra le orecchie reagisce allo sventolare d'ogni panno, che basta a farlo innervosire e menare fendenti.
Il paese è mangiatoia, la rabbia il suo cibo, il mettere contro, la dottrina, che si muove come in casa sua, in questa nostra Italia, Italia Dei Veleni.
Quando aveva la divisa nera, da Magistrato era nel suo brodo, ma era minestra da poveraccio:
randellava molto, purgava tanto, ma aveva il portafoglio delle vecchiette, quello con le monetine;
ora che ha quello a fisarmonica, gli manca il bastone per le teste, e la carota, e non da infilarti in bocca, il pigiare, l'accartocciare, piegare e spegnere il disgraziato di turno, come per il mozzicone di sigaretta.
Si è fatto strada sfasciando tutto, mandando in galera buoni e cattivi, usando il sistema del "La smetto di spremerti i coglioni se mi dai i nomi di altri", che il gioco de "Una ciliegia tira l'altra"è la tipica "Catena di sant'Antonio" del torturatore per eccellenza, dei sicari di Torquemada come della sbirraglia di Stalin.
Stiamo attenti alla verginità del Tontino Di Pietro, che con l'acqua sporca ha buttato anche il bambino;
è uomo di fatica, animale da tiro, non da pensiero: un giustiziere tra quello della notte e Tex Willer, dove la legge non sta dietro, ma si forma davanti alla benna della ruspa !
Silvio Berlusconi non è Silvio ( Benito ) Mussoloni e merita la galera quanto l'intera categoria imprenditoriale italiana, che pagava le mazzette ai politici puttanieri, regolate da tariffari scolpiti su targhette da bordello:
la "davano via" al grido di "Na lavada e na sugada la par nanca aduperada", una lavata e un'asciugata non sembra neanche adoperata !
La delega e la rappresentanza del popolo non era in mano ai padroni, ma a quelli ingrassati con il nostro lavoro quotidiano.
Gli italiani non sanno più come far capire a degli emeriti imbecilli quanto vogliono, in questi momenti difficili, armonia e cooperazione e non veder comari da ringhiera che si litigano, strappandosi i capelli.
C'hanno le sacche scrotali piene di prenderla nel retrobottega nel nome delle ideologie, quando manca il pane, si rischia la mensa dei poveri, si perde e non si ritrova il lavoro e il fetente di turno violenta, ruba e ammazza, quasi la nostra terra è una riserva di caccia.
Si cercano soluzioni, non saggi dotti e dottorali sui problemi: solo usciti dalla merda, ci domanderemo come ci siamo finiti, e per colpa di chi;
non abbiamo voglia di rimanerci, caro "Io a quello lo sfascio".
No, non t'amo, o pio bove", anzi... "Non d'amo, o bio bove" !
Io, secondo me...24.09.2008
"Non t'amo, o pio bove,
e truce un sentimento al cor m'infondi,
o che funereo come un monumento
tu guardi i campi...santi,
o che al giogo tuo vorresti inchinati e contenti
ed esorti, pungi e co 'l lento giro de' incazzosi occhi minacci.
Da la larga narice umida e nera fuma il tuo spirto.
Il mugghio nel cupo aer si perde;
E del grave occhio glauco, entro il fascio austero,
si rispecchia catena e manetta...
No, non t'amo, o pio bove ! "
Porca miseria, ho sbagliato: quello non conosce l'italiano e ancor meno il Carducci che, se lo nomini, ne cerca traccia tra le scartoffie della Santa Inquisizione, secondo la legge di San Tontino del Sasso, che per ognuno ha da bastonare, al grido di «Io a quello lo sfascio !»
Dovrei tradurre, farmi capire e declamare, secondo quello, di "dolce stil nuovo":
"Non d'amo, o bio bove,
e druce un sendimento al cor m'infondi,
o che funereo come un monumendo..."
Dovunque e comunque si muove, presenta solo bocche da fuoco, dialettica da scaricatore, arte petorica, cavernicolo grugnire, disciplina di campagnolo nel voler correggere e menare oche, asini e porcelli, vacche e altri, cornuti e zoccole;
Solo lui conosce i pascoli migliori, come i suoi polli, che reclama e richiama a far d'ova:
- «Bio...bio...bio...bio»
L'Italia, tutto il paese è estensione e visione di sua stalla e, molti di noi, solo concime organico per ingrassare le parti sue.
Non è nè...garne né besce, che la campagna lo reclama, ma è la Camera che lo ospita, anche se lo stile è da seghe e gazzosa, piuttosto che caviale e champagne.
No, proprio non lo posso soffrire, che è un botolo da rissa, un piantagrane da osteria, che se ti punta, carica all'impazzata, calpestando e buttando per aria ogni cosa davanti al testone basso.
Ottuso ma determinato.
Che oggi mira Berlusconi, ma la noce tra le orecchie reagisce allo sventolare d'ogni panno, che basta a farlo innervosire e menare fendenti.
Il paese è mangiatoia, la rabbia il suo cibo, il mettere contro, la dottrina, che si muove come in casa sua, in questa nostra Italia, Italia Dei Veleni.
Quando aveva la divisa nera, da Magistrato era nel suo brodo, ma era minestra da poveraccio:
randellava molto, purgava tanto, ma aveva il portafoglio delle vecchiette, quello con le monetine;
ora che ha quello a fisarmonica, gli manca il bastone per le teste, e la carota, e non da infilarti in bocca, il pigiare, l'accartocciare, piegare e spegnere il disgraziato di turno, come per il mozzicone di sigaretta.
Si è fatto strada sfasciando tutto, mandando in galera buoni e cattivi, usando il sistema del "La smetto di spremerti i coglioni se mi dai i nomi di altri", che il gioco de "Una ciliegia tira l'altra"è la tipica "Catena di sant'Antonio" del torturatore per eccellenza, dei sicari di Torquemada come della sbirraglia di Stalin.
Stiamo attenti alla verginità del Tontino Di Pietro, che con l'acqua sporca ha buttato anche il bambino;
è uomo di fatica, animale da tiro, non da pensiero: un giustiziere tra quello della notte e Tex Willer, dove la legge non sta dietro, ma si forma davanti alla benna della ruspa !
Silvio Berlusconi non è Silvio ( Benito ) Mussoloni e merita la galera quanto l'intera categoria imprenditoriale italiana, che pagava le mazzette ai politici puttanieri, regolate da tariffari scolpiti su targhette da bordello:
la "davano via" al grido di "Na lavada e na sugada la par nanca aduperada", una lavata e un'asciugata non sembra neanche adoperata !
La delega e la rappresentanza del popolo non era in mano ai padroni, ma a quelli ingrassati con il nostro lavoro quotidiano.
Gli italiani non sanno più come far capire a degli emeriti imbecilli quanto vogliono, in questi momenti difficili, armonia e cooperazione e non veder comari da ringhiera che si litigano, strappandosi i capelli.
C'hanno le sacche scrotali piene di prenderla nel retrobottega nel nome delle ideologie, quando manca il pane, si rischia la mensa dei poveri, si perde e non si ritrova il lavoro e il fetente di turno violenta, ruba e ammazza, quasi la nostra terra è una riserva di caccia.
Si cercano soluzioni, non saggi dotti e dottorali sui problemi: solo usciti dalla merda, ci domanderemo come ci siamo finiti, e per colpa di chi;
non abbiamo voglia di rimanerci, caro "Io a quello lo sfascio".
No, non t'amo, o pio bove", anzi... "Non d'amo, o bio bove" !
Io, secondo me...24.09.2008
martedì 23 settembre 2008
Plin plin
Ecco che, nella serenissima prima decade del mese di Settembre, si ripete il rito di santo Umberto da Giussano;
l'ampolla alzata al cielo, poi l'aspersione simbolica, a "urbi et orbi", con l'acqua del Po, che anche fosse solo quella minerale, poco conta: l'importante è che "buscia", cioè frizza, come quella delle polverine che una volta servivano a dar un poco di vivacità all'indefinito e insapore liquido di rubinetto;
Ti vien voglia di dire: «...ti rende "bello dentro e bello fuori" e poi fa fare tanta plin plin», ma lo pensi solo, se non altro per i "trecentomila bergamaschi", la guardia pretoriana che gli sta attorno, pronta ad infilzarti, come con i famosi "osèi" in letto di polenta.
- «Abbiamo fatto il miracolo !» grida l'Umberto, il Bossi della padana Lega.
Nemmeno Gesù, trasformato l'acqua in vino, ha fatto tanto il "bauscia", il bava, ma il Berto, sì.
Il povero nazareno bazzicava le sponde del Giordano: il nostro spadella tra il Po, il Piave e il Tagliamento, facendo prelievi e riempiendo boccette, come l'infermiera quando vai all'esame e ti stimola a fare tanta pipì:
- «Pssssss...psssssss...e dai, zampilla, che tra un poco finisco il turno !"»
e tu via, che strizzi, per paura che la giunonica tipa te lo faccia usando i tuoi zebedei come la spugna del lavandino.
Rosso, nero e verdone...i colori cambiano ma le camicie restano, a conferma che piccoli ducetti crescono, ognuno a dettare la moda sua.
O Dio, a dire il vero il nostro è un teatrante, una macchietta, un tarocco, una scadente imitazione di un qualcosa di marca: per fortuna.
Diciamo che il parlamento e il popolo padano, le migliaia in armi, le duecento lire per una pallottola, le camicie dell'erba di casa mia, lo scomodare i Celti e il prendere e perdere le acque, è come il bambino che gioca a soldatini e fa Bum ! con la bocca;
La liturgia della Lega non vuole rinunciare a questi messaggi, che hanno stesso valore delle figure per gli analfabeti: far stivare nella testa un messaggio dal produttore al consumatore, senza passaggi intermedi.
Come inserire il programma sulla schedina di memoria di un elettrodomestico, che tanto quel poco deve fare, e basta.
Ah, potenza di specchietti e collanine !
...scifff...sciaff...sciofff...
con il pennello da barba s'intinge l'acquetta dell'ampollina e si doccia il popolo della "polenta e osei".
Gridolini orgasmici, mugolii e sospiri, accompagnati da polluzioni precoci, s'alzano dalla moltitudine, fino al liberatorio AAaaaaahhh ! di un qualcosa di troppo trattenuto e finalmente ritornato alla terra padana.
Come d'uso, una bella scrollata a tutto l'armamentario e si ripone l'attrezzatura, nell'attesa della prossima annaffiatura.
Il "Celodurismo" torna a mezz'asta, si ripiega e si ripone nella custodia penica e l'acqua si cheta.
Il Bossi, ora che ha fatto breccia a Porta Pia, certamente immalinconito, sarà a ricordare i bei tempi, il Veneto Serenissimo Governo e il "putsch" di Venezia: l'assalto al campanile di San Marco del 9 maggio 1997 e di quegli eroici otto ragazzi con il loro il "Tanko", il carro armato in cui si rinserrarono, prima che lo aprissero con l'apriscatole.
Autonomia, indipendenza e il "Tanko"...formidabili quegli anni !
Oggi a Roma, più che Bossi, è il Boss, anzi, il Papa e il papà della "trota", come ha definito il figlio Renzo, a chi gli chiedeva se fosse il suo delfino;
Il Renzino si muove smarrito e perso, imbarazzato, quasi vergognoso, con quella maglietta ridicola: una polo verde padania con l'immagine di un bel dito medio alzato e la scritta "Schiavi di Roma mai";
talmente si trova a disagio e confuso, che sembra giustificare:
- «No, non è un segno ingiurioso e volgare: mi hanno bocciato due volte alla maturità e i professori, quando richiesto il quoziente d'intelligenza, con quello l'hanno dato, volendo indicare uno !»
Povera trota, che ne deve fare di strada per arrivare anche a quest'infimo livello: parte...da asino.
...Plin plin...pssssss...psssssss...scifff...sciaff...sciofff...
Io, secondo me...23.09.2008
l'ampolla alzata al cielo, poi l'aspersione simbolica, a "urbi et orbi", con l'acqua del Po, che anche fosse solo quella minerale, poco conta: l'importante è che "buscia", cioè frizza, come quella delle polverine che una volta servivano a dar un poco di vivacità all'indefinito e insapore liquido di rubinetto;
Ti vien voglia di dire: «...ti rende "bello dentro e bello fuori" e poi fa fare tanta plin plin», ma lo pensi solo, se non altro per i "trecentomila bergamaschi", la guardia pretoriana che gli sta attorno, pronta ad infilzarti, come con i famosi "osèi" in letto di polenta.
- «Abbiamo fatto il miracolo !» grida l'Umberto, il Bossi della padana Lega.
Nemmeno Gesù, trasformato l'acqua in vino, ha fatto tanto il "bauscia", il bava, ma il Berto, sì.
Il povero nazareno bazzicava le sponde del Giordano: il nostro spadella tra il Po, il Piave e il Tagliamento, facendo prelievi e riempiendo boccette, come l'infermiera quando vai all'esame e ti stimola a fare tanta pipì:
- «Pssssss...psssssss...e dai, zampilla, che tra un poco finisco il turno !"»
e tu via, che strizzi, per paura che la giunonica tipa te lo faccia usando i tuoi zebedei come la spugna del lavandino.
Rosso, nero e verdone...i colori cambiano ma le camicie restano, a conferma che piccoli ducetti crescono, ognuno a dettare la moda sua.
O Dio, a dire il vero il nostro è un teatrante, una macchietta, un tarocco, una scadente imitazione di un qualcosa di marca: per fortuna.
Diciamo che il parlamento e il popolo padano, le migliaia in armi, le duecento lire per una pallottola, le camicie dell'erba di casa mia, lo scomodare i Celti e il prendere e perdere le acque, è come il bambino che gioca a soldatini e fa Bum ! con la bocca;
La liturgia della Lega non vuole rinunciare a questi messaggi, che hanno stesso valore delle figure per gli analfabeti: far stivare nella testa un messaggio dal produttore al consumatore, senza passaggi intermedi.
Come inserire il programma sulla schedina di memoria di un elettrodomestico, che tanto quel poco deve fare, e basta.
Ah, potenza di specchietti e collanine !
...scifff...sciaff...sciofff...
con il pennello da barba s'intinge l'acquetta dell'ampollina e si doccia il popolo della "polenta e osei".
Gridolini orgasmici, mugolii e sospiri, accompagnati da polluzioni precoci, s'alzano dalla moltitudine, fino al liberatorio AAaaaaahhh ! di un qualcosa di troppo trattenuto e finalmente ritornato alla terra padana.
Come d'uso, una bella scrollata a tutto l'armamentario e si ripone l'attrezzatura, nell'attesa della prossima annaffiatura.
Il "Celodurismo" torna a mezz'asta, si ripiega e si ripone nella custodia penica e l'acqua si cheta.
Il Bossi, ora che ha fatto breccia a Porta Pia, certamente immalinconito, sarà a ricordare i bei tempi, il Veneto Serenissimo Governo e il "putsch" di Venezia: l'assalto al campanile di San Marco del 9 maggio 1997 e di quegli eroici otto ragazzi con il loro il "Tanko", il carro armato in cui si rinserrarono, prima che lo aprissero con l'apriscatole.
Autonomia, indipendenza e il "Tanko"...formidabili quegli anni !
Oggi a Roma, più che Bossi, è il Boss, anzi, il Papa e il papà della "trota", come ha definito il figlio Renzo, a chi gli chiedeva se fosse il suo delfino;
Il Renzino si muove smarrito e perso, imbarazzato, quasi vergognoso, con quella maglietta ridicola: una polo verde padania con l'immagine di un bel dito medio alzato e la scritta "Schiavi di Roma mai";
talmente si trova a disagio e confuso, che sembra giustificare:
- «No, non è un segno ingiurioso e volgare: mi hanno bocciato due volte alla maturità e i professori, quando richiesto il quoziente d'intelligenza, con quello l'hanno dato, volendo indicare uno !»
Povera trota, che ne deve fare di strada per arrivare anche a quest'infimo livello: parte...da asino.
...Plin plin...pssssss...psssssss...scifff...sciaff...sciofff...
Io, secondo me...23.09.2008
lunedì 22 settembre 2008
ABBAsta !
- «Fermi tutti, questa è una rapina !"
Bruno, il padrone della gioielleria, era reduce da due precedenti rapine: estrae da sotto la cassa la pistola e spara al tipo che gli si para innanzi, minaccioso, con il bavero rialzato e la mano in tasca, che riceve in pieno petto una palla di piombo.
Fine dei giochi. Quelli di Luciano...Luciano Re Cecconi !
Figlio di un muratore, lavorò come carrozziere, prima di trasformare il suo passatempo, il calcio, in mestiere, diventando ben presto un gran campione: l'angelo biondo, com'era soprannominato per il colore dei suoi capelli.
In quel 18 Gennaio 1977 compie la sua cazzata, nel posto e nel momento sbagliato e paga con la vita, per tanta leggerezza ed incoscienza.
Allora ci si interrogò, se era possibile morire così, banalmente, solo per uno scherzo;
lo stesso oggi, per un pacchetto di biscotti.
Abdul "Abba" Samir Guibre è stato accoppato dalla rabbia e dal sospetto: la prima per aver rubato, il secondo pensando che era scappato con l'incasso.
Fausto e Daniele Cristofoli, padre e figlio, proprietari del bar Shining avevano inseguito quelli che li avevano derubati, ed è stato l'atto, non gli attori, la goccia che ha fatto traboccare il vaso e portato alla reazione più inconsulta e incontrollata, e il colore della pelle centra un cazzo !
Nella rissa, un «Negro di merda !» ci sarà pure scappato, che se era uno del sud sarebbe stato «Terrone di merda !» e via andare, secondo la tipologia dei soggetti coinvolti: ho sentito di peggio nelle discussioni tra automobilisti e temuto maggiormente duelli all'ultimo cric e spadaccini che incrociavano cacciaviti o tentavano di strozzare con i cavi per collegare le batterie, senza contare gli estintori, alla Carlo Giuliani !
No, il razzismo o la xenofobia ci sta come i cavoli a merenda: nessuno si è unito all'inseguimento, nessuno a lanciare suppellettili dalle finestre, contro i "negri", al grido di «Dagli all'untore»:
dove l'odio per il diverso fa da padrone, il branco si compatta e partecipa alla caccia, mandria impazzita che calpesta tutto davanti a sè;
a dire il vero, una massa mugghiante c'è stata, ma scientemente diretta, ad usare la figura di Abba come una clava, da oggetto e utensile per servire chi ne vuol fare piede di porco, per scardinare l'ordine democratico.
Nei momenti precedenti la manifestazione ero a Milano per mio conto e ho avuto modo di assistere alla preparazione, alla fase di "pastura" del campo di battaglia;
mentre si stavano disponendo le forze dell'ordine, le telecamere e i primi arrivi, ecco l'apparizione di quelle che io chiamo "le Remore", simpatici pesciolini che attorniano i pescecani e vivono degli avanzi delle loro prede.
Ecco i "Ferramenta", i borchiati, con il naso, le labbra, la lingua e quant'altro, infilati di spille ed anelli in ogni dove, che se passano in prossimità di uno sfasciacarrozze, rischiano di essere calamitati e messi nella pressa;
e poi, gli "Imbianchini", con la cresta gialla, verde, arancione...arcobaleno;
le facce contornate da carboncino e nerofumo;
e i "CircoIncisi", intesi come tatuati per tutta la circonferenza corporea, fino a terminare con quelli posti all'apice della catena: "l'insalata...rossa", la somma di tutto, per ferramenta, colore e incisione.
Come la puzza precede chi non si lava, ecco che il prologo precede l'epilogo, fino ad introdurre la teppaglia dei Centri Sociali, e i "Magutt", i manovali, assemblati di volta in volta, alla bisogna:
"[...] improvvisamente hanno preso la testa del corteo circa 200 africani, apparsi quasi dal nulla; Non sappiamo chi siano, dicono i dirigenti della questura, e gli organizzatori della manifestazione".
Sono questi, e un pari numero di "Centrosocialini" a dare il via al tentativo di usare, dirottare e dirigere l'intero gregge, dirigendosi verso il luogo dove Abba è morto, distruggendo e danneggiando ogni cosa davanti e spargendo terrore tra i passanti.
La fortuna o un sotterraneo e provvidenziale «Contrordine compagni !» sembra poi averli richiamati alle stalle, lasciando dietro la "zoccolata" arredi urbani a frantumi e brandelli, motorini rovesciati, auto in sosta con vetri sbriciolati e carrozzeria con protuberanze concave e convesse e passanti spaventati e impauriti.
I parenti del povero Abdul avevano voglia di invitare a non svilire una richiesta di giustizia in istigazione alla rissa, il ricordo del loro ragazzo ad essere adesivo, alibi e manifesto per una politica che riconosce e trova, nell'allarmismo e nel terrorizzare, propria rivincita e ritorno dall'oblio e dall'esilio politico.
Ed ecco l'eterno schema, che al bastone si alterna la carota, la feccia del nerbo con la faccia di quelli "[...] che leggono libri, e giornali, insomma la parte più acculturata del paese":
gli attori Moni Ovadia e Ottavia Piccolo e l'europarlamentare Vittorio Agnoletto, in circolo, a tentare una seduta spiritica con Umberto Eco e compagni di merende, ad evocare ed invocare il ritorno dei cari estinti, un razzismo e un fascismo che darebbe loro modo di riportarci ad una nuova "Reichskristallnacht", la Notte dei cristalli, brandelli tanto apprezzati dalle Remore, che girano d'intorno, che sono loro a pensare agli "affari sporchi".
Riposa in pace, nella tua terra, Abdul "Abba" Samir Guibre: per te una preghiera e che la terra che ti ricoprirà sia soffice e lieve, come la carezza dei genitori e di chi ti ha voluto bene.
E per voi, infami, che vorreste l'odio nella mia patria e tra la mia e l'altrui gente, spero un domani sia nera e pesante, come vostra anima e coscienza !
Io, secondo me...22.09.2008
Bruno, il padrone della gioielleria, era reduce da due precedenti rapine: estrae da sotto la cassa la pistola e spara al tipo che gli si para innanzi, minaccioso, con il bavero rialzato e la mano in tasca, che riceve in pieno petto una palla di piombo.
Fine dei giochi. Quelli di Luciano...Luciano Re Cecconi !
Figlio di un muratore, lavorò come carrozziere, prima di trasformare il suo passatempo, il calcio, in mestiere, diventando ben presto un gran campione: l'angelo biondo, com'era soprannominato per il colore dei suoi capelli.
In quel 18 Gennaio 1977 compie la sua cazzata, nel posto e nel momento sbagliato e paga con la vita, per tanta leggerezza ed incoscienza.
Allora ci si interrogò, se era possibile morire così, banalmente, solo per uno scherzo;
lo stesso oggi, per un pacchetto di biscotti.
Abdul "Abba" Samir Guibre è stato accoppato dalla rabbia e dal sospetto: la prima per aver rubato, il secondo pensando che era scappato con l'incasso.
Fausto e Daniele Cristofoli, padre e figlio, proprietari del bar Shining avevano inseguito quelli che li avevano derubati, ed è stato l'atto, non gli attori, la goccia che ha fatto traboccare il vaso e portato alla reazione più inconsulta e incontrollata, e il colore della pelle centra un cazzo !
Nella rissa, un «Negro di merda !» ci sarà pure scappato, che se era uno del sud sarebbe stato «Terrone di merda !» e via andare, secondo la tipologia dei soggetti coinvolti: ho sentito di peggio nelle discussioni tra automobilisti e temuto maggiormente duelli all'ultimo cric e spadaccini che incrociavano cacciaviti o tentavano di strozzare con i cavi per collegare le batterie, senza contare gli estintori, alla Carlo Giuliani !
No, il razzismo o la xenofobia ci sta come i cavoli a merenda: nessuno si è unito all'inseguimento, nessuno a lanciare suppellettili dalle finestre, contro i "negri", al grido di «Dagli all'untore»:
dove l'odio per il diverso fa da padrone, il branco si compatta e partecipa alla caccia, mandria impazzita che calpesta tutto davanti a sè;
a dire il vero, una massa mugghiante c'è stata, ma scientemente diretta, ad usare la figura di Abba come una clava, da oggetto e utensile per servire chi ne vuol fare piede di porco, per scardinare l'ordine democratico.
Nei momenti precedenti la manifestazione ero a Milano per mio conto e ho avuto modo di assistere alla preparazione, alla fase di "pastura" del campo di battaglia;
mentre si stavano disponendo le forze dell'ordine, le telecamere e i primi arrivi, ecco l'apparizione di quelle che io chiamo "le Remore", simpatici pesciolini che attorniano i pescecani e vivono degli avanzi delle loro prede.
Ecco i "Ferramenta", i borchiati, con il naso, le labbra, la lingua e quant'altro, infilati di spille ed anelli in ogni dove, che se passano in prossimità di uno sfasciacarrozze, rischiano di essere calamitati e messi nella pressa;
e poi, gli "Imbianchini", con la cresta gialla, verde, arancione...arcobaleno;
le facce contornate da carboncino e nerofumo;
e i "CircoIncisi", intesi come tatuati per tutta la circonferenza corporea, fino a terminare con quelli posti all'apice della catena: "l'insalata...rossa", la somma di tutto, per ferramenta, colore e incisione.
Come la puzza precede chi non si lava, ecco che il prologo precede l'epilogo, fino ad introdurre la teppaglia dei Centri Sociali, e i "Magutt", i manovali, assemblati di volta in volta, alla bisogna:
"[...] improvvisamente hanno preso la testa del corteo circa 200 africani, apparsi quasi dal nulla; Non sappiamo chi siano, dicono i dirigenti della questura, e gli organizzatori della manifestazione".
Sono questi, e un pari numero di "Centrosocialini" a dare il via al tentativo di usare, dirottare e dirigere l'intero gregge, dirigendosi verso il luogo dove Abba è morto, distruggendo e danneggiando ogni cosa davanti e spargendo terrore tra i passanti.
La fortuna o un sotterraneo e provvidenziale «Contrordine compagni !» sembra poi averli richiamati alle stalle, lasciando dietro la "zoccolata" arredi urbani a frantumi e brandelli, motorini rovesciati, auto in sosta con vetri sbriciolati e carrozzeria con protuberanze concave e convesse e passanti spaventati e impauriti.
I parenti del povero Abdul avevano voglia di invitare a non svilire una richiesta di giustizia in istigazione alla rissa, il ricordo del loro ragazzo ad essere adesivo, alibi e manifesto per una politica che riconosce e trova, nell'allarmismo e nel terrorizzare, propria rivincita e ritorno dall'oblio e dall'esilio politico.
Ed ecco l'eterno schema, che al bastone si alterna la carota, la feccia del nerbo con la faccia di quelli "[...] che leggono libri, e giornali, insomma la parte più acculturata del paese":
gli attori Moni Ovadia e Ottavia Piccolo e l'europarlamentare Vittorio Agnoletto, in circolo, a tentare una seduta spiritica con Umberto Eco e compagni di merende, ad evocare ed invocare il ritorno dei cari estinti, un razzismo e un fascismo che darebbe loro modo di riportarci ad una nuova "Reichskristallnacht", la Notte dei cristalli, brandelli tanto apprezzati dalle Remore, che girano d'intorno, che sono loro a pensare agli "affari sporchi".
Riposa in pace, nella tua terra, Abdul "Abba" Samir Guibre: per te una preghiera e che la terra che ti ricoprirà sia soffice e lieve, come la carezza dei genitori e di chi ti ha voluto bene.
E per voi, infami, che vorreste l'odio nella mia patria e tra la mia e l'altrui gente, spero un domani sia nera e pesante, come vostra anima e coscienza !
Io, secondo me...22.09.2008
martedì 16 settembre 2008
Cazziatoni
- «Bravo, Gianfranco, che un bel cazziatone proprio ci voleva !»
Dall'alto dello scranno di Presidente della Camera e in forza di terza carica dello Stato, ecco che il caro Fini, leader storico di Alleanza Nazionale, tira un bel ceffone, più che sulla schiena, sul faccione, a fermare i rigurgiti dei suoi bambocci, l'Alemanno e il La Russa, rei d'aver manifestato rutti e riflussi intestinali, prima di aver aver messo la mano sulla bocca o essersi presi un bel Guttalax, un buon purgante per sciogliere incrostazioni biologiche;
è questione d'educazione, di cultura e formazione democratica, che qui non vale il tarallucci e vino, al grido di "Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scordammuce u passato, simmu tutti paisà !".
I ragazzi di Salò sbagliarono su tutti i fronti e, a meno di dar loro del cretino, riconosciamogli pure la buona fede...ma sempre fascista era !
Sempre una dittatura.
Sempre un soffocare libertà: di parola, di pensiero, d'opinione e di scelte.
Sempre una forma, una forza e una sostanza assassina, che chi non la pensava come loro finiva a randellate o sparato.
I ragazzi di Salò fecero una scelta scellerata, assumendo le responsabilità di tanto, combattendo per difendere quello: per primo, fu la Storia a condannarli, mettendovi sopra una pietra...tombale.
Posso provare, e provo pietà per errore ed orrore per quelli, tanto incoscienti da gettare la propria gioventù e strozzare il proprio respiro;
meglio furono di chi si riciclò, cambiando casacca per tempo, vantando oggi d'esser...Nobel uomo e Bocca della verità, rinnegando, negando, dimenticando prontamente dove servirono, a chi giurarono fedeltà o cosa firmarono e contro di chi;
Al tracollo, si ritirarono sui monti con la camicia nera e tornarono a valle, sul carro dei vincitori, con quella rossa.
Oggi sono ad insegnare quanto l'ebreo è buono solo da morto e la Chiesa una levatrice d'asini, concedendo la nuova verginità al "Migliore" sulla piazza con cui gemellarsi e porti dote: "Il nemico del mio nemico è mio amico".
O a firmare nuovamente liste e fare fronda contro chi denuncia il nuovo terrorismo che, passando dal rosso al nero, ora vira al verde "BinLadIslam";
è un modo per riconoscersi, sempre e ovunque, che il colore è solo una divisa, ma il macinato è sempre di carne !
Il ComuNazIslam è camaleonte di colore, ma l'anima è sempre allo zolfo.
No, non basta la buona fede, il credere in qualcosa, la passione, il gridare di fare in nome di un dio multiforme e dai tanti nomi: la sacralità della vita è come la livella, che trova nell'essere tutto su un piano equilibrio e misura.
Certo, il fascismo non fu un "male assoluto", ma solo perché non ebbe il modo, i mezzi e il tempo per crescere e diventarlo: dovette accodarsi e prendere la medaglia di bronzo, che quella d'argento fu data al Nazismo, e la d'oro, al Comunismo, secondo una classifica che conta i morti, non le buone intenzioni, oppio dei popoli !
- «[...] la destra deve finalmente abbracciare i valori dell'antifascismo».
Vero. E quello non è esclusivo di partigiani o di vincitori, che sono poi a riscrivere la Storia, adattandola a proprie forme e misure.
Ma il male, quello fu, senza ambiguità, senza revisionismo, senza se e senza ma.
A Dio in cielo, il giudizio finale, a Cesare, sulla terra, quello suo, ed è pollice verso.
Punto e basta.
Se così non fosse, saremmo a dover fare lo stesso e riabilitare o rifare facciata a tutti i terroristi, dai talebani di Bin Laden ai pezzenti di Hamas, ai criminali Hezbollah e ad ogni bombarolo che mette bombe in chiese, moschee, mercati e in ogni dove siano presenti persone innocenti ed indifese.
Non vorrei un domani sentire dire che Hamas fosse stato "male minore", Hezbollah "compagni che sbagliarono" e gli sgozzatori e stragisti, "poveri ragazzi".
Però...c'è un però, che antifascisti e portatori dei "valori della resistenza" furono pure gli assassini delle Brigate Rosse, ma non per questo diversi: erano fascisti pure loro, rossi ma fascisti, che volevano fare la rivoluzione del proletariato, sfasciando vetrine, picchiando passanti e "giustiziando" chi non la pensava come loro, alla faccia di "libertà" ed "eguaglianza";
dove la differenza ?
Ma, mentre i fascisti "furono", la mentalità e il seme del Brigarcomunismorosso "sono".
Il terrorismo nostrano si assolve, quando ne "le memorie di Adriano", il Sofri, si ricava che il loro:
"Non fu terrorismo, ma atto di giustizia",
dimenticando che la sua, di giustizia, si sovrapponeva a quella di uno Stato in cui vige la Democrazia, che non si abbatte con le pallottole ma con la maggioranza dei voti, anche se e quando
"Il centrosinistra è minoranza, ma il primo partito nelle aree urbane, tra gli italiani che leggono libri, e giornali, insomma la parte più acculturata del paese";
O forse i "valori" dell'antifascismo non sono rigide stecche di un busto, ma comodo e lasco abbraccio di mutandoni elastici, da adattare ad ogni forma ?
- «Facciano pure le riforme che credono ma, se verrà approvata una legge elettorale che penalizza i piccoli partiti, non vengano a lamentarsi se poi qualcuno si ritrova con un proiettile conficcato in una gamba !»
Parole di Francesco Caruso, "disobbediente" arrabbiato ed ex deputato di Rifondazione.
Le regole ?
Quelle di "[...] italiani che leggono libri, e giornali, insomma la parte più acculturata del paese".
No, non si può ragionare con le tessere e non basta leggere libri e giornali ed essere parte acculturata, che anche il cuore deve pulsare, oltre al cervello, altrimenti non ci si lamenti quando ci spareranno!
Io, secondo me...16.09.2008
Dall'alto dello scranno di Presidente della Camera e in forza di terza carica dello Stato, ecco che il caro Fini, leader storico di Alleanza Nazionale, tira un bel ceffone, più che sulla schiena, sul faccione, a fermare i rigurgiti dei suoi bambocci, l'Alemanno e il La Russa, rei d'aver manifestato rutti e riflussi intestinali, prima di aver aver messo la mano sulla bocca o essersi presi un bel Guttalax, un buon purgante per sciogliere incrostazioni biologiche;
è questione d'educazione, di cultura e formazione democratica, che qui non vale il tarallucci e vino, al grido di "Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scordammuce u passato, simmu tutti paisà !".
I ragazzi di Salò sbagliarono su tutti i fronti e, a meno di dar loro del cretino, riconosciamogli pure la buona fede...ma sempre fascista era !
Sempre una dittatura.
Sempre un soffocare libertà: di parola, di pensiero, d'opinione e di scelte.
Sempre una forma, una forza e una sostanza assassina, che chi non la pensava come loro finiva a randellate o sparato.
I ragazzi di Salò fecero una scelta scellerata, assumendo le responsabilità di tanto, combattendo per difendere quello: per primo, fu la Storia a condannarli, mettendovi sopra una pietra...tombale.
Posso provare, e provo pietà per errore ed orrore per quelli, tanto incoscienti da gettare la propria gioventù e strozzare il proprio respiro;
meglio furono di chi si riciclò, cambiando casacca per tempo, vantando oggi d'esser...Nobel uomo e Bocca della verità, rinnegando, negando, dimenticando prontamente dove servirono, a chi giurarono fedeltà o cosa firmarono e contro di chi;
Al tracollo, si ritirarono sui monti con la camicia nera e tornarono a valle, sul carro dei vincitori, con quella rossa.
Oggi sono ad insegnare quanto l'ebreo è buono solo da morto e la Chiesa una levatrice d'asini, concedendo la nuova verginità al "Migliore" sulla piazza con cui gemellarsi e porti dote: "Il nemico del mio nemico è mio amico".
O a firmare nuovamente liste e fare fronda contro chi denuncia il nuovo terrorismo che, passando dal rosso al nero, ora vira al verde "BinLadIslam";
è un modo per riconoscersi, sempre e ovunque, che il colore è solo una divisa, ma il macinato è sempre di carne !
Il ComuNazIslam è camaleonte di colore, ma l'anima è sempre allo zolfo.
No, non basta la buona fede, il credere in qualcosa, la passione, il gridare di fare in nome di un dio multiforme e dai tanti nomi: la sacralità della vita è come la livella, che trova nell'essere tutto su un piano equilibrio e misura.
Certo, il fascismo non fu un "male assoluto", ma solo perché non ebbe il modo, i mezzi e il tempo per crescere e diventarlo: dovette accodarsi e prendere la medaglia di bronzo, che quella d'argento fu data al Nazismo, e la d'oro, al Comunismo, secondo una classifica che conta i morti, non le buone intenzioni, oppio dei popoli !
- «[...] la destra deve finalmente abbracciare i valori dell'antifascismo».
Vero. E quello non è esclusivo di partigiani o di vincitori, che sono poi a riscrivere la Storia, adattandola a proprie forme e misure.
Ma il male, quello fu, senza ambiguità, senza revisionismo, senza se e senza ma.
A Dio in cielo, il giudizio finale, a Cesare, sulla terra, quello suo, ed è pollice verso.
Punto e basta.
Se così non fosse, saremmo a dover fare lo stesso e riabilitare o rifare facciata a tutti i terroristi, dai talebani di Bin Laden ai pezzenti di Hamas, ai criminali Hezbollah e ad ogni bombarolo che mette bombe in chiese, moschee, mercati e in ogni dove siano presenti persone innocenti ed indifese.
Non vorrei un domani sentire dire che Hamas fosse stato "male minore", Hezbollah "compagni che sbagliarono" e gli sgozzatori e stragisti, "poveri ragazzi".
Però...c'è un però, che antifascisti e portatori dei "valori della resistenza" furono pure gli assassini delle Brigate Rosse, ma non per questo diversi: erano fascisti pure loro, rossi ma fascisti, che volevano fare la rivoluzione del proletariato, sfasciando vetrine, picchiando passanti e "giustiziando" chi non la pensava come loro, alla faccia di "libertà" ed "eguaglianza";
dove la differenza ?
Ma, mentre i fascisti "furono", la mentalità e il seme del Brigarcomunismorosso "sono".
Il terrorismo nostrano si assolve, quando ne "le memorie di Adriano", il Sofri, si ricava che il loro:
"Non fu terrorismo, ma atto di giustizia",
dimenticando che la sua, di giustizia, si sovrapponeva a quella di uno Stato in cui vige la Democrazia, che non si abbatte con le pallottole ma con la maggioranza dei voti, anche se e quando
"Il centrosinistra è minoranza, ma il primo partito nelle aree urbane, tra gli italiani che leggono libri, e giornali, insomma la parte più acculturata del paese";
O forse i "valori" dell'antifascismo non sono rigide stecche di un busto, ma comodo e lasco abbraccio di mutandoni elastici, da adattare ad ogni forma ?
- «Facciano pure le riforme che credono ma, se verrà approvata una legge elettorale che penalizza i piccoli partiti, non vengano a lamentarsi se poi qualcuno si ritrova con un proiettile conficcato in una gamba !»
Parole di Francesco Caruso, "disobbediente" arrabbiato ed ex deputato di Rifondazione.
Le regole ?
Quelle di "[...] italiani che leggono libri, e giornali, insomma la parte più acculturata del paese".
No, non si può ragionare con le tessere e non basta leggere libri e giornali ed essere parte acculturata, che anche il cuore deve pulsare, oltre al cervello, altrimenti non ci si lamenti quando ci spareranno!
Io, secondo me...16.09.2008
venerdì 12 settembre 2008
Arabia (pedo)felix
Ah, che brutto quando l'amore finisce è lei lo vuole lasciare:
"[...] un giudice del tribunale saudita di Riad ha aggiornato una causa di divorzio [...] per dare sufficiente tempo alle controparti di riconciliarsi".
Bravo, signor giudice, che bisogna mettersi nei panni del pover'uomo, quel maritino rifiutato, condannato a rimanere solo e reietto, destinato ad uscire di scena cantando:
"[...] Addio anni di gioventù, perché perché non ritornate più
[...] la donna sincera aspettai, compagna dei giorni miei
[...] addio sogni di gloria, addio castelli in aria
[...] meglio tacer le memorie o vecchio cuor mio, sogni di gloria addio".
Ahimè, sfortunato, che la sua bella lo getta nell'immondizia, abbandonandolo come si fa per un cane sull'autostrada;
certo, la moglie che ti molla è un dramma: spiace per lui, per i figli...la famiglia che si sfascia.
E già...ma se proprio "Lei", la moglie, ha otto anni e lui cinquanta, che, più che padre, gli potrebbe fare da nonno ?!
Da noi si chiamerebbe pedofilia, ma là, nella penisola arabica, l'Arabia (pedo)felix...siamo al libero baratto, che un uomo nella zona di al Unaizah, nella provincia di al Qusaim, si era messo d'accordo con un cinquantenne per "scambiarsi come mogli" le figlie minorenni.
C'è chi fa lo scambio di coppie, chi di figlie, e neppure maggiorenni.
De gustibus non est disputandum, sui gusti non si discute;
o si ?
Venuta a sapere del matrimonio della figlia, che frequenta la quarta elementare, la madre, di fronte al rifiuto del marito di annullare il contratto di matrimonio, lo ha portato davanti ad un tribunale, dove il giudice non ha potuto fare altro che temporeggiare, sperando magari di prendere in mano la patata quando non sarà più così bollente o, meglio, lasciare ad un altro il cavare la castagna dal fuoco.
Ora, di là dallo specifico, a me fa ghiacciare il sangue nelle vene un altro articolo:
"Una stima per difetto conta che le spose bambine islamiche sono 60 milioni e hanno meno di 13 anni";
sessanta milioni...l'intera fauna della penisola italiana !
Qui non possiamo applicare l'ottimistico e speranzoso proverbio che dice:
"Una rondine non fa primavera", che decine di "rondinelle" la bella stagione la fanno sì, per i nidi, anzi, i letti, di spennacchiati e stagionati galletti.
In una comunità tanto vasta e prolifica, non esistono piccoli numeri o piccoli drammi:
le cifre di impiccati - minorenni compresi - anche per motivi insignificanti;
donne ( tante ) e uomini ( meno ) sono lapidati regolarmente, in pubbliche piazze, con sadismo e goduria, usando pietre di grandezza sufficiente a far morire di dolore ma senza uccidere all'istante.
Per non parlare poi di amputazioni, flagellazioni, "consigli" a ragazzini per suggerire quanto è bello il suicidio e l'omicidio, e altre amenità.
Davanti a tanto non si squalifica quindi la storia delle spose bambine;
come quella che arriva dallo Yemen dove Nojoud, una bambina di otto anni ( è proprio un vizio ! ) si è presentata da sola in tribunale dicendo di essere stata costretta dal padre a sposare un trentenne, che l'aveva picchiata e forzata ad avere rapporti sessuali...e poi hanno il coraggio di dare del maiale agli infedeli !
In questi casi, il marito è sempre un uomo parecchio più anziano, mai incontrato prima, non escluso un parente.
Leggo le classifiche dei paesi più "attivi" in mercimoni e matrimoni di tal fatta:
"[...] il Niger è al primo posto, seguito da Ciad, Bangladesh, Mali, Guinea, Repubblica centrafricana, Nepal, Mozambico, Uganda, Burkina Faso, India, Etiopia, Liberia, Yemen, Camerun, Eritrea, Malawi, Nicaragua, Nigeria, Zambia.
Altri seguono, ma sono scarsi: le pecore nere della specie Pedofelix.
Continuo la lettura delle atrocità:
"[...] L'attività sessuale precoce cui sono obbligate, le gravidanze e i parti procurano loro danni terribili, oltre a contagi d'ogni genere. Una volta malate, sono emarginate dai propri mariti e dalle comunità [...] due milioni di ragazzine sono affette da fistole vescico o retto-vaginali in seguito a lacerazioni prodotte dal feto. Ciò le rende incontinenti per il resto della loro vita, e il loro odore di urina è talmente forte che dalla loro gente sono ghettizzate, scansate, abbandonate sole.";
una forma di take away, carne da asporto, destinata all'usa e getta.
A fronte di tutto ciò, veniamo edotti da un'intervista rilasciata dall'ambasciatore saudita in Gran Bretagna, Ghazi Al-Qusaibi, che dichiara:
«Flagellazione, lapidazione e amputazioni sono, agli occhi musulmani, il nocciolo della fede, e la cultura occidentale è ridicola, è una cultura perversa e inferiore».
Per simili figuri e d "eminenti religiosi" è normale invece emettere "[...] una serie infinta di fatwa di condanna contro qualsiasi attricetta, scrittore o vignettista satirico; verso le barzellette i sacerdoti musulmani sono molto attenti", mentre si ostenta, si"pavoneggia" la crudeltà primitiva di cui è permeata certa cultura musulmana, l'assenza d'ogni valore religioso e umano di certe tradizioni spacciate per coraniche, il peggior maschilismo retrogrado e oscurantista chiamato a proteggere il potere maschile di questi aguzzini, pedofili ed assassini.
Costoro sono a negare alla donna il diritto di scegliersi il marito e di divorziare; affermano il diritto maschile alla poligamia e al ripudio; sanciscono la disparità in tema di eredità; rifiutano alle donne il diritto alla custodia dei figli in caso di divorzio, manifestando una sessuofobia martellante ed opprimente, interpretando, plasmando e piegando la Sharia, la legge islamica, a proprio scopo e piacere.
E qui mi fermo, che pure essendo di bocca e stomaco buono, mi viene il trabocco intestinale.
E quella che fu Arabia Felix (voce latina, dal greco Eudaimonia Arabia, a designare le regioni più meridionali della Penisola arabica), oggi eccola declassata, ad essere Arabia (pedo)felix !
Io, secondo me...12.09.2008
"[...] un giudice del tribunale saudita di Riad ha aggiornato una causa di divorzio [...] per dare sufficiente tempo alle controparti di riconciliarsi".
Bravo, signor giudice, che bisogna mettersi nei panni del pover'uomo, quel maritino rifiutato, condannato a rimanere solo e reietto, destinato ad uscire di scena cantando:
"[...] Addio anni di gioventù, perché perché non ritornate più
[...] la donna sincera aspettai, compagna dei giorni miei
[...] addio sogni di gloria, addio castelli in aria
[...] meglio tacer le memorie o vecchio cuor mio, sogni di gloria addio".
Ahimè, sfortunato, che la sua bella lo getta nell'immondizia, abbandonandolo come si fa per un cane sull'autostrada;
certo, la moglie che ti molla è un dramma: spiace per lui, per i figli...la famiglia che si sfascia.
E già...ma se proprio "Lei", la moglie, ha otto anni e lui cinquanta, che, più che padre, gli potrebbe fare da nonno ?!
Da noi si chiamerebbe pedofilia, ma là, nella penisola arabica, l'Arabia (pedo)felix...siamo al libero baratto, che un uomo nella zona di al Unaizah, nella provincia di al Qusaim, si era messo d'accordo con un cinquantenne per "scambiarsi come mogli" le figlie minorenni.
C'è chi fa lo scambio di coppie, chi di figlie, e neppure maggiorenni.
De gustibus non est disputandum, sui gusti non si discute;
o si ?
Venuta a sapere del matrimonio della figlia, che frequenta la quarta elementare, la madre, di fronte al rifiuto del marito di annullare il contratto di matrimonio, lo ha portato davanti ad un tribunale, dove il giudice non ha potuto fare altro che temporeggiare, sperando magari di prendere in mano la patata quando non sarà più così bollente o, meglio, lasciare ad un altro il cavare la castagna dal fuoco.
Ora, di là dallo specifico, a me fa ghiacciare il sangue nelle vene un altro articolo:
"Una stima per difetto conta che le spose bambine islamiche sono 60 milioni e hanno meno di 13 anni";
sessanta milioni...l'intera fauna della penisola italiana !
Qui non possiamo applicare l'ottimistico e speranzoso proverbio che dice:
"Una rondine non fa primavera", che decine di "rondinelle" la bella stagione la fanno sì, per i nidi, anzi, i letti, di spennacchiati e stagionati galletti.
In una comunità tanto vasta e prolifica, non esistono piccoli numeri o piccoli drammi:
le cifre di impiccati - minorenni compresi - anche per motivi insignificanti;
donne ( tante ) e uomini ( meno ) sono lapidati regolarmente, in pubbliche piazze, con sadismo e goduria, usando pietre di grandezza sufficiente a far morire di dolore ma senza uccidere all'istante.
Per non parlare poi di amputazioni, flagellazioni, "consigli" a ragazzini per suggerire quanto è bello il suicidio e l'omicidio, e altre amenità.
Davanti a tanto non si squalifica quindi la storia delle spose bambine;
come quella che arriva dallo Yemen dove Nojoud, una bambina di otto anni ( è proprio un vizio ! ) si è presentata da sola in tribunale dicendo di essere stata costretta dal padre a sposare un trentenne, che l'aveva picchiata e forzata ad avere rapporti sessuali...e poi hanno il coraggio di dare del maiale agli infedeli !
In questi casi, il marito è sempre un uomo parecchio più anziano, mai incontrato prima, non escluso un parente.
Leggo le classifiche dei paesi più "attivi" in mercimoni e matrimoni di tal fatta:
"[...] il Niger è al primo posto, seguito da Ciad, Bangladesh, Mali, Guinea, Repubblica centrafricana, Nepal, Mozambico, Uganda, Burkina Faso, India, Etiopia, Liberia, Yemen, Camerun, Eritrea, Malawi, Nicaragua, Nigeria, Zambia.
Altri seguono, ma sono scarsi: le pecore nere della specie Pedofelix.
Continuo la lettura delle atrocità:
"[...] L'attività sessuale precoce cui sono obbligate, le gravidanze e i parti procurano loro danni terribili, oltre a contagi d'ogni genere. Una volta malate, sono emarginate dai propri mariti e dalle comunità [...] due milioni di ragazzine sono affette da fistole vescico o retto-vaginali in seguito a lacerazioni prodotte dal feto. Ciò le rende incontinenti per il resto della loro vita, e il loro odore di urina è talmente forte che dalla loro gente sono ghettizzate, scansate, abbandonate sole.";
una forma di take away, carne da asporto, destinata all'usa e getta.
A fronte di tutto ciò, veniamo edotti da un'intervista rilasciata dall'ambasciatore saudita in Gran Bretagna, Ghazi Al-Qusaibi, che dichiara:
«Flagellazione, lapidazione e amputazioni sono, agli occhi musulmani, il nocciolo della fede, e la cultura occidentale è ridicola, è una cultura perversa e inferiore».
Per simili figuri e d "eminenti religiosi" è normale invece emettere "[...] una serie infinta di fatwa di condanna contro qualsiasi attricetta, scrittore o vignettista satirico; verso le barzellette i sacerdoti musulmani sono molto attenti", mentre si ostenta, si"pavoneggia" la crudeltà primitiva di cui è permeata certa cultura musulmana, l'assenza d'ogni valore religioso e umano di certe tradizioni spacciate per coraniche, il peggior maschilismo retrogrado e oscurantista chiamato a proteggere il potere maschile di questi aguzzini, pedofili ed assassini.
Costoro sono a negare alla donna il diritto di scegliersi il marito e di divorziare; affermano il diritto maschile alla poligamia e al ripudio; sanciscono la disparità in tema di eredità; rifiutano alle donne il diritto alla custodia dei figli in caso di divorzio, manifestando una sessuofobia martellante ed opprimente, interpretando, plasmando e piegando la Sharia, la legge islamica, a proprio scopo e piacere.
E qui mi fermo, che pure essendo di bocca e stomaco buono, mi viene il trabocco intestinale.
E quella che fu Arabia Felix (voce latina, dal greco Eudaimonia Arabia, a designare le regioni più meridionali della Penisola arabica), oggi eccola declassata, ad essere Arabia (pedo)felix !
Io, secondo me...12.09.2008
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