giovedì 23 ottobre 2008

L'amico degli animali

Mi accorgo del passar del tempo quando, oltre al mio decadimento strutturale - come una palazzina che perde la crosta - un perverso meccanismo scatta automaticamente nell'associare idee, tra l'attualità d'oggi e il mio giurassico natale.

- «Amici dei miei amici, buonasera !»

Così presentava "L'amico degli animali", la sua trasmissione televisiva, nel lontano '56, il caro Angelo Lombardi:
ovvio, come ben si ricava dal titolo, che soggetto di tanta attenzione sono proprio loro, tutti quei nostri compagni messi dalla creazione, dal creatore e nel creato, uno o più gradini sotto di noi.

Guardo la fotografia e continuo a trovare equivalenza, con gli abitanti del caravanserraglio, luogo deputato, in un lontano passato, ad ospitare e parcheggiare le mandrie delle carovane di passaggio, sulle vie dei mercati e dei mercanti.
Beh, di bancarelle e piazzisti andrò a parlare, che da una parte ci sta quello con il bastone in una mano e la carota nell'altra, con appresso l'asino, che cerca di schivare l'uno per prendere l'altra.
Di qua, Ahmadinejad, il Mahmoud, stringe la zampa con la destra e sostiene il braccio con la sinistra, quasi a voler dire:

- «Ora che ho preso una mano, posso fare altrettanto con il braccio»;

Al suo cospetto, con un sorriso modellato da labbra a "Cul de poule", a culo di gallina - che implodono su se stesse, come di chi ha dimenticato la dentiera nel bicchiere, sul comodino dell'albergo - ecco quel Romano Prodi, riciclato e subito speso, come a liberarsi di fastidiosi spiccioli, zavorra da affibbiare ad altri, per camminare poi più spediti.
Certo che, a confronto, il Romano con Mahmoud pare Don Abbondio davanti a Don Rodrigo.
Beh, qualche barile in più di petrolio, al che in Libano i bambocci dell'Ahmadinejad lascino in pace le nostre smarrite truppe e non ci indicano a bersaglio al terrorismo, vale pure d'esibire quanto di peggio possiamo, e se ne può dedurre che, se questo è il meglio, del resto non c'è d'aver paura !
Gli occhi poi, lo sguardo del nostro emiliota - nativo di quel di Scandiano, provincia di Reggio - sono un qualcosa di disarmante;
la profondità di tanto, che dovrebbe raggiungere l'anima facendone da specchio, sono a toccare il fondo quasi subito, come mettere i piedi in un catino d'acqua tiepida:
la luce si spegne come quei fiammiferi subito smorzati dal vento, che rivedo quel vecchio ed impietoso filmato della trasmissione "Striscia la notizia", che lo immortalò, smarrito e perso, a fissare l'interno del caschetto da sciatore, rigirato per il lungo e per il largo, a chiedersi:

- «Ma come cazzo si mette ?!»

La moglie, imbarazzata, s'allontana, mentre le guardie del corpo provano a suggerire la risposta, cercando di non scalfire il tentativo di mussoliniana e tecnica memoria: costruire un'immagine virtuale, muscolare e virile di un mollusco, una cozza con seduta a ventosa e adesivo, non da scoglio ma da poltrona.

Ma il danno non si ferma all'immagine, che il nostro pure ha l'incoscienza di parlare:

- «Le grandi potenze stanno cercando di promuovere l'estremismo nel mondo»,

dice all'agenzia ufficiale del regime Irna: il "Cul de poule" ha fatto l'uovo !
Come un povero incontinente, sì è fatto tutto addosso, nel pannolone, assorbente per pensieri purgati.
Ce lo abbiamo mandato noi questo, a Tehran, per partecipare alla conferenza "Religioni nel mondo moderno".
E lui fa la pipì in pubblico.
Alla domanda del congresso
"Come i religiosi e i responsabili politici potrebbero collaborare per promuovere la pace attraverso la tutela dei diritti umani, valori morali e religiosi, la diversità e la convivenza pacifica nella pluralistica società moderna", risponde con

«I coglioni siamo noi: ecco le terga per la monta»;

e lo afferma alla presenza del Mahmoud, quello che va a dire:

- «La Shoah non è mai esistita e Israele va cancellato dalla faccia della terra !»
Ecco come il nanerottolo iraniano interpreta "[...] come collaborare per promuovere la pace attraverso la tutela dei diritti umani, valori morali e religiosi, la diversità e la convivenza pacifica nella pluralistica società moderna".
E Don Romano Abbondio, come un sordo che ha esaurito le pile dell'auricolare, sorride, stringe la mano, finge d'aver seguito, capito e sentito tutto, muove la testa dall'alto in basso, come quei pupazzetti sulle auto, ammicca, acconsente, sottoscrive, in perfetta, beota e beata inco(no) scienza.
Alla fine, non ha fatto che seguire l'esempio del "Kompagno di merende", quel Massimo D'Alema, diventato famoso per lo "struscio", passeggiata e corteggiamento, a braccetto con un alto esponente degli estremo-teroristi Hezbollah, che par vero il detto:

"Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei" !

A chiudere il cerchio, alla parata militare di Teheran, un nostro "gallonato" colonnello assiste alla muscolare marcia:
"[...] sfilano i soldati e i carri armati. Sfilano i missili balistici Shahab-3, sui quali è dipinta la scritta:

Israele deve essere spazzata via dalle mappe".

Il nostro graduato, tiene basso profilo, come al contrabbando - dietro al culo e sotto il naso - dei missili Hezbollah, in Libano: guarda le mosche passare e sorride...a "Cul de poule", a culo di gallina !

Sono gli amici...gli amici degli animali;

- «Amici dei miei nemici: 'fanculo !»


Io, secondo me...23.10.2008

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