mercoledì 29 ottobre 2008

Scuolazza

Dal dentro al fuori, la scuola esce in piazza e diventa Scuolazza.

- «Elementare, Watson», usava rispondere al suo un poco ottuso assistente, l'immaginario e immaginifico investigatore Sherlock Holmes, personaggio creato e tratto dalla penna di Arthur Conan Doyle;
elementare, per l'appunto, è la classe interessata dalla riforma scolastica della Gelmini, così come le norme introduttive e migliorative, altrimenti e tradizionalmente imperniate sullo "spendo e spando" che, in salendo, andavano poi a riverberare dalle medie alle superiori, sino a sparire in pozza o buco nero, che si chiamino Università o Atenei, che dir si voglia.
Di questi ultimi se ne contano una ventina alla canna del gas, sommersi dai debiti e da procedura fallimentare, mentre altri navigano a vista, in un mare di scogli e con l'acqua alla gola.
Per il resto, l'eccellenza non ci appartiene, che insignificante è il numero di quelli che fanno bella mostra in una graduatoria europea - se non mondiale - dove facciamo figura dei peggio acculturati e dei più scalcinati.
Ovvio che, tanti baroni e baronie, professoroni usi a far presenza e poi lasciare ad assistenti l'opera di manovalanza, avvistassero all'orizzonte il montare di un onda lunga, a presagire uno sconvolgimento che li sommergerebbe, come per i tanti privilegi derivati da un borsellino altrimenti sempre riempito dal Pantalone di turno.
I topi intuiscono che la nave rischia l'affondo, se non si turano prontamente le falle.
L'insufficienza in condotta che porterebbe alla bocciatura, arriverebbe inevitabilmente anche a lambire i piedi di quei tanti "Rettorbaroni" con i loro valvassori e valvassini, che si vedrebbero costretti a giustificare sperperi e dover subire controllo di chi farebbe pulci al bilancio.
Fine della bella vita e del senso d'onnipotenza, che deriva loro dal tenere la borsa dei baiocchi, gestita in totale autonomia, per i propri e gli amicali interessi.
E come fare poi a sistemare gli amici degli amici, che oggi basta apparecchiare loro una tavola, anzi, creare una cattedra, magari inutile o deserta di frequenze, ma conveniente agli appetiti e alla struttura masticatoria dei papponi.
Come per i corsi universitari -ben 37 ! - con un solo studente.
Certo, sono quattrini destinati alla ricerca...alla ricerca del posto perduto.
Accorte e scafate, ecco le cicale mettere le zampe avanti, a rastrellare massa da lanciare contro l'avversario, al grido di

- «La Gelmini è meglio prevenirla che curarla: avanti la Scuolazza !»

Come anticipo, antipasto e apripista, ecco i bambini, gli scolaretti ancora implumi, da mettere avanti con striscioni, a cantilenare slogan sessattottardi o poesiole imparate a memoria, di cui certamente poco o nulla capiscono del significato, ma disciplinati e rassegnati nell'obbedire a genitori desiderosi di riappropriarsi del tempo perduto, di una gioventù persa e fallimentare, premiata dal sei politico ottenuto riempiendo bottiglie di benzina e focoso acciarino.
Ecco madri e padri rispolverare l'Eskimo, la consunta e polverosa copia della Pravda, la tessera del Cremlino e ritornare al pugno chiuso, vuoto come ai vecchi tempi, che neppure gli riuscì d'acchiappar...Mosca.
Pazienza l'utilizzo dei Guf ( Giovani Universitari Falliti ), ma i bimbi no !!

Ed ecco partiti che si dicono opposizione, ma sono ostruzione e tappo intestinale, marca "Niet !":
derivati da dottrina di demolizioni, mal sono a gestire il costruire, sia pure un'ossatura perfettibile, ma almeno scheletro di un fare altrimenti scarnificato.
Fare, magari in corsa, come in movimento migliorare, cambiare, rivoltare ma provare, osare, che è sempre meglio della carrozzina, anzi, carrozzone politico e paralitico colpito da paresi permanente.
Lasciamo stare quando a questi s'accompagna, trascina o spinge Tontino, con i suoi "-ini": rissaiolo da portineria e ballatoio, di dirimpettaie ringhiere di stretta corte da cascinale, che butterebbe giù pure la Basilica di San Pietro per far posto ad un'osteria.
Tra un poco tutta la rumenta si rimpasterà, che il richiamo della foresta porterà a ricomporre compatte falangi di verdi e verdicchi, con socialisti di vecchio crine Craxiano, finendo a tarallucci e vino con Kompagni di merende di rosso pelo, perso per strada e da sostituire con la protesi del vizio.

Nessun risanamento s'ha da fare, che se questo governo, con delega maggioritaria, dovesse riuscire a far bene, col cazzo le chiappe dei reietti e scacciati potranno ritornare ad appoggiarsi su morbide poltrone di Palazzo !
E poi, questa maggioranza è di quantità che la qualità è il perdente, che rimane sempre...il Migliore.

Ecco la scuola usata da grimaldello, gli studenti come piedi di porco e i bambini grasso, per ammorbidire ostici e ostinati lucchetti.
Ma tanti sono i pretesti, che bastano questi a tentare di sbriciolare le fondamenta ed entrare nel castello.

Con le balle, attributi di bugie e falsità.
Ecco i "tagli finanziari" presentati come di teste: ci saranno, ma solo non reintegrando il personale da pensione;
e i risparmi, raggruppando studenti e scuole dove le presenze sono di quattro gatti;
«Sarà soppresso nelle primarie la lingua straniera e la musica», sbraitano i pinocchi;
non è vero, ma il fango è gettato.
Affermano che il tempo pieno, in aiuto alle mamme lavoratrici, sarà eliminato: il decreto invece ne prevede l'aumento.
Altro ci sarebbe, ma basta guardare il ventilatore, per conoscere chi butta merda davanti alle eliche, che girano vorticosamente, come le mie !

Ed ecco il ritorno del voto in condotta, che con il cinque ritorni alla casella precedente, come nel gioco dell'oca: formativo è il capire che si deve rispondere dei propri sbagli;
sarà prossimo il ripristino del voto numerico e degli esami di riparazione: i crediti non te li fa più nessuno, nemmeno al negozio sotto casa;
educazione, culturale e civica, sarà come la semina, per raccogliere poi frutti nelle stagioni a venire, a coltivare rispetto per cose e persone;
e grazia sia pure il prevedere l'uso dei libri scolastici per almeno 5 anni, che almeno non ci si deve svenare ogni anno per avvantaggiare imbrogli e pastette alla "Do ut des", io dispongo affinché tu dia, ad affrancare pasteggio e passaggio di palanche fatte sulle spalle di genitori, che devono far fronte a cambi di copertina e abito cartaceo per arricchire i soliti noti.

Lungi dal credere che questa riforma sia esaustiva, o che nasca già perfetta, pretendo che si lavori per raffinare, non per disfare, e che politicanti da vecchia crosta la smettano di leccarsi le ferite e cerchino riscatto al grido di

- «Muoia Sansone con tutti i Filistei !»

In fatto di bassezza, questi "energumeni tascabili" del "Niet !" l'hanno raggiunta con la storia delle "classi d'inserimento" nate per aiutare i figli d'immigrati che non conoscono l'italiano: lo s'insegni subito, ad evitare che siano zavorra di ciò che non comprendono;
apriti cielo:
Veltroni la dice "intollerabile";
Fassino, "cosa abbietta";
Diliberto addirittura rispolvera “apartheid”;
il quotidiano di sinistra, Liberazione scoreggia un "razzista e fuorilegge" mentre il Manifesto peta "ideologia nazistoide";

Segue menzogna: "In nessun Paese europeo vige una norma simile".

Ebbene, invece lo fanno già: in Spagna, in Francia dagli anni '70, in Germania e Finlandia.

Ma ai figli del "Niet" non importa:

- «Scuolazza, oppure: muoia Sansone con tutti i Filistei !»


Io, secondo me...29.10.2008

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