Santino, Santo e Santone.
Il primo, accattivate, protettivo: lo tenevi nel portafoglio o - in anni lontani - sul cruscotto, fissato con una piccola calamita.
Rassicurante, l’immagine del soggetto religioso - riprodotta su un rettangolo di carta o cartoncino - ingialliva e t’ accompagnava per la vita: invecchiava con te, corrugandosi, a formare pieghe, come la nostra pelle che avvizziva allo scorrere degli anni.
Quel piccolo affresco, donato dal buon parroco della parrocchia, era il compagno che, come il rosario sullo specchietto retrovisore della vecchia auto e la fotografia dei tuoi cari ( a raccomandare: non correre...pensa a noi...vai piano...sii prudente ), trasmetteva pace, serenità e buoni sentimenti.
Il Santo. Quello era già più impegnativo: lo portavi a spalla, nelle fiere e nelle sagre paesane;
oppure l’osservavi - l’osservi - burbero, serioso, severo, maestoso, anche supponente, sempre granitico.
Negli angoli e negli anfratti di chiese e chiesette, in piccole cappelle blindate, sui sentieri di montagna; svettante, gigantesco sulle guglie di Cattedrali o sul pinnacolo del Duomo.
Massiccio, possente, muscolare o nerboruto, tonico, quando in un museo o in una piazzola, all’interno dei conventi.
Insomma: un pochino più distante, metteva soggezione, incuteva timore;
pure se lo tenevi in camera - di gesso, come le madonnine - e - in dimensioni - meno "minaccioso".
Il santone. Purtroppo, in rapporto ai precedenti, non è un superlativo, anzi, di solito è una forma involutiva del genere umano !
Rientra nella casistica, a debito, per creduloni e ingenui: teneri, innocenti e virginei personaggi, preda eletta di queste forma di "cannibalismo" socioculturale, che un uomo mette in atto verso i simili, più deboli.
Debole non significa povero o privo di cultura scolastica, piuttosto che per ceto o classe: è un carenza mentale;
come la mancanza d’anticorpi verso le aggressioni di virus o batteri, dall’esterno.
Felix Babu Stephen: si definisce "maestro di vita".
Come Do Nascimento, "maestro", nella premiata bottega di ciarlatanerie della Vanna Marchi: dalle alghe agli amuleti.
Felix ( non il gatto dei cartoni animati; casomai: la volpe ), cura molto la coreografia: vive in una specie di tenda mongola in un canyon californiano.
Cura anche il portafoglio: ha una clientela internazionale e selezionata (in senso economico), a cui promette la guarigione da qualsiasi tipo di dolore fisico, psichico o spirituale.
I soggetti più fragili asseriscono che Stephen può predire il futuro; e lo stesso "guru" afferma che durante l'infanzia, trascorsa in India, aveva la facoltà di vedere attraverso le pareti, potere perso con gli anni.
Forse lavorava in ospedale, a fare...radiografie !
A supporto, s’aiutava: somministrava droghe e allucinogeni e si "ricaricava" con "esercizi" di violenza sessuale.
Dall’altra parte del globo – a Roma – il consunto copione viene replicato:
"Era segregata in appartamento, plagiata da un uomo che si spacciava per santone e la costringeva ad avere rapporti sessuali, oltre a pretendere soldi".
Santoni: i nuovi dei; entrano nel portafoglio, anche loro, ma n’escono subito, lasciando il vuoto.
E, tanto che ci sono, magari ci "ripassano" pure la moglie !
giovedì 26 aprile 2007
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