Come una palla da bigliardo, la massa tondeggiante carambola, rimbalza svicola e, singhiozzando, lentamente rallenta e si arresta.
Il suo respiro si ferma e il guscio si sgonfia mostrando il contenuto che, come un bimbo sgravato dal ventre materno, allarga le sue braccia e compie i primi movimenti.
Quel manufatto umano atterrato su Marte potrebbe iniziare una storia che sembra il riavvolgimento e la ripetizione di un’altra.
L’essere ammirava dall’alto l’ecosistema ricreato nella cupola chiamata Eden, sul nuovo pianeta.
Con la mente rivedeva il lungo cammino che andava dalle prime sonde allo sbarco su Terra.
Le prime celle, a ricreare l’habitat a lui adatto, mentre all’esterno erano approntate le grandi strutture che con gli anni avrebbero cambiato il clima del pianeta rendendolo completamente abitabile.
Ora, numerose generazioni dopo le immagini di quei tempi arcaici, un altro vivente controlla l’esperimento: quella copia - a sua immagine e somiglianza - che si muove nell’area Eden.
Tra poco avrà una compagna, clonata da una sua costola e manipolata dall’ingegneria genetica ad essere a lui accoppiata a fondere e rimodellare altri esemplari a loro simili ma che saranno selezionati e plasmati dall’evoluzione.
Il vecchio sogno, l’ambizione degli avi, ad essere da creato a creatore.
Qualche cosa non ha funzionato: la torre del reattore nucleare, dove alla coppia era stato fatto divieto avvicinarsi, è violata.
Erano stati contaminati dalle radiazioni, i loro geni risequenziati, in maggior parte nella catena della durata di vita, ora largamente ridotta.
Si è dovuto allontanare la coppia.
Fortuna che sono riproduttivi e il pianeta oramai è abitabile anche se, ora, l’educazione dei due e dei loro discendenti dovrà essere pilotata in un ambiente meno controllabile.
Ci ritiriamo nelle nostre astronavi in orbita, mentre sono smantellate le strutture dei laboratori a terra.
I giorni e gli anni passano: i figli dei figli del progetto "Adamo ed Eva" ora si muovono sul pianeta.
Situazioni difficili abbiamo passato.
Molti di noi si sono accoppiati con donne e il prodotto è stato mostruoso.
I loro geni contaminati ed i nostri hanno generato abnormità, dei giganti, poi eliminati.
Ci hanno visto combattere: noi contro i ribelli capitanati da Lucifero, brillante scienziato e carismatico condottiero, ma orientato alla cancellazione fisica dell’intero progetto.
Li abbiamo battuti ma non sconfitti;
Si mischiano alle creature a creare guerre: per la prima volta i "figli" hanno cominciato a combattersi.
Abbiamo cercato di condizionare le idee dei loro condottieri, a fornire un minimo di strutture sociali e comportamentali a salvaguardare la sopravvivenza della specie.
Non è facile rispondere alle loro domande sulla tecnologia e scienza da noi dispiegata e da loro sempre passivamente osservata.
Abbiamo portato un loro esponente - chiamato da essi "profeta" - su una nostra astronave: si chiamava Elia e, molto impressionato, ha vissuto l’ascesa e la vista dell’intero pianeta sul mezzo che lui chiama carro di fuoco.
Da allora molto abbiamo assistito la loro crescita: gli abbiamo donato il fuoco, educati all’agricoltura, all’allevamento, a progettare i primi villaggi.
Abbiamo fornito loro nostri dotti da Imhotep architetto egizio a Mosè, a costruire un progetto sociale nelle nostre intenzioni atto a coagulare il più possibile l’estrema disomogeneità, la famosa "sindrome di Babilonia".
Abbiamo fallito con il povero Akenaton, ma ci siamo ripresi con Gesù.
Abbiamo perso il nostro uomo, ma il suo sacrificio ha salvato il progetto.
I tempi erano infelici a che comprendessero gli insegnamenti.
Molti, troppi, hanno applicato alla lettera parole a sintetizzare idee complesse, astrazioni e simbologie.
Il solito vecchio problema: come far capire all’uomo delle caverne la fusione nucleare?
Fantasie dite? Mah!
Provate ad immaginarvi attore dei tempi: come interpretereste i fenomeni del creato e creatore?
E dopo non averli capiti, come li spieghereste agli altri?
giovedì 26 aprile 2007
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