giovedì 31 maggio 2007

Luna di fiele

È il giorno più bello della vita, da non consumare, come per la prima notte di nozze;
nel nostro caso, la luna più che di miele sarà di fiele, perché sei un calice amaro per quel che ti porti dentro, ampolla di sangue infetto !
Lo sai - lo sa la tua donna - d’essere avvelenato e possibile agente tossico per altri, ma vi guardate negli occhi e decidete che, no, non vi frega per nulla: muoia Sansone con tutti !
Affetto da una gravissima forma di tubercolosi, la XDR TB, ostica ai farmaci, molto contagiosa e potenzialmente letale, ecco...un americano a Parigi, prima tappa e porta d’accesso per l'Europa.
Giusto per seguirne traccia, eccolo: imperterrito e noncurante - portatore di carcassa ammorbata - toccare e sostare a Roma;
segnalato, avvisato e braccato, decide di varcare il confine, raggiungere Praga, salire su un volo per la città canadese di Montreal e dirigersi, gioiosamente appagato, verso casa.
Indifferente, al massimo del menefreghismo, totalmente immerso in beata e beota incoscienza, ha terminato senza esitare ciò che s’era prefissato di fare.
Per tacitare la coscienza, sporca quanto lo scafo e la botticella di sangue che ha menato in giro, con finta ingenuità commenta: "Sapevo di essere ammalato [..] ma non di essere un pericolo per la vita di chi incontravo sul mio cammino".
E già: chi gli diagnosticò la trasformazione in treno di batteri aveva dimenticato di spiegare quanto fossero salutari al prossimo !
Magari gli avevano pure prescritto di purificarsi e disintossicarsi, alle Terme Romane !
"Eravamo seduti nella nostra stanza d’albergo in Italia [..] in luna di miele e la polizia sarebbe venuta a cercarci qualche ora dopo";
La domanda sorge spontanea: perchè fuggire ?
Al quotidiano di casa racconta: "[..] ho avuto paura di consegnarmi alle autorità sanitarie italiane [..] cure sbagliate e inadeguate da parte di medici senza esperienza avrebbero segnato il mio destino".
Bene: ha preferito marchiare quello degli altri.
Speriamo che, per intervento della provvidenza o botta di culo, nessun resti con il cerino - la vita sua - che si sta spegnendo fra le mani, e che quel gran pirla d’americano sia isolato in quarantena, non di giorni ma d’anni !
Il ciondolone "iuessei" è stato incosciente e scriteriato, imprudente e senza giudizio, ma solo motivato da cretinaggine, acquisita e fissata da patrimonio genetico: con lui si è giocato a rincorrersi, ma non aveva agito con intento di celarsi, tanto è vero che, dopo breve gioco a rimpiattino, l’hanno raccattato e blindato.
Non si era nascosto ne mimetizzato, non ha cercato ombra: ha tanto camminato, quanta inefficienza e puerile organizzazione hanno permesso.
Se tanto è riuscito allo sprovveduto dilettante, cosa farebbe un Kamicazzo, che al posto del tritolo alla cintura portasse una carica virulenta volutamente dentro di sé ?
Quanta più strada avrebbe fatto, e quanti più sfortunati avrebbe infettato ?
E certamente s’imbottirebbe le interiora d’agenti aggressivi più scattanti, ma lenti nel manifestarsi, a dar modo di bollare quante più carni possibili, in un gioco di rimbalzo che porterebbe al crollo o al collasso le strutture sanitarie e, per effetto domino, la struttura sociale di un sistema, complesso, connesso e interdipendente come il nostro.
In poche ore s’arriva da un polo all’altro e il giro del mondo si fa, come attorno alla cerchia di casa.
Un terrorismo ormai distribuito, che è coprente come la ragnatela, su vecchi mobili lasciati a sé, avrebbe buon gioco a dare una spallata dirompente e devastante ai nostri castelli di carte.
Dio non voglia - ed io prego - che mai mi sia concesso dono di preveggenza !

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