- «Fermi tutti, questa è una rapina !"
Bruno, il padrone della gioielleria, era reduce da due precedenti rapine: estrae da sotto la cassa la pistola e spara al tipo che gli si para innanzi, minaccioso, con il bavero rialzato e la mano in tasca, che riceve in pieno petto una palla di piombo.
Fine dei giochi. Quelli di Luciano...Luciano Re Cecconi !
Figlio di un muratore, lavorò come carrozziere, prima di trasformare il suo passatempo, il calcio, in mestiere, diventando ben presto un gran campione: l'angelo biondo, com'era soprannominato per il colore dei suoi capelli.
In quel 18 Gennaio 1977 compie la sua cazzata, nel posto e nel momento sbagliato e paga con la vita, per tanta leggerezza ed incoscienza.
Allora ci si interrogò, se era possibile morire così, banalmente, solo per uno scherzo;
lo stesso oggi, per un pacchetto di biscotti.
Abdul "Abba" Samir Guibre è stato accoppato dalla rabbia e dal sospetto: la prima per aver rubato, il secondo pensando che era scappato con l'incasso.
Fausto e Daniele Cristofoli, padre e figlio, proprietari del bar Shining avevano inseguito quelli che li avevano derubati, ed è stato l'atto, non gli attori, la goccia che ha fatto traboccare il vaso e portato alla reazione più inconsulta e incontrollata, e il colore della pelle centra un cazzo !
Nella rissa, un «Negro di merda !» ci sarà pure scappato, che se era uno del sud sarebbe stato «Terrone di merda !» e via andare, secondo la tipologia dei soggetti coinvolti: ho sentito di peggio nelle discussioni tra automobilisti e temuto maggiormente duelli all'ultimo cric e spadaccini che incrociavano cacciaviti o tentavano di strozzare con i cavi per collegare le batterie, senza contare gli estintori, alla Carlo Giuliani !
No, il razzismo o la xenofobia ci sta come i cavoli a merenda: nessuno si è unito all'inseguimento, nessuno a lanciare suppellettili dalle finestre, contro i "negri", al grido di «Dagli all'untore»:
dove l'odio per il diverso fa da padrone, il branco si compatta e partecipa alla caccia, mandria impazzita che calpesta tutto davanti a sè;
a dire il vero, una massa mugghiante c'è stata, ma scientemente diretta, ad usare la figura di Abba come una clava, da oggetto e utensile per servire chi ne vuol fare piede di porco, per scardinare l'ordine democratico.
Nei momenti precedenti la manifestazione ero a Milano per mio conto e ho avuto modo di assistere alla preparazione, alla fase di "pastura" del campo di battaglia;
mentre si stavano disponendo le forze dell'ordine, le telecamere e i primi arrivi, ecco l'apparizione di quelle che io chiamo "le Remore", simpatici pesciolini che attorniano i pescecani e vivono degli avanzi delle loro prede.
Ecco i "Ferramenta", i borchiati, con il naso, le labbra, la lingua e quant'altro, infilati di spille ed anelli in ogni dove, che se passano in prossimità di uno sfasciacarrozze, rischiano di essere calamitati e messi nella pressa;
e poi, gli "Imbianchini", con la cresta gialla, verde, arancione...arcobaleno;
le facce contornate da carboncino e nerofumo;
e i "CircoIncisi", intesi come tatuati per tutta la circonferenza corporea, fino a terminare con quelli posti all'apice della catena: "l'insalata...rossa", la somma di tutto, per ferramenta, colore e incisione.
Come la puzza precede chi non si lava, ecco che il prologo precede l'epilogo, fino ad introdurre la teppaglia dei Centri Sociali, e i "Magutt", i manovali, assemblati di volta in volta, alla bisogna:
"[...] improvvisamente hanno preso la testa del corteo circa 200 africani, apparsi quasi dal nulla; Non sappiamo chi siano, dicono i dirigenti della questura, e gli organizzatori della manifestazione".
Sono questi, e un pari numero di "Centrosocialini" a dare il via al tentativo di usare, dirottare e dirigere l'intero gregge, dirigendosi verso il luogo dove Abba è morto, distruggendo e danneggiando ogni cosa davanti e spargendo terrore tra i passanti.
La fortuna o un sotterraneo e provvidenziale «Contrordine compagni !» sembra poi averli richiamati alle stalle, lasciando dietro la "zoccolata" arredi urbani a frantumi e brandelli, motorini rovesciati, auto in sosta con vetri sbriciolati e carrozzeria con protuberanze concave e convesse e passanti spaventati e impauriti.
I parenti del povero Abdul avevano voglia di invitare a non svilire una richiesta di giustizia in istigazione alla rissa, il ricordo del loro ragazzo ad essere adesivo, alibi e manifesto per una politica che riconosce e trova, nell'allarmismo e nel terrorizzare, propria rivincita e ritorno dall'oblio e dall'esilio politico.
Ed ecco l'eterno schema, che al bastone si alterna la carota, la feccia del nerbo con la faccia di quelli "[...] che leggono libri, e giornali, insomma la parte più acculturata del paese":
gli attori Moni Ovadia e Ottavia Piccolo e l'europarlamentare Vittorio Agnoletto, in circolo, a tentare una seduta spiritica con Umberto Eco e compagni di merende, ad evocare ed invocare il ritorno dei cari estinti, un razzismo e un fascismo che darebbe loro modo di riportarci ad una nuova "Reichskristallnacht", la Notte dei cristalli, brandelli tanto apprezzati dalle Remore, che girano d'intorno, che sono loro a pensare agli "affari sporchi".
Riposa in pace, nella tua terra, Abdul "Abba" Samir Guibre: per te una preghiera e che la terra che ti ricoprirà sia soffice e lieve, come la carezza dei genitori e di chi ti ha voluto bene.
E per voi, infami, che vorreste l'odio nella mia patria e tra la mia e l'altrui gente, spero un domani sia nera e pesante, come vostra anima e coscienza !
Io, secondo me...22.09.2008
lunedì 22 settembre 2008
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