domenica 7 settembre 2008

afFARComunisti

- «O, che gelida manina...se la lasci riscaldar».

Ecco Ramon Mantovani ( una volta capo della sezione esteri di Rifondazione Comunista ) che tiene sulle ginocchia Raul Reyes, con più buchi di un colino, traforato che sembra una maglia a rete fatta ad uncinetto, non fosse per i fori d'impiombatura: i soldati del presidente Alvaro Uribe, dopo anni di gioco a nasconderello, l'hanno acchiappato e messo sotto...terra;
e si: il nostro dalla manina fredda di mestiere faceva il terrorista, vice-comandante delle Farc, che in Colombia avevano rapito e tenuto in prigionia per più di sei anni Ingrid Betancourt, senza dimenticare le altre sfortunate come lei, che ancora sono là, a fare da bambola gonfiabile e figliare per quelli, stanchi di una rivoluzione da mezze seghe, l'altra metà del lavoro di manetta.
Il povero Mantovani, e quanti della specie, si ritrova orfano nel momento peggiore della sua vita: il popolo italiano l'ha sbattuto fuori dalla stanza dei bottoni assieme ai compagni di merende, la sua "corte dei miracoli";
d'un botto si ritrova cornuto e mazziato, spogliato di scettro e del serto d'alloro, nudo, con una mano davanti e l'altra dietro, a pararsi degli spifferi che volano bassi, da un'aria che tira male.
Gli affari vanno di male in peggio: come direbbe Beppe Grillo, a rotoli, affanculo; anzi, gli afFARComunisti vanno proprio... afFARCulo !
Fosse ancora in buona con i vecchi alleati dei bei tempi di razzie, che li hanno invece scaricati come lebbrosi, sarebbe andato pure lui con D'Alema, a braccetto, affiancando l'esponente Hezbollah di turno, giusto a non perdere l'abitudine allo struscio, accompagnandosi con terrore, terroristi e terrorismo, categorie tanto care e utilizzate da nonno Lenin e papà Stalin, dalle cui costole derivano e alla cui ombra crescono, ben pasciuti.
Ma quelli, che dello scemo c'hanno solo la faccia, hanno fiutato per tempo l'affondamento, ed hanno messo in pratica la famosa ginnastica Pilates...Ponzio Pilates: se ne sono lavate le mani e li hanno disconosciuti, che della rivoluzione a loro frega un cazzo, che non gli garantisce la stessa abbondanza di "magna-magna", traboccante nelle pastoie della democrazia.
Ecco che gli afFARComunisti si stemperano nel mimetismo, il nascondere la vecchia polvere muffosa sotto il tappeto e gli scheletri negli armadi di scantinati e malinconiche, dismesse ma mai dimenticate...botteghe oscure.
- «Compagni, si cambia, che la possente macchina da guerra di geometrica potenza, a furia di metterla nelle Molotov, ha finito la benzina !»
Parcheggiata in seconda fila, coperta dal telo falcemartelluto, mai in demolizione, con i suoi custodi aspetterà tempi migliori, quando il manto della dissimulazione e della menzogna potrà essere rimosso, a mostrare ancora, con onore e ostentazione, il marchio di Caino. Ci sarà tempo per riammettere e riportare nei ranghi profughi e suppellettili, una volta che, scacciati dalla porta, passeranno dalla finestra, perché i primi amori non si dimenticano mai !
Ecco allora che il cerino, per accendere la fiaccola olimpica della rinascita, è dato al tedoforo Veltroni, praticone delle arti cinematografare, alla ricerca di effetti speciali; ma - ahi noi - si trova ad avere a che fare con un autentico mago in materia: il Berlusconi.
Che ti pensa il ùalter ?
Come agli esami scolastici, se è vero che il lavoro si ruba, lui copia, diventando una carta carbone da cui si ricalca l'originale: l'acronimo del partito su sfondo tricolore, il programma pari all'altro, il promettere, il muoversi, il presentarsi, il magnificare terre, città e paesi, il lisciare peli, è caricatura di un'arte che l'avversario però recita per dono e ha in dote, non da copione e come scimmia che mima !
ùalter si esalta, ci crede, si illude talmente tanto da affermare prima il pareggio, se non il sorpasso, arrivando addirittura a mandare dei suoi in America - non in Russia ! - a studiare i metodi di Obama, candidato alla Casa Bianca e protagonista di una campagna elettorale incredibilmente efficace.
Perfino il regista Moretti, il Nanni, una volta girotondino e gran fustigatore, per un attimo resta senza parole, ma il gioco dura poco, che subito da noi si ridimensiona, a diventare...i Nan(n)i di Obam(b)a e scadere nel ridicolo, che subito il nostro, di elettorato, li spernacchia, lasciandoli al palo.
Tanto ci rimangono di merda che il fighetto di partito emette sentenza lapidaria:
- «Il centrosinistra è minoranza, ma siamo il primo partito nelle aree urbane, tra gli italiani che leggono libri, e giornali, insomma la parte più acculturata del paese»;
La qualità ce l'abbiamo noi: il resto e cascame, pontifica...il Migliore !
In un batter di ciglia, ecco risolversi l'annosa crisi della mondezza di Napoli, che ci ha tanto squalificato agli occhi del mondo, mentre uno dei suoi maggiori artefici - il Bassolino - fa cantare il gallo rinnegando il passato e cercando di pararsi il culetto per il futuro, mentre il Sindaco Iervolino ( la famosa voce a gesso su lavagna o lametta su vetro ) è candidata alla trasmissione "Chi l'ha visto ? ", anzi, chi l'ha più vista ?
Ipocriti, si, ma emuli de "Il Principe" di Machiavelli, a metà tra "Il fine giustifica i mezzi" e "Di necessità, virtù".
Non sono i primi, ne saranno gli ultimi, che altri sono a voler salire sul carrozzone del vincitore, che hanno capito che il remare contro fa incazzare gli italiani, stanchi di una classe politica - la casta - avida ma incapace e di nessuno spessore, che possa giustificarne sugoso salario. E prepotente, nel modo di guardare e trattare quel cittadino, che la mantiene.
- «Siori e siore, accorrete: non siamo qui a vendere, ma a regalare !» è il classico richiamo degli imbonitori da fiera popolare.
Da regalare era la nostra Compagnia di Bandiera, l'Alitalia, con tanto d'aeroporti, veicoli, rotte e maestranze.
- «Questo matrimonio non s'ha da fare !» tuona il Berlusca: via i francesi, che da noi c'è una cordata pronta ad intervenire, a salvare capra, cavoli, la più parte dei lavoratori e il portafoglio degli azionisti.
ùalter risponde : «Non è vero: ormai, più che una Compagnia di Bandiera, lo è di bandierina !»
E già: però la Regione Lazio, nei panni del suo presidente, il Marrazzo, ora che la cordata si è materializzata, ci vuole entrare; e come lui anche il sior Penati, gemello della Lombardia, non ne vuole restare fuori.
Strano tanto frettoloso interesse, per una compagnia di "bandierina".
Berlusca sta per fare filotto: è meglio accodarsi, ad accontentarsi di una sia pur poca luce riflessa, ma è sempre meglio della lampadina del sol dell'avvenire, che si è fulminata anzitempo !
E il giro di vite ?
Basta asini a scuola e scaldasedie negli uffici pubblici: onore al merito e calci nel fondoschiena al resto !
I sindacati, poli e ideologizzati sino al midollo, restano distanti anni luce dal lavoratore.
Pur di mantenere i pochi privilegi che gli rimangono, abbozzano, cercando di non accelerare quella corsa al suicidio che li ha visti rinnegati pure da chi ha sottoscritto la tessera, ma che li ha affossati, votando quelli della Lega, più vicini alla strada e nelle fabbriche, che nelle cattedrali d'avorio.
Alitalia potrebbe essere la loro Caporetto: salvata proprio dai "cattivi", quegli imprenditori tanto demonizzati che, certo, non menano la coda per niente, ma neppure le greppie di partiti, il portafoglio degli onorevoli e i forzieri dei sindacati sono pieni d'aria !
E un mondo funzionale ma retto da filosofi e poeti, funziona solo nell'immaginario di Cementano, dopo che le tarme nel suo cervello c'hanno scavato le gallerie.
Certo che avrebbero preso con filosofia e magari pure dedicato un carme alla scarcerazione dei delinquenti del Napoli calcio, quella teppaglia che gode nel distruggere e uccidere indossando e camuffandosi con il mantello della tifoseria, alibi e scudo per ogni nefandezza.
E qui abbiamo raggiunto l'apoteosi, che il povero ùalter c'ha sclerato: tanto ne ha di scossoni e botte da andare in tilt, come i vecchi flipper di una volta;
- «Colpa del governo, che è forte con i deboli e tremebondo con i forti !»
Peccato che ad aprire la fossa biologica siano invece stati i giudici, altra categoria che annovera falangi di sinistroidi usati e usi a fare l'ariete contro il Silvio Berlusconi e pronti, all'occasione, a fargli dispetti di tal fatta, che hanno in Tontino Di Pietro, pappone - nel senso di gran padre e padrone - dell'Italia dei Veleni, che dei Valori ha solo riferimento al conto in banca.
Il suo senso della giustizia si riassume in una sua celebre e ricorrente frase:
- «Io a quello lo sfascio !»
sintesi di una pervicace ed ossessiva missione che si è imposto, non migliore dallo zelo, l'ostinazione e la mania persecutoria del sicario per la vittima, da eliminare ad ogni costo e declassata da soggetto ad oggetto.
Persino Luciano Violante, una volta giudice ed oggi esponente di spicco del Partito Democratico, si è preso un sonoro cazziatone dal manettaro Di Pietro, per avere osato impattare con il "Tontinopensiero";
l'ex commissario Manetta vorrebbe purgata la frase eretica e che Luciano ne facesse seguire abiura:
- «Basta con lo scontro: è ora di dialogare con il Partito delle libertà sulla nuova giustizia».
Tony Catenaccio risponde : «Mai: la giustizia sono io !»
M'aspetto una marcia su Roma con trattore, forcone, roncola, zappa e rastrelli.
Intanto, con i soldati, si tenta un esperimento: farli uscire dalle caserme, dove facevano le belle statuine, per affiancarli a polizia e carabinieri, a dar modo ai più di questi di incidere ed intervenire soprattutto sulla sicurezza e per l'incolumità dei cittadini, piuttosto che controllori, simili ai bigliettai sui treni.
Apriti cielo: è stato raccolto il fior fiore del peggio sinistroide e manovali della penna, pronti a far cagnara e gridare al ritorno del fascismo, di cui sentivano persino l'odore, forse perché molti non si erano ben levati la precedente buccia, che sentiva ancora puzzo delle vecchie tane;
vorrei sapere quanti di loro o dei padri erano allora a far numero nelle folle oceaniche, per poi lavorare di scolorina sulle fumose camicie, quando il rosso rimpiazzò il nero, che quelli non si sono estinti, ma diluiti, come inchiostro in abbondante acqua.
E la storia delle impronte digitali dove la mettiamo ?
Arrivano da noi frotte di "Chicazz'è", che si muovono in lungo e in largo, chiamandosi Tizio di qua, Caio di là e Sempronio al prossimo giro di giostra: i bambini sono tra le prime vittime di un mercato di schiavi, che li comprano, li usano, se li scambiano, per far fare loro i lavori più turpi, dallo spaccio al furto.
I casellari giudiziari e le questure sono pieni delle infinite identità che ognuno di questi si attribuisce, ogni qualvolta colti in fallo: non solo le impronte servono, ma anche l'esame del DNA, per verificare legami di famiglia, veri o presunti, a ricostruire un complesso mosaico partendo da frammenti mischiati.

Chi lo dice ?
Ma io, no: Beppe...Giuseppe Garibaldi !

Io, secondo me...08.09.2008

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