martedì 23 settembre 2008

Plin plin

Ecco che, nella serenissima prima decade del mese di Settembre, si ripete il rito di santo Umberto da Giussano;
l'ampolla alzata al cielo, poi l'aspersione simbolica, a "urbi et orbi", con l'acqua del Po, che anche fosse solo quella minerale, poco conta: l'importante è che "buscia", cioè frizza, come quella delle polverine che una volta servivano a dar un poco di vivacità all'indefinito e insapore liquido di rubinetto;

Ti vien voglia di dire: «...ti rende "bello dentro e bello fuori" e poi fa fare tanta plin plin», ma lo pensi solo, se non altro per i "trecentomila bergamaschi", la guardia pretoriana che gli sta attorno, pronta ad infilzarti, come con i famosi "osèi" in letto di polenta.

- «Abbiamo fatto il miracolo !» grida l'Umberto, il Bossi della padana Lega.

Nemmeno Gesù, trasformato l'acqua in vino, ha fatto tanto il "bauscia", il bava, ma il Berto, sì.
Il povero nazareno bazzicava le sponde del Giordano: il nostro spadella tra il Po, il Piave e il Tagliamento, facendo prelievi e riempiendo boccette, come l'infermiera quando vai all'esame e ti stimola a fare tanta pipì:
- «Pssssss...psssssss...e dai, zampilla, che tra un poco finisco il turno !"»
e tu via, che strizzi, per paura che la giunonica tipa te lo faccia usando i tuoi zebedei come la spugna del lavandino.

Rosso, nero e verdone...i colori cambiano ma le camicie restano, a conferma che piccoli ducetti crescono, ognuno a dettare la moda sua.
O Dio, a dire il vero il nostro è un teatrante, una macchietta, un tarocco, una scadente imitazione di un qualcosa di marca: per fortuna.
Diciamo che il parlamento e il popolo padano, le migliaia in armi, le duecento lire per una pallottola, le camicie dell'erba di casa mia, lo scomodare i Celti e il prendere e perdere le acque, è come il bambino che gioca a soldatini e fa Bum ! con la bocca;
La liturgia della Lega non vuole rinunciare a questi messaggi, che hanno stesso valore delle figure per gli analfabeti: far stivare nella testa un messaggio dal produttore al consumatore, senza passaggi intermedi.
Come inserire il programma sulla schedina di memoria di un elettrodomestico, che tanto quel poco deve fare, e basta.
Ah, potenza di specchietti e collanine !

...scifff...sciaff...sciofff...

con il pennello da barba s'intinge l'acquetta dell'ampollina e si doccia il popolo della "polenta e osei".
Gridolini orgasmici, mugolii e sospiri, accompagnati da polluzioni precoci, s'alzano dalla moltitudine, fino al liberatorio AAaaaaahhh ! di un qualcosa di troppo trattenuto e finalmente ritornato alla terra padana.
Come d'uso, una bella scrollata a tutto l'armamentario e si ripone l'attrezzatura, nell'attesa della prossima annaffiatura.
Il "Celodurismo" torna a mezz'asta, si ripiega e si ripone nella custodia penica e l'acqua si cheta.

Il Bossi, ora che ha fatto breccia a Porta Pia, certamente immalinconito, sarà a ricordare i bei tempi, il Veneto Serenissimo Governo e il "putsch" di Venezia: l'assalto al campanile di San Marco del 9 maggio 1997 e di quegli eroici otto ragazzi con il loro il "Tanko", il carro armato in cui si rinserrarono, prima che lo aprissero con l'apriscatole.
Autonomia, indipendenza e il "Tanko"...formidabili quegli anni !

Oggi a Roma, più che Bossi, è il Boss, anzi, il Papa e il papà della "trota", come ha definito il figlio Renzo, a chi gli chiedeva se fosse il suo delfino;
Il Renzino si muove smarrito e perso, imbarazzato, quasi vergognoso, con quella maglietta ridicola: una polo verde padania con l'immagine di un bel dito medio alzato e la scritta "Schiavi di Roma mai";
talmente si trova a disagio e confuso, che sembra giustificare:
- «No, non è un segno ingiurioso e volgare: mi hanno bocciato due volte alla maturità e i professori, quando richiesto il quoziente d'intelligenza, con quello l'hanno dato, volendo indicare uno !»
Povera trota, che ne deve fare di strada per arrivare anche a quest'infimo livello: parte...da asino.

...Plin plin...pssssss...psssssss...scifff...sciaff...sciofff...

Io, secondo me...23.09.2008

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