venerdì 5 febbraio 2010

Duedipicche

In tutta confidenza: Bin Laden è qui, in incognito, ospite in casa mia;
dopo averlo convinto a rasarsi barba e baffi, all'amministratore ho detto che era mio nonno, malato di morbo di Alzheimer, giusto perché lo ignorino, nel caso gli venisse in mente di aprir bocca e sparar cazzate delle sue.
Così riesco a mascherare anche la stranezza che se ne va in giro con il Kalashnikov e la bandoliera piena di proiettili.
- «Sapete com'è: ha un ritorno di fiamma, indietro all'infanzia, e gioca ai soldatini!»
C'è un ronzio che mi disturba...apro le tende, quel poco per sbirciare fuori: c'è uno stano apparecchio che gira in tondo; sulla fusoliera porta scritto "USS Predator" e una delle telecamere gira lentamente verso di me.
Chiudo subito il telo.
- «'azzarola: mi ero dimenticato di Echelon!»
In un mondo dove, se non le spari grosse, nessuno ti vede e ti passano attraverso, come i fantasmi nel muro, non volevo essere da meno; ma la balla di Bin Laden nel mio pensionato forse è stato troppo, nel mondo reale di Echelon.
In effetti, "Lui" non è uno: è una fitta rete informatica capace di controllare l'intero globo e di intercettare, selezionare e registrare ogni forma di comunicazione elettronica; un insieme super computer e un certo numero di stazioni a terra, in grado di ricevere informazioni dai satelliti artificiali presenti in orbita.
Insomma, è uno spione, con tante orbite che gli girano, e appena riesce ad intercettare una parola, una frase "sensibile", scampanella, suona i tromboni, urla, sbraita e manda avvisi a destra e manca:
- «Occhio: Bin Laden è nascosto in Italia, in casa del Beppe Fontana; l'ha appena confessato e scritto!»
Santiddio, o attorno a casa mia c'è un alveare o c'hanno mandato e raccolto l'intera flotta dei Droni da guerra, dall'Afghanistan!
- «Ehi, Echelon, scherzavo: il vecchiardo non è da me...ma ho sentito dire che ce l'ha l'Antonio, il Di Pietro.»
Oh, finalmente: che bel silenzio che c'è fuori.
Basta, per avere visibilità è meglio che ridimensioni il tiro e i rischi, che al Grande Fratello americano, è meglio quello di casa nostra.
- «Io e Maicol, da piccoli, ci siamo chiusi nel bagno e abbiamo giocato al dottore!»
Si, suona meglio: non fai tendenza se, nel voler trasgredire non te la fai con culatelli, viados, escort e checche.
- «Olà, maschietti, fate attenzione a Maicol, che quel coso duro, che vibra quando vi struscia, non è il telefonino!»
Ma perché spreco fiato: per la prurigine, i guardoni del tubo, i voyeur del catodo, valgono le regole opposte, dove sono proprio i poli eguali che si attraggono, a stimolare lesbismi clitoridei e incrociar di bastoni.
I passepartout, i coltellini svizzeri del terzo millennio si chiamano Natalie, Brenda, Luana, Palomina, Tiffany, Maira e Camilla e via andare: le spogli e c'hanno tutto, dalle tette alla salamella, e più possibilità di andare o mettere in buca, che per un campo da golf.
Ci hanno dato lezione su tutti i mezzi d'informazione, sul come rende bene l'essere polivalenti, come coltellini svizzeri, passando dal pozzo al pendolo.
Lasciamo stare Patrizia, la D'Addario, presidentessa del "Global Puttan Tour", un viaggio nel mondo ad illustrare arte sua in larghezza e tolleranza, ma non d'idee e pensiero.
Pare che oggi la società viva più di avanzi e scarti, prediligendo una cucina povera di contenuto ma ricca di sapore, come quando, una volta, s'insaporiva di spezie per nascondere il sapore di carne marcia.
Colpo di gomito nel fianco dell'amico, compagno di merende; occhio furtivo, confidente e complice:
- «Hai visto la Sarah, che si è avvitata la lingua a cavatappi con la Veronica? Che belle porcone, eh? Non dirmi che non ti sei attizzato nel vedere le due idrovore che aderivano come il biadesivo!»
C'è ancora chi crede che calderoni di broda di frattaglie, stile "Grande Fratello", "L'isola dei famosi", "La fattoria", "La talpa" e strame vario, siano frammenti di realtà, di vita comune e non sapiente regia, dove il pepe è gettato in faccia al popolo bue come la scossa per i cani di Pavlov, famosi per reagire, per riflesso condizionato, a comandi che dovevano gestirne e pilotarne comportamento.
Con la differenza che, nei cani, era interessato il cervello mentre, negli gli umani, la parte sottombelicale.
Emozioni forti, situazioni cruente, comportamenti animaleschi, reazioni violente, manesche o muscolari: questo è tipo, essere, esempio e insegnamento che è dato alla comunità; se vuoi emergere, l'importante è esagerare, in tutto.
L'ultimo furbetto de quartiere: Morgan, giudice della trasmissione X Factor ed effimero emergente, prossimo e veloce osso da consumazione mediatica.
- «Mi faccio di droga: ne faccio colazione ogni giorno, con i biscotti e il caffelatte!»
Vogliamo proprio credere che uno scafato come lui, che conosce a menadito il mondo in cui si muove, non abbia pesato le parole e il ritorno di tanta affermazione?
Dopo la prima levata di scudi e reazione di facciata, qualche buffetto di rimprovero, ora monetizza, che il "galleggiamento" è migliorato e lui cammina sulle acque, approfittando dell'ipocrita sindrome da crocerossina o di missionario, del com'è bello ritrovare il figliol prodigo, ritrovare la pecorella smarrita e salvare un'anima.
Pier Luigi Bersani dice: "Certamente ha dato un cattivo insegnamento, ha sbagliato, ma non possiamo massacrarlo. Dobbiamo dargli una possibilità come tutti quelli che hanno sbagliato e ai quali va data un'altra occasione".
Livia Turco gli fa sponda, augurandosi che "la Rai riconsideri la scelta di non invitarlo a Sanremo" e il
Pupo ribadisce "Che sia riammesso".
E non poteva mancare Vasco Rossi, che di bottiglie e polvere se ne intende: "Caro Morgan, mi sei ancora più simpatico".
Per Ivano Fossati invece, è solo "Inciampato in alcune dichiarazioni inopportune e infelici".
Claudia Mori, scandalizzata, starnazza che "Non si può trattare un artista in questa maniera, non si butta il mostro in prima pagina".
Già, peccato che, essere mostro in prima pagina, è bel modo di fare grancassa e pubblicità gratuita, e presto lo vedremo salire pure lui in cattedra, a far lezione, assieme alle Natalie, Brenda, Luana, Palomina, Tiffany, Maira e Camilla, alle Patrizie D'Addario e a tutta la corte dei miracoli del circo, di quelli che non vogliono essere solo un "Duedipicche", scartine nel mazzo.

Un modo elegante di pestare della merda e dire: «Non importa che puzzi: basta che si senta!»


Io, secondo me...05.02.2010