Si celebra l'ano della bestia;
no, non ho sbagliato a scrivere, che questo è proprio l'ano e non l'anno della bestia, che neppure nel calendario cinese è contemplato un simile animale: il Samir Kuntar.
Se mai la razza umana raggiunse simili bassezze, uno spurgo così non sempre - per fortuna - è scodellato da ventre deviato di donna, che la fetenzìa sicuramente sbagliò strada già dalla nascita;
o forse, una natura lungimirante, capì da subito quale era il pertugio naturale da cui espellere simile merdaccia.
E se qualcuno pensa di me quanto sia volgare il mio dire, mi permetta di ricordare con chi si ha a che fare.
Samir Kuntar è quell'assassino, liberato dalle carceri di Israele in cambio delle salme di due suoi figli, scambiato con i poveri resti di Eldad Regev ed Ehud Goldwasser, rapiti due anni fa da Hezbollah durante un'incursione sul territorio israeliano.
Rientrato nella tana, ricevette un'accoglienza trionfale, riempito di medaglie, onorificenze e fotografie del suo idolo Hassan Nasrallah, il capo di Hezbollah, e pure le sue mutande usate, sicuramente piene d'amor feticista.
Quando si dice che la faccia è come il culo...
- «Sono pronto a partecipare a qualunque missione [...] fino quando l'entità sionista sarà scomparsa».
Si badi bene: si dice "scomparsa", non "scacciata"; la differenza che c'è tra la vita e la morte, tra il perdere solo della terra o la propria cotenna.
Samir fu da subito la tipica botticella, il budello ideale da riempire d'odio, e il culmine lo raggiunse presto, a soli 16 anni.
Nahariya, nord di Israele, aprile del 1979:
"[...] sbarcarono con un gommone nel cuore della notte, sulla spiaggia e subito uccisero l'ufficiale di guardia Eliyahu Sachar, crivellandolo di colpi, dei quali ben trenta si vantò d'averli scaricati lo stesso Kuntar".
"Melius abundare quam deficere"...e seppure analfabeta, il nostro eroe ha istintivamente messo in pratica una perla di saggezza, rendendo manifestato la vera natura di un sadismo innato, ben presente nel corredo cromosomico di famiglia, fugando ogni dubbio in proposito nel prosieguo dell'azione.
Dalla cronaca di allora:
"[...] fecero irruzione nella casa e presero Haran e sua figlia Einat, di tre anni; Kuntar sparò alla testa dell'uomo e, afferrando la bimba per le gambe, a testa in giù, le fracassò il cranio, sbattendolo ripetutamente su di una roccia".
All'arrivo all'aeroporto di Beirut, nel luglio 2008, Samir Kuntar è stato accolto come eroe nazionale dal Presidente libanese Michel Suleiman, dal Primo Ministro Fuad Siniora, dal portavoce del Parlamento libanese Nabib Berri, da diversi altri membri del Parlamento, nonché dai rappresentanti d'entrambe le comunità religiose, cristiana e islamica.
Alla resa dei conti, quando colpirai, Israele, ricordati di tutte queste "metastasi", e vai di mattarello: la pietà è una perla, che offerta ai porci perde di valore, che quelli non lo riconoscono.
Ancora, sempre dai notiziari:
"Il 19 luglio 2008 Al Jazeera mise in onda un programma dal Libano [...] Ghassan Bin Jiddo, capo degli studi, a Beirut, affermò che Samir Kuntar è un eroe pan-arabo e che avrebbe organizzato una festa anche per il suo compleanno".
Caro Israele, preparagli pure tu i fuochi, a festeggiare l'ano della bestia e, come in Veneto:
- «Copà el porseo..accoppa il maiale !!»
Io, secondo me...26.11.2008
mercoledì 26 novembre 2008
martedì 25 novembre 2008
Bruscolini e bruschette
"Eravamo quattro amici al bar
che volevano cambiare il mondo
[...]
tra un bicchier di coca ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi farò"
Mi torna in mente il motivetto della bellissima canzone di Gino Paoli, amici, appunto, che nel bar della propria infanzia costruiscono i loro sogni, poi scompaginati e dispersi con loro, nel flusso degli accadimenti e nelle cose della vita.
Altro bar, altri quattro amici, altra canzone e altra musica;
"[...] tra un bicchier di vino ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi però";
- «E già...però...che ci frega di cambiare il mondo: perché non diamo fuoco al barbone ?»
Un barista, un perito chimico, uno studente e un elettricista:
quattro pirletti della "Rimini bene", malati di mal di noia, hanno cercato di ammazzare, oltre al tempo - cosa ormai banale, alla "così fan tutti" - anche un vagabondo, infiammabile per natura e che si presta alla carbonella, come una costina sulla graticola.
Mondi da ogni preoccupazione, che non mancano di companatico né di lavoro, eccoli a vagare, smarriti, nel mondo del "E mo, che faccio ?", drammatico limbo di chi non ha di che combattere e deve solo tirare a campare, in un mondo dove altri, più sfortunati, spesso sono ridotti all'osso, per avarizia di mezzi e mancanza di pane.
Quando attorno c'è chi sopravvive un giorno di più per grazia divina, questi sono al dramma del "cosa combino, fino a tirare l'ora d'andare a dormire ?":
la sfortuna d'esseri che muoiono, riconoscendo quanta fortuna occorre per restare in questo mondo, a confronto con degli imbecilli che meriterebbero - loro sì - di passare in un altro, aldilà, oltre.
Erano andati dritti alla stazione di servizio per riempire la tanica con cinque euro di combustibile:
cinque euro...il costo della pelle di un essere umano !
La bausciata, il vanto con gli amici:
- «Ho buttato la benzina tutto intorno. Dormiva. È cascato dritto e poi si è rialzato subito, si rotolava per terra con le fiamme addosso».
Leggo: "[...] non hanno precedenti, non fanno vita di strada, non rubano nel portafoglio dei genitori per comprarsi la coca. Nessuna ideologia politica, nessuna idea, nessuna apparente intolleranza razziale".
Ecco il nocciolo della questione: quei tanti "nessuna"; troppi vuoti da riempire. Di benzina.
"[...] tra un bicchier di whisky ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi sarò";
- «E già...sarò...sarò a vedere, quando deraglia !»
Almeno duecento erano i passeggeri, sul quel treno delle Ferrovie Nord, in servizio tra Asso e Milano, uscito dalle rotaie, a Como, lo scorso Ottobre;
due coglioncelli di quindici anni, avevano collocato sui binari, nella galleria fra Ponte Lambro e Caslino d'Erba, dei coperchi di cemento e delle griglie di ferro; e non era la prima volta.
Volevano l'ebbrezza, la scarica d'adrenalina, a "provare l'effetto che fa", come a stare sull'ottovolante.
- «L'abbiamo fatto come passatempo, per divertirci», hanno detto.
Vita di persone, da sacrificare all'altare del dio della noia.
Io, secondo me...25.11.2008
che volevano cambiare il mondo
[...]
tra un bicchier di coca ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi farò"
Mi torna in mente il motivetto della bellissima canzone di Gino Paoli, amici, appunto, che nel bar della propria infanzia costruiscono i loro sogni, poi scompaginati e dispersi con loro, nel flusso degli accadimenti e nelle cose della vita.
Altro bar, altri quattro amici, altra canzone e altra musica;
"[...] tra un bicchier di vino ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi però";
- «E già...però...che ci frega di cambiare il mondo: perché non diamo fuoco al barbone ?»
Un barista, un perito chimico, uno studente e un elettricista:
quattro pirletti della "Rimini bene", malati di mal di noia, hanno cercato di ammazzare, oltre al tempo - cosa ormai banale, alla "così fan tutti" - anche un vagabondo, infiammabile per natura e che si presta alla carbonella, come una costina sulla graticola.
Mondi da ogni preoccupazione, che non mancano di companatico né di lavoro, eccoli a vagare, smarriti, nel mondo del "E mo, che faccio ?", drammatico limbo di chi non ha di che combattere e deve solo tirare a campare, in un mondo dove altri, più sfortunati, spesso sono ridotti all'osso, per avarizia di mezzi e mancanza di pane.
Quando attorno c'è chi sopravvive un giorno di più per grazia divina, questi sono al dramma del "cosa combino, fino a tirare l'ora d'andare a dormire ?":
la sfortuna d'esseri che muoiono, riconoscendo quanta fortuna occorre per restare in questo mondo, a confronto con degli imbecilli che meriterebbero - loro sì - di passare in un altro, aldilà, oltre.
Erano andati dritti alla stazione di servizio per riempire la tanica con cinque euro di combustibile:
cinque euro...il costo della pelle di un essere umano !
La bausciata, il vanto con gli amici:
- «Ho buttato la benzina tutto intorno. Dormiva. È cascato dritto e poi si è rialzato subito, si rotolava per terra con le fiamme addosso».
Leggo: "[...] non hanno precedenti, non fanno vita di strada, non rubano nel portafoglio dei genitori per comprarsi la coca. Nessuna ideologia politica, nessuna idea, nessuna apparente intolleranza razziale".
Ecco il nocciolo della questione: quei tanti "nessuna"; troppi vuoti da riempire. Di benzina.
"[...] tra un bicchier di whisky ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi sarò";
- «E già...sarò...sarò a vedere, quando deraglia !»
Almeno duecento erano i passeggeri, sul quel treno delle Ferrovie Nord, in servizio tra Asso e Milano, uscito dalle rotaie, a Como, lo scorso Ottobre;
due coglioncelli di quindici anni, avevano collocato sui binari, nella galleria fra Ponte Lambro e Caslino d'Erba, dei coperchi di cemento e delle griglie di ferro; e non era la prima volta.
Volevano l'ebbrezza, la scarica d'adrenalina, a "provare l'effetto che fa", come a stare sull'ottovolante.
- «L'abbiamo fatto come passatempo, per divertirci», hanno detto.
Vita di persone, da sacrificare all'altare del dio della noia.
Io, secondo me...25.11.2008
lunedì 24 novembre 2008
Il cerchio...e le botte
Un colpo al cerchio e uno alla botte: non è il tentativo di cercare una mediazione, un punto d'incontro, ma di rompere l'uno e dare le altre.
In tutto il mondo i cristiani stanno arretrando - e dove no, morendo - sotto i colpi di bastone, di fucile, di machete o bruciati nelle loro chiese e case;
improvvisamente diventano capri espiatori d'ogni nefandezza, assumendo il fango e la merda di chi sguazza di e per sua causa: ma qualcuno di comodo ci deve essere, da dare in pasto ai leoni, ad allontanare responsabilità proprie di locali e indigeni despoti, tiranni e teocrazie fanatizzate, nel pieno menefreghismo della sacralità dell'altrui vita e che essere donna è metà di un mondo che si completa con l'altro mezzo, non una cosa interrotta e mai finita;
la cancellazione di alcuni degli assunti più irrinunciabili e universali poggia sul filo della lama e un'elaborata ricostruzione di un dio padrone e del suo macellaio, dove pochi mangiano carne e il resto ne sono i fornitori.
C'è una regia, che si muove a più livelli, dove il locale trova anello di raccordo con un disegno mondiale, demenziale ma percepito come fattibile, non tanto perché si è più forti, ma sono gli altri ad essere deboli.
L'Occidente - l'Europa in particolare - pare un gigante rincitrullito, un pugile suonato, che incassa colpi da fuori e da dentro;
anzi, è proprio dal suo interno che nascono i mali e le febbri perniciose, che ne debilitano struttura e forza.
Eccoci ad usare un repertorio trito e ritrito, fatto di punti e cuciture bizantine, ricami e orpelli invece che indossare la corazza con borchie ed anelli;
ci mettiamo a pancia all'aria, come i cani, presentando il collo all'avversario, fidando che rispetti un rituale dove tanto basta a fermare le zanne, prima che forino la giugulare, ma le regole sono cambiate e, dall'altra parte, non si capisce perché risparmiare un avversario che domani potrebbe rinsavire e capire che non è nato per essere pecora.
Non siamo più capaci di riconoscere e marcare il territorio, a tracciarne nettamente i confini, il minimo indispensabile alla mia, alla nostra, di vita ed esistenza.
L'avversario c'ha infilato la cannuccia e succhia, a prosciugare un bicchiere già mezzo vuoto: ingrassa con il nostro, di lardo, e noi stiamo per fare la fine del maiale, di cui si usa tutto e non si butta niente.
Come delle tarme, si sono infilati nel nostro, di tessuto;
pazientemente hanno aspettato nell'ombra, a non compromettere la schiusa delle uova, e poi, ad usare la tecnica del salmone: il numero giustifica i mezzi, a passare dal vorrei al voglio, dalla vulnerabilità della mosca bianca allo sciame delle cavallette.
Dove non direttamente, eccoli a cavalcare con babbei, bamba, babbioni e buonisti a tutti i costi e immancabili "compagni" di merende, gemellati nel credo del terrore, come insegnato dai sacri testi di novant'anni fa, scritti dai profeti Lenin e Stalin, "hadit", suggerimenti e consigli poi passati a "garzoni di bottega", come Mao Tse-tung e Pol Pot e bestiario simile.
Dove si può, olio di ricino e clistere: dove ancora impossibile prendere alle spalle, lavorare ai fianchi.
- «Non sono tutti così; buoni e cattivi ci sono dappertutto. Basta allarmismi, che anche la Chiesa, ai tempi...»,
e via amenità di questo tipo, a triturare l'ovvio e ad usare la famosa media del pollo - uno a testa, anche se c'è chi ne mangerà due e chi nessuno - e non valutare i pesi, che basta uno con il bastone per menare la mandria al pascolo.
Delle pecore non mi preoccupo: del pastore, sì !
Ed ecco che a questi si contrappone l'autorevolezza di Chamberlain combinata con il coraggio di Don Abbondio:
- «Signori, ecco tarallucci e vino: parliamone».
Un Papa, sbeffeggiato e ridicolizzato da satire che, fatte dall'altra parte farebbero perdere letteralmente la testa, eccolo a raccogliere una bella tavolata, all'insegna del "Volemose bene";
addirittura eccolo a gomito con alcuni spiriti "illuminati", sapienti di cose "islamusulmane", traduttori del discorso di Ratisbona dove, questi eccelsi interpreti, trasformarono mela in pera, un "quello disse" in "lui dice", che quasi sembrava imminente una guerra mondiale per colpa - o volontà - del raglio di simili somari - che chiamarono a raccolta i simili - ed ora ai lati del Pontefice, ma non per Natale e non per il Presepe, unica concessione alla presenza di buoi e ciuchi.
Ecco Gesù riconosciuto sottoprodotto, surrogato dell'amato profeta Maometto, così come la Bibbia passa a fare da spalla al sacro Corano, sigillo della profezia, "l'ultimo" - che sarà letto come "il vero" - dei libri inviati da Dio per guidare e salvare l'umanità;
ecco chi "chi sta sopra e cosa", con un Papa cameriere, a portare lista di pietanze che non prepara, ma serve.
Come per Ratisbona, è la traduzione che farà la differenza, e non basta preparare uno scritto con due versioni, che sarà la capacità di trasformare i propri guitti in attori, a fare la differenza;
e il prossimo incontro lo giocheremo s fuori casa, e faremo la fine della pasta di Alberto Sordi, nel film "Un Americano a Roma":
Maccarone, m'hai provocato ? E mo me te magno !"
Aggiungiamo al piatto il contorno: il rappresentante dell'apostolo Pietro, è pure attorniato da non uno ma tanti Giuda, che mangiano nel suo piatto e intanto ammirano quanto più sono grassi i polli del vicino;
Cardinali e porporati sono ad invidiare i bei tempi, quando al passaggio la gente si scappellava, era timorata di Dio e dei suoi rappresentanti in terra;
ora non più, che sono scostumati e irriguardosi, ma guarda come diverso dall'altra parte, che i loro, di sapienti, sono portati in palmo di mano.
Fosse solo tra gli incensi, ancora sarebbe accettabile l'assestare martellate sui propri attributi, sperando arrivino allo spessore dell'invidiato vicino, ma no, che anche l'"Intellighenzia", i cosi detti intellettuali, sono ad offrire il proprio masochismo alla verga del sadico.
- «Sbagliato operare contro i teorici della spiritualità islamica, come Khomeini o Ahmadinejad [...] discriminazioni religiose, moneta corrente del pensiero unico Occidentale [...] miscredenti che parlano di valori e non tollerano di vedere altri, i musulmani, che sono capaci di fermarsi e di pregare mentre noi non ci riusciamo più [...] invece di starnazzare attorno alle moschee, non sarebbe meglio chiudere le discoteche ?»
Chi santifica Khomeini, che mandò a sminare il terreno migliaia di bambini, durante la guerra con l'Irak, e indora Ahmadinejad, disposto a perdere MILIONI dei suoi, pur di cancellare l'intero popolo di Israele, è Pietrangelo Buttafuoco, scrittore e giornalista siciliano, che s'immalinconisce al cospetto di questi "giganti" del pensiero cui nulla abbiamo da confrontare.
Addirittura ecco l'avvoltoio, l'ayatollah, il Ruhullah Musavi, sconfina nella magia e nella stregoneria, che vide in anticipo la caduta dell'Unione Sovietica.
Ciumbia, meglio del Donascimiento di Vanna Marchi, l'imbonitrice televisiva che vendeva pozioni miracolose, talismani, guariva da malefici, malocchio, fatture e macumbe, alleggerendo pure pance e portafogli con alghe dimagranti.
- «Bisogna scavare all'indietro, recuperare i valori, la tradizione, come materia viva; e Petrarca, Galilei, Leonardo...»
E Khomeini.
E Ahmadinejad.
E allora, caro Pietrangelo Al Buttafuoc, perché non appoggiare il ritorno della disciplina, dello studio e del lavoro nelle scuole, lo scacciarne la "genitorialità politicizzata", gendarmi che rompono i coglioni ai professori, che guai a toccare i loro poveri e innocenti "bambini", che poi usano sin dalle elementari, da mandare avanti nei cortei, come Hamas con i suoi ?
E riappropriarsi di pari autorità nella famiglia, dove sia chiaro che sono i genitori a tenere la manetta del manovratore, e non ostaggio di piccole pesti, bulletti anzitempo ?
E quando a scuola, se danneggiano, spadroneggiano, pretendono e vogliono, ne siano cacciati, a permettere ai meritevoli di proseguire, senza zavorra, lasciata a terra, ad imparare che chi sbaglia paga ?
E a dividere il grano dal loglio, a far sì che i grattapancia e i grattaculo non si sentano migliori perché più furbi, in rapporto a chi onestamente lavora e non perde tempo ?
Al Buttafuoc parla di tradizioni:
come quelle non riconosciute da quella Costituzione Europea, così già evirata in nascita, quando rinuncia alla sua stessa identità e provenienza, che è come pretendere che viva un fiore senza più radici.
O i Crocefissi, il Presepe, le campane, il Natale e ogni simile, che non hanno mai invaso la nostra parte laica o critica, ma testimone di una continuità, tra i nostri vecchi e i figli, loro eredi, per terra e storia.
Che chi entra in casa mia per spogliarmi, se ne ritorni al paese, che qui non ce lo voglio;
e chi resta, sia benvenuto perché arrivato da dove stava peggio, resta ospite, non proprietario,
e se tanto vuol essere poi cittadino, impari lingua e storia, gli usi e i costumi, che non si ama ciò che non si vuole comprendere ma, essendo egli nella mia dimora, non sono io a dover imparare prima di lui.
E quando dimostrato di non essermi nemico, sarà un piacere dirgli:
- «Benvenuto nella mia dimora, nel mio cuore...amico mio: ORA sediamoci, ti ascolto».
Caro Al Buttafuoc, lascia stare il prato del vicino e cura il tuo;
C'hai scritto un libro, sputando nel piatto, ma ti rispondo con una frase che hai già sentito:
- «Non chiedere quello che il tuo editore può fare per te, ma quello che tu puoi fare per il tuo Paese».
E smettila di pisciarti e pisciarci addosso !
Io, secondo me...24.11.2008
In tutto il mondo i cristiani stanno arretrando - e dove no, morendo - sotto i colpi di bastone, di fucile, di machete o bruciati nelle loro chiese e case;
improvvisamente diventano capri espiatori d'ogni nefandezza, assumendo il fango e la merda di chi sguazza di e per sua causa: ma qualcuno di comodo ci deve essere, da dare in pasto ai leoni, ad allontanare responsabilità proprie di locali e indigeni despoti, tiranni e teocrazie fanatizzate, nel pieno menefreghismo della sacralità dell'altrui vita e che essere donna è metà di un mondo che si completa con l'altro mezzo, non una cosa interrotta e mai finita;
la cancellazione di alcuni degli assunti più irrinunciabili e universali poggia sul filo della lama e un'elaborata ricostruzione di un dio padrone e del suo macellaio, dove pochi mangiano carne e il resto ne sono i fornitori.
C'è una regia, che si muove a più livelli, dove il locale trova anello di raccordo con un disegno mondiale, demenziale ma percepito come fattibile, non tanto perché si è più forti, ma sono gli altri ad essere deboli.
L'Occidente - l'Europa in particolare - pare un gigante rincitrullito, un pugile suonato, che incassa colpi da fuori e da dentro;
anzi, è proprio dal suo interno che nascono i mali e le febbri perniciose, che ne debilitano struttura e forza.
Eccoci ad usare un repertorio trito e ritrito, fatto di punti e cuciture bizantine, ricami e orpelli invece che indossare la corazza con borchie ed anelli;
ci mettiamo a pancia all'aria, come i cani, presentando il collo all'avversario, fidando che rispetti un rituale dove tanto basta a fermare le zanne, prima che forino la giugulare, ma le regole sono cambiate e, dall'altra parte, non si capisce perché risparmiare un avversario che domani potrebbe rinsavire e capire che non è nato per essere pecora.
Non siamo più capaci di riconoscere e marcare il territorio, a tracciarne nettamente i confini, il minimo indispensabile alla mia, alla nostra, di vita ed esistenza.
L'avversario c'ha infilato la cannuccia e succhia, a prosciugare un bicchiere già mezzo vuoto: ingrassa con il nostro, di lardo, e noi stiamo per fare la fine del maiale, di cui si usa tutto e non si butta niente.
Come delle tarme, si sono infilati nel nostro, di tessuto;
pazientemente hanno aspettato nell'ombra, a non compromettere la schiusa delle uova, e poi, ad usare la tecnica del salmone: il numero giustifica i mezzi, a passare dal vorrei al voglio, dalla vulnerabilità della mosca bianca allo sciame delle cavallette.
Dove non direttamente, eccoli a cavalcare con babbei, bamba, babbioni e buonisti a tutti i costi e immancabili "compagni" di merende, gemellati nel credo del terrore, come insegnato dai sacri testi di novant'anni fa, scritti dai profeti Lenin e Stalin, "hadit", suggerimenti e consigli poi passati a "garzoni di bottega", come Mao Tse-tung e Pol Pot e bestiario simile.
Dove si può, olio di ricino e clistere: dove ancora impossibile prendere alle spalle, lavorare ai fianchi.
- «Non sono tutti così; buoni e cattivi ci sono dappertutto. Basta allarmismi, che anche la Chiesa, ai tempi...»,
e via amenità di questo tipo, a triturare l'ovvio e ad usare la famosa media del pollo - uno a testa, anche se c'è chi ne mangerà due e chi nessuno - e non valutare i pesi, che basta uno con il bastone per menare la mandria al pascolo.
Delle pecore non mi preoccupo: del pastore, sì !
Ed ecco che a questi si contrappone l'autorevolezza di Chamberlain combinata con il coraggio di Don Abbondio:
- «Signori, ecco tarallucci e vino: parliamone».
Un Papa, sbeffeggiato e ridicolizzato da satire che, fatte dall'altra parte farebbero perdere letteralmente la testa, eccolo a raccogliere una bella tavolata, all'insegna del "Volemose bene";
addirittura eccolo a gomito con alcuni spiriti "illuminati", sapienti di cose "islamusulmane", traduttori del discorso di Ratisbona dove, questi eccelsi interpreti, trasformarono mela in pera, un "quello disse" in "lui dice", che quasi sembrava imminente una guerra mondiale per colpa - o volontà - del raglio di simili somari - che chiamarono a raccolta i simili - ed ora ai lati del Pontefice, ma non per Natale e non per il Presepe, unica concessione alla presenza di buoi e ciuchi.
Ecco Gesù riconosciuto sottoprodotto, surrogato dell'amato profeta Maometto, così come la Bibbia passa a fare da spalla al sacro Corano, sigillo della profezia, "l'ultimo" - che sarà letto come "il vero" - dei libri inviati da Dio per guidare e salvare l'umanità;
ecco chi "chi sta sopra e cosa", con un Papa cameriere, a portare lista di pietanze che non prepara, ma serve.
Come per Ratisbona, è la traduzione che farà la differenza, e non basta preparare uno scritto con due versioni, che sarà la capacità di trasformare i propri guitti in attori, a fare la differenza;
e il prossimo incontro lo giocheremo s fuori casa, e faremo la fine della pasta di Alberto Sordi, nel film "Un Americano a Roma":
Maccarone, m'hai provocato ? E mo me te magno !"
Aggiungiamo al piatto il contorno: il rappresentante dell'apostolo Pietro, è pure attorniato da non uno ma tanti Giuda, che mangiano nel suo piatto e intanto ammirano quanto più sono grassi i polli del vicino;
Cardinali e porporati sono ad invidiare i bei tempi, quando al passaggio la gente si scappellava, era timorata di Dio e dei suoi rappresentanti in terra;
ora non più, che sono scostumati e irriguardosi, ma guarda come diverso dall'altra parte, che i loro, di sapienti, sono portati in palmo di mano.
Fosse solo tra gli incensi, ancora sarebbe accettabile l'assestare martellate sui propri attributi, sperando arrivino allo spessore dell'invidiato vicino, ma no, che anche l'"Intellighenzia", i cosi detti intellettuali, sono ad offrire il proprio masochismo alla verga del sadico.
- «Sbagliato operare contro i teorici della spiritualità islamica, come Khomeini o Ahmadinejad [...] discriminazioni religiose, moneta corrente del pensiero unico Occidentale [...] miscredenti che parlano di valori e non tollerano di vedere altri, i musulmani, che sono capaci di fermarsi e di pregare mentre noi non ci riusciamo più [...] invece di starnazzare attorno alle moschee, non sarebbe meglio chiudere le discoteche ?»
Chi santifica Khomeini, che mandò a sminare il terreno migliaia di bambini, durante la guerra con l'Irak, e indora Ahmadinejad, disposto a perdere MILIONI dei suoi, pur di cancellare l'intero popolo di Israele, è Pietrangelo Buttafuoco, scrittore e giornalista siciliano, che s'immalinconisce al cospetto di questi "giganti" del pensiero cui nulla abbiamo da confrontare.
Addirittura ecco l'avvoltoio, l'ayatollah, il Ruhullah Musavi, sconfina nella magia e nella stregoneria, che vide in anticipo la caduta dell'Unione Sovietica.
Ciumbia, meglio del Donascimiento di Vanna Marchi, l'imbonitrice televisiva che vendeva pozioni miracolose, talismani, guariva da malefici, malocchio, fatture e macumbe, alleggerendo pure pance e portafogli con alghe dimagranti.
- «Bisogna scavare all'indietro, recuperare i valori, la tradizione, come materia viva; e Petrarca, Galilei, Leonardo...»
E Khomeini.
E Ahmadinejad.
E allora, caro Pietrangelo Al Buttafuoc, perché non appoggiare il ritorno della disciplina, dello studio e del lavoro nelle scuole, lo scacciarne la "genitorialità politicizzata", gendarmi che rompono i coglioni ai professori, che guai a toccare i loro poveri e innocenti "bambini", che poi usano sin dalle elementari, da mandare avanti nei cortei, come Hamas con i suoi ?
E riappropriarsi di pari autorità nella famiglia, dove sia chiaro che sono i genitori a tenere la manetta del manovratore, e non ostaggio di piccole pesti, bulletti anzitempo ?
E quando a scuola, se danneggiano, spadroneggiano, pretendono e vogliono, ne siano cacciati, a permettere ai meritevoli di proseguire, senza zavorra, lasciata a terra, ad imparare che chi sbaglia paga ?
E a dividere il grano dal loglio, a far sì che i grattapancia e i grattaculo non si sentano migliori perché più furbi, in rapporto a chi onestamente lavora e non perde tempo ?
Al Buttafuoc parla di tradizioni:
come quelle non riconosciute da quella Costituzione Europea, così già evirata in nascita, quando rinuncia alla sua stessa identità e provenienza, che è come pretendere che viva un fiore senza più radici.
O i Crocefissi, il Presepe, le campane, il Natale e ogni simile, che non hanno mai invaso la nostra parte laica o critica, ma testimone di una continuità, tra i nostri vecchi e i figli, loro eredi, per terra e storia.
Che chi entra in casa mia per spogliarmi, se ne ritorni al paese, che qui non ce lo voglio;
e chi resta, sia benvenuto perché arrivato da dove stava peggio, resta ospite, non proprietario,
e se tanto vuol essere poi cittadino, impari lingua e storia, gli usi e i costumi, che non si ama ciò che non si vuole comprendere ma, essendo egli nella mia dimora, non sono io a dover imparare prima di lui.
E quando dimostrato di non essermi nemico, sarà un piacere dirgli:
- «Benvenuto nella mia dimora, nel mio cuore...amico mio: ORA sediamoci, ti ascolto».
Caro Al Buttafuoc, lascia stare il prato del vicino e cura il tuo;
C'hai scritto un libro, sputando nel piatto, ma ti rispondo con una frase che hai già sentito:
- «Non chiedere quello che il tuo editore può fare per te, ma quello che tu puoi fare per il tuo Paese».
E smettila di pisciarti e pisciarci addosso !
Io, secondo me...24.11.2008
domenica 23 novembre 2008
In ricordo di un avversario galantuomo...
Caro Sandro,
io e te ci siamo abbeverati da fonti diverse, ma entrambi alla ricerca della limpidezza;
l'avvenire per te era un sole che mai si è acceso, ma alla ricerca della luce;
eri un galantuomo, e per questo, il mio rispetto, il mio ricordo e pure una preghiera, anche se, per i tuoi maestri, suonava come una fumata d'oppio sulle nari dei popoli:
non ti preoccupare, anche il mio Dio è stato rivoluzionario, e legge nei cuori dei giusti, non sulle tessere di partito.
Hai combattuto per ciò in cui credevi e non per il posto di capo, nella fattoria degli animali:
uno dei pochi puri, seppur io sempre sia convinto che hai sbagliato imbocco stradale;
e questo non lo dico perchè non ci sei più, che il rispetto mio non è gratuito, neppure per i morti, visto che son così selvatico da non impegnare nè l'una nè l'altra guancia;
qualcosa avrò pure io da farmi perdonare dal mio di Signore, ma mai sentendomi servo:
se questo fosse stato Suo volere, saremmo stati dalla stessa parte della barricata.
Riposa in pace, caro Sandro, che ti veglia un amico nell'umano essere, anche se nemico nel credo.
Giuseppe, il Fontana.
giovedì 20 novembre 2008
La coda del cane
Nemmeno il mio cane, che mi vuole bene, mena la coda per niente, figuriamoci la schiumarola taleban-qaedista.
Che Al Qaeda fosse razzista, come il dio e il profeta che si è cucito addosso, ad immagine e somiglianza, non avevo dubbio;
i giochi di potere sono così evidenti che solo un cretino può pensare vero che dietro ci sia una spinta spirituale, un credo assoluto, una "crociata della mezzaluna": quando si usa la spada invece della penna, la lama invece della predicazione, l'impalcatura del teatrino serve unicamente a raggiungere un controllo materiale del sistema.
L'uso della religione è come il bastoncino per Fido: si lancia per addestrare al riporto e gli si fa ciucciare l'osso all'obbedienza, mentre altri si spolpano la carne.
Rimane indubbio che, chi è nato per essere cane, da cane si comporta, e sempre si troverà qualcuno disposto a fare il lavoro sporco, avendone in premio avanzi e bucce.
Un coglione predisposto ad essere riempito di polvere da sparo o un tagliagole al prezzo di un biscotto si trova in ogni dove, come un cranio pieno d'aria, alla bisogna.
Quante rivoluzioni hanno poi cannibalizzato i loro stessi autori, i propri figli, che alla fine sarà come nel film "Highlander": ne resterà solo uno.
E via di purga, ad eliminare le scorie, prima che siano queste a farlo di te.
Jihad...cazzate !
Tutte le grandi minchiate - escluso solo la predicazione di Gesù - alla fine si sono dichiarate per quel che era la sostanza: la parodia de "La fattoria degli animali" - l'Animal Farm, il romanzo dello scrittore inglese George Orwell - dove le vittime, una volta presa la manovella del manovratore, non hanno potuto far altro che ripercorrere la strada, per arrivare ad essere carnefici, quando non fatto seguire la democrazia a teocrazia o dispotismo.
La mia vecchia insegnante di Storia, usava dire: dietro ad ogni crociata c'è "l'argent", l'argento, la palanca, il denaro e, quando questo satura, si passa all'ambizione e, alla fine - Et voilà ! - il POTERE, l'ubriacatura d'essere depositario della vita e della morte degli altri !
Bin Laden predica, ma è talmente poco motivato al martirio che se ne guarda bene dal solo far vedere ombra di sè, rischiare di prendere nel didietro un bel missile o essere sottoposto ad un sano spurgo: s'è scavato un buco di fogna e li è ancora a fermentare e fare fumi, assieme ai pidocchi di sua pelle e pelo.
Persino il suo tirapiedi, Ayman al Zawahiri, schifato, gli fa il cazziatone, che quando la fifa fa novanta si perde la faccia nello spedire altri al macello, a portare avanti il culo mentre la testa si mette il casco.
- «Ora scegli tu cosa vuoi fare ed assumiti le conseguenze delle tue scelte: come tu giudichi così sarai giudicato», rimbrotta il - per ora - sottopancia, al suo capo.
Come a dire: «Desciulati, che se proprio c'hai la tremarella "faso tuto mi, ghe pensi mi", faccio e ci penso io !»
Tradotto in politichese, nel gergo nostro: dai le dimissioni.
Sono due anni che non si fa vivo in alcun modo. Osama è tagliato fuori dalla gestione della cassa, se non per quella da morto.
A tacitare i cani che gli abbaiano attorno e leccano la mano, Ayman lancia il solito giochino:
- «Via le forze straniere dalle terre dei musulmani, basta ruberie dei nostri tesori e dall'ingerenza nei nostri affari !»
C'ha ragione: non ci fossero quei "rompiglioni" d'americani, a spezzargli le ossa, sarebbero già insediati in buona parte dei paesi dove, con il grimaldello del massacro, disordine e confusione, sarebbero già nelle stanze dei bottoni.
Sempre ad uso della cagnara, eccolo a far voce grossa, da pulce verso l'elefante:
- «Servo e schiavo NEGRO, cameriere dei bianchi» rinfaccia ad Obama, neo Presidente degli States;
- «Capo di una nazione blasfema, eunuco negro: per la prima volta nella storia la First Lady americana sarà una schiava negra».
Immagino come scricchiola e scatta la dentiera del Zawahiri, quanto gli si sposti l'assorbente di contenimento di sotto il pisello gocciolante, il tremore delle pieghe di una pelle floscia, che dondola e traballa come onda.
- «L'hanno pure rivelato al profeta Muhammad che il cuore di un negro è più rozzo di quello di un asino, che il termine generico per indicare quel colore è il prefisso abd, che significa, alla lettera, schiavo; se chiede, gli sia negata e nessuna intercessione varrà a farlo andare in Paradiso».
Non c'è dubbio, che meglio considera il suo, di profeta, di dio, di credo, di farina e lievito: unici impasti, ingredienti, frattaglie e fetenzìe per quella camera d’aria che portano sopra il collo;
Jihad...cazzate; la coda vibra come un diapason: il cane ha visto...le ossa !
Io, secondo me...20.11.2008
Che Al Qaeda fosse razzista, come il dio e il profeta che si è cucito addosso, ad immagine e somiglianza, non avevo dubbio;
i giochi di potere sono così evidenti che solo un cretino può pensare vero che dietro ci sia una spinta spirituale, un credo assoluto, una "crociata della mezzaluna": quando si usa la spada invece della penna, la lama invece della predicazione, l'impalcatura del teatrino serve unicamente a raggiungere un controllo materiale del sistema.
L'uso della religione è come il bastoncino per Fido: si lancia per addestrare al riporto e gli si fa ciucciare l'osso all'obbedienza, mentre altri si spolpano la carne.
Rimane indubbio che, chi è nato per essere cane, da cane si comporta, e sempre si troverà qualcuno disposto a fare il lavoro sporco, avendone in premio avanzi e bucce.
Un coglione predisposto ad essere riempito di polvere da sparo o un tagliagole al prezzo di un biscotto si trova in ogni dove, come un cranio pieno d'aria, alla bisogna.
Quante rivoluzioni hanno poi cannibalizzato i loro stessi autori, i propri figli, che alla fine sarà come nel film "Highlander": ne resterà solo uno.
E via di purga, ad eliminare le scorie, prima che siano queste a farlo di te.
Jihad...cazzate !
Tutte le grandi minchiate - escluso solo la predicazione di Gesù - alla fine si sono dichiarate per quel che era la sostanza: la parodia de "La fattoria degli animali" - l'Animal Farm, il romanzo dello scrittore inglese George Orwell - dove le vittime, una volta presa la manovella del manovratore, non hanno potuto far altro che ripercorrere la strada, per arrivare ad essere carnefici, quando non fatto seguire la democrazia a teocrazia o dispotismo.
La mia vecchia insegnante di Storia, usava dire: dietro ad ogni crociata c'è "l'argent", l'argento, la palanca, il denaro e, quando questo satura, si passa all'ambizione e, alla fine - Et voilà ! - il POTERE, l'ubriacatura d'essere depositario della vita e della morte degli altri !
Bin Laden predica, ma è talmente poco motivato al martirio che se ne guarda bene dal solo far vedere ombra di sè, rischiare di prendere nel didietro un bel missile o essere sottoposto ad un sano spurgo: s'è scavato un buco di fogna e li è ancora a fermentare e fare fumi, assieme ai pidocchi di sua pelle e pelo.
Persino il suo tirapiedi, Ayman al Zawahiri, schifato, gli fa il cazziatone, che quando la fifa fa novanta si perde la faccia nello spedire altri al macello, a portare avanti il culo mentre la testa si mette il casco.
- «Ora scegli tu cosa vuoi fare ed assumiti le conseguenze delle tue scelte: come tu giudichi così sarai giudicato», rimbrotta il - per ora - sottopancia, al suo capo.
Come a dire: «Desciulati, che se proprio c'hai la tremarella "faso tuto mi, ghe pensi mi", faccio e ci penso io !»
Tradotto in politichese, nel gergo nostro: dai le dimissioni.
Sono due anni che non si fa vivo in alcun modo. Osama è tagliato fuori dalla gestione della cassa, se non per quella da morto.
A tacitare i cani che gli abbaiano attorno e leccano la mano, Ayman lancia il solito giochino:
- «Via le forze straniere dalle terre dei musulmani, basta ruberie dei nostri tesori e dall'ingerenza nei nostri affari !»
C'ha ragione: non ci fossero quei "rompiglioni" d'americani, a spezzargli le ossa, sarebbero già insediati in buona parte dei paesi dove, con il grimaldello del massacro, disordine e confusione, sarebbero già nelle stanze dei bottoni.
Sempre ad uso della cagnara, eccolo a far voce grossa, da pulce verso l'elefante:
- «Servo e schiavo NEGRO, cameriere dei bianchi» rinfaccia ad Obama, neo Presidente degli States;
- «Capo di una nazione blasfema, eunuco negro: per la prima volta nella storia la First Lady americana sarà una schiava negra».
Immagino come scricchiola e scatta la dentiera del Zawahiri, quanto gli si sposti l'assorbente di contenimento di sotto il pisello gocciolante, il tremore delle pieghe di una pelle floscia, che dondola e traballa come onda.
- «L'hanno pure rivelato al profeta Muhammad che il cuore di un negro è più rozzo di quello di un asino, che il termine generico per indicare quel colore è il prefisso abd, che significa, alla lettera, schiavo; se chiede, gli sia negata e nessuna intercessione varrà a farlo andare in Paradiso».
Non c'è dubbio, che meglio considera il suo, di profeta, di dio, di credo, di farina e lievito: unici impasti, ingredienti, frattaglie e fetenzìe per quella camera d’aria che portano sopra il collo;
Jihad...cazzate; la coda vibra come un diapason: il cane ha visto...le ossa !
Io, secondo me...20.11.2008
mercoledì 19 novembre 2008
Se questa è una donna
Giuro che quando l'amica Barbara mi ha segnalato la notizia, per un attimo mi sono detto che, no, non poteva essere vero: non è normale, anzi, addirittura lo percepisco come atto contro natura;
so che c'è chi trova immensa goduria in giochi sado-maso e il godimento di chi offende è pari all'orgasmo di chi le busca, ma pensavo che la cosa fosse racchiusa nei recinti e nell'ombra delle camere da letto, negli scantinati e tra mura insonorizzate di Club Privè, nelle nature dei Dr. Jekyll e Mr. Hyde, nella piena libertà ed indipendenza degli individui di scegliere i piaceri che più aggradano, con regole accettate e parti complici.
Cazzi loro.
- «Resistenza significa che è lecito violare le donne israeliane».
L'avessi sentita da Bin Laden, suonerebbe naturale, come affermazione, visto il cervello grippato da sabbia del deserto, vecchia di millequattrocento anni;
ma no, chi l'ha sputata è - o somiglia - ad una donna: l'avvocato egiziano dottoressa Nagla Al-Imam !
La scempiaggine l'ha scatarrata e vomitata in una trasmissione sulla tv pan-araba Al-Arabiya, lo scorso 31 Ottobre.
Un bel suggerimento ai giovani arabi, quella di molestare sessualmente, in qualunque modo, ogni ragazza israeliana che incontrassero, in qualunque luogo come nuovo strumento di resistenza contro Israele.
Vedo che la minchiata è scivolata via senza gran chiasso, che se stessa cosa avesse detto un israeliano contro le palestinesi, saremmo ancora qui a riempire secchi di lacrime, a svuotare gli immensi bacini che quelli, i sottopancia e i leccaculo loro, avrebbero abbondantemente colmato con lucciconi da coccodrillo !
I casi sono due: o la Nagla Al-Imam non si considera donna, o il suo contrario, ovvero, che è l'ebrea a non esserlo, assumendola pari ad una bambola gonfiabile che trovi nei Sexi Shop e che "giovani arabi" la smettano di farsi solo seghe, mentali e non.
- «Si tratta di una forma di resistenza. Secondo la mia opinione, sono un bersaglio lecito per tutti gli arabi e non c'è niente di sbagliato in questo…»
Forse che, alla fine, è uno dei pruriti e dei sogni proibiti della nostra arrapata, che l'essere zompata con la forza già le procura umidità ?
Sì, deve essere così; quello che in psicanalisi si chiama "Transfer": fantasie infantili, conflitti sessuali con i genitori e contenuti relazionali che i pazienti spostano sul proprio analista.
Non posso fare ameno d'essere volgare, di provare disgusto per costei, addirittura un senso di schifo.
- «[...] loro violano i nostri diritti, loro "stuprano" la terra. Poche cose sono tanto gravi quanto lo stupro della terra».
Faccio sempre più fatica a capire e distinguere che quella che parla sia una donna, che santifica un atto dei più abominevoli verso il sesso che rappresenta, per quel che è;
non scorgo in lei neppure le fattezze di un essere che può definirsi - anche grossolanamente - "umano" e mi chiedo se questa è una donna o una rottamazione del genere a cui tutti noi dovremmo appartenere.
Questo abbietto essere ammette - n'è convinta - che
- «[...] la maggior parte dei paesi arabi non ha leggi contro le molestie sessuali. Pertanto, se le donne arabe sono bersaglio legittimo per gli uomini arabi, non c'è niente di sbagliato nel fatto che lo siano anche le donne israeliane».
Come dire: "Mal comune, mezzo gaudio".
Se tanto c'è in casa sua, giusto che crolli tutta l'impalcatura, come il tempio che teneva incatenato Sansone:
- «Si trombi l'ebrea come tutte noi !»
Affermo e confermo: Nagla Al-Imam è un sub-umanoide, e non provo vergogna nel dirlo, che le riconosco stessi diritti e considerazioni da lei applicate al prossimo femmineo:
«[...] le donne israeliane non hanno alcun diritto di reagire. I combattenti della resistenza non darebbero inizio una a cosa del genere, perché i loro valori morali sono molto più elevati [...] se accade, non hanno diritto di avanzare alcuna pretesa perché ciò non farebbe che trattarle alla pari: lasciate la nostra terra e noi non vi stupreremo. Sono due cose alla pari".
Spero anche tu sia a trovare ELEVATI valori morali, cara Nagla;
se proprio non saranno l'ombelico del mondo, staranno poco sotto, a farti stare sulla terra, alla pari...e patta.
Dei pantaloni.
Con tanto e tutto il mio disprezzo: 'fanculo !
Io, secondo me...19.11.2008
so che c'è chi trova immensa goduria in giochi sado-maso e il godimento di chi offende è pari all'orgasmo di chi le busca, ma pensavo che la cosa fosse racchiusa nei recinti e nell'ombra delle camere da letto, negli scantinati e tra mura insonorizzate di Club Privè, nelle nature dei Dr. Jekyll e Mr. Hyde, nella piena libertà ed indipendenza degli individui di scegliere i piaceri che più aggradano, con regole accettate e parti complici.
Cazzi loro.
- «Resistenza significa che è lecito violare le donne israeliane».
L'avessi sentita da Bin Laden, suonerebbe naturale, come affermazione, visto il cervello grippato da sabbia del deserto, vecchia di millequattrocento anni;
ma no, chi l'ha sputata è - o somiglia - ad una donna: l'avvocato egiziano dottoressa Nagla Al-Imam !
La scempiaggine l'ha scatarrata e vomitata in una trasmissione sulla tv pan-araba Al-Arabiya, lo scorso 31 Ottobre.
Un bel suggerimento ai giovani arabi, quella di molestare sessualmente, in qualunque modo, ogni ragazza israeliana che incontrassero, in qualunque luogo come nuovo strumento di resistenza contro Israele.
Vedo che la minchiata è scivolata via senza gran chiasso, che se stessa cosa avesse detto un israeliano contro le palestinesi, saremmo ancora qui a riempire secchi di lacrime, a svuotare gli immensi bacini che quelli, i sottopancia e i leccaculo loro, avrebbero abbondantemente colmato con lucciconi da coccodrillo !
I casi sono due: o la Nagla Al-Imam non si considera donna, o il suo contrario, ovvero, che è l'ebrea a non esserlo, assumendola pari ad una bambola gonfiabile che trovi nei Sexi Shop e che "giovani arabi" la smettano di farsi solo seghe, mentali e non.
- «Si tratta di una forma di resistenza. Secondo la mia opinione, sono un bersaglio lecito per tutti gli arabi e non c'è niente di sbagliato in questo…»
Forse che, alla fine, è uno dei pruriti e dei sogni proibiti della nostra arrapata, che l'essere zompata con la forza già le procura umidità ?
Sì, deve essere così; quello che in psicanalisi si chiama "Transfer": fantasie infantili, conflitti sessuali con i genitori e contenuti relazionali che i pazienti spostano sul proprio analista.
Non posso fare ameno d'essere volgare, di provare disgusto per costei, addirittura un senso di schifo.
- «[...] loro violano i nostri diritti, loro "stuprano" la terra. Poche cose sono tanto gravi quanto lo stupro della terra».
Faccio sempre più fatica a capire e distinguere che quella che parla sia una donna, che santifica un atto dei più abominevoli verso il sesso che rappresenta, per quel che è;
non scorgo in lei neppure le fattezze di un essere che può definirsi - anche grossolanamente - "umano" e mi chiedo se questa è una donna o una rottamazione del genere a cui tutti noi dovremmo appartenere.
Questo abbietto essere ammette - n'è convinta - che
- «[...] la maggior parte dei paesi arabi non ha leggi contro le molestie sessuali. Pertanto, se le donne arabe sono bersaglio legittimo per gli uomini arabi, non c'è niente di sbagliato nel fatto che lo siano anche le donne israeliane».
Come dire: "Mal comune, mezzo gaudio".
Se tanto c'è in casa sua, giusto che crolli tutta l'impalcatura, come il tempio che teneva incatenato Sansone:
- «Si trombi l'ebrea come tutte noi !»
Affermo e confermo: Nagla Al-Imam è un sub-umanoide, e non provo vergogna nel dirlo, che le riconosco stessi diritti e considerazioni da lei applicate al prossimo femmineo:
«[...] le donne israeliane non hanno alcun diritto di reagire. I combattenti della resistenza non darebbero inizio una a cosa del genere, perché i loro valori morali sono molto più elevati [...] se accade, non hanno diritto di avanzare alcuna pretesa perché ciò non farebbe che trattarle alla pari: lasciate la nostra terra e noi non vi stupreremo. Sono due cose alla pari".
Spero anche tu sia a trovare ELEVATI valori morali, cara Nagla;
se proprio non saranno l'ombelico del mondo, staranno poco sotto, a farti stare sulla terra, alla pari...e patta.
Dei pantaloni.
Con tanto e tutto il mio disprezzo: 'fanculo !
Io, secondo me...19.11.2008
martedì 18 novembre 2008
profeTauran
La chiesa di Don Abbondio è entrata nel gioco, ha organizzato un bell'incontro, attraverso il Pontificio Consiglio del Dialogo Interreligioso, con una mista armata Brancaleone del mondo cristiano e una manciata - se crusca o farina, vedremo - di quel musulmano.
D'ebrei, pur'essi gente del Libro, anzi, i primi, manco l'ombra.
Ah, già, dimenticavo: non c'è posto per loro, condannati dal quel sibillino, ipocrita e ambiguo condizionale, via di fuga per ignorare, trasformare ed accomodare granitica legge divina e farne polvere:
"[...] La vita umana è un dono preziosissimo di Dio ad ogni persona, dovrebbe essere quindi preservata e onorata in tutte le sue fasi".
Tarallucci e vino, seppure santo pure lui: facciamo tutto tra noi che - contiamoci - abbiamo la maggioranza dell'assemblea del condominio dell'intero globo terracqueo.
- «Testa o croce ?»
La testa è la nostra, così la croce da portare, ma sopra di noi, una volta che il "profeTauran" sarà elevato agli onori di chi apporrà il sigillo, a confermare che gli ultimi diventeranno i primi, grazie all'atto di sottomissione - comunque così capito - a cui assurge, per eccelso ed eccesso d'amore, "il Santo e amato profeta Maometto".
- «Dio non gioca a dadi», usava ripetere il fisico Albert Einstein;
lui forse no, ma il cardinale Jean-Louis Tauran l'ha fatto, ha perso, e la posta eravamo noi tutti !
- «Dio è intervenuto per guidare e salvare l'umanità in modo perfetto, molte volte e in molti luoghi, inviando profeti e scritture. L'ultimo di questi libri, il Corano...»
Ecco, gli ultimi, appunto: l'ordine della classifica e la Storia, si può riscrivere...in punta di spada, che è più veloce di quella di penna.
Nel tartufo del mio cane, il ricordo di un odore dura una vita intera: quando respira l'aria, permette alle molecole olfattive di depositarsi e di accumularsi, di rimanere "in riposo"nelle fosse nasali, colpire le regioni dei recettori olfattivi - dove le particelle sono disintegrate, concentrate e ricomposte - a farne memoria permanente, per uno, dieci, cento...millequattrocento anni, a marcare territori, poi riconosciuti propri, anche quando conquistati a forza e poi scacciati dalla stessa, che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.
Questo è il momento e il luogo sbagliato per lanciare segnali che sono letti in chiave di cedevolezza se non addirittura d'arrendevolezza, di subalternità se non servitù: stiamo rientrando tra i leoni e nelle catacombe, per vile comportarsi, trascinando appresso schiere d'innocenti che saranno a subirne umiliazioni e pelosa condiscendenza, quell'attenzione grezza e grossolana, concessa alla formica che ti attraversa la strada.
- «L'amore cristiano perdona e non esclude alcuno. Quindi include anche i propri nemici».
Vero, ma quando è concesso da chi, potendo, non affonda la spada. Non dall'impotente.
Il mondo è sconvolto da una ventata d'odio e intolleranza, presunzione e prevaricazione, d'assatanati ben armati e motivati, che della forza e non della predicazione fanno uso: ben di più sono ad accoppare i fratelli nella stessa fede, che si sono costruiti un dio e un profeta a misura, che lettura e interpretazione delle regole la fanno con le armi;
Fatto sparire i pochi "moderati", il resto è pecorame, che si muove e dirige dove lo mena il pastore di turno e, mentre il profeta dei cristiani è morto per loro, quell'altro se n'è ben guardato, visto che la fine era meglio, più facile e redditizio darla agli altri.
Un generale; solo un buon generale, un conquistatore, che ha pescato in quel che già c'era, l'ha rimaneggiato, mantenendo molti degli stessi personaggi e, godendo di avaro tempo, ha poi giocato di postille, a modificare e spostare bandierine secondo le necessità.
Il cardinale Jean-Louis Tauran è più avvezzo ad essere come Richelieu o Mazzarino: politico, sarto in bizantinismi, più vicino a Robespierre che a Gesù, ammiratore e portatore di teste alla ghigliottina, dove ci ha già messo attorno le sue di "tricoteuses", le popolane che al tempo della rivoluzione francese si mettevano in prima fila, davanti al palco della lama, e sferruzzavano lavori a maglia nell'attesa di veder rotolare le teste dei condannati a morte.
Quelle d'oggi sono a ricamare panni verdi, con falce e mezzaluna.
No, caro il mio Jean-Louis: specchietti e collanine prendili tu, che l'anello, più che al dito, ti sta meglio al naso così che, quelli che ti sei messo attorno, ti possano riportare comodamente alla loro, di stalla.
Bamba !!
Io, secondo me...18.11.2008
D'ebrei, pur'essi gente del Libro, anzi, i primi, manco l'ombra.
Ah, già, dimenticavo: non c'è posto per loro, condannati dal quel sibillino, ipocrita e ambiguo condizionale, via di fuga per ignorare, trasformare ed accomodare granitica legge divina e farne polvere:
"[...] La vita umana è un dono preziosissimo di Dio ad ogni persona, dovrebbe essere quindi preservata e onorata in tutte le sue fasi".
Tarallucci e vino, seppure santo pure lui: facciamo tutto tra noi che - contiamoci - abbiamo la maggioranza dell'assemblea del condominio dell'intero globo terracqueo.
- «Testa o croce ?»
La testa è la nostra, così la croce da portare, ma sopra di noi, una volta che il "profeTauran" sarà elevato agli onori di chi apporrà il sigillo, a confermare che gli ultimi diventeranno i primi, grazie all'atto di sottomissione - comunque così capito - a cui assurge, per eccelso ed eccesso d'amore, "il Santo e amato profeta Maometto".
- «Dio non gioca a dadi», usava ripetere il fisico Albert Einstein;
lui forse no, ma il cardinale Jean-Louis Tauran l'ha fatto, ha perso, e la posta eravamo noi tutti !
- «Dio è intervenuto per guidare e salvare l'umanità in modo perfetto, molte volte e in molti luoghi, inviando profeti e scritture. L'ultimo di questi libri, il Corano...»
Ecco, gli ultimi, appunto: l'ordine della classifica e la Storia, si può riscrivere...in punta di spada, che è più veloce di quella di penna.
Nel tartufo del mio cane, il ricordo di un odore dura una vita intera: quando respira l'aria, permette alle molecole olfattive di depositarsi e di accumularsi, di rimanere "in riposo"nelle fosse nasali, colpire le regioni dei recettori olfattivi - dove le particelle sono disintegrate, concentrate e ricomposte - a farne memoria permanente, per uno, dieci, cento...millequattrocento anni, a marcare territori, poi riconosciuti propri, anche quando conquistati a forza e poi scacciati dalla stessa, che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.
Questo è il momento e il luogo sbagliato per lanciare segnali che sono letti in chiave di cedevolezza se non addirittura d'arrendevolezza, di subalternità se non servitù: stiamo rientrando tra i leoni e nelle catacombe, per vile comportarsi, trascinando appresso schiere d'innocenti che saranno a subirne umiliazioni e pelosa condiscendenza, quell'attenzione grezza e grossolana, concessa alla formica che ti attraversa la strada.
- «L'amore cristiano perdona e non esclude alcuno. Quindi include anche i propri nemici».
Vero, ma quando è concesso da chi, potendo, non affonda la spada. Non dall'impotente.
Il mondo è sconvolto da una ventata d'odio e intolleranza, presunzione e prevaricazione, d'assatanati ben armati e motivati, che della forza e non della predicazione fanno uso: ben di più sono ad accoppare i fratelli nella stessa fede, che si sono costruiti un dio e un profeta a misura, che lettura e interpretazione delle regole la fanno con le armi;
Fatto sparire i pochi "moderati", il resto è pecorame, che si muove e dirige dove lo mena il pastore di turno e, mentre il profeta dei cristiani è morto per loro, quell'altro se n'è ben guardato, visto che la fine era meglio, più facile e redditizio darla agli altri.
Un generale; solo un buon generale, un conquistatore, che ha pescato in quel che già c'era, l'ha rimaneggiato, mantenendo molti degli stessi personaggi e, godendo di avaro tempo, ha poi giocato di postille, a modificare e spostare bandierine secondo le necessità.
Il cardinale Jean-Louis Tauran è più avvezzo ad essere come Richelieu o Mazzarino: politico, sarto in bizantinismi, più vicino a Robespierre che a Gesù, ammiratore e portatore di teste alla ghigliottina, dove ci ha già messo attorno le sue di "tricoteuses", le popolane che al tempo della rivoluzione francese si mettevano in prima fila, davanti al palco della lama, e sferruzzavano lavori a maglia nell'attesa di veder rotolare le teste dei condannati a morte.
Quelle d'oggi sono a ricamare panni verdi, con falce e mezzaluna.
No, caro il mio Jean-Louis: specchietti e collanine prendili tu, che l'anello, più che al dito, ti sta meglio al naso così che, quelli che ti sei messo attorno, ti possano riportare comodamente alla loro, di stalla.
Bamba !!
Io, secondo me...18.11.2008
giovedì 13 novembre 2008
Le marchette del Grillo
Il grillo di Pinocchio era saggio: usava predicare e consigliare prudenza, e applicava tolleranza, quando l'incauto burattino faceva uso delle giudiziose raccomandazioni da bastian contrario, ovvero, deludendo del tutto le attese del più scafato saltatore;
ma il piccolo insetto era grande, che impiegava dimostrazione di ciò che era: un....galantuomo.
Un altro Grillo, grande per proporzione e non per azione, di casa ha tolleranza, ma solo per gli affaracci suoi, ad applicare il vecchio volgo, che affibbiava a vizio di monaci il dire, mai seguito da dimostrazione:
- «Fate quello che dico, non quello che faccio» e sono, aggiungo io, edizione speculare de «Armiamoci e partite !»
Il Grillo Beppe si è dimostrato aderente al motto, salvo che potremmo meglio adattarlo alla sua statura:
ad usare predica senza far seguire virtù, a buttare fiammifero dove altri erano a spargere benzina, ad applicare marchetta della sua casa, d'essere vergine o troia, su altri che ne avrebbero avuto marchio, che chi ha il timbro dalla parte del manico non si imbratta.
Ha girato mezza Italia e le sue piazze, saltando come gli conviene, fustigando e scudisciando schiene, chiappe e mordendo calcagni, come un cane rabbioso, tignoso e inquisitore, sprezzante più che canzonatorio, caustico più che acido, a versare pece ed olio bollente più che docce d'acqua fredda, a provocare dolori più che a risvegliare coscienze, ad inveire ed offendere, più umiliare che ridicolizzare, a distribuire gettoni, marchette da assegnare ai peccatori;
Il Beppe Savonarola si era messo e proposto come buon pastore, con il bastone e il gessetto, a dividere, sulla lavagna, i buoni dai cattivi: il candidato che candido non è, i disonorevoli "No pasaràn !".
Timbro, marchetta...marchio di qualità e d'origine garantita: inteso che lui - o suoi manovali - sarebbe stato ad inchiostrare e menare di sigillo.
- «Via, fuori dalle palle chi ha subito condanne !»
Ma lui ne ha una sulle spalle per omicidio colposo: un anno e tre mesi per avere giocato e perso la vita di due adulti e un bambino quando, volendo fare il bauscia con il suo gippone nuovo, inforcò una strada il cui accesso era vietato perché pericolosa e finì in un burrone, menando alla morte i suoi sventurati compagni. Era il 7 Dicembre 1980.
Nel 2003 patteggiò al processo che lo vedeva imputato per diffamazione aggravata del premio Nobel, Rita Levi Montalcini che, nel 2001 definì "vecchia puttana": il Nobel glielo avrebbe praticamente comperato una ditta farmaceutica amica.
Il nostro "verginello" si avvalse del cosiddetto "condono tombale" promosso dal governo Berlusconi e da lui più volte criticato, perché - diceva - misurato, ritagliato, sagomato e cucito attorno alla persona dell'evasore.
Omicida, seppur colposo, diffamatore, opportunista, quanto basta per avvantaggiarsi di una occasione, seppur offerta dal nemico giurato, abile ad evitare ogni contraddittorio, usando la piazza e il proprio blog dove essere battitore unico;
e, soprattutto, quest'ultimo, definito "uno splendido negozio con un sistema di vendita che funziona benissimo", è spugna assorbente e miracoloso forziere per palanche, che gli derivano dai molti accessi, come potemmo origliare dalla "finestra" che, un Visco mazziato e bocciato dalle votazioni, per vendetta e rappresaglia lasciò aperta, seppur per poco, ma in cui milioni d'italiani sbirciarono l'uno in casa dell'altro e malauguratamente, a vedere anche quanto rendessero le marchette del Grillo.
Nulla di rubato, certo, ma a dimostrare che per lui vale il vecchio proverbio che
"Il cane muove la coda, non per te ma per il pane"...e il grillo per il companatico.
Ultimamente ha cercato di riaffacciarsi alla ribalta, di cavalcare la protesta degli studenti, a Bologna: gli hanno intimato di togliersi dalle palle !
I giovani ancora danno un valore ai sogni, ad una purezza che sconfina con l'ingenuità e che poi perderanno, ma al momento sono al Petrarca:
"Tutta la mia fiorita et verde etade / passava, e 'ntepidir sentia già 'l foco / ch'arse il mio core";
bruciano di passione, non di tabelle commerciali.
Il Grillo sparlante ha sublimato il Vaffanculo, il "dolce stil novo" piegato all'epica del Vaffa-day, cercando di far figliare la "Vaffa-generazione", quella che gli avrebbe consentito d'essere duce, ad emettere fatwa e additare ai fidi impuri contabili e infedeli...compilatori di denuncia dei redditi.
Il segno è stato affisso, sulla porta dei suoi primogeniti, che saranno risparmiati quando si andrà ad estirpare il grano dal Loglio.
Essendo solo un dio apprendista, il Beppegrillo siglò solo poche piaghe, da affibbiare agli impuri: tre quesiti referendari, che avrebbero dovuto far tentennare a festa la cassa del ricavato, il conteggio degli affiliati, ma pare che neppure sia arrivato alla soglia minima per poter assomigliare a Mosè, nel portare sfiga e rogna agli indegni della sua regale maestà.
Voce e uomo che vaga nel deserto, a smoccolare e parlare ai miraggi, ben è a riscuotere nulla dai talenti che ha sotterrato, da buon genovese, sotto il materasso.
Uomo senza "Valori" da spendere, non avrà da far fruttare che contumelie: su stampa di regime, asservita, partiti corrotti, bavaglio alla libera informazione e popolo ingrato, pasciuto a "Panem et circenses", pane e giochi da circo mediatico.
Lui no, non sarà o si metterà in discussione, urlerà che «Nemo propheta in patria», nessuno è profeta nella propria patria".
A nulla sono servite le marchette, distribuite a piene mani...puttana Italia !
Io, secondo me...13.11.2008
ma il piccolo insetto era grande, che impiegava dimostrazione di ciò che era: un....galantuomo.
Un altro Grillo, grande per proporzione e non per azione, di casa ha tolleranza, ma solo per gli affaracci suoi, ad applicare il vecchio volgo, che affibbiava a vizio di monaci il dire, mai seguito da dimostrazione:
- «Fate quello che dico, non quello che faccio» e sono, aggiungo io, edizione speculare de «Armiamoci e partite !»
Il Grillo Beppe si è dimostrato aderente al motto, salvo che potremmo meglio adattarlo alla sua statura:
ad usare predica senza far seguire virtù, a buttare fiammifero dove altri erano a spargere benzina, ad applicare marchetta della sua casa, d'essere vergine o troia, su altri che ne avrebbero avuto marchio, che chi ha il timbro dalla parte del manico non si imbratta.
Ha girato mezza Italia e le sue piazze, saltando come gli conviene, fustigando e scudisciando schiene, chiappe e mordendo calcagni, come un cane rabbioso, tignoso e inquisitore, sprezzante più che canzonatorio, caustico più che acido, a versare pece ed olio bollente più che docce d'acqua fredda, a provocare dolori più che a risvegliare coscienze, ad inveire ed offendere, più umiliare che ridicolizzare, a distribuire gettoni, marchette da assegnare ai peccatori;
Il Beppe Savonarola si era messo e proposto come buon pastore, con il bastone e il gessetto, a dividere, sulla lavagna, i buoni dai cattivi: il candidato che candido non è, i disonorevoli "No pasaràn !".
Timbro, marchetta...marchio di qualità e d'origine garantita: inteso che lui - o suoi manovali - sarebbe stato ad inchiostrare e menare di sigillo.
- «Via, fuori dalle palle chi ha subito condanne !»
Ma lui ne ha una sulle spalle per omicidio colposo: un anno e tre mesi per avere giocato e perso la vita di due adulti e un bambino quando, volendo fare il bauscia con il suo gippone nuovo, inforcò una strada il cui accesso era vietato perché pericolosa e finì in un burrone, menando alla morte i suoi sventurati compagni. Era il 7 Dicembre 1980.
Nel 2003 patteggiò al processo che lo vedeva imputato per diffamazione aggravata del premio Nobel, Rita Levi Montalcini che, nel 2001 definì "vecchia puttana": il Nobel glielo avrebbe praticamente comperato una ditta farmaceutica amica.
Il nostro "verginello" si avvalse del cosiddetto "condono tombale" promosso dal governo Berlusconi e da lui più volte criticato, perché - diceva - misurato, ritagliato, sagomato e cucito attorno alla persona dell'evasore.
Omicida, seppur colposo, diffamatore, opportunista, quanto basta per avvantaggiarsi di una occasione, seppur offerta dal nemico giurato, abile ad evitare ogni contraddittorio, usando la piazza e il proprio blog dove essere battitore unico;
e, soprattutto, quest'ultimo, definito "uno splendido negozio con un sistema di vendita che funziona benissimo", è spugna assorbente e miracoloso forziere per palanche, che gli derivano dai molti accessi, come potemmo origliare dalla "finestra" che, un Visco mazziato e bocciato dalle votazioni, per vendetta e rappresaglia lasciò aperta, seppur per poco, ma in cui milioni d'italiani sbirciarono l'uno in casa dell'altro e malauguratamente, a vedere anche quanto rendessero le marchette del Grillo.
Nulla di rubato, certo, ma a dimostrare che per lui vale il vecchio proverbio che
"Il cane muove la coda, non per te ma per il pane"...e il grillo per il companatico.
Ultimamente ha cercato di riaffacciarsi alla ribalta, di cavalcare la protesta degli studenti, a Bologna: gli hanno intimato di togliersi dalle palle !
I giovani ancora danno un valore ai sogni, ad una purezza che sconfina con l'ingenuità e che poi perderanno, ma al momento sono al Petrarca:
"Tutta la mia fiorita et verde etade / passava, e 'ntepidir sentia già 'l foco / ch'arse il mio core";
bruciano di passione, non di tabelle commerciali.
Il Grillo sparlante ha sublimato il Vaffanculo, il "dolce stil novo" piegato all'epica del Vaffa-day, cercando di far figliare la "Vaffa-generazione", quella che gli avrebbe consentito d'essere duce, ad emettere fatwa e additare ai fidi impuri contabili e infedeli...compilatori di denuncia dei redditi.
Il segno è stato affisso, sulla porta dei suoi primogeniti, che saranno risparmiati quando si andrà ad estirpare il grano dal Loglio.
Essendo solo un dio apprendista, il Beppegrillo siglò solo poche piaghe, da affibbiare agli impuri: tre quesiti referendari, che avrebbero dovuto far tentennare a festa la cassa del ricavato, il conteggio degli affiliati, ma pare che neppure sia arrivato alla soglia minima per poter assomigliare a Mosè, nel portare sfiga e rogna agli indegni della sua regale maestà.
Voce e uomo che vaga nel deserto, a smoccolare e parlare ai miraggi, ben è a riscuotere nulla dai talenti che ha sotterrato, da buon genovese, sotto il materasso.
Uomo senza "Valori" da spendere, non avrà da far fruttare che contumelie: su stampa di regime, asservita, partiti corrotti, bavaglio alla libera informazione e popolo ingrato, pasciuto a "Panem et circenses", pane e giochi da circo mediatico.
Lui no, non sarà o si metterà in discussione, urlerà che «Nemo propheta in patria», nessuno è profeta nella propria patria".
A nulla sono servite le marchette, distribuite a piene mani...puttana Italia !
Io, secondo me...13.11.2008
martedì 11 novembre 2008
Tanto per scrivere...
- Ma, con tutto lo spazio che c'è a questo mondo, proprio qui si deve mettere, che io c'ho da fare !»
La signora Rotowash, la donna delle pulizie d'origine romena, così commentava, sbuffando e brontolando come una pentola di fagioli, mentre scopava il vasto spiazzo, nel mezzo di quei palazzi che facevano da contorno, si affacciavano e guardavano dalle numerose finestre;
Il motivo del fastidio gli stava dinnanzi, accovacciato di sbieco, a far da puntello alla campana per la raccolta del vetro: tanto era ingarbugliato che l'impermeabile gli formava pieghe, somiglianti a cuscinetti di grasso debordante, mentre il bavero era un poco rialzato, a coprire la faccia;
sembrava dormire, con una bottiglietta a fianco e quella strana polverina chiara sulle mani.
Da quel fagotto spuntavano le mani e, le caviglie e un poco del cranio: lembi di pelle di un lustro, che pareva possibile solo usando lucido da scarpe.
- «E' vero: lo osservo da un pezzo, ma non ha mosso ciglio».
All'affermazione della Guardoni, molti occhi, per riflesso condizionato, si voltano verso una finestra del sesto piano che, con sarcasmo, è indicata con il nome di una rivista dei Testimoni di Geova: La torre di guardia;
l'intera comunità del rione riconosce in lei la classica ficcanaso, via di mezzo tra la comare e la portinaia, abile a metter lingua e proboscide nei fatti altrui, e immaginando quante volte quelle tendine sono scostate, per poter scrutare i fattacci del prossimo.
"Occhio di falco", com'è soprannominata, brava nel far ballare gli occhi come la lingua, continua la sua filippica:
- «Non c'è più rispetto; guarda lì, che spettacolo vergognoso: non tiene conto d'essere in una corte dove i bambini vengono a giocare tutti i giorni. Che indecenza, che menefreghismo, che esempio...ad andare bene è ubriaco, se non anche drogato!»
Anche Buonavista, la guardia giurata, si sente di dover dire la sua: è in obbligo , grazie e in virtù dell'autorevolezza della divisa, del potere che gli conferisce l'arma e dal compito assegnato, di vegliare sulla sicurezza e incolumità di cose e persone.
- «No, non è droga», dice, dopo aver inumidito di saliva e intinto dito nella polverina bianca, seminata sotto il capo reclinato e sulle mani della sagoma accovacciata;
- «Certo che, quelli come lui, se li becchiamo in servizio tra il chiaro e lo scuro, noi spariamo e poi gli facciamo le domande !»
Il vecchio maestro Bacchetta, ora in pensione, con un gesto brusco, come a scacciare mosche fastidiose, interviene, a cercar di mettere un poco d'ordine e di sale in quelle zucche vuote, dove veloci correnti d'aria passano, senza trovare intoppi, come treni in galleria.
- «La vostra è solo speculazione; a questo mondo ci vuole flessibilità nel giudicare quel che non si comprende: la vostra è semplice manipolazione dei fatti, ragionamento di bassa fattura !»
- «Oddio ! Madonna mia bella...oh, Gesù !», urla la signora Mortacci, maritata Fossa «ma è mio marito !»
Scostato il bavero, ecco il viso cianotico del povero Lazzaro;
dal capo pendulo i pochi capelli arruffati avevano nevicato forfora, che sembrava talco: polvere impalpabile scivolata su mani aperte a cucchiaio mentre, a fianco, rovesciata, stava la bottiglietta della medicina per il cuore.
- «Non sarà mica schiattato ?!» azzarda uno;
Gli uomini toccano istintivamente la patta dei pantaloni, mentre le donne fanno le corna dietro la schiena: tipici scongiuri, ferri del mestiere dell'uno e dell'altro sesso, pensa con sprezzo la zitellona, signorina Ciosponi.
- «E' morto !» sentenzia, dall'alto della sua scienza, il dottor Salasso.
- «Mezzo minuto di raccoglimento», raccomanda una voce pietosa.
- «Ma non di più», si augura Cazzuola, il muratore «tra poco comincia la partita della nazionale !»
La signora Rotowash, la donna delle pulizie d'origine romena, così commentava, sbuffando e brontolando come una pentola di fagioli, mentre scopava il vasto spiazzo, nel mezzo di quei palazzi che facevano da contorno, si affacciavano e guardavano dalle numerose finestre;
Il motivo del fastidio gli stava dinnanzi, accovacciato di sbieco, a far da puntello alla campana per la raccolta del vetro: tanto era ingarbugliato che l'impermeabile gli formava pieghe, somiglianti a cuscinetti di grasso debordante, mentre il bavero era un poco rialzato, a coprire la faccia;
sembrava dormire, con una bottiglietta a fianco e quella strana polverina chiara sulle mani.
Da quel fagotto spuntavano le mani e, le caviglie e un poco del cranio: lembi di pelle di un lustro, che pareva possibile solo usando lucido da scarpe.
- «E' vero: lo osservo da un pezzo, ma non ha mosso ciglio».
All'affermazione della Guardoni, molti occhi, per riflesso condizionato, si voltano verso una finestra del sesto piano che, con sarcasmo, è indicata con il nome di una rivista dei Testimoni di Geova: La torre di guardia;
l'intera comunità del rione riconosce in lei la classica ficcanaso, via di mezzo tra la comare e la portinaia, abile a metter lingua e proboscide nei fatti altrui, e immaginando quante volte quelle tendine sono scostate, per poter scrutare i fattacci del prossimo.
"Occhio di falco", com'è soprannominata, brava nel far ballare gli occhi come la lingua, continua la sua filippica:
- «Non c'è più rispetto; guarda lì, che spettacolo vergognoso: non tiene conto d'essere in una corte dove i bambini vengono a giocare tutti i giorni. Che indecenza, che menefreghismo, che esempio...ad andare bene è ubriaco, se non anche drogato!»
Anche Buonavista, la guardia giurata, si sente di dover dire la sua: è in obbligo , grazie e in virtù dell'autorevolezza della divisa, del potere che gli conferisce l'arma e dal compito assegnato, di vegliare sulla sicurezza e incolumità di cose e persone.
- «No, non è droga», dice, dopo aver inumidito di saliva e intinto dito nella polverina bianca, seminata sotto il capo reclinato e sulle mani della sagoma accovacciata;
- «Certo che, quelli come lui, se li becchiamo in servizio tra il chiaro e lo scuro, noi spariamo e poi gli facciamo le domande !»
Il vecchio maestro Bacchetta, ora in pensione, con un gesto brusco, come a scacciare mosche fastidiose, interviene, a cercar di mettere un poco d'ordine e di sale in quelle zucche vuote, dove veloci correnti d'aria passano, senza trovare intoppi, come treni in galleria.
- «La vostra è solo speculazione; a questo mondo ci vuole flessibilità nel giudicare quel che non si comprende: la vostra è semplice manipolazione dei fatti, ragionamento di bassa fattura !»
- «Oddio ! Madonna mia bella...oh, Gesù !», urla la signora Mortacci, maritata Fossa «ma è mio marito !»
Scostato il bavero, ecco il viso cianotico del povero Lazzaro;
dal capo pendulo i pochi capelli arruffati avevano nevicato forfora, che sembrava talco: polvere impalpabile scivolata su mani aperte a cucchiaio mentre, a fianco, rovesciata, stava la bottiglietta della medicina per il cuore.
- «Non sarà mica schiattato ?!» azzarda uno;
Gli uomini toccano istintivamente la patta dei pantaloni, mentre le donne fanno le corna dietro la schiena: tipici scongiuri, ferri del mestiere dell'uno e dell'altro sesso, pensa con sprezzo la zitellona, signorina Ciosponi.
- «E' morto !» sentenzia, dall'alto della sua scienza, il dottor Salasso.
- «Mezzo minuto di raccoglimento», raccomanda una voce pietosa.
- «Ma non di più», si augura Cazzuola, il muratore «tra poco comincia la partita della nazionale !»
lunedì 10 novembre 2008
Facce di ab..bronzo
Certo che l'ex italica, ora franciosa, "Carlà Brunì", le situazioni le sa proprio prendere di peto...scusate, volevo dire, di petto !
Giovane, bella e...colorita, la nostra entra a coscia...gamba tesa in ogni tenzone, precedendo spesso e volentieri un letargico marito, l'orsetto Bubu Sarkozy, maritato a lei, la Yoghi Bruni;
presi assieme, ben riescono a formare la tenera copia di orsi imbranati, simili a Stanlio e Ollio, creati dalla matita di Hanna e Barbera.
E noi ?
A cantare il motivetto:
"Siamo tutti qui e tutti insieme vogliam vedere Braccobaldo show !".
E già, che la sciura Carletta è una sparacazzate, peggio di quegli aggeggi che lanciano i piattelli nelle gare di tiro a segno !
La prima sparata, da signora "President Riccadonna", la sentimmo per difendere una meschina, ammalata e sofferente, cui la bieca giustizia italiana stava da anni a farle la posta, a cercare d'acchiapparla e metterla in gattabuia: la Marina Petrella - nome di battaglia di "Virginia" - brigatista di primo pelo, condannata all'ergastolo in Italia per concorso in omicidio di un agente di polizia, per tentato sequestro e tentato omicidio, sequestro di un magistrato, per rapina a mano armata e miscellanea d'altri attentati; e scusate se è poco.
- «Ci vogliono cure, non il carcere»;
pietà per l'assassina, che è "in precarie condizioni fisiche e psichiche" - ma meglio dei suoi accoppati - da alcuni mesi in ospedale in stato di grave prostrazione e di difficoltà ad alimentarsi e a reagire.
Ebbene, la Carla Bruni, spalleggiata dalla Valeria Bruni Tedeschi, la cognata, tanto ha scassato i marroni al maritino, che questi arrivò a negarne l'estradizione, pur di rimanere e godere nelle e delle grazie della sua nuova gnocca.
Quanto c'è di volgare, ma vero, nel vecchio e saggio proverbio popolare meneghino:
- «Al tira pusè un pel da figa che un car da bò»,
che non traduco, ma lascio intendere di chi è il pelo che tira più di un carro di buoi !
Oggi, giusto a farci capire quanto poi gli facciamo schifo, eccola, a massacrarci ancora gli zebedei:
- «[...] gioia immensa" per la vittoria di Obama [...] felicità di "essere diventata francese"».
Ovviamente, l'adorazione del primo, il "Bronzo di Riace" e il cambio di "Pedigree" è colpa del Berlusconi, che gli ha fatto capire quanto sia buono e meglio mangiare escargots de Bourgogne ( lumache cucinate con aglio ) e Champagne e sputare nel nativo piatto di polenta concia, innaffiata con bianco Cortese.
- «Quando sento Silvio Berlusconi prendere l'avvenimento alla leggera, e scherzare sul fatto che Obama è sempre abbronzato, mi sembra strano. Si dirà che fa parte dell'umorismo, ma sono molto felice di essere diventata francese !»
Come a dire che uno è la causa e l'altro l'effetto.
E poi: «[...] viva la gente delle "banlieue", non quel potere che ha sempre la stessa faccia, uomini bianchi e piuttosto anziani [...] la gente delle cité di banlieue deve diventare il potere !».
Sciura, ricorda: la rivoluzione c'è già stata, e tante teste sono cadute per gridare "Liberté, Égalité, Fraternité", che ora abbiamo bisogno di pompieri, non d'incendiari !
Poi, dopo avere parlato di spumante, si ricorda anche del suo tappo, il Nicolas:
- « Beh, non é Obama, però...»
Ma dai, Carletta, taci: c'abbiamo cose più importanti da fare che dar retta a te !
Un silenzio monacale ci vorrebbe pure per un'altra gemellata con questa, abile nell'aggrovigliare le matasse: la giovane, bella e abbronzata Afef Jnifen, paladina dell'islam, quella che fece il cazziatone a Magdi Cristiano Allam, accusandolo di incitare all'odio e d'essere pure un provocatore, per l'ardire e la sfrontatezza con cui si è donato alla religione cristiana, abbandonando il primo amore !
Lei, donna in bambagia, predica norma del velo, e lo sbatte in faccia alle sue "sorelle musulmane": alle Souad Sbai, alle Dounia Ettaib, che alle Hina Salem lo hanno messo a coprire la faccia, dopo sgozzata.
Lei, di veli ne porta pure sette, ma solo per la danza del ventre, lo streap-tease di Salomè per il suo bel fustacchione, il ricco Marco, che l'ha marcata "signora Tronchetti Provera".
"Le italiane ti sbattono tutto in faccia. Oggi in Occidente c'è una notevole massa di carne esposta in giro. E poi criticano il velo delle musulmane [...] mille volte meglio il velo che tutte queste donne spogliate".
Porca miseria, mi pare un ragionamento dei tempi di Carlo Cudega, quando solo per una caviglia scoperta una femmina diventava una "poco di buono".
E poi, da che pulpito vien la predica: non mi risulta d'aver mai visto la fustigatrice di costumi portare hijab, niqab, khimar, chador o burqa;
la Jnifen è stata fortunata, ha potuto fare di testa sua: considerata per quel che vale, in una società che lo riconosce come l'altra metà del mondo e non valore dimezzato !
"Allah svia chiunque desidera e guida chiunque desidera [...] scientemente lo allontana, suggella il suo udito e il suo cuore e stende un velo sui suoi occhi. Chi lo potrà dirigere dopo che Allah lo ha sviato ?".
Ma certo, ecco l'arcano: Carla e Afef sono galline, con cervello e paraocchi da pennuta.
Allah si ritroverà proprio un bel pollaio.
Io, secondo me...11.11.2008
Giovane, bella e...colorita, la nostra entra a coscia...gamba tesa in ogni tenzone, precedendo spesso e volentieri un letargico marito, l'orsetto Bubu Sarkozy, maritato a lei, la Yoghi Bruni;
presi assieme, ben riescono a formare la tenera copia di orsi imbranati, simili a Stanlio e Ollio, creati dalla matita di Hanna e Barbera.
E noi ?
A cantare il motivetto:
"Siamo tutti qui e tutti insieme vogliam vedere Braccobaldo show !".
E già, che la sciura Carletta è una sparacazzate, peggio di quegli aggeggi che lanciano i piattelli nelle gare di tiro a segno !
La prima sparata, da signora "President Riccadonna", la sentimmo per difendere una meschina, ammalata e sofferente, cui la bieca giustizia italiana stava da anni a farle la posta, a cercare d'acchiapparla e metterla in gattabuia: la Marina Petrella - nome di battaglia di "Virginia" - brigatista di primo pelo, condannata all'ergastolo in Italia per concorso in omicidio di un agente di polizia, per tentato sequestro e tentato omicidio, sequestro di un magistrato, per rapina a mano armata e miscellanea d'altri attentati; e scusate se è poco.
- «Ci vogliono cure, non il carcere»;
pietà per l'assassina, che è "in precarie condizioni fisiche e psichiche" - ma meglio dei suoi accoppati - da alcuni mesi in ospedale in stato di grave prostrazione e di difficoltà ad alimentarsi e a reagire.
Ebbene, la Carla Bruni, spalleggiata dalla Valeria Bruni Tedeschi, la cognata, tanto ha scassato i marroni al maritino, che questi arrivò a negarne l'estradizione, pur di rimanere e godere nelle e delle grazie della sua nuova gnocca.
Quanto c'è di volgare, ma vero, nel vecchio e saggio proverbio popolare meneghino:
- «Al tira pusè un pel da figa che un car da bò»,
che non traduco, ma lascio intendere di chi è il pelo che tira più di un carro di buoi !
Oggi, giusto a farci capire quanto poi gli facciamo schifo, eccola, a massacrarci ancora gli zebedei:
- «[...] gioia immensa" per la vittoria di Obama [...] felicità di "essere diventata francese"».
Ovviamente, l'adorazione del primo, il "Bronzo di Riace" e il cambio di "Pedigree" è colpa del Berlusconi, che gli ha fatto capire quanto sia buono e meglio mangiare escargots de Bourgogne ( lumache cucinate con aglio ) e Champagne e sputare nel nativo piatto di polenta concia, innaffiata con bianco Cortese.
- «Quando sento Silvio Berlusconi prendere l'avvenimento alla leggera, e scherzare sul fatto che Obama è sempre abbronzato, mi sembra strano. Si dirà che fa parte dell'umorismo, ma sono molto felice di essere diventata francese !»
Come a dire che uno è la causa e l'altro l'effetto.
E poi: «[...] viva la gente delle "banlieue", non quel potere che ha sempre la stessa faccia, uomini bianchi e piuttosto anziani [...] la gente delle cité di banlieue deve diventare il potere !».
Sciura, ricorda: la rivoluzione c'è già stata, e tante teste sono cadute per gridare "Liberté, Égalité, Fraternité", che ora abbiamo bisogno di pompieri, non d'incendiari !
Poi, dopo avere parlato di spumante, si ricorda anche del suo tappo, il Nicolas:
- « Beh, non é Obama, però...»
Ma dai, Carletta, taci: c'abbiamo cose più importanti da fare che dar retta a te !
Un silenzio monacale ci vorrebbe pure per un'altra gemellata con questa, abile nell'aggrovigliare le matasse: la giovane, bella e abbronzata Afef Jnifen, paladina dell'islam, quella che fece il cazziatone a Magdi Cristiano Allam, accusandolo di incitare all'odio e d'essere pure un provocatore, per l'ardire e la sfrontatezza con cui si è donato alla religione cristiana, abbandonando il primo amore !
Lei, donna in bambagia, predica norma del velo, e lo sbatte in faccia alle sue "sorelle musulmane": alle Souad Sbai, alle Dounia Ettaib, che alle Hina Salem lo hanno messo a coprire la faccia, dopo sgozzata.
Lei, di veli ne porta pure sette, ma solo per la danza del ventre, lo streap-tease di Salomè per il suo bel fustacchione, il ricco Marco, che l'ha marcata "signora Tronchetti Provera".
"Le italiane ti sbattono tutto in faccia. Oggi in Occidente c'è una notevole massa di carne esposta in giro. E poi criticano il velo delle musulmane [...] mille volte meglio il velo che tutte queste donne spogliate".
Porca miseria, mi pare un ragionamento dei tempi di Carlo Cudega, quando solo per una caviglia scoperta una femmina diventava una "poco di buono".
E poi, da che pulpito vien la predica: non mi risulta d'aver mai visto la fustigatrice di costumi portare hijab, niqab, khimar, chador o burqa;
la Jnifen è stata fortunata, ha potuto fare di testa sua: considerata per quel che vale, in una società che lo riconosce come l'altra metà del mondo e non valore dimezzato !
"Allah svia chiunque desidera e guida chiunque desidera [...] scientemente lo allontana, suggella il suo udito e il suo cuore e stende un velo sui suoi occhi. Chi lo potrà dirigere dopo che Allah lo ha sviato ?".
Ma certo, ecco l'arcano: Carla e Afef sono galline, con cervello e paraocchi da pennuta.
Allah si ritroverà proprio un bel pollaio.
Io, secondo me...11.11.2008
domenica 9 novembre 2008
O(x)ama
Tiriamo un poco di conto, cercando di trovare l'incognita:
Data una equazione:
X = b - s
se a b si toglie s, i conti tornano ma, se ci si ostina a credere che, invertendo l'ordine dei fattori, il risultato non cambia, a metterci il negativo, c'avanzano cavoli amari;
O(b)ama è una cosa: O(s)ama, tutt'altro !
Svolgimento.
Di lei un fine dicitore affermò che è l'anima del fagiolo che sale a Dio;
ingurgitato il gustoso alimento questi, nell'agonia della digestione, vende cara la sua pelle, si decompone e fermenta: da malefico alchimista, mescola i suoi pestiferi gas, esala l'animaccia nell'intestino, prende l'unica via libera e "spara", spandendo nell'aere la fetida puzzetta.
Quello è l'estremo soffio, scoreggia, rantolo e tardiva vendetta, amplificata da rumore di tromba; quella che si dice accompagnare la sanità di corpo.
Il nostro fagiolo è cotto nella cucina di Al Qaeda e la marca del legume si dice sia Abu Omar al Baghdadi, colto nell'orto iracheno, dove si afferma emiro, in virtù di reggitore di un fantomatico stato islamico.
No, qualcuno corregge: invero, che si nasconde dietro è Abu Ayyub al Masri, che in quella martoriata regione vorrebbe creare una riserva di "Fagioleria", che tanti ne hanno già arrostiti a fiamma, più morta che viva.
Ora, osservando che il nuovo Presidente degli "Iuessei", già di suo è tostato, l'ha scambiato per un fagiolone e pieno di sé, come pentola sul fuoco, borbotta, gorgoglia ed effonde anima della specie sua:
- «La pace sia su chi segue il retto»...scusate, volevo dire «la retta via».
Spalmati la vaselina, Al Fagiol, prosegue:
- «America go home ! Pussa via, smamma, aria, sciò: ritirati, non rompete i coglioni, che qui è cosa nostra, c'abbiamo pisciato per primi, a marcare il territorio; Noi, cavalieri della guerra santa, c'abbiamo la faccia, ma non siamo scemi. Mica ci facciamo gabolare da voi, dall'Eliseo, dal Cremino, dall'Inps, dall'Inail, dalla CGil...»
Dopo essersi presentati come Di Pietro, cioè portatore e possessore dell'unica verità, nascosta ai non...eletti, continua:
- «Ridiradevi, dornade alla ziduazione brima di Berlusconi !»
Oh, scusate: si sono sovrapposte le due stazioni, quella dell'Idalia Dei Veleni, di Abu al Tontin e dell'altro.
- «Rimettete i pezzi sulla scacchiera come all'inizio, che lo scacco matto non vale !»
I calci nel posteriore che, in Irak, alla premiata ditta fondata da Bin Laden, sta facendo migrare le emorroidi al posto delle tonsille, fanno male: se Obama termina la disinfestazione e sposta i "calciatori" in Afghanistan, la compagnia dei borlotti si ritrova sui gommoni, in mezzo ad un mare di guai,
- «Siete nei pasticci: la vostra classe politica annaspa, l'economia asfissia», dice la controfigura, ritoccata in giovane, di Osama «la vostra guerra oppressiva verso i paesi islamici vi sta facendo venire i buchi nelle tasche e sui pantaloni; senza palanche sarete solo degli straccioni. Non impicciatevi dei nostri affari, imbottite i vostri, di panini, che noi li facciamo con la carne nostra: la friggiamo meglio !»
Poi arriva l'analisi finanziaria:
- «Allah vanifica l'usura e fa decuplicare l'elemosina».
Fosse vero ! Con tutti i soldi che i paesi occidentali hanno dato ai palestinesi, avremmo dovuto essere al riparo per generazioni, da ogni rischio di bancarotta;
Il problema ce l'ha il povero Allah e il suo profeta, che si è trovato dei derivati, in portafoglio: investimenti che se ne vanno in...fumo e fagioli scoppiettanti come caldarroste. Quel che gli torna, è peggio della puzza di bruciato.
- «Sarete sospinti verso i bidoni della spazzatura !»
Impossibile: se gli americani se ne vanno, la gente del fagiolo non li avrà più sulla porta...sul coperchio, a rovistare in casa loro !
Tanto sono sicuri dell'appoggio del loro dio, che tentano l'inciucio, volendo convincere la nazione a stelle e strisce ad averne tornaconto:
- «Guardate, proprio perché siamo buoni: rimpatriate e lasciate tutto a noi, e vi faremo pagare il petrolio una cifra ridicola».
Ostrega ! Non sapevo che A Queda e i suoi legumi c'avessero pozzi di petrolio.
E già, ma è chiaro: con campo libero, nascerebbe la Bin Ladoil, anzi, Ladroil !
- «Centinaia dei nostri hanno sconfitto decine di migliaia dei vostri !», urlano i bauscia.
'azzarola: devo dar loro ragione: hanno accoppato un fottio di donne, bambini, vecchi e poveri lavoratori, che stavolta c'azzeccano a fare gli "sboroni", come dicono gli emiliani dei palloni gonfiati !
Al Baghdadi, o la faccia che gli sta come il culo, ammonisce le poste:
- «Occhio, a consegnare per intero il messaggio al vostro capo: potrebbe negare - con quella faccia di bronzo che tiene - d'aver mai ricevuto l'anima del fagiolo, presentandosi con l'indice e il pollice a turare il naso».
Speriamo bene, che è l'Eurabia ad essere debole in matematica:
X = b - s...dunque, se tolgo questo e metto quello...
Io, secondo me...10.11.2008
Data una equazione:
X = b - s
se a b si toglie s, i conti tornano ma, se ci si ostina a credere che, invertendo l'ordine dei fattori, il risultato non cambia, a metterci il negativo, c'avanzano cavoli amari;
O(b)ama è una cosa: O(s)ama, tutt'altro !
Svolgimento.
Di lei un fine dicitore affermò che è l'anima del fagiolo che sale a Dio;
ingurgitato il gustoso alimento questi, nell'agonia della digestione, vende cara la sua pelle, si decompone e fermenta: da malefico alchimista, mescola i suoi pestiferi gas, esala l'animaccia nell'intestino, prende l'unica via libera e "spara", spandendo nell'aere la fetida puzzetta.
Quello è l'estremo soffio, scoreggia, rantolo e tardiva vendetta, amplificata da rumore di tromba; quella che si dice accompagnare la sanità di corpo.
Il nostro fagiolo è cotto nella cucina di Al Qaeda e la marca del legume si dice sia Abu Omar al Baghdadi, colto nell'orto iracheno, dove si afferma emiro, in virtù di reggitore di un fantomatico stato islamico.
No, qualcuno corregge: invero, che si nasconde dietro è Abu Ayyub al Masri, che in quella martoriata regione vorrebbe creare una riserva di "Fagioleria", che tanti ne hanno già arrostiti a fiamma, più morta che viva.
Ora, osservando che il nuovo Presidente degli "Iuessei", già di suo è tostato, l'ha scambiato per un fagiolone e pieno di sé, come pentola sul fuoco, borbotta, gorgoglia ed effonde anima della specie sua:
- «La pace sia su chi segue il retto»...scusate, volevo dire «la retta via».
Spalmati la vaselina, Al Fagiol, prosegue:
- «America go home ! Pussa via, smamma, aria, sciò: ritirati, non rompete i coglioni, che qui è cosa nostra, c'abbiamo pisciato per primi, a marcare il territorio; Noi, cavalieri della guerra santa, c'abbiamo la faccia, ma non siamo scemi. Mica ci facciamo gabolare da voi, dall'Eliseo, dal Cremino, dall'Inps, dall'Inail, dalla CGil...»
Dopo essersi presentati come Di Pietro, cioè portatore e possessore dell'unica verità, nascosta ai non...eletti, continua:
- «Ridiradevi, dornade alla ziduazione brima di Berlusconi !»
Oh, scusate: si sono sovrapposte le due stazioni, quella dell'Idalia Dei Veleni, di Abu al Tontin e dell'altro.
- «Rimettete i pezzi sulla scacchiera come all'inizio, che lo scacco matto non vale !»
I calci nel posteriore che, in Irak, alla premiata ditta fondata da Bin Laden, sta facendo migrare le emorroidi al posto delle tonsille, fanno male: se Obama termina la disinfestazione e sposta i "calciatori" in Afghanistan, la compagnia dei borlotti si ritrova sui gommoni, in mezzo ad un mare di guai,
- «Siete nei pasticci: la vostra classe politica annaspa, l'economia asfissia», dice la controfigura, ritoccata in giovane, di Osama «la vostra guerra oppressiva verso i paesi islamici vi sta facendo venire i buchi nelle tasche e sui pantaloni; senza palanche sarete solo degli straccioni. Non impicciatevi dei nostri affari, imbottite i vostri, di panini, che noi li facciamo con la carne nostra: la friggiamo meglio !»
Poi arriva l'analisi finanziaria:
- «Allah vanifica l'usura e fa decuplicare l'elemosina».
Fosse vero ! Con tutti i soldi che i paesi occidentali hanno dato ai palestinesi, avremmo dovuto essere al riparo per generazioni, da ogni rischio di bancarotta;
Il problema ce l'ha il povero Allah e il suo profeta, che si è trovato dei derivati, in portafoglio: investimenti che se ne vanno in...fumo e fagioli scoppiettanti come caldarroste. Quel che gli torna, è peggio della puzza di bruciato.
- «Sarete sospinti verso i bidoni della spazzatura !»
Impossibile: se gli americani se ne vanno, la gente del fagiolo non li avrà più sulla porta...sul coperchio, a rovistare in casa loro !
Tanto sono sicuri dell'appoggio del loro dio, che tentano l'inciucio, volendo convincere la nazione a stelle e strisce ad averne tornaconto:
- «Guardate, proprio perché siamo buoni: rimpatriate e lasciate tutto a noi, e vi faremo pagare il petrolio una cifra ridicola».
Ostrega ! Non sapevo che A Queda e i suoi legumi c'avessero pozzi di petrolio.
E già, ma è chiaro: con campo libero, nascerebbe la Bin Ladoil, anzi, Ladroil !
- «Centinaia dei nostri hanno sconfitto decine di migliaia dei vostri !», urlano i bauscia.
'azzarola: devo dar loro ragione: hanno accoppato un fottio di donne, bambini, vecchi e poveri lavoratori, che stavolta c'azzeccano a fare gli "sboroni", come dicono gli emiliani dei palloni gonfiati !
Al Baghdadi, o la faccia che gli sta come il culo, ammonisce le poste:
- «Occhio, a consegnare per intero il messaggio al vostro capo: potrebbe negare - con quella faccia di bronzo che tiene - d'aver mai ricevuto l'anima del fagiolo, presentandosi con l'indice e il pollice a turare il naso».
Speriamo bene, che è l'Eurabia ad essere debole in matematica:
X = b - s...dunque, se tolgo questo e metto quello...
Io, secondo me...10.11.2008
venerdì 7 novembre 2008
Battute e battitori
- «[...] penso a Giuliano Ferrara immerso in una vasca da bagno con Berlusconi e Dell'Utri che gli piscia addosso, Previti che gli caca in bocca e la Santanchè in completo sadomaso che li frusta tutti».
Questo detto in una trasmissione - Decameron - condotta da Daniele Luttazzi.
La chiamano satira, lui comico e l'insieme deve sì far ridere, ma soprattutto pensare.
In pratica diventato un cagatoio, il programma fu chiuso;
morale della favola:
- «[...] questo paese non è pronto, non merita una forma d'espressione artistica così sofisticata»;
e visto che nessuno di loro si può difendere ma, al massimo, rivoltarsi nella tomba, ecco portare ad esempio tradizione millenaria e arte sopraffina, a partire da Aristofane, Rabelais, fino a Lenny Bruce, Woody Allen e compagnia bella.
Come a dirci: «Manica d'ignoranti e cretini: non capite un cazzo !»
Da Luttazzi alla Guzzanti:
- «[...] il papa dovrebbe stare all'inferno, tormentato da diavoloni frocioni, attivissimi e non passivissimi».
Voce della Sabina, in quel di Roma, a Piazza Navona - l'8 luglio scorso - durante il "No Cav Day".
Ai critici manichei, sinistra risposta e giustificazione, per un "[...] linguaggio goliardico di una cabarettista, che ha usato tormentato invece che sodomizzato, e il termine diavoloni e frocioni è scherzoso".
Allora passiamo ad altro, di "scherzoso":
- «[...] osteria delle ministre / paraponzi ponzi po / le ministre son maestre / paraponzi ponzi po / e se al letto son portento, figuriamoci in Parlamento / dammela a me Carfagna / pari opportunità»;
apertura di stornello e chiusura con il randello:
- «A me non me ne frega niente della vita sessuale di Berlusconi. Ma tu non puoi mettere alle Pari opportunità una che sta lì perché t'ha succhiato l'uccello, non la puoi mettere da nessuna parte ma in particolare non la puoi mettere alle Pari opportunità perché è uno sfregio».
La Mara Carfagna si trova contro una che ce l'ha sempre in bocca...la battuta, scherzosa ovviamente;
uguale, che sembra di sentir parlare Aristofane, Rabelais, Lenny Bruce o Woody Allen !
Non potendo ancora usare l'olio di ricino e il manganello, arriva pure un "onorevole", ad usare linguaggio goliardico e tono scherzoso:
- «L'allora aspirante premier mi sembra facesse un lavoro più da magnaccia, per piazzare questa o quella velina, che da statista»,
ma questo già si capisce, che in campagna...elettorale e per licenza poetica, si usa così.
Durante la conferenza stampa, con il presidente russo Dmitri Medvedev, è chiesto come cambieranno i rapporti, con i nuovi "Iuessei" di Obama.
Ecco che, il Berlusca, tira la sua comica, tra l'altro piuttosto sfruttata, che anche il ministro Roberto Calderoli usò, nel 2006 a "Matrix", per definire la giornalista Rula Jebreal:
- «[...] è stato presentato come un messia carico di speranze, che auguriamo non vadano deluse...e poi è bello, giovane ed abbronzato».
Niente più che una stantia battuta, tanto che non mi risulta che l'America ci abbia dichiarato guerra.
L'alzata di scudi dell'italico Cremlino è immediata, che il popolo dei pochi ma colti, dei Migliori, peta una Fatwa, condannando la "vignetta satanica" e reclamando pubblica lapidazione.
In fin dei conti, non ha detto bello e negro, e il linguaggio da cabarettista era scherzoso; ma quando c'era lui, caro lei, al Silvio, glielo l'avrebbero ricacciato...in Gulag, la barzelletta !
No, questo paese non è pronto, non merita una forma d'espressione artistica così sofisticata;
ma pensate a lavorare, improduttivi e perditempo, che ci fate venire il mal di Veltroni !!
Io, secondo me...07.11.2008
Questo detto in una trasmissione - Decameron - condotta da Daniele Luttazzi.
La chiamano satira, lui comico e l'insieme deve sì far ridere, ma soprattutto pensare.
In pratica diventato un cagatoio, il programma fu chiuso;
morale della favola:
- «[...] questo paese non è pronto, non merita una forma d'espressione artistica così sofisticata»;
e visto che nessuno di loro si può difendere ma, al massimo, rivoltarsi nella tomba, ecco portare ad esempio tradizione millenaria e arte sopraffina, a partire da Aristofane, Rabelais, fino a Lenny Bruce, Woody Allen e compagnia bella.
Come a dirci: «Manica d'ignoranti e cretini: non capite un cazzo !»
Da Luttazzi alla Guzzanti:
- «[...] il papa dovrebbe stare all'inferno, tormentato da diavoloni frocioni, attivissimi e non passivissimi».
Voce della Sabina, in quel di Roma, a Piazza Navona - l'8 luglio scorso - durante il "No Cav Day".
Ai critici manichei, sinistra risposta e giustificazione, per un "[...] linguaggio goliardico di una cabarettista, che ha usato tormentato invece che sodomizzato, e il termine diavoloni e frocioni è scherzoso".
Allora passiamo ad altro, di "scherzoso":
- «[...] osteria delle ministre / paraponzi ponzi po / le ministre son maestre / paraponzi ponzi po / e se al letto son portento, figuriamoci in Parlamento / dammela a me Carfagna / pari opportunità»;
apertura di stornello e chiusura con il randello:
- «A me non me ne frega niente della vita sessuale di Berlusconi. Ma tu non puoi mettere alle Pari opportunità una che sta lì perché t'ha succhiato l'uccello, non la puoi mettere da nessuna parte ma in particolare non la puoi mettere alle Pari opportunità perché è uno sfregio».
La Mara Carfagna si trova contro una che ce l'ha sempre in bocca...la battuta, scherzosa ovviamente;
uguale, che sembra di sentir parlare Aristofane, Rabelais, Lenny Bruce o Woody Allen !
Non potendo ancora usare l'olio di ricino e il manganello, arriva pure un "onorevole", ad usare linguaggio goliardico e tono scherzoso:
- «L'allora aspirante premier mi sembra facesse un lavoro più da magnaccia, per piazzare questa o quella velina, che da statista»,
ma questo già si capisce, che in campagna...elettorale e per licenza poetica, si usa così.
Durante la conferenza stampa, con il presidente russo Dmitri Medvedev, è chiesto come cambieranno i rapporti, con i nuovi "Iuessei" di Obama.
Ecco che, il Berlusca, tira la sua comica, tra l'altro piuttosto sfruttata, che anche il ministro Roberto Calderoli usò, nel 2006 a "Matrix", per definire la giornalista Rula Jebreal:
- «[...] è stato presentato come un messia carico di speranze, che auguriamo non vadano deluse...e poi è bello, giovane ed abbronzato».
Niente più che una stantia battuta, tanto che non mi risulta che l'America ci abbia dichiarato guerra.
L'alzata di scudi dell'italico Cremlino è immediata, che il popolo dei pochi ma colti, dei Migliori, peta una Fatwa, condannando la "vignetta satanica" e reclamando pubblica lapidazione.
In fin dei conti, non ha detto bello e negro, e il linguaggio da cabarettista era scherzoso; ma quando c'era lui, caro lei, al Silvio, glielo l'avrebbero ricacciato...in Gulag, la barzelletta !
No, questo paese non è pronto, non merita una forma d'espressione artistica così sofisticata;
ma pensate a lavorare, improduttivi e perditempo, che ci fate venire il mal di Veltroni !!
Io, secondo me...07.11.2008
martedì 4 novembre 2008
Giurin giuretta
- «Giurin giuretta»;
i due indici delle mani s'incrociano e si accavallano: sopra uno e sotto l'altro, e poi viceversa.
Per noi, allora bambini, era una forma di giuramento sacro e inviolabile, pena l'allontanamento dal branco.
Anche tra gli adulti qualche volta ci scappava, quella fanciullesca forma per sancire e mantenere un segreto, tra amici o nel gruppo.
Fortunatamente è quasi caduto in disuso.
La buona sorte nell'abbandonare questo uso è proprio nel fatto che, per adempiere al rito, bisogna formare la croce con le dita;
e rischi che te le tagliano, o di buscarti una buona dose di nerbate e, in casi estremi ma non più così rari, di lasciarci pure la cotenna.
E la cosa mi fa una rabbia - anzi, un..Arabia - che non vi dico.
Meno male che ora, sulle schedine di Totip, Lotto, Totocalcio e via andare, bisogna fare il pallino e non più la crocetta;
seguirà a breve pure stessa abitudine, sulle schede elettorali, ad allontanare il rischio di fare la fine dei crocifissi attaccati alle pareti: essere lanciati dalla finestra !
Si diventa visibili bersagli, facili da colpire...semplice "come sparare sulla croce rossa !";
anzi, peggio, che anche questa, per evitare i pallini, ha limato l'osceno simbolo, arrotondando gli spigoli, a formare un neutro rombo, il "Cristallo Rosso".
Così hanno dovuto fare squadre di calcio, che l'incrocio era ben lungi dall'essere espressione cristiana, ma l'Imbecillislam, quello che era cancro prima e metastasi ora, s'inalbera e i proni s'inchinano, cambiando maglietta tramandata da generazioni che pensavano al calcio e non alle palle, che ce le rompono assai, ormai !
Spesso mi domando: ma...non è che gli incroci stradali sono pian piano sostituiti dalle rotatorie, per evitare che qualcuno altrimenti vi si faccia saltare nel mezzo ?
Giusto per andare sul sicuro, l'ultima imbastitura che mi ha fatto mamma sulla scucitura, glie l'ho fatta fare a zig-zag.
Nel portafoglio c'ho pure volontà e raccomandazione per il chirurgo, qualora mi si debba operare:
sutura come vuoi ma non passare mai i fili di traverso, l'un con l'altro;
piuttosto mi si mettano dei bottoni o una cerniera lampo !
E pure da morto - come ultime volontà - guai e maledizioni a chi osasse incrociarmi le braccia, legate con la coroncina del rosario.
Capaci di sotterrarmi vicino il classico martire imbottito d'esplosivo !
Una raccomandazione a sposi e fidanzati: mai brindare incrociando le braccia con il bicchiere di spumante, in segno di legame indissolubile: meglio rischiare separazione che distacco per coltellaccio o bombarda.
E non si abbia a dire che "Ognuno porta la sua croce": meglio dichiararsi portatori di rogna.
Giusto per non dare nell'occhio, pure ho smesso di fare le parole...crociate;
Cribbio, ma, a ben pensarci, a quante cose abbiamo dovuto rinunciare o piegarci, e spesso in casa nostra.
Anche a voler sdrammatizzare, a riderci un poco sopra, a prendere e restituire pari opportunità, c'è andata male:
per le vignette danesi, su Maometto, c'è mancato poco che scoppiasse l'intero globo terracqueo !
E, quando un film, a denunciare il reale, e non trame fantastiche, non è andata meglio, che al regista van Gogh gli hanno segato la giugulare.
Frega poco o nulla.
Il prete poi, è una brutta bestia;
Vuole elevare i miserabili, predica il rispetto per la persona umana, della libertà, dell'uguaglianza di tutti davanti a Dio e allo Stato, biascica di strani pari diritti tra uomo e donna, chiacchiera di Democrazia, di giustizia sociale, e vuole stravolgere la classifica, che gli ultimi saranno i primi, aprendo Chiese, Scuole e centri per educare ed istruire quel popol bue, che tale deve restare, che il sistema delle caste e l'infamia dei paria, dei reietti, ha forme uguali in tutto il mondo.
In India, gli Indù, ci hanno abbrustolito dei buoni cristiani.
I mezzi d'informazione c'hanno spalmato su come per il dentifricio sui denti: ci scivola sopra e via che è un piacere.
In Cina, le tonache sono tollerate, se teatranti obbedienti al copione di regime, altrimenti, non si sa come, spariscono;
questo però, ci dicono, è facile: il perdersi in un paese così vasto.
In Corea del Nord poi, esiste già dio: King Jung II, che c'ha tenuto ad avvertire:
- «Non avrai altro dio all'infuori di me».
Sacerdoti e suore, figli di un dio minore, sono stati sterminati: insetti fastidiosi.
Nelle Filippine e in Indonesia si moltiplicano gli attacchi alle comunità cristiane, così come monta un'aggressività, sempre più virulenta, nei loro confronti in Libano, dove da maggioranza sono diventati prossimi a fare la fine del Panda;
In Irak, stretti tra i sunniti, armati da Al Qaeda e gli sciiti, foraggiati dall'Iran, unici senza milizia, sono stati bastonati assai;
anche a Gaza, quella caccola di mosca sulla cartina, gli islamisti da Hamas stanno provvedendo alla bonifica.
In Egitto, solo per riparare una crepa nel muro del loro tempio, occorre seguire estenuante e defatigante trafila burocratica, a voler scoraggiare ogni tentativo di crescita.
Sorvoliamo sull'Algeria, dove, negli ultimi tempi detenzioni ed espulsioni di cristiani sono aumentate, e una cinquantina di chiese ha dovuto chiudere i battenti.
Due milioni di cristiani uccisi, almeno tre costretti alla fuga, sotto i bombardamenti, perseguiti e ridotti in schiavitù: questo nella parte meridionale del Sudan, tra il 1983 e il 2005;
si contano siano almeno ottomila i cristianucci rapiti durante gli anni della guerra civile e condotti a servitù, ad essere schiavi.
In Nigeria, la bestia nera, un terzo dei suoi stati ha adottato legge islamica, e questi sono a tentare di "addomesticare" a suon di botte i riottosi, gli "inferiori", d'ogni ordine, specie e religione.
Spedizioni punitive seminano cadaveri e si contano in almeno cinquecento le chiese ridotte al silenzio, che sulle macerie è difficile predicare.
Non si fanno complimenti, né si usa roba sopraffina: per darci un taglio, usano il Machete.
In Somalia c'è addirittura la stagione di caccia, dove i cristiani fanno le quaglie per i miliziani islamici.
Si usa dire: «Chi non muore si rivede»;
anche chi muore si vede, ma non è successo niente.
Parola d'Eurabia.
- «Giurin giuretta !»
Io, secondo me...04.11.2008
i due indici delle mani s'incrociano e si accavallano: sopra uno e sotto l'altro, e poi viceversa.
Per noi, allora bambini, era una forma di giuramento sacro e inviolabile, pena l'allontanamento dal branco.
Anche tra gli adulti qualche volta ci scappava, quella fanciullesca forma per sancire e mantenere un segreto, tra amici o nel gruppo.
Fortunatamente è quasi caduto in disuso.
La buona sorte nell'abbandonare questo uso è proprio nel fatto che, per adempiere al rito, bisogna formare la croce con le dita;
e rischi che te le tagliano, o di buscarti una buona dose di nerbate e, in casi estremi ma non più così rari, di lasciarci pure la cotenna.
E la cosa mi fa una rabbia - anzi, un..Arabia - che non vi dico.
Meno male che ora, sulle schedine di Totip, Lotto, Totocalcio e via andare, bisogna fare il pallino e non più la crocetta;
seguirà a breve pure stessa abitudine, sulle schede elettorali, ad allontanare il rischio di fare la fine dei crocifissi attaccati alle pareti: essere lanciati dalla finestra !
Si diventa visibili bersagli, facili da colpire...semplice "come sparare sulla croce rossa !";
anzi, peggio, che anche questa, per evitare i pallini, ha limato l'osceno simbolo, arrotondando gli spigoli, a formare un neutro rombo, il "Cristallo Rosso".
Così hanno dovuto fare squadre di calcio, che l'incrocio era ben lungi dall'essere espressione cristiana, ma l'Imbecillislam, quello che era cancro prima e metastasi ora, s'inalbera e i proni s'inchinano, cambiando maglietta tramandata da generazioni che pensavano al calcio e non alle palle, che ce le rompono assai, ormai !
Spesso mi domando: ma...non è che gli incroci stradali sono pian piano sostituiti dalle rotatorie, per evitare che qualcuno altrimenti vi si faccia saltare nel mezzo ?
Giusto per andare sul sicuro, l'ultima imbastitura che mi ha fatto mamma sulla scucitura, glie l'ho fatta fare a zig-zag.
Nel portafoglio c'ho pure volontà e raccomandazione per il chirurgo, qualora mi si debba operare:
sutura come vuoi ma non passare mai i fili di traverso, l'un con l'altro;
piuttosto mi si mettano dei bottoni o una cerniera lampo !
E pure da morto - come ultime volontà - guai e maledizioni a chi osasse incrociarmi le braccia, legate con la coroncina del rosario.
Capaci di sotterrarmi vicino il classico martire imbottito d'esplosivo !
Una raccomandazione a sposi e fidanzati: mai brindare incrociando le braccia con il bicchiere di spumante, in segno di legame indissolubile: meglio rischiare separazione che distacco per coltellaccio o bombarda.
E non si abbia a dire che "Ognuno porta la sua croce": meglio dichiararsi portatori di rogna.
Giusto per non dare nell'occhio, pure ho smesso di fare le parole...crociate;
Cribbio, ma, a ben pensarci, a quante cose abbiamo dovuto rinunciare o piegarci, e spesso in casa nostra.
Anche a voler sdrammatizzare, a riderci un poco sopra, a prendere e restituire pari opportunità, c'è andata male:
per le vignette danesi, su Maometto, c'è mancato poco che scoppiasse l'intero globo terracqueo !
E, quando un film, a denunciare il reale, e non trame fantastiche, non è andata meglio, che al regista van Gogh gli hanno segato la giugulare.
Frega poco o nulla.
Il prete poi, è una brutta bestia;
Vuole elevare i miserabili, predica il rispetto per la persona umana, della libertà, dell'uguaglianza di tutti davanti a Dio e allo Stato, biascica di strani pari diritti tra uomo e donna, chiacchiera di Democrazia, di giustizia sociale, e vuole stravolgere la classifica, che gli ultimi saranno i primi, aprendo Chiese, Scuole e centri per educare ed istruire quel popol bue, che tale deve restare, che il sistema delle caste e l'infamia dei paria, dei reietti, ha forme uguali in tutto il mondo.
In India, gli Indù, ci hanno abbrustolito dei buoni cristiani.
I mezzi d'informazione c'hanno spalmato su come per il dentifricio sui denti: ci scivola sopra e via che è un piacere.
In Cina, le tonache sono tollerate, se teatranti obbedienti al copione di regime, altrimenti, non si sa come, spariscono;
questo però, ci dicono, è facile: il perdersi in un paese così vasto.
In Corea del Nord poi, esiste già dio: King Jung II, che c'ha tenuto ad avvertire:
- «Non avrai altro dio all'infuori di me».
Sacerdoti e suore, figli di un dio minore, sono stati sterminati: insetti fastidiosi.
Nelle Filippine e in Indonesia si moltiplicano gli attacchi alle comunità cristiane, così come monta un'aggressività, sempre più virulenta, nei loro confronti in Libano, dove da maggioranza sono diventati prossimi a fare la fine del Panda;
In Irak, stretti tra i sunniti, armati da Al Qaeda e gli sciiti, foraggiati dall'Iran, unici senza milizia, sono stati bastonati assai;
anche a Gaza, quella caccola di mosca sulla cartina, gli islamisti da Hamas stanno provvedendo alla bonifica.
In Egitto, solo per riparare una crepa nel muro del loro tempio, occorre seguire estenuante e defatigante trafila burocratica, a voler scoraggiare ogni tentativo di crescita.
Sorvoliamo sull'Algeria, dove, negli ultimi tempi detenzioni ed espulsioni di cristiani sono aumentate, e una cinquantina di chiese ha dovuto chiudere i battenti.
Due milioni di cristiani uccisi, almeno tre costretti alla fuga, sotto i bombardamenti, perseguiti e ridotti in schiavitù: questo nella parte meridionale del Sudan, tra il 1983 e il 2005;
si contano siano almeno ottomila i cristianucci rapiti durante gli anni della guerra civile e condotti a servitù, ad essere schiavi.
In Nigeria, la bestia nera, un terzo dei suoi stati ha adottato legge islamica, e questi sono a tentare di "addomesticare" a suon di botte i riottosi, gli "inferiori", d'ogni ordine, specie e religione.
Spedizioni punitive seminano cadaveri e si contano in almeno cinquecento le chiese ridotte al silenzio, che sulle macerie è difficile predicare.
Non si fanno complimenti, né si usa roba sopraffina: per darci un taglio, usano il Machete.
In Somalia c'è addirittura la stagione di caccia, dove i cristiani fanno le quaglie per i miliziani islamici.
Si usa dire: «Chi non muore si rivede»;
anche chi muore si vede, ma non è successo niente.
Parola d'Eurabia.
- «Giurin giuretta !»
Io, secondo me...04.11.2008
lunedì 3 novembre 2008
Puzza di bruciato
A Milano c'e il Tornado.
no, non quel tornado, misto d'aria manesca e acqua a catinelle, per rottura di cateratte celesti;
è grigio, come il tempo, il cielo e le nubi di questi giorni;
ha la coda, le ali e un abitacolo, dove ci dovrebbe stare quel coso lì...il...come si chiama...il pilota, ecco !
Non c'era;
magari era ad alloggiare all'Hotel Jolly President dove, ai tempi di vacche grasse, ci andavano altri suoi pari, anche se guidavano aerei di linea per trasporto civile, e non acciaioso volantino da guerra;
o forse a prendersi un caffè, nel baretto sotto la galleria.
Nel cortile, di faccia a Palazzo Reale, su un lato del noster Domm, alla sinistra della bella Madunina - tuta dora e picinina, che la domina Milan - ecco pure un blindato, in pittura mimetica, a far abbinamento con quella delle divise dei militari attorno e di contorno.
- «Ussìgnur, ghe semm: g'hànn el culp in càna - prunt a sparà a chi prova a fa quei cos - e a ciapà in di mann la cadrega !»:
colpo in canna - per sparare contro chi cerca di fare qualcosa - e a prendere in mano la sedia, il potere.
Ce l'avevano detto che si sentiva puzza di regime, sospetto di manganello, aria di purga e olio di ricino, ritorno del fascio.
Senza rendermene conto, così preso dalle mie paure, mi ritrovo sospinto, in fila e, poco avanti, al mio turno, un milite con un aggeggio strano mi scorre con quello dal sopra al sotto, mentre l'altro, con sguardo severo, mi squadra e intima:
- «Apra la borsa per favore», che quel "per favore" sembra il comando gutturale e secco che l'istruttore dà al cane, per richiamarlo all'obbedienza;
alzo le mani, come ho visto in una famosa fotografia, dove un bimbo ebreo faceva lo stesso, alla presenza del gerarca nazista che lo lumava, come fa un entomologo per capire dove meglio infilare e infilzare l'insetto, per la sua raccolta;
Davanti a tutto quel maschio spiegamento di mezzi e uomini, riconosco il mio ruolo di prigioniero, abbozzo un che di rassegnato, scarsa volontà di resistere e pronuncio la vil frase:
- «Mi arrendo !»
il "federale" leva quella che credevo una spazzola, che si dimostra poi un metal-detector, e l'altro fante termina l'ispezione al contenitore della macchina fotografica;
mi guardano come a capire se c'ho la faccia sola o gemellata, e scemo lo sono e pur si vede:
- «Tutto a posto: passi pure e grazie !»
Come: non era la banda Koch, che mi avrebbe portato a "villa Triste" per torturarmi ?
- «Le piace l'esposizione, signore, per la nostra festa, quella delle forze armate, preparata per la commemorazione del 4 Novembre ?», mi domanda sorridendo, uno degli inquisitori;
Che bestia sono: ecco perché il blindato, l'aereo da guerra, le mimetiche e il dispiegamento d'armati e armigeri !
- «Mi scusi» domando confuso «ma...m'avevan detto che avevano occupato le piazze, e si minacciava lo stesso per le scuole».
Lo sguardo del soldato mi pareva di chi si chiedeva da quando mancavo dal paese e se era il caso di chiedere il permesso di soggiorno;
- «Quelli erano studenti».
Ancora più smarrito, azzardo: «...e i bambini, a fare scudo e sospinti dinnanzi, per pararsi con quelli ?»
Ormai sicuri d'aver davanti un tipo strambo, se non sbiellato, con misto di compassione e pazienza, mi spiegano:
- «A pararsi erano genitori e maestri !»
Ormai, visto che mi sono abbondantemente sputtanato, continuo:
- «E l'occupazione dei posti pubblici, la rivolta, le ingiurie, i vituperi verso un tal Brunetta, definito anche "energumeno tascabile"?»
Sconsolato, il mio sospettato ma innocente "miliziano", risponde: «Quelli sono i fannulloni».
Visto la disponibilità, azzardo altra domanda: «E gli aeroporti, i blocchi e gli intoppi ?»
- «Quelli li fanno i piloti, assieme ai sindacati !»
MI sento rinfrancato;
- «Ma allora...voi...l'armata e i suoi mezzi, le mimetiche e i mitragliatori...non siete fascisti ?!»
Fortuna che lo scrocchio del caricatore ne aveva denunciato le intenzioni, e la rapidità della fuga mi ha evitato i pallettoni di quelli, incazzati come bisce !
Paonazzo, con i polmoni a mantice e sbuffanti per mancanza d'ossigeno, il fiatone della non più gioventù, il cardiopalma, le giunture scricchiolanti, le valvole cardiache in fibrillazione e le guarnizioni pronte a saltare, mi rannicchio dietro l'angolo, al riparo delle proiettili che quelli, esasperati e offesi, continuano a mandarmi, sassaiola di piombo rivestita, eccomi, con la proboscide all'aria, a sentire puzza sospetta:
Sniff...sniff...sniff...
no, non è odore di fascio...mi basta alzare il piede e rimirare la suola;
non c'è che dire: proprio una giornata di merda !
Io, secondo me...03.11.2008
no, non quel tornado, misto d'aria manesca e acqua a catinelle, per rottura di cateratte celesti;
è grigio, come il tempo, il cielo e le nubi di questi giorni;
ha la coda, le ali e un abitacolo, dove ci dovrebbe stare quel coso lì...il...come si chiama...il pilota, ecco !
Non c'era;
magari era ad alloggiare all'Hotel Jolly President dove, ai tempi di vacche grasse, ci andavano altri suoi pari, anche se guidavano aerei di linea per trasporto civile, e non acciaioso volantino da guerra;
o forse a prendersi un caffè, nel baretto sotto la galleria.
Nel cortile, di faccia a Palazzo Reale, su un lato del noster Domm, alla sinistra della bella Madunina - tuta dora e picinina, che la domina Milan - ecco pure un blindato, in pittura mimetica, a far abbinamento con quella delle divise dei militari attorno e di contorno.
- «Ussìgnur, ghe semm: g'hànn el culp in càna - prunt a sparà a chi prova a fa quei cos - e a ciapà in di mann la cadrega !»:
colpo in canna - per sparare contro chi cerca di fare qualcosa - e a prendere in mano la sedia, il potere.
Ce l'avevano detto che si sentiva puzza di regime, sospetto di manganello, aria di purga e olio di ricino, ritorno del fascio.
Senza rendermene conto, così preso dalle mie paure, mi ritrovo sospinto, in fila e, poco avanti, al mio turno, un milite con un aggeggio strano mi scorre con quello dal sopra al sotto, mentre l'altro, con sguardo severo, mi squadra e intima:
- «Apra la borsa per favore», che quel "per favore" sembra il comando gutturale e secco che l'istruttore dà al cane, per richiamarlo all'obbedienza;
alzo le mani, come ho visto in una famosa fotografia, dove un bimbo ebreo faceva lo stesso, alla presenza del gerarca nazista che lo lumava, come fa un entomologo per capire dove meglio infilare e infilzare l'insetto, per la sua raccolta;
Davanti a tutto quel maschio spiegamento di mezzi e uomini, riconosco il mio ruolo di prigioniero, abbozzo un che di rassegnato, scarsa volontà di resistere e pronuncio la vil frase:
- «Mi arrendo !»
il "federale" leva quella che credevo una spazzola, che si dimostra poi un metal-detector, e l'altro fante termina l'ispezione al contenitore della macchina fotografica;
mi guardano come a capire se c'ho la faccia sola o gemellata, e scemo lo sono e pur si vede:
- «Tutto a posto: passi pure e grazie !»
Come: non era la banda Koch, che mi avrebbe portato a "villa Triste" per torturarmi ?
- «Le piace l'esposizione, signore, per la nostra festa, quella delle forze armate, preparata per la commemorazione del 4 Novembre ?», mi domanda sorridendo, uno degli inquisitori;
Che bestia sono: ecco perché il blindato, l'aereo da guerra, le mimetiche e il dispiegamento d'armati e armigeri !
- «Mi scusi» domando confuso «ma...m'avevan detto che avevano occupato le piazze, e si minacciava lo stesso per le scuole».
Lo sguardo del soldato mi pareva di chi si chiedeva da quando mancavo dal paese e se era il caso di chiedere il permesso di soggiorno;
- «Quelli erano studenti».
Ancora più smarrito, azzardo: «...e i bambini, a fare scudo e sospinti dinnanzi, per pararsi con quelli ?»
Ormai sicuri d'aver davanti un tipo strambo, se non sbiellato, con misto di compassione e pazienza, mi spiegano:
- «A pararsi erano genitori e maestri !»
Ormai, visto che mi sono abbondantemente sputtanato, continuo:
- «E l'occupazione dei posti pubblici, la rivolta, le ingiurie, i vituperi verso un tal Brunetta, definito anche "energumeno tascabile"?»
Sconsolato, il mio sospettato ma innocente "miliziano", risponde: «Quelli sono i fannulloni».
Visto la disponibilità, azzardo altra domanda: «E gli aeroporti, i blocchi e gli intoppi ?»
- «Quelli li fanno i piloti, assieme ai sindacati !»
MI sento rinfrancato;
- «Ma allora...voi...l'armata e i suoi mezzi, le mimetiche e i mitragliatori...non siete fascisti ?!»
Fortuna che lo scrocchio del caricatore ne aveva denunciato le intenzioni, e la rapidità della fuga mi ha evitato i pallettoni di quelli, incazzati come bisce !
Paonazzo, con i polmoni a mantice e sbuffanti per mancanza d'ossigeno, il fiatone della non più gioventù, il cardiopalma, le giunture scricchiolanti, le valvole cardiache in fibrillazione e le guarnizioni pronte a saltare, mi rannicchio dietro l'angolo, al riparo delle proiettili che quelli, esasperati e offesi, continuano a mandarmi, sassaiola di piombo rivestita, eccomi, con la proboscide all'aria, a sentire puzza sospetta:
Sniff...sniff...sniff...
no, non è odore di fascio...mi basta alzare il piede e rimirare la suola;
non c'è che dire: proprio una giornata di merda !
Io, secondo me...03.11.2008
Iscriviti a:
Post (Atom)