giovedì 20 novembre 2008

La coda del cane

Nemmeno il mio cane, che mi vuole bene, mena la coda per niente, figuriamoci la schiumarola taleban-qaedista.

Che Al Qaeda fosse razzista, come il dio e il profeta che si è cucito addosso, ad immagine e somiglianza, non avevo dubbio;
i giochi di potere sono così evidenti che solo un cretino può pensare vero che dietro ci sia una spinta spirituale, un credo assoluto, una "crociata della mezzaluna": quando si usa la spada invece della penna, la lama invece della predicazione, l'impalcatura del teatrino serve unicamente a raggiungere un controllo materiale del sistema.
L'uso della religione è come il bastoncino per Fido: si lancia per addestrare al riporto e gli si fa ciucciare l'osso all'obbedienza, mentre altri si spolpano la carne.
Rimane indubbio che, chi è nato per essere cane, da cane si comporta, e sempre si troverà qualcuno disposto a fare il lavoro sporco, avendone in premio avanzi e bucce.
Un coglione predisposto ad essere riempito di polvere da sparo o un tagliagole al prezzo di un biscotto si trova in ogni dove, come un cranio pieno d'aria, alla bisogna.
Quante rivoluzioni hanno poi cannibalizzato i loro stessi autori, i propri figli, che alla fine sarà come nel film "Highlander": ne resterà solo uno.
E via di purga, ad eliminare le scorie, prima che siano queste a farlo di te.
Jihad...cazzate !
Tutte le grandi minchiate - escluso solo la predicazione di Gesù - alla fine si sono dichiarate per quel che era la sostanza: la parodia de "La fattoria degli animali" - l'Animal Farm, il romanzo dello scrittore inglese George Orwell - dove le vittime, una volta presa la manovella del manovratore, non hanno potuto far altro che ripercorrere la strada, per arrivare ad essere carnefici, quando non fatto seguire la democrazia a teocrazia o dispotismo.
La mia vecchia insegnante di Storia, usava dire: dietro ad ogni crociata c'è "l'argent", l'argento, la palanca, il denaro e, quando questo satura, si passa all'ambizione e, alla fine - Et voilà ! - il POTERE, l'ubriacatura d'essere depositario della vita e della morte degli altri !
Bin Laden predica, ma è talmente poco motivato al martirio che se ne guarda bene dal solo far vedere ombra di sè, rischiare di prendere nel didietro un bel missile o essere sottoposto ad un sano spurgo: s'è scavato un buco di fogna e li è ancora a fermentare e fare fumi, assieme ai pidocchi di sua pelle e pelo.
Persino il suo tirapiedi, Ayman al Zawahiri, schifato, gli fa il cazziatone, che quando la fifa fa novanta si perde la faccia nello spedire altri al macello, a portare avanti il culo mentre la testa si mette il casco.

- «Ora scegli tu cosa vuoi fare ed assumiti le conseguenze delle tue scelte: come tu giudichi così sarai giudicato», rimbrotta il - per ora - sottopancia, al suo capo.
Come a dire: «Desciulati, che se proprio c'hai la tremarella "faso tuto mi, ghe pensi mi", faccio e ci penso io !»
Tradotto in politichese, nel gergo nostro: dai le dimissioni.
Sono due anni che non si fa vivo in alcun modo. Osama è tagliato fuori dalla gestione della cassa, se non per quella da morto.
A tacitare i cani che gli abbaiano attorno e leccano la mano, Ayman lancia il solito giochino:
- «Via le forze straniere dalle terre dei musulmani, basta ruberie dei nostri tesori e dall'ingerenza nei nostri affari !»
C'ha ragione: non ci fossero quei "rompiglioni" d'americani, a spezzargli le ossa, sarebbero già insediati in buona parte dei paesi dove, con il grimaldello del massacro, disordine e confusione, sarebbero già nelle stanze dei bottoni.
Sempre ad uso della cagnara, eccolo a far voce grossa, da pulce verso l'elefante:
- «Servo e schiavo NEGRO, cameriere dei bianchi» rinfaccia ad Obama, neo Presidente degli States;
- «Capo di una nazione blasfema, eunuco negro: per la prima volta nella storia la First Lady americana sarà una schiava negra».
Immagino come scricchiola e scatta la dentiera del Zawahiri, quanto gli si sposti l'assorbente di contenimento di sotto il pisello gocciolante, il tremore delle pieghe di una pelle floscia, che dondola e traballa come onda.
- «L'hanno pure rivelato al profeta Muhammad che il cuore di un negro è più rozzo di quello di un asino, che il termine generico per indicare quel colore è il prefisso abd, che significa, alla lettera, schiavo; se chiede, gli sia negata e nessuna intercessione varrà a farlo andare in Paradiso».
Non c'è dubbio, che meglio considera il suo, di profeta, di dio, di credo, di farina e lievito: unici impasti, ingredienti, frattaglie e fetenzìe per quella camera d’aria che portano sopra il collo;

Jihad...cazzate; la coda vibra come un diapason: il cane ha visto...le ossa !


Io, secondo me...20.11.2008

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