Il grillo di Pinocchio era saggio: usava predicare e consigliare prudenza, e applicava tolleranza, quando l'incauto burattino faceva uso delle giudiziose raccomandazioni da bastian contrario, ovvero, deludendo del tutto le attese del più scafato saltatore;
ma il piccolo insetto era grande, che impiegava dimostrazione di ciò che era: un....galantuomo.
Un altro Grillo, grande per proporzione e non per azione, di casa ha tolleranza, ma solo per gli affaracci suoi, ad applicare il vecchio volgo, che affibbiava a vizio di monaci il dire, mai seguito da dimostrazione:
- «Fate quello che dico, non quello che faccio» e sono, aggiungo io, edizione speculare de «Armiamoci e partite !»
Il Grillo Beppe si è dimostrato aderente al motto, salvo che potremmo meglio adattarlo alla sua statura:
ad usare predica senza far seguire virtù, a buttare fiammifero dove altri erano a spargere benzina, ad applicare marchetta della sua casa, d'essere vergine o troia, su altri che ne avrebbero avuto marchio, che chi ha il timbro dalla parte del manico non si imbratta.
Ha girato mezza Italia e le sue piazze, saltando come gli conviene, fustigando e scudisciando schiene, chiappe e mordendo calcagni, come un cane rabbioso, tignoso e inquisitore, sprezzante più che canzonatorio, caustico più che acido, a versare pece ed olio bollente più che docce d'acqua fredda, a provocare dolori più che a risvegliare coscienze, ad inveire ed offendere, più umiliare che ridicolizzare, a distribuire gettoni, marchette da assegnare ai peccatori;
Il Beppe Savonarola si era messo e proposto come buon pastore, con il bastone e il gessetto, a dividere, sulla lavagna, i buoni dai cattivi: il candidato che candido non è, i disonorevoli "No pasaràn !".
Timbro, marchetta...marchio di qualità e d'origine garantita: inteso che lui - o suoi manovali - sarebbe stato ad inchiostrare e menare di sigillo.
- «Via, fuori dalle palle chi ha subito condanne !»
Ma lui ne ha una sulle spalle per omicidio colposo: un anno e tre mesi per avere giocato e perso la vita di due adulti e un bambino quando, volendo fare il bauscia con il suo gippone nuovo, inforcò una strada il cui accesso era vietato perché pericolosa e finì in un burrone, menando alla morte i suoi sventurati compagni. Era il 7 Dicembre 1980.
Nel 2003 patteggiò al processo che lo vedeva imputato per diffamazione aggravata del premio Nobel, Rita Levi Montalcini che, nel 2001 definì "vecchia puttana": il Nobel glielo avrebbe praticamente comperato una ditta farmaceutica amica.
Il nostro "verginello" si avvalse del cosiddetto "condono tombale" promosso dal governo Berlusconi e da lui più volte criticato, perché - diceva - misurato, ritagliato, sagomato e cucito attorno alla persona dell'evasore.
Omicida, seppur colposo, diffamatore, opportunista, quanto basta per avvantaggiarsi di una occasione, seppur offerta dal nemico giurato, abile ad evitare ogni contraddittorio, usando la piazza e il proprio blog dove essere battitore unico;
e, soprattutto, quest'ultimo, definito "uno splendido negozio con un sistema di vendita che funziona benissimo", è spugna assorbente e miracoloso forziere per palanche, che gli derivano dai molti accessi, come potemmo origliare dalla "finestra" che, un Visco mazziato e bocciato dalle votazioni, per vendetta e rappresaglia lasciò aperta, seppur per poco, ma in cui milioni d'italiani sbirciarono l'uno in casa dell'altro e malauguratamente, a vedere anche quanto rendessero le marchette del Grillo.
Nulla di rubato, certo, ma a dimostrare che per lui vale il vecchio proverbio che
"Il cane muove la coda, non per te ma per il pane"...e il grillo per il companatico.
Ultimamente ha cercato di riaffacciarsi alla ribalta, di cavalcare la protesta degli studenti, a Bologna: gli hanno intimato di togliersi dalle palle !
I giovani ancora danno un valore ai sogni, ad una purezza che sconfina con l'ingenuità e che poi perderanno, ma al momento sono al Petrarca:
"Tutta la mia fiorita et verde etade / passava, e 'ntepidir sentia già 'l foco / ch'arse il mio core";
bruciano di passione, non di tabelle commerciali.
Il Grillo sparlante ha sublimato il Vaffanculo, il "dolce stil novo" piegato all'epica del Vaffa-day, cercando di far figliare la "Vaffa-generazione", quella che gli avrebbe consentito d'essere duce, ad emettere fatwa e additare ai fidi impuri contabili e infedeli...compilatori di denuncia dei redditi.
Il segno è stato affisso, sulla porta dei suoi primogeniti, che saranno risparmiati quando si andrà ad estirpare il grano dal Loglio.
Essendo solo un dio apprendista, il Beppegrillo siglò solo poche piaghe, da affibbiare agli impuri: tre quesiti referendari, che avrebbero dovuto far tentennare a festa la cassa del ricavato, il conteggio degli affiliati, ma pare che neppure sia arrivato alla soglia minima per poter assomigliare a Mosè, nel portare sfiga e rogna agli indegni della sua regale maestà.
Voce e uomo che vaga nel deserto, a smoccolare e parlare ai miraggi, ben è a riscuotere nulla dai talenti che ha sotterrato, da buon genovese, sotto il materasso.
Uomo senza "Valori" da spendere, non avrà da far fruttare che contumelie: su stampa di regime, asservita, partiti corrotti, bavaglio alla libera informazione e popolo ingrato, pasciuto a "Panem et circenses", pane e giochi da circo mediatico.
Lui no, non sarà o si metterà in discussione, urlerà che «Nemo propheta in patria», nessuno è profeta nella propria patria".
A nulla sono servite le marchette, distribuite a piene mani...puttana Italia !
Io, secondo me...13.11.2008
giovedì 13 novembre 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento