martedì 30 marzo 2010

Cucina al flambé

La cucina al flambé è arte "franciosa", di grande impatto e scena, quando le ombre sono scacciate, al culmine del "flambage", la classica fiammeggiata, durante o al termine della cottura di una pietanza;
Il Maitre si avvicina al tavolo del cliente con il "Guéridon" di servizio - il tavolo alto e stretto - su cui troneggia la lampada alimentata a gas o ad alcol.
Attorno, i "fuochisti", con l'accurata "Mise en place" di servizio e le decorazioni.
Ed ecco il momento culminante: il Maitre-sacerdote irrora la preparazione con un liquore o distillato ad alta gradazione e, con gesti studiati e affettati, elegantemente gli dà fuoco.
Parte la sospirata fiammata, che fa evaporare l'alcol e trattiene gli aromi.
Il cliente resta stregato dalla coreografia o ustionato, secondo la distanza dalla fiamma;
più che cucina, è rito, consumazione di una liturgia dove ogni movimento è misurato, cauto e rispettoso, come quello del Gran Sacerdote, quando entrava nel "Sancta Sanctorum", l'area più sacra, che custodiva l'arca dell'alleanza.
Ci vuole esperienza, scuola, pratica e grammatica: non s'improvvisa, ma si impara.
Oggi è entrata come nuova materia di studio coranico, nelle madrasse, la tecnica della fiammata, anche se ancora da raffinare.
Zolfanello e benza e il cristianuccio brucia, come uno zampirone.
La polpa, ricca di ciccia, si presta bene ad essere abbrustolita: in fin dei conti, è infedele maiale e, si sa, che del porco non si butta via niente.
Il Pakistan sembra la nuova Francia, dove il flambé viene meglio, ma sicuramente farà da apripista, per essere imitato da buona parte del mondo islamico, quello che è convinto che si può costruire dalla cenere, come strizzar sangue dalle rape o latte dalle...moschee.
Certo, siamo ancora ad usare la nafta al posto del Cognac ma, prima o poi si troverà il giusto aromatizzante.
Per ora, la carne mantiene ancora uno sgradevole retrogusto amaro di brucio e carbonella ma, a furia di provare e riprovare, per tentativi, sempre più ci avvicinerà alla perfezione;
anche i tedeschi, nei campi di concentramento, alfine dovettero arrivare alle giuste temperature per...gradi, prima di avere abbondanza di grasso che cola.
Un vecchio adagio dice che si nasce incendiari e si muore pompieri;
l'islam più intollerante e ottuso deve aver trovato la madre di tutti gli imbecilli, da rendere ancora più gravida, visto la scarsità di pompieri.
- «Che volete, sono ragazzi; sono giovani e intemperanti e si infiammano subito, ma sono casi sporadici: così, un tot al chilo, una goccia nel mare», ci rassicurano.
Beh, allora devono essere un poco come il detersivo concentrato: ne basta una goccia per riempirlo di schiuma.
La religione è come la politica o il calcio: quando ci si accalora, si prende fuoco.
Vabbè, però, una coincidenza è una coincidenza; due sono un indizio, ma più sono una prova, e quella ci dice che non sono più beghe o risse da campanile.
Scientemente si sta soffiando sulle braci, si getta benzina sul fuoco e si riscaldano gli animi: è aperta la stagione della caccia ai cristiani che, tolta la concorrenza, ne rimarrà uno solo: il dio con più muscoli.
Prologo: ti sopporto ma ti disprezzo;
epilogo: sei un servo ed io ti uso, a mio comodo e discrezione.
"L'autista di una ricca famiglia della città pakistana di Rawalpindi è stato bruciato vivo da estremisti musulmani".
Motivo?
Arshad Masih non voleva convertirsi all'islam.
La moglie, Martha Bibi, in caserma, dove era andata a denunciare gli assassini, è stata stuprata, davanti ai figli!
Da una parte i macellai; dall'altra la legge.
Nessuna differenza.
- «Mi dispiace, ma io sò io e voi non siete un cazzo!», diceva Alberto Sordi, nei panni del personaggio de "Il Marchese Del Grillo".
E la caccia ai figli del dio minore, accade in tutto il mondo dove "Allahden" ha preso piede.
Di poco più vecchia la notizia della piccola Kiran George, anche lei cristiana e al servizio, domestica presso di un'altra famiglia, a Sheikhupura, vicino a Lahore.
Anche lei portata al "flambage" da Mohammad Ahmad Reza che, assieme alla sorella, hanno gettato benzina sulla poveretta dandole fuoco, per evitare il venire a galla che il gran figlio di cammella aveva usato il padronale pistolino su di lei.
Ma guarda un te, che nessuno può usare la sguattera come uno strofinaccio: se non serve, che serva è?
E poi, non è forse scritto che l'infedele è un animale, assimilabile a cani, scimmie e porci?
Lo stesso fu per la dodicenne Shazia Bashir, morta il 21 gennaio, sempre a Lahore: una volta stuprata, è stata poi massacrata dall'avvocato Mohammad Naeem, che la teneva a servizio.
Cane non mangia cane.
Musulmano ed ex giudice dell'Alta Corte provinciale, non trova nessuno disposto a condannarlo, il Naeem.
Per una servetta, poi.
Arshad Masih, ucciso perché cristiano;
Kiran George e Shazia Bashir e altre come loro, dal disprezzo di chi le ha usate e abbattute poi, come cagne.
Giusto per far capire che non sono casi isolati, ma è una febbre che gira, come per gli ebrei, quando gli si tolse scudo e protezione della legge, non più uguale per tutti, ecco l'affondo:
"10 marzo, ancora Sheikhupura: una folla di musulmani assale e brucia diverse abitazioni di cristiani e, deliberatamente, delle Bibbie".
Qualcuno ricorderà la cagnara che fece tutto l'Islam, quando si vociferò che, nella prigione di Guantanamo, fecero lo stesso con copie del Corano;
non solo protestarono quelli della mezzaluna, ma addirittura i pacifessi, i calabraghe, i cacasotto e le mammole di casa nostra;
salvo mai, quando accade per il Papa, la Croce o, appunto la Bibbia.
Giusto per dar d'intendere come ci considerano, continua l'articolo:
"[...] la magistratura non agirà, in base alla sezione 295-B del codice penale pachistano", che prevede fino all'ergastolo per chi dissacra il Corano.
Testi d'altre fedi non sono inclusi, nella dissacrazione.
- «Mi dispiace, ma io sò io e voi non siete un cazzo!»
E qui c'hanno proprio stufato, nel senso del cotto, ma fuoco vivace.

Cucina al flambé.


Io, secondo me...24.03.2010