giovedì 28 luglio 2011

La Gioiosa



Achille scese in campo, con tutta la “gioiosa” macchina da guerra a dargli man forte, ma gli “mancò il tallone, non il coraggio”.
Non fu Paride a centrare con una freccia avvelenata l’Achille, nel calcagno destro, l’unico vulnerabile e sconfiggerlo;
fu un semplice Silvio e colpì la sinistra del garretto, ma ottenne il medesimo risultato: azzoppare la macchina, ingolfare il motore ed inceppare la “Gioiosa”.
Non il Pelide, ma l’Occhetto fu il trombato Achille che, nel tentativo di gioco di sponda, affondò e il PCI naufragò sulle sponde del PDS, rimanendo all’umido: né carne, né pesce, “imbastardito” e zavorrato dai tanti profughi, reduci dal terremoto “tangentizio”, che fece macerie di tanti partiti e partitelli dediti al “magna-magna”, che è peggio del “bunga-bunga”, perché ad essere presi per i fondelli sono i cittadini e la “res publica”, non le “Escort”, nel privato.
I nuovi innesti portarono agli indigeni non specchietti e collanine, ma “valore” aggiunto: il come smistare bustarelle.
Chi s’accompagna allo zoppo, impara a zoppicare;
poi, finisce che ci si prende gusto, una ciliegia...una bustarella tira l'altra e il disturbo diventa ossessivo compulsavo e se ne acquista dipendenza e una pera tira l’altra, ti entra in vena e non se ne può più fare a meno.
Ma il vero Comunista, come la gramigna, non muore mai, così come l’addestramento e l’imparato, alla scuola di Mosca, che in fatto di come macinare l’avversario, non ha eguali.
I “rossi” dentro, quelli veri, non si estinguono - gli estintori li usano per gli altri, in testa - neppure se cade un altro meteorite: questi dinosauri sono tosti.
Hanno il vantaggio di essere standardizzati, intercambiabili, clonabili all’infinito, confezionati su un modello normotipo, quasi universale, stile “aparatchik“.
Come per i Papi, morto uno se ne fa un altro.
Il Bersani è come l’abito della Facis o della Lebole, uguale a quelli che lo hanno preceduto: insipido, inodore, insapore ma, differentemente dall’acqua, assolutamente non indispensabile.
Se li conosci, li eviti.
Prendiamo pure un D’Alema: non cambia ‘na beata fava.
La corteccia cerebrale è la stessa: circonvoluzioni appallottolate in un gheriglio di noce.
Tutti reagiscono per riflesso condizionato, come i cani di Pavlov, quelle povere bestiole la cui salivazione - la famosa “acquolina in bocca” - era stimolata non più alla vista del cibo, ma al solo sentire il suono di una campanella.
I “cagnoni” d’oggi, non salivano: alla bocca c’hanno la bava.
Alla campanella, hanno sostituito la “vox critica”, il sonoro del dito puntato su chicchessia del branco.
I figli del “Migliore”, non possono che ritenersi tali a loro volta.
Sono presuntuosi e permalosi.
Perdono le elezioni ed eccoli, a dire che hanno la qualità e la quantità che ha decretato sconfitta è pancia, e non cervello;
quasi tutti a tenere tracce di fascismo nel corredo genetico, che andrebbero rieducati...purgati di tanto groppo intestinale.
Quando pescati con le mani nel sacco e la bocca sporca di marmellata, impossibilitati a dimostrare tanta grana in busta per la sola vendita di salamelle, sono a reagire con unghiate e morsi.
Anche i ladri, o presunti tali, da loro, sono diversi dagli altri: veri o falsi che siano, pretendono di essere considerati come Maria di Nazareth: vergini, anche se hanno figliato a...mazzette.
Per le casse di risonanza e i tromboni del regime loro, dal giornale “Repubblica” di Ezio Mauro si arriva all’inverosimile: “Dal 1993, dal giorno della discesa in campo di Silvio Berlusconi. Anche a sinistra il peso dei soldi in politica è diventato decisivo e il bisogno di finanziamenti è stata un’urgenza sempre più evidente”.
E te pareva, che le Marie Goretti non fossero state violentate dal solito bruto!
Fare di necessità virtù...il fine giustifica i mezzi...il tintinnio delle monetine del “Berluska” hanno bacato, corrotto e portato al marcio la bella frutta dell’intero cesto...bella ciao!
Din...din...din...e il compagno sbava, gli vien fame e ficca pure lui il muso nel trogolo.
Bersani, lucido in testa, ma meno sotto, si fa su le maniche e infila il sigaro, in un’imitazione non di Cristo ma a mezzo, tra Obama e Che Guevara, caricatura patetica che non s’avvicina, né in statura, né in grandezza.

«Lo dico alle macchine del fango che iniziano a girare: se sperano di intimorirci si sbagliano di grosso.»

“Piergiggi” si riferisce alle critiche mosse al suo partito dai giornali sulle vicende di Tedesco e Penati, ma può andare bene anche per precedente, presente e futuro, il fu e l’andrà a venire, perché ormai è corruttela: frego, oggi più di ieri, meno di domani!
Attingendo dal Vangelo: “La destra non sappia quel che fa la sinistra”.
Non basta un giro di casacca, un cambio di nome, una tessera a screditare la verità dell’”abito che non fa il monaco”.
La “Fattoria degli animali” continuerà a dimostrare che “Chi va al mulino s'infarina” di che colore non importa.

«Le critiche le accettiamo ma le aggressioni no, le calunnie no, il fango no. Da oggi iniziano a partire le querele [...] la possibilità di fare una class action da parte di tutti gli iscritti al Pd, perché il partito è una proprietà indivisa [...] c'è un insulto a ciascuno dei suoi componenti.»

Fango...insulti...calunnie: dovunque ci sono i resti del loro pasteggiare, con questi intingoli;
in sovrappiù, “compiacenti” compagni di merende, nel caso dei demonizzati avversari, hanno fatto filtrare in maniera indegna e vergognosa, monumentali trascrizioni d’intercettazioni, piene di nulla, penalmente irrilevanti, ma bastanti a stroncare immagine, credibilità e macchiare innocenza e candore di tanti, colpevoli solo di aver fatto da contorno al porcellino, cui si voleva mettere mela in bocca e spiedo nel c...popò, per cuocerlo a fuoco lento.
Qui, sicuramente, a dimostrare quante toghe sono nere, non solo nell’abito ma nell’animo, nulla andrà perduto e i sigilli terranno.

“la Gioiosa” dei bei tempi, si è trasformata: oggi è “la Fangosa” macchina da guerra.

Solo la scoperta della tolla e del bronzo ha permesso al Piero di metterci la faccia...

«Lo dico alle macchine del fango che iniziano a girare...iniziano a partire le querele [...] la possibilità di fare una class action» e, tanto che ci siamo, anche le purghe...tiè!!

“Sparagli Piero/sparagli ora/e se si rialza/sparagli ancora” dai, “Piergiggi”, canta con me...facciamo di tutta l’erba un fango!


Io, secondo me...28.07.2011